Il modello di specializzazione internazionale italiano e le economie emergenti dell Estremo Oriente* Stefano Chiarlone. Rodolfo Helg.

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1 Il modello di specializzazione internazionale italiano e le economie emergenti dell Estremo Oriente* Stefano Chiarlone UNCTAD, Ginevra Rodolfo Helg Università C.Cattaneo LIUC, Castellanza Novembre 2001 * In corso di pubblicazione in L. Paganetto, G.P. Galli (a cura di), La competitività dell'italia: le imprese, Il Sole XXIV Ore Editore, 2002) 1

2 1 Introduzione Il recente dibattito sul modello di specializzazione italiano è stato caratterizzato da preoccupazioni circa la sua anomalia rispetto alle altre principali economie industrializzate: forte specializzazione nel raggruppamento di settori tradizionali, buon posizionamento nei comparti della meccanica specializzata e sostanziale despecializzazione nei settori ad alto contenuto tecnologico. Queste caratteristiche porrebbero, secondo alcuni osservatori, l economia italiana in diretta concorrenza con le produzioni di molti paesi emergenti 1. Questo lavoro cerca di esaminare in maggiore dettaglio queste problematiche concentrandosi su un insieme di economie asiatiche che possono essere suddivise in quattro gruppi di paesi: i NIE (Hong Kong, Corea, Singapore e Taiwan); l ASEAN 4 (Indonesia, Malesia, Filippine e Tailandia); la Cina e l Asia Meridionale (India e Bangladesh). Essi si sono integrati in momenti successivi nel sistema produttivo globale. Questi paesi infatti hanno livelli di sviluppo economico e di specializzazione commerciale spesso molto differenti fra di loro. I NIEs sono sicuramente i più avanzati in termini economici e sono assimilabili per molti aspetti a quelli industrializzati. Al secondo posto vengono i paesi dell ASEAN 4, che li hanno seguiti nel percorso di integrazione produttiva internazionale. Quindi vengono Cina e Vietnam, benché la Cina sia difficilmente comparabile in virtù di una struttura economica non basata completamente su di un economia di mercato. Infine, i due paesi dell Asia Meridionale, che di recente hanno accelerato il percorso di integrazione economica internazionale. La caratteristica che accomuna questi paesi è la loro relativa dinamicità economica che il pone al tempo stesso come potenziali concorrenti per alcune produzioni italiane e come potenziali mercati di sbocco delle merci italiane. Nella prima parte, questo lavoro compara la specializzazione commerciale di questi paesi asiatici con quella dell Italia e di un insieme di altri paesi avanzati (Francia, Germania, Giappone, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti d America), che sembrano avere percorso un sentiero di sviluppo differente da quello italiano avendo riposizionato la loro specializzazione in settori più avanzati. In questo modo si vuole analizzare il modello di specializzazione internazionale italiano nei confronti sia del gruppo classico di concorrenti (i citati paesi industrializzati) sia nei confronti dell eterogeneo gruppo di paesi emergenti asiatici che, data la peculiare specializzazione italiana, possono ambire, almeno potenzialmente, a competere con le produzioni italiane. A questo scopo si misura la specializzazione commerciale dei vari paesi e la si confronta fra di loro, in vari contesti temporali per stabilire l esistenza di un evoluzione comune. Analogamente si studiano i modelli di specializzazione dei paesi avanzati per confrontarli con quelli dei paesi emergenti. Da questa analisi emerge che la cosiddetta anomalia del modello di specializzazione internazionale dell Italia è meno netta di quanto 1 Per una presentazione di questo dibattito si rimanda a de Nardis e Treù (1999). 2

3 temuto, quando si analizza il commercio a un livello di maggiore disaggregazione. settoriale 2. Rimane però vero che l Italia ha un modello di specializzazione più simile a quelli delle economie emergenti analizzate che gli altri paesi industrializzati. Nella seconda parte, si muta prospettiva, e si considerano questi mercati emergenti non più come potenziali competitors, ma come mercato di sbocco delle merci italiane. A questo scopo si valuta la performance italiana su questi mercati, paragonandola a quella degli altri paesi industrializzati. Emerge che la quota delle esportazioni italiane sul totale mondiale verso l aera è caduta sia per le merci che sebbene in misura minore per i manufatti. L Italia a differenza di gran parte dei suoi concorrenti aumenta le quote di mercato di beni ad alta intensità di lavoro non qualificato. Negli altri settori invece, riduce le sue quote, così come la maggior parte dei paesi industrializzati, suggerendo una maggiore rilevanza di flussi interregionali. 2 I modelli di specializzazione Questa sezione analizza l anomalia italiana ponendo il modello di specializzazione italiano a confronto con quello delle principali economie emergenti asiatiche elencate in precedenza: i NIEs 3, l ASEAN 4 4, i paesi dell Asia Meridionale 5 e la Cina. Le loro specializzazioni settoriali vengono confrontate con quelle dell Italia e di un gruppo di paesi industrializzati 6 per valutare se essi siano in considerabili dei competitors. Il modello di specializzazione settoriale dei paesi è misurato dall indice di specializzazione relativa (conosciuto anche come indice dei vantaggi comparati rivelati) 7 che rapporta la quota del settore i-esimo sul totale delle esportazioni di merci di un paese alla stessa quota relativa al mondo 8. La scelta del livello di disaggregazione settoriale a cui condurre l analisi è importante. Un alto livello di aggregazione ha il vantaggio di fornire un quadro sintetico del modello di specializzazione. Il costo implicito in questa scelta è che all interno dell aggregato si può verificare una forte varianza delle misure di specializzazione dei settori componenti che l indice potrebbe non cogliere. In questa sezione si è adottato un approccio modulare. In primo luogo, si è fornito un quadro sintetico, che raggruppa i risultati per ciascun paese in tre macro settori: che racchiudono i prodotti intensivi rispettivamente in lavoro non qualificato, capitale umano ed alta tecnologia 9. 2 Questo risultato non è nuovo. De Nardis e Traù (1999) con approccio diverso giungono ad indicazioni simili. 3 Corea del Sud, Hong Kong, Singapore e Taiwan 4 Filippine, Indonesia, Malesia e Tailandia 5 Bangladesh ed India 6 Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, Giappone e Stati Uniti 7 La definizione dell indicatore, le fonti statistiche, i vari livelli di disaggregazione utilizzati in questo lavoro sono discussi nell Appendice A 8 Spesso nel calcolo di questa misura il al denominatore viene usato il totale delle esportazioni dei paesi dell OECD come proxy del mondo. Questa procedura è molto deficitaria in quanto non considera le esportazioni di un parte rilevante del mondo (per esempio i paesi del Sud-Est Asiatico). La fonte statistica utilizzata ci permette di calcolare in modo più completo le esportazioni del mondo al denominatore del rapporto. 9 Per dettagli si veda l Appendice A. 3

4 Successivamente, per controllare eventuali distorsioni dovute all eccessiva eterogeneità di ciascun macro-settore, si sono misurati i vantaggi comparati dei gruppi di settori alle 2 e/o 3 cifre SITC Rev. 2 che compongono gli aggregati 10. Infine, per misurare la stabilità nel tempo e la similarità dei modelli di specializzazione dei paesi si è condotta l analisi della correlazione di rango dei vantaggi comparati, basata su una disaggregazione settoriale alle 3 cifre. 2.1 Un analisi per macro-settori I vantaggi comparati dei paesi asiatici emergenti descritti dalla Tabella 1 alla Tabella 4, in ordine di crescente sviluppo economico e integrazione produttiva e commerciale nell economia internazionale. India e Bangladesh (Tabella 1), paesi dell Asia Meridionale, sono fortemente specializzati in produzioni intensive in lavoro non qualificato, già nel Mantengono questa specializzazione nel tempo, senza mostrare alcun segno di riallocazione commerciale verso settori intensivi in alta tecnologia o capitale umano 11. A livello più disaggregato, la Tabella B 3 mostra che mentre il Bangladesh ha punti di forza relativa solo in produzioni intensive in lavoro non qualificato come le produzioni tessili, dell abbigliamento e delle pelli e cuoio e calzature, l India ha un modello più completo, con una buona specializzazione relativa anche in produzioni ad alta intensità di capitale umano (televisioni, radio, apparati correlati ed elettrodomestici, sin dal 1980) e di alta tecnologia (elettronica sin dal 1980 e macchine elettriche e beni professionali dal 1997), suggerendo una maggiore integrazione economica internazionale. Tabella 1 Specializzazione Commerciale dell Asia Meridionale Bangladesh India Lavoro non qualificato Capitale Umano Alta Tecnologia La Cina (Tabella 2) mostra già nel 1980 un modello di specializzazione basato su settori ad alta intensità di lavoro non qualificato, coerentemente con l elevata dotazione di tale fattore: nel 1997, aveva vantaggi comparati in tutte le produzioni intensive in lavoro non qualificato. Fra il 1980 e il 1997 ha accresciuto la sua specializzazione negli altri due settori. Sebbene a livello aggregato 10 Si vedano le Tabelle nell Appendice B 11 Questa stabilità relativa nel modello di specializzazione nasconde una maggiore mobilità presente all interno dei macro aggregati. Infatti, per ciascun di questi paesi la correlazione dell indice di specializzazione relativa calcolato sulla base di una disaggregazione a 3 cifre, tra il 1980 ed il 1997 è (Tabella 7). 4

5 continuino a mostrare svantaggi comparati, a livello più disaggregato si notano specializzazioni in produzioni ad alta intensità di capitale umano (televisioni, radio, apparati correlati, elettrodomestici e manufatti metallici e non metallici) e di alta tecnologia (macchine elettriche). Tabella 2 Specializzazione Commerciale della Cina Cina Lavoro non qualificato Capitale Umano Alta Tecnologia Per quanto riguarda i paesi dell ASEAN 4 12 (Tabella 3), Indonesia 13 e Tailandia sono specializzati, nelle produzioni ad alta intensità di lavoro non qualificato. Entrambe hanno vantaggi relativi nelle produzioni dell abbigliamento e delle pelli e cuoio e calzature e in quelle collegate all arredamento e all idraulica. (Tabella B 2). Inoltre l Indonesia è specializzata in produzioni in legno e sughero, mentre la Tailandia nel tessile. Per quanto riguarda gli altri due settori solo la Tailandia sembra essere sul punto di specializzarsi in beni intensivi in alta tecnologia. A livello più disaggregato, l Indonesia non ha punti di forza relativa in alcuna delle produzioni intensive in capitale umano e alta tecnologia, mentre la Tailandia ha è specializzata nell elettronica e nelle macchine elettriche. Malesia e Filippine mostrano patterns differenti a livello aggregato. La Malesia ha una specializzazione relativa solo nel settore intensivo in alta tecnologia, mentre a livello disaggregato si è specializzata in prodotti in legno e sughero, televisioni, radio e apparecchi correlati, elettronica e macchine elettriche. Le Filippine, invece, a livello aggregato non mostrano punti di forza relativa, avendo perso la loro specializzazione nei settori intensivi in lavoro non qualificato, senza averne maturate altre. A livello disaggregato, sono specializzate in prodotti in legno e sughero, arredamento e idraulica ed elettronica. Tabella 3 Specializzazione Commerciale dell ASEAN 4 Indonesia Malesia Filippine Tailandia Lavoro non qualificato Capitale Umano Alta Tecnologia Un confronto fra questi paesi suggerisce la crescente importanza del comparto intensivo in alta tecnologia. Infatti, benché nel 1997 solo Malesia e Tailandia avevano una specializzazione relativa nel 12 Amighini e Chiarlone (2001) riportano risultati simili per diverse aggregazioni settoriali per i paesi ASEAN 4 e per la Corea. 13 Nel 1980 la Malesia assieme all Indonesia non mostravano alcuna specializzazione a livello dei macro settori qui considerati. Questo dipende dal peso importante delle esportazioni di risorse naturali nel loro modello di specializzazione in quegli anni. Nel 1980 l indice di specializzazione relativa nel macro-settore delle risorse naturali per l Indonesia è 2.54 e per la Malesia è Essi sono scesi rispettivamente a 2.45 e 0.81 nel

6 macro-settore ad alta tecnologia, tutti gli altri paesi, ad eccezione di Bangladesh ed India, hanno sperimentato una dinamica positiva in questo comparto a partire dal Questa indicazione viene rafforzata dall analisi dei singoli settori che compongono il comparto (Appendice B). Tutti i paesi, ad eccezione dell Indonesia, hanno nel 1997 un qualche vantaggio comparato rivelato nei settori dell elettronica. Invece non sembra di particolare rilevanza il comparto dei settori intensivi in capitale umano, nel quale nel 1997, nessuno di questi paesi mostra una specializzazione. A livello più disaggregato (Appendice B) molti di questi paesi hanno un vantaggio comparato rivelato nella produzione di televisori e negli elettrodomestici. Il settore intensivo in lavoro non qualificato rimane il più importante per molti di questi paesi, con l eccezione della Malesia che non mostra specializzazione relativa in questo comparto ma in quello ad alta tecnologia. Da questo punto di vista, essa risulta più simile ad alcuni paesi emergenti di prima generazione (ad esempio Singapore, come si noterà in seguito). Anche le Filippine sembrano essersi inserite su di un percorso simile. Infatti hanno perduto la loro specializzazione nel macro-settore ad intensità di lavoro qualificato, migliorando la posizione nel comparto ad alta tecnologia pur senza riuscire ad acquisire un vantaggio comparato. Tabella 4 Specializzazione Commerciale delle NIEs Hong Kong Corea del Sud Singapore Taiwan Lavoro non qualificato Capitale Umano Alta Tecnologia L ultimo gruppo di paesi analizzato è quello dei NIEs. Per primi hanno seguito il Giappone sul percorso di industrializzazione (Tabella 13) e per molti versi sono oramai considerabili paesi industrializzati a tutti gli effetti. Nel 1980 il processo di trasformazione economica di questi paesi era iniziato già da molto. Nonostante ciò, tutti godevano ancora di vantaggi comparati rivelati nelle produzioni intensive in lavoro non qualificato. Inoltre la Corea del Sud era anche specializzata in beni intensivi in capitale umano e Singapore e Taiwan avevano solo un lieve svantaggio comparato rivelato nei beni intensivi in alta tecnologia. Nel 1997 il quadro risulta sostanzialmente modificato. Durante il periodo le quattro tigri hanno aumentato la loro specializzazione relativa nel macro-settore ad alta tecnologia, sebbene soltanto Singapore si possa considerare in possesso di un vantaggio comparato rivelato in questo comparto. Contemporaneamente, tutti ad eccetto di Hong-Kong, hanno ridotto la loro forza nei settori ad alta intensità di lavoro non qualificato. Per quanto riguarda le produzioni intensive in capitale umano, nell aggregato non si notano modificazioni di rilevo, con l eccezione 6

7 della Corea del Sud che, pur rimanendo lievemente specializzata, ha ridotto il suo peso relativo in questi settori 14. L analisi condotta ad un livello di dettaglio settoriale più elevato (Appendice B) conferma le indicazioni appena riportate. Salvo Singapore, le NIEs hanno ancora nel 1997 una specializzazione relativa nel comparto tessile-abbigliamento-scarpe sebbene ridotta rispetto al Tutti hanno punti di forza relativa nei settori dell elettronica e sono andati rafforzandosi in questi comparti. Singapore mostra le modificazioni più marcate, avendo perduto tra il 1980 ed il 1997 la specializzazione relativa nei prodotti in legno e sughero, l unica che aveva nel comparto dei beni ad alta intensità di lavoro non qualificato.. In generale, i NIEs hanno una struttura produttiva articolata e modelli di specializzazione più bilanciati di quelli dei paesi di seconda e terza generazione (Tabella 1, Tabella 2 e Tabella 3) in maniera coerente con la loro maggiore integrazione commerciale internazionale. Tabella 5 Specializzazione Commerciale: Italia Italia Lavoro non qualificato Capitale Umano Alta Tecnologia La Tabella 5 riporta un quadro sintetico del modello di specializzazione italiano 15. Nel 1997 il macro-settore dei prodotti ad alta intensità di lavoro non qualificato è quello di maggiore forza relativa, sebbene in riduzione rispetto al Al suo interno l Italia gode di vantaggi comparati in tutti i settori, con delle punte di specializzazione nei prodotti in pelle, arredamento e tessile, abbigliamento e scarpe (Appendice B). Fra tutti i questi settori, solo quello della pelle mostra una maggiore specializzazione rispetto al L Italia è anche relativamente specializzata in beni intensivi di capitale umano, grazie alla forza relativa nei settori dei manufatti metallici, degli elettrodomestici e della categoria residuale dei beni vari, che include gli strumenti musicali e l oreficeria (Appendice B). Nel macro-settore ad alta tecnologia, l Italia si è despecializzata dal 1980 al Il valore dell indice di Balassa (0.92) anche se calante viene mantenuto a un livello vicino al margine fra vantaggio e svantaggio comparato, grazie al contributo degli altri macchinari non elettrici, che include i prodotti della meccanica specializzata in cui l Italia ha una specializzazione forte e crescente nel tempo (Appendice B). 14 Questa dinamicità del modello di specializzazione emerge anche dalla correlazione di rango fra vantaggi comparati rivelati nel 1980 e nel 1997 (Tabella 7). 15 Chiarlone (2001) presenta una analisi dettagliata del modello di specializzazione italiano basata su dati molto disaggregati. 7

8 Un confronto con gli altri paesi industrializzati (Tabella 6) conferma l anomalia italiana. Infatti gli Stati Uniti d America mostravano vantaggi comparati unicamente nei beni intensivi in alta tecnologia già nel 1980 e conferma queste caratteristiche nel Gli altri hanno perduto la loro specializzazione in beni intensivi in lavoro non qualificato fra il 1980 e il 1997, spostandosi verso produzioni più avanzate. Tutti mostrano vantaggi comparati nel settore intensivo in capitale umano e solo la Spagna non ne mostra nel settore intensivo in alta tecnologia. Tabella 6 Specializzazione Commerciale dei paesi avanzati Francia Germania Regno Unito Spagna Giappone Stati Uniti Lavoro non qualificato Capitale Umano Alta Tecnologia Secondo alcune interpretazioni, queste peculiarità del modello di specializzazione italiano lo rendono molto sensibile alla competizione dei paesi emergenti asiatici, a loro volta specializzati in beni intensivi in lavoro non qualificato. 2.2 Evoluzione e correlazione dei modelli di specializzazione Questa sezione confronta il modello di specializzazione dei vari paesi partendo da un insieme informativo più disaggregato e si focalizza su vari aspetti del modello di specializzazione dei paesi: stabilità nel tempo, grado di concentrazione e similarità fra i vari paesi. Dai risultati finora presentati è emersa una maggiore dinamicità dei modelli di specializzazione dei paesi asiatici rispetto all Italia e agli altri paesi avanzati. Questa indicazione è confermata in modo più preciso dalle Tabella 7 16, dove si presentano le correlazioni di rango degli indici di specializzazione relativa dei paesi, calcolati a un livello più disaggregato di quello utilizzato finora. Salvo che per Hong Kong, Francia e Spagna, i paesi avanzati hanno tra il 1980 ed il 1997 un modello di specializzazione più persistente di quelli asiatici. Tra i paesi asiatici non sembra di poter affermare che i NIEs siano molto più stabili degli altri, in termini di modello di specializzazione. In entrambi i gruppi di paesi sono infatti in corso sostanziali trasformazioni nel modello di specializzazione che sembrano procedere ad analoga velocità, coerentemente con un trasferimento di produzioni da quelli più avanzati a quello meno avanzati, come suggerito dall ipotesi del Flying Geese. Da questo punto di 16 Le correlazioni di rango presentate nelle Tabella 7, nella Tabella 12, nella Tabella 13 e nella Tabella 23 sono tutte basate sui vantaggi comparati rivelati calcolati alle tre cifre della classificazione SITC Rev. 2 per il settore manifatturiero, come discusso nell Appendice A. Un analisi più approfondita sulle dinamiche dei modelli di specializzazione è contenuta in Brasili, Epifani, Helg (2000). 8

9 vista l Italia, come gli altri paesi avanzati, mostra un certo grado di persistenza del modello di specializzazione. In effetti, l anomalia italiana sembra dipendere più dai settori verso cui i paesi avanzati si stanno muovendo (cioè la tipologia del modello di specializzazione ) che da una maggiore stabilità nei loro confronti. Tabella 7 Stabilità nel tempo della specializzazione commerciale dei paesi emergenti Bangladesh 0.31 Cina 0.65 Indonesia 0.56 Hong Kong 0.83 India 0.57 Malesia 0.59 Corea 0.54 Filippine 0.64 Singapore 0.48 Tailandia 0.59 Taiwan 0.70 Tabella 8 Stabilità nel tempo della specializzazione commerciale dei paesi avanzati Italia Francia Germania Spagna Regno Unito Giappone Stati Uniti Un altra caratteristica del modello di specializzazione di un paese è il grado di concentrazione dei suoi vantaggi comparati rivelati in specifici settori. Le Tabella 9, presentano due misure diverse: il coefficiente di variazione ed il coefficiente di Gini. La prima è una misura del grado di dispersione degli indici di specializzazione relativa in un dato anno per un paese (valori più elevati indicano maggiore dispersione e, nel nostro contesto, una grado più elevato di concentrazione); la seconda misura il grado di concentrazione della distribuzione degli indici di specializzazione relativa per un paese (quanto più l indicatore si avvicina ad uno tanto maggiore è la concentrazione). Tabella 9 La concentrazione dei modelli di specializzazione dei NIEs Coefficiente di Variazione Coefficiente di Gini Corea del Sud Hong Kong Singapore Taiwan I paesi emergenti hanno una concentrazione molto più alta dei loro punti di forza relativa rispetto ai paesi industrializzati. In particolare, il Bangladesh (Tabella 10) ha nel 1997 un coefficiente di Gini pari a 0.97, a testimonianza dell elevatissima specializzazione relativa in alcuni settori (vantaggi comparati rivelati pari 8.27 nei prodotti in pelle a 9.86 nel tessile) ed elevatissima despecializzazione relativa nella maggior parte dei restanti settori (Appendice B). I NIEs (Tabella 9) hanno una base industriale abbastanza diversificata, come suggerito dai livelli di concentrazione dei loro vantaggi comparati rivelati inferiore a quello delle altre economie asiatiche considerate. Tra i paesi industrializzati, l Italia (Tabella 11) ha una distribuzione della sua specializzazione tra settori 9

10 relativamente più concentrata (coefficiente di Gini pari a 0.41 rispetto allo 0.28 della Francia ed allo 0.29 della Germania). Questo dato conferma il maggior grado di polarizzazione del modello italiano con comparti di forte specializzazione ( made in Italy e meccanica specializzata) e aree di forte despecializzazione (alta tecnologia). Tabella 10 La concentrazione dei modelli di specializzazione degli altri paesi Asiatici Indonesia Malesia Filippine Tailandia Cina Bangladesh India Coefficiente di Variazione Coefficiente di Gini Tabella 11 La concentrazione dei modelli di specializzazione dei paesi avanzati Italia Francia Germania Spagna RegnoUnito Giappone USA Coefficiente di Variazione Coefficiente di Gini Dall analisi dei vantaggi comparati rivelati a livello macro-settoriale sono emerse varie similitudini nei modelli di specializzazione dei paesi asiatici. Nella Tabella 12 queste somiglianze vengono analizzate in maniera sintetica, studiando la correlazione fra la graduatoria dei loro vantaggi comparati nel 1980 e nel 1997 a livello di disaggregazione a tre cifre della classificazione SITC. Ciò consente di evitare quelle distorsioni che possono emergere dall analisi settoriale troppo aggregata. In generale non sembrano emergere modelli di specializzazione identici, ma esistono alcune similarità interessanti. In primo luogo, per quanto riguarda i NIEs, soltanto Corea del Sud, Hong Kong e Taiwan mostrano nel 1997 una struttura dei vantaggi comparati rivelati parzialmente in sovrapposizione (correlazioni di rango tra 0.41 e 0.60). Singapore, come si è visto anche nella sezione precedente, ha seguito un percorso di specializzazione progressivamente diverso, maggiormente orientato ai settori ad alta tecnologia. I quattro paesi dell ASEAN invece mostrano una maggiore similarità di modelli di specializzazione nel 1997, senza sostanziali cambiamenti rispetto a quella esistente nel Esistono anche similarità tra i due gruppi. La Tailandia ha una buona correlazione con Hong Kong, Taiwan e Corea del Sud e le Filippine con Hong Kong. La vicinanza geografica e la storia giocano il loro ruolo: nel 1997 Singapore mostra una forte corrispondenza in termini di modello di specializzazione con la Malesia e allo stesso modo Hong Kong con la Cina. La Cina nel 1980 mostra un modello di specializzazione simile a quello di molti altri paesi dell area, mentre nel tempo questa similitudine diminuisce, mantenendosi alta soltanto con paesi come Indonesia, Filippine, Tailandia e Hong Kong, 10

11 probabilmente in virtù dei vantaggi comparati similia livello disaggregato. Per quanto riguarda l Asia Meridionale, i modelli di specializzazione di Bangladesh e India nel 1980 sono dissimili fra di loro è da quelli degli altri paesi, salvo che per la correlazione India-Tailandia. Nel corso del tempo il modello di specializzazione del Bangladesh converge verso quello dei paesi vicini con correlazioni più alte, specialmente con Cina e Hong Kong, mentre l India procede lungo un percorso di sviluppo molto diverso da quello degli altri paesi da cui si differenzia sempre più. Tabella 12 Correlazione fra i modelli di specializzazione dei paesi emergenti* 1980 Hong 1997 Bangladesh India Cina Indonesia Malesia Filippine Tailandia Kong Corea Sud Singapore Taiwan Bangladesh India Cina Indonesia Malesia Filippine Tailandia Hong Kong Corea Sud Singapore Taiwan * la parte superiore della tabella si riferisce a correlazioni nel 1980; quella inferiore a quelle relative al La scarsa similitudine contemporanea dei modelli di specializzazione dei paesi asiatici suggerisce di verificare se la loro evoluzione corrisponde alle previsioni del modello Flying Geese (Akamatsu, 1962; Yamazawa, 1988; Kojima, 1989). Secondo questo approccio successive generazioni di paesi emergenti asiatici hanno seguito, a distanza di tempo, lo stesso modello di sviluppo già percorso dai paesi che li hanno preceduti. Infatti, esso suggerisce che le loro industrie sono state spostate da un paese all altro al mutare dei loro vantaggi comparati. In particolare, secondo questa ipotesi, dopo lo sviluppo del Giappone, la prima generazione di paesi emergenti asiatici è costituita da Corea del Sud, Hong Kong, Singapore e Taiwan; la seconda da Indonesia, Filippine, Malesia e Tailandia. Solo in seguito si sono unite Cina e Vietnam per sviluppare un modello di specializzazione che ricalca i passi seguiti dagli altri paesi e con ulteriore ritardo l Asia Meridionale sta accodandosi. Questo processo a catena implica che i diversi paesi considerati hanno modelli di specializzazione internazionale simili con uno sfasamento temporale. La previsione non da indicazioni sulla dimensione del ritardo di specializzazione. L ipotesi Flying Geese prevede che la correlazione sfasata nel tempo (Tabella 13) sia positiva e superiore a quella contemporanea (Tabella 12). 11

12 Tabella 13 Flying Geese: similarità sfasata nel tempo dei modelli di specializzazione relativa Giappone 70 Hong Kong 70 Corea Sud 70 Singapore 70 Bangladesh India Cina Indonesia Malesia Filippine Tailandia Hong Kong Corea del Sud Singapore Taiwan Un semplice approccio di verifica empirica è riportato nella Tabella 13. Nella prima colonna, sono riportati i coefficienti di correlazione di rango tra l indice di specializzazione relativa del Giappone nel 1970 e quelli dei vari paesi asiatici nel Nella seconda si indicano i coefficienti di correlazione di rango fra gli indici di specializzazione dei NIES nel 1970 e gli altri paesi nel I risultati per i NIEs sono favorevoli alla previsioni con la sola eccezione di Singapore che ha una correlazione sfasata con il Giappone molto bassa ed inferiore alla contemporanea. Anche per i quattro paesi dell ASEAN (ad eccezione delle Filippine) si ottengono risultati in linea con le previsioni del modello quando si sceglie il Giappone come nazione guida. Se invece si scelgono le NIEs come paese guida, solo con Singapore (nei confronti di Indonesia, Filippine e Tailandia) e con la Corea del Sud (nei confronti di Indonesia e Filippine) emerge qualche indicazione in linea con le previsioni del modello, mentre nessun paese sembra replicare il percorso di sviluppo di Taiwan e Hong Kong. L analisi condotta sin ora ha contribuito a rafforzare l idea che il modello di specializzazione italiano sia più in linea con quello di alcune economie asiatiche emergenti che con quello degli altri paesi industrializzati. La disponibilità di dati con una disaggregazione settoriale a tre cifre permette di verificare questa indicazione nel dettaglio settoriale. I risultati presentati nella Tabella 14 suggeriscono che nel 1997 il modello di specializzazione italiano ha una correlazione bassa ma positiva con quello dei paesi asiatici analizzati. Inoltre la correlazione era maggiore nel 1980 con picchi di 0.43 (con Tailandia) e 0.47 (con Taiwan). E peculiare notare che questa riduzione sia imputabile più a una modificazione dei vantaggi comparati rivelati dei paesi asiatici emergenti verso prodotti del comparto ad alta tecnologia che ad una sostanziale modificazione del modello di specializzazione italiano 17 Un approccio simile è stato seguito da Helg (1999) ma con un livello di aggregazione meno dettagliato. Anche Rose (1997) ottiene risultati parzialmente favorevoli utilizzando un approccio diverso. 12

13 (Tabella 7) 18. Ad ogni modo, l Italia è l unico paese industrializzato che ha un modello di specializzazione correlato positivamente con quello di questi paesi. Gli altri paesi industrializzati, con la parziale eccezione della Spagna, mostrano infatti correlazioni negative con il modello di specializzazione dei paesi emergenti dell Asia. Tabella 14 Correlazione fra i modelli di specializzazione dei paesi emergenti e dei paesi avanzati Italia Francia Germania Spagna RegnoUnito Stati Uniti Giappone Bangladesh India Cina Indonesia Malesia Filippine Tailandia Hong Kong Corea Sud Singapore Taiwan La preoccupazione che il sistema produttivo italiano sia specializzato in tipologie di di produzioni in diretta concorrenza con quelle di molti paesi emergenti tende a scomparire quando l analisi viene condotta a un livello maggiormente disaggregato, anche se è vero che gli altri paesi industrializzati sono meno sottoposti alla competizione dei paesi emergenti asiatici dell Italia. 3 Le quote di mercato in Estremo Oriente L analisi si sposta ora a considerare le economie asiatiche come potenziali mercati di sbocco per le produzioni italiane. Per fare questo si analizzano le quote italiane e dei principali paesi avanzati nelle esportazioni mondiali verso i mercati asiatici. A livello globale, la Tabella 15 mostra che l Italia negli ultimi dieci anni ha perso peso sulle esportazioni mondiali. Infatti, la sua di quota sulle esportazioni mondiali di merci è diminuita dal 4.9 del 1991 al 3.8 del 2000, con una riduzione del 22%. In Asia l Italia aveva quote più basse che che nell aggregato mondo già nel Esse variavano fra il 2.4 % (India) e lo 0.9 % (Filippine), suggerendo scarsa penetrazione commerciale. Esse sono diminuite del 26% nell Asia nel suo complesso e del 25% in Asia Orientale fra il 1991 e il 2000 in misura più rilevante che con il resto del mondo. Questo fenomeno ha toccato tutti i paesi con marginali eccezioni e lievi recuperi fra il 1999 e il 2000 suggerendo che l Italia non ha saputo 18 Con gli altri paesi industrializzati, l Italia ha una correlazione pari a 0.33 (Spagna), 0.13 (Germania), 0.05 (Francia), (Regno Unito), (Giappone) e 0.3 (Stati Uniti). 13

14 espandere la sua penetrazione commerciale ma l ha ridotta, a partire dalla metà degli anni novanta in corrispondenza con la crisi economica e finanziaria che ha colpito questi paesi. Tabella 15 Quote dell'italia sulle esportazioni mondiali di merci verso le aree e i paesi MONDO 4,9 4,7 4,1 3,8 ASIA 2,3 2,5 1,8 1,7 Asia centrale 2,3 2,6 2,4 2,1 Bangladesh 1,1 1,5 1,1 1,3 India 2,4 3,1 2,0 2,3 Asia orientale 1,6 1,9 1,2 1,2 Cina 2,0 1,8 1,2 1,1 Indonesia 2,1 2,9 1,2 1,4 Malesia 1,0 1,3 0,9 1,1 Filippine 0,9 1,2 0,6 0,6 Tailandia 1,5 1,9 0,8 1,0 Giappone 1,8 1,8 1,3 1,2 Hong Kong 1,6 2,6 1,8 1,6 Corea del Sud 1,8 2,2 1,2 1,3 Singapore 1,3 1,7 1,1 1,2 Accordi commerciali: ASEAN 1,4 1,7 1,0 1,1 NIES 1,6 2,2 1,4 1,4 Fonte: ICE (2001) Queste dinamiche potrebbero risentire del fatto che sono state studiate le esportazioni mercantili nel loro insieme, mentre l Italia non è un esportatore significativo di materie prime. La Figura 1 riporta le quote italiane nel 1991 e nel 1999 calcolate per i soli beni manufatti Figura 1 Quota italiana (%) dell export mondiale di beni manufatti verso paesi asiatici 7,00 6,00 5,00 4,00 3,00 2,00 1,00 0,00 Taiwan, China, Hong Korea, Bangladesh China India Indonesia Kong SAR Republic of Malaysia Philippines Singapore Province of Thailand China ,69 2,10 1,51 4,47 1,94 2,20 1,01 1,21 1,43 1,54 1, ,54 1,33 1,47 6,24 1,28 1,58 1,07 1,16 1,14 1,17 0,87. Esse sono più elevate di quelle delle esportazioni mercantili, ma l ordine di grandezza rimane comparabile, salvo che per l India dove la presenza dei manufatti italiani è molto superiore a quella 14

15 delle merci. Anche i manufatti confermano il trend di caduta delle quote sui singoli mercati asiatici, sebbene attenuato al netto delle risorse naturali e dei beni agricoli. L unica eccezione è l India, mercato di forte espansione per l Italia, con una quota in crescita dal 4.5 al 6.2%. Tabella 16 Quote (%) sul totale delle esportazioni mondiali di manufatti verso paesi asiatici Francia Germania Regno Unito Spagna Giappone Stati Uniti Bangladesh 2,74 1,56 4,25 2,11 3,05 2,05 0,18 0,31 12,23 6,46 2,24 3,11 India 8,81 4,10 16,77 11,91 12,07 8,04 1,09 1,20 18,55 13,62 12,99 17,72 Cina 2,30 2,16 4,07 4,21 1,02 1,16 0,49 0,28 15,59 15,97 7,46 7,95 Indonesia 3,25 2,10 7,44 5,88 1,57 2,57 0,37 0,49 27,56 20,10 6,61 8,33 Malesia 0,88 1,32 4,19 2,82 3,07 1,90 0,15 0,19 24,78 18,85 11,60 14,41 Filippine 1,66 1,73 5,59 3,65 2,54 1,69 0,33 0,42 27,36 41,26 18,41 30,84 Tailandia 1,76 1,26 5,61 3,30 2,46 1,51 0,36 0,29 34,33 27,43 11,07 10,54 Hong Kong 1,06 1,02 2,24 1,95 2,30 2,01 0,24 0,21 17,83 12,69 5,80 5,63 Corea del Sud 2,47 2,19 5,19 3,86 2,16 1,34 0,76 0,27 35,44 27,95 19,35 23,10 Singapore 2,27 1,82 3,68 3,34 3,15 2,32 0,20 0,39 23,14 16,07 14,84 14,87 Taiwan 1,99 1,47 5,48 4,61 1,68 1,26 0,19 0,22 38,72 29,96 19,83 16,59 Nella Tabella 16 sono riportate le stesse quote per gli altri paesi avanzati sul totale delle esportazioni mondiali di manufatti verso i paesi asiatici. Il Giappone è il principale esportatore, suggerendo la rilevanza di una forte integrazione regionale. Le sue quote sono andate però contraendosi durante gli anni novanta, con le eccezioni costituite dalla forte crescita nelle Filippine e dalla sostanziale stabilità in Cina. Gli Stati Uniti sono il secondo esportatore, ma diversamente dal Giappone hanno aumentato la loro quota in quasi tutti i paesi dell'area 19. Questa evoluzione è sicuramente collegabile all esplosione delle produzioni elettroniche in molti di questi mercati, e all importazione di beni intermedi da completare in loco sfruttando costi inferiori per poi reesportarli negli USA. Germania, Francia e Regno Unito hanno un peso maggiore dell Italia in quasi tutti i paesi asiatici. Esse hanno perso però quote di mercato durante gli anni novanta. La Spagna ha quote di mercato trascurabili, ma in molti casi crescenti durante il periodo. Il quadro appena fornito può essere arricchito dall analisi a livello dei tre macro-settori di cui si sono studiati i percorsi di specializzazione. La Figura 2 riporta le quote italiane relative ai beni ad alta intensità di lavoro non qualificato. In questo comparto, l Italia non ha quote particolarmente rilevanti salvo che in India, Corea e Taiwan. L Italia guadagna quote di mercato, differentemente da ciò che avviene nell aggregato dei beni manufatti, con la sola eccezione significativa della Corea del Sud. Questo risultato è coerente con l accentuazione della specializzazione italiana nel settore, già discussa 19 Gli Stati Uniti sono anche l unico paese che, assieme all Italia, aumenta la quota di esportazioni in India. 15

16 in precedenza. I guadagni più sostanziali sono in India (dal 4 al 6.4%), Indonesia (dallo 0.5 all 1.9%), Cina (dallo 0.3 all 1.3%), Filippine (dal 1.3 al 2.3%) e Taiwan (dal 3.9 al 4.7%). Figura 2 Quota italiana (%) dell export mondiale di beni intensivi in lavoro verso paesi asiatici 7,00 6,00 5,00 4,00 3,00 2,00 1,00 0,00 Banglades China China, Hong Kong SAR India Indonesia Korea, Republic Malaysia Philippine Singapor Taiwan, Province of China Thailand ,37 0,35 2,11 3,95 0,47 6,61 0,59 1,26 2,19 3,94 1, ,47 1,29 2,30 6,37 1,86 5,41 1,13 2,31 2,12 4,69 1,65 La dinamica degli altri paesi avanzati ( Tabella 17) mostra delle differenze con una maggiore tendenza alla riduzione delle quote di mercato. Solo sul mercato cinese e dell Indonesia si ha una tendenza alla crescita delle quote (fatta eccezione per Francia e Spagna). L attore principale su questi mercati è il Giappone, le cui quote diminuiscono durante tutto il decennio (fanno eccezione il mercato cinese e quello delle Filippine). Tabella 17 Quote % sul totale delle esportazioni mondiali di beni intensivi in lavoro non qualificato Francia Germania Regno Unito Spagna Giappone Stati Uniti Bangladesh 4,25 0,10 1,34 0,24 0,67 0,17 0,00 0,02 1,42 0,97 0,48 1,25 India 7,15 2,81 14,00 7,00 5,81 6,88 7,18 0,92 20,84 6,76 7,97 5,80 Cina 0,43 0,39 0,82 1,25 0,23 0,47 0,02 0,19 10,61 16,71 1,17 2,28 Indonesia 0,62 0,74 6,20 13,84 0,56 1,83 0,16 0,15 11,33 11,49 2,66 4,79 Malesia 0,78 0,65 1,85 1,82 0,94 1,51 0,09 0,19 11,73 12,45 2,29 3,75 Filippine 1,54 1,38 1,70 1,93 1,28 1,53 0,30 2,09 16,09 20,35 9,02 8,31 Tailandia 0,99 0,93 2,87 2,15 1,18 3,30 0,27 0,32 15,45 14,66 4,48 4,56 Hong Kong 0,92 1,10 0,78 0,57 0,81 0,75 0,13 0,21 6,07 3,44 1,41 1,62 Corea Sud 2,86 1,78 2,35 2,13 1,70 1,44 2,46 1,18 20,85 13,67 10,43 8,33 Singapore 1,29 1,08 1,87 1,82 1,70 1,49 0,25 0,55 14,48 13,01 4,49 5,09 Taiwan 1,50 1,95 5,45 2,77 1,90 1,04 0,22 0,61 29,87 19,57 9,32 7,43 Su molti di questi mercati, gli Stati Uniti sono il secondo maggiore esportatore. Essi perdono quote proprio sui mercati in cui hanno il peso maggiore. In generale diminuzione sono anche le quote 16

17 di Germania, Francia e Regno Unito sia pure con alcune eccezioni. Nel 1999, esse tendono ad essere inferiori a quelle italiane, salvo che per quelle tedesche in India, Corea del Sud, Singapore, Filippine e Taiwan e quelle inglesi in India, Malesia e Tailandia. Più ridotto è il peso delle esportazioni italiane di beni intensivi di capitale umano verso i mercati orientali (Figura 3). Queste quote sono stabili o in leggera diminuzione durante gli anni novanta, ad eccezione del mercato indiano dove la quota italiana cresce dal 4% nel 1991 al 6% nel Figura 3 Quota italiana (%) dell export mondiale di beni intensivi in capitale umano verso paesi asiatici 6,00 5,00 4,00 3,00 2,00 1,00 0,00 Bangladesh China China, Hong Kong SAR India Indonesia Korea, Republic of Malaysia Philippines Singapore Taiwan, Province of China Thailand ,51 0,93 0,54 4,02 1,25 1,07 1,06 0,67 1,74 1,18 1, ,80 0,87 0,87 5,97 1,23 1,18 0,86 0,63 1,42 1,29 0,59 Tra i principali paesi concorrenti (Tabella 18), le quote più elevate sono detenute dal Giappone, sebbene anche per questo comparto esse siano in costante diminuzione durante gli anni novanta. Tabella 18 Quote % sul totale delle esportazioni mondiali di beni intensivi in capitale umano Francia Germania Regno Unito Spagna Giappone Stati Uniti Bangladesh 0,98 0,82 2,92 1,85 3,63 2,77 0,07 0,24 26,49 13,02 1,95 1,87 India 6,99 3,36 15,81 11,16 8,73 7,85 1,20 1,85 20,96 16,08 6,04 8,42 Cina 2,10 1,43 5,10 4,35 0,54 0,77 0,21 0,22 25,86 17,57 3,01 4,55 Indonesia 2,93 1,41 5,43 3,25 1,37 1,86 0,85 0,87 37,10 18,46 3,14 4,18 Malesia 1,04 1,05 3,87 3,05 4,19 2,05 0,42 0,77 35,14 32,23 3,50 6,27 Filippine 1,64 1,19 2,51 3,24 2,31 1,91 0,77 0,49 41,27 39,19 11,45 8,65 Tailandia 1,08 1,24 4,91 3,94 2,60 1,52 0,37 0,41 41,90 33,76 3,47 3,84 Corea Sud 1,90 3,60 4,68 4,88 2,54 1,44 0,92 0,37 35,45 33,87 14,55 11,63 Hong Kong 1,32 1,08 3,07 2,84 2,92 2,28 0,34 0,36 27,73 19,07 3,62 3,63 Singapore 1,62 1,71 3,62 4,40 3,33 3,20 0,34 0,55 26,80 19,85 9,80 12,65 Taiwan 2,46 1,51 5,60 5,98 1,73 1,25 0,36 0,43 41,63 33,47 14,46 7,46 17

18 Più basse, ma in crescita (con l eccezione dei mercati di Corea del Sud, Filippine e Taiwan), le quote degli Stati Uniti. Germania, Francia e Regno Unito hanno in genere quote di esportazione di beni ad alta intensità di capitale umano più elevate di quelle italiane, ma tendenzialmente decrescenti durante il periodo. La Spagna ha invece quote più basse di quelle italiane. Infine, nel macro-settore ad alta tecnologia l Italia ha in genere quote più elevate rispetto a quelle del comparto intensivo in capitale umano (eccezioni sono Singapore e Taiwan) (Figura 4). Il peso delle esportazioni su questi mercati è stabile o in diminuzione durante gli anni novanta. Anche in questo macro-settore, si nota la consistente crescita della quota sul mercato indiano (dal 4.6% del 1991 al 6.3% del 1999). Figura 4 Quota italiana (%) dell export mondiale di beni intensivi in alta tecnologia verso paesi asiatici 7,00 6,00 5,00 4,00 3,00 2,00 1,00 0,00 Taiwan, China, Hong Korea, Bangladesh China India Indonesia Kong SAR Republic of Malaysia Philippines Singapore Province of Thailand China ,86 3,27 1,46 4,63 2,40 1,82 1,05 1,38 1,17 1,34 2, ,44 1,44 1,08 6,29 1,21 1,14 1,10 1,14 0,99 0,84 0,87 Per quanto riguarda gli altri paesi (Tabella 19), lo scarto di quote d esportazione tra Giappone e Stati Uniti si è molto ridotto durante gli anni 90, per la notevole perdita di peso delle esportazioni giapponesi, che mantengono comunque il primato. Germania, Francia e Regno Unito perdono quote in molti mercati con un picco di caduta sul mercato indiano, ma continuano a mostrare una presenza superiore a quella italiana, mentre la Spagna rimane un concorrente quantitativamente meno rilevante. Questa sezione ha scomposto la perdita di quote all esportazione italiana nelle sue componenti settoriali. Innanzitutto, i beni manufatti, aggregato più adeguato ad un paese non dotato di risorse naturali come l Italia, mostrano una minore perdita di quote in Asia che le merci. In secondo luogo la perdita di quote si può scomporre in un generale guadagno di quote nel macro-settore dei beni ad alta intensità di lavoro qualificato da un lato (tutti gli altri paesi industrializzati perdono peso) e dalla perdita di quote negli altri due macro-settori (come avviene per Giappone, Germania, Francia e Regno 18

19 Unito). Si nota anche che le esportazioni italiane hanno guadagnato quote in tutti e tre i comparti su un mercato importante come quello indiano. Tabella 19 Quote % sul totale delle esportazioni mondiali di beni intensivi in alta tecnologia Francia Germania Giappone Regno Unito Spagna Stati Uniti Bangladesh 2,51 3,94 7,36 4,69 12,92 8,91 4,63 3,96 0,39 0,74 3,83 6,36 India 9,44 4,43 17,23 12,58 17,71 13,61 13,46 8,20 0,65 1,05 15,33 21,38 Cina 3,07 2,68 4,79 4,79 12,78 15,47 1,53 1,38 0,78 0,32 11,78 9,86 Indonesia 3,77 2,54 8,30 5,58 27,00 21,95 1,79 2,92 0,25 0,41 8,36 10,27 Malesia 0,85 1,41 4,60 2,86 23,50 17,12 3,02 1,91 0,08 0,09 15,29 16,56 Filippi ne 1,69 1,91 7,65 3,98 25,54 44,53 2,94 1,65 0,18 0,18 23,24 39,52 Tailandia 2,19 1,30 6,30 3,23 33,25 26,93 2,57 1,27 0,37 0,25 15,52 13,72 Hong Kong 1,06 0,94 3,39 2,66 25,00 17,24 3,63 2,83 0,30 0,17 12,35 9,21 Corea Sud 2,56 1,97 5,77 3,90 37,69 28,73 2,14 1,31 0,46 0,13 22,01 27,26 Singa pore 2,69 1,92 4,05 3,31 23,57 15,72 3,37 2,25 0,14 0,34 18,59 16,29 Taiwan 1,86 1,43 5,43 4,51 38,83 30,19 1,63 1,29 0,11 0,15 23,56 19,13 4 Sommario e conclusioni L analisi condotta ha mostrato come la cosiddetta anomalia del modello di specializzazione internazionale dell Italia sia meno netta quando lo studio è condotto con un maggior dettaglio di aggregazione settoriale 20. L analisi dei vantaggi comparati rivelati dell Italia, dei principali paesi industrializzati e di un gruppo di economie asiatiche ha mostrato che la similarità tra il modello di specializzazione italiano e quello di quest ultimo gruppo di paesi si riduce quando si usano dati più disaggregati. Rimane vero comunque che l Italia mantiene maggiori zone di sovrapposizione dei vantaggi comparati con le economie emergenti, di quanto facciano gli altri paesi industrializzati. Lo studio ha anche affrontato il ruolo dei paesi dell Estremo Oriente come mercato di sbocco per le merci italiane. Se a livello aggregato di merci e, sebbene in minor misura, di beni manufatti la quota delle esportazioni italiane sul totale mondiale verso l area sia caduta, il quadro si presenta più eterogeneo analizzando i macro-settori. Nel raggruppamento dei beni ad alta intensità di lavoro qualificato, l Italia a differenza di gran parte dei suoi concorrenti aumenta le quote di mercato. Discorso opposto vale per i beni ad alta intensità di capitale umano ed ad alto contenuto tecnologico, in cui sia l Italia che la maggior parte dei paesi industrializzati perdono quote di mercato. L Italia inoltre è l unico paesi industrializzato che aumenta la sua quota di esportazioni di tutti e tre i macrosettori sul mercato indiano. 20 Questo risultato non è nuovo. De Nardis e Traù (1999) con approccio diverso giungono ad indicazioni simili. Chiarlone (2001) si muove nella stessa direzione e suggerisce a un alto livello di disaggregazione che la componente qualitativa delle merci e dei manufatti italiani sta aumentando, in risposta alla competizione dei paesi emergenti. 19

20 Appendice A - Fonti Statistiche I dati di commercio estero utilizzati sono ottenuti dalla banca dati World Trade Flows distribuita da Feenstra (2000) e dalla banca dati World Trade Flows distribuita da NBER (1997). Entrambe le banche dati si basano sulla banca dati World Trade Analyzer predisposta da Statistics Canada ricompilando in modo consistente i dati delle Nazioni Unite (per dettagli si veda Feenstra, 2000). - Tassonomia dei Settori Il settore manifatturiero include le categorie 5-8 della Classificazione SITC Rev. 2, come modificata da Statistics Canada, salvo i seguenti settori: 525, materiale radioattivo; 667, perle e pietre preziose e 68, materiali non ferrosi, che sono prodotti primari. Sono stati inoltre esclusi i seguenti settori, non riportati nelle banche dati utilizzate: 633, Manufatti in Sughero; 664, Vetro; 531, Coloranti Sintetici; 532, Altri coloranti e concianti; 675, Strisce di Ferro e Acciaio; 763, Registratori di Suono e Fonografi; 585, Altri Materiali in Plastica; 873, Altri misuratori e contatori. Le esportazioni manifatturiere sono divise in beni intensivi in Lavoro non qualificato, Capitale Umano e Alta Tecnologia, come descritto nella Tabella A1 dell Appendice. Questa classificazione è stata adattata da Krause (1982), Garnaut e Anderson (1980), Park e Park (1990). - Indicatori Questo lavoro misura la specializzazione relativa dei paesi con l indice di specializzazione relativa di Balassa (1965) (detto anche indice dei vantaggi comparati rivelati). Nel lavoro l indice di specializzazione di Balassa è stato calcolato a tre livelli di aggregazione settoriale: i) alle tre cifre della Classificazione SITC Revision 2 (settori presentati nella Tabella A 2); ii) per raggruppamenti di settori in genere a due cifre e iii) per i macro-settori descritti nella Tabella A1. L indice dice se un paese concentra o meno in un particolare settore o prodotto una quota delle sue esportazioni superiore a quella media dei suoi concorrenti. Questa concentrazione è considerata una evidenza di specializzazione commerciale. L indice varia fra zero e infinito e quando è superiore a uno indica la presenza di specializzazione relativa (anche detta di vantaggio comparato rivelato). Il contrario è vero per valori inferiori a uno. L indice è calcolato secondo la seguente formula: X k X k j j j RCA kj = k = paese; j = prodotto; w = mondo. X w w X j j j 20

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