ISTRUZIONE OPERATIVA SOMMINISTRAZIONE E GESTIONE DI UN EVENTUALE STRAVASO. Az. Osp. Univ. Pisana

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2 Pag. 2 di 17 La presente istruzione è stata redatta, nella precedente stesura, a cura di: Sig. C. Cappelli, infermiere Polo Oncologico C.I. B. Nieri, coordinatore infermieristico U.O. Radioterapia Sig. A. Marrocu, infermiere UO Anestesia IV Sig. M. Gigli, infermiere Polo Oncologico Revisionata a cura di: Dott. Sergio Ricci,direttore U.O. Oncologia 1 Prof. Alfredo Falcone, direttore U.O. Oncologia 2 Dott.ssa Giulia Cervetti, dirigente medico U.O. Ematologia Dott. Vittorio Gattini, dirigente medico UO. Medicina Preventiva del lavoro Dott. Fabio. Escati, PO Prevenzione Incendi e Gestione delle Emergenze - U.O. Prevenzione e Protezione dai Rischi C.I. Anna Albiani, coordinatore infermieristico U.O. Ematologia Prof. Gaetano Privitera, direttore U.O. Igiene ed Epidemiologia Coordinatore Aziendale UGIRCC Dott.ssa Simona Frangioni, coordinatore infermieristico U.O. Igiene ed Epidemiologia UGIRCC La U.O. Direzione professioni infermieristiche ed ostetriche ha provveduto ad effettuare la verifica di conformità, in relazione agli aspetti metodologici ed organizzativi del documento, rispetto a quanto previsto dagli specifici profili di competenza. Revisione editoriale a cura di: Prof. Gaetano Privitera, direttore U.O. Igiene ed Epidemiologia Coordinatore Aziendale UGIRCC Dott.ssa Simona Frangioni, coordinatore infermieristico U.O. Igiene ed Epidemiologia - UGIRCC La presente Rev.01 è stata aggiornata da: Dott.ssa Ielizza Desideri, farmacista Polo Farmaceutico Antiblastici Dott. Fabio Escati, responsabile PO Prevenzione Incendi e Gestione delle Emergenze U.O. Prevenzione e Protezione dai Rischi Dott. Vittorio Gattini, dirigente medico U.O. Medicina Preventiva del Lavoro Revisione editoriale a cura di: Prof. Gaetano Privitera, direttore U.O. Igiene ed Epidemiologia Coordinatore Aziendale UGIRCC Dott.ssa Simona Frangioni, coordinatore infermieristico U.O. Igiene ed Epidemiologia - UGIRCC La U.O. Accreditamento e Qualità, in ottemperanza alla P.A. 01: Gestione documentazione qualità, ha provveduto ad effettuare: la verifica di conformità (requisiti attesi, codifica, congruità con la documentazione aziendale esistente); l attivazione ed il coordinamento della revisione editoriale la convalida e l attribuzione della codifica la raccolta delle firme per l approvazione l emissione e diffusione, con definizione lista di distribuzione l archiviazione e la conservazione.

3 Pag. 3 di 17 I N D I C E 1. PREMESSA SCOPO CAMPO DI APPLICAZIONE RESPONSABILITÀ DEFINIZIONI E ABBREVIAZIONI UTILIZZATE MODALITÀ OPERATIVE Materiale occorrente Fasi preliminari alla somministrazione Tutela dell operatore dalla contaminazione chimica, biologica e ambientale nella fase di somministrazione Durante la somministrazione Gestione dello Stravaso Classificazione dei FAB Riconoscimento dello stravaso Trattamento dello stravaso Documentazione dello stravaso e delle azioni intraprese Educazione del paziente e follow-up dello stravaso Dopo la somministrazione TABELLE TABELLA 1 - CLASSIFICAZIONE DEI FAB (EONS, 2007) TABELLA 2 - STRAVASO E CONDIZIONI SIMILI: DIAGNOSI DIFFERENZIALE TABELLA 3 - TIPOLOGIE DI TRATTAMENTO IN BASE ALLA REAZIONE PROVOCATA DAL FAB TABELLA 4 - TRATTAMENTO DELLO STRAVASO DIAGRAMMA DI FLUSSO MODALITÀ DI AGGIORNAMENTO E SUA PERIODICITÀ... 17

4 Pag. 4 di PREMESSA In tutte le fasi del percorso assistenziale del paziente possono avvenire errori che causano eventi avversi. Nella fase della somministrazione è cruciale l attenzione alle seguenti possibili cause di errore: giusta prescrizione-giusto paziente, identificazione del paziente, associazione farmaco-paziente (es scambio di FAB), conservazione non corretta del farmaco prima dell infusione (es. temperatura/tempo di conservazione non rispettato, FAB fotosensibili non schermati), utilizzo di una via di somministrazione diversa da quella prevista, tempi di somministrazione non rispettati (es programmazione non corretta della pompa infusionale), sequenza di somministrazione non rispettata, ritardo nel riconoscimento di eventi avversi e/o nell avvio di un idonea procedura di intervento. 2. SCOPO Definire e descrivere modalità operative per la somministrazione in sicurezza dei medicinali personalizzati per terapia antitumorale, immunomodulante o medicinali di origine bioingegneristica e per la gestione dello stravaso, al fine di uniformare i comportamenti degli operatori sanitari per garantire sia la sicurezza del paziente che degli operatori. 3.CAMPO DI APPLICAZIONE La presente è applicata dal personale sanitario per l'assistenza sanitaria ai pazienti sottoposti a terapia antiblastica e/o immunomodulante. 4. RESPONSABILITÀ Medico, infermiere, personale di supporto, ciascuno secondo il proprio profilo professionale. 5. DEFINIZIONI E ABBREVIAZIONI UTILIZZATE FAB DMSO Flare reaction LL Medicinali personalizzati per terapia antitumorale, immunomodulante o medicinali di origine bioingegneristica Dimetilsolfossido Area di eritema lungo una vena,caratterizzata da rossore. Usualmente associata all infusione intravenosa di soluzioni ipotoniche o alcuni farmaci Luer-lock TNT Tessuto non tessuto

5 Pag. 5 di MODALITÀ OPERATIVE 6.1 Materiale occorrente Arcella. Contenitori rigidi per lo smaltimento dei rifiuti. Deflussori o linea per pompa infusionale. Materiale occorrente per la veni- puntura o per l utilizzo di CVC tipo PORT-A-CATH o PICC. Materiale occorrente per il giusto fissaggio dei suddetti. Disinfettante. Garze. Prolunghe/rubinetti a 3 vie con attacco luer-lock (LL). Siringhe con attacco luer-lock (LL). Dispositivi di Protezione Individuale ( tabella seguente). Attività DPI Camice rinforzato Maschera FFP3 Guanti testati Cuffia Sopra scarpe Occhiali Camice non rinforzato Guanti vinile per assistente Somministrazione x x x x 6.2 Fasi preliminari alla somministrazione Per ogni somministrazione verificare la corrispondenza tra farmaco prescritto per lo specifico paziente e quello effettivamente pervenuto per la somministrazione In caso di mancata corrispondenza, gli infermieri avvisano il medico presente e contattano il PFA, procedendo alla restituzione della terapia presso il PFA (fare riferimento al paragrafo 6.5 della I.O. 04/PA 26). Il PFA quindi procede alla preparazione e all invio della nuova terapia, secondo la prescrizione effettuata. Due operatori sanitari abilitati alla somministrazione dei farmaci dovranno verificare indipendentemente: Nome del farmaco secondo prescrizione medica. Dose del farmaco secondo prescrizione medica. Via di somministrazione. Velocità di somministrazione. Data e ora di scadenza del farmaco rispetto a data e ora di preparazione. Aspetto della preparazione (eventuali precipitazioni, limpidezza, colore). Integrità dei contenitori. Eventuale premedicazione e/o terapia di supporto. Modalità di diluizione (se il farmaco è preparato direttamente nell unità operativa). All atto della somministrazione, a seguito delle verifiche, questi atti devono essere documentati tramite l apposizione delle firme dei responsabili alla somministrazione negli appositi spazi in cartella.

6 Pag. 6 di 17 a. Identificazione del paziente identificare il paziente in maniera puntuale in quanto persona destinataria della prestazione e del trattamento. In particolare viene effettuata una verifica verbale nella quale l'operatore chiede espressamente, con domanda aperta, l'identità del paziente (nome e cognome), la data e il luogo di nascita con una frase del tipo < mi può dire cortesemente il suo nome, il suo cognome, il suo luogo e data di nascita? > ; è importante precisare che la domanda dell'operatore non deve mai suggerire la risposta come, per esempio, < lei è il Signor Antonio Rossi nato a il? >; confrontare e verificare i dati anagrafici forniti con la documentazione relativa alla prestazione in atto (la cartella clinica, la scheda di terapia); verificare la corrispondenza tra la prestazione e/o trattamento e la documentazione clinica specifica del paziente. L'identificazione deve essere eseguita dallo stesso operatore immediatamente prima di svolgere le procedure e i trattamenti. La presente istruzione intende anche evitare possibili errori dovuti ad omonimie o scambi di persona che possono accadere usando un unico passaggio identificativo. b. Informazione e coinvolgimento attivo del paziente All inizio del ciclo di chemioterapia antiblastica deve essere confermato al paziente il piano terapeutico, invitandolo a collaborare nella comunicazione di ogni eventuale problema o sintomo. Il paziente deve anche essere educato alla prevenzione e eventuale gestione dello stravaso da farmaco. c. Conoscenza del farmaco. È indispensabile la conoscenza del farmaco, le sue controindicazioni, le reazioni avverse e le interazioni con altri farmaci. Il personale che somministra i FAB, quindi, deve essere opportunamente formato in merito all uso dei FAB, nonché in merito alle precauzioni necessarie per l impiego, le controindicazioni, le reazioni avverse da farmaco, le interazioni con altri farmaci. Inoltre tale personale deve conoscere le azioni da intraprendere in caso di eventi indesiderati, soprattutto in condizioni di urgenza. d. Valutazione del patrimonio venoso, corretta gestione dell accesso venoso e prevenzione dello stravaso Si definisce stravaso la fuoriuscita accidentale di una soluzione per infusione endovenosa nei tessuti circostanti il sito di venipuntura, per diffusione /infiltrazione. I fattori di rischio dello stravaso possono dipendere dal paziente, dalla procedura di incanulazione e infusione, dall agente farmacologico, dai dispositivi utilizzati. Bisogna prestare particolare attenzione a pazienti debilitati, obesi, diabetici (neuropatie e vasculopatie), pazienti con problemi neurologici (pregressi ictus, problemi di mobilità), pregressi trattamenti chemioterapici o radioterapici, pregressi stravasi (effetto recall), pregresse trombo-flebiti. Deve essere individuata, in base alla patologia del paziente, al tipo e alla durata della terapia, la possibilità di un impianto di cateteri venosi centrali e periferici (secondo procedure aziendali) anche al fine di ridurre i rischi di stravaso. E fondamentale assicurare sempre la corretta gestione degli accessi venosi.

7 Pag. 7 di 17 Nel caso di infusione in vena periferica, particolare attenzione dovrà essere prestata nell individuare il sito di infusione idoneo sia riguardo al tipo di somministrazione (farmaco e durata dell infusione) che a compliance del paziente. La posizione più appropriata per il posizionamento di un agocannula è considerata l avambraccio; anche se nella fossa antecubitale potremmo apprezzare vene potenzialmente incannulabili, è preferibile selezionarle per eventuali tentativi di incannulamento successivi in quanto il minimo movimento dell articolazione provocherebbe dislocamento del dispositivo. Le vene sul dorso della mano, sul polso e antecubitali hanno poco tessuto sovrastante: se si verifica in queste aree uno stravaso vescicante è più probabile il danno alle strutture sottostanti (tendini, legamenti e nervi). Qualora vi sia il minimo dubbio circa la collocazione o la pervietà di un agocannula, essa deve essere rimossa e riposizionata nell altro braccio o in una posizione sopra il precedente sito di fallita venipuntura. Un ago-cannula non deve mai essere testata infondendo un farmaco, contestualmente a un ritorno venoso, allo scopo devono essere utilizzati solo cloruro di sodio (NaCl) allo 0,9%, o destrosio al 5% Dato che i sintomi più comuni di stravaso sono rossore e gonfiore e il disagio può non essere avvertito, applicare una medicazione trasparente che ha la doppia funzione di mantenere in sito il dispositivo e consentirne la visualizzazione durante l infusione. Il monitoraggio, del paziente e del sito di inserzione, è fondamentale per la diagnosi precoce sia di infiltrazione che di stravaso. 6.3 Tutela dell operatore dalla contaminazione chimica, biologica e ambientale nella fase di somministrazione In ogni locale di somministrazione deve essere presente il contenitore rigido per rifiuti citotossici. Per la somministrazione ogni operatore deve seguire le seguenti norme comportamentali: Vestizione preventiva all inizio delle attività di somministrazione nel locale adibito alla procedura e, prima di eseguire la quale, ogni operatore deve indossare camice, visiera/occhiali di protezione, mascherina e guanti. I guanti devono essere cambiati ad ogni singola somministrazione. La maschera con visiera/occhiali di protezione verrà utilizzata al momento della somministrazione e comunque in tutte le occasioni in cui vi sia una esposizione con potenziale sviluppo di schizzi o proiezioni di materiale pericoloso. Controllo del set infusionale. Posizionamento dell accesso venoso (centrale o periferico). Collegamento del deflussore idoneo per farmaco e tipologia di infusione attraverso raccordi luerlock. La somministrazione avviene prioritariamente attraverso l'uso di sistemi a circuito chiuso e pompe infusionali. È proibito l uso degli aghi per effettuare raccordi durante la somministrazione e per equilibrare la pressione interna al flacone con la pressione esterna. Eseguire la somministrazione rispettando sequenza e tempistica secondo prescrizione. Al termine dell infusione smaltire il materiale utilizzato evitando, quando possibile, la disconnessione del circuito, e ponendo il materiale negli appositi contenitori in plastica rigida per citotossici, avendo cura di non riempirli oltre i 2/3 del loro volume.

8 Pag. 8 di 17 Quando il contenitore risulti pieno e comunque al termine della giornata lavorativa va sostituito/smaltito. Deve essere chiuso attraverso l apposita chiusura a pressione con l apposito martello dall operatore addetto (personale di supporto, in caso di necessità dall infermiere stesso), indossando i DPI previsti per la somministrazione. 6.4 Durante la somministrazione Deve essere garantita la presenza di un medico e di personale infermieristico formati secondo le modalità del Basic Life Support Defibrillation (BLSD) per le eventuali emergenze. Inoltre il luogo destinato alla somministrazione dei FAB è provvisto del carrello delle urgenze (IA05 e PA10a) Gestione dello Stravaso Lo stravaso di FAB necessita di un intervento tempestivo e una valida informazione al paziente. Lo stravaso di alcuni farmaci citotossici può provocare danni locali severi. L entità del danno dipende: Dal farmaco somministrato. Dalla quantità travasata. Dalla sua concentrazione. Dalla sede dove è avvenuto lo stravaso. Dal tempo trascorso tra l evento e l inizio del trattamento locale Classificazione dei FAB I farmaci citotossici vengono classificati in vescicanti/necrotizzzanti, neutrali e irritanti a seconda che determinino o meno la necrosi dei tessuti e conseguente ulcerazione, come da Tabella 1 I FAB più dannosi sono quelli compresi nella categoria dei farmaci vescicanti; è importante sottolineare che anche lo stravaso dei farmaci irritanti può provocare danni locali severi 1. Il danno può andare dal semplice eritema localizzato, infezioni, danni ai tendini, nervi e fasci muscolari circostanti la zona dello stravaso, alla necrosi e a ritardi nella prosecuzione dell iter terapeutico Riconoscimento dello stravaso È essenziale che uno stravaso sia riconosciuto e diagnosticato precocemente. Quando c è sospetto di stravaso, è importante escludere altre possibili circostanze, come mostrato nella Tabella 2. Per una corretta constatazione dello stravaso occorre riconoscere segni e sintomi rilevatori che ne comprovino l avvenuta manifestazione. Essi possono essere raccolti attraverso le segnalazioni dei pazienti e la valutazione visiva del sito di iniezione, stante un attento monitoraggio del dispositivo per l infusione endovenosa Trattamento dello stravaso L intervento precoce e l identificazione dei primi segni e sintomi di stravaso è di fondamentale importanza al fine di prevenire eventi avversi gravi. La conformità con le linee guida è essenziale per ridurre al minimo le complicazioni connesse all evento. Se si sospetta uno stravaso, il trattamento deve iniziare il più presto possibile.

9 Pag. 9 di 17 Se lo stravaso avviene nella zona circostante un dispositivo di accesso venoso a lungo termine tipo port, in base al rischio di danno tissutale si deve valutare l indicazione alla rimozione precoce del dispositivo stesso. Gli interventi possibili possono essere suddivisi in tre tipologie: a) Procedura standard La procedura standard è invariata per ogni tipo di farmaco stravasato e va messa in atto nel più breve tempo possibile. Tale procedura deve quindi essere conosciuta dal personale medico e infermieristico che somministra i FAB. 1. Chiudere la via di infusione e disconnettere la flebo. 2. Non rimuovere l accesso venoso. 3. Aspirare delicatamente il farmaco stravasato, almeno 10 cc di sangue o liquido (l aspirazione eccessiva può far collabire il vaso). 4. Rimuovere l accesso venoso (continuando ad aspirare dal punto di stravaso). 5. Procurarsi il Kit per lo stravaso. 6. Richiedere l intervento del medico e valutare la possibilità di somministrare antidoti e/o trattamenti specifici.valutando anche i sintomi dolori del paziente. 7. Delimitare l area dello stravaso con un pennarello indelebile. 8. Sollevare l arto per favorire il deflusso venoso. 9. Spiegare al paziente ciò che si sospetta sia successo e la procedura da mettere in atto. 10. Registrare e documentare l evento, predisporre il follow-up seriali. 11. Valutare la possibilità di una consulenza con il chirurgo plastico. b) Procedura Speciale Tale procedura è costituita da trattamento farmacologico e non farmacologico, diversi per i vari tipi di FAB come riportato nelle Tabelle 3 e 4. Non farmacologico o complementare Applicazione di Ghiaccio significa impacchi con borsa del ghiaccio per circa minuti (meno di 10 è insufficiente e più di minuti può essere pericoloso per la comparsa di lesioni da freddo). Evitare sempre il contatto diretto tra cute e ghiaccio per evitare lesioni da freddo. Applicazione di Calore significa impacchi caldi NON UMIDI ( C ) per 60 minuti ogni 6 ore. Evitare il contatto diretto. Farmacologico Applicazione topica di DMSO significa applicare 4 gocce di DMSO soluzione 99% ogni 10 cm 2 e lasciare asciugare senza coprire la cute con medicazioni. Infiltrazioni locali con Jaluranidasi: iniezione intradermica di U di Jaluronidasi diluita con 1-2 ml di fisiologica, (preparazione galenica ordinabile mediante modulo dichiarazione di assunzione di responsabilità medicinali industriali privi di AIC ) Infiltrazioni locali con tiosolfato di sodio al 10% 4 ml diluiti con 5-6 ml di soluzione fisiologica o H2O ppi (preparazione galenica) Idrocortisone topico all 1%.

10 Pag. 10 di 17 Utilizzo di Antidoti In merito al trattamento farmacologico è importante evidenziare come ad oggi esista solo un antidoto con efficacia confermata da trial clinici, che è il SAVENE TM (dexrazoxane), utilizzato per lo stravaso di antracicline Documentazione dello stravaso e delle azioni intraprese L evento di stravaso va dettagliatamente decritto dal medico, utilizzando il modulo T06/PA26 (gestione dello stravaso), e inserito nella cartella del paziente. Se possibile fotografare la zona di cute dove è avvenuto lo stravaso Educazione del paziente e follow-up dello stravaso È necessario che il medico prescriva le eventuali terapie farmacologiche e non, indicando le date del follow-up, come da indicazioni ministeriali. 6.5 Dopo la somministrazione L avvenuta somministrazione dei FAB deve essere adeguatamente documentata dall operatore sanitario che vi ha provveduto. Ogni variazione nella somministrazione deve essere sempre registrata nella documentazione sanitaria. 7. TABELLE TABELLA 1 - CLASSIFICAZIONE DEI FAB (EONS, 2007) NEUTRALI 1 IRRITANTI VESCICANTI/NECROTIZZANTI Anticorpi monoclonali Carmustina Asparaginasi Ciclofosfamide DNA-binding Citarabina Dacarbazina Agenti alchilanti Cladribina Etoposide Mecloretamina Fludarabina Fluoracile Metotrexate Ifosfamide Antracicline Thiotepa Mefalan Doxorubicina Bleomicina Mitoxantrone Daunorubicina Pemetrexed Streptozocina Doxorubicina Liposomiale Raltitrexed Epirubicina Bortezunib Possibili Irritanti 2 Idarubicina Interleuchina-2 Carboplatino Altri Interferone Cisplatino D-actinomicina Etoposide fosfato Docetraxel Mitomicina C Gemcitabina Irinotecano Oxaliplatino Non-DNA-binding Paclitaxel Alcaloidi della vinca Topotecano Vinblastina Vincristina Vindesina Vinorelbina

11 Pag. 11 di 17 1 Qualunque agente se stravasato ad alte concentrazioni può essere irritante. TABELLA 2 - STRAVASO E CONDIZIONI SIMILI: DIAGNOSI DIFFERENZIALE Segni e sintomi Colorazione Insorgenza Edema-gonfiore Reflusso ematico STRAVASO Dolore severo o bruciore che dura minuti od ore ed eventualmente si calma;dolore pungenteche si verifica mentre il farmaco viene somministrato e intorno al sito d inserzione Eritema intorno al sito di inserzione dell ago; non sempre presente al momento dello stravaso Appena dopo l iniezione, sintomatologia duratura Edema severo; generalmente si presenta immediatamente e permane per diversi giorni Impossibilità a ottenere il reflusso ematico o molto rallentato. SPASMO/IRRITAZIONE DELLA VENA Sensazione di dolore e rigonfiamento lungo la vena Tutta la lunghezza della vena può apparire arrossata o scura; ipocromia, pallore locale Appena dopo l iniezione o pochi minuti dopo; il cambio di colorazione è successivo Generalmente no Solitamente è presente ma non sempre completo; in caso di spasmo spesso è assente. FLARE REACTION No dolore Eritema ingravescente, macchie o eritema diffuso o irregolare lungo il decorso del vaso Improvvisa; dissipa entro minuti Generalmente no Solitamente è presente ma non sempre completo. TABELLA 3 - TIPOLOGIE DI TRATTAMENTO IN BASE ALLA REAZIONE PROVOCATA DAL FAB VESCICANTI O IRRITANTI NON VESCICANTI AGENTI: Antracicline Antibiotici (Mitomicina/Dactionomicina) Agenti Alchilanti Azioni: LOCALIZZARE E NEUTRALIZZARE LOCALIZZARE: Impacchi freddo secco (20 minuti per 4 volte/die per 1-2 GG) AGENTI: Alcaloidi della Vinca Taxani Derivati del Platino Azioni: DISPERDERE E DILUIRE DISPERDERE: Impacco caldo secco (20 minuti per 4 volte/die per 1-2 GG) IMPACCO FREDDO SECCO NEUTRALIZZARE: Utilizzare antidoti specifici Antracicline: DMSO topico, SAVENE Mitomicina C: DMSO topico DILUIRE: Utilizzare agenti che favoriscono il riassorbimento Alcaloidi della Vinca, Taxani: Jaluronidasi

12 Pag. 12 di 17 AGENTI TABELLA 4 -TRATTAMENTO DELLO STRAVASO TRATTAMENTI ACTINOMICINA D Cosmegen NECROTIZZANTE ALEMTUZUMAB Mabcampath AMSACRINE Amsidine Amsidyl ARSENICO TRIOSSIDO Trisenox ASPARAGINASI Elspar AZACITINA BENDAMUSTINA Ribomustin BEVACIZUMAB Avastin BLEOMINCINA Bleomicina BORTEZONIB Velcade BUSULFANO Busilvex CABAZITAXEL Jevtana CARBOPLATINO Carboplatino Paraplatin DMSO soluzione 99% applicazioni locali per 3-10 giorni (non coprire, lasciare asciugare all aria, evitare bendaggi occlusive Applicare ghiaccio DMSO soluzione 99% applicazioni locali per 3-10 giorni (non coprire, lasciare asciugare all aria, evitare bendaggi occlusive. Applicare ghiaccio Impacco freddo Se necessario idrocortisone topico 1% Se necessario Idrocortisone topico all 1% Impacchi caldi Idrocortisone topico 1% Applicazione di ghiaccio Valutazione chirurgica TRATTAMENTI SPECIFICI NON NOTI Impacco freddo

13 Pag. 13 di 17 AGENTI CARMUSTINA (BiCNU) CETUXIMAB Erbitux CICLOFOSFAMIDE Endoxan CISPLATINO Platinex Platamine CITOSIN ARABINOSIDE (ARA-C) Aracytin Citarabina CLADRIBINA Leustatin Applicazione di ghiaccio Applicazione impacco caldo Applicazione impacco caldo Idrocortisone 1% per uso topico Se necessario infiltrazione con jalunoridasi Applicare impacchi caldi TRATTAMENTI DACARBAZINA Deticene DAUNORUBICINA Daunoblastina DOCETAXEL Taxotere DOXORUBICINA Adriblastina Rubex DOXORUBICINA LIPOSOMIALE Caelix Myocet EPIRUBICINA Farmorubicina Applicazione di ghiaccio Protezione dalla luce solare della zona interessata SAVENE infuso entro 6 ore dall evento nel braccio contro laterale, per 3 giorni. Giorno 1 e 2 1g/mq; giorno mg/mq. Rimuovere il ghiaccio almeno 15 minuti prima dell infusione. Applicare ghiaccio Valutazione chirurgica per eventuale asportazione precoce Infiltrazione con jalunoridasi ( una fiala da 300 U diluita con 1-2 cc di fisiologica ) nella zona interessata SAVENE infuso entro 6 ore dall evento nel braccio contro laterale, per 3 giorni. Giorno 1 e 2 1g/mq; giorno mg/mq. Rimuovere il ghiaccio almeno 15 minuti prima dell infusione. Applicare ghiaccio Valutazione chirurgica per eventuale asportazione precoce SAVENE infuso entro 6 ore dall evento nel braccio contro laterale, per 3 giorni. Giorno 1 e 2 1g/mq; giorno mg/mq. Rimuovere il ghiaccio almeno 15 minuti prima dell infusione. Applicare ghiaccio Valutazione chirurgica per eventuale asportazione precoce SAVENE infuso entro 6 ore dall evento nel braccio contro laterale, per 3 giorni. Giorno 1 e 2 1g/mq; giorno mg/mq. Rimuovere il ghiaccio almeno 15 minuti prima dell infusione. Applicare ghiaccio Valutazione chirurgica per eventuale asportazione precoce

14 Pag. 14 di 17 ERIBULINA Halaven ETOPOSIDE Vesoed Lastet AGENTI FLUDARABINA Fludara 5-FLUORO-URACILE Fluaracile Fluaracile teva FOTEMUSTINA Muphoram TRATTAMENTI TRATTAMENTI SPECIFICI NON NOTI Impacchi freddi ; evitare il contatto diretto Impacchi freddi Se necessario appplicare idrocortisone topico all 1% Applicare ghiaccio GEMCITABINA Gemzar GENTUZUMAB Mylortag IDARUBICINA Zavedos IFOSFAMIDE Holoxan IRINOTECAN (CPT11) Camptò MECLORETAMINA Mustargen Caryolisine Impacco caldo Applicazione ghiaccio Eventuale infiltrazione con jalunoridasi( una fiala da 300 U 1500 unità diluita con 1-2 cc di fisiologica) SAVENE infuso entro 6 ore dall evento nel braccio contro laterale, per 3 giorni. Giorno 1 e 2 1g/mq; giorno mg/mq. Rimuovere il ghiaccio almeno 15 minuti prima dell infusione. Applicare ghiaccio Valutazione chirurgica per eventuale asportazione precoce Impacco freddo Se necessario Idrocortisone 1% per uso topico Impacco freddo Se necessario Idrocortisone 1% per uso topico Infiltrazione locale con tiosolfato di sodio al 10% 4 ml diluiti con 6 ml di ppi per infiltrazione locale Impacco freddo Se necessario Idrocortisone 1% per uso topico MELPHALAN Alkeram MERCPTOPURINA Imipur Purinethol Applicazione ghiaccio Valutazione chirurgica

15 Pag. 15 di 17 AGENTI TRATTAMENTI METOTREXATHE Metotrexate MITOMICINA C Mitomycin C MITRAMICINA Mithracine NABPLACLITAXEL Abraxane NIVOLUMAB OXALIPLATINO Eloxatin ESFOLIANTE PACLITAXEL Taxol Anzatax PANITUMUMAB Vectibix PENTOSTATINA Nipent PERMETREXED Alimta RALTITREXED Tomudex RAMUCIRUMAB Cyramza RITUXIMAB Mabthera Opdivo Impacchi freddi Se necessario Idrocortisone Topico 1% DMSO soluzione 99% applicazioni locali per 3-10 giorni (non coprire, lasciare asciugare all aria, evitare bendaggi occlusive) Applicare ghiaccio Può conferire colorazione bluastra alla cute, anche in modo permanente Applicazione ghiaccio TRATTAMENTI SPECIFICI NON NOTI TRATTAMENTI SPECIFICI NON NOTI IMPACCHI CALDI non umidi (può essere il solo trattamento); evitare il contatto diretto Eventuale infiltrazione con jalunoridasi( una fiala da 300 U diluita con 1-2 cc di fisiologica) dopo valutazione della gravità dell evento ( quanto farmaco e per quanto tempo è travasato) Eventuale infiltrazione con jalunoridasi( una fiala da 300 U diluita con 1-2 cc di fisiologica ) dopo valutazione della gravità dell evento ( quanto farmaco e per quanto tempo è travasato) Applicazione ghiaccio

16 Pag. 16 di 17 AGENTI STREPTOZOCINA Zanosar TEMSIROLIMUS Torisel Applicazione di ghiaccio TRATTAMENTI TENIPOSIDE Vumon TIO-TEPA Thioplex TOPOTECAN Hycamtin TRABECTEDINA Yondelis TRANSTUZUMAB Herceptin VINBLASTINA Velbe VINCRISTINA Vincristina VINDESINA Eldisine VINORELBINA Navelbine IMPACCHI FREDDI;evitare il contatto diretto Eventuale infiltrazione con jalunoridasi (una fiala da 300 U diluita con 1-2 cc di fisiologica) dopo valutazione della gravità dell evento (quanto farmaco e per quanto tempo è stravasato) Applicazione di ghiaccio Idrocortisone 100 mg sc Valutazione chirurgica Consigliabile utilizzare sempre l infusione tramite CVC NON ESISTONO ANTIDOTI NOTI Eventuale infiltrazione con jalunoridasi( una fiala da 300 U diluita con 1-2 cc di fisiologica ) nella zona interessata IMPACCHI CALDI non umidi ; evitare il contatto diretto Eventuale infiltrazione con jalunoridasi( una fiala da 300 U diluita con 1-2 cc di fisiologica ) nella zona interessata IMPACCHI CALDI NON UMIDI ;evitare il contatto diretto Eventuale infiltrazione con jalunoridasi( una fiala da 300 U diluita con 1-2 cc di fisiologica ) nella zona interessata IMPACCHI CALDI NON UMIDI ;evitare il contatto diretto Eventuale infiltrazione con jalunoridasi una fiala da 300 U diluita con 1-2 cc di fisiologica ) nella zona interessata IMPACCHI CALDI NON UMIDI; evitare il contatto diretto

17 Pag. 17 di DIAGRAMMA DI FLUSSO Riconoscimento dello stravaso dolore, bruciore o prurito in sede d infusione mancato reflusso ematico difficoltà d infusione arrossamento o edema tumefazione SI Il sintomo è compatibile con lo stravaso? Diagnosi differenziale vedi tabella 2: stravaso? (Resp. Infermiere) Tabella 2 NO (per tutti i farmaci) Da effettuare NEL PIU BREVE TEMPO POSSIBILE Fine 1. CHIUDERE LA VIA DI INFUSIONE 2. NON RIMUOVERE L ACCESSO VENOSO 3. IMMOBILIZZARE L ARTO 4. ASPIRARE DELICATAMENTE ALMENO 3 CC DI SANGUE O LIQUIDO 5. RIMUOVERE L ACCESSO VENOSO 6. AVVISARE IL MEDICO PROCEDURA SPECIALE vedi tabelle 3 e 4 (resp.li medico/infermiere) SI Tabelle 3 e 4 NO POSIZIONARE L ARTO IN SCARICO (INFERMIERE) SE IL PZ LAMENTA DOLORE: EVENTUALE PRESCRIZIONE E FANS (MEDICO/INFERMIERE) POSSIBILMENTE FOTOGRAFERE LA ZONA DOVE È AVVENUTO LO STRAVASO Fine 9. MODALITÀ DI AGGIORNAMENTO E SUA PERIODICITÀ L aggiornamento della presente istruzione è consequenziale al mutamento delle norme nazionali, regionali o etico-professionali o in occasione di mutamenti di indirizzo proposti da norme, regolamenti ed indicazioni tecniche degli organismi scientifici nazionali ed internazionali o in occasione di mutamenti delle strategie, delle politiche complessive e delle esigenze organizzative aziendali. Si precisa che, ad ogni modo, la revisione va effettuata almeno ogni 3 anni.

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