DI CHI SONO LE ALPI? Appartenenze politiche, economiche e culturali nel mondo alpino contemporaneo

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1 DI CHI SONO LE ALPI? Appartenenze politiche, economiche e culturali nel mondo alpino contemporaneo WHOSE ALPS ARE THESE? Governance, ownerships and belongings in contemporary Alpine regions a cura di/edited by Mauro Varotto, Benedetta Castiglioni

2 Tavola rotonda Dolomiti: un patrimonio per quale umanità? Un confronto tra gli stakeholders locali a cura di Benedetta Castiglioni e Giuseppe Casagrande 1 Abstract Round Table. The Dolomites: a heritage for which world? A discussion among local stakeholders A synthesis of the results of the round table that occurred at the conclusion of the Conference is presented hereby. Participants were local public administrators (Alberto Vettoretto, town councillor for tourism in Belluno Province and President of the Dolomiti Unesco Foundation, Luca Luchetta, President of the Mountain Community of Agordino, and Gloria Pianezze, Mayor of Alleghe), local people involved in education, research and private sector (Ester Cason Angelini, from Giovanni Angelini Foundation of Belluno and Emiliano Oddone, of Dolomiti Project company of Feltre) and stakeholders coming from outside but with special interests in the Dolomite questions (Umberto Martini, President of the Italian Alpine Club, and Luigi Casanova, Vice-President of CIPRA-Italy). The moderator (Giuseppe Casagrande, a journalist), first focused on the world, that is on the humanity who nowadays owns the Dolomites heritage, and proposed two complementary questions: - Is the community of local inhabitants at the core of Unesco project? How is it or could it be a key player of the project itself? - Are external users/consumers (the tourists) prepared and mature enough in order to welcome the heritage that is offered them? The questions excited an intense debate, in which the different points of view emerged; at the 1 Il presente contributo riporta, in sintesi, quanto emerso nella Tavola Rotonda che ha concluso il Convegno di Agordo, nel pomeriggio del 23 settembre È stato redatto da Benedetta Castiglioni sulla base della registrazione audio, e rivisto da Giuseppe Casagrande, moderatore della Tavola Rotonda stessa.

3 Tavola rotonda 311 same time, in a forward looking approach, three main directions for fostering sustainable development of the area in coherence with the Unesco aims came out from the discussion. The first concerns the necessity of tourism development as one of the a ways for regional economy in mountain areas; in this sense, tourism is not seen in opposition with the life of local communities, on the contrary it is one of the resources in order to maintain local people able to stay and live in marginal areas; of course, the direction is that of sustainable tourism. The Unesco nomination should favor this kind of development, both attracting tourist fluxes and improving heritage safeguarding. The second direction concerns education and awareness raising, seen also as a pre-condition of the first point: inhabitants as well as tourists should be more aware of the reasons of the Unesco nomination and should better know the specificities and the values of this heritage. A more deep knowledge should be promoted among who is more directly involved in the local development, in order to create links between this knowledge and the ability of making actual projects. Finally, the participants agreed on the necessity of building a more close network of local stakeholders in the Unesco Dolomite area, in order to involve local communities (both public and private sectors) and make them directly participate at the present development processes. Co-operation should be strengthened at all levels, also at larger ones, putting the region more in contact with national and international networks and keeping in mind the values and meanings of being a world heritage. 1. Introduzione Il dibattito scientifico delle giornate del Convegno si è arricchito nella sua ultima tappa della voce e del confronto tra alcuni attori locali aventi ruoli di rilievo con riferimento all inserimento delle Dolomiti nella lista del Patrimonio dell Umanità. Hanno partecipato alla discussione alcuni amministratori locali: Alberto Vettoretto, Assessore al Turismo della Provincia di Belluno e Presidente della Fondazione Dolomiti Unesco (avente pertanto un ruolo istituzionale nella gestione del Sito), Luca Luchetta, Presidente della Comunità Montana Agordina e Gloria Pianezze, Sindaco di Alleghe. Sempre dall ambito locale hanno portato il loro contributo Ester Cason Angelini, della Fondazione Giovanni Angelini Centro Studi sulla Montagna di Belluno e Emiliano Oddone, della Società Dolomiti Project di Feltre. Ad essi si è aggiunta la voce di Umberto Martini, Presidente generale del Club Alpino Italiano, voce che viene da oltre i confini del sito, insieme a quella di Luigi Casanova, Vicepresidente di CIPRA Italia. Giuseppe Casagrande, giornalista RAI che ha moderato la Tavola Rotonda, ha proposto di sviluppare la discussione concentrandosi sull umanità alla quale l Unesco ha regalato la bellezza delle Dolomiti, e ha rivolto agli intervenuti due domande che possiamo considerare complementari. Facendo riferimento a due diversi sottoinsiemi di questa stessa umanità (da una parte gli abitanti dei territori circostanti le aree designate dall Unesco, dall altra i fruitori esterni, visitatori del sito), ha rivolto

4 312 Dolomiti: un patrimonio per quale umanità? agli intervenuti due domande che possiamo considerare complementari: - la comunità che qui vive è al centro del progetto Unesco? In che modo è o potrebbe esserne protagonista? - i fruitori esterni (i turisti) sono sufficientemente preparati e maturi per accogliere questo patrimonio che viene loro offerto? La discussione si è quindi sviluppata con una grande attenzione alla realtà dei problemi e delle risorse del territorio locale, fino a raccogliere una serie di proposte concrete che anche grazie a questo volume possono giungere ai responsabili della gestione del sito e dell amministrazione dei territori che ne sono coinvolti. 2. Gli abitanti, i turisti, la montagna La necessità di mettere al centro i bisogni e le aspettative delle persone che vivono in montagna è emersa come un dato chiaro dalla maggior parte degli intervenuti. Ciò significa che il progetto Unesco non può non tener conto o, anzi, deve essere funzionale a rispondere a questi bisogni e a queste aspettative. Gli amministratori locali sottolineano pertanto l urgenza di dare dignità alle popolazioni locali e alle loro principali necessità: avere in loco posti di lavoro, poter disporre di servizi adeguati per la popolazione residente (scuole, trasporti, ospedali), poter gestire un autonomia decisionale adeguata alla specificità dei bisogni di chi vive in montagna. Il rischio paventato, altrimenti, è lo spopolamento, che può diventare una scelta obbligata da parte dei giovani che pure hanno come desiderio di restare a vivere qui ma che impoverirebbe assai l umanità di quest area. Se gli abitanti non vengono messi nelle condizioni di poter continuare a vivere nelle Dolomiti, non possono diventare protagonisti del progetto di valorizzazione del territorio come patrimonio dell umanità, né le Dolomiti stesse possono venire considerate un patrimonio per tutti. Queste considerazioni, viene notato, riguardano in particolare la montagna bellunese, nella quale più che in altre aree si soffre per la marginalità. Il turismo viene considerato pertanto come uno dei mezzi per permettere agli abitanti di continuare a vivere in montagna; è grazie ai turisti che si possono creare i posti di lavoro necessari e l economia turistica sembra una delle poche strade percorribili. La designazione Unesco viene quindi vista favorevolmente in quanto strumento potenzialmente capace di incrementare queste attività, un valore aggiunto per una maggiore visibilità, da proporre anche all estero per intercettare nuovi flussi turistici. Due sottolineature (di stampo diverso) sulle progettualità relative al turismo: da un lato (ed è il punto di vista della Fondazione Dolomiti Unesco) si ricorda come l ottica su cui si deve ragionare è necessariamente quella del turismo sostenibile, volto proprio a sviluppare risorse al servizio dei giovani, in risposta al rischio di spopolamento; dall altro lato gli amministratori locali manifestano il desiderio delle comunità di

5 Tavola rotonda 313 essere protagoniste di questi processi e la necessità di un loro coinvolgimento più diretto, per evitare che la scelta dell Unesco venga sottovalutata o addirittura venga percepita come qualcosa di inutile. Allo scopo di sottolineare la necessità di un sano protagonismo nelle progettualità di sviluppo, sono state richiamate le responsabilità che esso richiede agli abitanti ma anche ai fruitori delle Dolomiti e allo stesso tempo è stata evidenziata l urgenza di andare oltre i localismi nell ottica di una sororità dell umanità nelle Alpi. È stato inoltre richiamato l evento dal forte valore simbolico organizzato nel 2002 da Mountain Wilderness, quando un centinaio di alpinisti sono saliti sulla Marmolada, con la fascia tricolore, guidati dallo slogan Siamo tutti sindaci della montagna. 3. La formazione e l informazione Gli interventi proposti durante la tavola rotonda hanno tutti messo in luce il fatto che è fondamentale lavorare nel campo della formazione e dell informazione, sia dei residenti che dei fruitori, al fine di colmare le lacune oggi esistenti dalle quali ancora sembrano dipendere gran parte dello scetticismo verso la designazione Unesco e la scarsità di iniziative e propositività efficaci. Da un lato sembra ancora troppo limitata l azione di informazione sulle ragioni per cui le Dolomiti sono state incluse nella World Heritage List, oltre alla loro straordinaria bellezza, e su che cosa questo possa significare in termini di riflessi sul territorio interno al sito e su quello circostante. Questa azione di informazione di base deve riguardare tanto i residenti quanto i turisti o i potenziali turisti. Nel primo caso l informazione è di fondamentale importanza, ed è pure auspicata dai residenti stessi (che a volte si rammaricano per il fatto di non sapere in cosa consista la designazione Unesco), per superare le diffidenze e il disorientamento esistenti ed evitare che si creino false aspettative e/o falsi timori. Nel secondo caso, la diffusione dell informazione può in parte evidentemente coincidere con un azione di promozione intelligente del territorio in chiave turistica. Questa azione capillare, di base, dovrebbe mirare ad accrescere una diffusa consapevolezza collettiva sul patrimonio che le Dolomiti rappresentano, nei suoi innumerevoli caratteri e significati, per poterlo apprezzare e valorizzare al meglio. Il mondo della scuola dovrebbe in questo senso diventare luogo privilegiato cui porre particolare attenzione, sia all interno del territorio dolomitico, sia all esterno, anche con riferimento al territorio nazionale. A questo proposito, vengono sottolineate le azioni che il CAI già svolge e potrebbe implementare, grazie alla sua presenza diffusa e radicata e grazie al ruolo di potenziali moltiplicatori di informazione che i soci stessi assumono. Vengono tuttavia anche evidenziate le difficoltà di queste azioni; si nota infatti

6 314 Dolomiti: un patrimonio per quale umanità? come la diffusione delle informazioni e la sensibilizzazione vadano rivolte e quindi costruite per un pubblico molto diversificato, sia rispetto al livello di conoscenza di base, sia rispetto alla disponibilità e all interesse nel venire informati; la conoscenza, infatti, non sempre è ritenuta necessaria dagli abitanti e dai turisti. Tutti i partecipanti alla tavola rotonda hanno convenuto che l informazione è utile e necessaria, ma non sufficiente; fondamentale è anche una azione specifica di formazione, rivolta alle diverse categorie di persone che direttamente o indirettamente sono coinvolte o possono venire coinvolte da questa nuova visibilità e da questo nuovo ruolo assegnato alle Dolomiti. Viene quindi ricordata l azione svolta dalla Fondazione G. Angelini, in collaborazione con il CAI e con Dolomiti Project, per formare la popolazione locale, a partire da chi riveste ruoli nella formazione o ha responsabilità amministrative e gestionali. Si è trattato di percorsi formativi (10 percorsi in 10 luoghi diversi del Bellunese, che hanno raggiunto circa 2000 persone) che, a partire dalle ragioni che hanno portato all inserimento nella Lista Unesco, hanno cercato di offrire delle cassette degli attrezzi utili a chi poi, a catena, può diffondere questa conoscenza e può farla diventare azione concreta di sviluppo del territorio. L entusiasmo che si percepisce da chi promuove e organizza queste iniziative può diventare contagioso : si auspica infatti che la formazione aiuti a sviluppare chiavi di lettura innovative per promuovere nuove progettualità a partire proprio dalla ricchezza del patrimonio esistente, sforzandosi di ascoltare le montagne e le rocce stesse, in modo tale da reinterpretare la presenza dell uomo in queste terre in maniera armonica. La passione e il forte legame affettivo che mantiene la presenza dell uomo in montagna diventano allora il motore di iniziative innovative. Questa grande spinta ideale non è comunque distante dalla concretezza necessaria per sviluppare nuovi progetti: le nuove tecnologie, ad esempio, possono rappresentare una sfida importante, anche per proporre modi nuovi e più consapevoli di conoscere, far conoscere e promuovere le Dolomiti. La concretezza riporta anche alla necessità di risorse e all urgenza di percorsi decisionali nei quali l autonomia delle comunità venga rafforzata. Ma, in un certo senso, sono proprio l informazione e la formazione uno dei potenziali valori aggiunti offerti dall Unesco; le Dolomiti, cioè, possono diventare una sorta di laboratorio in cui sperimentare nuove modalità di proporre e diffondere conoscenze, in sintonia e sincronia con le attività ludiche, di svago, ricreative e sportive che chi frequenta l area già si attende; un frequentatore più consapevole sarà anche più responsabile e maggiormente in grado di apprezzare la richiesta di modalità non invasive di presenza nell ambiente. È la proposta della giovane società Dolomiti Project, ma appare anche come un potenziale da esplorare in un ottica ampia e senza dubbio sostenibile di sviluppo del territorio; un potenziale che potrà esprimersi solo a partire da una conoscenza maggiore da parte degli stessi abitanti: la porzione di

7 Tavola rotonda 315 umanità che vive in quest area deve cioè venire attrezzata per poter svolgere il ruolo di protagonista che chiede di potersi giocare. 4. La costruzione di reti, il dialogo, la solidarietà Ma la costruzione di qualunque nuovo progetto e, soprattutto, di un cambio di mentalità, richiede molto tempo e vi è consapevolezza da parte dei partecipanti alla Tavola Rotonda che si è solo all inizio di un percorso e la strada da fare è molto lunga: solo adesso ci stiamo rendendo conto che viviamo in un luogo guardato dal mondo osserva il Presidente della Comunità Montana Luca Luchetta. Gli indizi di scoraggiamento per non vedere subito gli effetti della designazione Unesco devono invece tramutarsi in una logica di piccoli passi, rimboccandosi le maniche. La Fondazione, si osserva, ha meno di un anno e mezzo di vita. Un indicazione sulla strada da percorrere per guardare con ottimismo al futuro passa attraverso alcune scelte complessivamente condivise pur assumendo esse diverse sfumature: la logica del dialogo, dell arricchimento offerto dal comporre diversità, della collaborazione e della costruzione di reti viene infatti vista come l unica in grado di portare frutti. È su questo fronte che si muove la maggior parte delle richieste che i partecipanti rivolgono alla Fondazione Dolomiti Unesco. Ma va in primo luogo sottolineato che la Fondazione stessa è intrinsecamente una rete, composta da cinque soggetti diversi (le cinque province), che devono di volta in volta giungere ad un accordo, possibilmente arricchito e non limitato dalle diversità. Restando sul livello istituzionale, alla Fondazione viene chiesto con forza di non agire da sola, ma di dialogare e confrontarsi maggiormente con le amministrazioni locali, che agiscono nel territorio e possono entrare in contatto direttamente con la popolazione. Un altro livello di cooperazione e collaborazione che viene avvertito come necessario riguarda i diversi settori delle attività economiche, il cui successo è strettamente legato alla possibilità di lavorare maggiormente in un ottica di filiera; allo stesso modo, viene sottolineata la necessità di cogliere le risorse del territorio, vera manodopera del progetto complessivo di sviluppo collegato con il marchio Unesco, a partire da un maggiore spazio lasciato ai giovani e alle imprese locali più innovative. Passando ad aspetti ancora più concreti ma di grande rilievo, viene sottolineata anche l urgenza di un miglioramento delle reti informatiche, in modo da colmare il gap rispetto alla pianura e di permettere al patrimonio dolomitico di entrare davvero e più capillarmente in contatto con tutta l umanità. La Fondazione, da parte sua, ha avviato i primi passi per rendere più significativa la collaborazione con le realtà locali, attraverso l istituzione dell elenco e del regolamento dei Soci sostenitori.

8 316 Dolomiti: un patrimonio per quale umanità? Ma la logica della cooperazione e della rete si allarga ad uno sguardo più alto, ad una grande spinta ideale. La designazione Unesco, infatti, ci porta a guardare oltre le Dolomiti, oltre i confini delle vallate e delle conflittualità locali entro cui spesso ci si chiude, e può aiutare a valorizzare le diversità e il confronto, nella logica di una maggiore solidarietà all interno della regione dolomitica, o, in termini ancora più ampi, di una maggiore solidarietà tra tutti i popoli delle montagne.

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