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1 PPUNTII rivista periodica di Centro Coscienza MAIEUTICA QUESTO NUMERO DI APPUNTI ESCE CON UN SENSIBILE RITARDO RISPETTO AL- L ABITUALE TABELLA DI MARCIA. CIÒ NON È DOVUTO A FATTORI CONTINGENTI MA ALLE RIFLESSIONI DELLA REDAZIONE SUL SENSO E L OPPORTUNITÀ DI CON- TINUARE A PUBBLICARE LA RIVISTA. UN ANALOGA SITUAZIONE ERA GIÀ STATA AFFRONTATA NEL 2007 QUANDO, NEL CORSO DI UNA SOSPENSIONE DI CIRCA SEI MESI, CI SI ERA DOMANDATI SE APPUNTI, CON IL SUO FORMATO E I SUOI CONTENUTI, POTESSE ESSERE UN VALIDO STRUMENTO DI RICERCA. SOMMARIO La ricchezza di un bilancio passivo pagina 2 Una sfida: mercato e gratuità pagina 4 Iniziative straordinarie tra Milano e Morosolo pagina 6 Segnalazioni pagina 8 Contrappunti pagina 8 maggio 2010 numero 25-3,00 euro In quell occasione il settantesimo anniversario della fondazione del Centro di Cultura Spirituale aveva animato un progetto in cui la redazione credeva molto e che è stato realizzato negli ultimi sei nu - meri, dal 19 al 24: ripercorrere la storia di Centro Coscienza a partire dal 1938 e pubblicare materiali inediti relativi ai tempi delle origini. Si era pensato poi, terminato il per - corso storico, di ricostruire la nascita e lo sviluppo delle attività invisibili che si svolgono a Centro Coscienza. Invisibili perché se ne vedono i frutti, ma si ignorano la dedizione, l intelligenza, l impegno necessari per arrivare a farli maturare e poterli offrire: ambientazione, provveditorato, segreteria, irradiazione, i cosiddetti organi, e anche i gruppi feste e territorio. Una volta intrapresa la ricerca nei documenti custoditi nella Fondazione Castellani e nell archivio dell ambientazione il primo organo prescelto la redazione si è resa conto che il formato di Appunti non è adatto per questo tipo di ricostruzione, tanta è la messe dei materiali a disposizione, l interesse e l ampiezza delle considerazioni estetiche, sociali, politiche connesse a questa e alle altre attività invisibili. Addirittura si potrebbero compilare volumetti monotematici, ciascuno dedicato a un organo, da diffondere anche al di fuori dell associazione, come già avviene con i Quaderni di Maieutica che nei loro dodici anni di vita hanno pubblicato 56 titoli per un totale di circa copie tirate. Anche la pubblicazione di scritti e lezioni inedite di Tullio Castellani e dei suoi primi collaboratori ha ben presto e naturalmente preso la via dei Quaderni Speciali di Edizioni di Maieutica che si prestano a contenere l intero sviluppo del testo, laddove Appunti ne può offrire solo brevi stralci. E l entusiasmo con cui i soci hanno risposto a queste nuove pubblicazioni conferma la bontà dell iniziativa. Il progetto, cioè, che ha sostenuto Appunti negli ultimi due anni ha dato vita e ancora ne darà a iniziative editoriali che, paradossalmente, limitano ora lo scopo e l utilità della rivista e pongono il compito di ridefinirne obiettivi, funzione e formato: bollettino, foglio informativo delle attività, notiziario? E, in tal caso, rivolto a chi? Solo a soci, a soci e frequentatori, ad ambienti esterni? Gratuito, a pagamento, inglobato nella quota associativa? Oppure, dopo quasi vent anni di uscite ininterrotte, prima come Maieutica e poi come Appunti, non c è più bisogno di una rivista di Centro Coscienza? Per condurre una ricerca su questi temi la redazione, d accordo con il Presidente e i consigli Direttivo e Superiore, ha deciso di sospendere con questo numero l uscita di Appunti, pur continuando a incontrarsi mensilmente per valutare altre future possibilità e forme. In questo lavoro silente, anch esso invisibile, sarà lieta di ricevere i suggerimenti e le considerazioni dei lettori. MAGGIO

2 APPUNTI SPECIALE ECONOMIA La ricchezza di un bilancio passivo UN ANALISI DETTAGLIATA DELLA STRUTTURA ECONOMICA DI CENTRO COSCIENZA: INTRECCIO VIRTUOSO TRA DENARO, AZIONE E SVILUPPO UMANO FONDATO SUL SENTIMENTO DELLA COSA PUBBLICA. LA STRUTTURA economica di Centro Coscienza presenta aspetti singolari riguardo al rapporto con, all uso di, alla produzione della ricchezza, e forse vale la pena di esaminarli; infatti consentono di cogliere come la visione di sviluppo di coscienza di Tullio Castellani si incarni fin negli aspetti più minuti e apparentemente poco spirituali della vita dell associazione. Per farla, questa analisi, partiamo dalla sede. Già l indirizzo, corso di Porta Nuova 16, nel cuore del centro storico di Milano, parla di ricchezza. L atrio poi e tutto il piano terreno ristrutturati nel 1999, con le alte pa - reti di vetro, l ampiezza degli spazi, il giardinetto interno non fanno certo pensare a un luogo dimesso, come solitamente i Centri autogestiti. Piuttosto a generosi finanziamenti: di chi?, ci si può chiedere. L appartamento del piano terreno con annesso seminterrato, il primo e il terzo piano vennero conferiti a Centro Coscienza negli anni Cinquanta da alcuni soci. È interessante notare che Castellani accettò donazioni solo da quanti si erano dedicati con tutte le loro facoltà allo sviluppo di Centro Coscienza e di se stessi, rifiutando i contributi di chi desiderava soprattutto acquistare delle benemerenze, esibire un prestigio personale, o semplicemente era mosso da un entusiasmo al quale non corrispondeva un profondo impegno di ricerca. Dal 1998 la Fondazione Servire è l unico socio della società immobiliare che possiede gli appartamenti in corso di Porta Nuova 16 e gli edifici di Morosolo. Questa struttura è stata creata al fine di spersonalizzarne completamente la proprietà; qualora un domani Centro Coscienza cessasse di esistere essi verrebbero destinati a enti con finalità similari a quelle perseguite da Castellani. Lo Statuto della Fondazione Servire spiega chiaramente perché l affitto pagato da Centro Coscienza è modesto e non va a incidere in modo insostenibile sul bilancio. Per quanto riguarda la ristrutturazione, il piano terreno aveva bene - ficiato solo di un ordinaria manutenzione da quando il Centro vi si era trasferito da via Sant Andrea, a metà degli anni Cinquanta. Nel 1998 si av - vertì la necessità di rinnovare gli spazi per creare una sala sociale, dove le persone potessero incontrarsi, sostare, conversare in attesa dei vari corsi, e per meglio attrezzare le sale per lo svolgimento delle attività. Il presidente ne parlò nell Assemblea generale dei soci del 1997: subito si creò un comitato responsabile della realizzazione del progetto, affidato a un socio architetto, e contemporaneamente moltissimi versarono il loro contributo ciascuno secondo il proprio sentire e potere per l attuazione dei lavori. Infatti, quando nell assemblea era stato proposto il progetto, il denaro non c era; pure l assemblea lo aveva approvato nella piena consapevolezza di assumersene solidalmente tutti gli aspetti. Il fatto non stupisce per tre motivi: uno è il sentimento diffuso tra i soci che la sede sia casa propria e non un entità indefinita di un ente astratto; l altro è che il Centro si propone come luogo di ricerca, coltiva - zione e sperimentazione per realizzare una realtà umana e sociale che ancora non esiste, e quindi è nel suo DNA il progettare, l andare oltre, il superare le forme in cui esso stesso, inevitabilmente, periodicamente, si consolida: sia quelle spirituali, sia quelle materiali, sempre indissolubilmente congiunte. Infine, ma non meno importante, è difficile che un ambiente come Centro Coscienza possa accumulare delle riserve di ricchezza stante il modo in cui si finanzia: quote sociali, quote di frequenza ai corsi, versamenti degli amici. Da sempre non cerca sponsorizzazioni pubbliche o private, nella convinzione che la libertà di ricerca non abbia prezzo. Un indagine nelle pieghe delle tre fonti citate può riservare qualche sorpre - sa. Partiamo dalle quote sociali: i soci versano una quota annuale di 100 euro, l ordinaria, il doppio quella primaria; chi ne ha la necessità può, fa - cendone richiesta, versare una quota ridotta, o anche semplicemente simbolica. Non è però questa la sola ricchezza che i soci conferiscono a Centro Coscienza, perché sono loro che, svolgendo tutti i compiti richiesti dall ambiente, ne garantiscono l esistenza: molti sono docenti dei corsi, e molti altri si formano per diventarlo; molti sono responsabili sociali, cioè si adoperano perché il corso sia un ambiente di formazione umana e non solo di trasmissione culturale; poi ci sono i provveditori che curano la manutenzione degli spazi; le ambientatrici che li animano con com - posizioni floreali e pannelli, frutto di un preciso lavoro di ricerca sulla natura; i maestri di sala che garantisco - no l accoglimento e la sicurezza del pubblico in occasione delle feste e delle conferenze aperte alla cittadinanza; gli irradiatori che si occupano di comunicare all interno e all ester - 2 MAGGIO 2010

3 no le attività proposte; ci sono alcuni che curano le piante presenti nelle varie sale; gli amministratori che si occupano di fare i bilanci preventivi, di metà gestione e consuntivi; un gruppo che si occupa della manuten - zione degli ambienti e del territorio di Morosolo; altri ancora che svolgono compiti di segreteria. Poche sono le mansioni retribuite, e in genere solo quelle che richiedono un impiego quotidiano a tempo pieno. È, quella prodotta dall impegno dei soci, una ricchezza enorme che, se quantificata, forse farebbe aggiungere uno zero alle cifre della voce entrate del bilancio di Centro Coscienza. Genericamente potremmo dire che questo è il sistema del volontariato: è vero, se non altro perché niente è obbligatorio e perché per Statuto il socio è tenuto al solo pagamento della quota associativa; ma occorre tener presente che ogni socio è profondamente convinto di arricchire e realizzare se stes - so assolvendo il compito che ha scel - to, piuttosto che di arricchire, o fare bene a Centro Coscienza. Passiamo alle quote di frequenza: i soci hanno in questo ambito, forse, la sola facilitazione della loro vita all Unione, in quanto le pagano ridotte rispetto a quanti frequentano i corsi senza associarsi; anche se è una facilitazione che sostanzialmente va incontro al desiderio di partecipare a più iniziative in un anno sociale. Anche qui vale la graduazione in quote ordinarie, primarie ed eventualmente ridotte. In alcuni casi possono essere erogate delle borse di studio per consentire a qualcuno, in particolari condizioni di vita, di partecipare alle attività e compiere un percorso di formazione, secondo il principio di Castellani per cui l accesso alla cultura a sviluppo di sé è un diritto fondamentale di ogni essere umano. Un elemento importante che può far riflettere è che i docenti non solo non sono pagati per tenere i corsi, ma pagano essi stessi la quota, e preferi - bilmente la primaria: perché questa che sembra un autentica stravaganza? Ma perché anche questo compito comporta per chi lo assolve una preziosa occasione di conoscenza e di sviluppo di sé che lo remunera ampiamente; e poi perché la ricerca per essere tale deve essere a fondo perduto, non essere garantita né condizionata in alcun modo, piuttosto liberamente scelta ogni volta. Consideriamo ora i versamenti degli amici: rientrano in questa voce quelli diretti di quanti, soci e non, desiderano sostenere Centro Coscienza; ma anche il denaro che le ambientatrici spendono settimanalmente per l acquisto di fiori e materiali vari; il costo dei biglietti aerei o dei treni dei delegati che in media due volte al mese si recano nelle Sezioni; il costo dei materiali necessari alla manutenzione degli ambienti; cioè molte delle IL MURATORI In noi il desiderio maestro, e padre di tanti altri, è quello del nostro privato bene, della nostra particolare felicità (...). Di sfera più sublime e di origine più nobile vi è un altro desiderio, cioè quello del bene della società, del bene pubblico, ossia della pubblica felicità. Nasce il primo dalla natura, questo altro ha per madre la virtù. spese sostenute dai soci e di cui non viene chiesto il rimborso all amministrazione. Negli anni, inoltre, molti hanno voluto ricordare i loro cari scomparsi istituendo a loro nome borse di studio o fondi: generalmente vengono destinati a sostenere progetti innovativi, che non potrebbero essere finanziati dal bilancio ordinario, o la formazione di giovani soci. Tra i fondi, un discorso a parte merita quello dei Sostenitori e Reggitori, che va precisato non sono necessariamente persone abbienti. Innanzitutto essi sono tali perché cu- IL GENOVESI Niuna massima è più vera di questa, che il sostegno primiero, e il più grande delle civili società, è l amore del bene pubblico (...) e che quelle nelle quali l interesse privato signoreggia e prevale (...) non solo non possono a niuna grandezza e potenza pervenire, ma se esse vi sono già pervenute, non possono mantenervisi. rano in modo particolare la formazione dei soci e l attuazione rispettivamente degli scopi del Centro di Cultura Spirituale e dei principi di Unione Coscienza, e non perché godano di particolari benemerenze a fronte di cospicui versamenti in denaro; ciò nondimeno hanno il mandato, quando necessario, di assume - re economicamente il disavanzo dei bilanci secondo un criterio improntato alla responsabilità individuale: non c è una quota imposta uguale per tutti in cui suddividerlo, ma ciascuno contribuisce secondo le sue possibilità. Forse da questa analisi si può meglio intendere un fatto non scontato: ogni anno, nell Assemblea generale i soci approvano un bilancio preventivo che in genere presenta un disavanzo, e lo approvano perché quel disavanzo, lungi dal rappresen - tare un elemento di inibizione, di restrizione, di risparmio, chiama a essere all altezza dei progetti e degli svi - luppi che il bilancio promuove; e stimola ciascuno a mettere in campo tutte le sue energie per ripianarlo. Sperimentando e attuando così, in ogni aspetto, il sentimento di partecipazione alla res publica che è il fondamento su cui poggia e si costruisce ogni collettività umana. MAGGIO

4 APPUNTI SPECIALE ECONOMIA Una sfida: mercato e LA TAVOLA ROTONDA PERMANENTE DI ECONOMIA HA ORGANIZZATO A CENTRO COSCIENZA UNA GIORNATA DI STUDIO SUL TEMA È POSSIBILE UN ECONOMIA DIVERSA DA QUELLA ATTUALE? L ECONOMIA CIVILE. ALCUNI BRANI DEGLI AUTORI CHE HANNO STIMOLATO E ANIMATO LE RIFLESSIONI DEI PARTECIPANTI, PENSIAMO POSSANO STIMOLARE ANCHE QUELLE DEI LETTORI. IL SENSO DEL DISCORSO che qui verrà abbozzato ruota intorno al seguente interrogativo: è possibile umanizzare l economia? ( ) È possibile tornare a umanizzare il mercato? O meglio: ha senso sforzarsi di prefi - gurare un modello di economia diverso da quello attuale, capace di includere (almeno tendenzialmente) tutte le persone e non solamente quelle adeguatamente attrezzate o dotate, e di avvalorare, nel senso di attribuire valore a tutte le dimensioni dell umano ( )? Perché domande del genere hanno senso? Per la fondamentale ragione che l istituzione del mercato è storicamente nata, al tempo dell Umanesimo, per consentire che la divisione del lavoro potesse funzionare come strumento di umanizzazione. ( ) Ai suoi inizi l economia di mercato viene fondata su tre principi distinti: quello dello scambio di equivalenti di valore, quello redistributivo e quello di reciprocità. Come si sa, è con lo scoppio della Rivoluzione Industriale e cioè con l affermazione piena del sistema capitalistico che il principio di reciprocità si perde per strada; addirittura viene bandito dal lessico economico. ( ) Questa letteratura si è dimenticata del principio di reciprocità, del principio, cioè, il cui fine specifico è quello di veicolare tra i cittadini la cultura della fraternità. ( ) Non è capace di futuro la società in cui si dissolve il valore del dono gratuito; non è capace di progredire la società in cui vi è posto solo per il dare per avere oppure per il dare per dovere. ( ) Invero, una lettura anche superficiale dell attuale passaggio d epoca ci obbliga a prendere atto che i tratti antisociali del comportamento economico hanno raggiunto livelli di intensità preoccupanti. È ormai ampia - mente ammesso che lo star bene del - le persone dipende non solamente dal soddisfacimento dei bisogni materiali, ma anche da quello dei bisogni relazionali. Basicamente la ragione è che questi ultimi non possono essere adeguatamente soddisfatti con beni privati, né con beni pubblici, quale ne sia il volume e la qualità. Piuttosto essi richiedono beni relazionali ( ) e la [loro] produzione non può avve - nire secondo le regole di produzione dei beni privati, perché nel caso dei beni relazionali quanto è in gioco non è tanto un problema di efficienza, quanto quello di efficacia. Né può avvenire secondo le modalità di fornitura dei beni pubblici da parte dello Stato dal momento che coercizione e principio burocratico che sono i principi di azione dell ente pubblico annullano o neutralizzano la relazionalità. Ecco perché se si vogliono scongiurare i rischi devastanti di trappole di povertà sociale, dovute alla crescita ipertrofica della sfera privata, o anche della sfera pubblica, dell economia, le nostre società hanno biso - gno di far posto crescente all intervento di soggetti che fanno della relazionalità il loro modus operandi. Stefano Zamagni, Beni relazionali e felicità pubblica. Uno sguardo dall economia civile, in Annuario di etica 2005, ed. Vita e pensiero, Milano. LA VITA IN COMUNE sarebbe impensabile senza comportamenti ispirati a gratuità, perché senza gratuità non c è incontro pienamente umano con l altro, non si genera au - tentica fiducia senza la quale né il mercato né la società possono funzionare. ( ) La sfida dell economia e dell impresa civile è rivendicare il valore anche economico di una relazionalità a più dimensioni, aperta al contratto, ma anche all incontro con l altro ispirato a gratuità. Il mercato invece è stato pensato e definito, in modo speciale nella modernità, come il luogo ideal-tipico della non-gratuità. ( ) La gratuità è un concetto estremamente difficile da definire ( ). Innanzitutto possiamo affermare che abbiamo a che fare con la gratuità tutte le volte che un comporta - mento ha (anche) un valore in sé e non è (solo) un mezzo per qualcos altro. Quando si attiva la dimensione della gratuità la strada da percorrere è importante come la meta da raggiungere. La motivazione intrinseca è condizione necessaria, sebbene non sufficiente, perché si possa parlare di gratuità o di comportamenti umani ispirati da gratuità. ( ) La condizione sufficiente perché si possa parlare di gratuità è l orientamento intenzionale verso il bene. ( ) Un azione orientata verso il bene non va intesa esclusivamente come verso il bene dell altro o come altruismo; un azione di gratuità può essere rivolta anche verso la natura o persino verso se stessi, come nel caso di molti artisti o atleti che vivono la gratuità quando sono intrinsecamente motivati per la loro attività e sono orientati al bene (non barano, per esempio, sono leali ). ( ) La gratuità non è pertanto associata a un che cosa si fa o a una classe di azioni: essa è piuttosto un come, una modalità o una dimensione dell azione, che può accompagnare vari contenuti. ( ) Può la gratuità essere prodotta e replicata endogenamente dai normali meccanismi di mercato? 4 MAGGIO 2010

5 LETTERA ALLA REDAZIONE gratuità Quanto si sta verificando in questi ultimi anni mostra che la domanda di beni relazionali e di gratuità cresce con il reddito, e con essa anche la domanda di quel di più della gratuità se i beni diventano sempre meno oggettivi e sempre più soggettivi e personalizzati, allora il come, il rapporto che si instaura tra i contraenti, è il fattore cruciale. Il rapporto umano genuino o non-strumentale sta diventando il bene scarso nelle economie avanzate, che tutti richiediamo ma pochi sanno o possono offrire ( ). La sfida di una economia che voglia aprirsi, al suo interno, alla gratuità consiste nel saper tenere insieme le varie dimensioni dell azione. Amo - re e contratto, amicizia e regole, eros e agapè non si escludono di necessità: tenerli assieme, però, non è mai ba - nale, ci espone sistematicamente alla vulnerabilità e alla fragilità, ma è una sfida che consente di fare anche delle faccende economiche qualcosa di ge - nuinamente umano. Per questo la gratuità ha un grande valore anche eco - nomico, sebbene non abbia prezzo, e anche solo per questo l economia non dovrebbe ignorarla, come invece comunemente fa. Perché se l attività economica perde definitivamente il contatto con il territorio della gratuità pone le premesse per la sua implosione, e quanto osserviamo nelle attuali economie reali ce lo sta dicendo in modo sempre più forte e chiaro. Abitare con questa gratuità il discorso teorico e pratico dell economia post-moderna, questa gratuità che non è il gratis (come viene comunemente ed erroneamente intesa) ma esattamente il suo opposto, e con questa gratuità abitare anche il mercato con tutto l umano, con tutte le sue potenzialità e le sue contraddizioni: non potrei sintetizzare meglio il messaggio affidato oggi all economia e all impresa civile. Luigino Bruni, L impresa civile. Una via italiana all economia di mercato, Università Bocconi editore, Milano Molto volentieri rispondo, anche se tardivamente, alla sollecitazione della Redazione sull ultimo numero di Appunti riguardo al rapporto tra ricchezza e vita spirituale. Ho riletto a distanza di tempo l articolo di Castellani pubblicato, che mette in luce con molta chiarezza le insidie, come la stessa Redazione evidenzia nel titolo, contenute nell argomento, che oggi mi sembra ancora più scottante di quanto non fosse allora. Parto da una premessa panikkariana per portare il mio punto di vista (e la responsabilità che ne deriva): ogni testo va inquadrato in un contesto, afferma Panikkar, e il contesto, da allora, è estremamente cambiato, forse si potrebbe dire stravolto. Se nei tempi in cui è stato scritto l articolo il fervore della ripresa post-bellica vedeva tanti imprenditori genuinamente impegnati nella ricostruzione economica, in nome non solo dell interesse personale ma, congiuntamente credo allora fosse ancora possibile del bene comune, e di conseguenza la ricchezza accumulata era solo una delle ricadute di un impegno e di una responsabilità assunte in prima persona, oggi questo mi sembra francamente impossibile. La situazione dell economia attuale costringe inevitabilmente chi voglia accumulare ricchezza a entrare nella rete della speculazione finanziaria e con ciò stesso, volente o nolente, a colludere con i poteri che riducono sempre più ogni cosa e ogni persona a merce. E credo che la mer - cificazione di ogni aspetto dell esistenza, e ancor più la mercificazione degli esseri umani, sia uno dei mali assoluti del nostro tempo. Ma non solo. Arricchirsi non può che coincidere con un più alto tenore di vita e questo equivale, necessariamente, a un aumento di livello di consumo. E questo significa, inevitabilmente, nuove ferite alla Madre T erra e pauperizzazione di qualcun altro. In questo campo il processo è defini - tivamente a somma zero. Non possiamo essere ingenui e pensare ancora che la torta possa crescere all infinito per essere condivisa tra tutti, l illusione è finita da un pezzo e la torta è sempre più spartita da sempre meno persone. Sono profondamente convinta che nel contesto attuale la sobrietà sia una delle virtù più preziose da coltivare, e non solo per una disciplina personale di distanziamento dal canto delle sirene del consumo, ma per il rispetto che dobbiamo alla Madre Terra e ai Popoli che la abitano, sempre più depredati dalla mercificazione imperante. Credo anche sia la premessa fondamentale per arginare e, per quanto possibile, iniziare a invertire la rotta rispetto alla monetizzazione dell esi - stenza in atto, che tende a svilire tutta l esistenza umana; credo fosse di un nativo americano la bellissima frase, ovviamente riferita al nostro modo di vivere, Sapete il prezzo di ogni cosa, ma non conoscete il valore di nessuna... Mi sembra che oggi, quindi, incarnare davvero l atteggiamento fondante non nobis sia diventato e diventi sempre più complesso, difficile ma anche appassionante, soprattutto quando la ricerca personale diventa ricerca di coppia, di famiglia, di tutta una comunità (come avviene per esempio nell organizzazione dei seminari a Morosolo). Porre il limite tra necessario e superfluo ci costringe a tornare continuamente sulla domanda utile a che cosa?, senza credere mai di avere una risposta definitiva, ma sempre riferendo il limite alla relazione nel presente. Nella nostra esperienza di coppia l essere gradualmente cresciuti in questa consapevolezza attraverso i decenni, mentre crescevano i nostri figli, ha significato tornare a interrogarci più volte sui valori che sentivamo fondanti per la nostra famiglia, e coinvolgere gradatamente anche i figli nella ricerca. S. B. MAGGIO

6 APPUNTI CRONACHE Iniziative straordinarie CRONACHE DI VITA SOCIALE: UN AGGIORNAMENTO SU ATTIVITÀ PARTICOLARMENTE INTERESSANTI PER I RAPPORTI LA CASA EDITRICE L attività di Edizioni di Maieutica, iniziata ufficialmente nel 2006 con la pubblicazione di Mario Luzi. La grande felicità del linguaggio e della fiaba di Luisa Usellini Guerra ai castelli in aria ha ricevuto nuovo impulso dal progetto legato ai settant anni dalla fondazione del Centro di Cultura Spirituale: tre sono i Quaderni speciali con scritti di Tullio Castellani già usciti e un quarto è previsto per l inizio del prossimo ottobre: conterrà un ciclo di tre le - zioni che Castellani tenne nel 1948 sull aspetto sociale della Ricerca spirituale e il tema di una gerarchia dei valori ne costituisce il nucleo centrale. La collana Scritti ad alta voce è ormai al suo sesto volume con Natura e bellezza in Asia, che prende il nome (e il contenuto!) dal corso del : Giuliano Boccali e Gian Carlo Calza hanno articolato un percorso attraverso i luoghi in cui la spiritualità orientale ha preso forma diversificandosi e si è innestata radicandosi. Una parte della ricerca è stata dedicata al IL PROVVEDITORATO LA CURA DEGLI SPAZI E DELLE PERSONE Da anni immemorabili l organo provvede alla manutenzione degli ambienti della sede nonché a piccoli interventi di ristrutturazione. Lunedì 19 aprile si è inaugurata una mostra che ha presentato, attraverso fotografie, disegni e scritti, alcune realizzazioni degli ultimi anni e i progetti di altre già in cantiere: un occasione per rendere visibile un attività così indispensabile da sembrare scontata e scomparire alla percezione di tutti coloro che ne fruiscono. L esposizione, allestita nello spazio riservato alle pubblicazioni, su richiesta dei soci ha prolungato la sua apertura per quasi un mese. I provveditori si sono resi disponibili per rispondere alle curiosità dei visitatori e ricevere segnalazioni per qualche intervento necessario. Giappone, una all India e un altra alla Cina. La bellezza incarnata nelle immagini delle pitture zen e delle miniature pahari (espressione della religiosità hindu), nelle parole poetiche dei testi sacri e mistici e in alcuni monumenti cinesi è sempre presente e si fa portatrice di messaggi che indicano una possibilità di comunicazione tra le due vie d intendere, occidentale e orientale. Aprono il volume due lezioni di Tullio Castellani del 1947: L orientamento della Ricerca spirituale nell Oriente e L orientamento della Ricerca spirituale nell Occidente, specialmente dal XVIII secolo. Per la stessa collana sono in lavorazione due libri che testimoniano dei lavori di ricerca sociale e di ricerca scientifica: il primo riprende la tradizione, che era di Maieutica, di pubblicare i testi delle prolusioni dei corsi e ne raccoglierà quindi alcune degli ultimi anni, fra cui Sentimenti e strutture della vita sociale e Politica e società. Un rapporto da rinnovare. Il secondo libro, riproponendo lavori sulla scienza impostati da Castellani stesso, ha l ambizione di stimolare la ripresa di un campo d indagine prezioso che, contrariamente a quanto si pensa, è connesso con la dimensione spirituale dell esistenza; completano la raccolta alcune recenti conferenze, sulla contemplazione del cosmo e sul gelo, con immagini suggestive. Anche nei prossimi volumi, a interventi più antichi, che testimoniano una lunga tradizione culturale, saranno accostate conversazioni e conferenze di oggi, che esprimono il dialogo con i bisogni e le trasformazioni del nostro tempo. D altra parte il progetto di Edizioni di Maieutica è stato sviluppato per diffondere il modo di fare cultura dell associazione e per questo è un tutt uno con le sue attività: i lavori dei gruppi, gli incontri e i rapporti che via via si stabiliscono con gli esponenti della cultura, il metodo di ricerca specifico di Centro Coscienza, quindi l im - pronta dialogica ed esperienziale nell avvicinare i vari linguaggi culturali. NUOVA EDUCAZIONE Nella primavera di due anni fa si sono riallacciati tra Centro Coscienza e Nuova Educazione i legami che nel tempo si erano un po allentati. Tutto è iniziato con un invito del Consiglio superiore di Coscienza al Consiglio direttivo di Nuova Educazione, da questo accolto prontamente: nell incontro si è creato un buon clima di dialogo ed è emerso l inte - resse verso lavori di formazione per genitori (del Consiglio direttivo facevano parte un buon numero di mamme e presidente era un papà) e insegnanti, su cui si è iniziato a fare qualche ipotesi. Nei mesi successivi il rapporto è proseguito con incontri e colloqui fra chi, da una parte e 6 MAGGIO 2010

7 tra Milano e Morosolo CHE COINVOLGONO, PER LA FORMAZIONE CHE METTONO IN CAMPO E PER I LORO POTENZIALI SVILUPPI FUTURI. dall altra, ha deciso di occuparsi fattivamente della cosa, per individuare gli ar - gomenti appropriati, le persone interessate, gli orari possibili. Così a novembre del 2008 è iniziato un corso nella sede di Nuova Educazione: tema Giusto rapporto nella vita sociale, orario mercoledì ore 14.30, ritmo quindicinale, durata dieci incontri, rivolto a genitori e insegnanti che avevano dei compiti nella scuola. I par - tecipanti sono stati una quindicina, con quasi esclusiva presenza femminile. A seguito di questo qualche mamma ha frequentato per la prima volta anche attività a Centro Coscienza. Parallelamente, nella nostra sede si sono svolte delle giornate seminariali di ricerca educativa, con cadenza mensile, a cui hanno partecipato la direttrice e alcune insegnanti di Nuova Educazione insieme a soci delle Sezioni; questo fra l altro ha permesso l avvio di rapporti fra la scuola di Milano e la Gioiosa di Bergamo. Altre insegnanti hanno frequentato il corso Il processo dell uomo nel suo tempo. Per l anno ci è stato chiesto di proseguire l attività a Nuova Educazione secondo le modalità già sperimentate, sul tema Rapporti, conflitti, creatività, con la novità che i primi sei incontri hanno mantenuto la valenza sociale, mentre i successivi quattro hanno affrontato l argomento sotto l aspetto del CULTURA E PRATICA DELL ASSISTERE: IL METODO VALIDATION Il gruppo Cultura e pratica dell assistere svolge dal marzo 2008 un lavoro terapeutico alla Casa di riposo di Morosolo, utilizzando il metodo V alidation per dialogare con gli anziani disorientati e stimolare in loro canali di espressione: le modalità, spesso, non hanno niente di logico, ma a chi le sa ascoltare rivelano bisogni profondi come l essere amati, il sentirsi utili e poter percepire il senso della propria esistenza. Le operatrici della Casa di riposo hanno finora partecipato a turno a questi gruppi, stupendosi ogni volta della qualità di comunicazione che gli anziani riuscivano a mettere in atto ed esprimendo il bisogno di essere formate in maniera più strutturata all utilizzo del metodo Validation. Il rapporto, in questa prospettiva, con la Direttrice è stato lungo e costellato di dettagliate relazioni, finché essa stessa si è occupata di richiedere i fondi della Comunità europea necessari a un lavoro di formazione ufficiale. Comincerà entro l estate un corso di sedici ore per presentare il Metodo e iniziarne l insegnamento: un primo importante passo nel percorso di formazione degli operatori e nel riconoscimento di nuove modalità di incontro con gli anziani. rapporto educativo, dei genitori con i figli, delle insegnanti con gli allievi. Il corso si è appena concluso e i partecipanti hanno chiesto di poter avere ancora qual - che incontro fra aprile e maggio, alcune mamme sperano di riuscire a coinvolgere i propri mariti. Le giornate di ricerca educativa si sono trasformate in seminari di un fine settimana a Morosolo, uno svoltosi recentemente, un altro programmato per metà maggio. Una novità anche sul versante dell autoeducazione: per venire incontro alle richieste di alcune mamme e insegnanti con difficoltà logistiche si sono costituiti due gruppi in giorni e orari tali da permettere loro la partecipazione. I SEMINARI Si è sperimentata quest anno una nuova modalità di lavoro: un corso di cui fa parte integrante un seminario breve a Morosolo. È avvenuto con Tecniche teatrali ed espressione di sé, laboratorio di comunicazione che si è svolto fra settembre e inizio novembre in nove incontri settimanali a Milano e un fine settimana a Morosolo. Dal 20 aprile, con le stesse modalità, è in corso la secon - da edizione, che si concluderà all inizio di luglio. È allo studio anche un lavoro di filosofia con analoga impostazione da realizzarsi tra giugno e luglio. In tema di seminari un innovazione interessante è stata quella dei pluritematici. Il primo esperimento è stato realizzato in ottobre dalle strutture del corso Induismo e Buddhismo e dei Gruppi di lavoro della Schola, unitamente a una neo-nata Scuola di cucina. Dal giovedì sera alla domenica pomeriggio si sono suddivisi i tempi in modo da prevedere sia attività in comune sia specifiche di ogni ricerca, alle quali erano comunque invitati eventuali interessati degli altri gruppi. I partecipanti sono stati più di trenta. L elemento più interessante di questa esperienza è stata la formazio- ne di gruppi eterogenei fi - losofico-territorial-culinari, sia per gestire tutti gli aspetti sociali del seminario, sia per l incontro con la natura. La partecipazione ai Gruppi di lavoro della Schola, poi, ha consentito a tutti un contatto più approfondito e consapevole con il territorio di Morosolo... oltre che la possibilità di realizzare un perfetto equilibrio tra mente e corpo! Il secondo seminario pluritematico si è svolto in febbraio con la partecipazione di altri due gruppi: ai precedenti si sono aggiunti la Scuola di Ambientazione, il Gruppo di ricerca educativa e i mariti e i bambini di alcune signore impegnate nelle varie ricerche. Complessivamente una sessantina fra adulti e bambini che, pur senza condividere completamente tutto il seminario (i papà e i bambini sono stati una presenza sensibile ma appartata), hanno potuto scambiare esperienze culturali e arricchirsi di rapporti nuovi. MAGGIO

8 APPUNTI segnalazioni Mostre in corso fino al 19 giugno 2010 Il mistico profano. Omaggio a Modigliani Gallarate, MAGA Museo d Arte di Gallarate 250 documenti originali ripercorrono la vita dell artista: fotografie, lettere, scritti autografi, insieme con molti dei suoi quadri e disegni dalle più grandi collezioni del mondo. Apertura: da martedì a domenica Telefono Luoghi I giardini di Castel Trauttmansdorff Merano, Via San Valentino Si estendono ai margini orientali della città di Merano su una superficie di 12 ettari e offrono una grande varietà di paesaggi presentando più di 80 ambienti botanici, suddivisi in 4 aree tematiche, con piante originarie di ogni angolo del mondo. Apertura: dal 1 aprile al 15 novembre , dal 15 maggio al 15 settembre Telefono APPUNTI MAIEUTICA Appunti di Maieutica periodico di Centro Coscienza. C.so di Porta Nuova 16, Milano. Autorizzazione Tribunale di Milano n. 59 del 8/2/2003. Direttore Responsabile: Cristina Strata. Stampato da Copylandmilano, P.zza Ferravilla 7, Milano. OTTAVA PAGINA contrappunticontrappunti Racconta Tonino Guerra che una volta, in riverente visita al pittore Giorgio Morandi, chiese in ricordo al Maestro alcuni vecchi pennelli in disuso. Morandi, in tono quasi di rimprovero, gli rispose che quei pennelli andavano seppelliti. Guerra rimase molto stupito e ammirato per la sensibilità del grande pittore. (...) La forza dell analogia ci rimanda dall aneddoto morandiano al Giappone del periodo di Edo, quando i pennelli per la scrittura o la pittura erano oggetto di un rito funebre (fude kuyo), nel contesto di una più ampia pratica di cerimonie degli addii dedicate a oggetti inanimati, usati nella vita quotidiana, lavorativa o religiosa. (...) Cerimonie di accompagnamento vengono svolte per tazze e utensili di ceramica (donabe), oggetti laccati come, ad esempio, pettini di pregio (nurikushi), (...) ma quello che ha conservato maggiore popolarità è probabilmente l hari kuyo o memoriale in onore degli aghi (hari) usati. Fino a qualche decennio fa l ago e il cucito erano elementi caratteristici delle abilità femminili, ma oggi gli aghi sono poco o per nulla usati, per cui i servizi di abbandono degli aghi usati che si svolgono in santuari shintoisti o in tempi buddhisti sono prevalentemente organizzati da ditte o gruppi professionali che usano il cucito lavorativamente. Non mancano poi cerimonie per gli aghi da siringa o per quelli impiegati in agopuntura o, infine, per gli ami da pesca. (...) Si recitano dei sutra e gli aghi, che hanno sofferto nella loro esistenza dovendo penetrare i tessuti o i tatami con una certa fatica, vengono ora infilzati, per una sorta di compensazione, in un morbido panetto o blocco di tofu o di konnyaku, davanti al quale si sosta in raccoglimento. I partecipanti, desiderosi di esprimere sentimenti di gratitudine, oltre a deporre gli aghi nel tofu e offrire incenso, eseguono anche canti ed eventuali danze, e recitano preghiere. Gli intervenuti pregano anche per il successo del collettivo di cui fanno parte e perché sia dato loro di migliorare nella propria abilità e lavorare senza danno, per cui il rito si dilata ad atto propiziatorio e di omaggio agli strumenti a cui è legata una determinata attività. Gli aghi vengono poi interrati o gettati in mare, al termine del rito o in un secondo momento. (...) La cura messa nella produzione degli oggetti (specie artigianali) e l interazione affettiva con chi li ha usati finiscono per conferire un anima anche agli oggetti materiali, per cui sarebbe in qualche modo sacrilego gettarli via senza alcun rispetto, dimenticando l unità di tutti i fenomeni della vita. Possiamo dire, pertanto, che tre sono i livelli implicati in queste cerimonie. Uno, materiale, che vuole evitare la dispersione disordinata di rifiuti nell ambiente; un secondo, psicologico, che consente di chiudere in armonia, riconoscenza e pace il rapporto con gli oggetti dismessi; un terzo, infine, spirituale, che consente una consapevole e ordinata restituzione alla vita cosmica della materia e dell energia concentrate negli oggetti che ci hanno accompagnato e servito. Consapevolezza, prudenza, ordine, rispetto, pagamento del debito di riconoscenza, sono tutte attitudini giapponesi che ritroviamo presenti in questo rituale, certamente marginale e in certo senso démodé, che esprime tuttavia un atteggiamento altamente spirituale. R. Venturini, in Dharma n.18, MAGGIO 2010

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