LO SVILUPPO SOSTENIBILE DEI TERRITORI MONTANI. Buone pratiche ed esempi pilota. Contributo di Luigi CORTESE
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1 LO SVILUPPO SOSTENIBILE DEI TERRITORI MONTANI Buone pratiche ed esempi pilota Contributo di Luigi CORTESE Saint-Vincent, 9 dicembre 2005
2 La montagna è una dimensione di sfida, invenzione, sperimentazione E un contesto dove è facile raggiungere i limiti, dove la sostenibilità è una necessità che si sperimenta quotidianamente
3 A fronte delle criticità emergenti nelle scelte di sviluppo locale Clima - Ambiente Risorse umane Società Economia Mercato Cultura - Politica è importante utilizzare i nuovi strumenti per lo sviluppo sostenibile Governance progettare attraverso l informazione e la partecipazione Governo Management gestire con competenza e professionalità Controllo e valutazione - Indicatori - saper misurare i risultati e i benefici prodotti
4 Le strategie di sviluppo sostenibile appartengono alla scala regionale ESEMPI DI PIANIFICAZIONE SOSTENIBILE PTP Programmi di Sviluppo Turistico PIANI DI SETTORE PCT Plan de Coordination Territoriale Valais Vallée d Aoste Piano delle acque Piano dei Parchi e delle Riserve Regionali Piano rifiuti Piano di Bacino di Traffico (sistema dei trasporti)
5 Programmi e progetti sono frammentati in diversi filoni e ambiti tematici ESEMPI DI PROGRAMMI E PROGETTI INTERREG La Montagne de l Homme Refuges SITRALP Leader + PIT Grand Combin PTO Espace Enfants Progetti locali PSL Fontainemore Agenda 21 Aosta
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7 QUALI INSEGNAMENTI? CHE MODELLI ADOTTARE? COME DEFINIRE STRATEGIE EFFICACI SUL LUNGO PERIODO? COME TRADURRE LE TEORIE IN AZIONI CONCRETE? 1. Lo sviluppo sostenibile non è un progetto. E un processo permanente e dinamico, in continua evoluzione 2. Lo spirito non può essere quello di un semplice ADEGUARSI ALLE NORME e ai regolamenti 3. Le direttrici dello sviluppo locale sono spesso indotte da fattori esterni, non trascurare la pressione dell ECONOMIA GLOBALE 4. Si deve sempre avere presente la limitatezza delle risorse UMANE e MATERIALI
8 PROGETTARE SUL TERRENO 1. ANALISI AFFIDABILE. Non accontentarsi di una conoscenza a sentimento. Diffidare dei numeri generici e statistici 2. APPLICABILITA DEL MODELLO. Attenzione alle chimere come il modello anni 70 delle stazioni turistiche integrate 3. RISORSE SUFFICIENTI. Chi paga? Spesso la risposta è semplicistica 4. GESTIONE PERMANENTE. Lo sviluppo sostenibile di una comunità locale non può essere lasciato a stesso. Dopo l entusiasmo della fase di avvio si devono chiaramente definire compiti e responsabilità 5. RISCONTRO Valutazione degli effetti. Non sono sufficienti le simulazioni a tavolino. Si devono ascoltare le opinioni locali per misurare gli impatti del progetto
9 UN OBIETTIVO PRIORITARIO COSTRUIRE UN MODELLO PRATICABILE DI SVILUPPO SOSTENIBILE Far riconoscere la specificità della montagna nelle leggi e nelle procedure amministrative Motivare la popolazione a reinvestire nel territorio e nelle reti locali Dare maggiore spazio alla formazione ed alla creazione di idee Innovare le forme e il funzionamento delle imprese locali Puntare a risultati concreti nei processi e nell organizzazione (per esempio adattare le certificazioni ambientali alle specificità alpine) Agire sulle leve della spesa pubblica
10 UN INDICAZIONE DI PERCORSO PER LA VALLE D AOSTA : METTERE AL CENTRO LA CULTURA DELLA MONTAGNA 1. NATURA E TRADIZIONE. L ECCEZIONALITA DEI LUOGHI 2. MANTENERE VIVA LA SPINTA DELL IDENTITA CULTURALE 3. AIUTARE CIASCUNO AD ASSUMERE IL PROPRIO RUOLO ALL INTERNO DELLA COMUNITA LOCALE 4. NON NASCONDERE A CHI VUOLE CONOSCERCI LE DIFFICOLTA E LE DEBOLEZZE DELLA MONTAGNA 5. INTEGRARE L APPORTO CULTURALE DEI NUOVI ABITANTI
11 Non ci sono ricette o modelli standard per lo sviluppo sostenibile di una comunità locale La pratica ci pone davanti a situazioni e criticità che non sono prese in conto dai modelli teorici CONFLITTUALITÁ AUTARCHIA DIFFIDENZA BASSO PROFILO APPROSSIMAZIONE Competitività al negativo Facciamo noi.. Chissa perché Sono cose da esperti Abbiamo sempre fatto così
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