SCHEDE IDENTIFICATIVE CON DECRETI DI DICHIARAZIONE DI INTERESSE

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1 SCHEDE IDENTIFICATIVE CON DECRETI DI DICHIARAZIONE DI INTERESSE Decreto Lgs. 22 gennaio 2004 n. 42 o Legge 22 aprile 1941 n. 633 Comune Località Classe Vincolo Tipo Vincolo N Tutela MODENA MONUMENTALE Verifica d'interesse S188 Denominazione Cimitero monumentale San Cataldo e Cimitero Israelitico Altra/e denominazione/i Ubicazione Strada cimitero di San Cataldo, 80 Giardino di interesse storico testimoniale Individuazione catastale presente nel Decreto Foglio: 73 Mappale: A parte-c Individuazione catastale a Febbraio 2008 Foglio: 73 Mappale: A parte-c C.S. / Z.E. / Extra Urbana Z.E Legge 364/1909 art. 5 Legge 1089/39 artt. 1-3 Legge 1089/39 art. 4 Legge 1089/39 art. 21 Legge 1089/39 art. 71 L. 1089/39 e Cod. Civ. art. 822 Legge 633/1941 art. 20 Decreto Lgs. 490/99 artt. 2-6 Decreto Lgs. 490/99 art. 5 Decreto Lgs. 490/99 art. 49 Decreto Lgs. 42/2004 artt Decreto Lgs. 42/2004 artt /02/2009 Decreto Lgs. 42/2004 art. 45 Osservazioni: Note: Tutela a seguito della "verifica dell'interesse culturale del patrimonio immobiliare pubblico" ai sensi dell'art. 12 del D.lgs 42/04 e del D.M. del 6 febbraio Informazioni Storiche: Vedi Relazione Storica presente nel Decreto. Proprietà: Pubblica

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3 SCHEDE IDENTIFICATIVE CON DECRETI DI DICHIARAZIONE DI INTERESSE Decreto Lgs. 22 gennaio n. 42 o Legge 22 aprile 1941 n. 633 Comune MODENA Località Classe Vincolo MONUMENTALE Tipo Vincolo Verifica d'interesse N Tutela S188 Denominazione Cimitero monumentale San Cataldo e Cimitero Israelitico Altra/e denominazione/i Relazione Storica presente nel Decreto di Tutela: Il complesso cimiteriale intitolato a San Cataldo è costituito da tre aree adiacenti, ma costruite in tempi diversi secondo un impianto architettonico indipendente. Il più significativo, per epoca di costruzione, per dimensioni, per importanza dei manufatti funebri è quello Monumentale di San Cataldo, progettato nel 1850, quando l'amministrazione Comunale di Modena affida all'architetto e ingegnere Cesare Costa l incarico di realizzare un cimitero di vaste dimensioni nel luogo in cui già sorgeva il camposanto cittadino. Questo era ubicato a nord-ovest della città: è il duca Francesco III, influenzato dalle teorie illuministe in materia di igiene e decoro urbano, a far costruire dalla seconda metà del Settecento un luogo specificamente destinato ai defunti posto fuori dalle mura di Modena, ben prima dell'editto napoleonico di Saint Cloud del 12 giugno 1804, esteso all'italia nel settembre del 1806, che vieta le sepolture all'interno delle chiese e dei centri urbani. Costa elabora un impianto geometrico preciso e rigoroso, in grado di risolvere il problema della sepoltura dei Modenesi per un lungo arco di anni, ma dotato di una veste architettonica elegante, sobria e decorosa. Il progetto consiste nella costruzione di un corpo snello e chiuso, che racchiude una vasta area rettangolare destinata alle inumazioni. Il corpo di fabbrica era strutturato in modo differente sul fronte interno ed esterno del cimitero. E' un edificio aperto a portico lungo i quattro lati che si affacciano sul campo, che ospita le sepolture su un solo lato del loggiato; la costruzione verso l'esterno è invece caratterizzata da un austero muro perimetrale cieco che racchiude quattro lunghe gallerie caratterizzate da sepolture su entrambi i lati. Questo schema planimetrico estremamente regolare è immediatamente comprensibile al visitatore-fruitore che giunge all'ingresso monumentale al centro del lato lungo posto a sud, nelle intenzioni del progettista, da una nuova strada a doppio fìlare di alberi, detta lo Stradone, che, dalla Via Emilia, fuori Porta Sant'Agostino, perpendicolarmente all'antico asse romano. Con lo stesso criterio progettuale gli angoli, i punti mediani dei lati brevi e i punti mediani ed intermedi dei lati lunghi del recinto cimiteriale, sono caratterizzati da aule circolari (ad uso di cappelle sepolcrali), dai due Pantheon a levante e a ponente, dalla chiesa con servizi annessi per le funzioni funebri a nord, e l'ingresso monumentale a sud. Purtroppo, a questo progetto viene a mancare quasi subito quello che doveva essere l'elemento cardine, lo Stradone d'accesso, che non si costruisce per fare posto, fra il 1856 ed il 1859, alla linea ferroviaria fra Bologna, Parma e Milano, che interrompe l asse di accesso. Il progetto è rielaborato e semplificato, con l'eliminazione dei Pantheon, dallo stesso Costa fra il 1860 ed il La struttura del cimitero è costruita per stralci successivi, seguendo le necessità demografiche e le risorse finanziarie dell'amministrazione comunale. Nel XX secolo, l'ufficio Lavori Pubblici per raddoppiare verso l'esterno le gallerie per le tumulazioni, circonda il perimetro dell'originario camposanto con un corpo di fabbrica connesso a quello preesistente sia strutturalmente che distributivamente. Questa fase di accrescimento, iniziata negli anni Trenta del Novecento sul fronte Est, prosegue fino ai primi anni Settanta. Negli anni del secondo dopoguerra, si costruiscono, all'interno del1'area cimiteriale originaria, nuovi corpi di fabbrica per tumulazioni a loculo ed un numero consistente di cappelle private. All'area del complesso si contrappone, a partire dall'inizio del Novecento, il cimitero israelitico. La Comunità Israelitica di Modena (allora denominata Università Israelitica), si attiva, infatti, per trasferire il proprio luogo di sepoltura dall'area di Via Pelusia a quella del cimitero cittadino. L'intenzione della comunità ebraica era quella di interrompere il tradizionale isolamento che aveva caratterizzato la sua vita rispetto alla cittadinanza modenese per integrarsi maggiormente alla vita locale. Iniziano così le trattative con l'amministrazione comunale per l'acquisizione di una superficie adiacente al cimitero monumentale e per l'allestimento del luogo sepolcrale secondo le usanze ebraiche. La Comunità ottiene di potere erigere all'interno del suo nuovo cimitero manufatti e monumenti funebri con piena libertà, pur dovendoli sottoporre al parere della Commissione d'ornato, all'epoca l'organo competente, sostituito negli anni Settanta dalla Commissione Edilizia (ora denominata Commissione per la Qualità Urbana ed Edilizia). Si incarica, inoltre, dell'onere di mantenere ed erigere le costruzioni a proprie spese. In asse con il cancello d'ingresso, si costruisce un edificio, su progetto dell'ing. Eugenio Guastalla (Modena, Auschwitz, 1944), con la funzione di cappella per le cerimonie funebri, che, nella massiccia volumetria e negli accurati prospetti, è un esempio di quel particolare fervore costruttivo che caratterizza l'edilizia emiliana fra la fine dell'ottocento e gli inizi del Novecento. Il progetto originario è modificato più volte fino alla realizzazione tra il 1901 ed il 1903, anno in cui il Cimitero Israe1itico è inaugurato. Il Cimitero Monumentale di San Cataldo e il Cimitero Israelitico, per la loro valenza storico architettonica e testimoniale, presentano i requisiti d'interesse ai sensi degli artt del D.Lgs. 42/2004 e s.m.i.

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