Convegno Nazionale : La Mediazione familiare, una risorsa per i genitori e figli nella. separazione. Bologna 1 e 2 dicembre 2006

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1 Convegno Nazionale : La Mediazione familiare, una risorsa per i genitori e figli nella separazione Bologna 1 e 2 dicembre Mediatore familiare e Avvocato: il Protocollo d intesa di Reggio Emilia Dedicherò il mio intervento, congiuntamente a quello dell Avvocato Brunella Bertani, alla prima esperienza nazionale che ha visto nascere, tre anni fa, un protocollo d intesa fra l ordine degli avvocati del foro di Reggio Emilia ed il servizio di mediazione familiare del comune di Reggio Emilia. Va ricordato e ripreso che già tre anni fa, nel Congresso Nazionale precedente tenutosi qui a Bologna cinque anni fa, è stato messo in luce il desiderio e l esigenza dei mediatori familiari di avviare un dialogo ed un confronto sistematico con il mondo legale. D altra parte, la stessa attività di mediazione familiare avviata nei centri per le famiglie e le proficue collaborazioni realizzate, anche se sporadiche e saltuarie, hanno confermato l utilità di stabilire un intesa solida e continuativa tra avvocato e mediatore familiare. Due diversi professionisti che, pur distinguendosi nettamente per ambiti di lavoro e competenze, hanno spesso a che fare con gli stessi interlocutori, nei confronti dei quali li muove una medesima preoccupazione: tutelare i bambini dagli eccessi emotivi che l esperienza separativa può ingenerare nei loro genitori. Per questo si è fatta strada l idea che le due professioni potessero avviare pratiche di maggiore conoscenza reciproca e collaborazione, offrendo così un supporto alla riorganizzazione dei rapporti familiari sempre più competente e consapevole. 1

2 Ben interpretando questo spirito collaborativi e aperto al confronto, l ordine degli avvocati di Reggio Emilia si è sempre distinto per l interesse e l attenzione mostrata nei confronti del servizio di mediazione familiare. Questa condizione ha indotto la Regione Emilia Romagna ed il gruppo tecnico dei mediatori familiari regionale che la realtà cittadina di Reggio Emilia fosse la più indicata per investire sulla realizzazione di un progetto sperimentale. E così che su mandato della Regione, quindi, il gruppo dei mediatori familiari ha elaborato una proposta di interazione e confronto con il mondo legale; tale possibilità è stata sottoposta al Consiglio dell Ordine degli avvocati del foro reggiano da cui ha ricevuto una sollecita approvazione. Si è partiti quindi con il primo progetto pilota nazionale. Richiamo sinteticamente l esperienza realizzata che si è articolata in tre fasi: 1) La prima fase ha promosso un corso di formazione congiunto per mediatori e avvocati dal titolo: Il dialogo necessario: quale collaborazione tra l avvocato e il mediatore familiare. Il corso è stato articolato in tre incontri di informazione e di discussione, rivolti ad un numero limitato di avvocati della città ( 38) e ad un numero limitato di mediatori familiari ( 32). La scelta del numero chiuso per gli avvocati è giustificata dalla possibilità di lavorare con più confronto ed integrazione, anche in momenti di sottogruppi. Il numero dei mediatori familiari ha incluso, invece, tutti quelli regionali. Nella prima giornata hanno relazionato due professionisti esperti in ambito separativo a livello internazionale, il Prof. Fulvio Scaparro e l Avvocato Carlo Rimini dell Università degli studi di Milano. 2

3 Le loro relazioni, che hanno aperto la prima giornata del corso, sono state propedeutiche al resto del percorso, offrendo temi di discussione per avvocati e mediatori. 2) La seconda fase del progetto ha visto la costituzione di un gruppo tecnico di lavoro formato da 7 mediatori familiari e 7 avvocati individuati tra i partecipanti al seminario Il dialogo necessario: quale collaborazione tre l avvocato ed il mediatore familiare. Mediatori familiari del servizio di Reggio Emilia e del resto dei centri perle famiglie regionali e avvocati del foro reggiano che operano nell ambito del diritto di famiglia. Sono stati realizzati 6 incontri durante i quali il gruppo interprofessionale ha approfondito riflessioni ed analisi relative a questioni estremamente delicate come criteri di mediabilità, l importanza delle modalità e dei tempi d accesso dei genitori in mediazione, l opportunità del contatto e dell informazione reciproca tra legale e mediatore, la reciprocità degli invii ed infine la tregua legale. Attraverso questo serrato confronto, il gruppo è giunto ad elaborare un protocollo d intesa con cui ha formalizzato una collaborazione sistematica tra il servizio di mediazione familiare e l Ordine degli avvocati. In questo documento, approvato dal consiglio dell ordine degli avvocati e dalla giunta comunale, sono contenute alcune essenziali linee guida di lavoro e precise modalità di rapporto ed integrazione. Il protocollo, inserito in coda alla relazione, è formato da 9 articoli che dettano i principi comuni, i rispettivi ruoli dei due professionisti, le modalità dei reciproci invii, formazione e aggiornamento del mediatore e dell avvocato. 3

4 A tal proposito, dopo l approvazione del protocollo, l ordine degli avvocati ha promosso un corso di formazione sulla mediazione familiare indirizzato a tutti gli avvocati iscritti all ordine. Hanno aderito al corso circa 80 avvocati. Per l organizzazione del corso l ordine si è avvalso di due mediatori familiari della regione per la parte organizzativa e tecnica. Il percorso è stato strutturato in quattro giornate formative a cui hanno relazionato un giudice del tribunale per i minorenni, un mediatore familiare e due esperti in ambito psicologico. In tale occasione gli avvocati hanno avuto la possibilità di approfondire, oltre al contenuto del protocollo, alcuni temi specifici legati alla mediazione ed alla gestione dei figli in caso di separazione, anche lavorando in piccoli sottogruppo. Gli avvocati che hanno partecipato a questo corso, aderendo quindi al protocollo ed avendo seguito un iter formativo alla mediazione familiare, risultano iscritti in un elenco stilato dal consiglio dell ordine e a disposizione del servizio di mediazione familiare. I genitori infatti che richiedono al mediatore un nominativo di un legale per informazioni o per intraprendere la separazione possono consultarlo. 3) La terza ed ultima fase del progetto ha visto e continua a vedere il gruppo di lavoro dei 7 avvocati ed i 7 mediatori, impegnato una o due volte l anno, a confrontarsi per valutare e monitorare l efficacia del protocollo. Oggi, a distanza di tre anni da questo faticoso ed impegnativo lavoro, dal punto di vista del servizio di mediazione familiare si può affermare che vi siano proficui risultati e che vi è una buona collaborazione con l apparato legale. 4

5 Gli avvocati che hanno aderito al corso di formazione alla mediazione familiare ne conoscono le modalità, il senso e l utilizzo. 1/3 delle richieste che arrivano al nostro servizio provengono da genitori inviati dagli avvocati e già informati della possibilità del percorso di mediazione familiare. In alcune situazioni si tratta di vere e proprie mediazioni, in altre solo di consulenze individuali per mancanza di coinvolgimento dell altro. In ogni caso vi è da parte degli avvocati una sensibilità sempre maggiore nei riguardi del nostro servizio e la ricerca di trovare soluzioni possibili e condivise con il mediatore al fine di tutelare i minori. Rispetto a quanto succedeva prima si può affermare che vi è anche maggiore rispetto per la fase della cosiddette tregua legale durante la quale vi è un impegno degli avvocati a non intraprendere azioni legali e a sospendere ogni intervento giudiziale per dare la possibilità ai due genitori di individuare accordi il più soddisfacenti possibili per la gestione dei loro figli. Mediatore ed avvocato, pur collaborando nei termini degli invii e della tregua legale, rimangono comunque due ambiti autonomi, con l assoluta riservatezza per quanto concerne il percorso di mediazione familiare. Rispetto a ciò che succedeva prima dell approvazione del protocollo d intesa si può sostenere che vi è maggiore attenzione e rispetto da parte degli avvocati sulle decisioni prese in mediazione familiare soprattutto dopo l approvazione della legge sull affidamento condiviso. Dott.ssa Barbara Soncini, mediatrice familiare 5

6 La iniziativa promossa tre anni fa dal Centro per le famiglie di Reggio Emilia che ha portato alla esperienza di lavoro comune e quindi alla stesura del protocollo di intesa, che ha ricordato la Dott.ssa Soncini nell intervento che mi ha preceduto, è stata molto proficua. Essa ha dato voce e corpo ad una esigenza, avvertita da parecchi operatori del diritto, della introduzione sulla scena della crisi familiare nella sua dimensione giudiziale di una professionalità diversa da quella dell avvocato, del giudice e persino del consulente del Giudice, che affiancasse e supportasse il lavoro di questi ma affrontasse il problema della patologia della famiglia (legittima o di fatto) facendosi carico della soluzione o attenuazione del più grande ostacolo che impedisce di giungere ad una buona separazione vale a dire la conflittualità tra i coniugi (con prole minore) e la impossibilità o grave difficoltà per gli stessi di avere un dialogo costruttivo nell interesse proprio e dei figli. La mancanza di comunicazione tra le persone che si stanno separando o si sono separate, la distorsione e la cattiva lettura di qualsiasi soluzione tecnica venga loro proposta (dagli avvocati) o imposta (dal Giudice) per regolare la nuova situazione, sono una delle cause che impediscono di negoziare una buona separazione, dove per buona si intende non tanto e non solo una separazione corretta dal punto di vita tecnico giuridico ma adatta a quella particolare coppia, e vissuta e sentita come tale dalla medesima. Durante il percorso che ha portato alla formulazione e approvazione del Protocollo di intesa avvocati e mediatori si sono confrontati mettendo in comune la loro esperienza speculare del medesimo fenomeno, cioè la crisi familiare. 6

7 Credo che ogni avvocato che ha partecipato al progetto in quanto avvocato - professionalmente di parte, chiamato a fornire gli strumenti giuridici al proprio cliente per decifrare il conflitto, segnando il limite di ciò che l assistito può o deve fare e, a sua volta, può o deve pretendere dall altro, chiamato a delimitare il confine di ciò che può essere regolato dai coniugi e ciò che invece è imposto loro dalla leggeabbia avvertito come preziosa la risorsa di uno sguardo, quello del mediatore, che, pur confrontandosi con le medesime dinamiche personali, si pone come terzo rispetto alla coppia, per aiutarla e supportarla nel difficile momento della separazione. Questo passaggio è sicuramente molto doloroso per chi lo attraversa e spesso la consulenza e l assistenza tecnico giuridica di un avvocato per quanto preparato e disponibile sul piano umano non è sufficiente. Molti sono stati i punti fondamentali sui quali abbiamo discusso a lungo nella redazione del protocollo d intesa. Impossibile ricordare qui e oggi, in modo analitico, tutto il lavoro di analisi svolto sulle varie bozze di protocollo che via via prendeva forma, lavoro reso vitale dall incontro di due professionalità profondamente diverse ma proprio per questo capaci di svelare l una all altra aspetti e letture nuove di una stessa situazione. Per esigenze di tempo mi limiterò ad accennare a due di questi snodi centrali. Dalla riflessione sulla diversità dell intervento delle due figure professionali (avvocato e mediatore) è emerso uno dei concetti che a mio parere rappresentano la chiave di volta del protocollo, vale a dire la separazione dei due ruoli (avvocato e mediatore) e la necessità di non confonderli. Il mediatore non deve essere avvocato e l avvocato non può fare il mediatore. Il mediatore pertanto, nella concezione che è sottesa al protocollo di cui parliamo, si dovrà astenere dal dare consigli legali o proporre una sistemazione globale della 7

8 separazione che involgerà sicuramente la tutela dei diritti di tutti i membri della famiglia. Dovrà al contrario preparare il terreno affinchè i due genitori separandi possano, per quanto possibile, pervenire serenamente e in modo costruttivo ad un accordo che sarà proposto in concreto e negoziato dai rispettivi legali. Condizione imprescindibile per lo svolgimento del lavoro del mediatore è che non si strumentalizzi da parte dei legali il ricorso al medesimo e che il vissuto degli incontri di mediazione non possa essere utilizzato in giudizio. Il set del mediatore deve essere quanto più possibile avvertito come tutelante da parte della coppia che deve poter rivolgersi al professionista mediatore con la libertà che non avrebbe se vi fosse la possibilità che quello che dice in quella sede potesse essere utilizzato dall altro. In questo l avvocato, che riconosca e apprezzi il lavoro di mediazione come valido supporto al proprio cliente, ha il compito non sempre facile di sottrarsi a certe richieste del cliente che cerchi di invalidare il lavoro di mediazione pretendendo di riportarne contenuti da riversare in giudizio. Un altro punto delicato sul quale si è molto discusso nel percorso cui abbiamo accennato, è il rapporto di invio reciproco tra mediatori e avvocati. Abbiamo cioè sentito come necessario puntualizzare, proprio come conseguente estensione del primo caposaldo che ho indicato, che fosse fondamentale che il legale mettesse a conoscenza il cliente, sin dal primo colloquio, della esistenza e della specificità della mediazione familiare, incoraggiando il ricorso a questa risorsa, laddove ne ravvisasse la opportunità. Di contro, abbiamo parimenti sentito la necessità di stabilire che anche il mediatore dovesse incoraggiare il genitore che ne fosse sprovvisto a rivolgersi ad un legale per meglio poter comprendere i propri diritti, per essere tutelato e poter decidere in piena 8

9 autonomia circa le scelte che man mano si profilano come necessarie nel corso della negoziazione della separazione e nel trovare un nuovo assetto dei rapporti. Poiché la esperienza concreta ha confermato che è più agevole pervenire da ogni punto di vista una buona separazione se entrambi i coniugi sono assistiti da un legale che tenga nel giusto conto anche l aspetto relazionale della coppia separanda e le problematiche personali sottese al conflitto, è parso che il Centro di mediazione potesse offrire un miglior servizio all utente portando a sua conoscenza che alcuni avvocati del Foro di Reggio Emilia hanno scelto di svolgere il proprio ruolo di professionista, pur nell ovvio rispetto del mandato conferitogli, privilegiando, ove possibile, la soluzione del conflitto anche con lo strumento della mediazione nell interesse del cliente e dei figli minori. Ed inoltre, che nel fare ciò hanno acquisito una formazione specifica ed hanno aderito al protocollo d intesa, sottoscrivendo idealmente i principi cui è ispirato ed impegnandosi a rispettare quelle regole di autoregolamentazione che in esso trovano espressione. In conclusione merita di essere sottolineato come dall approvazione del protocollo in poi il lavoro dell avvocato che si occupa di diritto di famiglia è stato notevolmente agevolato dalla sinergia instaurata con il Servizio di mediazione familiare, come provano, da un lato, i dati percentuali degli invii dai legali al servizio di mediazione dei propri clienti e, dall altro, gli ottimi risultati che ognuno dei professionisti impegnati nella iniziativa può testimoniare in termini di deflazione del contenzioso più acceso. Brunella Bertani, Avvocato del foro di Reggio Emilia. Componente del consiglio dell ordine degli avvocati di Reggio Emilia 9

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