Le risorse di Enti locali e Regioni

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1 Le risorse di Enti locali e Regioni Gli interventi locali a sostegno del reddito dei pensionati e per la lotta all evasione fiscale 14 luglio 2010

2 La manovra 2010 sugli Enti locali La manovra chiederà sacrifici per un totale di 4 miliardi di euro per il biennio (1,5 per il 2011 e 2.5 per il 2012). Sui Comuni sopra i cinquemila abitanti, la manovra produrrà effetti negativi molto diversi sul territorio nazionale. L ipotesi dell imposta municipale sugli affitti (cedolare sugli affitti con aliquota fissata al 20-23%) potrebbe risultare non sufficiente a coprire i tagli operati; inoltre la nuova imposta dovrà essere affiancata da misure di di perequazione territoriale.

3 La manovra 2010 sulle Regioni La manovra prevede tagli per un totale di 8,5 miliardi di euro per il biennio (4 per il 2011 e 4.5 per il 2012) Regioni a statuto ordinario. La manovra prevede tagli per un totale di 1,5 miliardi di euro per il biennio (500 mln per il 2011 e 1 mld per il 2012) Regioni a statuto speciale. Per le Regioni si tratta del sostanziale annullamento dei trasferimenti per il finanziamento delle funzioni devolute; Le Regioni a statuto ordinario del Sud subiranno tagli per circa 3 miliardi.

4 I tagli e le grandi città I tagli pro capite di risorse al 2012 (stime) v. p.c. % spese correnti Torino ,6 Catania ,6 Reggio C ,5 Milano ,3 Napoli ,4 Firenze 159 9,2 Bari 84 7,1

5 Le modalità di applicazione del Patto di stabilità Come per le Regioni, il Patto di stabilità è applicato in anticipo, attraverso un taglio preventivo ai trasferimenti per un valore pari all importo della manovra. Per non bloccare del tutto i pagamenti dei Comuni per gli stati di avanzamento lavori delle opere pubbliche, la manovra svincola dal patto di stabilità una quota pari allo 0,78% dei residui accumulati nei bilanci consuntivi del La deroga vale 300milioni, solo il 20% rispetto al 2009.

6 Le manovre sugli enti locali ( ): le principali tendenze Comprimere la spesa dei Comuni, contenere i costi standard previsti dalla legge 42/2009 (Federalismo fiscale) Effetti positivi: lotta agli sprechi. Frenare la leva tributaria dei Comuni per alimentare soprattutto la leva delle tariffe. Accentrare il prelievo fiscale (molto probabilmente, con l applicazione della l. 42/2009, il Federalismo fiscale lo Stato trasferirà in periferia solo gli introiti collegati agli immobili (in particolare affitti e imposta di registro); Non sono toccate le grandi ricchezze e le rendite; L evasione fiscale è ormai stimata in 120 mld/euro Il sistema degli Enti locali e delle Regioni è associato alla lotta all evasione (Protocolli anti-evasione)

7 La situazione degli enti locali Nel biennio l ultimo per il quale si dispone di dati di consuntivo il disavanzo delle Amministrazioni locali, secondo la definizione di contabilità nazionale, è stato contenuto nello 0,2% del Pil. Le amministrazioni comunali hanno ottenuto, nel complesso, i risultati migliori in termini di saldi: si è dimezzato il disavanzo, passando da 2,3 miliardi a 1,1 (dal -0,2 al -0,1% del Pil

8 I risultati della gestione 2008 Il risultato positivo (dimezzamento del disavanzo) è stato ottenuto: Attraverso una crescita molto sostenuta delle entrate complessive (trasferimenti minore gettito ICI), Addizionale Irpef, entrate extratributarie), in presenza di una forte accelerazione della spesa corrente (CCNL Personale e acquisti di servizi) e della caduta della spesa in conto capitale (investimenti). (Corte dei Conti, 2010)

9 Gli effetti dei Patti di stabilità Secondo la Corte dei conti, nel 2009 poco meno di un Comune ogni dieci (9,8%%) ha sforato gli obiettivi di finanza pubblica. I tassi più elevati di"sofferenza"si incontrano nelle regioni del Nord, in particolare Veneto e Lombardia. Per il 2010 si stima un significativo aumento del numero dei Comuni in difficoltà.

10 Le atipicità del nostro sistema di finanza locale: le fonti di entrata Al confronto con altri Paesi Ue, che assicurano a tutti i livelli di governo locale la compartecipazione alla ricchezza prodotta, il sistema fiscale italiano è impostato soprattutto su: a) imposte e tasse collegate al patrimonio immobiliare (fino al 2008) e all erogazione di specifici servizi (Ici, Addizionale sul consumo dell'energia, Tassa sull'occupazione del suolo pubblico, Tassa sui rifiuti solidi, ecc.); b) un prelievo addizionale, quindi non sostitutivo della tassazione centrale sul reddito dichiarato; c) il sistema dei trasferimenti e compartecipazioni statali e i contributi regionali, sottoposti a notevole variabilità annuale (Leggi finanziarie).

11 I nodi della finanza locale La recente evoluzione della finanza locale è caratterizzata: a) dalla progressiva riduzione dei trasferimenti erariali; b) dai severi limiti posti alla crescita della spesa corrente e in conto capitale, quale esito principale dell approvazione dei recenti Patti di stabilità ; c) dal blocco delle aliquote fiscali; d) dalla esternalizzazione di quote di significative di servizi e interventi, che produce effetti rilevanti anche nel sistema delle entrate (utili/dividendi da società, efficienza, politiche dei prezzi e delle tariffe, riduzione delle fonti dirette di entrata).

12 Debolezze strutturali della finanza comunale Alcuni punti di debolezza dei bilanci comunali e una significativa variabilità territoriale nelle prestazioni, dipendono non solo dalle scelte effettuate, negli ultimi anni, dal legislatore nazionale sulla finanza locale e in generale sull ordinamento delle autonomie, ma anche dalle scelte discrezionali di bilancio compiute dalle Amministrazioni periferiche.

13 Il saldo economico finanziario corrente è negativo Il saldo economico finanziario corrente (o equilibrio di parte corrente) delle Amministrazioni comunali (che indica il rapporto tra entrate ordinarie e spese correnti sommate alle spese per rimborso di prestiti), esprime nel 2008 un valore pari a 94,5 (era pari a 98,5 nel 2004). Ciò significa che, in generale, le Amministrazioni comunali incontrano difficoltà (in alcuni casi di un certo rilievo) nel garantire il finanziamento della spesa corrente e della quota capitale dei prestiti in scadenza attraverso le sole entrate correnti. Ciononostante, nel , per quanto riguarda le entrate extratributarie (tariffe, multe ed altro) e da Tarsu e Addizionale Irpef, la dinamica è stata molto sostenuta.

14 L uso improprio di tributi e tariffe dei servizi produttivi e alla persona le entrate da tributi non vincolate (ad esempio la Tarsu) e le entrate tariffarie da servizi produttivi (in primo luogo la Tia); le tariffe collegate al ciclo dell acqua, ai trasporti, all energia e gas le tariffe da servizi alla persona, svolgono, attraverso i rincari regolati dalle amministrazioni pubbliche locali, un ruolo improprio, di entrata generale destinata al finanziamento della collettività dei servizi (Vedi anche Ifil, 2010).

15 L evoluzione del gettito di tributi e tariffe dei servizi produttivi e alla persona - Comuni con oltre 30mila abitanti (accertamenti) Var.% 2004/2008 Tassa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (TARSU) (1) 21,0% Tassa per l'occupazione degli spazi ed aree pubbliche (TOSAP) (2) 12% Categoria 1 - Proventi dei Servizi Pubblici: Asili nido, servizi per l'infanzia e per i minori 8,5% Strutture residenziali e di ricovero per anziani 7% Categoria 3 - Interessi su anticipazioni o crediti 40,9%

16 Entrate da utili e dividendi e da multe della polizia municipale Le entrate derivanti da utili e dividendi delle aziende esterne, così come i proventi da multe (Polizia municipale), sono ormai diventate essenziali, per numerosi comuni; anche se va sottolineato come le partecipate risultino, allo stesso tempo, la fonte di numerose perdite finanziarie comunali. Var.% 2004/2008 Polizia municipale - Codice della strada 27 % Categoria 4 - Utili netti delle aziende speciali e partecipate, dividendi di società 38 %

17 Il problema della spesa in conto capitale Nel 2004/2008 la spesa in conto capitale è diminuita del 42%. Si osserva una riduzione di investimenti per infrastrutture per finanziarie soprattutto le spese correnti.

18 Spesa corrente e interventi sociali Nel 2004/2008 l andamento della spesa corrente mostra un incremento percentuale complessivo del 10,8%. Nel periodo 2007/2008 (+4,6%) l incremento è collegato soprattutto agli effetti economici dei rinnovi contrattuali del personale e al pagamento degli arretrati. La spesa per l amministrazione generale (che finanzia il governo del territorio ma anche la burocrazia) non è sostanzialmente diminuita nel quinquennio preso in considerazione e si attesta ancora al 28-30% delle spese correnti totali. Arretrano le spese per l istruzione pubblica (-1,5%), per la cultura (- 0,4%) e lo sport e tempo libero ( -0,8%). Questi flussi di spesa sono condizionati dai processi di esternalizzazione.

19 Spesa corrente e interventi sociali/1 La spesa sociale in senso stretto dei Comuni (asili nido, assistenza e beneficienza e strutture residenziali), nel quinquennio considerato è aumentata del 13%, a conferma della inelasticità mostrata dalla domanda sociale nei confronti della riduzione delle risorse pubbliche Tuttavia nel triennio 2006/2008 tale crescita si è notevolmente ridimensionata (3,5% circa). Il settore dei servizi sociali (classificato come la funzione 10 delle spese correnti) assorbe nel 2008 poco più del 15% del totale della spesa corrente. Questa quota, sebbene più elevata rispetto al 2004 di quasi 3,5 punti percentuali, registra invece un leggero calo nell ultimo triennio.

20 I possibili interventi locali a sostegno del reddito dei pensionati Progressività nella fiscalità locale (esenzioni e altri interventi); Progressività nella imposizione tariffaria: rifiuti; tariffe sociali per servizi comunali e di aziende; revisione dell ISEE nei servizi a domanda individuale.

21 Gli interventi possibili per il reperimento di risorse Recupero evasione fiscale e contributiva: Protocolli anti-evasione; Protocolli sociali per destinazione proventi. Lotte a sprechi, attraverso: gestione associata (economie di scala) per i piccoli comuni; responsabilità, trasparenza; Contrattazione della destinazione di avanzi di amministrazione (compatibilmente con vincoli nazionale), utili di aziende e dividendi).

22 L andamento della spesa in conto capitale Nel quinquennio preso in esame, la spesa in conto capitale diminuisce progressivamente a partire dal Le aree territoriali maggiormente colpite sono, oltre al distretto ASL di Milano, quelle di Lecco e Sondrio Var. % 2004/2008 BERGAMO ,7% BRESCIA ,2% COMO ,3% CREMONA ,4% LECCO ,0% LODI ,9% MANTOVA ,5% MILANO ,7% MILANO ,8% MILANO ,1% MONZA-BRIANZA ,0% PAVIA ,0% SONDRIO ,4% VARESE ,5% VALLE CAMONICA ,1% LOMBARDIA ,5%

23 Spesa corrente e interventi sociali Nel 2004/2008 l andamento della spesa corrente mostra un incremento percentuale complessivo dell 11,2%. Da sottolineare l incremento registrato nel periodo 2007/2008 (+4%), collegato soprattutto agli effetti economici dei rinnovi contrattuali del personale e al pagamento degli arretrati. La spesa per l amministrazione generale (che finanzia il governo del territorio ma anche la burocrazia) non è sostanzialmente diminuita nel quinquennio preso in considerazione e si attesta ancora al 30% delle spese correnti totali. Arretra la spesa per l istruzione pubblica (dal 12,7% del 2004 all 11,8% del 2008). Si mantengono stabili le spese per la cultura e lo sport e tempo libero (questi flussi di spesa sono condizionati dai processi di esternalizzazione).

24 Spesa corrente e interventi sociali/1 La spesa sociale in senso stretto dei Comuni (asili nido, assistenza e beneficienza e strutture residenziali), nel quinquennio considerato è aumentata del 24% (da 123 a 152,8 euro pro capite), a conferma della inelasticità mostrata dalla domanda sociale nei confronti della riduzione delle risorse pubbliche (Tabelle 17 e 18, Seconda parte). Tuttavia nel triennio 2006/2008 tale crescita si è notevolmente ridimensionata (5% circa) e, calcolata in alcuni distretti ASL, risulta stabile o in diminuzione. Il settore dei servizi sociali (classificato come la funzione 10 delle spese correnti) assorbe nel 2008 oltre il 18,4% del totale della spesa corrente. Questa quota, sebbene più elevata rispetto al 2004 di quasi 2,5 punti percentuali, registra invece un leggero calo nell ultimo triennio.

25 La spesa sociale corrente: i divari territoriali Vedi tabella 20 (Seconda parte). Si rileva una significativa disomogeneità nella quota assegnata al settore sociale. Nel 2008 infatti, tale percentuale supera il 21% della spesa corrente nelle zone delle ASL Milano1 e Monza-Brianza, per scendere al di sotto del 12% nel territorio della Valle Camonica, fino al 9,3% di Sondrio. La variazione interannuale stessa (2004/2008) presenta, a partire dal valore medio positivo del 2,5%, zone nelle quali i comuni hanno invece scelto di diminuire le quota di risorse destinate al sociale (Como -0,7%, Valle Camonica -0,1%) La spesa pro-capite più bassa nel 2008: i comuni appartenenti all ASL di Sondrio (81,4 Euro pro capite) e quelli della Valle Camonica (circa 90 Euro); di contro i territori che impegnano maggiori risorse risultano quelli della provincia di Milano, oltre al Distretto di Monza-Brianza.

26 La spesa sociale corrente: i divari territoriali Rispetto al 2004, nel 2008 diminuisce l incidenza % delle risorse destinate ai trasferimenti monetari (assistenza economica, contributi) ad associazioni e famiglie nonché ad altri enti (tabella 19), così come quelle per il personale (-4,5%); aumenta invece la quota destinata alle prestazioni di servizi di circa 8 punti percentuali. Nelle zone di Bergamo, Brescia, Lecco, Lodi, Mantova, Sondrio e Valle Camonica, si rileva quote significativa di risorse destinate ai trasferimenti monetari e quote molto basse destinate al capitale umano. Le variazioni negative più significative relative al capitale umano, interessano i distretti di Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi e Varese.

27 La spesa sociale corrente: le strutture residenziali Esaminando la composizione della spesa corrente per il sociale, suddivisa nei singoli servizi che la compongono, possiamo ricavare una rilevante ed omogenea tendenza alla diminuzione della quota parte destinata alle strutture residenziali e di ricovero per anziani, a favore dei servizi di assistenza e beneficenza pubblica e dei servizi di prevenzione e riabilitazione. Nel 2008 risultano infatti quasi 13 milioni di euro in meno, rispetto al 2004, destinati alle strutture residenziali, corrispondenti ad una diminuzione di circa 2 Euro procapite (conseguenza dei processi di esternalizzazione e privatizzazione dei servizi). I Comuni dismettono e privatizzano le strutture residenziali e i posti letto. Alla riduzione dei posti letto corrisponde l aumento delle tariffe per gli anziani (si evince dall aumento del gettito da 76 a 79 milioni).

28 Dalla lettura dei bilanci: le debolezze della programmazione sociale La caratteristica dominante della composizione della spesa sociale corrente in Lombardia, è la bassa quota di risorse dedicata al personale, accompagnata dalla progressiva crescita della spesa per acquisti di prestazioni e servizi (imprese sociali). I trasferimenti monetari (a famiglie e associazioni, e a imprese), si mantengono su livelli elevati. Tutto ciò è coerente con gli indirizzi sociali emanati a livello regionale (buoni sociali, voucher: bassa quota di servizi reali erogati direttamente dai Comuni. Si tratta di valutare la bontà del sistema di accreditamento dei servizi e delle strutture e la qualità della programmazione sociale in campo ai Comuni.

29 ANALISI DEI CLUSTER

30 ANALISI DEI CLUSTER LE VARIABILI TIPO VARIABILE DESCRIZIONE VALORE Demografico incidenza % anziani (>65 anni) sul totale della popolazione 1X incidenza % anziani ( >85 ) sul totale della popolazione Indice di Vecchiaia 1X 1X Pensioni Copertura Pensioni di Vecchiaia erogate agli anziani 1X Importo medio Pensioni di Vecchiaia erogate agli anziani Assegni sociale erogati ogni anziani 2X 1X ISEE Dichiarazioni ISEE gni 1000 abitanti 1X Indicatori Finanziari Incidenza % dichiarazioni ISEE fino a sul totale delle dichiarazioni Pressione tributaria normalizzata 2 [Entrate tributarie (escluso gettito TARSU, addizionale ex ECA e TOSAP e compartecipazione IRPEF) / (n. abitanti)]] Autonomia finanziari normalizzata [(Entrate tributarie + Entrate extratributarie - Compartecipazione all'irpef) / Entrate correnti] Incidenza della spesa per il sociale sul totale delle spese correnti Spesa per il sociale pro-capite 2X 1X 1X 1X 2X Sanità RSA POSTI LETTO ACCREDITATI ogni 1000 anziani 1X Fondi Pro-Capite Anziani in lista di attesa, ogni anziani residenti 1X 1X

31 ANALISI DEI CLUSTER I RISULTATI Nonostante le dovute eccezioni ed approssimazioni, causate principalmente dalla disomogeneità degli indicatori utilizzati nell analisi, spesso non correlati tra loro, la procedura descritta raggruppa le 15 ASL in 4 insiemi di base. 1 GRUPPO MILANO1 MILANO2 MONZA-BRIANZA Territori con popolazione spiccatamente più giovane rispetto alla media regionale. Elevata la percentuale di pensioni di vecchiaia erogate ogni 100 anziani residenti, così come mediamente più elevato l'importo delle stesse. I comuni di queste zone impegnano più risorse nel settore sociale e le strutture sanitarie assicurano una maggior assistenza; il numero di anziani in lista di attesa (per inserimento in RSA) risulta infatti inferiore alla media, nonostante, invece, i posti letto accreditati (ogni 100 anziani residenti) siano al di sotto del primo quartile.

32 ANALISI DEI CLUSTER I RISULTATI 2 GRUPPO BERGAMO LECCO VARESE Territori a livello demografico poco più giovani rispetto alla media regionale. Al di sopra del valor medio la percentuale di pensioni di vecchia erogate ogni anziani, con importi superiori al livello regionale, seppur più contenuti rispetto a quelli registrati nelle ASL del 1 gruppo. Si delineano invece carenze, a livello dei bilanci comunali, per ciò che concerne gli indicatori riguardanti la spesa sociale, soprattutto all interno delle ASL di Bergamo e Lecco. La percentuale di dichiarazioni con valore ISEE minore di risulta contenuta, e sufficienti le prestazioni delle strutture sanitarie.

33 ANALISI DEI CLUSTER I RISULTATI 3 GRUPPO BRESCIA LODI COMO VALLE CAMONICA Territori che presentano i primi segni di debolezza a partire dall'invecchiamento, spesso superiore alla media. Bassa la copertura pensionistica, in tre casi su quattro al di sotto del 1 quartile, rispetto alla popolazione delle ASL. Gli altri valori, riguardanti ISEE e indicatori finanziari si attestano attorno a quelli regionali, seppur con la tendenza, in alcuni casi a rimanere al di sotto del valore centrale. Elevato invece il numero di posti letto accreditati nelle RSA, così come gli stanziamenti pro-capite derivanti dal Fondo Nazionali Politiche Sociali, Non Autosufficienza e Regionale.

34 ANALISI DEI CLUSTER I RISULTATI 4 GRUPPO SONDRIO CREMONA MANTOVA PAVIA In questi territori sono presenti evidenti segnali di difficoltà a partire dal marcato invecchiamento della popolazione. L incidenza della popolazione over 65 anni raggiunge infatti nella zona di Pavia quasi il 23%. Più bassi della media gli importi delle pensioni (Cremona esclusa) nonché la copertura pensionistica assicurata agli anziani (Mantova esclusa); di contro il numero di assegni sociali erogati agli anziani risulta ovunque superiore al valore centrale regionale. Ad esclusione di Sondrio, che però fa registrare un bassissimo numero di dichiarazioni ISEE ogni abitanti, in questo raggruppamento risulta superiore al 3 quartile l incidenza delle dichiarazioni ISEE con valore al di sotto del Al contrario di quanto accade nel Gruppo N.1, ad un elevato numero di posti letto accreditati nelle RSA (ogni 1000 anziani residenti) corrisponde un numero di anziani in lista di attesa (per inserimento in RSA) superiore alla media.

35 ANALISI DEI CLUSTER I RISULTATI Inserire la ASL di Milano nello scenario appena delineato risulterebbe forzato, essendo quest ultima caratterizzata da un comportamento particolarmente difforme rispetto ai 4 gruppi presentati, secondo gli indicatori considerati. La ASL di Milano è infatti carente sotto il punto di vista demografico, risultando un territorio particolarmente soggetto all invecchiamento; agli anziani è garantita una appena sufficiente copertura pensionistica caratterizzata, però, da un elevato importo pro-capite (al pari delle ASL del Gruppo 1). Nell ambito della valutazione delle dichiarazioni ISEE il comportamento potrebbe essere assimilabile a quello delle ASL del Gruppo 2, dalle quali però si discosta anche per una spesa corrente per il sociale, da parte dei comuni dell ambito, decisamente superiore.

36 ESTERNALIZZAZIONI

37 umero servizi nelle funzioni Sociali esternalizzati, per Servizi ed ASL. Anno 2008 ervizio del bilancio dell'ente a cui l'attività sarebbe riferibile se la spesa non fosse gestita all'esterno). ASL ND Asili nido, servizi per l'infanzia e per i minori Servizi di prevenzione e riabilitazione Strutture residenziali e di ricovero per anziani Assistenza, beneficenza pubblica e servizi diversi alla persona TOTALE (servizio necroscopico e cimiteriale escluso) BERGAMO BRESCIA COMO CREMONA LECCO LODI MANTOVA MILANO MILANO MILANO MONZA-BRIANZA PAVIA SONDRIO VARESE VALLE CAMONICA LOMBARDIA nte: Elaborazioni su dati del Ministero dell Interno

38 Impegni per spese correnti / costi di gestione del servizio o attività del soggetto esterno nelle funzioni Sociali, per servizi ed ASL. Anno 2008 (Servizio del bilancio dell'ente a cui l'attività sarebbe riferibile se la spesa non fosse gestita all'esterno). ASL ND Asili nido, servizi per l'infanzia e per i minori Servizi di prevenzione e riabilitazione Strutture residenziali e di ricovero per anziani Assistenza, beneficenza pubblica e servizi diversi alla persona TOTALE (servizio necroscopico e cimiteriale escluso) BERGAMO BRESCIA COMO CREMONA LECCO LODI MANTOVA MILANO MILANO MILANO MONZA-BRIANZA PAVIA SONDRIO VARESE VALLE CAMONICA LOMBARDIA

39 Impegni per spese correnti / costi di gestione del servizio o attività del soggetto esterno nelle funzioni Sociali, per servizi ed ASL. Valori pro-capite (in Euro), anno 2008 (Servizio del bilancio dell'ente a cui l'attività sarebbe riferibile se la spesa non fosse gestita all'esterno). ASL ND Asili nido, servizi per l'infanzia e per i minori Servizi di prevenzione e riabilitazion e Strutture residenzial i e di ricovero per anziani Assistenza, beneficenza pubblica e servizi diversi alla persona TOTALE (servizio necroscopic o e cimiteriale escluso) BERGAMO 4,1 13,2 0,0 5,3 122,6 145,3 BRESCIA 0,0 4,8 0,8 14,9 51,7 72,3 COMO 40,5 18,2 9,6 51,1 346,7 466,1 CREMONA 0,0 6,6 0,1 0,0 39,6 46,3 LECCO 0,0 0,9 0,0 51,0 227,9 279,9 LODI 0,0 2,2 0,0 0,0 153,4 155,7 MANTOVA 10,4 8,6 0,2 15,0 69,7 103,9 MILANO 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 0,1 MILANO1 0,1 1,1 0,0 0,0 51,2 52,4 MILANO2 0,0 8,9 0,4 4,6 157,1 171,0 MONZA-BRIANZA 0,0 1,7 0,8 0,0 152,5 155,0 PAVIA 0,0 0,7 0,0 20,6 7,8 29,2 SONDRIO 0,0 0,0 0,0 0,0 0,2 0,2 VARESE 0,0 1,3 6,2 0,4 1,8 9,7 VALLE CAMONICA 0,0 0,0 0,0 0,0 9,0 9,0 LOMBARDIA 3,3 4,8 1,3 9,3 84,2 103,0

40 Impegni per spese correnti / costi di gestione del servizio o attività del soggetto esterno nelle funzioni Sociali attribuiti ai Comuni. Per servizi ed ASL. Anno 2008 (Servizio del bilancio dell'ente a cui l'attività sarebbe riferibile se la spesa non fosse gestita all'esterno). ASL ND Asili nido, servizi per l'infanzia e per i minori Servizi di prevenzio ne e riabilitazi one Strutture residenzial i e di ricovero per anziani Assistenza, beneficenz a pubblica e servizi diversi alla persona TOTALE (servizio necroscopi co e cimiteriale escluso) BERGAMO BRESCIA COMO CREMONA LECCO LODI MANTOVA MILANO MILANO MILANO MONZA-BRIANZA PAVIA SONDRIO VARESE VALLE CAMONICA LOMBARDIA

41 Impegni per spese correnti / costi di gestione del servizio o attività del soggetto esterno nelle funzioni Sociali attribuiti ai Comuni. Per servizi ed ASL. Valori pro-capite (in Euro), anno 2008 (Servizio del bilancio dell'ente a cui l'attività sarebbe riferibile se la spesa non fosse gestita all'esterno). ASL ND Asili nido, servizi per l'infanzia e per i minori Servizi di prevenzio ne e riabilitazi one Strutture residenzial i e di ricovero per anziani Assistenza, beneficenz a pubblica e servizi diversi alla persona TOTALE (servizio necroscopi co e cimiteriale escluso) BERGAMO 0,2 9,1 0,0 5,2 14,1 28,6 BRESCIA 0,0 1,2 0,0 11,0 4,1 16,3 COMO 1,5 0,6 0,6 6,2 14,9 23,8 CREMONA 0,0 0,1 0,0 0,0 11,6 11,7 LECCO 0,0 0,2 0,0 0,0 16,9 17,2 LODI 0,0 0,2 0,0 0,0 6,4 6,6 MANTOVA 0,7 0,4 0,0 1,4 4,1 6,7 MILANO 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 0,1 MILANO1 0,0 0,6 0,0 0,0 9,2 9,9 MILANO2 0,0 8,7 0,0 0,8 5,1 14,6 MONZA-BRIANZA 0,0 0,3 0,0 0,0 7,6 8,0 PAVIA 0,0 0,6 0,0 4,9 3,1 8,5 SONDRIO 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 0,1 VARESE 0,0 1,3 6,2 0,4 1,4 9,3 VALLE CAMONICA 0,0 0,0 0,0 0,0 1,6 1,6 LOMBARDIA 0,1 2,0 0,6 2,7 6,4 11,8

42 Il sistema delle sussidiarietà responsabilità degli enti locali (ruolo dei Comuni e valorizzazione delle Province) nel processo di programmazione e nella gestione del sistema integrato; partecipazione dei soggetti del terzo settore: imprese sociali impegnate soprattutto nella gestione dei servizi; associazioni (utenti, consumatori, soggetti del terzo settore): lettura dei bisogni e programmazione (criticità); rappresentazione degli interessi dei cittadini, coinvolgimento nell esercizio delle funzioni amministrative, concertazione, Pap; confronto con le parti sociali: contrattazione sociale territoriale.

43 I profili dell invecchiamento in Toscana Tra 1992 e il 2009 si è assistito a un forte incremento (+2,3%) della quota di grandi vecchi (over 80 anni), che pesa ormai per il 7,1%. In Italia sono il 5,6%. I soggetti in età pensionabile (per l Italia l età media di pensionamento è circa 60 anni) passano dal già elevato 26% del 1992 all attuale 30% per la Toscana. In Italia sono il 26%. L invecchiamento continuerà a crescere nei prossimi 30/40 anni, quando raggiungerà l età senile la classe dei soggetti che oggi ha tra i 30 e i 50 anni, cioè coloro che sono nati negli anni 60 e 80.

44 Popolazione per classi d'età. Confronto tra il 1992 e il Regione Toscana Classe di Età Var ,4 8,5 1, ,0 8,1-3, ,8 9,7-5, ,4 15,1 1, ,7 15,7 2, ,4 12,9-0, ,0 12,5-0, ,5 10,3 1, ,8 7,1 2,3 Totale (N) 100 ( ) 100 ( ) - Nazione Italia Classe di Età Var ,6 9,4-0, ,2 9,6-3, ,3 11,1-5, ,0 15,3 1, ,1 15,7 2, ,5 12,8 0, ,1 11,4 0, ,7 9,1 2, ,5 5,6 2,1 Totale (N) 100 ( ) 100 ( ) - Fonti: elaborazioni su dati ISTAT.

45 Indice di distanza nella struttura demografica tra la Toscana e l Italia nel 1992 e nel 2009 Classe di Età ,1 1, ,6 1, ,1 0, ,9 2,2 Fonti: elaborazioni su dati ISTAT. Tra il 1992 ed il 2009 la struttura demografica della Toscana sembra converge verso quella della media Italiana in tutte le classi di età considerate. L indice di distanza, infatti, diminuisce in tutte le fasce demografiche. Rimane elevato, sebbene in diminuzione, l indice di distanza per i soggetti con più di 60 anni, quelli che rientrano nella classe di età con il maggior rischio di cadere nella non-autosufficienza. La regione Toscana è una regione longeva già dal 92.

46 Previsione evoluzione popolazione oltre i 65 anni di età e gli 80 anni. Regione Toscana ( ) - (Anno 2009=100) 250,0 200,0 150,0 100,0 50,0 0, Popolazione oltre 65 Anni Popolazione oltre 80 anni Fonti: elaborazioni su dati ISTAT. La percentuale di soggetti con più di 65anni, e quella di ultraottantenni sono destinate a crescere a ritmi sostenuti. Soprattutto questi ultimi, rispetto ad una percentuale di partenza del 6,8%, sono destinati ad aumentare fino a raggiungere nel 2051 un incidenza del 14%.

47 Tasso di dipendenza strutturale degli anziani. Confronto Italia e Toscana. ( ) Fonti: elaborazioni su dati ISTAT Toscana Italia Elevata in Toscana, più che nel resto della penisola, l incidenza delle fasce d età inattive rispetto a quelle economicamente attive, fino ad arrivare nel 2009 ad un valore che supera il 36%. In Italia il tasso di dipendenza strutturale degli anziani si attesta mediamente al 31%.

48 Percentuale di soggetti anziani e di invalidi. Nord e Centro. Anno 2005 % residenti oltre i 65 anni % invalidi Bolzano 16,3 5,2 Emilia-Romagna 22,6 6,3 Friuli 22,2 6,2 Lazio 18,8 5,5 Liguria 26,5 6,9 Lombardia 19,1 4,9 Marche 22,4 6,3 Piemonte 22,2 5,3 Toscana 23 6,6 Trento 18,5 4,5 Umbria 23,3 9,1 Valle d'aosta 19,9 5 Veneto 18,9 6,7 Fonti: Elaborazioni su dati ISTAT, Esiste una relazione significativa, per quanto di intensità non elevata, tra la presenza di anziani e di soggetti invalidi.

49 Relazione tra il numero di anziani e di invalidi all interno delle regioni. Nord e Centro. Anno ,0 9,4 8,8 R 2 = 0,3689 Umbria 8,2 % disabili 7,6 7,0 6,4 5,8 5,2 4,6 4,0 Bolzano Lazio Trento Veneto Lombardia Valle d'aosta Marche Friul i Piemonte Toscana Emilia-Romagna 16,0 16,8 17,6 18,4 19,2 20,0 20,8 21,6 22,4 23,2 24,0 24,8 25,6 26,4 Liguri a % anziani Fonti: elaborazioni su dati ISTAT. La relazione esistente tra anziani ed invalidi residenti in una stessa regione, ritrova in Toscana una perfetta applicazione del modello.

50 Percentuale di soggetti disabili, per classe di età e genere. Italia, maschi femmine Il rischio di incorrere nella condizione di disabilità cresce nettamente con l aumentare dell età, soprattutto per le donne e più Fonti: elaborazioni su dati ISTAT, Percentuale di soggetti che devono fare uso quotidiano di farmaci, per classe di età e genere. Italia, e più MASCHI FEMMINE Aumenta con l età anche il numero di soggetti afflitti da malattie croniche che comportano un uso quotidiano di farmaci. Fonti: elaborazioni su dati ISTAT, 2005

51 Tasso di natalità all interno delle Zone Sanitarie della regione Toscana, Anno 2009 I T A L I A T O S C A N A C O L L I N E M E T A L L IF E R E V A L D I C O R N IA A R E T I N A V A L D A R N O V A L D IC H IA N A A R E T IN A V A L T IB E R IN A V A L D I N I E V O L E S E N E S E V E R S I L I A A M I A T A S E N E S E V A L D A R N O IN F E R IO R E F IO R E N T IN A S U D E S T P R A T E S E F I R E N Z E F IO R E N T IN A N O R D O V E S T V A L L E D E L S E R C H I O C A S E N T I N O A L T A V A L D E L S A E L B A A P U A N E P I S A N A V A L D IC H IA N A S E N E S E M U G E L L O P IA N A D I L U C C A L I V O R N E S E P I S T O I E S E A M I A T A G R O S S E T A N A G R O S S E T A N A E M P O L I B A S S A V A L D I C E C IN A L U N I G I A N A A L T A V A L D I C E C I N A C O L L I N E D E L L A A L B E G N A V A L D E R A Fonti: elaborazioni su dati ISTAT. 0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0

52 Tasso di dipendenza strutturale all interno delle ZONE della regione Toscana, Anno Var ALTA VAL DI CECINA 63,9 65,6 1,7 ALTA VALDELSA 48,2 52,2 4,0 AMIATA GROSSETANA 55,5 59,9 4,4 AMIATA SENESE 50,7 55,2 4,5 APUANE 50,0 53,8 3,8 ARETINA 53,1 55,2 2,1 BASSA VAL DI CECINA 59,3 59,5 0,2 CASENTINO 57,6 58,7 1,1 COLLINE DELLA ALBEGNA 60,3 61,9 1,6 COLLINE METALLIFERE 46,3 51,8 5,5 ELBA 55,5 56,0 0,4 EMPOLI 59,2 58,6-0,6 FIORENTINA NORD OVEST 55,1 53,5-1,6 FIORENTINA SUD EST 50,4 53,0 2,6 FIRENZE 51,9 54,8 2,9 GROSSETANA 54,3 57,5 3,2 LIVORNESE 53,9 56,3 2, Var LUNIGIANA 69,6 67,3-2,3 MUGELLO 50,8 54,4 3,7 PIANA DI LUCCA 53,0 56,0 3,0 PISANA 50,9 54,7 3,8 PISTOIESE 54,0 62,0 8,0 PRATESE 51,3 54,0 2,8 SENESE 56,3 60,1 3,8 VAL DI CORNIA 47,9 56,3 8,4 VAL DI NIEVOLE 51,7 57,0 5,2 VAL TIBERINA 53,7 54,6 0,9 VALDARNO 52,9 56,3 3,3 VALDARNO INFERIORE 49,7 52,3 2,6 VALDERA 58,9 63,5 4,6 VALDICHIANA ARETINA 50,5 52,4 1,9 VALDICHIANA SENESE 48,7 54,4 5,7 VALLE DEL SERCHIO 50,4 52,0 1,6 VERSILIA 50,6 55,9 5, Var TOSCAN A 51,9 55,7 3,8 ITALIA 49,1 51,9 2,8 Fonti: elaborazioni su dati ISTAT.

53 La spesa sociale

54 Composizione del Fondo Sociale Regionale anni COMPOSIZIONE DEL FONDO SOCIALE REGIONALE ANNI (Componente regionale e componente nazionale) , , , , , , ,00 0, Fondo regionale Fondo nazionale

55 Destinazione del fondo sociale ripartito fra le Zone/distretto Trasferimenti a parametro Integrazioni per l esercizio delle funzioni attribuite ex LR 41/05 integrazioni per i comuni montani e con disagio: soglia minima" (alla zona è garantito un trasferimento minimo non inferiore a Euro per ciascun comune con tali caratteristiche) a favore di zone con popolazione inferiore a abitanti a favore di zone con popolazione totale abitanti a favore di zone con popolazione totale abitanti Incentivo gestioni associate ex LR 41/05 gestione associata dei servizi e degli interventi tra i Comuni, ai sensi degli articolo 33 e 34 della L.R. 41/05 Applicazioni dei livelli base di cittadinanza sociale elevazione spesa pro capite per zone con spesa pro-capite più bassa incentivo per sperimentazioni innovative per zone con spesa pro capite più alta Esercizio delle funzioni sovrazonali invalidi civili funzionamento centri adozioni area metropolitana per problematiche aggregati urbani Fondo di solidarietà interistituzionale

56 Criteri di riparto dei trasferimenti a parametro a garanzia dei livelli base di cittadinanza sociale Indicatori di base popolazione complessiva % popolazione superiore ai 65 anni % popolazione inferiore ai 5 anni % disoccupati % immigrati Indicatori di correzione reddito medio pro capite diffusione della povertà intensità della povertà indice di disuguaglianza

57 L offerta di servizi

58 Il Piano strategico nazionale: presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata In Toscana gli anziani trattati in assistenza domiciliare integrata (ADI) rispetto al totale della popolazione anziana (65 anni e oltre) risultano nel 2008 solamente l 7,2% in più rispetto al Il panorama nazionale registra altresì un incremento del 72% nello stesso arco temporale. Il costo dell'adi (nel 2006) incideva sul totale della spesa sanitaria della regione Toscana più della media nazionale.

59 Utenza dei servizi domiciliari nelle regioni italiane, % di anziani, * Regione Fonti: ISTAT, Totale ADI SAD Friuli-Venezia Giulia 9,9 7,3 2,6 Emilia-Romagna 8,0 6,1 1,9 Veneto 7,8 6,0 1,8 Molise 7,4 3,4 4 Abruzzo 6,8 4,2 2,6 Lombardia 5,7 4,0 1,7 Umbria 5,7 5,1 0,6 Marche 5,0 4,1 0,9 Basilicata 5,0 4,0 1 Sardegna 4,6 2,1 2,5 Lazio 4,5 3,3 1,2 Liguria 4,4 3,2 1,2 Trentino-Alto Adige 4,4 0,8 3,6 Calabria 4,1 2,6 1,5 Sicilia 3,7 0,9 2,8 Valle d Aosta 3,4 0,4 3 Piemonte 3,4 1,9 1,5 Campania 3,3 1,8 1,5 Toscana 3,2 2,0 1,2 Puglia 2,6 1,8 0,8 ITALIA 5,0 3,3 1,7 In Toscana, il tasso di copertura dei servizi di Assistenza domiciliare integrata (Adi), calcolato rispetto all universo degli anziani con età superiore a 65 anni, è pari all 2,0% nel 2008, a fronte del 3,3 % della media nazionale. Anche i Servizi di assistenza domiciliare (Sad) risultano interessare una percentuale di anziani inferiore alla media italiana. * Si forniscono e si sommano i dati più recenti disponibili, riferiti al 2008 per l Adi (Istat, 2009) e al 2005 per il Sad (Istat, 2008), così da offrire il quadro più aggiornato possibile.

60 Presa in carico degli anziani per il servizio di assistenza domiciliare integrata nelle Regioni Italiane. Andamento (2001=100) REGIONE Abruzzo 100,0 104,0 193,5 394,9 190,9 375,2 397,8 457,7 Basilicata 100,0 118,6 158,4 154,9 148,7 165,7 165,0 152,9 Calabria 100,0 68,8 98,5 195,9 278,7 423,5 468,6 435,2 Campania 100,0 94,6 111,4 151,1 169,9 142,1 200,1 227,7 Emilia-Romagna 100,0 252,9 244,3 261,3 283,6 293,8 301,0 320,1 Friuli-Venezia Giulia 100,0 119,5 103,1 101,2 104,4 98,7 95,1 96,5 Lazio 100,0 175,1 108,4 224,7 192,1 199,4 222,6 191,9 Liguria 100,0 69,2 54,5 33,0 88,6 86,1 90,7 90,8 Lombardia 100,0 102,7 110,1 144,4 134,5 145,2 151,3 165,9 Marche 100,0 61,8 68,5 66,2 83,2 90,8 96,3 102,6 Molise 100,0 120,1 154,6 117,0 105,6 94,4 64,8 59,1 Piemonte 100,0 116,7 118,3 130,4 128,1 108,6 125,2 136,6 Puglia 100,0 120,4 109,1 116,5 189,2 151,0 150,2 172,7 Sardegna 100,0 121,1 109,0 138,3 209,9 245,8 228,5 400,9 Sicilia 100,0 91,1 114,3 126,7 129,3 155,9 164,3 153,5 Toscana 100,0 167,1 161,9 148,7 110,1 113,0 112,6 107,2 Trentino-Alto Adige 100,0 34,5 36,3 52,7 275,7 416,3 368,7 373,0 Umbria 100,0 125,1 166,8 168,2 283,1 276,6 295,1 346,6 Valle d'aosta Veneto 100,0 127,3 123,4 143,1 165,5 168,5 210,7 199,2 ITALIA 100,0 126,3 122,7 144,8 150,8 155,9 168,4 172,9 Fonti: Elaborazione su dati ISTAT, 2009.

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