Consorzio di Gestione Area Marina Protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo

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1 Consorzio di Gestione Area Marina Protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo Rapporto finale 2008 Intervento B4 MONITORAGGIO ED AGGIORNAMENTO SPECIE ASPIM / ZPS Con la collaborazione di Consorzio di Gestione Area Marina Protetta Tavolara Punta Coda Cavallo Via Dante, Olbia (SS) Telefono Fax info@amptavolara.it

2 Premessa Il presente intervento si inserisce nell ambito di una serie di attività di valorizzazione delle risorse naturali previste nel piano di gestione 2008 dell Area Marina Protetta (AMP) di Tavolara Punta Coda Cavallo ed è finalizzato al monitoraggio ed all aggiornamento delle specie ASPIM/ZPS. (intervento B4: approvato con DPN del 19/06/2008) Le specie particolarmente protette rappresentano, da un lato, il primo livello di dispiegamento della mission dell AMP, dall altro qualificano con la loro presenza l importanza delle aree sottoposte a protezione. Pertanto la conoscenza della loro distribuzione spaziale e della loro abbondanza nell ambito dell AMP è fondamentale ai fini delle attività di conservazione, ma anche per far comprendere agli utenti e in generale alla collettività il valore intrinseco dell Area Protetta e il valore delle sue attività, in sintesi è uno strumento per affermare il ruolo dell AMP. Le conoscenze attualmente disponibili sono il risultato di analisi non sistematiche, bensì di dati raccolti nell ambito di ricerche finalizzate ad altri scopi, come non sistematica è la raccolta di informazioni da parte di fruitori e operatori. Un aumento della conoscenza in questo campo è altresì fondamentale per definire il livello di base per valutare l evoluzione degli ambienti naturali e quanto l attività di gestione sia funzionale alla conservazione della biodiversità a partire dalle specie più significative. L attività di monitoraggio per aggiornare la conoscenza sulle specie ASPIM/ZPS è utile alla gestione dell AMP in quanto: aggiorna il valore delle aree sottoposte a protezione; fa emergere la necessità di eventuali interventi di protezione di singole specie o di aree particolari; aumenta la capacità di riconoscimento visuale delle specie sottoposte a speciale protezione. Consorzio di Gestione Area Marina Protetta di Tavolara Punta Coda Cavallo Sede legale Via Dante Olbia (OT). Sede Operativa Via S. Giovanni Olbia (OT) C.F Tel: 0789/ Fax: 0789/ E.mail: info@amptavolara.it

3 CONVENZIONE: CONFERIMENTO INCARICO PROFESSIONALE PER MONITORAGGIO ED AGGIORNAMENTO SPECIE ASPIM/ZPS SCHEDA DI INTERVENTO B4 INTERVENTI INVESTIMENTI 2008 Monitoraggio ed Aggiornamento specie ASPIM/ZPS Schede descrittive in ordine tassonomico complete di bibliografia numerata OBIETTIVO GENERALE: Valorizzazione delle risorse naturali. DESCRIZIONE DELL INTERVENTO: Stesura della lista specie ASPIM delle zone A e B Scheda descrittiva di ogni singolo organismo della lista Testi a cura di: Carlo Cerrano, Federica Fava, Augusto Navone, Marco Palma, Pieraugusto Panzalis, Massimo Ponti, Monica Previati ed Egidio Trainito. Loris Galli ha revisionato le schede dell avifauna. Mappe di distribuzione a cura di: Marco Palma, Massimo Ponti su base cartografica a cura di Nando Degortes e dati AMP Tavolara e Punta Coda Cavallo. Fotografie di: Egidio Trainito. Genova, 05 novembre 2009 L Amministratore Unico di UBICA Il Responsabile Scientifico (Dr. Marco Palma) (Prof. Carlo Cerrano)

4 Sommario Introduzione... 2 Lithophyllum byssoides (Lamarck) Foslie... 6 Cystoseira amentacea (C. Agardh) Bory de Saint-Vincent... 7 Cystoseira zosteroides C. Agardh... 8 Posidonia oceanica (Linnaeus) Delile... 9 Petrobiona massiliana Vacelet & Lévi, Tethya aurantium (Pallas, 1766) e Tethya citrina Sarà & Melone, Axinella cannabina (Esper, 1794) Axinella polypoides Schmidt, Sarcotragus pipetta (Schmidt, 1868) Sarcotragus spinosulus Schmidt, Spongia (Spongia) officinalis Linnaeus, Aplysina aerophoba Nardo, 1843 e Aplysina cavernicola (Vacelet, 1959) Patella ferruginea Gmelin, Dendropoma petraeum (Monterosato, 1884) Erosaria spurca (Linnaeus, 1958) Luria lurida (Linnaeus, 1758) Charonia lampas (Linnaeus, 1758) Lithophaga lithophaga (Linnaeus, 1758) Pinna nobilis Linnaeus, Homarus gammarus (Linnaeus, 1758) Palinurus elephas (Fabricius, 1787) Scyllarides latus (Latreille, 1802) Scyllarus arctus (Linnaeus, 1758) Scyllarus pygmaeus (Bate, 1888) Maja squinado (Herbst, 1788) Ophidiaster ophidianus (Lamarck, 1816) Paracentrotus lividus (Lamarck, 1816) Centrostephanus longispinus (Philippi, 1845) Cetorhinus maximus (Gunnerus, 1765) Mobula mobular (Bonnaterre, 1788) Epinephelus marginatus (Lowe, 1834) Sciaena umbra Linnaeus, Thunnus thynnus (Linnaeus, 1758) Xiphias gladius Linnaeus, Hippocampus hippocampus (Linnaeus, 1758) Hippocampus guttulatus Cuvier, Caretta caretta (Linnaeus, 1758) Larus audouinii (Payraudeau, 1826) Calonectris diomedea (Scopoli, 1769) Puffinus yelkouan (Acerbi, 1827) Hydrobates pelagicus melitensis (Linnaeus, 1758) Falco eleonorae (Gené, 1839) Pandion haliaetus (Linnaeus, 1758) Phalacrocorax aristotelis desmarestii (Payraudeau, 1826) Tursiops truncatus (Montagu, 1821) Tabella 1. Distribuzione nazionale specie marine Tabella 2. Protezione specie Bibliografia

5 Introduzione Le schede raccolte in questo volume descrivono le specie protette ai sensi del Protocollo sulle Aree specialmente Protette e la Biodiversità in Mediterraneo (ASPIM o SPAMI, Convenzione di Barcellona del 1995), presenti all interno delle zone A e B dell Area Marina Protetta (AMP) di Tavolara e P.ta Coda Cavallo e censite nel corso di precedenti studi. Ciascuna scheda riporta il nome scientifico attualmente accettato, anche se eventualmente difforme da quello presente nelle liste di protezione, l eventuale nome comune, qualora sia di ampia diffusione, la classificazione tassonomica; seguono informazioni su morfologia, biologia ed ecologia, distribuzione geografica a livello mondiale, note sullo stato di conservazione e le principali referenze bibliografiche, scelte sia tra i testi descrittivi sia tra le più recenti pubblicazioni scientifiche inerenti la conservazione della specie. I riferimenti bibliografici sono riportati come numeri progressivi riferiti alla bibliografia completa, in ordine alfabetico per autore, riportata al termine dell opera. Ogni scheda è corredata da una mappa di distribuzione realizzata a partire dalla cartografia digitale GIS (European Datum 1950) a disposizione dell AMP su cui sono stati riportati i risultati delle precedenti indagini conoscitive (vedasi: Navone A, Trainito E Tavolara. Nature at work... Working in nature. Delfino Carlo Editore & C. snc: pp 288). Per la distribuzione della prateria di Posidonia oceanica ci si è avvalsi dei rilievi acustici (Side Scan Sonar), mentre per le altre specie marine sono stati utilizzati censimenti visivi, suddivisi in subaree quadrate di 500 m di lato. 2

6 In ciascuna scheda è riportata una tabella con la distribuzione nazionale della specie ricavata dalla checklist della flora e della fauna dei mari italiani curata dalla Società Italiana di Biologia Marina (SIBM, per conto del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. In queste tabelle i numeri si riferiscono ai settori biogeografici adottati e di seguito riportati. Bianchi, C.N. (2004) Proposta di suddivisione dei mari italiani in settori biogeografici. Notiziario SIBM, 46: Mar Ligure (in senso lato), a nord di Piombino e Capo Corso, afferente al settore nordoccidentale del Mediterraneo; 2. Coste della Sardegna (e Corsica) ed alto Tirreno da Piombino a tutto il Golfo di Gaeta, afferenti alla sezione settentrionale del settore centroccidentale del Mediterraneo; 3. Tutte le coste campane, le coste tirreniche della Basilica, della Calabria e della Sicilia, nonché gran parte delle coste siciliane meridionali, afferenti alla sezione meridionale del settore centroccidentale del Mediterraneo; 4. Stretto di Messina (un microsettore a se stante, ricco di relitti atlantici pliocenici); 5. Estremità sud-orientale della Sicilia, isole Pelagie (e arcipelago maltese), afferenti al settore sudorientale del Mediterraneo; 6. Costa orientale della Sicilia (escluso Stretto di Messina), coste ioniche della Calabria e della Basilicata e porzione meridionale della penisola salentina fino ad Otranto, afferenti al settore centrorientale del Mediterraneo; 7. Coste delle Murge (a sud del Golfo di Manfredonia) e del Salento a nord di Otranto, afferenti al settore del Basso Adriatico; 8. Coste dal Golfo di Manfredonia compreso fino al promontorio del Conero, afferenti al settore del Medio Adriatico; 9. Coste dal Conero fino all Istria, costituenti il settore dell Alto Adriatico. Ogni scheda è corredata da una tabella che sintetizza il livello di protezione cui la specie è sottoposta con riferimento a leggi e convenzioni internazionali. Le sigle adottate sono le seguenti: ASPIM Berna Protocollo per l istituzione di Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea (ASPIM), con lo scopo di conservare la biodiversità marina e le specie di fauna e flora Mediterranee minacciate, previsto dalla Convenzione delle Nazioni Unite per la salvaguardia del Mediterraneo, nata da un primo incontro a Barcellona nel 1975 per formare una struttura chiamata Mediterranean Action Plan (MAP, successivamente rivista nel 1995 e ratificata in Italia con la Legge 175 del 27/05/99 (G.U. n 140 suppl. ord. 116 del 17/06/99). In particolare l allegato II riporta le specie in pericolo o minacciate, mentre l allegato III elenca le specie il cui sfruttamento è regolato. Convenzione per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa, conclusa a Berna il 19 settembre 1979, ratificata dall Italia con la Legge 503 del 05/ ed entrata in vigore il 6 giugno In particolare l allegato I riporta le specie di flora rigorosamente protette, l allegato II le specie faunistiche rigorosamente protette, l allegato III le specie faunistiche protette. 3

7 Habitat Bonn CITES IUCN Caccia Uccelli Allegati della Direttiva 92/43/CEE del Consiglio della Comunità Europea relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. In particolare l allegato 1 riporta i tipi di habitat naturali di interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di aree speciali di conservazione, l allegato 2 le specie animali e vegetali d interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione, l allegato 4 le specie animali e vegetali d interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa, l allegato 5 le specie animali e vegetali d interesse comunitario il cui prelievo in natura e lo sfruttamento potrebbero essere oggetto di misure di gestione. Convenzione di Bonn sulle specie migratrici CMS, è un accordo promosso dalle Nazioni Unite, per la salvaguarda delle specie in via di estinzione o in cattivo stato di conservazione, recepita dalla Comunità Europea grazie alla Direttiva 82/461/CEE del Consiglio del 24 giugno 1982 e recepita dall Italia con la Legge 42 del 25/01/983, entrata in vigore il 1 novembre L appendice 1 elenca le specie migratrici in via di estinzione e le parti contraenti si impegnano per una loro stretta protezione attraverso anche la conservazione degli habitat ed eliminando tutti i fattori di rischio, l appendice 2 riporta le specie minacciate che richiedono una cooperazione internazionale. Specie sottoposte a regolamentazioni internazionali in base alla Convenzione sul commercio internazionale delle specie vegetali ed animali in pericolo in natura ( L applicazione della Convenzione dipende dalla sottoscrizione dei diversi Paesi. L Italia ha aderito con la Legge 150 del 07/02/1992, la Legge 59 del 13/03/1993 e il Decreto Legge 275 del 18/05/2001. L allegato 1 riporta le specie maggiormente minacciate di estinzione e di cui è viateto il commercio e il trasporto internazionale, l allegato 2 le specie che potrebbero diventare a rischio di estinzione il cui commercio e trasporto è strettamente controllato, l allegato 3 comprende specie sottoposte a restrizioni di espertazioni in alcuni Paesi che richiedono la collaborazione delle altre nazioni per evitare lo sfruttamento non sostenibile e illegale. Iscrizione alla lista rossa delle specie minacciate secondo l Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN, e classificate come: DD: dati insufficienti LC: specie a basso rischio NT: specie prossima alla minaccia VU: specie vulnerabile EN: specie in pericolo CR: specie in grave pericolo EW: specie estinta in natura EX: specie estinta Legge 157 del 11/02/92 recante norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 46 del 25/02/1992, Suppl. Ordinario n. 41, ed entrata in vigore l 11 marzo del Direttiva 79/409/CEE del Consiglio della Comunità Europea concernente la conservazione degli uccelli selvatici. Per le specie elencate nell allegato I sono previste misure speciali di conservazione per quanto riguarda l habitat, per garantire la sopravvivenza e la riproduzione di dette specie nella loro area di distribuzione. 4

8 SPEC Classificazione dello stato di conservazione delle specie di uccelli selvatici presenti in Europa (Species of European Conservation Concern) pubblicata sul volume Birds in Europe: population estimates, trends and conservation status di BirdLife International, 2004, edita da BirdLife International (BirdLife Conservation Series No. 12), Cambridge, UK, adottato dalla Commissione Europea come testo ufficiale di riferimento. Le categorie sono le seguenti: SPEC 1: specie presente in Europa e ritenuta di interesse conservazionistico globale, in quanto classificata come gravemente minacciata, minacciata, vulnerabile prossima allo stato di minaccia, o insufficientemente conosciuta secondo i criteri della Lista Rossa IUCN; SPEC 2: specie la cui popolazione globale è concentrata in Europa, dove presenta uno stato di conservazione sfavorevole; SPEC 3: specie la cui popolazione globale non è concentrata in Europa, ma che in Europa presenta uno stato di conservazione sfavorevole; Non-SPEC E : specie la cui popolazione globale è concentrata in Europa, dove presenta uno stato di conservazione favorevole; Non-SPEC: specie la cui popolazione globale non è concentrata in Europa, dove gode di uno stato di conservazione favorevole. Categoria Specie europea di interesse conservazionistico a livello globale Status di conservazione in Europa Popolazione o areale concentrati in Europa SPEC1 Si - - SPEC2 No Sfavorevole Si SPEC3 No Sfavorevole No Non-SPEC E No Favorevole Si Non-SPEC No Favorevole No 5

9 Lithophyllum byssoides (Lamarck) Foslie Nome comune: litofillo dei marciapiedi litorali, lichene marino Plantae Rhodophyta Florideophyceae Corallinales Corallinaceae (Lithophylloideae) Il tallo appare massiccio formante cuscini emisferici con superficie grinzosa e lamellata e crosta basale saldamente incrostante il substrato, con diametro di 5-15 cm e con altezza di 1-2 cm. Presenta una colorazione rosa violaceo. Vive nell orizzonte inferiore del mesolitorale e predilige ambienti esposti al moto ondoso e poco illuminati. I cuscini emisferici possono saldarsi tra loro a formare cornici e cornicioni aggettanti larghi alcuni decimetri ed estesi per metri, che possono emergere completamente durante la bassa marea. Spesso costruisce dei bordi attorno alle formazioni organogene a vermetidi. Le formazioni fossili sottostanti alle forme viventi possono raggiungere oltre i 50 cm di spessore. È una specie perennante con frequenza riproduttiva annuale. Dimostra un affinità circumboreale ed un areale di distribuzione Mediterraneo orientato nel bacino occidentale. L importanza di questa specie deriva soprattutto dal suo ruolo ecologico come biocostruttore. La presenza di questa specie è frequente in Italia e nel Mediterraneo occidentale, ma appare in regressione nelle aree soggette a forte pressione antropica sia urbana che industriale. La specie è assente sul litorale orientale della Spagna ed è rara in tutto l Egeo, il Mare Levantino e lungo le coste africane dell Egitto e della Tunisia. Questa specie compare spesso in letteratura e nelle liste di protezione con il sinonimo Lithophyllum lichenoides. [27-29, 88] 6

10 Cystoseira amentacea (C. Agardh) Bory de Saint-Vincent Nome comune: cistoseira amentacea Plantae Heterokontophyta (o Phaeophyta) Phaeophyceae Fucales Sargassaceae (o Cystoseiraceae) Alga bruna dall aspetto raccolto, le poche ramificazioni primarie del tallo, lunghe fino a 40 cm (tra i 15 e i 20 cm nelle varietà spicata e stricta), partono da un disco basale di ancoraggio al substrato. Le ramificazioni primarie, inizialmente, si presentano corte, leggermente appiattite, provvisti di ramuli, successivamente diventano cilindriche. L apice non spinoso, né sporgente, appare arrotondato. Ramuli secondari spesso a grappoli. La varietà spicata presenta vescicole aerifere che facilitano il portamento eretto. Nella varietà spicata si osserva anche la caducità delle ramificazioni primarie durante il periodo invernale, che lasciano corti monconi proliferativi. Tallo con iridescenza verdastra, anche nelle varietà stricta, si presenta di colore olivaceo-brunastro nella varietà spicata. Frequente in substrati rocciosi nella fascia intertidale e infralitorale superiore tra 0,2 e 1 metro di profondità. Questa specie euriterma, adattata alle forti variazioni termiche giornaliere, e macrofotica, che necessita di luoghi ad elevata disponibilità di luce solare, si adatta male alle forti variazioni saline, prediligendo una continua immersione. Gli ambienti esposti a moto ondoso frequente ed intenso sono ideali alla crescita di densi popolamenti di questa alga strutturante la biocenosi della frangia infralitorale. È una specie perenne con una vita decennale. Presenta due cicli riproduttivi annui, nel periodo primaverile e autunnale, quando si assiste ad una ripresa vegetativa con fruttificazione. È specie endemica del Mediterraneo, la varietà spicata è maggiormente diffusa nel settore orientale, mentre la varietà stricta in quello occidentale. Questa specie è particolarmente sensibile alle acque dissalate ed inquinate da reflui urbani. La sua presenza lungo le coste Mediterranee è strettamente condizionata dalla pressione antropica locale. L urbanizzazione delle coste, l industrializzazione, l agricoltura e la zootecnica intensiva sembrano rappresentare i fattori di maggiore responsabilità della rarefazione di questa specie lungo le coste rocciose. [2, 76, 77, 88, 89] 7

11 Cystoseira zosteroides C. Agardh Plantae Heterokontophyta (o Phaeophyta) Phaeophyceae Fucales Sargassaceae (o Cystoseiraceae) Tallo formato da un unico asse principale (monopodiale) di forma cilindrica con apice prominente e liscio, alto circa 30 cm, con fronda leggermente iridescente fornita di rami gracili e flessibili. Le ramificazioni primarie sono cilindriche, quelle secondarie sono appiattite o laminari con terminazioni spiniformi. Non sono presenti aereocisti. Le cripte pilifere si trovano sui rami e sui loro ramuli impiantati su un cauloide singolo. Alle base, come organi perennanti, sono presenti dei tofuli lisci. Sono strutture di riserva, simili ad olive, da cui originano i nuovi rami durante il periodo vegetativo. Frequente su substrati rocciosi, è una specie molto sensibile a variazioni di temperatura ed ha un optimum termico tra i 14 e i 15 C, per questo prolifera a profondità maggiori di quelle raggiunte dal termoclino estivo. Necessita inoltre di aree esposte con correnti costanti unidirezionali. Cystoseira zosteroides è una specie pluriennale e presenta due cicli riproduttivi annui, nel periodo estivo e autunnale. Questa specie endemica del Mediterraneo è nel tipica del circalitorale roccioso di tutto il bacino ma può trovarsi anche nell infralitorale (15-20m). Le attività antropiche che direttamente colpiscono l integrità dei popolamenti del coralligeno, come ancoraggio, pesca professionale e non, portano alla scomparsa dell habitat idoneo alla crescita di questa alga. Indirettamente attività antropiche come la cementificazione dei corsi d acqua e delle coste, la pressione industriale e agricola, inducono una diminuzione nell irradianza e un alterazione dei tassi di sedimentazione a carico delle comunità bentoniche imponendo profonde modificazioni agli equilibri ecologici. Variazioni della profondità di termoclino condizionano profondamente le comunità bentoniche del circalitorale. Un aumento della temperatura nel circalitorale impedisce i naturali fenomeni di risalita di acque profonde (upwelling) portatrici di nutrienti a sostentamento delle comunità superficiali. La specie è in regressione soprattutto nelle zone in cui si sono verificati episodi di abbassamento del termoclino estivo e riscaldamento delle acque tra i 15 e 40 metri di profondità, zone spesso colpite da fenomeni di moria di massa. [2, 8, 76, 77, 89, 163] 8

12 Posidonia oceanica (Linnaeus) Delile Nome comune: posidonia Divisione Vegetale Magnoliophyta Liliopsida (o Monocotyledones) Alismatales (o Najadales) Posidoniaceae Pianta caratterizzata da foglie nastriformi organizzate in ciuffi da 5 a 8, larghe circa 1 cm e lunghe in media 50 cm ma in grado di superare anche il metro di altezza, con venature longitudinali a decorso parallelo. Le foglie originano da un fusto modificato detto rizoma da cui si dipartono anche delle radici che ancorano la pianta al substrato. Il rizoma può svilupparsi parallelamente o verticalmente al substrato, nel primo caso si parla di rizoma plagiotropo nel secondo di rizoma ortotropo. Il suo sviluppo verticale (in media 1 m al secolo) origina le tipiche formazioni a terrazzo dette mattes. Un carattere distintivo è la presenza di scaglie alla base delle foglie che presentano uno spessore variabile in funzione del ciclo stagionale di crescita della pianta e che restano attaccate al rizoma anche dopo la caduta autunnale delle foglie. Forma dense praterie prevalentemente su substrati mobili ma occasionalmente anche su roccia, dalla superficie fino oltre 40 m di profondità, in relazione alla limpidezza delle acque. Sopporta ampie variazioni di temperatura, dai 10 ai 28 C circa, mentre il suo sviluppo è limitato dalla quantità di luce disponibile e dalla salinità, infatti, è poco diffusa in acque torbide e nelle lagune o in prossimità delle foci dei fiumi. Pianta perennante e secolare che si riproduce sia vegetativamente sia sessualmente. L asse fiorale porta da 1 a 4 spighe, ognuna con 3 fiori ermafroditi. Dal fiore fecondato si originano i frutti detti olive di mare che maturando passano dal colore verde al rosso al bruno sviluppando nel pericarpo dei prodotti oleosi che ne favoriscono il galleggiamento e quindi la dispersione. Una volta in superficie il frutto termina la maturazione con l idrolisi delle sostanze oleose da parte di proteine specifiche che portano all apertura della buccia. I semi cadono sul fondo e se trovano il substrato idoneo germinano. Fiorisce in autunno, matura in inverno e germina in primavera. Le praterie ossigenano le acque costiere, creano una biocenosi peculiare e stabile che ospita una grande quantità di esseri viventi e rappresentano, grazie sia al compatto strato fogliare sia all accumulo invernale di foglie sulle battige, un efficace ostacolo all azione erosiva delle onde. Specie endemica del Mediterraneo la cui distribuzione è limitata alle coste di questo bacino. Le altre specie del genere Posidonia sono endemiche dell Australia e la loro origine comune avvalora la teoria della deriva dei continenti e dell esistenza del mare primordiale Tetide. È particolarmente sensibile all apporto di inquinanti, sedimento fangoso e acque dolci molto spesso legate all industrializzazione e urbanizzazione delle zone costiere (per esempio in prossimità di scarichi fognari) ma anche agli impatti meccanici legati agli ancoraggi dei natanti, alla pesca a strascico o scavi dovuti alla costruzione di opere a mare. Tali impatti innescano dei graduali ma irreversibili processi di frammentazione che determinano una forte rarefazione delle praterie, influenzando negativamente la loro resilienza. La regressione delle praterie è stata documentata in molte aree. La sua gestione e conservazione risulta particolarmente importante non solo per il suo 9

13 ruolo nella strutturazione e nei processi ecologici degli ecosistemi costieri ma anche per la prevenzione e riduzione dell erosione della fascia costiera. [11, 18, 36, 38, 43, 46, 62, 74, 75, 78, 83, 87, 97, 101, 110, 115, 125] 10

14 Petrobiona massiliana Vacelet & Lévi, 1958 Sottoclasse Porifera Calcarea Calcaronea Lithonida Petrobionidae Come avviene spesso nei poriferi anche questa specie presenta una marcata plasticità morfologica in relazione soprattutto al livello di idrodinamismo. Vive tipicamente in grotta dove cresce in forma incrostante (5-6 cm di diametro) in caso di correnti elevate o massiva (1 cm di diametro) in acque calme. La consistenza è dura ed il colore bianco. La superficie è ruvida e gli osculi, che sono talvolta visibili negli esemplari massivi, hanno un diametro sul mezzo mm. La parte viva della spugna è molto sottile, circa mezzo mm di spessore, ed è posta alla periferia di uno scheletro calcareo indiviso composto da una massa di calcite contenente spicole. Il coanosoma leuconoide (parte viva) si collega a questo scheletro basale mediante sottili cordoni cellulari. Spicolazione complessa, comprendente diversi tipi di triactine, tra cui riconoscibili quelle a forma di diapason, tetractine e microdiactine rugose. Vive su substrati rocciosi all interno di grotte. Specie endemica del Mediterraneo, non presente nella parte più occidentale del bacino. La si può incontrare all ingresso delle grotte oscure, ma gli scheletri sono stati trovati in una grotta di Creta, emersa da 1500 anni e in depositi pleistocenici dell Italia meridionale risalenti a anni fa. È una specie che ha grande importanza per ricostruire l evoluzione delle spugne calcaree e la storia del Mediterraneo. Non è facile da individuare e per conservarla è necessario proteggerne il suo habitat. [23, 172, 173, 175] 11

15 Tethya aurantium (Pallas, 1766) e Tethya citrina Sarà & Melone, 1965 Sottoclasse Porifera Demospongiae Homoscleromorpha Hadromerida Tethydae Spugne massive di forma sferica o subsferica, distinguibili tra loro solo analizzando le spicole al microscopio anche se la colorazione è in genere arancione per T aurantium e gialla per T. citrina. La superficie presenta tubercoli arrotondati e appiattiti che conferiscono un aspetto verrucoso. Consistenza moderatamente dura ma elastica. Si contraggono se disturbate. Presenti su fondali rocciosi, detritici, sabbiosi e tra i rizomi di Posidonia oceanica, dall intertidale fino a oltre 900 m di profondità. La riproduzione sessuata è estiva. Quella asessuata, tramite gemme (piccole spugne che si sviluppano sulla superficie), è stata osservata in autunno-inverno in Sicilia e febbraio-marzo lungo le coste spagnole, presso lo Stretto di Gibilterra. Tethya citrina è ritenuta endemica del Mediterraneo, mentre T. aurantium ha una distribuzione più ampia: Mar Mediterraneo (Golfo del Leone, Mar Ligure, Mar Tirreno, Mar Adriatico meridionale e settentrionale, Catalogna e Isole Baleari, Mare di Alboran, Bacino dell Algeria, Tunisia, Malta, sudovest della Sicilia, Mar Ionio, Bacino di levante di Cipro ed Egitto) e Oceano Atlantico (costa nord Africa e Azzorre). Specie ritenute poco comuni anche se localmente abbondanti. La distribuzione delle due specie è poco nota anche per la difficoltà di distinguerle tra loro. [13, 14, 145, 175] 12

16 Axinella cannabina (Esper, 1794) Porifera Demospongiae Halichondrida Axinellidae Specie arborescente di colore giallo arancio con superficie irregolare che può raggiungere 1 m di altezza. È caratterizzata da ramificazioni molto lunghe di diametro cm che tendono ad essere schiacciate, sulle quali si sviluppano numerose protuberanze laterali irregolari caratterizzate dalla presenza degli osculi. Si sviluppa su substrati rocciosi dai 10 m fino a oltre 100 m di profondità dove riesce a crescere bene anche su pareti verticali. Le diverse specie di questo genere si trovano spesso associate allo zoantideo Parazoanthus axinellae. È una specie termofila, cioè che predilige temperature calde. Spesso è possibile osservare il nudibranco Phyllidia flava che si nutre dei suoi tessuti. Specie endemica del Mediterraneo meridionale, molto rara nella parte più settentrionale del bacino. Come tutte le specie erette può essere danneggiata dalle lenze, dalle reti da pesca e dal passaggio di turisti subacquei. Anche la raccolta indiscriminata e ingiustificata costituisce un pericolo per la conservazione di questa specie. [4, 36, 136, 148, 164, 175] 13

17 Axinella polypoides Schmidt, 1862 Porifera Demospongiae Halichondrida Axinellidae Specie arborescente di colore giallo-arancione alta fino a cm. Le ramificazioni, a sezione circolare o ovoidale con diametro di 1-2 cm, hanno crescita dicotomica e osculi a forma di stella distribuiti uniformemente. Superficie liscia, consistenza compatta ma abbastanza elastica. Vive su substrati rocciosi o mobili dai 25 metri fino oltre 300 m, predilige substrati orizzontali o pareti leggermente verticali alla base delle falesie. È una specie che sopporta bene ambienti caratterizzati da un elevato tasso di sedimentazione. Mar Mediterraneo nord-occidentale e Atlantico nord-orientale. Essendo una specie eretta riveste, così come A. cannabina o come ad esempio le gorgonie, un importante ruolo strutturante le comunità bentoniche. Può facilmente subire danni di tipo meccanico legati all utilizzo di attrezzi da pesca o all ancoraggio delle imbarcazioni, inoltre il suo sviluppo è legato ad un habitat molto circoscritto, per questi motivi la sua protezione risulta particolarmente importante. [148, 165, 175] 14

18 Sarcotragus pipetta (Schmidt, 1868) Porifera Demospongiae Dictyoceratida Irciniidae Specie di colore grigio chiaro con occasionali screziature violacee quando parzialmente esposta alla luce. Caratterizzata da diversi conuli di 6-8 cm di altezza e 3-5 cm di diametro basale. Questi conuli sono uniti alla base in numero da 3 a 10 da un cuscinetto comune e sormontati ognuno da un singolo osculo. Lo scheletro è formato da un intreccio di fibre che presentano al loro interno inclusi minerali quali granuli di sabbia e frammenti di spicole. Predilige i substrati in prossimità dell ingresso di grotte marine sommerse, mentre si sviluppa in maniera sporadica su altri substrati rocciosi. Specie endemica del Mar Mediterraneo. Specie minacciata dall impatto antropico ma di cui mancano informazioni adeguate sulla reale distribuzione. Questa specie compare spesso in letteratura e nelle liste di protezione con il sinonimo Ircinia pipetta. [133, 147, 175, 181] 15

19 Sarcotragus spinosulus Schmidt, 1862 Porifera Demospongiae Dictyoceratida Irciniidae È una spugna di forma massiva-globosa, spesso appiattita superiormente, di colorazione variabile dal grigio al nero con la parte interna fibrosa e biancastra. Superficie irregolare coperta di tanti piccoli conuli arrotondati, alti 1-2 mm, e diversi osculi sparsi in maniera irregolare. Consistenza compressibile, abbastanza elastica, rugosa al tatto. Il sistema acquifero interno è caratterizzato da canali molto voluminosi. Può raggiungere dimensioni ragguardevoli, con diametri di che possono arrivare anche a cm. Essendo quasi sempre ricoperte da epibionti possono essere scambiate per vere e proprie rocce. Solo appoggiandosi inavvertitamente ci si rende conto della consistenza elastica. È una specie che predilige i substrati rocciosi e si sviluppa dalla superficie fino a circa 300 m di profondità, anche se è più comune tra 10 e 50 m. il grande volume del sistema acquifero rende questa specie un rifugio ottimale per numerose specie che possono attraversare al suo interno l intero ciclo vitale (es. policheti, crostacei e bivalvi) o parte di esso. La sua biologia è abbastanza sconosciuta, l unica informazione disponibile è l osservazione di esemplari con larve in ottobre e novembre lungo le coste spagnole. Mar Mediterraneo (Golfo del Leone, Mar Ligure, Mar Tirreno, Mar Adriatico, Catalogna e Isole Baleari, Tunisia, Malta, sud-ovest della Sicilia, Mar Ionio e Mar Egeo). Mancano adeguate informazioni sulla sua diffusione e possibili minacce. Questa specie compare spesso in letteratura e nelle liste di protezione con il nome Ircinia foetida. [13, 14, 33, 171, 175] 16

20 Spongia (Spongia) officinalis Linnaeus, 1759 Nome comune: spugna da bagno Porifera Demospongiae Dictyoceratida Spongidae Spugna di forma massiva irregolare, raramente incrostante, caratterizzata da una superficie ricoperta da piccoli conuli regolari e talvolta da rilievi conici che portano alla loro estremità gli osculi. Le dimensioni possono raggiungere nelle forme massive diametri di circa 40 cm. La consistenza è molto elastica, la colorazione varia dal bianco al nero in funzione dell illuminazione, gli esemplari esposti alla luce sono più scuri di quelli che vivono al buio; l interno è color ruggine o biancastro. Lo scheletro è costituito da un intreccio di fibre di spongina. Si sviluppa su substrati rocciosi dalla superficie fino oltre 40 m di profondità. Lungo le coste pugliesi è stato studiato il ciclo riproduttivo che avviene con la liberazione di larve nei mesi di giugno e luglio. Mar Mediterraneo (Mar Ligure, Mar Tirreno, Mar Adriatico, Catalogna e Isole Baleari, di Alboran, Bacino dell Algeria, Tunisia, Malta, sud-ovest della Sicilia, Mar Ionio, Mar Egeo, Cipro e coste dell Egitto), Oceano Atlantico (Penisola Iberica, Mar Baltico: Scandinavia). Questa specie ha subito negli anni una notevole riduzione essendo stata oggetto di pesca eccessiva ma anche di varie epidemie, la più recente verificatasi nell Agosto-Settembre 1999 che ha interessato circa il 90% degli esemplari appartenenti ai banchi spongiferi di Liguria, Toscana, Corsica e Sardegna. Attualmente la pesca è regolamentata e vietata in molte aree. [13, 36, 44, 111, 131, 132, 148, 171, 175, 180] 17

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