PROGETTO PERCORSI EDUCATIVI DALLA MARGINALITA ALL INCLUSIONE

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1 PROGETTO PERCORSI EDUCATIVI DALLA MARGINALITA ALL INCLUSIONE Orientamento e avviamento verso il lavoro per minori e giovani in misura alternativa al carcere dai sedici ai ventuno anni. 1. Finalità generali del progetto. Il progetto si pone lo scopo di far sperimentare il mondo del lavoro e la conseguente scoperta delle proprie competenze e potenzialità a minori e giovani di età compresa tra i 16 ed i 21 anni, utilizzando lo strumento del tirocinio di formazione e lavoro (così come previsto dalla L. 196/97), nella particolare forma protetta della borsa lavoro. Si riconosce, infatti, al lavoro, così come alla scuola, il compito di essere agenzia che contribuisce alla costruzione dell identità sociale del ragazzo, attraverso l assunzione di ruoli e di responsabilità che ne favoriscano l avvicinamento al mondo degli adulti. Inoltre, l inserimento lavorativo consente di acquisire competenze professionali, oltre che abilità sociali (legate in particolare alla gestione delle dinamiche all interno del contesto lavorativo). Nel caso di ragazzi che abbiano intrapreso percorsi devianti, il tirocinio formativo, con la cosiddetta borsa lavoro, si rivela una buona strategia di intervento per sostenerli nel progetto di messa alla prova e in tutte le possibilità alternative previste dal D.P.R. 448/88. Spesso i ragazzi hanno sperimentato il lavoro come situazione occasionale o in nero, con conseguente sfruttamento, senza riuscire a coglierne le opportunità di crescita, di formazione, di confronto con il mondo degli adulti. La borsa lavoro consente loro di poter dimostrare a chiunque li abbia in carico di avere la forza e la 1

2 volontà di volersi riscattare, di aver compreso l errore fatto e di volersi mettere in gioco per gettare le basi per un futuro diverso. In tal senso, è fondamentale il ruolo delle aziende in quanto, conoscendo gli scopi e le attività del centro accoglienza minori, accolgono i ragazzi inviati, fornendo loro sostegno, attenzione, presenza educativa, favorendone l acquisizione di competenze e, quel che più conta, la conquista o ri-conquista dell autostima e della fiducia in se stessi. 2. Ubicazione del progetto Tutto il territorio di Roma Capitale e della provincia limitrofa (in particolare, la zona dei Castelli Romani). 3. Beneficiari del progetto. Il progetto prevede l avvio di sedici borse lavoro destinate ad altrettanti minori di entrambi i sessi, italiani e stranieri, di età compresa tra i sedici ed i ventuno anni. I ragazzi saranno individuati, sulla base delle indicazioni fornire dall Ufficio sociale minorile, tra quanti sono sottoposti a misure alternative alla condanna e alla detenzione o in attesa di processo.. 4.Obiettivi del progetto. Obiettivo generale: promuovere percorsi di inclusione sociale e lavorativa per ragazzi e ragazze, in carico dai Servizi Sociali della Giustizia Minorile, e che siano inseriti in progetti alternativi alla permanenza in carcere. Obiettivi specifici: 1. Accogliere, sostenere ed orientare i minori inviati dall Ufficio Servizi Sociali Minorili per l elaborazione di progetti educativi e percorsi alternativi alla permanenza in carcere; 2

3 2. Predisporre percorsi integrati, formativi e lavorativi (attraverso l attivazione di borse lavoro), in grado di sostenere i minori e i giovani destinatari nell acquisizione di competenze e conoscenze relative ad una specifica attività lavorativa, anche attraverso l assunzione di ruoli e di responsabilità che li sostengano gradualmente nella gestione della propria presenza all interno del contesto lavorativo. 3. Sviluppare nei giovani competenze progettuali e un immagine del futuro con ricadute sia sul presente che in termini di costruzione di una base per una progettualità più a lungo termine: reinserimento nei circuiti formativi o avviamento al lavoro; 4. Sensibilizzare e sostenere aziende disposte ad accogliere giovani presso le proprie strutture lavorative, impegnandosi anche nell accompagnamento formativo ed educativo dei giovani; 5. Illustrare agli adolescenti beneficiari del progetto i servizi presenti sul territorio destinati all orientamento ed inserimento lavorativo. 5. previste. Per l attuazione del progetto in questione, si ritiene utile predisporre un percorso che si articoli su diversi momenti: 1. fase di individuazione dei destinatari: la scelta dei ragazzi da inserire nel progetto verrà effettuata su invio dell USSM. Per ciascun ragazzo verrà effettuata una segnalazione da parte del servizio indicando il percorso scolastico, lavorativo e i servizi già attivati precedentemente; 2. fase di accoglienza e di conoscenza dei giovani attraverso colloqui individuali (da 1 a 4 colloqui a seconda delle situazioni). 3. fase di orientamento e di acquisizione di conoscenze e competenze di base fino alla firma del patto formativo attraverso incontri di gruppo e individuali, in base alle specifiche risorse ed esperienze pregresse emerse, così strutturati: 3

4 -2 incontri finalizzati alla creazione del gruppo e alla spiegazione del progetto; - 3 incontri finalizzati alla conoscenza delle regole relative alla sicurezza sul lavoro; -4 incontri per l acquisizione dell attestato base dell HACCP, requisito richiesto per lavorare nel settore della ristorazione; -eventuali 4 incontri finalizzati all acquisizione di alcune competenze di base nel settore individuato per ciascun ragazzo (es.: ristorazione, parrucchiere/estetica, giardinaggio, meccanica, ecc.). 4. individuazione della struttura idonea all accoglienza del ragazzo per lo svolgimento del tirocinio ed attivazione della convenzione (a cura del personale incaricato del centro accoglienza don Bosco). 5. inizio tirocinio formativo della durata di 3 mesi (la durata del singolo tirocinio potrà variare in accordo con la referente del progetto fermo restante il numero complessivo dei mesi previsti dal progetto: 48). Il tirocinio prevede un impegno di ore settimanali, monitoraggio e tutoraggio (a cura degli educatori) in collaborazione con il COL tirocini del Comune di Roma Capitale. La durata settimanale del tirocinio sarà variabile in base alla disponibilità ed alle necessità operative dell azienda: spesso accade che per alcune tipologie di lavoro è richiesta qualche ora in più, in funzione delle mansioni di svolgere e per consentire ai ragazzi di apprendere ogni fase del lavoro; 6. intervento di monitoraggio e tutoraggio per prevenire o affrontare l insorgere di difficoltà (a cura del personale incaricato del centro accoglienza don Bosco); 7. verifica periodica tra i referenti (referente progetto USSM, assistenti sociali, responsabili percorsi formativi, referenti per le borse lavoro), per monitorare l andamento del progetto e dei percorsi individualizzati attivati, attraverso incontri mensili di gruppo. 4

5 8. conclusione del tirocinio e rilascio da parte del Col Tirocini di Roma Capitale dell attestato che certificata le competenze acquisite (a cura delpersonale incaricato del centro accoglienza don Bosco in collaborazione con il COL Tirocini di Roma Capitale). 9. Rielaborazione del percorso svolto ed eventuale prosecuzione in altri percorsi formativi e/o di ricerca lavoro: individualmente si elabora con ciascuno il progetto educativo di inserimento lavorativo attraverso: la ripresa di un percorso formativo breve, il reinserimento scolastico, la ricerca lavoro, l avvio di ulteriori esperienze nello stesso settore o in altri settori in cui emergono competenze (almeno due incontri individuali per ciascun ragazzo e incontro conclusivo del progetto in gruppo). Il termine del progetto per i ragazzi che lo desiderano, in accordo con il servizio inviante, sarà un nuovo inizio all interno della proposta formativa del Centro Accoglienza Minori del Borgo Ragazzi Don Bosco. (vedi allegato). Ai ragazzi inseriti nel progetto verrà offerta la possibilità di frequentare anche i laboratori ludico/espressivi attivati dal centro se compatibile con gli orari della borsa lavoro e se ritenuto sostenibile come impegno (calcetto, teatro, musica, arte, patente, ecc.) 6. Modalità di svolgimento del progetto. Per la realizzazione dei percorsi di inclusione sociale e per consentire il raggiungimento degli obiettivi del progetto verrà utilizzato lo strumento del tirocinio di formazione e lavoro, della durata di 3-4 mesi (20-25 ore settimanali). A conclusione di ogni e previa presentazione del figlio firma debitamente compilato, verrà erogato un importo di 365 euro mensili ad ogni minore o giovane partecipante. In caso di assenze (esclusa la malattia con certificato medico) le giornate verranno recuperate a conclusione del percorso con una proroga del progetto stesso. La borsa lavoro non è soltanto una modalità per elargire un contributo economico, di per sé utile per arginare 5

6 temporaneamente una situazione di disagio economico. Essa si configura, piuttosto, come possibilità formativa, lavorativa ed educativa per tutti quei giovani che spesso hanno una scarsa consapevolezza di sé, oltre che una scarsa progettualità rispetto a cosa vorrebbero diventare. Aiuta la responsabilizzazione (viene erogata in base alle effettive presenze) e la gestione dei soldi (viene erogata mensilmente e il beneficiario impara a gestire i soldi per le quattro settimane). Affinché il percorso intrapreso dal giovane possa avere un esito positivo per il rafforzamento delle sue competenze, è importante il ruolo dell ente ospitante, cioè dell azienda, che mettendo a disposizione la professionalità di quanti lavorano al suo interno, favorisce la trasmissione di quel sapere di base su cui il ragazzo potrà costruire la propria professionalità futura. Elemento di raccordo tra l azienda e il giovane è rappresentato dall educatore professionale messo a disposizione dal centro accoglienza minori del Borgo Ragazzi don Bosco. Il suo compito sarà di individuare esigenze ed interessi del ragazzo, al fine di favorire l incontro tra le sue aspettative e le richieste dell azienda. È fondamentale che l educatore venga percepito e considerato dall azienda come un punto di riferimento a cui rivolgersi nei momenti di maggiore difficoltà, quando può verificarsi una qualunque problematica che possa mettere in forse la permanenza del ragazzo in azienda; compito dell educatore sarà allora quello di mediare tra le esigenze delle parti, così come di intervenire nella risoluzione dei conflitti che possono manifestarsi durante il percorso. Altri compiti che possono attribuirsi a questa figura professionale riguardano il sostegno ed il rinforzo alla motivazione, favorire l instaurarsi di adeguate relazioni interpersonali ed educare il ragazzo al rispetto delle regole e alla consapevolezza dei doveri e dei diritti del lavoratore. 6

7 7. Risorse umane impiegate. Per la realizzazione del progetto si prevedono le seguenti figure professionali: a) equipe di coordinamento composta da: 1 coordinatore psicologo 1 psicologo referente monitoraggio 1 educatore professionale ref. Percorsi formativi 1 amministrativo Verrà coinvolta l intera equipe del Centro Accoglienza Don Bosco in base alle necessità (assistente sociale, 5 psicologi, 6 educatori, 20 volontari). 12.Cronogramma delle attività X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X X Roma, 18/07/2014 Firma 7

8 Allegato: la proposta formativa del Centro Accoglienza Minori del Borgo Ragazzi Don Bosco 2013/14. Il Centro accoglienza Minori da più di 20 anni cerca di offrire risposte formative sostenibili a ragazzi fuori dai percorsi scolastici strutturati. Il bisogno principale di chi arriva è quello di trovare un ambiente accogliente (sono di solito rifiutati ed espulsi a causa delle loro problematiche) dove sperimentare la riuscita. In secondo luogo hanno bisogno di uscire da un presente nel quale si sono appiattiti e nel quale vivono senza obiettivi e prospettive. Hanno bisogno di sperimentarsi in crescita e di vedere subito che quello che fanno ha un senso e serve. In terzo luogo hanno bisogno di inserirsi nel mondo del lavoro vivendo in situazione di marginalità sociale che non gli permette di concedersi, come d altra parte avrebbero diritto, anni di studi in famiglie che li mantengono economicamente. Molti di loro vengono da case famiglia o famiglie disagiate e, al più presto, legalmente o meno, devono rendersi totalmente autonomi. Inoltre i percorsi di vita e di crescita di questi ragazzi non sono lineari. Pensare di iscriversi a luglio ad un anno scolastico che inizia a settembre e finisce a giugno con un presenza costante è un primo motivo di esclusione. Arrivano a riconoscere il proprio bisogno e ad accettare un percorso educativo in momenti diversi. Hanno alle spalle percorsi scolastici molto diversificati. Hanno la possibilità e la capacità di gestire tempi di alternanza studio/lavoro non omogenei. Per questi ragazzi pensare ad un corso strutturato, o ad un corso che parte con finanziamenti specifici che richiedono dei tempi di realizzazione del progetto stabiliti dall esterno significa andare incontro ad un ennesimo fallimento. La modalità della progettazione che viene spesso utilizzata dagli enti che finanziano la formazione, è legata ad una logica dove al centro non c è il ragazzo ma il finanziamento, l organizzazione, il programma standardizzato. Con questi ragazzi la taglia unica non è proprio adatta. Occorre lavorare di fino occorre quella che noi definiamo la pedagogia del sarto dove il percorso formativo viene cucito su misura del ragazzo e della persona. Una logica che dovrebbe essere alla base di ogni percorso di crescita integrale attendo alla specificità di ciascuno ma l unica possibile per questi ragazzi per i quali la scuola ha già fallito volte. La sfida è quella di avviare un circolo virtuoso che ci permetta di rispondere in modo personalizzato ai bisogni formativi, avviare concretamente al lavoro, far sperimentare l utilità di quanto si va apprendendo in tempo reale, finanziare i percorsi senza dipendere da tempi dettati dall esterno: 8

9 La sfida: avvio di un circolo virtuoso: Percorso educativo Lab. Pratico di produzione Autofinanziamento solidale Avvio verso il mondo del lavoro I ragazzi che arrivano al centro provenendo da diversi fallimenti scolastici, preferiscono fare qualcosa di pratico piuttosto che stare seduti dietro un banco di scuola. Nello stesso tempo non sono ancora pronti per il mondo del lavoro. Hanno bisogno di apprendere un mestiere in modo pratico e in un ambiente protetto. Gestire un laboratorio produttivo è diverso dal gestire un laboratorio formativo. Un laboratorio che sia nello stesso tempo produttivo e formativo presuppone la presenza di operatori attenti alla produzione e nello stesso tempo attenti al percorso educativo personalizzato. Quindi non solo tecnici ma prima di tutto educatori. Nello stesso tempo i ragazzi possono sentirsi protagonisti e importanti perché producono qualcosa di concreto e vedono i subito i frutti del loro lavoro e questo ha un risvolto positivo sulla stima di sé. Gli operatori possono lavorare direttamente sulle difficoltà che emergono nello svolgimento dell attività produttiva che ha tempi e ritmi legati al committente e non solo ai bisogni dei ragazzi. Questo aiuta a essere più concreti e aderenti alle richieste dell esterno e anche a far vedere ai ragazzi quali sono le sfide che devono affrontare. Nello stesso tempo occorre che gli operatori possano comunque rispondere alle richieste del committente con flessibilità e tempestività. Avviare un ciclo produttivo porta un ricavo che viene reinvestito in parte per coprire le spese di personale e di materiale del laboratorio stesso e in parte per finanziare il corso formativo che in questo modo può essere riproposto per altri ragazzi. Inoltre il laboratorio produttivo mette in contatto con tante persone e realtà che da clienti possono diventare amici del Centro e collaborare o contribuire in varie forme, favorendo la crescita della corresponsabilità del territorio nei confronti dei ragazzi a rischio. Al termine del percorso formativo i ragazzi vengono avviati verso il mondo del lavoro con una esperienza concreta nel curriculum. Un settore specifico del Centro lo sportello aperto si occupa di creare un collegamento con una rete di aziende, di facilitare l inserimento con tirocini formativi, borse lavoro ecc. finalizzate a seconda delle situazioni alla crescita della persona, alla formazione, all inserimento lavorativo. Gli operatori che gestiscono questo tipo di laboratori non possono non essere in primo luogo degli educatori e in secondo luogo competenti nell ambito del laboratorio stesso. 9

10 Corsi formativi e Laboratori pratici di produzione Ogni corso prevede uno o più laboratori produttivi, 6-10 ore di lezione settimanale personalizzata, pratica in ambiente interno protetto, nel laboratorio produttivo e all esterno. Corso ristorazione: RistoGiò : attestato commis di cucina e di sala bar catering e cene solidali mensa dei dipendenti del municipio 7 (aperta anche ad esterni funzionante dal lun al ven all ora del pranzo) corsi brevi (barman, pasticceria, decorazione dolci, pizzeria) corso di HACCP Corso trattamento mani e capelli: certificato di frequenza Laboratorio le mani nei capelli : tinte, taglio, unghie Corsi brevi (ricostruzione unghie) Corso meccanica: attestato di aiuto meccanico Laboratorio ciclo-officina: riparazione di bici e motorini Raccolta e riutilizzo di biciclette usate Corso ortocoltura e giardinaggio: certificato di frequenza Orti cittadini gestiti da ragazzi e volontari Percorsi educativi con le scuole materne ed elementari sul riciclo, riutilizzo, agricoltura biologica ecc. Laboratorio bomboniere con materiali riciclati Cucito creativo Sportello aperto e progetto si può fare per inclusione sociale: certificazione di competenze. Orientamento lavorativo Ricerca lavoro Tirocini formativi Borse lavoro Rete di aziende per la responsabilità sociale di azienda Percorsi brevi di orientamento scolastico Percorsi sulla sicurezza negli ambienti di lavoro Allo sportello aperto accedono sia i ragazzi provenienti dai corsi formativi del centro che i ragazzi che arrivano direttamente inviati da altre realtà del territorio (caritas parrocchiale, servizi sociali ecc.). Dallo sportello aperto a volte i ragazzi vengono inviati ai percorsi formativi di base o ai corsi. Percorsi formativi di base: diploma di licenza media e di L2 Alcuni dei ragazzi arrivano al centro con scarse competenze linguistiche e nessun titolo di studio. Sia agli italiani che agli stranieri che vogliono fermarsi in Italia proponiamo percorsi personalizzati: Licenza media 10

11 Alfabetizzazione e italiano L2 Questo attraverso un sistema d protocolli di intesa con i Centri Territoriali Permanenti (CTP) del territorio. Per alcuni dei ragazzi più grandi e con poco tempo a disposizione per la formazione il percorso formativo di base viene proposto parallelemente ai corsi formativi. Progetti Ponte e Semi-autonomia: L inclusione sociale passa senza dubbio attraverso l inclusione lavorativa, ma alcuni ragazzi necessitano anche di altre forme di intervento educativo personalizzato per poter sostenere la proposta lavorativa o formativa. Abbiamo elaborato perciò due forme di intervento, previste nel comune di Roma, che ci consentono di sostenere i ragazzi affiancando un operatore dedicato: Progetti ponte: affiancamento di un operatore per il Progetto Educativo Personalizzato. Progetti di semiautonomia: per ragazzi neomaggiorenni attraverso affiancamento di un educatore e pagamento di un posto letto in affitto. Prevenzione primaria e attenzione all interculturalità: la Skolè. Per i ragazzi più piccoli (11-15 anni) il cento al pomeriggio offre il sostegno scolastico e una serie di opportunità educative per prevenire la dispersione scolastica anche grazie ad un contatto diretto con gli insegnanti delle scuole di provenienza dei ragazzi. Laboratori ludico espressivi. Secondo gli interessi dei ragazzi accolti vengono proposti laboratori di tipo espressivo, ludico o formativo con frequenza settimanale e gestito interamente in modo volontario dagli operatori del Centro o da operatori esterni che offrono le proprie competenze (in questi casi vengono comunque affiancati da un volontario/educatore del Centro). Laboratori attualmente in corso: teatro, arte, musicoterapia, calcetto, patente, giornalino. 11

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