SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA

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1 (Allegato 1) SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: ASSOCIAZIONE COMUNITÀ PAPA GIOVANNI XXIII 2) Codice di accreditamento: NZ ) Albo e classe di iscrizione: ALBO NAZIONALE 1 a CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: CAMMINI-AMO INSIEME 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: ASSISTENZA - Area: DISABILI - Cod. A06 6) Descrizione dell area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: DESCRIZIONE DEL PROGETTO Il progetto CAMMINI-AMO INSIEME interessa le province di Frosinone e Latina, con sede nei comuni di Anagni, Morolo e Sabaudia. Il suo intervento è in favore dei genitori e dei loro figli diversamente abili, disabili psichici, residenti nel territorio delle due province, inclusi i disabili accolti nelle tre strutture residenziali, Casa Famiglia San Francesco, Pronta Accoglienza Santa Maria della Gioia e Casa di Accoglienza e Fraternità Madonna del Rosario, sedi del progetto. Le azioni previste intendono favorire percorsi di sollievo e sostegno alle famiglie dei disabili alleggerendo il loro carico assistenziale e fortificandole. Svilupperà reti di solidarietà sociale

2 sul territorio a supporto dei bisogni quotidiani del disabile favorendone l autonomia e l indipendenza. CONTESTO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Il contesto territoriale di riferimento del progetto Cammini-amo insieme comprende le province di Frosinone e Latina, che contano rispettivamente abitanti (maschi: ; femmine ) e (maschi: ; femmine ) (fonte: ISTAT 01/01/2013). Il progetto verrà realizzato in particolare nei comuni di Anagni e Morolo (provincia di Frosinone) e Sabaudia (provincia di Latina) dove sono ubicate le strutture residenziali sedi del progetto medesimo. Terza regione italiana per popolazione, dopo la Lombardia e la Campania, al 1 gennaio 2013 la regione Lazio registra residenti, segnando con un calo complessivo rispetto al 2011 di circa unità. Una contrazione che riguarda proporzionalmente tutte le provincie della regione. Per quanto riguarda i residenti di cittadinanza straniera, essi rappresentano l 8% della popolazione regionale con i suoi abitanti. Sul fronte longevità, si sottolinea il progressivo invecchiamento della popolazione: gli over64 nel Lazio nel 2013 hanno infatti raggiunto unità, in crescita di oltre 2,5 punti percentuali in dieci anni. A livello provinciale Frosinone presenta over64, quasi 3000 in più rispetto al 2011, Latina invece raggiunge i ( rispetto al 2011)over64. CONTESTO SETTORIALE e DESCRIZIONE DEL BISOGNO GENERALE Sono circa i cittadini con disabilità fisiche, sensoriali e psichiche che si rivolgono ogni anno alle strutture del sistema socio-assistenziale del Lazio (Fonte: Assessorato alle politiche sociali Regione Lazio 2011). Da una indagine Eurispes risulta che circa il 60% dei portatori di handicap della regione si concentra nella capitale Roma, seguita dalla provincia di Frosinone, con il 14% dei disabili della regione e da Latina, con il 13%. Le caratteristiche di questo specifico segmento di popolazione con disabilità mostrano che circa la metà ha un età superiore a 60 anni, la maggioranza ha un livello basso del grado di istruzione (circa l 80% ha ottenuto soltanto il titolo di studio elementare) e soltanto un disabile su 5 è inserito a pieno titolo nel mondo del lavoro. La Regione Lazio è impegnata da diversi anni nel rispondere ai bisogni delle persone disabili attraverso interventi volti a migliorare l accessibilità ai servizi ed alle strutture, al mondo del lavoro ed alle nuove tecnologie e ad offrire assistenza diretta ai disabili ed alle famiglie che si prendono cura di loro. Con questi interventi si impegna a rendere effettiva la legge n. 18 del 03/03/2009 che recepisce la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. L impegno della Regione Lazio risulta estremamente significativo in modo particolare sul versante dell assistenza, mentre sul fronte delle politiche attive sulla disabilità, che favoriscano l integrazione e l inclusione sociale c è ancora un ampio margine di possibilità.

3 Infatti e nonostante gli impegni i disabili nella regione Lazio, come in gran parte dell Italia, ad oggi sono ancora uno dei gruppi sociali più emarginati dalla società con difficoltà di accesso all istruzione, alla formazione, al mercato del lavoro e al tempo libero. L integrazione effettiva dei disabili nella società civile infatti è ancora molto lontana, alimentata dall ignoranza e dall atteggiamento spesso indifferente e incurante della società che contribuisce ad aumentare le barriere sociali e limitare la partecipazione dei disabili alla vita collettiva (fonte: Istat 2009). Interessante su questo fronte è stata la realizzazione di programmi televisivi che hanno visto protagonisti giovani con disabilità impegnati in attività lavorative, senza pietismi e con la necessità di gestire tutte le dinamiche che ne conseguono. Per la prima volta in Italia la televisione affronta il tema della disabilità con l obiettivo di mostrare un autentica possibilità d integrazione lavorativa e contribuisce al superamento di alcuni stereotipi consolidati. Nel Lazio, come in gran parte dell Italia, la cura e l assistenza dei disabili è prevalentemente in carico della famiglia e sono proprio queste ultime ad essere maggiormente impegnate e preoccupate dell inserimento sociale e dell integrazione dei propri familiari, anche nell ottica del Dopo di noi. Infatti il progressivo invecchiamento della popolazione nella Regione Lazio, che interessa anche le province di Latina e Frosinone, è fonte di sofferenza ed ansia soprattutto per i genitori dei figli disabili i quali invecchiando non potranno più prendersi cura dei loro figli. La costante riduzione dei fondi nazionali destinati a persone non autosufficienti o che rimangono soli, così come i tagli che molte regioni sono costrette ad operare in questo settore, gettano le famiglie nello sconforto e nella preoccupazione e hanno dato vita a vibranti proteste di piazza da parte delle stesse persone con disabilità. A questo si aggiungano gli effetti collaterali della battaglia portata avanti negli ultimi periodi contro i cosiddetti falsi invalidi. Se questi vanno sanzionati con fermezza, il messaggio che è passato all opinione pubblica, in particolare grazie alla stampa, è spesso stato quello che tutta la categoria dei disabili fosse quasi un gruppo privilegiato che vive sulle spalle dello stato. Con la beffa ulteriore dei notevoli problemi legati alle ulteriori visite di accertamento richieste anche alle tante persone che presentano disabilità gravi, certificate e non reversibili, ormai da molti anni. Questa situazione non ha di certo contribuito a creare un clima positivo e una sensazione generale di sostegno e accompagnamento, al contrario ha portato ad incrementare il malcontento generale e le sofferenze dei familiari dei disabili che rimangono soli ad occuparsi dei loro figli. Il Piano di Zona più recente della provincia di Frosinone, distretto socio-assistenziale A, dove è incluso il comune di Anagni, ha individuato il quadro territoriale dei bisogni del distretto. Il piano evidenzia una situazione territoriale di emergenza disabilità, che richiede interventi ad ampio raggio finalizzati al dopo di noi ed individua le seguenti criticità in materia di disabilità: - difficoltà nell accudimento e nell assistenza continua del disabile a partire dai familiari; - difficoltà di inserimento occupazionale/lavorativo a scopo riabilitativo e di prevenzione dell acutizzarsi del disagio, soprattutto nel caso di giovani adulti con

4 patologie psico-fisiche lievi; - carenza di strutture residenziali per il dopo di noi ; - carenza di centri diurni a scopo riabilitativo; - mancanza di strutture ricreative, culturali, ludico sportive e di tempo libero, volte all integrazione ed alla prevenzione dello stato di isolamento ed emarginazione. Anche il piano di zona del distretto socio-assistenziale B del frusinate, in cui rientra il comune di Morolo, riconoscendo che gli standard di assistenza assicurati danno una risposta articolata ai bisogni dei cittadini disabili residenti, mette in evidenza come la copertura delle esigenze espresse non sia completamente soddisfacente in particolare rispetto ad: - accesso ai servizi, lunghe liste d attesa; - carenza di servizi domiciliari, di aiuto personale; - scarsità di spazi educativi e socializzanti; - servizi di sollievo per le famiglie eventualmente facilitando il ricorso all assistenza privata. A fronte di queste necessità la provincia ha stabilito diversi obiettivi strategici da raggiungere nell area disabilità fra i quali la realizzazione di attività ricreative rese in favore dei disabili quale intervento volto a favorire da una parte processi di integrazione e significativo utilizzo di tempo libero, dall altro quale attività di supporto in favore delle famiglie con carichi assistenziali elevati come l organizzazione di soggiorni, gite e week-end sociali ecc. Dal punto di vista lavorativo l obiettivo che la provincia vuole raggiungere è quello di stimolare opportunità di inserimenti lavorativi attraverso percorsi predisposti e realizzati in collaborazione con la rete territoriale. Per quanto riguarda la provincia di Latina, il Piano di Zona 2012 del Distretto Sanitario 1, comprensivo del comune di Sabaudia, sottolinea l importanza di integrare i servizi sanitari con quelli rivolti alle esigenze sociali delle persone disabili ed al loro contesto familiare. Gli obiettivi dell area disabili per questo distretto sono volti a promuovere l effettiva opportunità di integrazione per tutti i disabili e si propone di raggiungere i seguenti obiettivi: - sostenere e sviluppare l autonomia e le capacità possibili delle persone non autosufficienti; - creare condizioni di pari opportunità; - sostenere e sollevare le famiglie che sopportano, spesso da sole, tutto l onere della disabilità. Fra i bisogni e le criticità del Distretto Sanitario 1 nell area disabili vi è la necessità di promuovere la creazione e costruzione di reti di solidarietà perché è sempre più pressante la richiesta di sostegno all assistenza domiciliare e quella per i caregiver familiare unitamente a richieste di attività educative e ricreative di sollievo, quali i soggiorni estivi e week-end, per alleggerire le famiglie (fonte: Piano Sociale Distretto Socio Sanitario 1 AUSL Latina). Quello del dopo di noi rimane un tema particolarmente sentito dalle famiglie. In un un indagine del 2011 condotta dall Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII nelle province di Frosinone e Latina, questo è un problema sentito come angosciante dal 75% delle famiglie con un disabile. A pesare è ovviamente l incertezza e la sfiducia nelle istituzioni che non riescono a rendere stabili le garanzie dell offerta di servizi a lungo termine.

5 Altri due aspetti che emergono dall indagine sono la ridotta possibilità di relazioni esterne alla cerchia familiare, principalmente a causa degli scarsi spazi di inserimento sociale e lavorativo disponibile, e la carenza di una rete di solidarietà che possa sollevare le famiglie dall accudimento quotidiano del congiunto disabile. L Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII opera nel territorio delle province di Frosinone dal 1996 e Latina dal 2000 attraverso l intervento di strutture familiari di tipo residenziale, Case Famiglia. L associazione attraverso le strutture sedi del progetto è impegnata nel campo della disabilità sia attraverso il servizio accoglienza residenziale disabili che attraverso il sostegno continuo alle famiglie con figli disabili. Insieme ai disabili ed alle famiglie l associazione lotta per il riconoscimento dei diritti ed il raggiungimento dell effettiva integrazione dei disabili nella società civile. Le tre strutture residenziali rappresentano, per il territorio locale, un punto di riferimento importante soprattutto per le famiglie che hanno bisogno di aiuto e supporto nella lotta alla promozione dell inclusione dei disabili nella società civile. Le Case Famiglia coinvolte nel progetto sono inserite nel contesto territoriale e sono riconosciute dall AUSL delle due province. Di seguito riportiamo la situazione sintetica delle utenze al 31/12/2013: Accolto/ Utente Età Adulto 20 Provenienza geografica Provincia di Napoli Adulto 23 Romania Provincia di Adulto 98 Frosinone Provincia di Adulto 32 Napoli Adulto Adulto 20 Ucraina 22 Ucraina Adulto 52 Ucraina Provincia di Adulto 37 Latina Provincia di Adulto 30 Latina Provincia di Adulto 23 Napoli Provincia di Adulto 38 Frosinone Disturbo accertato Disturbi del comportamento e di personalità Disabilità psichica lieve e disagio sociale Disabile psicofisica Ritardo mentale lieve Disabilità psichica: disturbo bipolare Disturbi del comportamento Disagio psichico e sociale Ritardo mentale lieve Disturbi di personalità da maltrattamenti e abuso Ritardo mentale lieve Disabilità psicofisica grave

6 Minore 12 Provincia di Latina Disabilità media Fonte: Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII Grazie all esperienza pluriennale nel settore della disabilità, le Case Famiglia rappresentano oggi un punto di riferimento importante per le famiglie dei disabili accolti ma anche per famiglie con figli disabili presenti nel territorio con le quali si incontra periodicamente per parlare delle difficoltà quotidiane e per aiutarle ad affrontare problemi e superare ostacoli. Nel corso del 2013 l associazione ha osservato un aumento del numero di richieste di partecipazione agli incontri, aumento che è stato progressivo nel corso degli anni in entrambe le province: Territorio Provincia di Frosinone Provincia di Latina Totale Oltre a questo incremento, l associazione ha raccolto ed analizzato le diverse istanze provenienti dalle famiglie provando ad individuare i bisogni ed i disagi più emergenti sul tema della disabilità. Qui di seguito riassumiamo in poche voci i bisogni identificati e le richieste pervenute dalle famiglie a seguito di confronti e discussioni. Provincia di Frosinone: BISOGNI IDENTIFICATI % di famiglie Sostegno emotivo, bisogno di confronto, bisogno di 88% parlare con altre famiglie Supporto psicologico individuale e di coppia 89% Informazioni adeguate sui diritti, servizi ed 43% opportunità del territorio e sostegno nell espletamento di pratiche Difficoltà nell assistenza continua e quotidiana del 56% disabile Difficoltà di inserimento del disabile in attività 83% formative e lavorative stabili e continuative nel tempo, inclusi centri diurni a scopo riabilitativo Difficoltà di inserimento stabile del disabile in 86% gruppi e/o strutture ricreative, culturali, ludicosportive e del tempo libero volte all integrazione ed alla prevenzione dello stato di isolamento ed emarginazione Necessità di avere del tempo libero per la coppia, 79% per il genitore singolo e per gli altri membri della famiglia Bisogno di recuperare le energie fisiche, psichiche 66% e relazionali Bisogno di garantire una continuità affettiva dei 52%

7 Provincia di Latina: disabili al di fuori dell ambito familiare Richieste di sollievo in generale 93% Potenziamento dell autonomia e delle capacità 78% residue dei disabili al fine di organizzare in modo autonomo la propria vita in assenza dei genitori BISOGNI IDENTIFICATI % di famiglie Sostegno emotivo, bisogno di confronto, bisogno di 86% parlare con altre famiglie Supporto psicologico familiare e di coppia 90% Informazioni adeguate sui diritti, servizi ed 48% opportunità del territorio e sostegno nell espletamento di pratiche Necessità di assistenza domiciliare e sostegno alle 73% famiglie Difficoltà di inserimento del disabile in attività 78% formative e lavorative stabili e continuative nel tempo, inclusi centri diurni a scopo riabilitativo Necessità di inserimento del disabile in gruppi di 84% socializzazione, educativi e ricreativi nel tempo libero Necessità di avere del tempo libero per la coppia, 76% per il genitore singolo e per gli altri membri della famiglia Bisogno di recuperare le energie fisiche, psichiche 64% e relazionali Bisogno di garantire una continuità affettiva dei 52% disabili al di fuori dell ambito familiare Richieste di sollievo (soprattutto nei week-end) 87% Potenziamento dell autonomia e delle capacità 82% residue dei disabili al fine di organizzare in modo autonomo la propria vita in assenza dei genitori Dall analisi di questi dati emerge un bisogno emergente e piuttosto elevato di interventi che mirino in generale al sollievo ed attività di supporto e sostegno per le famiglie. Sono queste ultime infatti che sopportano quasi esclusivamente il carico di disabilità dei figli e, col passare del tempo, lo vivono con pesantezza, in solitudine e spesso con una forte sensazione di inadeguatezza. L ansia e la preoccupazione per il futuro dei propri figli emerge dalla difficoltà nel trovare percorsi continuativi sia d inserimento lavorativo/educativo/riabilitativo che d integrazione in gruppi di socializzazione e reti di solidarietà che garantiscano stabilità affettiva ed emotiva ed assistenza quando il disabile si troverà solo ad affrontare la vita. La ricerca di altre persone, Altri significativi esterni alla famiglia ed il potenziamento dell autonomia e delle capacità residue è molto importante per garantire un futuro di semi-autonomia ai figli disabili. Nel corso del 2013, l associazione ha svolto le seguenti attività con le famiglie dei disabili (gli interventi nelle due province sono stati sommati):

8 - Incontri di mutuo-aiuto tra famigliari: 2 volte ogni tre mesi - Accompagnamenti nell espletamento di pratiche burocratiche: 9; - Colloqui individuali con i genitori: in media una volta al mese; - Accompagnamento e sostegno ai colloqui con i servizi sociali: 3 volte all anno; - Accompagnamenti negli uffici di collocamento: 10 famiglie con disabili; - Visite e colloqui in centri diurni: 4 centri; - Incontri con gruppi parrocchiali: 5 famiglie e disabili; - Visite e colloqui con associazioni sportive: 4 associazioni contattate; - Organizzazione di uscite di gruppo: 3 all anno; - Sostegno alle famiglie negli accompagnamenti a terapie riabilitative e terapeutiche, visite specialistiche e controlli: attività con 6 ragazzi; - Partecipazione di alcuni disabili in uscite domenicali con il gruppo giovani dell Associazione Papa Giovanni XXIII: 2 domeniche; - Organizzazione di un laboratorio ricreativo e manuale; Questi interventi sono stati sostenuti grazie al supporto degli operatori delle Case Famiglia sedi del progetto e dal Servizio Handicap dell associazione Papa Giovanni XXIII. Tali interventi non hanno una periodicità stabile in quanto parzialmente condizionati all impegno, e al relativo tempo disponibile, degli operatori che sono presenti all interno delle tre strutture residenziali. INDIVIDUAZIONE DEL BISOGNO SPECIFICO Alla luce dei bisogni generali emersi dal contesto e dell'intervento specifico condotto attraverso le strutture sedi di attuazione del progetto, l'ente intende rispondere ai seguenti bisogni specifici. BISOGNI SPECIFICI Presenza di un numero rilevante di famiglie con figli disabili che soffrono il peso dell attività di assistenza e cura e richiedono interventi di sollievo ed attività di supporto e solidarietà nella provincia di Frosinone e Latina. IDENTIFICAZIONE DEI DESTINATARI DEL PROGETTO Il progetto si rivolge ai genitori ed ai loro figli disabili residenti nella provincia di Frosinone e Latina, compresi i 12 disabili accolti nelle tre Case Famiglia sedi del progetto. In particolare: - 36 disabili tra giovani e adulti residenti nelle province di Frosinone e Latina. Gli utenti presentano problemi e disagi psico-fisici medio/gravi o lievi, la maggior parte dei quali ha bisogno di un costante supporto da parte dei genitori o degli operatori oltre a continui stimoli ed incoraggiamenti per mantenere le capacità residue; sono inclusi i 12 disabili accolti nelle Case Famiglia, 5 dei quali hanno genitori; - 48 genitori (tra papà e/o mamma) di figli disabili in difficoltà che hanno chiesto interventi di sollievo ed attività di supporto volti ad alleggerire il sovraccarico. INDIVIDUAZIONE/IDENTIFICAZIONE/DESCRIZIONE DEI BENEFICIARI I beneficiari che il progetto andrà a raggiungere sono molteplici: gli altri familiari, fratelli/sorelle dei disabili e altri parenti beneficeranno dagli interventi realizzati; i servizi sociali territoriali, soprattutto l ASL di Frosinone (Distretto Socio- Assistenziale A) e Latina (Distretto Sanitario 1), trarranno beneficio dalle attività del

9 progetto sia per l assistenza ai disabili che per il supporto alle famiglie migliorando le la propria funzione di tutela e protezione delle persone più vulnerabili; i comuni di Anagni e Sabaudia potranno usufruire dei servizi offerti dal progetto e trarre spunto per azioni future assolvendo a pieno titolo alla loro funzione di cittadinanza attiva; le province di Frosinone e Latina, alle quali il progetto può fornire strumenti per una comprensione e una risposta positiva al disagio; la diocesi di Anagni-Alatri, in particolare le Parrocchie Santa Maria Assunta di Morolo, San Giovanni, San Francesco d Assisi, e le Parrocchie di Sabaudia, Nostra Signora di Fatima e San Donato Vescovo e Martire essendo luoghi di incontro e socializzazione già sperimentati dall Ente beneficeranno dalla ricchezza della diversità aumentando il senso di solidarietà e di comunità; le società sportive ed i loro clienti, in particolare la Polisportiva Nuova Era, le Acli Unione Sportiva, Associazione sportiva dilettantistica GOING nella provincia di Latina, l Associazione Sportiva Dilettantistica Tiziano Ciotti ad Anagni e Park Club Associazione Sportiva a Frosinone beneficeranno dall integrazione dei diversamente abili promuovendo lo sport per tutti; le associazioni del territorio quali AGESCI, CARITAS, AS.FOR.D.D. Associazione Culturale Senza Frontiere ed altri enti che lavorano nel volontariato potranno beneficiare dall inserimento delle persone disabili nelle loro attività promuovendo una società inclusiva per tutti; i Centri per l Impiego di Frosinone e Latina, assolveranno a pieno alla loro funzione di inserimento dei lavoratori in cerca di occupazione e collocamento obbligatorio del disabile; DOMANDA DI SERVIZI ANALOGHI Le domande di servizi analoghi che emergono dal territorio rispetto a questa fascia sociale sono: - la messa in rete di servizi ed esperienze sulla disabilità dal mondo della scuola, del lavoro, e del tempo libero con i servizi offerti dall ente pubblico; - la necessità di garantire un servizio informativo e di orientamento di qualità in tema di disabilità; - il bisogno di creare reti di solidarietà e gruppi di mutuo-aiuto per i genitori di figli disabili; - la necessità di approfondire e valorizzare le attività dei centri diurni e dei laboratori protetti ed il loro collegamento con altre risorse del territorio in primis i centri per l impiego; - l urgenza di aumentare l offerta di posti in strutture residenziali a dimensione familiare (case famiglia, piccole comunità) fortemente integrate con le opportunità sociali, lavorative ed occupazionali del territorio, soprattutto per disabili soli e/o che vivono con genitori anziani; - l esigenza di aumentare interventi pubblici sul territorio per accrescere la sensibilità in tema di disabilità, esclusione e stigma. OFFERTA DI SERVIZI ANALOGHI Le Province di Frosinone e Latina segnalano diverse strutture e servizi a favore di disabili adulti offerti dal territorio che riportiamo come segue (Fonte: Guida alle strutture e ai servizi sociali della Provincia di Frosinone e di Latina Assessorato alle Politiche Sociali Regione Lazio):

10 - Provincia di Frosinone SERVIZI OFFERTI NUMERO UBICAZIONE Comunità alloggio per adulti con disabilità 2 Alatri Atina Centri diurno per adulti con disabilità (sono inclusi centri socio-educativi e centri socio-riabilitativi) 9 Alatri Anagni Piglio Ceccano Pofi Frosinone Veroli Monte San Giovanni Campano Cassino Piedimonte San Formazione, orientamento, inserimento ed integrazione lavorativa Germano 32 Alatri Acuto Anagni Fiuggi Guarcino Piglio Sgurgola Trevi nel Lazio Vico nel Lazio Amaseno Pastena Boville Ernica Veroli Ceccano Villa Santo Stefano Ferentino Arce Arpino Atina Monte San Giovanni Campano Colfelice Picinisco Fontechiari Santopadre Isola del Liri Sora Pontecorvo San Vittore del Lazio Aquino Viticuso Cervaro Villa Santa Lucia Servizi per la vacanza 5 Anagni

11 Casa famiglia per adulti con disabilità Struttura semiresidenziale per adulti con disabilità Boville Ernica Ceccano Fumone Arpino 2 Ceccano Anagni 6 Ferentino Arpino Alvito Sora Pontecorvo Cassino - Provincia di Latina SERVIZI OFFERTI NUMERO UBICAZIONE Comunità alloggio per adulti con disabilità 6 Cori Formia Gaeta Sabaudia Latina Sonnino Centri diurno per adulti con disabilità (sono inclusi centri socio-educativi e centri socio-riabilitativi) Formazione, orientamento, inserimento ed integrazione lavorativa 18 Cisterna di Latina Aprilia Formia Minturno Ponza Castelforte Gaeta Itri Latina Norma Mugilla Pontinia Casal delle Palme Sabaudia Priverno 21 Aprilia Rocca Massima Cisterna di Latina Castelforte Itri Formia Minturno Gaeta Spigno Saturnia Sabaudia Pontinia Maenza Roccagorga Campodimele

12 Lenola Fondi Monte San Biagio San Felice Circeo Terracina Sperlonga Servizi per la vacanza 2 Latina Priverno Casa famiglia per adulti con disabilità 3 Terracina Sabaudia Struttura semiresidenziale per adulti con disabilità 2 Monte San Biagio Fondi Assistenza domiciliare 2 Sermoneta Fondi Trasporto sociale 6 Aprilia Itri Formia Fondi Sperlonga Attività ricreative, culturali e di socializzazione San Felice Circeo 1 Latina Come possiamo notare, il numero di comunità alloggio e centri diurni o semiresidenziali non sono così numerosi se consideriamo tutto il territorio provinciale. Numerosi invece sono i servizi di formazione, orientamento, inserimento ed integrazione lavorativa; praticamente esiste un centro per l impiego per ogni comune. Sebbene questi uffici sono indicati nella Guida alle strutture e ai servizi sociali, non si tiene conto del fatto che i disabili da soli non vanno a cercarsi un lavoro. Sono i genitori ad occuparsi sia di questo aspetto, sia della formazione che del loro inserimento lavorativo. Manca infatti un servizio di accompagnamento che segua il disabile in tutti i passaggi che comporta l inserimento lavorativo. I servizi per la vacanza organizzano campeggi estivi per disabili soprattutto fisici. Molti di questi campeggi prevedono la presenza continua e costante di un accompagnatore, che nella maggior parte dei casi è il genitore. Questo fa sì che l esigenza di sollievo e supporto non venga soddisfatta, poiché anche il genitore ha il bisogno di prendersi del tempo per sé ed il resto della famiglia per ricaricare le energie psico-fisiche. Per quanto riguarda i servizi alle famiglie in entrambe le province sono presenti consultori familiari e sportelli di ascolto, questi servizi però sono destinati prevalentemente a famiglie con minori e non a famiglie con adulti disabili. Dei bisogni dei disabili adulti e delle loro famiglie sono prevalentemente le associazioni di volontari e gruppi spontanei di genitori che se ne occupano. Le associazioni più importanti che operano in questo settore sono le seguenti: - associazione LA RETE : è un associazione dei genitori con figli diversamente abili che opera dal 2000 a Latina. Gli obiettivi primari sono l assistenza, l educazione, l integrazione ed il sostegno psicologico dei genitori e dei figli disabili; - ANFFAS Associazione Nazione Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale: è una grande associazione di genitori, familiari ed amici di persone con disabilità che opera su tutto il territorio nazionale. Ha sede in entrambe le province in particolare nel comune di Cisterna di Latina (LT) e Alatri (FR);

13 - Mondolis Ass.Naz. Tutela Sordi, Famiglie, Docenti ed Interpreti Lis (Latina): associazione che assiste sordi e le loro famiglie; - Associazione Famiglie Handicappati del Cassinate (FR): associazione che si occupa del supporto psicologico delle famiglie con figli disabili; - Associazione di Volontariato Alatriviva (LT): organizza attività sociali e campi estivi con i disabili; - Associazione La Famiglia (FR): svolge attività di animazione per bambini e giovani (18-29) disabili; sostegno psicologico e attività di ascolto per le famiglie; - Associazione Aurora (FR): svolge attività di sostegno e di animazione per disabili intellettivi in strutture; - AFAS - Associazione dei Fanciulli e Adulti Subnormali (FR): svolge attività di sostegno e accompagnamento ed attività di animazione in strutture per disabili e sostegno psicologico alle famiglie. Purtroppo le associazioni, pur in buon numero, non riescono a soddisfare il fabbisogno territoriale e a realizzare tutti gli interventi richiesti. INDICATORI UTILIZZATI PER MISURARE IL CONTESTO 1. Numero di colloqui con le famiglie ed incontri di sostegno e mutuo-aiuto realizzati; 2. Numero di interventi di sollievo ed attività di sostegno conseguite; 3. Numero di inserimenti dei disabili in attività esterne: gruppi sportivi, culturali, ludico-ricreativi e d inserimento socio-educativo e/o lavorativo. 7) Obiettivi del progetto:

14 BISOGNO SPECIFICO DEL CONTESTO Presenza di un numero rilevante di famiglie con figli disabili che soffrono il peso dell attività di assistenza e cura e richiedono interventi di sollievo ed attività di supporto e solidarietà nella provincia di Frosinone e Latina. OBIETTIVO SPECIFICO Supportare il mantenimento delle capacità residue per 36 disabili del territorio e utenti delle strutture e favorire percorsi di sollievo e sostegno per 48 persone con familiari disabili a carico, promuovendo il consolidamento di reti di solidarietà sociale INDICATORI DAL CONTESTO DI RISULTATO RISULTATI ATTESI - Numero di colloqui con le famiglie ed incontri di sostegno e mutuo-aiuto realizzati; - Formazione di 3 gruppi di sostegno e mutuoaiuto con i genitori dei disabili; - Almeno 40 genitori dei disabili più consapevoli della propria situazione e incremento delle loro competenze psicologiche e delle abilità di gestione delle dinamiche famigliari; - Numero di interventi di sollievo ed attività di sostegno conseguite; Numero di inserimenti dei disabili in attività esterne: gruppi sportivi, culturali, ludico-ricreativi e d inserimento socioeducativo e/o lavorativo. - Aumento del 40% degli interventi di sollievo e delle attività di sostegno del disabile; - Aumento del 60% dei contatti e delle relazioni col tessuto sociale sia per attività di socializzazione (gruppi sportivi, culturali, ludicoricreativi) che d inserimento socioeducativo e/o lavorativo. - Supportate almeno 20 famiglie nelle attività quotidiane e nella gestione del tempo libero dei figli disabili; - Inserimento di almeno il 30% dei destinatari in gruppi di socializzazione (gruppi sportivi, culturali, ludico-ricreativi) ed in organizzazioni lavorative (es. cooperative sociali di tipo A, B, Centri Diurni socio-riabilitativi, aziende ed enti commerciali).

15 8) Descrizione del progetto e tipologia dell intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo: 8.1 Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi LA FASE DI IDEAZIONE DEL PROGETTO Il progetto Cammini-amo insieme è stato ideato in seguito a riunioni realizzate nel periodo temporale compreso tra gennaio e maggio In particolare si sono svolte le seguenti attività: - incontro preliminare coi responsabili di tutte le strutture dell ente operanti nella regione Lazio; - incontro preliminare coi responsabili delle strutture e la sede centrale di gestione del servizio civile nazionale per fissare le linee operative e programmare le attività; - incontri di coordinamento con il Servizio Handicap dell ente; - mappatura dei bisogni del territorio attraverso contatti coi Servizi Sociali delle province di Frosinone e Latina; - consultazione del Programma Operativo Regione Lazio ; - contatti con l Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia di Frosinone e con l Assessorato Promozione Culturale, Beni Archeologici, storici e monumentali Politiche Sociali per la famiglia e l immigrazione della provincia di Latina; - contatti con gli osservatori provinciali per le politiche sociali; - contatti e consultazioni con i Centri Diurni socio-riabilitativi e le cooperative sociali del territorio comunale di Anagni e Sabaudia; - individuazione delle sedi del progetto e degli obiettivi specifici; - verifica delle risorse umane, materiali e strumentali a disposizione e fonti di finanziamento; - definizione delle attività da realizzare; BISOGNO SPECIFICO DEL CONTESTO Presenza di un numero rilevante di famiglie con figli disabili che soffrono il peso dell attività di assistenza e cura e richiedono interventi di sollievo ed attività di supporto e solidarietà nella provincia di Frosinone e Latina. OBIETTIVO SPECIFICO Supportare il mantenimento delle capacità residue per 36 disabili del territorio e utenti delle strutture e favorire percorsi di sollievo e sostegno per 48 persone con familiari disabili a carico, promuovendo il consolidamento di reti di solidarietà sociale AZIONI Attività MESI AZIONE 0 ATTIVITA PREPARATORIE AZIONE 1: VALUTAZIONE DELLE DINAMICHE FAMILIARI ED ANALISI DEI BISOGNI 1.1. Osservazione e valutazione delle relazioni familiari e misurazione della vulnerabilità 1.2. Analisi delle richieste e

16 dei bisogni di ogni nucleo familiare 1.3. Programmazione degli interventi da realizzare AZIONE 2 RINFORZO PSICOLOGICO DELLE FAMIGLIE 2.1. Attivazione di un servizio di ascolto e gruppi di mutuo-aiuto 2.2. Consulenza psicologica individuale e/o di coppia 2.3. Organizzazione di momenti ludici di gruppo AZIONE 3 INTERVENTI DI SOLLIEVO E SUPPORTO PER LE FAMIGLIE E SVILUPPO DI RETI DI SOLIDARIETA SOCIALE 3.1. Servizi di trasporto ed accompagnamento 3.2. Formazione di reti di sostegno e solidarietà sociale AZIONE 4 POTENZIAMENTO DELLE AUTONOMIE PERSONALI DEL DISABILE 4.1. Revisione delle abilità cognitive degli utenti 4.2. Potenziamento dell area cognitiva e delle autonomie personali 4.3. Attività terapeutiche, motorie e riabilitative AZIONE 5. PERCORSI DI INCLUSIONE E DI INTEGRAZIONE SOCIALE E LAVORATIVA 5.1. Analisi delle capacità residue e programmazione dei percorsi individuali 5.2. Percorsi d inclusione sociale e partecipazione alla vita comunitaria e sociale 5.3. Percorsi d inclusione lavorativa intermediazione, accompagnamento ed inserimento lavorativo AZIONE 6. PROMOZIONE E

17 SENSIBILIZZAZIONE DEL TERRITORIO 6.1. Organizzazione di attività di sensibilizzazione 6.2. Realizzazione di due incontri sul tema del dopo di noi Qui di seguito descriviamo le attività che verranno implementate: AZIONE 0 ATTIVITA PREPARATORIE - incontri di programmazione delle attività con gli operatori locali delle sedi del progetto; - incontri di coordinamento e pianificazione con tutti gli operatori delle sedi, il personale ed i partners coinvolti nel progetto; - predisposizione degli strumenti, attrezzature ed ausili necessari all implementare il progetto; - mappatura delle organizzazioni lavorative, ricreative e sportive da contattare; AZIONE 1: VALUTAZIONE DELLE DINAMICHE FAMILIARI ED ANALISI DEI BISOGNI Questa attività è volta ad analizzare e valutare le dinamiche familiari dei nuclei coinvolgi nel progetto. Da questa analisi è possibile determinare le vulnerabilità e fragilità psicologiche ed emotive da potenziare e rafforzare. I bisogni specifici e le necessità della famiglia verranno identificati ed analizzati Osservazione e valutazione delle relazioni familiari e misurazione della vulnerabilità - incontri e colloqui degli operatori con i genitori; - incontri e colloqui individuali e di coppia con lo psicologo; - colloqui individuali con gli utenti, le famiglie e gli operatori; - visite presso il domicilio delle famiglie; - incontri di gruppo con le altre famiglie; - identificazione dell approccio metodologico più appropriato per potenziare le relazioni familiari; 1.2. Analisi delle richieste e dei bisogni di ogni nucleo familiare - incontri con le singole famiglie; - raccolta dei bisogni e delle richieste; - incontro di equipe tra operatori; - mappatura dei bisogni e delle richieste; - verifica della realizzabilità delle richieste; - mappatura dei servizi disponibili sul territorio; - verifica delle risorse materiali ed umane disponibili e potenziali; 1.3. Programmazione degli interventi da realizzare - incontro di equipe tra operatori; - pianificazione e programmazione degli interventi da realizzare; - stesura di un calendario degli interventi; - ripartizione e suddivisione dei compiti tra le risorse umane disponibili; AZIONE 2 RINFORZO PSICOLOGICO DELLE FAMIGLIE Questa attività ha lo scopo di consolidare lo stato psicologico ed emotivo dei genitori che si

18 occupano dei figli disabili e di rinforzare le dinamiche familiari. Si creeranno gruppi di mutuo aiuto per dare l opportunità ai genitori di condividere esperienze simili, parlare dei propri problemi ed uscire dall isolamento. I gruppi sono un grande supporto per alleviare i disagi reciproci. Infatti aiuteranno i genitori ad esprimere i propri sentimenti, a sviluppare le capacità di introspezione e riflettere sulle proprie modalità di comportamento, ad aumentare le capacità individuali di coping e contribuiranno ad aumentare la stima di sé, delle proprie abilità e risorse. Si creerà una rete di supporto reciproco tra le famiglie. Il progetto offre inoltre un sostegno terapeutico ai genitori sia a livello individuale che di coppia Attivazione di un servizio di ascolto e gruppi di mutuo-aiuto - attivazione di un punto di ascolto e d informazione per i genitori di figli disabili; - organizzazione di incontri informativi sui diritti dei disabili; - incontri di gruppo di sostegno alla genitorialità con gli operatori e le famiglie coinvolte nel progetto; - attivazione di piccoli gruppi di mutuo-aiuto; - verbalizzazione del diario di gruppo; - valutazione dell esperienza di gruppo ed analisi e soluzione dei problemi; - individuazione delle fragilità e metodologia d intervento; 2.2. Consulenza psicologica individuale e di coppia - incontri di gruppo con le famiglie e lo psicologo; - organizzazione e realizzazione di seminari formativi sulla disabilità; - consulenza psicologica e terapia individuale, di coppia e familiare; - trattamento dei disturbi psicosomatici, disturbi d ansia, depressione; 2.3. Organizzazione di momenti ludici di gruppo - realizzazione delle seguenti attività: o gite domenicali una volta ogni due mesi; o cene di gruppo una volta ogni due mesi; o eventi sportivi: 4; - confronto con i genitori per altre proposte; - calendarizzazione delle attività; - organizzazione delle attività; AZIONE 3 INTERVENTI DI SOLLIEVO E SUPPORTO PER LE FAMIGLIE E SVILUPPO DI RETI DI SOLIDARIETA SOCIALE Questa attività intende alleviare le famiglie nella gestione quotidiana delle attività rivolte al disabile ove il servizio pubblico non interviene. Inoltre si intende creare una rete di sostegno alla disabilità che duri nel tempo con la funzione di alleggerire la famiglia non solo nello svolgere commissioni ma anche nel passare del tempo con il disabile facendogli compagnia. Con questa rete le attività di sollievo dureranno nel tempo Servizi di trasporto ed accompagnamento - trasporto e accompagnamento del disabile in strutture sanitarie, analisi mediche e visite specialistiche; - trasporto e accompagnamento per il dispiego di documenti e pratiche burocratiche; - trasporto e accompagnamento del disabile alle visite con i servizi sociali, lo psicologo e/o lo psichiatra;

19 - visite settimanali di compagnia e uscite ludiche; - supporto settimanale all igiene personale; - altre attività di accompagnamento a richiesta dei genitori; 3.2. Formazione di reti di sostegno e solidarietà sociale - ricerca di associazioni del territorio che operano con persone disabili; - incontri per creare collaborazioni e cercare volontari; - mappatura delle relazioni amicali o di buon vicinato; - creazione di un network di sostegno con le organizzazioni del territorio ed il vicinato; - definizione delle attività da realizzare in sinergia; - ripartizione dei compiti; - incontri di verifica delle attività svolte; AZIONE 4 POTENZIAMENTO DELLE AUTONOMIE PERSONALI DEL DISABILE Queste attività sono volte a potenziare le capacità cognitive di base, a mantenere quelle già acquisite ed incrementare le abilità individuali necessarie a svolgere in autonomia le funzioni fondamentali della vita quotidiana. Il disabile sarà incoraggiato ed aiutato a svolgere in autonomia le attività che lo riguardano. Attraverso una serie di laboratori mirati verranno sviluppate anche le capacità sociali e relazionali necessarie per prepararsi ad una vita più autonoma ed indipendente Revisione delle abilità cognitive degli utenti - revisione ed analisi della diagnosi psicologica e psicopatologica con lo psicologo e/o gli psichiatri; - colloquio anamnestico e psicodiagnostico individuale. - raccolta di dati quantitativi e qualitativi sugli interventi sin ora effettuati e loro analisi; - analisi dello stato attuale, dei progressi e del potenziale raggiunto; - valutazione clinica del gap; - identificazione dell approccio metodologico più appropriato per potenziare le capacità residue; - proposte ed idee di interventi psicologici e riabilitativi; 4.2. Potenziamento dell area cognitiva e delle autonomie personali - laboratorio di alfabetizzazione e mantenimento scolastico - attività didattiche quotidiane per sviluppare memoria, attenzione, capacità di astrazione, funzioni psico-sensoriali: es. lettura, scrittura creativa; - laboratorio di alfabetizzazione informatica; - giochi individuali e collettivi; - realizzazione di n. 4 incontri di economia domestica ed igiene personale; - programmazione di incarichi settimanali di gestione e cura della casa e degli spazi condivisi; 4.3. Attività terapeutiche, motorie e riabilitative - organizzazione di 10 incontri di psicomotricità individuale; - attivazione di 3 laboratori espressivo-relazionali: o teatro; o danza terapia; o musicoterapia; - attivazione di 2 corsi di attività motoria di base attivati in modo autonomo

20 all interno delle due strutture; - realizzazione dei seguenti laboratori manuali e creativi presso i locali della Parrocchia Santa Maria Assunta o laboratorio di pittura; o laboratorio di giardinaggio; o laboratorio di ricamo; o o laboratorio di falegnameria; laboratorio di costruzione di oggetti di artigianato (es. candele, gioielli, incensi, scatolette ecc.); AZIONE 5. PERCORSI D INCLUSIONE E D INTEGRAZIONE SOCIALE E LAVORATIVA Questa attività è volta ad identificare percorsi possibili di autonomia del disabile per garantire l effettiva inclusione in ambito sociale e lavorativo. Verranno prima identificate le competenze e le abilità di ogni utente e stabilito un programma individuale d inserimento sia in gruppi sociali, sportivi che ricreativi sia di tipo lavorativo ed educativo a seconda delle abilità del singolo e delle aspirazioni individuali. In questo modo il disabile verrà aiutato nel mantenere un livello di autonomia elevato e continuativo nel tempo, alleviando le ansie e le angosce delle famiglie sul dopo di noi Analisi delle capacità residue e programmazione dei percorsi individuali - valutazione degli obiettivi di autonomia effettivamente raggiunti; - valutazione dello stato psicologico e dell equilibrio emotivo-relazionale dell utente insieme ai servizi sociali; - bilancio delle competenze; - esame dei compiti e delle mansioni effettivamente eseguibili; - approfondimento dei pericoli per sé e gli altri; - analisi delle aspirazioni occupazionali di ogni singolo utente; - analisi delle attitudini individuali e preferenze di ogni disabile in campo sociale, sportivo e ricreativo; - valutazione di proposte ricreative, socio-educative e professionali insieme ai servizi sociali, allo psichiatra e lo psicologo; - programmazione delle attività individuali; 5.2. Percorsi d inclusione sociale e partecipazione alla vita comunitaria - mappatura degli enti e gruppi sociali, sportivi e ricreativi presenti sul territorio; - contatti con gli enti e gruppi sociali, sportivi e ricreativi presenti sul territorio; - inserimento assistito disabili nei gruppi sociali individuati per ognuno di loro siano essi sportivi, sociali e ricreativi; - almeno 8 inserimenti in gruppi locali sportivi (calcio, pallavolo ecc.); - organizzazione di n. 2 eventi sportivi nel territorio; - almeno n. 15 inserimenti in gruppi parrocchiali; - partecipazione di almeno 20 utenti a campeggi estivi organizzati dai Centri Estivi o dai gruppi parrocchiali del territorio; - coinvolgimento in feste ed attività territoriali; - organizzazione di un campeggio estivo con il gruppo giovani dell Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII; - organizzazione di almeno n. 1 uscita al mese con gruppi parrocchiali e/o di volontariato presenti sul territorio; - inserimento di almeno 8 disabili in corsi musicali (percussioni, batteria); - organizzazione di almeno n. 8 uscite culturali (es. musei, eventi, mostre, sagre);

21 - accompagnamento e supporto continuo nei gruppi sociali; 5.3. Percorsi d inclusione lavorativa intermediazione, accompagnamento ed inserimento lavorativo - elaborazione di piani individuali di inserimento educativo/lavorativo; - accompagnamento di alcuni utenti ai servizi di collocamento ed agli incontri individuali orientativi; - valutazione delle offerte di stage e tirocini formativi: stage osservativi e/o formativi in aziende o cooperative sociali, tirocini formativi finalizzati all acquisizione/consolidamento di competenze relazionali e prestazioni offerti dai Centri per l Impiego; - monitoraggio di enti ed aziende (anche cooperative sociali) disponibili all inserimento lavorativo del disabili; - identificazione di laboratori protetti e cooperative sociali; - contatti con i laboratori protetti e cooperative sociali; - valutazione e analisi delle mansioni lavorative richieste con le abilità dell utente; - accompagnamento al colloquio assuntivo o di tirocinio/stage; - sostegno e tutoraggio negli inserimenti lavorativi, formativi o socio-lavorativi; - colloqui periodici con il datore di lavoro del percorso lavorativo e/o educativo; - interventi di supporto formativo/di adattamento professionale post inserimento lavorativo; - colloqui periodici con l utente per verificare lo stato emotivo e psicologico; - analisi dei conflitti potenziali e individuazione di soluzioni possibili AZIONE 6. PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE DEL TERRITORIO Le attività di sensibilizzazione sul territorio sono molto importanti per aprire discussioni e dibattiti e per accrescere la consapevolezza delle problematiche della disabilità tra i cittadini. E spesso l ignoranza e l atteggiamento indifferente e non curante della società che incrementa le barriere sociali e limita l effettiva partecipazione del disabile alla vita collettiva Organizzazione di attività di sensibilizzazione sul territorio - Incontri con l equipe Handicap dell associazione; - Brainstorming le attività da realizzare: idee e proposte (incontri nelle scuole ecc.); - Stesura di una programmazione di eventi da organizzare anche presso i locali della Parrocchia Santa Maria Assunta - Identificazione dei contenuti e della modalità degli eventi; - Calendarizzazione; - Implementazione; 6.2. Realizzazione di due incontri sul tema del dopo di noi - Incontri di equipe tra operatori; - Ricerca relatori; - Predisposizione delle sale; - Stampa del materiale informativo e dei manifesti per la pubblicizzazione col supporto della Tabaccheria n 5; - Realizzazione delle attività e degli incontri;

22 8.2 Risorse umane complessive necessarie per l espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività Si riporta di seguito la tabella riepilogativa del totale delle risorse umane impegnate per la realizzazione del progetto Cammini-amo insieme. Ruolo Numero Responsabile Servizio Handicap dell ente 1 Operatore/responsabile di struttura 4 Psicoterapeuta/psicologo 4 Insegnante di sostegno / Docente 3 Insegnante di informatica 2 Istruttore sportivo 3 Istruttore di recitazione 3 Istruttore di danza 2 Istruttore di musicoterapia 3 Istruttore sportivo 3 Istruttore per laboratorio di falegnameria, 3 pittura e artigianato Istruttore giardinaggio/operatore del verde 3 Sarta 2 NUMERO TOTALE PERSONALE COINVOLTO 36 Obiettivo specifico Favorire percorsi di sollievo e sostegno per le famiglie con figli disabili e promuovere la costruzione di reti di solidarietà sociale. Casa Famiglia San Francesco Comune di Anagni Provincia di Frosinone N RUOLO SPECIFICA PROFESSIONALITA ATTIVITA 1 Responsabile Servizio Educatore professionale; da 20 anni Attività preliminari; gestisce un centro diurno per disabili Attività preparatorie; Handicap adulti gravi e realizza progetti 1.1.Osservazione e dell ente educativi per l integrazione dei valutazione delle disabili; coordina una palestra e relazioni familiari e realizza attività motorie e danza misurazione della terapia per disabili; organizza vulnerabilità spettacoli di danza integrati tra 1.3. Programmazione normodotati e disabili. degli interventi da realizzare 5.3. Percorsi d inclusione lavorativa intermediazione, accompagnamento ed inserimento lavorativo 6.1. Organizzazione di attività di sensibilizzazione sul territorio

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