A proposito delle attività finora proposte

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2 A proposito delle attività finora proposte Che sensazioni ho provato? Ho imparato qualcosa? Che cosa? Quanto è importante, nell apprendimento delle scienze, il poter toccare con mano? Quanto conta il coinvolgimento emotivo ai fini di un apprendimento efficace? E possibile, in classe, insegnare attraverso il gioco?

3 HANDS-ON VUOLE DIRE: attività pratica sperimentale (laboratorio, gioco, uscite sul campo ecc.) coinvolgimento personale del discente, che ha un ruolo attivo ed è libero anche di sbagliare... riflessione sul processo di apprendimento: la scienza come contenuti, metodo, passione. NON VUOLE DIRE: usare il laboratorio come conferma di una conoscenza già trasmessa.

4 Giocare è conoscersi

5 crescere

6 imparare a vincere

7 e a perdere

8 Quante cose importanti abbiamo appreso giocando!

9 Ci può essere reale apprendimento solo se il discente è messo in condizioni di VIVEREil contesto didattico con la mente, con le mani e con il cuore. In quest ottica, il gioco è LAmodalità di apprendimento durante l età evolutiva. ( e anche in seguito )

10 IL GIOCO Attiva un profondo coinvolgimento emotivo, pertanto viene ricordato a lungo. E un attività sempre gradita agli studenti (anche ai più refrattari) Se ben organizzato, permette di valorizzare le capacità di ognuno E un ottimo strumento per un primo approccio all argomento, per un rinforzo, per la verifica.

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14 Giocare, perché? Il gioco è un addestramento spontaneo alle attività della vita adulta. Consente di sviluppare le proprie abilità, di saggiare i propri limiti. Permette di controllare i momenti di frustrazione in una dimensione fittizia, meglio gestibile di quella reale. Favorisce la socializzazione e l acquisizione di regole di comportamento. Ha una funzione centrale nello sviluppo dell intelligenza, dell emotività, della fantasia e della personalità.

15 Giocare, quando? Fino ai cinque anni prevale il gioco simbolico, nel quale gli oggetti reali vengono presi a fondamento per rievocare eventi passati o immaginari. E la fase della fabulazione: il bambino è affascinato dalle fiabe, che percepisce come parte della sua realtà.

16 Giocare, quando? Verso i sette-otto anni il bambino acquisisce la facoltà di assumere i punti di vista altrui e di rispettare le regole del gioco. E la fase del gioco sociale. Dalla prima adolescenza (dieci-undici anni) il ragazzo riesce ad immaginare con una certa facilità situazioni di carattere ipotetico, in modo da dedurre le mosse migliori e le contromosse dell avversario. E stimolato dalla competizione.

17 Giocare, come? Il gioco non va finalizzato solo alla conoscenza di nozioni, ma piuttosto a creare un ambiente di apprendimento efficace attraverso emozioni positive. La competizioneè stimolante, ma può generare ansia: usare con moderazione. Ci si può orientare sui giochi collaborativi, in cui tutti hanno un compito e non ci sono perdenti (come nei giochi di ruolo).

18 Giocare, e poi? L esperienza ludica, come quella laboratoriale, non può rimanere fine a se stessa: è necessario che sia accompagnata da occasioni di riflessioneper metabolizzare quanto appreso e inserirlo significativamente nel proprio bagaglio di conoscenze. Tale percorso metacognitivo si attiva spontaneamente se gli alunni sono coinvolti nel gioco fin dalla sua PROGETTAZIONE.

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