Venti nuovi soffiano sulle DOP e IGP del Piemonte Riccardo Brocar
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- Gerardo Monaco
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1 AGRICOLTURA DOCUMENTI Venti nuovi soffiano sulle DOP e IGP del Piemonte Riccardo Brocar ocardo, Mariella Gimondo Direzione Programmazione e valorizzazione dell agricoltura - Settore tutela e valorizzazione dei prodotti agricoli Il periodo a cavallo tra il secondo ed il terzo millennio sarà forse ricordato come un passaggio epocale nella storia delle denominazioni di origine piemontesi. Se i prodotti che hanno già ottenuto la denominazione da tempo sono 12 (7 dei quali avevano già un riconoscimento ufficiale molto prima dell entrata in vigore del regolamento comunitario 2081/92), le richieste attualmente in fase di istruttoria, presso i vari livelli istituzionali, sono ben 29; per un altra dozzina di prodotti si sta perfezionando la documentazione e saranno presentati nel breve periodo. Questo ha comportato una notevole ed improvvisa mole di lavoro per gli uffici regionali. Fortunatamente la Regione Piemonte è una delle 5 regioni rappresentate nel Gruppo tecnico di valutazione degli organismi privati di controllo DOP-IGP ed essendo quindi in contatto continuo con il Ministero delle politiche agricole e forestali è riuscita a gestire queste pratiche nel migliore dei modi possibili anche se non sono certo mancati i problemi. Per alcuni prodotti, come i risi ed i salami si sono registrate alcune incomprensioni tra produttori, proponenti, associazioni e pubblica amministrazione non ancora del tutto superate. Gli Uffici regionali hanno predisposto una bozza di linee guida che saranno discusse con le categorie e successivamente emanate dalla Giunta Regionale. Queste linee guida serviranno per agevolare il lavoro sia dei proponenti le denominazioni, sia degli uffici dell Assessorato e per accelerare il lungo iter di queste pratiche dal livello regionale fino all approvazione definitiva da parte della Commissione Europea. Viene presentata, di seguito, una rassegna dei nomi che costituiscono la folta schiera delle aspiranti nuove DOP-IGP suddividendole al livello delle tre tappe istituzionali che dovranno superare per raggiungere l Olimpo della tutela comunitaria: livello regionale, livello nazionale e livello comunitario. Per ogni prodotto, oltre al nome si potrebbe ricostruire la storia della domanda, ma ciò richiederebbe una monografia e non solo un breve articolo informativo. Infine si darà uno sguardo all attuale produzione delle DOP-IGP già in vigore tentando di estrapolare alcune possibili linee di tendenza per il futuro. Tab.1. Prodotti DOP e IGP in istruttoria presso la Regione Piemonte Domande in istruttoria presso la Regione Piemonte Il primo livello di valutazione della proposta avviene presso l Assessorato Agricoltura, in quanto ai sensi della circolare n 4/2000 del MIPAF la Regione competente deve esprimere il proprio motivato parere contenente gli elementi di valutazione idonei a definire il contesto socio-economico e produttivo nel quale si collocano il soggetto richiedente ed il prodotto del quale si chiede la registrazione. TIPO TUTELA CATEGORIA ESTENSIONE PROPONENTE 1 Taccagno DOP Formaggi Regionale Associazione Formaggio Maccagno 2 Salame Cuneo DOP Prodotti a base di carne Regionale CONSATI 3 Salame cotto Cuneo DOP Prodotti a base di carne Regionale CONSATI 4 Riso Valle del Po DOP Ortofrutticoli e cereali Interregionale Consorzio tutela varietà tipiche italiane 5 Bue grasso di Carrù DOP Carni fresche Regionale COALVI e Moncalvo
2 DOCUMENTI Attualmente vi sono ancora 5 prodotti (Tab. 1) in istruttoria presso gli uffici regionali; si tratta di un formaggio: Taccagno DOP; di 2 prodotti a base di carne: Salame Cuneo DOP e Salame cotto Cuneo DOP; un cereale: Riso Valle del Po DOP e un prodotto appartenente alla categoria carni fresche: Bue grasso di Carrù e Moncalvo DOP. Altri 2 prodotti: Fassone piemontese IGP e Robiola d Alba DOP non hanno più avuto seguito. Tab. 2 Prodotti DOP e IGP in istruttoria presso il MIPAF. TIPO TUTELA CATEGORIA ESTENSIONE PROPONENTE 1 Toumin dal Mel DOP Formaggi Regionale Associazione Produttori Latte Piemonte 2 Lardo Cuneo DOP Prodotti a base di carne Regionale CONSATI 3 Pancetta Cuneo DOP Prodotti a base di carne Regionale CONSATI 4 Crudo di Cuneo DOP Prodotti a base di carne Regionale Consorzio tutela Prosciutto Cuneo 5 Salame cotto Piemonte DOP Prodotti a base di carne Regionale Assica - APS 6 Salame Piemonte DOP Prodotti a base di carne Regionale Assica 7 Salame Felino IGP Prodotti a base di carne Interregionale Ass. produttori Salame Felino 8 Coppa Parma IGP Prodotti a base di carne Interregionale Ass. produttori Coppa Parma 9 Marrone della IGP Ortofrutticoli e cereali Regionale Ass. Produttori Marrone Valsusa Valle di Susa 10 Riso di Baraggia IGP Ortofrutticoli e cereali Regionale Ass.Produttori riso di Baraggia 11 Fragola Cuneo IGP Ortofrutticoli e cereali Regionale Asprofrut 12 Piccoli frutti Cuneo IGP Ortofrutticoli e cereali Regionale Asprofrut 13 Mela rossa Cuneo IGP Ortofrutticoli e cereali Regionale Asprofrut 14 Pera Madernassa Cuneo IGP Ortofrutticoli e cereali Regionali Asprofrut 15 Patata quarantina IGP Ortofrutticoli e cereali Interregionale Consorzio tutela patata quarantina genovese bianca genovese 16 Suino pesante padano IGP Carni fresche Interregionale Cons. tutela suino pesante padano 17 Tinca gobba dorata DOP Pesci, molluschi, crostacei Regionale Ass. produttori Tinca del Pianalto di Poirino e derivati 18 Focaccia Novese IGP Prodotti della panetteria, Regionale Ass. artigiani panificatori della provincia di Alessandria biscotteria, confetteria 19 Giandujotto di Torino IGP Prodotti della panetteria, confetteria, biscotteria Regionale Ass. Giandujotto Piemonte 20 Olio essenziale di menta DOP Oli essenziali Regionale Coop. Erbe aromatiche di Pancalieri di Pancalieri - Piemonte Domande in istruttoria presso il MIPAF Venti sono i prodotti (Tab. 2) che hanno già ottenuto il parere favorevole della Regione Piemonte. Questi prodotti si trovano attualmente nella fase di istruttoria presso il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (che tra l altro prevede anche una fase di consultazione allargata definita pubblica audizione ) e saranno trasmessi successivamente alla Commissione Europea. Si tratta di un formaggio: Toumin dal Mel DOP; 7 prodotti a base di carne: Lardo Cuneo DOP, Pancetta Cuneo DOP, Crudo di Cuneo DOP, Salame cotto Piemonte DOP, Salame Piemonte DOP, Salame Felino IGP e Coppa Parma IGP; 7 prodotti ortofrutticoli e cereali: Marrone della Valle di Susa IGP, Riso di Baraggia IGP, Fragola Cuneo IGP, Mela rossa Cuneo IGP, Piccoli frutti Cuneo IGP, Pera Madernassa Cuneo IGP, Patata quarantina bianca genovese IGP; un prodotto appartenete alla categoria carni fresche: Suino pesante padano IGP; un prodotto della categoria pesci, molluschi crostacei e derivati (Tinca gobba dorata del Pianalto di Poirino DOP), 2 prodotti apparteneti alla categoria panetteria, pasticceria, confetteria, biscotteria: Giandujotto di Torino - Piemonte IGP e Focaccia novese IGP e un prodotto appartenete alla categoria dei prodotti non alimentari e di altro tipo: Olio essenziale di menta di Pancalieri - Piemonte DOP. Durante la fase istruttoria presso il Ministero 3 richieste sono state archiviate si tratta di: Marron glacè di Cuneo DOP, Ossolano DOP e Grana Piemonte DOP. Domande in istruttoria presso la Commissione Euro- pea Terza ed ultima tappa prima del definitivo riconoscimento internazionale dei prodotti è quella comunitaria, più lunga ed ancor meno visibile delle altre. Per dare un esempio possiamo citare che il Reg. (CE) n. Agricoltura/38
3 AGRICOLTURA DOCUMENTI Tab. 3 Prodotti DOP e IGP in istruttoria presso la Commissione Europea. TIPO TUTELA CATEGORIA ESTENSIONE PROPONENTE 1 Salame Cremona IGP Preparati a base di carne Interregionale Consorzio tutela Salame Cremona 2 Peperone di Carmagnola IGP Ortofrutticoli e cereali Regionale Consorzio Peperone di Carmagnola 3 Riso S. Andrea Piemonte DOP Ortofrutticoli e cereali Regionale Consorzio riso Sant Andrea 4 Castagna Cuneo IGP Ortofrutticoli e cereali Regionale Asprofrut Tab. 4 Dati produttivi DOP e IGP a carattere interregionale presenti in Piemonte (anno 2002) ORGANISMO ANTITA CERTIFICA ANTITA % N. DI CONTROLL OLLO IN PIEMONTE (kg) CERTIFICA PRODUTT ODURI ORI TOTALE (kg) IN PIEMONTE 1 Grana Padano CSQA , Gorgonzola CSQA , Taleggio CertiProDop , Mortadella di Bologna INEQ , Salamini italiani Da definire alla cacciatora Tab. 5 Dati produttivi DOP e IGP a carattere regionale presenti in Piemonte (anno 2002) ORGANISMO ANTITA CERTIFICA ANTITA N. DI CONTROLL OLLO (forme) CERTIFICA PRODUTT ODURI* ORI* (kg) 1 Bra INOQ Castelmagno INOQ Murazzano INOQ Raschera INOQ Robiola di Roccaverano INOQ Toma Piemontese INOQ Nocciola del Piemonte INOQ N. di produttori-caseificatori iscritti all organismo di controllo al 30/09/ /92 prevede un termine di sei mesi per qualsiasi stato membro che voglia opporsi alla proposta di denominazione. I prodotti piemontesi che sono attualmente all esame della Commissione Europea (Tab. 3) sono 4; un prodotto a base di carne: Salame Cremona IGP e 3 prodotti ortofrutticoli/cereali: Peperone di Carmagnola IGP, Riso Sant Andrea Piemonte DOP e Castagna Cuneo IGP. Dati produttivi* * (i dati riportati di seguito sono elaborazioni degli autori su dati forniti dagli organismi di controllo delle DOP-IGP e dagli archivi delle quote latte della Regione Piemonte). Diamo uno sguardo ora alla situazione dei 12 prodotti DOP e IGP del Piemonte già riconosciuti. Di questi, 5 sono a carattere interregionale (Tab. 4); si tratta di 3 formaggi: Grana Padano DOP, Gorgonzola DOP e Taleggio DOP e 2 prodotti a base di carne: Mortadella di Bologna IGP e Salamini italiani alla cacciatora DOP.
4 DOCUMENTI Per 2 di questi prodotti, il Taleggio e la Mortadella di Bologna, la produzione piemontese può essere a ragione considerata non rilevante rispetto a quella ottenuta nell intero areale di produzione. Particolare è invece il caso del Grana Padano, la cui attuale quota di produzione risulta essere ben più limitata rispetto a quella posseduta dalla regione alla fine degli anni 90 (prossima al 20%); la causa di questo fenomeno va individuata nella fuoruscita dal sistema di certificazione dei due principali produttori regionali di Grana Padano per l insorgere di incompatibilità con le norme previste dal dossier presentato dal Ministero alla Comunità Europea (secondo la procedura semplificata prevista all art. 17 del Reg(CE) n /92). Ben diversa è invece la situazione per il Gorgonzola, la cui quota di produzione posseduta dai produttori piemontesi risulta prossima alla metà della produzione totale. Per i Salamini italiani alla cacciatora infine non risulta possibile attualmente effettuare analisi di sorta; in quanto il prodotto, approvato solamente nel 2001, inizierà ad essere controllato dall organismo di certificazione (ancora da definire) a partire da quest anno. Dei 7 prodotti a carattere esclusivamente regionale (Tab. 5), 6 sono formaggi DOP: Bra, Castelmagno, Murazzano, Raschera, Robiola di Roccaverano e Toma Piemontese ed uno appartiene alla categoria dei prodotti ortofrutticoli e cereali: Nocciola del Piemonte IGP. Per quanto concerne i formaggi a DOP, va rilevato che si tratta in ogni caso di realtà produttive molto limitate, sia per quanto riguarda il numero di operatori interessati sia per le quantità commercializzate. Diverso è invece il caso della Nocciola del Piemonte, per la quale sia il numero di produttori che le quantità prodotte risultano essere notevoli. Con riferimento ai prodotti già riconosciuti ed oggetto di tutela, per i quali esistono quindi dati certi (ad esclusione dei Salamini italiani alla cacciatora), è necessario distinguere tra due categorie: quella dei prodotti a carattere interregionale e quella dei prodotti a carattere esclusivamente regionale, distinzione che comporta significative differenze non soltanto dal punto di vista geografico e territoriale, ma anche sotto l aspetto economico e produttivo. Limitando il discorso ai soli formaggi, si osserva che le produzioni interregionali assumono un carattere di tipo prettamente industriale, con produttori altamente specializzati che immettono sul mercato elevate quantità di prodotto; le produzioni regionali hanno invece caratteristiche di tipo molto più artigianale, con produttori che commercializzano quantità di prodotto ben più limitate. Nel caso delle DOP interregionali 31 caseifici producono complessivamente kg di prodotto (rappresentando circa l 80% del totale dei formaggi DOP) con una produzione media per caseificio di kg. Per quanto riguarda le DOP regionali si rileva invece come 116 soggetti producano kg (20% circa del totale) di formaggio, con una produzione media di kg per soggetto. Si tratta ovviamente di un dato generale ed indicativo, che tuttavia rende l idea della profonda differenza che separa i due gruppi di prodotti e le strategie commerciali dei relativi produttori. Sempre a proposito delle DOP regionali possiamo aggiungere che: le prime tre (Toma Piemontese, Bra e Raschera) rappresentano il 95% della produzione e le restanti 3 il 5%. I tre formaggi DOP più limitati come produzione, ma non certo come fama (Castelmagno, Robiola di Roccaverano e Murazzano) rappresentano meno dall 1% (0,97%) della produzione totale dei for- Utilizzo del latte vaccino destinato alla trasformazione in formaggio q non DOP 63% q DOP interregionali 29% q DOP regionali 8% Grafico n. 1 - (elaborazioni degli autori su dati forniti dagli organismi di controllo delle DOP-IGP e dagli archivi delle quote latte della Regione Piemonte) Agricoltura/38
5 AGRICOLTURA DOCUMENTI Questo dato di per sé abbastanza incoraggiante (grafico n. 1) diventa problematico se, continuando il discorso già fatto precedentemente, si distinguono le 3 DOP interregionali, che utilizzano circa il 29,3% del latte, dalle altre 6 DOP regionali, che utilizzano solo l 8% del totale del latte trasformato in Piemonte. Un altro ragionamento lo possiamo fare sul numero delle aziende produttrici, ma le cose non migliorano molto. Rispetto alle 616 aziende con bollo CEE solamente 82 sono i produttori delle 6 DOP esclusivamente regionali e 35 per le 3 interregionali (questi numeri sono diversi dalle ditte produttrici perché sono state contate una sola volta le aziende che producono più di un formaggio DOP). Se facciamo il confronto tra il numero delle aziende provviste di bollo CEE (che potenzialmente possono produrre formaggi) ed il numero delle aziende che hanno chiesto di essere certificate per la produzione di formaggi DOP esclusivamente regionali, si vede che quest ultime rappresentano solo il 13% e anche sommando il 6% rappresentato dalle DOP interregionali si arriva appena al 19%. Questo significa che solo un produttore su 5 è inserito nel circuito delle denominazioni di origimaggi a DOP piemontesi. Limitandoci ancora ai soli formaggi, se analizziamo i dati e le informazioni sopra riportati e li confrontiamo con i dati più generali della produzione di latte del Piemonte, è possibile fare alcune interessanti considerazioni. La produzione di latte vaccino in Piemonte nel periodo che va dal 01/04/02 al 31/03/03 è stata circa q distribuita su circa aziende che allevano bovini. A questa quantità vanno aggiunti altri q di latte che circa 600 aziende agricole dichiarano come vendite dirette ; questo latte vaccino (poco rilevante come quantitativo rispetto al totale) è esclusivamente prodotto e trasformato in azienda. Le aziende agricole ed agroindustriali dotate del cosiddetto bollo CEE sono 616 e rappresentano il numero dei potenziali trasformatori di latte. I lettori ci vorranno perdonare ora alcune grossolane assunzioni ed approssimazioni che ci consentiranno però (in mancanza di dati più precisi) di stimare la quantità di latte destinato alle DOP del Piemonte. La prima assunzione è che ragioniamo sui dati produttivi considerando il Piemonte come un sistema chiuso che produce e trasforma solo il proprio latte senza alcuno scambio con l esterno. La seconda assunzione è che consideriamo da una parte la produzione di latte di una campagna riferita al periodo 01/04/02 al 31/03/03 e dall altra la confrontiamo con produzioni di formaggi che gli organi- smi di controllo ci hanno fornito su base dell anno solare Per quanto riguarda le approssimazioni in mancanza di dati certi consideriamo che il 25% del totale latte vaccino prodotto in Piemonte sia consumato come latte alimentare (latte fresco pastorizzato, UHT, ecc..); che il restante 75% sia destinato alla trasformazione (formaggi, burro, yogurt, ecc.) e che, all interno di questa percentuale, le produzioni diverse dai formaggi siano quantitativamente irrilevanti. Per fare il confronto serve ancora un dato che è stato ricavato con un ulteriore approssimazione: sono stato calcolati cioè i quintali di latte caseificato per ottenere i formaggi DOP partendo dalle quantità certificate in base ad una resa media stimata a seconda del tipo di formaggio considerato. Inoltre sono stati considerati i formaggi DOP del Piemonte come se fossero ottenuti interamente da latte vaccino. Come si potrà agevolmente capire, i ragionamenti seguenti non dovrebbero essere inficiati da queste forzate imprecisioni in quanto si è cercato di analizzare la situazione nel modo più coerente possibile. Dopo questa lunga premessa, dovuta alla carenza di dati certi e precisi, si può affermare che in Piemonte un po più di 1/3 dei q di latte vaccino destinato alla trasformazione (e precisamente q pari al 37,3% del totale) viene utilizzato per la produzione di formaggi DOP.
6 DOCUMENTI ne e questo dato sarebbe destinato a diminuire ulteriormente se prendessimo in considerazione anche le aziende che fanno le cosiddette vendite dirette. Considerazioni finali Per le denominazioni già in vigore, vale la pena considerare il fatto che, su 12 denominazioni riconosciute, ben 9 sono costituite da formaggi, prodotti che, storicamente, meglio di ogni altro hanno saputo rappresentare il legame tra territorio di produzione e prodotto stesso e che quindi hanno potuto rispondere positivamente ed in tempi brevi ai dettami del Reg. (CE) n. 2081/92. Estendendo l analisi ai prodotti in fase di istruttoria si nota invece il capovolgimento della situazione: su 29 prodotti soltanto 2 appartengono infatti alla categoria dei formaggi. Questo sta ad indicare la grande attenzione del comparto agricolo e agroindustriale verso la tutela di tutti i prodotti anche quelli come l Olio essenziale di menta di Pancalieri - Piemonte DOP che sono ingredienti minoritari (anche se molto qualificanti) per preparazioni di alimenti (caramelle, sciroppi, dolci, ecc.) e che quindi più difficilmente catturano l attenzione da parte del consumatore finale. Questi fatti potrebbero quasi far pensare che il riconoscimento DOP-IGP venga visto come la panacea per risolvere tutti i problemi delle filiere produttive in crisi o per il salvataggio delle produzioni tipiche in via di estinzione. Se però pensiamo all analisi che abbiamo fatto poc anzi sul numero delle aziende e sulle quantità di formaggi a DOP rivendicati, si deve evidenziare che utilizzare le DOP-IGP esclusivamente come promozione e valorizzazione delle produzioni sia illusorio. Con l entrata in vigore dei disciplinari e dei relativi controlli, pagati dagli stessi produttori, il numero delle aziende che portano avanti il discorso delle DOP-IGP sarà sicuramente destinato a diminuire rispetto alla situazione in cui il prodotto non è ancora tutelato. Viene in mente di parafrasare l antico detto piemontese sulla bela Maria affermando che: le DOP-IGP tutti le vogliono, ma solo pochi le rivendicano. Da un altro punto di vista, se consideriamo che, oltre alle 12 DOP-IGP in vigore, ben altri 29 prodotti (4 all esame della Commissione Europea, 20 all esame del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e 5 all esame della Regione Piemonte) hanno fatto richiesta (ed oltre 10 stanno per farlo) per aggiungersi alla schiera dei prodotti tutelati dalla UE, non si può che essere ottimisti. Tutto questo interesse può a ragione essere visto come un chiaro segno dell importanza che i produttori, le associazioni di prodotto e gli amministratori locali attribuiscono alle denominazioni di origine ed alle indicazioni geografiche quale strumento di tutela e valorizzazione dei prodotti agroalimentari di qualità. Risulta quindi arduo estrapolare da questo complesso quadro d insieme delle linee di tendenza chiare e precise, quindi solo il lento trascorrere del tempo potrà dirimere le questioni ancora in sospeso e sciogliere gli attuali dubbi. Nel frattempo non possiamo che essere orgogliosi e compiaciuti di assistere ad un così grande interesse per il settore dei prodotti agroalimentari di qualità. Questo fermento sta rivoluzionando il panorama regionale delle DOP-IGP che sembrava ormai consolidato attorno al gruppo storico rappresentato dalla decina di prodotti già riconosciuti prima dell emanazione del Reg. (CE) n. 2081/92. I dati sono stati raccolti ed elaborati con la collaborazione di Fabrizio Vidano stagista c/ o Regione Piemonte Master in valorizzazione e controllo delle produzioni agro-alimentari di qualità Scuola Sup. S. Anna Pisa Agricoltura/38
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