CGIL FLC CGIL LINEE DI PIATTAFORMA
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- Flaviana Falco
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1 CGIL FLC CGIL LINEE DI PIATTAFORMA PREMESSA La numerosa presenza di cittadini e lavoratori immigrati rappresenta una ricchezza culturale ed economica per il nostro paese, che si riversa nelle scuola pubblica attraverso la frequenza di oltre alunni e che si espande anno dopo anno in misura esponenziale, nonostante la palese volontà del governo di limitare gli ingressi in Italia attraverso misure sempre più restrittive che non solo rendono difficoltose e onerose le procedure di regolarizzazione, ma si configurano come vere e proprie leggi che limitano i diritti degli immigrati. Questa strategia miope e discriminatoria non solo deve essere abbandonata, ma impone, per quanto riguarda tutto il sistema formativo, un radicale mutamento delle politiche fin qui attuate: la legge. 133/08 e la Legge. Finanziaria attuano non solo tagli che mai si erano visti, in questa dimensione, alle risorse finanziarie e umane della scuola pubblica, ma destrutturano in modo sistematico ed insensato un intero sistema, quello della scuola primaria, che, riconosciuto di ottima qualità a livello internazionale, si trova ora in forte difficoltà, per la ristrettezza di tempi, personale e spazi di flessibilità a praticare e progettare quelle strategie di accoglienza ed integrazione che ormai erano diventate prassi consolidate nelle scuole con forte presenza di alunni immigrati. Proprio la loro presenza, invece, potrebbe offrire l occasione per effettuare un salutare salto di qualità in merito ad investimenti in strutture, impianto culturale e didattico, politiche formative del personale. Una scuola interculturale nel senso pieno del termine è l obiettivo a cui dobbiamo tendere e richiede volontà politica da un lato e, per quanto ci riguarda, chiarezza nelle richiesta e nella definizione delle rivendicazioni contrattuali ai diversi livelli: nazionale, territoriale e di istituto, confederale e di categoria. Diritti di cittadinanza La prima richiesta, che non riguarda solo la scuola ma potrebbe partire dalla scuola, è la cittadinanza per i nati in Italia, la certezza della concessione del permesso di soggiorno allo scadere dei termini di legge, la certezza del suo mantenimento al raggiungimento della maggiore età, con requisiti ragionevoli, cioè senza rischiare rifiuti per assenze casuali o stagionali. Una scuola pubblica seria deve chiedere la stabilità dei propri allievi per poter progettare una formazione adeguata e per poter chiedere impegno in percorsi formativi strutturati. Diventa difficile chiedere questo se, per gli studenti stranieri non c è la garanzia di poter restare in Italia. Molti degli allievi stranieri presenti nelle scuole italiane sono nati in Italia o sono arrivati molto giovani, hanno frequentato le scuole quasi dall inizio in Italia; spesso non hanno particolari problemi di comunicazione linguistica, forse hanno solo svantaggi sociali. Lo svantaggio sociale, d altra parte, non è caratteristica peculiare degli alunni immigrati, ma deriva principalmente dalla provenienza da situazioni degradate e quindi è elemento trasversale. Continuano ad essere importanti i ricongiungimenti di adolescenti, che, invece, possono avere la necessità di apprendere, per la vita sociale e per il percorso scolastico, in modo veloce una seconda lingua (quella italiana). E evidente, quindi, che è necessario evitare aggregazioni e definizioni generiche come lo è il termine straniero (straniero cittadino senza cittadinanza italiana), mentre è importante saper distinguere tra generazioni, capire che la durata del soggiorno ha influenze decisive sul grado di comprensione della lingua e delle situazioni sociali, così come è importante conoscere il percorso formativo svolto in Italia o all estero. La costruzione dell anagrafe dello studente (di tutti gli studenti), oltre ad essere strumento fondamentale per la lotta alla dispersione e all evasione scolastica, può essere anche strumento fondamentale per una corretta conoscenza degli allievi e può consentire di evitare errori e facilonerie nei confronti degli alunni immigrati. Se l anagrafe dello studente non viene istituita centralmente, può essere oggetto di confronto e contrattazione con enti locali e amministrazioni scolastiche periferiche. 1
2 Concentrazione di studenti stranieri nelle scuole Si registra l esistenza di una concentrazione di studenti stranieri nelle stesse scuole e negli stessi quartieri soprattutto nelle aree metropolitane. Il fatto, che incomincia ad essere rilevato anche nelle realtà provinciali più piccole, comporta il rischio di creare classi ghetto (in alcune realtà vi sono già e sono sovente connesse alla costruzione di ghetti residenziali ). Anche se l indicazione in essa contenuta non può considerarsi risolutiva, si chiede l applicazione generalizzata della Circolare Ministeriale n. 24 /2006* ritenendo peraltro fondamentale un forte raccordo tra istituzioni ed enti locali. Certamente ci troviamo davanti ad un fatto, quello della concentrazione, che unito al taglio dei tempi scolastici e degli organici previsti dalle ultime disposizioni approvate dal Parlamento, definisce una miscela socialmente ingestibile che rischia di produrre o atteggiamenti e sentimenti di rifiuto dei cittadini immigrati, anche da parte di quelle persone e di quelle famiglie che non hanno mai avuto propensioni xenofobe o razziste, o una rinuncia all iscrizione nella scuole pubbliche per convergere su quelle paritarie anche se più costose. Le cause che concorrono a produrre concentrazione di alunni immigrati in uno stesso plesso scolastico sono molteplici e vanno indagate in modo approfondito per proporre soluzioni efficaci, equilibrate e rispettose dei diritti individuali e collettivi perché nonostante le peculiarità delle realtà locali possano avere delle influenze, occorre evitare il rischio di costruire forme di localizzazione dei diritti In ogni caso, a livello territoriale occorre creare una rete stabile di centri interculturali (banche dati, centri di documentazione, biblioteche interculturali, ) che interagisca con le scuole oltre a svolgere attività di sviluppo dell intercultura nei confronti del territorio. A questi centri andranno indirizzati tutti i nuovi arrivati che dovranno trovare risposte alle loro molteplici esigenze: dal riconoscimento dei titoli di studio, alle scuole dove iscriversi, a quali servizi (sociali, sanitari ecc) si possono rivolgere. Bisogna utilizzare il fatto che la scuola svolge una funzione fondamentale di integrazione nel territorio: i bambini sono promotori di cultura e svolgono un forte ruolo di coinvolgimento delle famiglie nei processi di socializzazione. *La circolare ministeriale n. 24 /2006 considera positiva la scelta prevalente delle scuole di favorire l eterogeneità delle cittadinanze nella composizione delle classi piuttosto che formare classi omogenee per provenienza territoriale o religiosa degli stranieri; la stessa suggerisce di realizzare un equilibrata distribuzione delle iscrizioni nelle scuole del territorio attraverso intese tra scuole e reti di scuole in collaborazione con gli Enti locali. Ingressi e mobilità in corso d anno. Nell anno scolastico gli alunni con cittadinanza non italiana presenti nelle nostre scuole sono , pari al 6,4% dell intera popolazione scolastica nella scuola dell infanzia, pari al 6,7% nella scuola primaria,pari al 7,7% nella scuola secondaria di primo grado,pari al 7,3% nella scuola secondaria di secondo grado,pari al 4,3% I nuovi iscritti, rispetto all anno precedente risultano , distribuiti nei vari ordini di scuola. Gli studenti vengono in genere inseriti anche ad anno iniziato (non solo per ottemperare alle precedenti normative, ma anche per opportunità). E opportuno ricordare che il DPR 394 del , ancora in vigore, attribuisce al Collegio docenti la possibilità di formulare criteri per la distribuzione degli studenti nelle classi (con riferimento al regolamento dell autonomia 275/1999) e lo stesso DPR 394\99, comma 1 dell art. 45 del Regolamento di attuazione, stabilisce che: i minori stranieri presenti sul territorio nazionale hanno diritto all istruzione nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani; l iscrizione dei minori stranieri nelle scuole italiane di ogni ordine e grado avviene nei modi e nelle condizioni previsti per i minori italiani; l iscrizione può essere richiesta in qualunque periodo dell anno scolastico. 2
3 Pertanto ribadiamo che: gli studenti devono essere inseriti nelle classi corrispondenti alla loro età; possono richiedere di essere iscritti in qualunque periodo dell anno ; non vi possono essere differenze tra alunni con cittadinanza italiana e non. Un nuovo problema si è aperto, rispetto agli alunni immigrati neo arrivati, con l introduzione dell obbligo di denuncia da parte dei medici e delle strutture sanitarie a cui si rivolgono i cittadini immigrati. Per l iscrizione a scuola o agli esami, è attualmente richiesta la certficazione (o la dichiarazione sostitutiva) attestante l avvenuta vaccinazione obbligatoria (antidifterica, antitetanica, antipoliomielitica e per l epatite b). In mancanza di certificazione l iscrizione a scuola avviene con riserva e la riserva non impedisce l acquisizione del titolo di studio. In mancanza di vaccinazione, però la cosa si complica e bisogna procedere alle vaccinazioni. La fruizione del diritto/dovere all istruzione, insieme a quello relativo all assistenza medica, viene gravemente leso, perché sicuramente, nei comportamenti avrà peso determinante il motivo che ha portato gli immigrati a lasciare il paese di origine. Pur sapendo che rimane il dissenso totale sulla norma che prevede l obbligo di denuncia da parte dei sanitari, occorrerà o nazionalmente ottenere che l obbligo di denuncia non si esercita nei confronti dei minori in età scolare oppure contrattare questa eccezione a livello regionale. Accertamento e riconoscimento del titolo di studio (che lo studente con cittadinanza non italiana non ha con sé al momento del suo arrivo) Al momento attuale, la materia è regolata dalle norme dell U.E. e da accordi bilaterali. Materia che andrebbe fatta conoscere in modo diffuso e che comunque andrebbe semplificata, perché a volte i tempi di concessione e di rilascio delle dichiarazioni sono così lunghi da scoraggiare qualsiasi buona intenzione. In attesa quindi di normative più celeri e semplici (a cui anche il nostro ministero potrebbe eventualmente fornire utili contributi) si potrebbero adottare alcune soluzioni di buon senso che vanno quali: per gli esami di stato delle superiori: gli alunni vengono direttamente ammessi all esame e, se superato, gli viene rilasciato il titolo corrispondente; la frequenza completa ad un corso di studi sana la mancanza della documentazione. La valutazione degli studenti stranieri Siccome sul terreno della valutazione degli studenti immigrati ci troviamo di fronte a situazioni molto diversificate e a volte contraddittorie come nei casi in cui il voto nella lingua italiana a volte viene attribuito solo alla fine e altre invece viene congelato, riteniamo che, nel rispetto del DPR 275/99 che attribuisce alle scuole autonome la competenza sulla valutazione, sui criteri e le modalità, sia importante utilizzare omogeneità di comportamenti valutativi in riferimento alle diverse tipologie di alunni presenti. E del tutto evidente che se nei confronti di un alunno appena arrivato si utilizza lo strumento del congelamento della valutazione della lingua italiana, stesso criterio dovrebbe essere adottato anche per tutte le altre discipline dato che la capacità di comprensione della lingua e la capacità di esposizione della stessa ha indubbie ricadute su tutti i contenuti del complesso disciplinare. E legittimo pensare che rispetto agli alunni immigrati appena arrivati, la valutazione debba tenere in considerazione elementi e problematiche anche particolari che possono consigliare che inizialmente e per un periodo di tempo da definire, la valutazione (per giudizio o voto che sia) possa in qualche modo essere in mora o essere sostituita da una certificazione dei crediti nelle varie discipline. E comunque da ribadire che la titolarità della scelta spetta al corpo docente della classe e della scuola. Sarebbe quanto mai opportuno che a livello ministeriale (e questo potrebbe essere anche materia di richiesta e di confronto sindacale) venisse istituita una commissione di studio rispetto alla valutazione che da una lato guardi, valorizzandole, alle esperienze significative che sono state autonomamente adottate sperimentate nelle scuole italiane e dall altro alle modalità con cui gli altri paesi affrontano la questione. 3
4 Orientamento dopo la media e secondaria superiore Gli studenti stranieri, dopo avere frequentato la secondaria di primo grado, si iscrivono soprattutto negli istituti professionali; pochissimi si iscrivono ai licei. Occorre evitare che il percorso negli istituti professionali diventi una scelta obbligata: l allievo e la famiglia devono sapere cosa stanno facendo e che non può essere accettato il rifiuto di iscrizione ad un liceo, giustificato da una situazione di saturazione delle iscrizioni. Anche il fatto che ritardi, ripetenze e abbandoni risultino essere più numerosi tra gli studenti stranieri (ma i dati andrebbero analizzati più in profondità), non rappresenta un motivo sufficiente per impedire che i genitori e allievi non siano informati su tutti i percorsi scolastici a disposizione e non siano incoraggiati a smettere o indirizzarsi su percorsi il più brevi possibile. Nella secondaria superiore gli alunni rappresentano un soggetto responsabile in grado di operare scelte anche in modo autonomo e pertanto vanno previste iniziative mirate: 1 garantire l intervento di percorsi individualizzati a supporto del successo scolastico degli alunni stranieri ai quali seguano anche forme di valutazione individualizzata; 2 sviluppare forme di conoscenza e valorizzazione delle culture dei paesi d origine rivolte a tutti gli studenti; 3 integrare lo statuto degli studenti, ampliando e specificando la parte riguardante intercultura e diritti degli studenti stranieri, prevedendo, tra le altre cose, la possibilità da parte degli studenti di attuare percorsi interculturali autogestiti, garantendo a questi una congrua copertura finanziaria; 4 favorire forme di aggregazione giovanile extrascolastica mista (sport, ricreazione, cultura, ); 5 offrire opportunità di formazione continua con finalità integrative, di prima socializzazione linguistica e professionale e di inserimento occupazionale; 6 realizzare forme di certificazione e di riconoscimento dei crediti formativi che valorizzino le conoscenze e le competenze pregresse degli immigrati. Insegnamento della lingua 2 L insegnamento della lingua italiana(l2) conosce variegate modalità di svolgimento dei corsi,a volte vi sono laboratori con la presenza di un docente specifico; qualche volta in compresenza attraverso un corso intensivo ( full immersion ). La durata del corso di lingua italiana : in prima accoglienza e in quella di consolidamento linguistico varia e non è mai omogenea; spesso si ricorre alla buona pratica. Attualmente gli allievi, in molti casi, vengono dirottati sui Ctp, qualche volta molto distanti, o su corsi tenuti da associazioni di volontariato e simili con uno svantaggio didattico evidente. Poiché noi riteniamo che le classi ponte non siano accettabili in quanto: il grado di comunicazione realmente possibile tra gli allievi di varia provenienza, o tra il docente e gli allievi è molto ridotto ; nei paesi europei in cui le classi ponte sono state sperimentate hanno dato scarsi risultati (se non addirittura negativi); se si approfondiscono i dati di presenza, si nota che la componente degli studenti stranieri neo - arrivati è molto bassa rispetto al totale. I ragazzi che sono nati qui o comunque sono in Italia da molti anni, non necessitano di insegnamento dell'italiano come L2 e quindi metterli in classi particolari sarebbe solo un palese atto di razzismo. Chiediamo innanzitutto dei corsi di L2 in tutte le scuole per gli allievi immigrati appena arrivati, e corsi di consolidamento per gli allievi già presenti nelle classi. Ciò significa dotare le scuole di organico funzionale (organico aggiuntivo) che consenta alle scuole di attuare una didattica per laboratori, in cui è compreso anche il sostegno linguistico. 4
5 Poiché la politica attuale del governo non sembra proprio andare in direzione dell organico funzionale generalizzato, ma, come abbiamo detto in precedenza, verso una riduzione generalizzata di quello esistente, occorrerà rivedere gli articoli del contratto che destinano fondi alle scuole situate in zone a rischio e/o inserite in aree a forti processi migratori. In primo luogo occorre separare le aree a rischio da quelle a forti processi migratori; in secondo luogo ai fondi destinati alle scuole, che vanno ridefiniti nelle quantità, va aggiunto dell organico (organico funzionale). Sarà compito della contrattazione nazionale, e successivamente territoriale, definire i criteri per la individuazione delle aree a forte processo migratorio, le caratteristiche dei progetti, criteri di assegnazione dell organico. FORMAZIONE docenti, non docenti e dirigenti scolastici Come sarebbe importante fare per ogni innovazione di struttura che viene introdotta nelle scuole, riteniamo assolutamente necessario finanziare, sul tema dell interculturalità, corsi di formazione nazionali e territoriali per docenti, personale ATA e dirigenti scolastici. Occorrerà definire, contrattualmente, le quote di personale da coinvolgere, all interno di un percorso che non può che essere generalizzato perché la costruzione di una scuola interculturale, è cosa che riguarda tutto il sistema formativo e non solo singoli istituti. Se questa deve diventare, come noi pensiamo, una priorità, andrà ripresa la discussione sulla obbligatorietà della formazione e le sue ricadute, sul piano economico, del personale coinvolto. di educazione interculturale di insegnamento italiano L2. di gestione amministrativa nelle relazioni scuola/famiglia soprattutto al momento delle iscrizioni I Corsi devono necessariamente riguardare docenti, ATA e dirigenti scolastici ; si devono realizzare in un tempo definito; si devono realizzare in accordo con le Università ; devono essere previsti progetti rivolti anche alle famiglie; la formazione di insegnanti di L2 si devono pensare su base permanente e non come progetti a termine; devono tendere alla revisione del curricolo in chiave interculturale in particolare attraverso percorsi di ricerca azione, abbandonando l ottica eurocentrica oggi prevalente. Per quanto riguarda il personale ATA, particolare attenzione dovrà essere prestata agli aspetti relazionali con alunni e famiglie soprattutto per quanto attiene la prima accoglienza e i rapporti burocratico/amministrativi. Educazione per gli adulti Data la situazione di crisi e l espulsione dal lavoro di molti lavoratori stranieri, PROPONIAMO: CORSI di lingua italiana per lavoratori stranieri cassaintegrati o licenziati, in accordo con le aziende e gli enti locali; vanno valorizzate le esperienze e le competenze maturate nei CTP della scuola statale. Alla fine dei corsi deve essere rilasciata la relativa certificazione che permetta anche una costruzione modulare della formazione 150 ore da inserire nei contratti di lavoro: l apprendimento della lingua è elemento fondamentale anche per ridurre il numero degli incidenti sul lavoro che la frequenza dei corsi dia automaticamente diritto al permesso di soggiorno. 5
6 Scuola dell infanzia Chiediamo che vengano ricontrattati i parametri di attribuzione delle sezioni per le scuole dell infanzia che ospitano una quantità di alunni neo-immigrati superiore al 40% del numero di alunni totale; Corsi di intercultura rivolto a tutti i genitori dei bambini (italiani e stranieri) Mediatori linguistici e\o culturali Si propone la Creazione di un albo dei mediatori linguistici e\o culturali territoriali (per distretti) a cui le singole scuole possono fare riferimento. La loro opera all interno della scuola o nel rapporto scuola/famiglia, non può ricadere economicamente sui bilanci del singolo istituto, a meno che non venga istituito e finanziato, da parte del Ministero della Pubblica Istruzione o degli EE.LL., un apposito capitolo di bilancio per far fronte alla predetta spesa. Roma, 3 marzo
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