Designer e professione

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1 Designer e professione di Filippo Bich Introduzione Cosa vuol dire oggi essere designer in Italia? Significa essere protagonisti di una professione conosciuta a tutti e amata dai più. Il designer però, che vive più di ogni altro il design, non è conosciuto, non è rispettato e il più delle volte viene chiamato architetto. Fare conoscere questa arte non di per sé ma promuovere chi la produce tramite il suo lavoro diventa basilare per garantire rispetto, riconoscimento e soprattutto una fetta di mercato a noi professionisti del design. La situazione italiana Il design italiano nella sua storia è sempre stato figlio dei grandi architetti. Ciò ha creato una gran confusione nella percezione della professione. Quando sono nate le scuole di disegno industriale, negli anni 90, non è stata fatta alcuna operazione di concertazione con lo Stato per il riconoscimento della figura del designer. Perciò non è stato ricavato alcuno spazio nel nostro ordinamento giuridico per il designer: fluttua infatti tra l Architetto e l Ingegnere, senza una precisa collocazione. E arrivato il momento di dare dignità professionale al Designer, distinguendolo definitivamente da tutte le altre attività riguardanti il progetto. Sicuramente manca nel pubblico la percezione di chi siamo e di cosa facciamo. Il designer vive come in una bolla di sapone, sospeso tra mille mestieri. Dal web all arredo dalla costruzione delle barche all abbigliamento. Siamo tutti designer. Oltretutto, ad aggiungere un po di confusione ci si mettono anche le mode linguistiche: purtroppo oggi si usa la parola designer o design per ogni qualifica creando ad esempio gli hair designer, comunemente detti parrucchieri. Dovrebbe essere in qualche modo fermato l orribile abuso del titolo di designer. Uno dei campi di attività più grandi è quello dell architettura di interni di cui personalmente mi occupo e sento quindi come tema vicino. In Italia siamo fortemente limitati dalla legislazione che ci vede schiavi della firma di un Geometra, Architetto, o professionista abilitato come previsto dalla normativa. Mi spiego: per eseguire delle modifiche interne in un appartamento, negozio,

2 magazzino, ristorante o altro in Italia è necessario consegnare ai Comuni una Dichiarazione di inizio attività a firma del progettista abilitato. Nella maggioranza dei paesi europei la pratica, del tutto simile, viene compilata e firmata dal proprietario dell immobile, sotto la propria responsabilità, senza l obbligo di adempimenti da parte di terzi (per la modifica delle facciate o per modifiche strutturali è richiesto il parere dell Architetto o dell Ingegnere). Questo svincola completamente il progettista di interni da qualunque obbligo nei confronti degli enti e rende molto più visibile e accessibile l opera del designer. Chi viene nei nostri uffici per rimodernare il negozio, in Italia, se poi deve pagare anche le spese della pratica al Geometra o all Ingegnere? I giovani designer In Italia non esiste la protezione del giovane designer. Sfogliando i cataloghi delle aziende che fanno del design il loro principale asset strategico ci possiamo imbattere in nomi che hanno fatto grande il design nostrano negli anni 70 e 80, in tanti stranieri e in pochissimi giovani italiani. Da cosa dipende? Perché le majors del design producono i progetti di molti esordienti stranieri e nessun progettista dello stivale riesce a farsi avanti? Credo che la risposta sia semplice da trovare e bastano quattro passi nelle zone calde del salone del mobile per rendersi conto della grande differenza di opportunità tra noi e i nostri coetanei d oltralpe. Procediamo con ordine: farsi conoscere nel mondo del design implica inevitabilmente il soddisfacimento di due condizioni. Costruire dei prototipi e mostrarli ad un pubblico di settore. La costruzione dei prototipi è legata strettamente alla disponibilità di fondi (spesso le richieste sono cospicue, soprattutto per fabbricare un solo pezzo) e di aziende e recapiti giusti per la costruzione. Con i propri sogni sottobraccio si va poi alla ricerca dello spazio e delle condizioni giuste per una mostra. Anche qui ci troviamo a confrontarci con i costi che sono notevoli. Per uno spazio al salone satellite si possono spendere dai 2000 ai 5000 euro, per non parlare di gallerie d arte e simili dove i costi per esporre possono essere anche di molto maggiori. Mancano, in questo rapido conto, i costi per l allestimento. Per mostrare, diciamo, 4 o 5 pezzi d arredamento il costo può oscillare, al risparmio, tra i ed i euro. Mi chiedo: dove trovano questi fondi i designer belgi, tedeschi, danesi, svedesi ed europei in genere che ammiriamo durante le varie design week in giro per il mondo? La risposta è semplice. Hanno delle associazioni che li tutelano, ne promuovono l attività e si occupano di organizzare delle mostre collettive per esporre i pezzi dei loro progettisti. E i costi dei

3 prototipi? Ovviamente le associazioni fanno da sponsor prestando ai designer in questione il necessario per la costruzione e la finitura dei pezzi. A tasso zero. Le associazioni di design all estero Analizziamo ora l attività di qualche associazione di design che promuove concretamente l attività dei giovani progettisti. Vedremo le esperienze più significative, DesignVlaanderen, Designed in Brussels, Create Berlin, e le associazioni di categoria (Interior design) francese e olandese. Hanno tutte una caratteristica importante in comune. Sono associazioni a carattere nazionale, regionale o cittadino. Quindi proteggono e sponsorizzano esclusivamente il loro design. Design Vlaanderen Design Vlaanderen è una associazione di design belga, rivolta alla parte nord del paese, di lingua fiamminga (olandese). Oltre ad aver istituito il premio Henry Van de Velde per il design (una categoria speciale premia i giovani) lavora, di concerto con il Ministero per l economia, con aziende e studi di design. Particolarmente, per ciò che più ci riguarda, aiuta e consiglia i designer e le compagnie ad inizio attività, ne supporta le ricerche, organizza lectures, mostre ed eventi per promuovere l attività dei suoi designer. Designed in Brussels Di ispirazione identica a Design Vlaanderen, Designed in Brussels è un organismo del Ministero dell economia e del lavoro dello Stato (ricordo che il Belgio è uno stato federale diviso in 3 parti) di Bruxelles. Sostiene il giovane designer, aiuta la promozione del designer affermato e, attraverso l organizzazione di un evento denominato 101% designed in Brussels, dà l occasione ogni anno ad un gruppo di giovani progettisti di esporre il loro lavoro attraverso stand nei maggiori saloni internazionali del design.

4 Create Berlin Create Berlin cura e organizza eventi sui progetti creativi berlinesi. L obiettivo dell associazione è collegare i protagonisti dei settori della progettazione, della politica, dell'economia e dell'industria per promuovere la creatività di Berlino come fattore economico. Attiva dal 2005, si è distinta negli anni per le iniziative promosse e la bontà dei progetti proposti: in ultimo lo stand made n Berlin all interno degli eventi di Zona Tortona durante la design week Le associazioni di Interior Design: il caso francese In Francia è in vigore una legge (in realtà molto comune in Europa) che consente di effettuare le modifiche interne ai fabbricati a fronte di una semplice dichiarazione alle autorità comunali. Gli oneri sono molto bassi e la spesa della pratica, che in Italia si aggira sui 500 euro, non esiste. Come nel nostro paese, sono presenti associazioni di categoria degli interior designer che hanno però, rispetto alle nostre, tutt altro impatto e forza. La Fédération nationale des syndicats d'architectes d'intérieur (Federazione Nazionale dei sindacati degli Architetti d Interni) ad esempio ha concordato con l ordine degli architetti ed il Ministero francese delle opere pubbliche le competenze degli architetti d interni. Oltretutto sono state regolamentate la pratica professionale e i rapporti con Architetti e Ingegneri. Tutto questo per evitare sovrapposizioni tra le professioni, per dare ad ognuno il proprio spazio e permettere alla clientela una scelta migliore del professionista adatto alla situazione. Ciò permette a molti architetti d interni francesi di avere un proprio rilievo all interno del mercato della progettazione. Associazioni simili esistono in quasi tutti i paesi d Europa, con le stesse finalità e le stesse caratteristiche dell ente francese. Quello transalpino rimane però il caso più eclatante di come una nuova professione abbia ricavato il suo spazio concordando con altri attori, Stato e ordini professionali in primis, i termini dell azione professionale dei suoi associati.

5 Conclusione: come migliorare l impatto dell ADI Dopo questa breve panoramica sulla situazione italiana ed europea vorrei ora proporre alcune soluzioni per migliorare la conoscenza del ruolo del designer nella società italiana ed aiutare i giovani progettisti a venir fuori dal guscio. L ADI dovrebbe fare da ponte per una concertazione tra associazione professionale, università e Stato per predisporre una normativa che possa consentire al designer di avere un ruolo per legge nel processo progettuale L attività didattica ed espositiva dell ADI è molto efficace. Si basa però troppo su ciò che è stato fatto e sulla storia del design italiano piuttosto che incentrare una campagna sulla figura del designer oggi e nel futuro La promozione di concorsi a livello locale (commissioni territoriali) per la produzione di progetti e la loro sponsorizzazione nell ambito delle maggiori fiere del design internazionali sicuramente porterebbe validi designers a farsi conoscere grazie ad uno strumento efficace e di sicura qualità Occorrerebbe promuovere iniziative ed eventi con le grandi aziende del design italiano per dare ai giovani soci la possibilità di farsi conoscere tramite presentazioni, mostre e concorsi dedicati Sarebbe opportuno creare una incisiva commissione giovani progettisti per aiutare chi vuole aprire la propria attività con consiglio e supporto La creazione di un database di progettisti e brief di progetto (sullo stile di accessibile ad aziende e privati con lo scopo di promuovere l incontro tra domanda ed offerta sarebbe auspicabile