PROGETTAZIONE INTEGRATA ALLEGATO 10.3 PROVINCIA DI NUORO. Sviluppo delle Aree Rurali e Montane

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1 POR SARDEGNA PROGETTAZIONE INTEGRATA ALLEGATO 10.3 PROVINCIA DI NUORO Sviluppo delle Aree Rurali e Montane Elementi per la Predisposizione dei Progetti Integrati di Sviluppo Territoriale APRILE 2006 UNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITALIANA

2 INDICE 1. PARTE GENERALE Premessa Quadro di Riferimento Obiettivo Generale e Obiettivi Specifici Territorio di Riferimento Strategia Risultati Attesi AMBITI PRIORITARI Azioni di accompagnamento allo sviluppo rurale Azioni prioritarie Servizi alla popolazione rurale ed alle attività economiche Azioni prioritarie Protezione e valorizzazione del patrimonio architettonico rurale Azioni prioritarie Microfiliere Agroalimentari Tipiche Microfiliera apicola Azioni prioritarie Microfiliera dolci e prodotti da forno Azioni prioritarie Microfiliera ortofrutticola frutta minore e in guscio Azioni prioritarie Microfiliera Piccoli Allevamenti Azioni prioritarie Microfiliera Piante officinali Azioni prioritarie Produzioni artigianali tipiche...28

3 Azioni prioritarie Turismo rurale e attrattori ambientali e culturali* Azioni prioritarie

4 1. PARTE GENERALE 2.1. Premessa Il processo della nuova progettazione integrata mira ad assicurare adeguati standard di efficacia e efficienza agli interventi della Regione Sardegna, sia in riferimento al recente passato sia in termini assoluti. Efficacia ed efficienza che passano attraverso: il miglioramento dell analisi e dell individuazione dei bisogni, realizzato attraverso una più continua partecipazione dei soggetti coinvolti; un maggior grado di selettività delle proposte e della qualità delle stesse, attraverso l individuazione di obiettivi precisi ed una costante assistenza nella progettazione. In tutte le province sarde emerge la profonda consapevolezza che le aree rurali possono essere un autentica ricchezza per tutto il territorio. Le aree rurali, qualsiasi indicatore si voglia prendere per identificarle, sia di densità demografica in linea con l OCSE, sia ulteriori indicatori socio economici, caratterizzano in modo assolutamente prevalente la Sardegna, dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Grande parte del capitale territoriale sardo è allocato nelle aree rurali ed è in tali zone che si trovano i vantaggi comparati dell Isola, spesso ancora inespressi. Il potenziamento delle dinamiche di sviluppo rurale pertanto non può essere considerato semplicemente uno degli elementi della politica agricola, ma va inteso come politica fondamentale di accrescimento non solo di singoli settori produttivi ma direttamente dei sistemi territoriali. In tali aree l analisi riconosce la necessità di un approccio multisettoriale integrato che, basandosi sulla diversificazione delle attività economiche, sostenga lo sviluppo dei territori non solo dal punto di vista infrastrutturale, ma anche dei servizi e delle imprese, rivalutando l identità comune e favorendo l accrescimento sociale e culturale. L approccio territoriale si basa sull identificazione di sistemi locali in ambito rurale, che per condivisione di valori identitari, sociali ed economici, si pongono come luoghi consoni all attivazione di dinamiche di sviluppo integrato incentrate sulla valorizzazione delle risorse e delle competenze endogene. Tra tali risorse e competenze rientrano a pieno titolo anche la valorizzazione dei prodotti tipici locali, compresi quelli agro alimentari Quadro di Riferimento Tutto il territorio provinciale si caratterizza per la ruralità, con l unica eccezione dell area urbana del capoluogo, Nuoro, che comunque evidenzia un rapporto Superficie Agricola Utilizzata (SAU)/Superficie Totale pari a 0,43. La provincia di Nuoro vanta una superficie di Kmq: le aree urbanizzate rappresentano appena l 1% dell intero territorio, mentre il restante 99% è costituito da boschi e territori agricoli. Il 37% delle imprese della provincia opera nel settore agricolo, che si caratterizza per i seguenti elementi: 3

5 - nel comparto ovino, per la presenza di aziende zootecniche ovine, con un totale di capi allevati; - nel comparto caprino, per la presenza di 557 aziende caprine per un totale di capi allevati; - nel comparto bovino sono presenti aziende per un totale di capi allevati; - il settore olivicolo-oleario, che si caratterizza per una eccessiva frammentazione delle aziende: su una superficie di complessivi ha, sono presenti aziende, per una superficie media aziendale di 1,14 ha; - il comparto vitivinicolo annovera aziende per complessivi ettari coltivati, con una superficie media di 0,7 ha per azienda; - il comparto suinicolo presenta aziende per un totale di capi allevati; - il settore dell apicoltura, che comprende circa il 25% degli operatori apistici di tutto il territorio isolano- L analisi dei dati relativi alla SAU evidenzia la specializzazione di alcuni comuni nella coltivazione dei seminativi (Bitti, Onanì, Ortueri) e delle coltivazioni legnose agrarie (Oliena, Dorgali, Tonara e Belvì, Sarule). Nel caso dei seminativi, accanto alla coltivazione dei cereali, la componente maggiormente rappresentata è la coltivazione di foraggiere avvicendate. Da rilevare la concentrazione della coltivazione delle patate nel Sll di Fonni (in particolare Fonni, Gavoi e Lodine) e nei Comuni di Ovodda e Siniscola. Le coltivazioni ortive e la produzione di fiori e piante ornamentali sono presenti per lo più nel SLL di Orosei mentre la coltivazione di piante officinali è presente in modo particolare nei Comuni di Orosei, Siniscola, Osidda, Olzai e Silanus. L artigianato si caratterizza per la tipicità e per la forte territorializzazione. La struttura dell offerta conferma, come nella generalità del sistema produttivo locale, la prevalenza di imprese artigiane di piccolissime dimensioni. Dal punto di vista della localizzazione, i dati raccolti evidenziano il peso della città di Nuoro in quasi tutti i settori. La concentrazione è legata alla dimensione del mercato urbano e, probabilmente, a questo fenomeno si collega il dato che nell area urbana si trova un tasso più alto di imprese che mostrano dinamismo sia nell'innovazione di processo/prodotto che nella tendenza a creare nuovi sbocchi esterni per i propri prodotti, utilizzando canali distributivi non tradizionali con notevoli effetti sulla composizione del portafoglio clienti. Escludendo la città di Nuoro (il cui peso non permette di leggere al meglio la situazione provinciale), si nota, tra le diverse aree della provincia una distribuzione equilibrata in termini numerici. L analisi del contesto, dal punto di vista demografico, mostra come il territorio viva un continuo processo di spopolamento, evidenziato dall andamento negativo del tasso di crescita della popolazione. Nel periodo intercensuario ( ) la provincia ha perso il 2,7% della popolazione (trend confermato dalle rilevazioni Istat del 2004). Il fenomeno è diffuso in tutta l area con l eccezione dei Comuni della fascia costiera e delle aree limitrofe (Posada, Siniscola, Orosei, Dorgali, Torpè, Galtellì, Irgoli, Onifai, Lodine) e risulta amplificato 4

6 dal dato sulla concentrazione della popolazione. Infatti, questa è concentrata nei tre maggiori centri abitati (Nuoro, Siniscola e Macomer), in cui vivono il 36% degli abitanti, e nei comuni costieri (Posada, Siniscola, Orosei e Dorgali), con il 16,7%. Complessivamente il 43% della popolazione vive in 7 Comuni della provincia, il resto è rappresentato da Comuni di piccole o piccolissime dimensioni, con una bassa densità demografica. L analisi dei dati 1 evidenzia uno stadio avanzato nel processo di invecchiamento, con valori che superano la media nazionale, nelle aree interne (SLL di Fonni, Sorgono, Bitti). Anche i valori riferiti all indice di struttura della popolazione attiva, l indicatore del grado di invecchiamento del settore produttivo della popolazione, e all indice di ricambio della forza lavoro mostrano segnali di criticità per i sistemi locali interni. La tendenza è di trovarsi tra alcuni anni con paesi abitati per lo più da anziani e con un forte aumento del carico di cura (attualmente, in provincia gli anziani sono circa , circa il 17% dell intera popolazione). Già oggi il territorio nuorese evidenzia un carico di cura superiore rispetto alla media regionale, dovuta alla presenza sia di anziani sia di bambini, con una consistente domanda che necessita di una adeguata programmazione dei servizi più rispondente alle esigenze della popolazione che con il passare del tempo, per cause biologiche e sociali, presenterà particolari problematiche. Infatti, sul versante dei servizi alla popolazione, se ne evidenzia da un lato la concentrazione nei centri abitati di maggiori dimensioni e dall altro la carenza: è questo il caso dell Assistenza ausiliaria, del Trasporto disabili, delle Comunità alloggio per anziani, delle Case protette, dei Centri diurni per portatori di handicap e delle Comunità alloggio per minori. Se si fa riferimento alle strutture socio assistenziali pubbliche e private autorizzate al 31 ottobre 2004 si nota che: (i) gli asili nido risultano essere 12 con 426 posti autorizzati; (ii) le ludoteche sono 9 con 138 posti autorizzati; (iii) le comunità alloggio per minori risultano essere 3 con 19 posti autorizzati; (iv) le comunità alloggio per anziani sono 12 con 249 posti autorizzati; (v) non sembrano esserci comunità alloggio per disabili; (vi) le case protette sono 7 con 105 posti; (vii) i centri di aggregazione sociale sono 15 con 590 posti. Il quadro di riferimento si completa con l analisi delle numerose risorse ambientali, culturali, paesaggistiche ad alto potenziale di sviluppo economico. Il patrimonio naturale si caratterizza per l importante biodiversità, alcuni siti, con una loro specificità ecologica, sono protetti da strumenti di tutela a livello internazionale quali la Convenzione Internazionale di Ramsar e la Direttiva Comunitaria Habitat: - Berchida Bidderosa; - Palude di Osalla; - Golfo di Orosei; - Altopiano di Campeda; 1 Per approfondimenti vedi Rapporto d Area, versione 27 febbraio

7 - Catena del Marghine e Goceano (Comuni di Bolotana, Bortigali, Silanus, Lei, Birori, Macomer); - Monti del Gennargentu; - Montalbo; - Supramonte di Orgosolo, Oliena e Urzulei (ora Ogliastra) Su Sercone; - Su de Maccioni Texile di Aritzo; - Monte Gonare. Sono considerati monumenti naturali: le Grotte litoranee del bue marino (Dorgali), Su Sercone (Orgosolo), la colata basaltica sui graniti di Gollei e le sorgenti carsiche di Su Gologone (Oliena), l area Texile (Aritzo). Sono riconosciute come Aree di rilevante interesse naturalistico Mularza Noa e la foresta di Badde e Salighes a Bolotana e il Monte di Sant Antonio a Macomer e Borore. Tra le riserve naturali sono tutelate l area Berchida Bidderosa, il Montalbo, il Monte Ortobene, il Monte Senes, la Palude di Osalla, lo stagno di Posada e l area di Tepilora. Recentemente è stato istituito, in quest ultima area, il Parco naturale regionale di Tepilora, con un estensione di circa ha, localizzati nel territorio montano di Bitti. Inoltre, il territorio si caratterizza per la presenza di un importante patrimonio boschivo: - Le leccete del Supramonte, che rappresentano ciò che rimane della foresta primigenia mediterranea e rappresentano una delle più importanti ricchezze naturalistiche dell area del Gennargentu; parte di esse sono interne all Oasi attualmente gestita dall'efs; - Altri importanti boschi di leccio sono presenti nella Barbagia di Belvì e, nell area del Mandrolisai, tra Sorgono e Tiana. In Baronia i boschi di leccio sono ubicati nei calcarei del Monte Albo, che forma un biotopo di estremo interesse, e nel territorio a nord di Bitti; - Boschi di sugherete sono presenti nell'altopiano di Bitti e Orune, che comprende anche i comuni di Nuoro, Orani, Oniferi e Orotelli. Un altra area è rappresentata dalla fascia pressoché continua che va da Abbasanta a Sorgono, comprendente vari centri del Mandrolisai e della Barbagia di Ollolai. Superfici di minore estensione sono disperse un po in tutto il territorio, come nell area del Margine; - Le quercete caducifoglie in passato formavano boschi molto estesi, e dava vari introiti anche come legname da opera, mentre attualmente forma boschi di una certa rilevanza solo nelle zone montane del Marghine, in particolare nei comuni tra Macomer e Bolotana, e nella zona montana del Gennargentu, nei territori compresi tra la Barbagia di Ollolai e di Belvì. Le fustaie dense sono estremamente rare o limitate a territori gestiti dall E.F.S.; - I boschi di castagno sono concentrati nelle aree a maggiore altitudine della provincia, e precisamente nei comuni di Tonara, Desulo, Belvì, Aritzo, Tiana, Sorgono, e in minor misura nell area di Fonni. In questi comuni si concentra quasi il 70% dei castagneti dell'isola, pari a ha. Nella stessa area territoriale sono presenti anche i pochi nuclei di noccioleti dell isola. I castagneti da frutto sono tipici dell'agro di 6

8 Belvì; - Le formazioni forestali formate da macchia mediterranea ad olivastro, a ginepro feniceo, a fillirea, a lentisco, ad euforbia arborea, ecc. occupano circa il 60% del territorio forestale, ed hanno un elevato valore paesaggistico e naturalistico. Notevole valore hanno le formazioni degli arbusti a cuscinetto della parte cacuminale del Gennargentu, al punto che l intera zona rappresenta uno dei 12 biotopi di rilevante interesse botanico della Sardegna. A questo proposito occorre ricordare che la valorizzazione dei complessi forestali demaniali gestiti dall Ente Foreste costituisce l oggetto del Progetto Integrato di Sviluppo Regionale Parchi e Compendi forestali e regionali. Tale progetto da attuazione alle azioni previste dall Accordo di Programma Quadro per lo Sviluppo sostenibile e mira a valorizzare e rendere fruibile il patrimonio naturale, ambientale e immobiliare dei complessi forestali demaniali creando opportunità di crescita economica. Il progetto Regionale, inoltre, prevede delle azioni di supporto per lo start-up o sviluppo di imprese verdi, anche attraverso percorsi integrati di formazione e prestito d onore, e incentivi per lo sviluppo di ospitalità rurale e di pacchetti integrati di offerta turistica. Le proposte di progetti integrati di sviluppo territoriale dovranno raccordarsi con il progetto regionale, si rimanda pertanto ad esso per maggiori dettagli (Allegato 5.2 dell avviso). Tra le risorse naturali vanno citati anche i bacini idrografici presenti (Cedrino, Posada e parte dei bacini del Tirso e del Flumendosa) sia perché alcuni di essi danno vita ad un sistema di stagni costieri che rappresentano aree ad elevata valenza naturalistico ambientale sia perché gli invasi artificiali creati, a partire dall 800, lungo il loro corso, hanno un importante valore paesaggistico. Accanto al patrimonio naturale è notevole anche la presenza di beni archeologici di pregio, allo stato attuale poco valorizzati se non per alcune eccezioni, e da beni culturali risalenti a varie epoche. Numerose sono le testimonianze del periodo pre-nuragico e nuragico (in particolare nuraghi e villaggi nuragici). Oltre al patrimonio di beni archeologici, quelli censiti, con una rilevante concentrazione nell area del Marghine e nei comuni di Dorgali e Macomer, il territorio si caratterizza per la presenza di centri storici (34 dei quali sono inseriti nel repertorio dei centri storici della L.R. 29/98) con significative testimonianze delle tradizioni e della cultura. A questo patrimonio si aggiungono importanti istituzioni museali, oltre a quelle presenti nel capoluogo (il Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, il Man e il Museo Deleddiano), quali il Museo Nivola (Orani) e il Museo delle maschere mediterranee, (Mamoiada). Altri musei presenti sono: - Museo multimediale del canto a tenores e Museo della civiltà contadina e pastorale, Bitti; - Museo "Salvatore Fancello", Museo archeologico, Museo della foca monaca, Parco-museo "S'Abba Frisca", Dorgali; - Museo del Supramonte "Dalla roccia al gipeto" e i Murales di Orgosolo; - Museo etnografico "Casa Marras", Galtellì; - Museo di scienze naturali, Belvì; 7

9 - Museo della civiltà d'altopiano, Gavoi; - Museo archeologico, Teti; - Museo etnografico "Casa Montanaru", Desulo; - Museo d'arte moderna e contemporanea "Antonio Ortiz Echagüe", Atzara; - Collezione etnografica di Aritzo; - Museo etnografico "Le Arti Antiche", Macomer; - Casa e pinacoteca comunale "Carmelo Floris", Olzai; - Museo "Don Giovanni Guiso", Orosei; - Museo della tessitura "Eugenio Tavolara", Sarule; Tra le criticità emerse sono da evidenziare. - l'assenza di un solido partenariato capace di tessere un sistema relazionale tra le diverse aree, che anche al loro interno, tranne qualche eccezione, presentano i segni della disaggregazione e dell'individualismo istituzionale; - la micro dimensione delle aziende agricole e artigianali e la mancanza di forme di integrazione nella produzione, trasformazione e commercializzazione; - la forte competitività nel sistema locale spinta dalla condivisione di un mercato interno limitato; - l elevata inefficienza nella gestione aziendale delle microimprese; - la mancanza di strumenti a sostegno della crescita imprenditoriale in termini di assistenza, formazione, innovazione, promozione e commercializzazione; - i rischi legati alla perdita di competenze professionali durante il ricambio generazionale; - la mancata valorizzazione del capitale territoriale; - le carenze infrastrutturali materiali e immateriali; - l assenza di sicurezza e della legalità (intesa principalmente come condivisione di regole comuni); - lo spopolamento e l invecchiamento della popolazione che caratterizzano la maggior parte dei piccoli centri della provincia; - il crescente disagio economico; - l inadeguatezza di infrastrutture e servizi nelle zone rurali (in particolar modo l elettrificazione e l approvvigionamento idrico). I vantaggi sono i seguenti: - la posizione di rilievo nel campo della qualità agroalimentari della Sardegna (prima per SAU destinata a 8

10 produzioni biologiche, quarta per territorio OGM free); - il forte appeal collegato all immagine di salubrità e genuinità connessa al prodotto/territorio, traducibile anche in una specifica declinazione che si può denominare amica dell ambiente, pur in mancanza di applicazione delle codificazioni obiettive proprie della certificazione di qualità ambientale (ISO 14000, Emas, Ecolabel, Ecoaudit); - la capillare presenza di imprese artigiane; - il successo di mercato dell artigianato artistico del territorio di riferimento; - il crescente interesse verso le manifestazioni promozionali dei prodotti artigianali; - il forte senso di appartenenza della popolazione locale all identità e alla cultura del territorio; - la consolidata esperienze di promozione territoriale attraverso politiche partenariali (per es. Autunno in Barbagia); - una ricca presenza di risorse ambientali e culturali; - un elevata vocazione alla specializzazione produttiva; - la presenza di produzioni tipiche con adeguati sbocchi di mercato (prodotti dolciari, formaggi, miele, vino,ecc); - la vocazione ambientale della filiera silvicola; - la vocazione ambientale per le produzioni della carne di qualità (ovina, suina, bovina). - la presenza in ambiti alto collinari interni di territori vocati naturalmente alle produzioni orticole d'eccellenza; - l impulso all'impresa agricola multifunzionale, delineata dalla legge di Orientamento Agricolo (D. legislativo n. 228 del 2001) che amplia le prerogative dell'imprenditore agricolo e prevede, oltre alle attività connesse all'attività di coltivazione o di allevamento, quelle relative alla valorizzazione del territorio, del patrimonio rurale e forestale, presidio del territorio, ricezione ed ospitalità, vendita diretta di prodotti e di aeroterapia Obiettivo Generale e Obiettivi Specifici L obiettivo generale individuato è di attivare la gestione integrata delle risorse territoriali per uno sviluppo economico durevole, in un ottica distrettuale, accompagnando il processo di transizione in atto dell agricoltura e del mondo rurale verso un modello di sviluppo di qualità. L ascolto del territorio ha evidenziato che l identità (in tutte le sue accezioni valoriali) e il forte senso di appartenenza che caratterizzano la provincia costituiscono un ingrediente dell economia locale ed un fondamentale fattore di marketing che dà valore alle produzioni locali. La produzione tipica, legata all identità, consentirebbe, se sfruttata appieno, di fare da traino a molte attività. 9

11 La ruralità viene vista come un occasione di sviluppo e di rilancio del sistema economico locale, di creazione di nuova occupazione e di miglioramento della qualità della vita delle popolazioni locali. La messa in rete delle diverse componenti e risorse della provincia (prodotti agro-alimentari tipici, prodotti dell artigianato tradizionale, sevizi turistici e alla persona, paesaggio rurale e siti di particolare pregio ambientale, cultura e folklore locali, risorse artistiche ed architettoniche, ecc) possono avere un effetto moltiplicatore sul valore aggiunto di ciascuno dei beni e dei servizi offerti nel territorio stesso. Un ruolo importante in questo contesto viene riconosciuto alla multifunzionalità, che rappresenta un ottima opportunità per promuovere lo sviluppo dell imprenditoria in grado di attivare nuovi percorsi di sviluppo locale, di rispondere alla richiesta di occupazione e di inserimento nel mercato del lavoro, di agire positivamente contro lo spopolamento delle aree interne. Questo elemento assume particolare rilevanza anche in un ottica di inclusione e di valorizzazione delle risorse femminili, soprattutto in considerazione del fatto che l imprenditorialità femminile ben si lega alla differenziazione dei prodotti e dei paesaggi derivanti dal recupero delle specificità locali incorporate nelle tradizioni. Fattorie didattiche, fattorie aperte e agriturismi sono esperienze che stanno dimostrando il ruolo femminile in agricoltura, non tanto per un apporto di lavoro, ma soprattutto per un apporto di cultura e di innovazione. Il comparto dell agricoltura di servizio, ossia delle aziende agricole che hanno attivato forme, modalità, iniziative di contatto e di dialogo con i cittadini (adulti e bambini), si rivela un bacino d impiego del tutto inedito, sul piano delle professionalità e dei profili di competenza da mettere in gioco, nel quale sarà sempre più interessante attivare presenze di giovani e donne, anche in relazione alle possibilità che si offrono in termini di creatività, capacità di accoglienza e cura delle esigenze, espresse in modo rilevante da intere fasce sociali e riguardanti la conoscenza del mondo agricolo, delle tipicità locali, dell origine dei prodotti alimentari, degli indirizzi produttivi improntati alla salvaguardia e alla tutela della salute e dell ambiente. Gli obiettivi specifici individuati sono i seguenti: - rafforzare e migliorare l efficienza delle microfiliere agricole e artigianali, al fine di contribuire allo sviluppo integrato dei sistemi produttivi, dei servizi e delle infrastrutture; - promuovere l integrazione del sistema agricolo con le altre attività economiche, in particolare artigianato e turismo rurale, valorizzando e promuovendo la nuova impresa agricola, fondata sulla sicurezza alimentare ed ambientale, sulla certificazione di qualità, sulla individuazione dell origine e sulla tracciabilità del prodotto, sulla promozione della tipicità e sull integrazione con gli interventi di valorizzazione ambientale e turistico; - promuovere lo sviluppo dell imprenditorialità locale per favorire l occupazione e l inserimento nel mercato del lavoro, anche al fine di contrastare lo spopolamento della montagna e delle aree rurali; - sostenere il miglioramento della qualità della vita e del lavoro, indispensabile per invertire la tendenza al declino socio-economico e allo spopolamento della montagna e delle aree rurali, potenziando i servizi essenziali per la popolazione rurale e promuovendo l occupazione, in particolare giovanile e femminile. 10

12 2.4. Territorio di Riferimento L evoluzione delle politiche comunitarie per il settore agricolo e per le aree rurali testimonia come siano mutati obiettivi e orientamenti strategici e, parallelamente, strumenti e metodologie di programmazione e di intervento. Il riorientamento delle politiche ha interessato contemporaneamente due principali elementi: - una nuova politica settoriale per l agricoltura per aumentarne la competitività sui mercati e accentuarne la multifunzionalità. Da qui discende ad esempio la crescente attenzione riposta alle problematiche dell impatto ambientale dei processi di produzione agricola e zootecnica, all innalzamento del livello qualitativo dei prodotti e dei processi produttivi, ma anche alla diversificazione verso altre attività non strettamente agricole; - un più deciso rafforzamento della politica territoriale verso lo sviluppo rurale e la coesione, sostenendo i sistemi rurali, non più dominati dal settore agricolo. L orientamento dello sviluppo economico e sociale dell agricoltura in Sardegna si coniuga con le linee della Politica Agricola Comunitaria. Oltre l 80 % del territorio isolano può essere considerato rurale e gli interventi diretti a rendere vivibile e competitivo questo spazio hanno ricadute positive su tutta l Isola. Rientra tra gli obiettivi del DPEF , la creazione di distretti rurali, ossia "sistemi produttivi locali caratterizzati da un'identità storica e territoriale omogenea derivante dall'integrazione fra attività agricole ed altre attività locali, nonché dalla produzione di beni o servizi di particolare specificità, coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali e territoriali" (Decreto legislativo n. 228/2001). Le caratteristiche del distretto rurale sono: - la struttura produttiva fortemente caratterizzata dalla presenza di un elevato numero di piccole e micro imprese; - l assenza di un settore economico e di una produzione dominante, in grado di catalizzare l interesse degli operatori pubblici e privati; - la caratterizzazione agricola dell uso delle risorse locali e centralità dell agricoltura negli assetti del territorio e nella gestione del paesaggio e dell ambiente, anche a fronte di un contributo non rilevante dell agricoltura all occupazione e alla formazione del reddito; - l integrazione e interdipendenza tra agricoltura e altre attività presenti nel territorio (artigianato, turismo, ecc.); - la presenza di un paniere di beni e servizi fortemente legati al territorio, caratterizzato da una immagine positiva all esterno che deriva anche dalla percezione della qualità stessa del territorio ed è strettamente legata alla ruralità e alla multifunzionalità; - il forte senso di identità territoriale, fondamento di una visione dello sviluppo locale fortemente dipendente dalla qualità dell ambiente, del paesaggio, della cultura locale. Da questo punto di vista tutto il territorio provinciale può essere considerato rurale ma caratterizzato da più 11

13 sistemi locali con un identità storica e territoriale diversa, a volte resi omogenei da elementi di tipo economico e sociale, che potenzialmente potrebbero dare origine a più ipotesi di ambiti territoriali di intervento. Una prima indicazione, utile per l identificazione di ambiti territoriali di intervento, arriva dalla mappatura del territorio realizzata sulla base di un set di indicatori che leggono la ruralità da diversi punti di vista. Gli indicatori utilizzati sono i seguenti: - Densità della popolazione; Indice di spopolamento; Indice di vecchiaia; - Occupati in agricoltura; - Numero di aziende agricole; - Superficie agricola utilizzata, rapporto tra SAU e superficie totale, rapporto tra aree boschive e superficie totale; - Accesso ai servizi. La mappatura consente di evidenziare le diverse tipologie di aree rurali presenti nella provincia e di fornire indicazioni ai potenziali Partenariati di Progetto sugli elementi da privilegiare nella predisposizione del Progetto Integrato: - aree rurali in declino, con forti fenomeni di spopolamento e invecchiamento della popolazione, per le quali si individua come prioritaria la linea di intervento servizi alla popolazione ; - aree rurali con forte connotazione agricola (per occupazione in agricoltura, numero di aziende e utilizzazione del territorio) per le quali si individua come prioritaria la linee di intervento potenziamento delle microfiliere agricole ; - aree rurali con alta componente ambientale (presenza di boschi) per le quali si individua come prioritaria le linee di intervento Turismo rurale e attrattori ambientali e culturali. Tra le aree rurali in declino, con forti fenomeni di spopolamento e invecchiamento della popolazione, i dati più negativi, in termini di spopolamento (media -10%) si riscontano nei Comuni di: - Sorgono e Gadoni (SLL Sorgono); - Onanì, Osidda, Bitti e Lodè (SLL Bitti); - Ollolai (SLL Fonni); - Sindia, Noragugume, e Bortigali (SLL Macomer). Seguono (con percentuali tra -2 e -9%): - tutti i Comuni del SLL di Sorgono tranne Atzara; - Lula (SLL Bitti); 12

14 - Fonni (SLL Fonni); - Lei, Borore, Dualchi, Silanus e Macomer (SLL Macomer); - Olzai, Bolotana, Orune, Orotelli, Sarule, Orgosolo, Oniferi, Ottana, Nuoro (SLL Nuoro); - nei SLL costieri, solo il Comune di Loculi presenta dati di spopolamento. Gli altri Comuni presentano valori decisamente inferiori o positivi, come nel caso dei SLL costieri e del Comune di Birori. I dati relativi all invecchiamento sono particolarmente negativi nei seguenti Comuni: - Bortigali, Noragugume, Silanus, Borore, Dualchi, Lei e Sindia nel SLL di Macomer; - Bolotana, Orune, Orotelli, Sarule, Olzai nel SLL di Nuoro; - tutti i Comuni del SLL di Bitti tranne Onanì; - tutti i Comuni del SLL di Sorgono tranne Teti; - nei SLL costieri, solo i Comuni di Loculi e Onifai. Tra le aree rurali con forte connotazione agricola (per occupazione in agricoltura, numero di aziende e utilizzazione del territorio), i dati evidenziano l incidenza dell occupazione in agricoltura per ben 29 Comuni: - Lula e Lodè (SLL Bitti); - Lodine (SLL Fonni); - Noragugume, Silanus, Dualchi, Lei, Sindia, Birori e Bortigali (SLL Macomer); - Dorgali, Oliena, Mamoiada, Orgosolo, Sarule e Bolotana (SLL Nuoro); - Orosei, Galtellì, Loculi e Onifai (SLL Orosei); - Tutti i Comuni del SLL di Sorgono tranne Belvì, Ovodda e Sorgono. Per quanto riguarda l utilizzazione del territorio, solo 16 Comuni evidenziano un rapporto SAU/Superficie totale inferiore al 40%: - nel SLL di Orosei Galtellì e Loculi; - nel SLL di Siniscola Torpè e Posada; - nel SLL di Bitti Lodè e Onanì; - Orosei nel SLL di Orosei; - Oliena nel SLL di Nuoro; - Aritzo, Tonara, Belvì, Sorgono, Ovodda, Tiana, Austis nel SLL di Sorgono; - Birori nel SLL di Macomer. 13

15 Il 61% delle aziende agricole è concentrato in 15 Comuni: Dorgali, Oliena, Bolotana, Nuoro, Orgosolo, Mamoiada, Orosei, Siniscola, Tonara, Desulo, Macomer, Galtellì, Lodè, Silanus e Bitti, con una localizzazione che, di fatto, copre tutte le aree della provincia. Le aree rurali con alta componente ambientale (presenza di boschi), con un rapporto tra aree boschive e superficie totale superiore al 40%, sono prevalentemente localizzati nel SLL di Sorgono (Aritzo, Belvì, Tonara, Tiana, Teti, Austis), a cui si aggiungono i Comuni di Onanì, Orgosolo e Loculi. Il dato relativo all accesso ai servizi evidenzia come, tranne i maggiori centri abitati (Nuoro, Siniscola e Macomer), il resto dei Comuni necessita di interventi per migliorare l accessibilità e la fruibilità dei servizi. Una seconda indicazione per l individuazione degli ambiti territoriali di riferimento è quella realizzata nella fase di ascolto del territorio che ha individuato una serie di vantaggi comparati nelle regioni storiche delle Barbagie Mandrolisai, nel Marghine e Baronie. In particolare, vengono evidenziati i seguenti elementi: - la consolidata esperienza di due GAL (Barbagie-Mandrolisai e Mare e Monti) e le integrazioni tra i rispettivi PSL e progetti di sviluppo delle aree rurali e montane rientranti nella Progettazione Integrata; - l esistenza di partenariati, che coinvolgono istituzioni (Comunità Montane, Comuni, Associazioni di Categoria) e imprese, finalizzati allo sviluppo di aree distrettuali nelle zone rurali e montane; - il forte senso di appartenenza della popolazione locale all identità e alla cultura del territorio. - una ricca presenza di risorse ambientali e culturali; - la vocazione ambientale per le produzioni delle microfiliere agricole e silvicole; - l elevato contenuto di tipicità delle microfiliere agricole e artigianali; - la presenza di produzioni con adeguati sbocchi di mercato capaci di trainare le produzioni delle microfiliere (prodotti dolciari, formaggi, miele, vino,ecc); - la vocazione ambientale della filiera silvicola; - la presenza in ambiti alto collinari interni di territori vocati naturalmente alle produzioni orticole d'eccellenza Strategia L idea forza è l implementazione di un modello di sviluppo rurale di qualità, capace di generare reddito e occupazione nel rispetto delle vocazioni territoriali e culturali del territorio e l ottenimento di nuovi fattori di competitività, quali le relazioni di integrazione con gli altri settori dell economia locale tali da preservare l agricoltura e tutto ciò che ruota intorno ad essa. La spinta verso la realizzazione di un agricoltura multifunzionale, capace di salvaguardare l ambiente e di intrecciare relazioni con le altre risorse del territorio, la necessità di aumentare la competitività e la redditività delle imprese, la sempre maggiore attenzione da parte dei consumatori verso i parametri di qualità, sono 14

16 fattori che spingono le istituzioni, le rappresentanze economiche, gli imprenditori, ad un confronto continuo ed attento per tutelare le risorse locali, per creare nuova occupazione (oltre che salvaguardare quella esistente), per garantire sviluppo al settore dell agricoltura, che rappresenta un riferimento sia dal punto di vista economico che dal punto di vista storico, sociale e culturale. La sviluppo delle aree rurali e montane in ottica distrettuale può essere una risposta coerente al raggiungimento di questo obiettivo e al soddisfacimento di queste esigenze. Infatti ciò che caratterizza l approccio distrettuale non è la specializzazione territoriale in determinate attività agricole o la centralità di un particolare processo produttivo agroalimentare, quanto la compresenza di un insieme diversificato di attività, agricole e non agricole, con elevati livelli di interdipendenza che traggono beneficio dalla qualità complessiva dell ambiente locale e dalla presenza di un insieme di altri beni pubblici locali Risultati Attesi - Lo sviluppo delle aree rurali e montane è attuato secondo il modello del distretto rurale, attraverso un partenariato stabile tra enti locali, imprese, terzo settore e le comunità; - la gestione delle risorse ambientali e culturali migliora ed è attuata secondo modalità di integrazione sostenibile con il sistema economico; - la produttività e la redditività delle imprese agricole e artigianali aumenta in termini qualitativi e quantitativi; - la qualità delle produzioni è certificata; - aumenta il numero di aziende agricole multifunzionali; - aumenta il numero delle aziende agricole operanti nel settore dell agricoltura sociale; - le imprese agricole e artigianali incrementano il numero medio di addetti; - l impatto ambientale delle attività produttive presenti si riduce; - operano reti di imprese agricole e artigianali per l erogazione di servizi comuni; - il sistema dei servizi alle persone risponde ai bisogni delle comunità; - le aziende agricole e artigianali sono integrate con il comparto turistico; - il fatturato delle imprese agricole e artigianali cresce nella quota attività turistiche ; - opera il sistema di reti della ricettività rurale; - sono presenti strutture ricettive rurali di qualità (albergo diffuso, domos amigas, albergo rurale); - aumenta il numero di visitatori dei siti di rilevanza ambientale e della rete degli attrattori culturali; - sono presenti nuove iniziative imprenditoriali di giovani e donne; 15

17 - le competenze degli operatori dell artigianato migliorano, e nuovi operatori, in ottica di ricambio generazionale, sono formati; - le competenze degli operatori e delle operatrici del settore agricolo sono diversificate in una prospettiva di multifunzionalità. 16

18 2. AMBITI PRIORITARI 2.1. Azioni di accompagnamento allo sviluppo rurale Obiettivo - Identificare ed implementare modelli di gestione delle aree rurali e montane in ottica distrettuale La creazione e gestione del distretto, quale modello duraturo di sviluppo territoriale, necessita della definizione di regole certe che ne disciplinino le modalità di funzionamento. In particolare occorre definire, qualificare e certificare un nuovo processo di governance per favorire la partecipazione diretta delle istituzioni locali, delle imprese e loro rappresentanze. Inoltre, è indispensabile creare momenti di coordinamento tra i soggetti locali dando indirizzo e impulso ai piani e programmi rivolti alle imprese e informare, sensibilizzandole, le imprese e le associazioni di produttori presenti sul territorio. L obiettivo strategico è quello di migliorare la governance locale, mediante il miglioramento della capacità di dialogo e di collaborazione tra le istituzioni locali e di concertazione con le Parti sociali, le imprese e i cittadini, soprattutto al fine di rendere coerenti le politiche di sviluppo con le esigenze del territorio. Perché si possa avviare tale processo di sviluppo è necessario in primo luogo definire adeguate procedure che stabiliscano le modalità attuative di funzionamento del modello, precisando le regole che governano il sistema Azioni prioritarie Le priorità di intervento, classificate per tipologia, sono le azioni che seguono: Azioni pubbliche e infrastrutture - Accordi di partenariato tra gli attori istituzionali ed economici-sociali del territorio per la realizzazione di programmi di animazione economica, incontri di informazione e sensibilizzazione per favorire la condivisione del metodo e definire le priorità di sviluppo dell area. - Accordi di partenariato tra gli attori istituzionali ed economici-sociali del territorio per la definizione delle modalità di funzionamento del distretto: individuazione del soggetto responsabile, dei soggetti partecipanti, della struttura organizzativa, delle modalità di accesso, dei confini geografici, gli obiettivi e gli assi strategici di intervento. - Realizzazione di studi e ricerche sulle dinamiche di sviluppo delle aree rurali nel territorio di riferimento. - Realizzazione del piano di promozione dell immagine del distretto e definizione di un marchio territoriale. - Realizzazione di percorsi formativi rivolti agli operatori del distretto sui temi dello sviluppo rurale e della gestione di programmi complessi. 17

19 2.2. Servizi alla popolazione rurale ed alle attività economiche Obiettivo - Rafforzare il capitale sociale delle aree rurali mediante il soddisfacimento dei bisogni sociali di base e la promozione dell agricoltura sociale Il miglioramento della qualità della vita e del lavoro è indispensabile per invertire la tendenza al declino socio-economico e allo spopolamento della montagna. Per questa ragione è necessario potenziare e adeguare i servizi essenziali per la popolazione rurale e promuovere l occupazione, in particolare giovanile e femminile. La finalità è di ridurre il disagio e prevenire l'insorgere di situazioni di emarginazione sociale soprattutto per quelle categorie più a rischio di esclusione sociale, quali giovani, disabili, anziani e nuove povertà. In particolare si intende promuovere la permanenza delle persone anziane non autosufficienti nel proprio ambiente di vita, creare opportunità di aggregazione e di partecipazione alla vita della comunità da parte dei giovani, contrastare i fenomeni di nuova povertà e promuovere l'integrazione sociale e lavorativa delle persone con disabilità. Inoltre si intende promuovere una maggiore partecipazione delle donne al lavoro e alla produzione agricola, attraverso azioni tese a sviluppare il loro spirito imprenditoriale, con adeguata formazione professionale. Esiste una importante correlazione tra la linea di intervento servizi alla popolazione rurale e la multifunzionalità in agricoltura, finalizzata a sostenere lo sviluppo dei territori rurali e valorizzare le risorse agricole e forestali. In questa prospettiva di multifunzionalità, l agricoltura sociale, ossia l attività di aziende rurali socialmente responsabili, cooperative sociali o comunità di persone in cui l agricoltura è praticata professionalmente o a fini terapeutici, per favorire percorsi di inserimento o reinserimento delle fasce deboli della società, appare uno strumento di sviluppo rurale interessante in quanto oltre a garantire la diversificazione delle attività generatrici di reddito: - si presta ad organizzare una rete diffusa di prevenzione dei disagi; - consente di stabilire nuove reti di rapporti nelle aree rurali promuovendo la rigenerazione del capitale sociale ed accrescendo la reputazione di questi territori; - favorisce la presa in carico e la responsabilità degli operatori privati rispetto alle comunità locali, stimolando la rivisitazione di concetti di accoglienza, reciprocità e apertura che rendono le aree rurali attraenti all esterno; - assicura la tessitura di legami improntati sulla responsabilità sociale, delle imprese e delle comunità locali. 2 2 I servizi sociali nelle aree rurali. F. Di Iacovo, S. Senni. Rete Nazionale per lo Sviluppo Rurale, Quaderno informativo n. 1 18

20 2.2.1 Azioni prioritarie Le priorità di intervento, classificate per tipologia, sono le azioni che seguono. Azioni pubbliche e infrastrutture - Accordi di partenariato tra gli attori istituzionali ed economici-sociali del territorio per la creazione di una rete civica che integri le azioni di inclusione sociale attivate nelle aree rurali. - Realizzazione di servizi di scuolabus per garantire il trasporto dei minori che si spostano per attività scolastiche, ricreative, sociali, culturali e sportive da svolgersi in territori diversi da quelli del comune di appartenenza, e degli anziani e portatori di handicap. - Realizzazione di servizi informativi/partecipativi rivolti ai bambini, attraverso l'attivazione di un Laboratorio sulla conoscenza del proprio territorio, attraverso escursioni, indagine storica, raccogliere dati, analizzare la flora e la fauna locale, elaborare i dati raccolti. - Realizzazione del servizio di accompagnamento dell anziano presso strutture sanitarie, Ufficio Postale, Banca e/o altro in occasione di visite mediche, per il ritiro della pensione, per il disbrigo di pratiche amministrative, ecc.. - Realizzazione di programmi di promozione dell aggregazione e della solidarietà per un corretto inserimento degli anziani in gruppi organizzati e per favorire forme di accordo con la rete amicale e parentale non più gestibile in maniera del tutto autonoma. - Realizzazione di programmi di servizi ricreativi per minori (minifestival, consiglio comunale ragazzi, laboratorio musicale, laboratorio di ballo e canto sardo, di ballo latino americano, laboratori manuali), per anziani (Tombola, laboratori della Memoria ecc.) e per promuovere incontri culturali. - Realizzazione di progetti di inserimento lavorativo di portatori di bisogni speciali nel proprio territorio per il recupero e il loro inserimento in processi di normalizzazione. - Realizzazione di un sistema di servizi essenziali e innovativi nel campo dell'assistenza per l infanzia: ad es. nidi familiari, micronidi aziendali. - Realizzazione di interventi di ristrutturazione di un fabbricato da destinare alle attività del volontariato, della solidarietà, del tempo libero e dell aggregazione sociale e giovanile. - Realizzazione di interventi di recupero di aree verdi inutilizzate o sottoutilizzate per la realizzazione di iniziative di pubblico interesse finalizzate alla creazione di servizi ludico ricreativi. Incentivi - Incentivi per investimenti aziendali destinati alle imprese agricole per l'attivazione di progetti di didattica e di agricoltura sociale, finalizzati all'erogazione di servizi educativi, di recupero e accoglienza di fasce deboli (minori, giovani immigrati, disabili psichici, psichiatrici e fisici, tossicodipendenti ecc.). - Incentivi per investimenti aziendali per l avvio di fattorie apicole polifunzionali, quali centri di accoglienza 19

21 per detenuti al fine di valorizzare l'esperienza acquisita all interno delle colonie (es. coltivazione corbezzolo, cardo asfodelo castagno, nocciolo ecc.). Formazione - Realizzazione di piani di formazione e riqualificazione professionale rivolta al personale della Pubblica Amministrazione che opera nei servizi sociali: - Incentivi per la realizzazione di piani di formazione e riqualificazione professionale rivolta agli operatori del volontariato e dell economia sociale. - Incentivi per la realizzazione di piani di formazione rivolti alle imprenditrici agricole per ampliare le loro competenze, sia sugli aspetti manageriali sia tecnico operativi, nell ottica della multifunzionalità dell azienda agricola, rafforzando così il loro ruolo all interno dell impresa. - Realizzazione di interventi finalizzati alla certificazione delle competenze detenute e che sono state apprese in maniera informale e formale non completo (cioè non attraverso percorsi di istruzione e/o di formazione codificati): definizione della metodologia e degli strumenti. rilascio delle certificazioni. attivazione di una banca dati. diffusione dei risultati. - Incentivi per la realizzazione di piani di formazione sulla eliminazione della segregazione di genere rivolto alle scolaresche, e al mondo agricolo maschile Protezione e valorizzazione del patrimonio architettonico rurale Obiettivo - Salvaguardare e valorizzare il paesaggio e il patrimonio architettonico rurale Il paesaggio rurale si distingue per il tipo di relazione tra spazio rurale e spazio urbano. Ancora adesso gli spazi urbani evidenziano lo schema della viabilità agraria e le tipologie abitative, con caratteristiche costruttive che imprimono alle case una fisionomia rurale. Spesso le attività di trasformazione si realizzavano in paese (nelle antiche domus de hasu, per esempio, i laboratori per la produzione di fiore sardo tipiche della Barbagia di Ollolai) e lo spazio rurale era specializzato nella produzione. Di questa divisione del lavoro rimane la testimonianza dei pinnettos e ovili, usati comunitariamente secondo regole precise e condivise, le antiche carbonaie, e interi villaggi rurali, costruiti da ricchi printzipales o più moderni latifondisti (Badde Salighes, il villaggio di Padru Mannu). Lo spazio rurale era anche luogo della spiritualità (chiese campestri e cumbessias ancora oggi rappresentano luoghi importanti per le comunità: Gonare, San Francesco di Lula, Santa Sabina, etc) e delle relazioni, anche economiche, rese visibili nei sentieri, sas andalas, e negli itinerari della transumanza. Lo spazio rurale rappresenta, quindi, un importante giacimento culturale che ben si presta ad essere valorizzato con interventi di recupero e manutenzione di spazi rurali di particolare valenza paesaggistica e/o 20

22 culturale, e con iniziative legate all ospitalità diffusa e alla promozione dei prodotti tipici locali Azioni prioritarie Le priorità di intervento, classificate per tipologia, sono le azioni che seguono. Azioni pubbliche e infrastrutture - Realizzazione di interventi di adeguamento delle strade di penetrazione agraria, recupero degli antichi sentieri (sas andalas e transumanza), adeguamento della viabilità di con sistemi di siepi e muretti a secco, strade in terra battuta, aree di sosta e parcheggio curate e ben delimitate. Incentivi - Incentivi per investimenti aziendali per il recupero di strutture rurali finalizzate alla realizzazione di piccoli alberghi rurali di qualità, con il rispetto delle tipologie edilizie tradizionali. - Incentivi per investimenti aziendali per l utilizzo di siepi e muretti a secco nelle aziende agricole, strade in terra battuta, aree di sosta e parcheggio curate e ben delimitate. - Incentivi per investimenti aziendali per la ristrutturazione degli ovili e aziende agricole operanti nello spazio rurale, per l adeguamento alle tipologie edilizie tradizionali Microfiliere Agroalimentari Tipiche Obiettivo - Rafforzare le microfiliere produttive esistenti, attraverso l adeguamento dei servizi e delle infrastrutture L ambito è dedicato alle microfiliere, ossia quei processi produttivi legati a prodotti tipici fortemente localizzati, riconoscibili e riconducibili ad un ambito territoriale determinato. In tale caso, queste micro produzioni, più che allo sviluppo delle filiere agroalimentari, partecipano al rafforzamento dell identità locale, e, in quanto tali, sono in grado di attivare un forte grado di integrazione con le altre risorse del territorio. Le microfiliere oggetto di questo ambito sono: - Microfiliera apicola; - Microfiliera dolci e prodotti da forno; - Microfiliera ortofrutticola, frutta minore e in guscio; - Microfiliera piccoli allevamenti; - Microfiliera piante officinali. Le filiere del lattiero caseario, della vitivinicoltura, dell olivicolo-oleario e della carne sono contemplate negli Elementi per la predisposizione dei progetti integrati -Potenziamento delle filiere agroalimentari - per 21

23 quanto riguarda gli interventi specifici di sviluppo e potenziamento di filiera, e negli Elementi per la predisposizione dei progetti integrati - Progetto di Sviluppo delle Aree Rurali e Montane per la parte relativa alla multifunzionalità e all integrazione con il turismo rurale. L obiettivo è orientato al rafforzamento e al miglioramento dell efficienza dei diversi comparti presenti per contribuire allo sviluppo integrato dei sistemi produttivi, dei servizi e delle infrastrutture, incentivandone le relazioni in una ottica di miglioramento della qualità globale. Si intende valorizzare e promuovere le diverse microfiliere produttive presenti ponendosi come obiettivo principale quello di garantire livelli di reddito adeguati alle imprese di settore. In particolare si prevede di creare un sistema integrato di azioni, che puntino al miglioramento delle produzioni, e alla valorizzazione del prodotto, intervenendo su tutti quei fattori in grado di incidere positivamente sulla qualità, migliorando altresì la loro capacità commerciale. Il perseguimento dell obiettivo in questione richiede, inoltre, di agire sulle componenti relative alla formazione e all aggiornamento professionale degli operatori, alla ricerca e sperimentazione di nuove tecniche di produzione e coltivazione finalizzate alla qualità e salubrità dei prodotti e dell ambiente, a studi di mercato e in campo socio-economico, a piani di marketing territoriale e all innovazione Microfiliera apicola Per il suo clima favorevole e per la presenza di specie vegetali nettarifere di pregio (Arbutus, Asphodelus, Galactites, Erica, Myrtus, Inula, Lavandula, Rosmarinus etc.), il territorio provinciale offre consistenti possibilità di sviluppo all'apicoltura di qualità. Le aziende apicole sono prevalentemente di medie dimensioni, in forma semi-professionista. Inoltre operano sul territorio i cosiddetti hobbisti, i quali praticano una apicoltura di modeste dimensioni, part/time, non inseriti in strutture organizzative o associative, la cui produzione é destinata prevalentemente ad uso familiare, sfuggendo ai normali canali distributivi e alla quantificazione. Si vanno affermando figure di apicoltori professionisti che, sia per la loro preparazione tecnica, che per la dimensione degli allevamenti, fanno dell' apicoltura la principale fonte di reddito. Esistono poi forme "miste" di impresa che si occupano di produzione e di commercializzazione sia di miele sardo che di miele di importazione. Le aziende apistiche con un maggior numero di alveari sono rappresentate prevalentemente da società e cooperative, molte delle quali nate 8 9 anni fa grazie alle risorse finanziarie derivate dalla legge 28. La maggior parte delle aziende apistiche professionistiche, con un numero di arnie superiori alle , pratica il nomadismo, spostando i propri alveari verso siti particolarmente vocati per timo, corbezzolo ed eucaliptus ecc Azioni prioritarie Le priorità di intervento, classificate per tipologia, sono le azioni che seguono. Incentivi 22

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