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1 Il counseling breve in azione Appunti

2 . Le otto caratteristiche del Counseling breve 1. E basato sulla relazione 2. Tempi brevi 3. E centrato sulla soluzione 4. Azione 5. Interazionbe sociale 6. Orientato ai dettagli 7. Umorismo divertimento 8. Attenzione alla fase di sviluppo e ai bisogni della persona

3 Le 4 fasi del counseling breve 1. Demistificare il counseling 2. Puntare sulle risorse 3. Costruire il futuro desiderato 4. Incoraggiare l azione

4 Demistificare il counseling Una delle condizioni che permettono una buona alleanza operativa è che ci sia il consenso informato del cliente rispetto al cos è il Counseling e che cosa ci si può aspettare da esso.

5 Il modello del Mental Institute di Palo Alto A. definire il problema B. verificare quali tentativi di soluzione sono già stati praticati C. definire gli obiettivi

6 A. definire il problema Secondo questa scuola è utile prima di tutto definire il problema cercando di dedicare un tempo limitato a questa fase. Domande utili al riguardo possono essere Che cosa succede quando hai il problema? B. verificare quali tentativi di soluzione sono già stati praticati cosa hai fatto finora per risolvere il suo problema e quali delle cose che hai fatto sono state efficaci o parzialmente efficaci? e quali invece non hanno funzionato? C. definire gli obiettivi Definire con attenzione, cosa il cliente non vuole più per poter individuare in maniera chiara quello che vuole. Concordare con il cliente obiettivi ragionevoli. Trovare il modo di rendere il cambiamento il più piacevole e divertente possibile

7 2. Puntare sulle risorse Puntare sulle risorse che la persona ha già e che vuole potenziare é un modo per orientarsi verso il positivo e verso il cambiamento. Tra le modalità che facilitano questo processo vi è quella di utilizzare delle parole stimolo ed un linguaggio positivo. Ecco alcune parole che trovano spazio nel Counseling breve in quanto evocative di energia e sensazioni positive: talenti, doni, risorse interiori, punti di forza, intuito, ecc. Tra le risorse utili da esplorare ed esplicitare attraverso domande specifiche ci sono i successi già conseguiti in passato dal cliente, i momenti di vita soddisfacenti e le persone che possano costituire dei modelli positivi per la persona Altro passaggio importantissimo è quello di chiedere al cliente in quali momenti non ha o non ha avuto il problema. In altre parole quando la persona è già riuscita o riesce a superare il problema e ad essere come vuole: quando non è un problema? ci sono delle eccezioni al problema? quando non si verifica? è mai riuscita a

8 3. Costruire il futuro desiderato Lo scopo della terza fase del Counseling breve è quello di costruire insieme al cliente il futuro desiderato. A questo proposito può essere utile rifarsi al modello di R. Dilts denominato strategia di W. Disney. Uno di questi personaggi è stato proprio Walt Disney. Una delle capacità peculiari di W.D. era quella di saper mettere insieme tre grandi modalità di pensiero tipiche dell essere umano, che Dilts ha sinteticamente denominato: Sognatore, Realista e Critico. Siamo nella modalità di pensiero sognatore quando pensiamo che tutto è possibile e viviamo un senso di gioia e di speranza al pensiero di realizzare un sogno. La fase del realista è tipica di quando ci occupiamo di organizzare e implementare concretamente, mettendoli in sequenza, i passi necessari per rendere possibile il sogno. Nella fase del Critico che occupiamo di rifinire il progetto e di pensare agli elementi mancanti o alle situazioni critiche che potrebbero, se trascurate, costituire un problema.

9 1. Fase del sognatore In questa fase il Counselor adotta quella che viene chiamata una inversione a 180. Partendo dal presupposto che quello che la persona vuole è il contrario di ciò che non vuole più e utilizzando lo spazio e linguaggio del corpo, il counselor chiede al cliente di collocare, lungo una immaginaria linea del tempo, a sinistra quello che non vuole e a destra quello che vuole. Un altra tecnica per condurre la persona verso il suo stato desiderato è quella di individuare davanti a sé il futuro desiderato e di entrarci fisicamente dentro alzandosi dalla sedia e lasciandosi il passato problematico alle spalle ( vedi tecnica del Cerchio dell eccellenza in PNL). A questo punto è possibile chiedere al cliente che cosa nota di diverso nel momento in cui si pone nella condizione desiderata come se si fosse realizzata in quel momento. Un altra tecnica efficace è quella che Steve De Shaser chiama la Domanda miracolosa : Se accadesse un miracolo e ti svegliassi col problema risolto, cosa ci sarebbe di diverso? attraverso quali dettagli che accorgeresti del cambiamento? E utile farsi elencare della persona alcuni dettagli per ogni sistema la presentazionale: visivo, auditivo, cenestesico. Domande utili a questo scopo sono ad esempio cosa vedresti intorno a te che potrebbe essere una prova che le cose sono cambiate; cosa ti direbbero gli altri e quale sarebbe il tuo dialogo interno ( auditivo ); quali sensazioni proveresti? ( cenestesico ).

10 2. Fase del realista Questa modalità di pensiero è caratterizzata da pragmaticità e realismo ed ha lo scopo di fare in modo che l obiettivo desiderato risponda ad alcuni criteri importanti: che l obiettivo sia sotto il controllo del cliente e che la sua realizzazione dipenda dal cliente stesso che l obiettivo sia formulato in modo specifico e concreto che vengano delineati obiettivi a breve e al lungo termine che gli obiettivi siano semplici e facili da raggiungere

11 3. Fase del Critico La fase del critico è molto importante e permette di anticipare le naturali resistenze che si muovono quando si pensa ad un cambiamento. Partendo dal presupposto che la voce critica ha un intenzione positiva che in genere corrisponde con la volontà di preservarci da possibili fallimenti, sollecitandola in modo corretto attraverso giuste domande è possibile migliorare le parti del progetto che potrebbero ancora aver bisogno di revisione. Ad esempio ci si preoccupa della ecologia del cambiamento. Un cambiamento è ecologico per il cliente quando ha il sostegno delle persone che gli vivono intorno: questo permette di riflettere su quali sarebbero le ripercussioni del cambiamento. Le domande tipiche di questa fase sono: Come si ripercuoterebbe il cambiamento su di te e sugli altri? Chi si accorgerebbe del cambiamento? Cosa potrebbe non funzionare? Cosa farai se si dovesse verificare un imprevisto? Ci sono altre questioni importanti che non abbiamo ancora considerato?

12 4. Incoraggiare l azione La fase dell incoraggiare l azione ha lo scopo di fare qualcosa di diverso da quello che la persona ha sperimentato fino a quel momento per cercare di raggiungere il suo obiettivo e/o di risolvere un problema. In questa fase il Counselor dà dei compiti al cliente che lo stimolino a sperimentare soluzioni nuove. Uno dei modi per fare questo è di costruire sulle eccezioni, cioè diventare consapevoli di quali sono le variabili che intervengono quando il problema non si presenta o quando spontaneamente la persona va già nella direzione desiderata. Infatti anche nelle situazioni più critiche ci sono sempre dei contesti in cui il problema si presenta di meno o non si presenta affatto: diventare consapevoli delle variabili positive che giocano un ruolo determinante nel benessere della persona aumenta le probabilità di replicarle volontariamente. In questa fase è importante anche avvalersi di metodi di misurazione che permettono di individuare i piccoli cambiamenti e progressi e di poterne apprezzare la portata.

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