Istituto di Istruzione Superiore ITC Crescenzi - ITG Pacinotti - Bologna

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1 Istituto di Istruzione Superiore ITC Crescenzi - ITG Pacinotti - Bologna Classe 3^ Costruzione, Ambiente, Territorio Docente: Giuseppe Falivene APPUNTI DI GEOPEDOLOGIA A.S. 2012/13 NB: i seguenti appunti sono parte integrante delle lezioni frontali ARGOMENTI TRATTATI: Rischio idrogeologico In Italia il dissesto idrogeologico è diffuso in modo capillare e rappresenta un problema di notevole importanza. Tra i fattori naturali che predispongono il nostro territorio ai dissesti idrogeologici, rientra senza dubbio la sua conformazione geologica e geomorfologica, caratterizzata da un orografia giovane e da rilievi in via di sollevamento. Il rischio idrogeologico è fortemente condizionato anche dall azione dell uomo. La densità della popolazione, l abbandono dei terreni montani, l abusivismo edilizio, il continuo disboscamento, l uso di tecniche agricole poco rispettose dell ambiente e la mancata manutenzione dei versanti e dei corsi d acqua hanno sicuramente aggravato il dissesto e messo ulteriormente in evidenza la fragilità del territorio italiano. La frequenza di episodi di dissesto idrogeologico, che hanno spesso causato la perdita di vite umane e ingenti danni ai beni, ha imposto una politica di previsione e prevenzione non più incentrata sulla riparazione dei danni e sull erogazione di provvidenze com era in passato, ma imperniata sull individuazione delle condizioni di rischio e sull adozione di interventi per la sua riduzione. Provvedimenti normativi hanno imposto la perimetrazione delle aree a rischio, mentre un efficace sistema di allertamento e sorveglianza dei fenomeni ha consentito la messa a punto di una pianificazione di emergenza per coordinare in modo efficace la risposta delle istituzioni agli eventi idrogeologici. Allo stesso tempo, vengono svolti numerosi studi scientifici per l analisi dei fenomeni e la definizione delle condizioni di rischio. Il rischio idrogeologico è espresso da una formula che lega pericolosità, vulnerabilità e valore esposto: la pericolosità è la probabilità che un fenomeno di una determinata intensità si verifichi in un dato periodo di tempo ed in una data area; la vulnerabilità indica l attitudine di un determinata componente ambientale, come la densità della popolazione, gli edifici, i servizi, le infrastrutture, etc,.a sopportare gli effetti dell intensità di un dato evento. il valore esposto o esposizione indica l elemento che deve sopportare l evento e può essere espresso o dal numero di presenze umane o dal valore delle risorse naturali ed economiche presenti, esposte ad un determinato pericolo. Il rischio esprime quindi il numero atteso di perdite di vite umane, di feriti, di danni a proprietà, di distruzione di attività economiche o di risorse naturali, dovuti ad un particolare evento dannoso. Fenomeni idrogeologici In Italia il rischio idrogeologico è diffuso in modo capillare e si presenta in maniera differente a seconda dell assetto geomorfologico del territorio. Le manifestazioni più tipiche di fenomeni idrogeologici sono costituite dalle frane e dalle alluvioni, seguite da erosioni costiere, subsidenze e valanghe. Negli ultimi decenni numerosi episodi di siccità hanno determinato diffuse condizioni di emergenza idrica su alcune aree della nostro territorio. 1. Frane Le frane sono molto diffuse nel nostro Paese a causa delle condizioni orografiche e della conformazione geologica del territorio, giovane ed in via di sollevamento. Per frana si intende il movimento di una massa di roccia, terra o detrito lungo un versante. Le cause che predispongono e 1/11

2 determinano questi processi di destabilizzazione sono molteplici, complesse e spesso combinate tra loro. Oltre alla quantità d acqua, oppure di neve caduta, anche il disboscamento e gli incendi sono causa di frane: nei pendii boscati, infatti, le radici degli alberi consolidano il terreno e assorbono l acqua in eccesso. I territori alpini ed appenninici del Paese, ma anche quelli costieri, sono generalmente esposti a rischio di movimenti franosi, a causa della natura delle rocce e della pendenza, che possono conferire al versante una certa instabilità. Inoltre, le caratteristiche climatiche e la distribuzione annuale delle precipitazioni contribuiscono ad aumentare la vulnerabilità del territorio. Anche l azione dell uomo sul territorio può provocare eventi franosi. L intensa trasformazione dei territori operata dalle attività umane spesso senza criterio e rispetto dell ambiente (costruzione di edifici o strade ai piedi di un pendio o a mezza costa, di piste da sci, ecc.) può causare un cedimento del terreno. La pericolosità Le frane presentano condizioni di pericolosità diverse a seconda della massa e della velocità del corpo di frana: esistono, infatti, dissesti franosi a bassa pericolosità poiché sono caratterizzati da una massa ridotta e da velocità costante e ridotta su lunghi periodi; altri dissesti, invece, presentano una pericolosità più alta poiché aumentano repentinamente di velocità e sono caratterizzati da una massa cospicua. Ai fini della prevenzione, un problema di non semplice risoluzione è quello di definire i precursori e le soglie, intese sia come quantità di pioggia in grado di innescare il movimento franoso che come spostamenti/deformazioni del terreno, superati i quali si potrebbe avere il collasso delle masse instabili. Per un efficace difesa dalle frane possono essere realizzati interventi non strutturali, quali norme di salvaguardia sulle aree a rischio, sistemi di monitoraggio e piani di emergenza e interventi strutturali, come muri di sostegno, ancoraggi, micropali, iniezioni di cemento, reti paramassi, strati di spritz-beton, etc.. Tipi di frane Le frane si differenziano tra loro a seconda dei fattori di volta in volta considerati: tipo e cause del movimento; durata e ripetitività del movimento; tipo e proprietà meccaniche del materiale interessato; caratteristiche e preesistenza o meno della superficie di distacco o di scorrimento. Frane di crollo Sono frane molto diffuse. Il termine si riferisce ad una massa di terreno o di roccia che si stacca da un versante molto acclive o aggettante e che si muove per caduta libera con rotolamenti e/o rimbalzi. Hanno origine quindi da pareti verticali o fortemente inclinate e sono collegate alla presenza di fratture nella roccia compatta e all'erosione della base del pendio. Nelle frane di crollo si ha la caduta libera dei frammenti che si staccano dalla roccia madre. Tipico delle frane di crollo è il movimento estremamente rapido. Scorrimenti Sono movimenti del terreno caratterizzati da deformazione di taglio e spostamento lungo una o più superfici di rottura localizzate a diversa profondità nel terreno. La massa dislocata si muove lungo questa superficie che rappresenta quindi il limite tra la zona che è instabile e quella che invece è stabile. A seconda della morfologia della superficie di separazione, si possono distinguere due tipi di scorrimenti: rotazionali (superficie curva) o traslazionali (superficie piana o leggermente ondulata). Le frane di scivolamento si verificano quando interi strati rocciosi cadono scivolando lungo un pendio costituito da rocce 2/11

3 compatte. Lo scivolamento è spesso favorito dall'esistenza, al di sopra del piano di scivolamento, di strati di argilla imbevuti d'acqua. Colamenti In questo caso si ha una deformazione continua nello spazio di materiali lapidei e sciolti; il movimento, cioè, non avviene sulla superficie di separazione fra massa in frana e materiale in posto, ma è distribuito in modo continuo anche nel corpo di frana. I colamenti coinvolgono sia materiali rocciosi o detritici, che sciolti, ed in questo caso l aspetto del corpo di frana è chiaramente quello di un materiale che si è mosso come un fluido. Questi ultimi tipi di colamenti sono molto rapidi; si parla, infatti, anche di colate rapide di fango, come ad esempio nel caso della tragedia di Sarno del 1998, durante la quale si è avuta la morte di 160 persone. Le frane di colamento sono originate da piogge intense e si presentano come movimenti rapidi lungo canaloni di materiali costituiti da un miscuglio di fango, roccia e acqua. Gli indizi che denunciano la possibilità di una frana sono fratture più o meno evidenti nel suolo, rigonfiamenti del terreno, scomparsa o comparsa di sorgenti, spostamenti o inclinazione di alberi o pali, caduta di sassi. Quando questi segni suggeriscono l'approssimarsi del pericolo si ricorre a sistemi di controllo dei versanti a rischio: per esempio, vengono poste ortogonalmente alle fratture spie in gesso o in vetro, in modo che si spezzino al minimo movimento, oppure sui versanti da controllare vengono sistemati gli inclinometri, strumenti in grado di monitorare i movimenti di dilatazione e compressione in atto. Prevenzione e controllo Le frane possono provocare danni ingenti alle cose e alle persone. La prevenzione e il consolidamento delle frane sono gli interventi di difesa più frequenti operati dall'uomo sul territorio. Evitare costruzioni. Gli interventi di prevenzione sono come sempre i migliori. L'uso scorretto del territorio può trasformare un terreno normale in un terreno franoso. Una volta individuati i terreni poco stabili, una efficace misura preventiva consiste nell'evitare la costruzione di manufatti su questi terreni. Evitare sbancamenti. Opere edilizie che sovraccaricano i versanti possono provocare frane. Identiche conseguenze si hanno con sbancamenti che aumentano eccessivamente la pendenza dei versanti. Circolazione delle acque. Altri interventi di prevenzione riguardano la circolazione delle acque superficiali e sotterranee. Bisogna impedire che le acque di ruscellamento raggiungano il terreno instabile. Le acque di ruscellamento vanno allontanate dalle zone a rischio mediante fossi di scolo. L'acqua che si infiltra, infatti, appesantisce il terreno, che frana con maggiore facilità. La prevenzione delle frane si attua anche favorendo lo sviluppo della copertura vegetale ed estraendo acqua dal terreno mediante pozzi. Si possono costruire opere di contenimento, come muri di sostegno e gabbionate, o appesantire con materiale inerte il piede della frana per stabilizzarla. 2. Alluvioni Il territorio italiano è interessato con frequenza sempre maggiore da alluvioni che si verificano anche quando le 3/11

4 precipitazioni non sono eccezionali. Le alluvioni sono tra le manifestazioni più tipiche del dissesto idrogeologico e si verificano quando le acque di un fiume non vengono contenute dalle sponde e si riversano nella zona circostante arrecando danni a edifici, insediamenti industriali, vie di comunicazione, zone agricole. Le alluvioni più importanti che hanno interessato l Italia e che hanno comportato un pesante bilancio sia in termini di perdita di vite umane che di danni, sono state quelle del Po nel Polesine (1951), dell Arno (1966) e del Po nel Nord Italia (1994 e 2000). Tuttavia in Italia sono frequenti alluvioni che si verificano in bacini idrografici di piccole dimensioni a causa di precipitazioni intense e localizzate che sono difficili da prevedere. Tali bacini, presenti soprattutto in Liguria e Calabria, sono caratterizzati da tempi di sviluppo delle piene dell ordine di qualche ora che determinano alluvioni di elevata pericolosità che spesso provocano vittime, danni all ambiente e possono compromettere gravemente lo sviluppo economico delle aree colpite. Le alluvioni sono fenomeni naturali, tuttavia tra le cause dell aumento della frequenza delle alluvioni ci sono senza dubbio l elevata antropizzazione e la diffusa impermeabilizzazione del territorio, che impedendo l infiltrazione della pioggia nel terreno aumentano i quantitativi e le velocità dell acqua che defluisce verso i fiumi. La mancata pulizia di questi ultimi e la presenza di detriti o di vegetazione che rendono meno agevole l ordinario deflusso dell acqua sono un altra causa importante. È possibile ridurre i rischi di conseguenze negative derivanti dalle alluvioni sia attraverso interventi strutturali quali argini, invasi di ritenuta, canali scolmatori, drizzagni, sia attraverso interventi non strutturali, come quelli per la gestione del territorio o la gestione delle emergenze: in quest'ultimo caso, sono fondamentali la predisposizione del sistema di allertamento, la stesura dei piani di emergenza, la realizzazione di un efficiente sistema di coordinamento delle attività previste nei piani stessi. In particolare un efficiente sistema di allertamento basato su modelli di previsione collegati ad una rete di monitoraggio è fondamentale per allertare gli organi istituzionali presenti sul territorio con il maggior anticipo possibile e ridurre l esposizione delle persone agli eventi nonché limitare i danni al territorio attraverso l attuazione di misure di prevenzione in tempo reale. Tra queste si ricordano le attività del presidio territoriale idraulico e la regolazione dei deflussi degli invasi presenti nel bacino per laminare la piena. 3. Valanghe Le valanghe avvengono quando una massa di neve scivola rapidamente da un pendio verso valle. Durante il percorso la valanga cresce di volume. Le valanghe sono un evento critico dovuto all improvvisa perdita di stabilità della neve presente su di un pendio e al successivo scivolamento verso valle della porzione di manto nevoso interessata dalla frattura. Il distacco può essere di tipo spontaneo o provocato. Nel primo caso, fattori quali il peso della neve fresca o il rialzo termico possono determinare il verificarsi della valanga. Il distacco provocato, invece, può essere di due tipi: accidentale, come accade a chi si trova a piedi o con gli sci su di un pendio di neve fresca e provoca involontariamente con il proprio peso una valanga; oppure programmato, come accade nei comprensori sciistici quando, con l ausilio di esplosivi, si bonificano i pendii pericolosi. Il pericolo delle valanghe è fortemente legato alla presenza turistica in montagna e quindi della maggiore esposizione sia delle persone che degli edifici e delle infrastrutture al rischio. Tipi di valanghe Classificare le valanghe non è semplice a causa delle notevoli variabili che entrano in gioco: tipo di distacco, tipo di neve, posizione del piano di scorrimento, etc. Si ha una valanga di superficie quando la rottura avviene all interno del manto nevoso, mentre si parla di valanga di fondo quando questa avviene a livello del terreno. Le valanghe inoltre possono essere radenti, cioè a contatto con la superficie, o nubiformi: queste ultime sono dette anche polverose e possono essere costituite da neve asciutta. 4/11

5 Cause Le valanghe possono essere sia spontanee che innescate. Le cause sono diverse, ma in ogni caso riferibili alla diminuzione della coesione della massa nevosa, che ne determina il distacco. Incidono sul distacco la lunga permanenza di uno strato di neve in superficie, il riscaldamento primaverile e l azione di piogge di una certa consistenza. Prevedere la caduta di una valanga non è un compito semplice, in quanto spesso la loro caduta non è preceduta da alcun precursore. Tuttavia si conoscono con una certa precisione quali sono le aree a rischio di valanghe e vengono segnalate situazioni di pericolo mediante i cosiddetti bollettini delle valanghe. Prevenzione La prevenzione nel caso di rischio valanghe consiste innanzitutto nel conoscere quali sono le aree dove i fenomeni si verificano. Le valanghe, infatti, si hanno quasi sempre negli stessi luoghi: aree di alta montagna con terreni rocciosi nudi, tra i e i metri prive per lo più di copertura vegetale. E importante evitare le aree a rischio nei periodi in cui si prevedono i distacchi, frequenti all inizio della primavera quando l innalzamento delle temperature può essere tale da provocare lo scioglimento repentino delle masse nevose. 4. Erosioni costiere e mareggiate In un paese costiero e al tempo stesso industrializzato come il nostro il problema dell erosione costiera è molto diffuso. Negli ultimi decenni, a causa dei prelievi indiscriminati di ghiaia e di sabbia lungo l alveo di molti fiumi italiani, è diminuito l apporto del trasporto solido fluviale recapitato alle spiagge. Per questo motivo in numerosi litorali la linea di costa è vistosamente arretrata e sempre più a ridosso di infrastrutture viarie, edifici, insediamenti industriali, minacciandone la sicurezza e costringendo talvolta la popolazione ad evacuare l area. Il problema è aggravato anche dalle mareggiate che con frequenza variabile si abbattono sulle coste e modificano, in modo anche sostanziale, la morfologia della linea di costa. Per contrastare il fenomeno dell'erosione costiera sono state costruite numerose opere di difesa, sia trasversali alla riva (pennelli), longitudinali (frangiflutti), che radenti (muri di sponda, paratie, etc.). Nei casi in cui l arretramento sia stato talmente cospicuo da erodere gran parte della spiaggia sono stati attuati interventi più drastici, quali ad esempio il ripascimento artificiale, che consiste nell alimentare una spiaggia con materiale di riporto estratto da cave di prestito. 5. Subsidenze e sprofondamenti La subsidenza consiste in un lento processo di abbassamento del suolo causato da fattori geologici ma aggravato anche dall'azione dell'uomo. Questo fenomeno, che può coinvolgere territori di estensione variabile, è generalmente causato da fattori geologici, ma negli ultimi decenni è stato localmente aggravato dall azione dell uomo e ha raggiunto dimensioni superiori a quelle di origine naturale. Le subsidenze. Prodotte o aggravate da azioni antropiche possono essere causate da prelievo di acque dal sottosuolo, estrazione di gas o petrolio, carico di grandi manufatti, estrazione di solidi, etc: in questo caso i valori totali possono essere anche di qualche metro. La subsidenza naturale è causata da diversi fattori: movimenti tettonici, raffreddamento di magmi all interno della crosta terrestre, costipamento di sedimenti, etc.; i movimenti verticali di tipo naturale possono raggiungere valori di qualche millimetro l anno. I sinkholes. Un problema solo per alcuni versi affine a quello della subsidenza, ma che ha, al contrario del primo, importanti ricadute di protezione civile, è quello degli sprofondamenti rapidi (sinkholes). Questi fenomeni sono dovuti sia a cavità naturali presenti nel sottosuolo che a cavità realizzate dall uomo fin dall antichità (cave in sotterraneo, ambienti di vario uso, depositi, acquedotti, fognature, drenaggi ecc). In Italia. Nel nostro Paese fenomeni di lenta 5/11

6 subsidenza si sono verificati lungo la fascia costiera adriatica da Rimini a Venezia, specialmente nei pressi del Delta del Po, ma anche nei dintorni di agglomerati urbani come Milano, Bologna e Modena: in queste zone soprattutto per l estrazione di acqua dal sottosuolo. Casi più recenti sono stati segnalati in Puglia, nella piana di Sibari e nella pianura Pontina. In Italia i fenomeni di dissesto provocati da cavità sotterranee sono frequenti e hanno determinato spesso ingenti danni materiali e, in molti casi, anche la perdita di vite umane. La prevenzione. Il rischio legato alle cavità sotterranee è particolarmente diffuso nelle aree urbane dove l azione dell uomo ha portato alla creazione di vuoti nel sottosuolo per la maggior parte dei quali si è persa la consapevolezza dell esistenza, a causa soprattutto della incontrollata crescita urbanistica degli ultimi decenni. I provvedimenti da attuare a fini preventivi consistono essenzialmente in una corretta gestione delle risorse idriche, evitando di ricorrere in modo eccessivo al prelievo dalle falde, e in una rigorosa pianificazione delle attività estrattive. 6. Crisi idriche Negli ultimi anni sono stati registrati periodi di scarse precipitazioni che hanno determinato situazioni di emergenza idrica in gran parte del territorio nazionale. Negli ultimi decenni, si è venuta a delineare in Italia una situazione meteo-climatica caratterizzata da una generalizzata diminuzione delle precipitazioni. In particolare, negli ultimi anni sono stati registrati prolungati periodi di scarse precipitazioni che hanno determinato situazioni di emergenza idrica in gran parte del territorio nazionale aggravando situazioni già precedentemente in stato di crisi. Tra i fattori che contribuiscono al determinarsi delle crisi idriche va ricordata l inadeguatezza della rete acquedottistica che in Italia presenta una perdita dell acqua addotta pari al 27%, con punte anche del 40%. Emergenze. Le emergenze idriche più gravi degli ultimi anni si sono verificate nell estate del 2002 (soprattutto al centro sud) e nelle estati del 2003 e del 2006 (in particolare nelle regioni settentrionali). La carenza idrica ha determinato forti limitazioni non solo nel settore civile ma anche in quello agricolo e industriale. Il Dipartimento della Protezione Civile è intervenuto, d intesa con i Ministeri competenti e con le Regioni interessate, con la dichiarazione dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri e attraverso ordinanze che hanno conferito ai Presidenti delle Regioni, nominati Commissari Straordinari, i poteri e gli strumenti necessari per fronteggiare l emergenza nel settore dell approvvigionamento idrico e del servizio idrico integrato. Durante la crisi idrica dell estate 2003, che ha interessato tutto il bacino del Po, per prevenire il determinarsi di ulteriori situazioni emergenziali, il Dipartimento della Protezione Civile si è fatto promotore di un intesa stipulata con l Autorità di bacino, le Regioni Valle D Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, l Aipo - Agenzia Interregionale per il fiume Po, il Grtn - Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale, i Consorzi regolatori dei laghi, l Anbi - Associazione Nazionale Bonifiche, Irrigazione e Miglioramenti Fondiari, e le società di produzione di energia elettrica presenti nel bacino. Prevenzione. Per evitare l acuirsi di crisi idriche è opportuno mettere in atto una serie di provvedimenti, anche individuali, per poter preservare e gestire nel modo più opportuno il patrimonio idrico nazionale: gestire in maniera oculata e razionale le falde acquifere, ridurre i consumi, realizzare interventi di riparazione o di rifacimento delle condotte, impiegare reti di adduzione e distribuzione duali che consentono l utilizzo di acqua pregiata per fini potabili e di acqua depurata per alcuni usi compatibili. Attività di previsione e prevenzione Le attività di previsione e prevenzione si basano su un collegamento sempre più stretto tra protezione civile e il mondo della ricerca scientifica, con nuovi sistemi tecnologici di raccolta ed elaborazione delle informazioni, centri di elaborazione dei dati in grado di segnalare con il massimo anticipo possibile le probabilità che si verifichino eventi catastrofici, l elaborazione di sofisticate ed 6/11

7 efficienti cartografie di rischio, la promozione di strumenti normativi e tecnici per la prevenzione e mitigazione dei danni. Nel rischio idrogeologico le attività di previsione consentono di poter comprendere quali sono i fenomeni attesi, in particolar modo gli eventi meteorologici estremi. Per raggiungere questo obiettivo vengono utilizzati in maniera coordinata strumenti e tecniche sofisticate: la meteorologia applicata, le immagini satellitari, i radar meteorologici, i modelli idraulici, etc. La prevenzione consiste nelle attività volte ad evitare o ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti a un alluvione, una frana etc. Le attività di prevenzione sono quindi volte ad adottare provvedimenti finalizzati all eliminazione o attenuazione degli effetti al suolo previsti. Gli interventi di tipo preventivo possono essere strutturali o non strutturali. I primi consistono in opere di sistemazione attiva o passiva, che mirano a ridurre la pericolosità dell evento, abbassando la probabilità di accadimento oppure attenuandone l impatto. Esempi di interventi strutturali sono gli argini, le vasche di laminazione, le sistemazioni idraulico-forestali, il consolidamento dei versanti, etc. Gli interventi non strutturali consistono in quelle azioni finalizzate alla riduzione del danno attraverso l introduzione di vincoli che impediscano o limitino l espansione urbanistica in aree a rischio, la pianificazione di emergenza, la realizzazione di sistemi di allertamento e di reti di monitoraggio. Gli strumenti previsionali e le reti di monitoraggio consentono di mettere in atto un sistema di allertamento e sorveglianza in grado di attivare per tempo la macchina di protezione civile nel caso di eventi previsti o in atto la cui intensità stimata o misurata superi delle soglie di criticità prefissate. Il superamento di tali soglie porterà alla realizzazione delle attività previste nella pianificazione di emergenza e in particolare di quelle per la tutela dell incolumità delle persone. Sul territorio italiano è attivo un sistema di centri per la raccolta, il monitoraggio e la condivisione dei dati meteorologici, idrogeologi e idraulici. La rete di questi centri costituisce il Sistema nazionale di allertamento. La gestione del sistema di allerta nazionale è assicurata dal Dipartimento della Protezione Civile e dalla Regioni attraverso la rete dei Centri Funzionali, delle strutture regionali e dei Centri di Competenza. Ogni Regione stabilisce le procedure e le modalità di allertamento del proprio sistema di protezione civile ai diversi livelli, regionale, provinciale e comunale. Analisi e raccomandazione sull erosione dei suoli ESTRATTO DALLA RELAZIONE FINALE DEL GRUPPO (dal sito dell APAT) Sulla base dei compiti specificatamente assegnati al TWG (Gruppi Tecnici di Lavoro per l elaborazione di raccomandazioni sulle diverse tematiche/minacce individuate) sull Erosione dei suoli nel mandato della Commissione Europea, sono stati costituiti cinque sottogruppi tematici (task groups) che hanno elaborato, nel bozza di rapporto finale, le seguenti conclusioni. Sui fattori responsabili dell erosione: a. - L erosione è un processo naturale dell evoluzione del paesaggio e in quanto tale ritenuto essenziale nel nostro sistema ambientale dinamico. b. - Le sorgenti d inquinamento puntuali e diffuse creano un erosione non naturale che danneggia seriamente l ambiente. c. - L erosione è parte della storia geomorfologica dell Europa. d. - L erosione da cause non naturali è presente in tutta Europa. e. - Il cambiamento climatico comporta un adattamento del suolo alla nuova situazione climatica che si manifesta spesso attraverso l erosione. Occorre prevenire ed evitare gli impatti associati agli incendi, inondazioni, siccità e temporali che causano il decadimento e l erosione del suolo. f. - L agricoltura è uno dei maggiori attori nel processo di erosione del suolo a causa delle moderne pratiche agricole. 7/11

8 g. - L abbandono dei terreni agricoli dovrebbe ridurre le cause di stress del suolo anche se l abbandono in zone montuose o marginali ha spesso interrotto le pratiche tradizionali di gestione dei versanti e delle risorse idriche, aggravando i processi erosivi. h. - Anche la silvicoltura è una delle maggiori cause di erosione del suolo quando comporta cambiamenti strutturali delle foreste. i. - L urbanizzazione delle aree agricole causando il livellamento, l impermeabilizzazione e l occupazione del terreno con discariche, aggrava il fenomeno erosivo e sposta l agricoltura verso le aree marginali dei bacini idrici. I corsi d acqua, le aree alluvionali e le zone costiere sono severamente compromessi da una pianificazione territoriale inadeguata. j. - Anche gli interventi sul territorio per favorire il turismo in aree di montagna o costiere, causano erosione laddove comportano compattazione, arricchimento eccessivo di nutrienti, impermeabilizzazione e scavi. k. - L informazione sull impatto delle politiche ambientali sull erosione è lacunosa e quindi da migliorare. È anche necessario sviluppare una metodologia per analizzare l impatto, a varie scale spaziali, delle politiche ambientali. Sulla natura ed estensione dell erosione del suolo in Europa: a. - L entità del fenomeno in Europa dipende da clima, topografia, idrogeologia, caratteristiche e uso del suolo. b. - L European Soil Database consente di identificare le aree a maggior rischio di erosione ed esaminare i processi che ne sono responsabili. c. - Gli studi su 10 Paesi europei hanno portato a concludere che: 1) le regioni mediterranee sono soggette ad erosione per via dell alternanza di lunghi periodi di siccità con periodi di intense piogge su versanti ripidi e suoli fragili;. omissis 3) le perdite di suolo >1 ton/ha/anno sono da considerarsi irreversibili, per via del lento tasso di formazione di suolo; sono frequenti perdite fino a ton/ha/anno per forti eventi piovosi che si verificano ogni 2-3- anni; eventi piovosi estremi possono causare perdite di oltre 100 ton/ha/anno di suolo; l erosione eolica registrata nel SE dell Inghilterra ha raggiunto 21 ton/ha/anno nell arco di oltre 30 anni. d. - L erosione dovuta all acqua e al vento è causa irreversibile di degrado del suolo superficiale in molte zone d Europa. In alcune aree mediterranee i suoli sono stati completamente erosi. e. - Il ruscellamento superficiale è una delle cause più importanti di erosione. È importante quindi adottare misure che ne riducano la portata. f. - Il fenomeno tipico che rivela l erosione sono i solchi di erosione che possono interessare anche terreni pianeggianti. g. - L erosione dovuta a piccoli eventi conduce ad un graduale accumulo di particelle sottili di suolo in cavità del terreno, che poi viene rimosso in modo massiccio nel corso di temporali. h. - Il trasporto di suolo, e degli inquinanti ad esso spesso associati, sono generalmente ignorati da chi utilizza il suolo stesso. i. - Vi sono molte forme di erosione che i coltivatori possono evitare attraverso un uso più responsabile del suolo. j. - Il clima sta costantemente aggravando l erosione: nel milioni di ettari (10% del territorio europeo) sono stati degradati dall erosione. k. - Lo sviluppo di sistemi di facile utilizzo per la caratterizzazione del suolo e per la valutazione del rischio di erosione, unitamente alla considerazione delle vocazioni del suolo, sono elementi essenziali per la prevenzione del fenomeno erosivo. Sull impatto dell erosione del suolo: Quando si analizzano gli effetti dell erosione è opportuno distinguere tra impatto diretto (on-site) che comporta un impoverimento delle proprietà del suolo eroso ed impatto indiretto (off-site) che 8/11

9 comporta invece un impoverimento qualitativo delle zone limitrofe a quelle soggette ad erosione, nonché dell aria e dell acqua. a. - Per la misura della qualità del suolo e dell impatto dell erosione, si ritiene necessario lo sviluppo di programmi di indagine e monitoraggio del suolo per raccogliere dati sulle variabili chimiche, fisiche, e biologiche che consentano di stimare indirettamente la qualità del suolo e implementare un sistema europeo di indicatori di erosione. b. - La perdita per erosione dello strato superiore fertile del suolo danneggia i raccolti e riduce la produttività del terreno, riduce la capacità di filtraggio dei contaminanti e favorisce il decremento della biodiversità. c. - Gli impatti on-site sono generalmente stimati in termini economici in base alla perdita di produttività delle colture. Con l introduzione del concetto di qualità, deve essere prestata maggiore attenzione alla valutazione dell impatto dell erosione del suolo sulla sua capacità di mantenere le sue funzioni ecologiche e di supporto alle attività umane. d. - L impatto off-site dell erosione è correlato ai processi di trasporto e sedimentazione di particelle di suolo verso valle, ad impoverimento della qualità dell acqua dovuto a contaminazione diffusa ed eutrofizzazione, e infine a cambiamenti nella qualità dell aria. Gli impatti off-site possono essere più severi, anche in termini economici, di quelli on-site. e. - La severità degli impatti diretti e indiretti dell erosione è indicativo del livello di uso sostenibile delle risorse del suolo e dell efficacia delle misure di difesa del suolo. f. - La difficoltà di applicare molti criteri e indicatori dell erosione dipende dalla difficoltà che essi hanno ad essere monitorati in modo intensivo su aree di ampia estensione. L impatto sulla sostenibilità della risorsa suolo può essere valutato monitorando, con un metodo standardizzato, i cambiamenti indotti dall impatto stesso. g. - Per stimare la sostenibilità dell uso della risorsa, si suggerisce di adottare il concetto di perdita tollerabile di suolo per erosione. Questo indicatore, che rappresenta un obiettivo, consente di valutare le risposte agli interventi e di concentrare le risorse sulle aree e sugli usi del territorio a rischio. h. - È necessario valutare l impatto economico dell erosione del suolo a livello europeo raccogliendo i dati ottenuti da studi a livello locale o regionale. Le misure per combattere l erosione raccomandate dal task group sono: 1. Misure di prevenzione e attenuazione Per l agricoltura: - Pratiche agricole a) pianificazione dell uso del suolo: identificazione di terreni agricoli idonei, in termini di uso e vocazione del suolo e gestione di terreni agricoli abbandonati, per evitare ulteriore degrado; b) pratiche di gestione del suolo: miglioramento delle proprietà del suolo che contribuiscono a ridurre l erosione; c) elementi del paesaggio: conservazione e mantenimento dei margini dei campi coperti da vegetazione e delle strutture di conservazione del suolo e dell acqua. - Ingegneria rurale a supporto di pratiche agricole: progettazione di forma, grandezza e direzione dei campi agricoli e di misure per controllare il ruscellamento. Per l allevamento del bestiame e al gestione dei pascoli: definizione dei tipi di animali e dei carichi (animali/ettaro) che possono usufruire dei pascoli, soprattutto nelle aree vulnerabili; definizione delle stagioni adatte al pascolo e della durata; gestione integrata per l uso delle aree bruciate e di pascoli pubblici. Per la selvicoltura: - criteri di rimboschimento/gestione delle foreste: minimizzare l impatto delle tecniche di rimboschimento sul suolo; interventi di selvicoltura per migliorare la qualità delle piantagioni anche ai fini di prevenire i fenomeni erosivi. 9/11

10 - prevenzione degli incendi e gestione delle situazioni post-incendio: organizzazione di programmi indirizzati a modificare le abitudini della popolazione rurale nell utilizzo degli incendi in zone esposte all erosione. Per gli altri settori: misure per la prevenzione e l attenuazione dell erosione nella progettazione di strutture di trasporto ed edilizie. 2. Misure di recupero e risanamento: dovrebbero essere ecologicamente compatibili, finalizzate a valorizzare ed incrementare la risorsa on-site, prevedendo il recupero di suoli degradati integrandoli con rifiuti organici, prestando attenzione ai metalli pesanti, ad altre sostanze pericolose e ai batteri potenzialmente patogeni. Lo stesso task group ha suggerito le seguenti scelte politiche per la prevenzione e il recupero del suolo: 1. Nonostante l erosione sia un problema comune a tutta l Europa, si deve operare una distinzione tra zone caratterizzate da climi e formazioni geologiche diverse. In generale nel Nord Europa sono maggiormente diffusi problemi di impatto off-site dell erosione, causa di eutrofizzazione dei corsi d acqua, mentre i paesi del Mediterraneo hanno soprattutto problemi di desertificazione. Le risposte devono pertanto soddisfare le diverse esigenze nazionali. 2. C è una vistosa lacuna nella legislazione europea e nazionale per la difesa del suolo. 3. Si raccomanda che gli Stati Membri individuino il suolo come una risorsa da proteggere nell ambito degli schemi agroambientali e dei Codici di Buone Pratiche Agricole. 4. Le seguenti Direttive, Regolamenti ed accordi europei hanno effetti sulla lotta all erosione: la Direttiva Quadro sulle Acque, le riforme della Politica Agricola Comunitaria (CAP), il Protocollo di Kyoto. 5. Gli Stati Membri dovrebbero porre maggiore attenzione alle Direttive esistenti prima di esplorare nuove politiche. Al fine di rendere queste normative più efficaci, la Commissione dovrebbe favorire un attività di promozione ambientale, di trasferimento di tecnologie, di modernizzazione delle strutture, di programmi di formazione e iniziative di ricerca e sviluppo. - Infine occorre: 1. accrescere la consapevolezza delle problematiche legate all erosione e suggerire attività che ne riducano il rischio 2. incoraggiare misure che incrementino la capacità del suolo di trattenere l acqua in zone soggette ad alluvione 3. proporre agevolazioni fiscali agli agricoltori che utilizzano sistemi di produzione sostenibili 4. sviluppare un servizio di conservazione del suolo da parte degli Stati Membri per assicurare che le politiche di difesa del suolo siano implementate 5. indagare sui benefici di una Gestione Agricola Integrata come sistema di difesa del suolo. Il task group per il collegamento con i TWG sulle Sostanze Organiche e Contaminazione e per le minacce secondarie conclude: a. La salinizzazione è un fenomeno che accade naturalmente o a causa di pratiche di irrigazione che permettono la mobilizzazione di sali all interno del suolo. Le cause maggiori stanno nella crescente domanda di acqua irrigua,, nell eccessivo sfruttamento delle acque sotterrane e nell intrusione di acqua marina nelle falde acquifere costiere. Il fenomeno della salinizzazione può inoltre peggiorare in seguito ai cambiamenti climatici. La salinizzazione inoltre va ad incidere sulle caratteristiche strutturali e idrauliche del suolo portando conseguentemente anche a fenomeni erosivi a. La compattazione è un problema crescente nella moderna agricoltura a causa del peso sempre maggiore delle attrezzature agricole e della concentrazione eccessiva di bestiame. La compattazione danneggia il suolo riducendone gli spazi vuoti e la porosità. Questo porta a ridurre le quantità di raccolto e può incrementare il ruscellamento e l erosione. La compattazione diventa tanto più persistente quanto più profondamente penetra. 10/11

11 Il task group raccomanda: - di adottare misure per prevenire la compattazione piuttosto che per il rimedio; omissis b. Le alluvioni sono un fenomeno che dipende dalla geologia, geomorfologia, rilievo, tipo di suolo e stato della vegetazione, danneggiando lo strato superiore e fertile del suolo e trasportando i sedimenti in altre zone del territorio; costituisce un grave problema economico ed ambientale. Il task group raccomanda: - L adozione di schemi di pianificazione territoriale nei bacini che prevengano il ruscellamento rapido sia in aree rurali che urbane e determinino restrizioni di uso nelle aree esondabili. - È necessario uno sforzo transnazionale per recuperare le zone di inondazione naturale per un attenuazione del fenomeno e per trarne benefici ecologici. omissis c. La diminuzione di materia organica può essere dovuta sia a fenomeni erosivi, che rimuovono lo strato superiore del suolo, sia a processi di compattazione che ne degradano la struttura. Il declino di materia organica può, a sua volta, favorire l erosione. Il task group raccomanda: - sia l introduzione di pratiche di conservazione e di gestione agricola sostenibile, sia un aumento della sostanza organica attraverso l utilizzo di materia organica esogena che rafforzi le proprietà fisiche del suolo. 11/11

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