Presentazione di Monica Barni e Stefania Saccardi p. 5. Introduzione p. 6

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Presentazione di Monica Barni e Stefania Saccardi p. 5. Introduzione p. 6"

Transcript

1 Sommario Presentazione di Monica Barni e Stefania Saccardi p. 5 Introduzione p Il monitoraggio delle richieste di aiuto ai Centri antiviolenza p Chi si rivolge ai Centri 1.2. L accesso ai Centri. Il percorso delle donne tra i nodi della rete dei servizi 1.3. La violenza Il tipo di violenza subita 1.4. L aggressore Violenza e aggressori Piccoli testimoni di violenza: piccole vittime 1.5. Il percorso nei Centri 1.6. La denuncia 2. I dati del Codice Rosa p I dati dei consultori p Il femicidio: definizioni e problematiche nella rilevazione dei dati p Il femicidio: questioni definitorie e fonti dei dati 4.2 I casi in Toscana dal 2006 al Il recupero dei maltrattanti p Le linee di indirizzo nazionali per il recupero/reinserimento degli uomini autori di violenza 5.2. I dati dei centri per maltrattanti in Toscana Centro di ascolto per uomini maltrattanti (CAM) di Firenze Associazione LUI di Livorno Associazione Nuovo Maschile di Pisa Sportello di Ascolto per Uomini Maltrattanti di Lucca 5.3. Un modello di rilevazione dati 6. La violenza assistita p La violenza assistita: le tappe più importanti che hanno portato al suo riconoscimento 6.2 Assistere alla violenza: caratteristiche e danni di un maltrattamento 6.3 Intervenire nei casi di violenza assistita: alcuni elementi di complessità 6.4 Il Settore Minori di Artemisia 3

2 6.4.1 Le segnalazioni e il modello di intervento 6.5 Questioni aperte Riflessioni conclusive p. 108 Appendice: modelli di rilevazione dati per i Centri uomini maltrattanti p. 111 Scheda di rilevazione contatti Scheda di rilevazione presa in carico Bibliografia p. 121 Gli autori p

3 Presentazione Anche quest'anno, nonostante le difficoltà connesse al riordino delle funzioni provinciali e con esse degli osservatori sociali, siamo giunti all'ormai tradizionale appuntamento con il Rapporto sulla Violenza di Genere in Toscana, il settimo. Un tentativo di leggere un fenomeno complesso, sfaccettato, ancora in parte sommerso; una realtà che vede coinvolti numerosi attori, sempre più consapevoli della necessità di integrare le rispettive azioni con la finalità di prevenire, proteggere e contrastare la violenza sulle donne, atto crudele che spesso determina pesanti conseguenze anche per i loro figli, poiché gli episodi di violenza avvengono infatti per lo più all'interno della cerchia degli affetti e delle relazioni. Il Rapporto è il frutto dell'elaborazione di informazioni provenienti da banche dati diverse, e costituisce pertanto, esso stesso, un tentativo di integrazione tra i servizi, contribuendo ad una maggiore conoscenza del fenomeno ed alla elaborazione di un linguaggio comune e di percorsi condivisi. Negli anni tanta strada è stata fatta, ma molta ne rimane ancora da fare, come dimostrano i numeri che andrete a leggere tra poco. Il rafforzamento dei nodi delle reti territoriali per prevenzione e contrasto alla violenza di genere è stato ed è una delle priorità dell'azione della nostra Regione, che è intervenuta in materia con una propria legge (L.R. 59/2007) e che ha destinato al sostegno delle reti i finanziamenti provenienti dal livello centrale a seguito dell'approvazione della L. 119/2013. Finanziamenti che, tuttavia, non hanno potuto ancora raggiungere un carattere di stabilità. Appare sempre più evidente come la presenza dei servizi sul territorio e l'attenzione mediatica sul fenomeno influenzino positivamente il numero di segnalazioni da parte delle vittime. E' questo un elemento che ci rafforza nella convinzione di proseguire in questo nostro lavoro, finalizzato non solo alla conoscenza elemento imprescindibile per quelle Istituzioni che vogliano realmente comprendere come e dove intervenire ma anche a mantenere alta l'attenzione degli operatori e della popolazione tutta. Ci auguriamo pertanto che il Piano straordinario d'azione contro la violenza sessuale e di genere, frutto del lavoro congiunto tra le Amministrazioni centrali, le Regioni e le Associazioni impegnate nel contrasto alla violenza di genere, possa presto vedere la luce, e con esso possano essere messe a disposizione le risorse necessarie per la sua concreta attuazione. Monica Barni Vicepresidente ed Assessore alla Cultura, Università e Ricerca della Regione Toscana Stefania Saccardi Assessore alle politiche sociali della Regione Toscana 5

4 Introduzione 1 Il rapporto sulla violenza di genere in Toscana, per il settimo anno consecutivo, adempie al compito attribuito dalle Linee Guida alla Legge 57/2009, all Osservatorio sociale regionale (OSR) di creare: un sistema di osservazione, monitoraggio, analisi e previsione del fenomeno della violenza di genere nonché di monitoraggio e analisi di impatto delle relative politiche attraverso la raccolta e l elaborazione di dati forniti dai centri antiviolenza, dal centro di coordinamento, dai consultori e dai servizi territoriali nonché, in genere, da tutti i soggetti aderenti alla rete promossa dalla Regione. Tale lavoro di raccolta dati è collegato esplicitamente dal legislatore al (buon) funzionamento delle reti di contrasto alla violenza: le attività di informazione e raccolta dati costituiscono elementi rilevanti per la costituzione e il funzionamento della rete di cui alla l.r. 59/2007 nonché per le attività di prevenzione e formazione degli operatori. Partendo dai dati dei Centri antiviolenza, inseriti dal 2009 in un unico applicativo regionale, l Osservatorio ha raccolto, nel corso degli anni, i flussi derivanti dai servizi e dalle istituzioni che, a vario titolo, intercettano il fenomeno, al fine di progettare politiche di intervento in un ottica sistemica, e di creare un modello di monitoraggio realmente integrato che possa essere di supporto alla presa in carico delle vittime di violenza di genere. Attraverso lo studio sul femicidio, avviato ormai da tre anni, l Osservatorio ha assunto anche il ruolo di fonte informativa, permettendo di continuare il monitoraggio delle donne uccise per motivi di genere in Toscana, anche quando, nel 2015, è venuta a mancare la principale 2 fonte di raccolta e di diffusione dei dati a livello nazionale sull argomento, il Rapporto annuale de La casa delle donne di Bologna. Nonostante questa grave perdita, il 2015 è stato un anno importante a livello istituzionale per le politiche di contrasto alla violenza di genere, come illustrato qui di seguito. In questo anno, si è conclusa, infatti, l Indagine sulla Sicurezza delle donne, condotta dall Istat tra maggio e dicembre 2014 con il finanziamento del Dipartimento per le Pari Opportunità. Tale inchiesta che permette di aggiornare i dati relativi al fenomeno della violenza contro le donne tenendo conto della componente sommersa non rilevabile 1 Ad esclusione di dove diversamente specificato, l intero volume è opera congiunta dei curatori: Daniela Bagattini, Luca Caterino, Valentina Pedani e Paolo Sambo. In sede di redazione, Daniela Bagattini ha curato l'introduzione, il capitolo 4, 4.1 e il capitolo 6, 6.1, 6.2, 6.3, Luca Caterino il capitolo 5, Valentina Pedani il capitolo 4, 4.2., il capitolo 6, 6.4, e le Riflessioni conclusive, Paolo Sambo i capitoli 1, 2, 3. Il paragrafo 6.5 è un contributo di Silvia Brunori. 2 Come rilevato nel capitolo dedicato al femicidio, esistono anche altre fonti informative sull argomento, seppur non aggiornate ogni anno come invece accadeva per il Rapporto de La casa delle donne di Bologna, lavoro riconosciuto a livello internazionale e citato dall Osservatrice speciale dell Onu nel Report of the Special Rapporteur on violence against women, its causes and consequences (2012, p.8). 6

5 attraverso le denunce o altre fonti di dati sulla violenza (Istat, 2015, p.2), era molto attesa da quanti operano nel settore, in quanto unico strumento che, grazie ad un attento campionamento, permette di avere informazioni su tutta la popolazione nazionale. Nella ricerca viene sostanzialmente confermato il dato rilevato nel 2006: il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni, quasi una su tre, ha subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Si tratta di 6 milioni e 788 mila donne 3. La popolazione complessiva di Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo. Se il dato generale non cambia, dall Indagine emergono alcuni segnali di miglioramento, soprattutto rispetto alla possibilità di uscire da situazioni di violenza, conseguenza anche di una maggior consapevolezza della donna di star subendo una forma di abuso. Sale, infatti, dal 14,3% al 29,6% la percentuale di donne che considerano un reato la violenza subita dal partner, e aumenta la proporzione di denunce alle forze dell ordine (dal 6,7% all 11,8%). Più spesso le donne ne parlano con qualcuno (dal 67,8% al 75,9%). In sensibile aumento anche la proporzione di coloro che cercano aiuto presso i servizi specializzati, Centri antiviolenza, sportelli (dal 2,4% al 4,9%). La stessa situazione si riscontra per le violenze da parte dei non partner. Come elemento di forte negatività, la ricerca evidenzia l intensificarsi delle violenze gravi: tra le donne che hanno subito violenze dal partner la percentuale di maltrattamenti che ha provocato ferite passa dal 26,3% al 40,2% e il numero di donne che hanno temuto per la propria vita cresce dal 18,8% del 2006 al 34,5% del 2014 (Istat, 2015, p.1). Sempre nel corso del 2015, in attuazione dell articolo 1, commi 8 e 9 della Legge 183, del 10 dicembre 2014 (Jobs Act), viene emanato il Decreto Legislativo 80 del 15 giugno 2015, Misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro, in cui all articolo 24 Congedo per le donne vittime di violenza di genere, si sancisce il diritto di astenersi dal lavoro per un massimo di tre mesi, con retribuzione, per le donne inserite in percorsi di protezione, debitamente certificati dai servizi sociali del comune di residenza o dai Centri antiviolenza o dalle case rifugio. Ancora nell anno in corso, in ottemperanza all articolo 5 della Legge 119 del 15 ottobre 2013, si è giunti alla formalizzazione dell Intesa da parte della Conferenza Unificata sul testo del Piano d azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere (7 maggio 2015). Il documento, adottato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri il 25 agosto, è in attesa di entrare in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Oltre a questo provvedimento specifico, è importante notare come la violenza di genere stia sempre di più entrando trasversalmente nei provvedimenti del legislatore: ne è un 3 Secondo l indagine pubblicata nel 2006, nella stessa fascia di età, 6 milioni e 743 mila donne avevano subito un qualche tipo di violenza sessuale o fisica, per una percentuale del 31,9%. 7

6 esempio il chiaro richiamo al tema nell articolo 16 4 della Legge 107 del 13 luglio 2015, conosciuta come La Buona scuola. Si tratta di disposizioni recenti, delle quali non è possibile al momento valutare gli effetti, e delle quali sarà interessante seguire e monitorare l impatto. In questa fase di ridefinizione di politiche, sia a livello nazionale, sia a livello regionale, con la trasformazione delle Province in enti di area vasta di secondo livello, il lavoro di monitoraggio del fenomeno dell'osservatorio sociale regionale è comunque andato avanti forte della condivisione di prassi consolidate e del supporto dell' Anci Toscana alle funzioni svolte. Questo settimo Rapporto, oltre all aggiornamento del lavoro ormai consolidato di raccolta e analisi dei dati provenienti dai Centri antiviolenza, dal Codice Rosa e dai Consultori, a cui sono dedicati i primi tre capitoli, continua a offrire un importante contributo al monitoraggio sui casi di femicidio, attraverso la collaborazione con l Emeroteca regionale. Inoltre, per il terzo anno consecutivo, rivolge uno sguardo attento ed esplorativo ai Centri per uomini maltrattanti, che, grazie al metodo della progettazione partecipata adottato dall'osr, si sono confrontati sulla possibilità di adottare un unica scheda di rilevazione, elemento fondamentale per garantire un flusso informativo standardizzato (capitolo V). Importante novità di questa edizione è un focus, realizzato tramite studio di caso, sul terzo tipo di soggetti coinvolti nella violenza di genere: i minori che vivono in contesti di violenza domestica 5. La scelta di dedicare un approfondimento al tema della violenza assistita va nell ottica di allargare il raggio di analisi sulle conseguenze della violenza di genere. Se già, da qualche anno, il rapporto dedica una sua parte alle politiche di recupero dei maltrattanti, non si può esimere dal guardare alle vittime, anche indirette, dei maltrattamenti, i minori. Un tema delicato e importante, al quale la Convenzione di Istanbul dedica l articolo 26 e che ha aperto un dibattito anche a livello istituzionale. 4 Il testo dell articolo: Il piano triennale dell'offerta formativa assicura l'attuazione dei principi di pari opportunita' promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l'educazione alla parita' tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare e di sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate dall'articolo 5, comma 2, del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, nel rispetto dei limiti di spesa di cui all'articolo 5-bis, comma 1, primo periodo, del predetto decreto-legge n. 93 del Come riportato all articolo 3 della Convenzione del Consiglio d Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, approvata l 11 maggio 2011 e ratificata dall Italia nel 2013 (conosciuta come Convenzione di Istanbul) l espressione violenza domestica designa tutti gli atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner, indipendentemente dal fatto che l autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima (p.5). 8

7 In presente lavoro si pone, dunque, nell ottica indicata dalla citata Convenzione che, come ricorda esplicitamente il Piano d azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere, indica la necessità di intervenire nella prevenzione, nella protezione, e nel sostegno alle donne vittime, sia sul versante dei minori che assistono, sia su quello del recupero dei maltrattanti. La tabella 1 contiene uno schema sintetico dei dati e delle fonti che hanno alimentato questo lavoro. Tab. 1 Unità di rilevazione del dato e sistema informativo/criterio di rilevazione Unità di rilevazione del dato e oggetto di analisi in forma aggregata Donne che accedono ai Centri antiviolenza della Regione Accessi al Codice Rosa Accessi e utenti dei Consultori Femicidi Uomini maltrattanti Sistema informativo/criterio di rilevazione Rilevazione delle richieste di aiuto ai servizi facenti parte della rete regionale contro la violenza alle donne (Applicativo VGRT) - Settore Sistemi Informativi e Tecnologie della Conoscenza - DG Organizzazione - Regione Toscana Dati forniti dal progetto regionale Codice Rosa Settore Programmazione e Organizzazione delle Cure - DG Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale - Regione Toscana Archivio regionale delle Prestazioni Consultoriali (SPC) - Settore Sistema Informativo e Tecnologie Informatiche - DG Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale della Regione Toscana Rassegna stampa Schede di rilevazione dei singoli centri Associazione Artemisia Minori vittime di violenza assistita Dati raccolti ed elaborati dal Centro regionale Infanzia e Adolescenza - Regione Toscana /Istituto degli Innocenti; Fonte: Monitoraggio Interventi e servizi per minori e famiglie. 9

8 1. Il monitoraggio delle richieste di aiuto ai Centri antiviolenza Nell'applicativo sulla violenza di genere promosso dalla Regione Toscana (di seguito applicativo VGRT) sono presenti tutte le schede di accesso inserite dai Centri antiviolenza dal 1 luglio In questo capitolo vengono illustrati i dati dei Centri antiviolenza presenti in tutto il territorio toscano e dei Centri d ascolto a questi collegati, anche se per esigenze di sintesi il termine usato sarà sempre quello di Centro antiviolenza 7. D ora in poi il riferimento alle province denoterà l insieme dei Centri di quel territorio. Grazie alle continue implementazioni dell applicativo VGRT è possibile usufruire di un maggior numero di elaborazioni per le schede inserite nel database a partire dal 1 luglio Utilizzando una modalità già sperimentata nei precedenti rapporti, nella parte introduttiva saranno inseriti anche i dati relativi al primo periodo di rilevazione (1 luglio giugno 2010) al fine di restituire una panoramica generale dell andamento del fenomeno da quanto esiste il database regionale; le analisi più approfondite riguarderanno invece il periodo 1 luglio giugno Dal 1 luglio 2009 al 30 giugno 2015 si sono rivolte ai Centri donne. Le donne che dal 1 luglio 2014 al 30 giugno 2015 si sono rivolte per la prima volta ad un Centro sono Le schede di accesso sono compilate al momento della richiesta di aiuto da parte della donna. Queste possono essere modificate dalle operatrici durante il periodo che intercorre tra l inserimento e l estrazione dei dati, ma, generalmente, queste rappresentano una fotografia dello stato di fatto che non può, come ogni descrizione di processi mutevoli, non tenere conto dell estrema dinamicità dei percorsi, sia per quanto riguarda variabili come stato civile, convivenza, denuncia, sia per il grado di consapevolezza della violenza subita da parte della vittima, che può modificarsi durante il percorso all interno del centro. I dati qui presentati, dunque, illustrano un processo dinamico che, in quanto tale, può modificarsi, ma, a parte l elemento della denuncia che può trasformarsi nel ritiro o nella conferma, in generale possiamo affermare che il quadro qui presentato è il ritratto che descrive le utenti al momento del loro accesso ai Centri antiviolenza. 7 Ad oggi non esiste un riconoscimento normativo di Centro antiviolenza / Centro o sportello di ascolto, pertanto l attivazione dell accesso delle strutture all inserimento dei dati nell applicativo è subordinata al rispetto di alcuni requisiti concordati nell ambito del gruppo di lavoro della rete degli Osservatori Sociali. 8 Come sopra descritto, la scheda utilizzata è stata modificata dal 1 luglio 2010: questo rende impossibile la costruzione di un database univoco Per quanto riguarda l analisi bivariata il periodo di tempo considerato è quello che va dal 1 luglio 2010 al 30 giugno Le distribuzioni percentuali delle variabili - e le relative rappresentazioni grafiche sono state calcolate sul numero delle donne per le quali si disponeva dell informazione (per le quali, cioè, il campo della scheda di aiuto era stato compilato e il dato inserito nell applicativo), non su tutte le donne che si sono rivolte ai Centri: si tratta quindi di percentuali calcolate sulle risposte valide. 9 Nel periodo 1 luglio giugno 2015 hanno inserito almeno una scheda nel database regionale 22 Centri antiviolenza (4 nella provincia di Massa Carrara, 3 nelle province di Lucca, Pisa e Siena, 2 nelle province di Firenze, Livorno e Pistoia, 1 nelle province di Arezzo, Grosseto e Prato) e 6 Centri o sportelli di ascolto (3 nella provincia di Grosseto, 1 nelle province di Arezzo, Massa Carrara e Siena). In quattro Centri antiviolenza (Artemisia a Firenze, Casa della Donna a 10

9 Nelle ultime tre annualità, il numero di donne 10 si è attestato sempre sopra quota duemilacinquecento, con valori di quasi il 50% superiori rispetto al primo anno di riferimento (1.761 casi). E da sottolineare come negli ultimi dodici mesi il numero di utenti dei Centri sia rimasto sostanzialmente invariato rispetto all annualità precedente (2.608 casi dal 1 luglio 2013 al 30 giugno 2014), nonostante la chiusura di alcuni sportelli di ascolto territoriali (in particolare a Prato e Firenze) che nell annualità 2013/14 avevano permesso di intercettare nuove utenti. Tab Donne che si sono rivolte ai centri per periodo di riferimento 11 (1 luglio - 30 giugno di ogni periodo). Distribuzione provinciale valori assoluti. AR FI GR LI LU MS PI PO PT SI Totale Totale La disponibilità di dati per un periodo così ampio permette alcune riflessioni generali sulla violenza di genere: in particolare uno sguardo diacronico consente di evidenziare la stabilità del fenomeno per quanto riguarda le caratteristiche delle donne che si rivolgono ai Centri. Nel corso del tempo, infatti, non si registrano significativi cambiamenti nel profilo delle utenti (cittadinanza, stato civile, età, situazione occupazione, titolo di studio, etc). E sempre necessario ribadire che i dati inseriti nel database regionale si riferiscono a donne che hanno deciso di intraprendere un percorso di uscita dalla violenza, facendo un primo significativo passo su una strada in genere molto lunga, costituita anche da ripensamenti: l 11,3% di donne, infatti, dopo un primo contatto rinuncia al servizio offerto, per poi tornare magari dopo mesi o anni. Pisa, La Nara a Prato e Associazione Pronto donna a Arezzo), si concentra circa la metà (il 54%) del totale delle schede inserite. 10 I numeri a cui si fa riferimento riguardano utenti che si sono rivolte per la prima volta alle strutture in oggetto. La mancanza di un codice identificativo anonimo regionale non assicura che non possano esistere casi in cui la stessa donna si sia rivolta a strutture diverse. In generale però possiamo dire che la comunicazione tra strutture permette di considerare questi possibili casi numericamente trascurabili. 11 I valori riportati in questa tabella, per periodo di riferimento, possono discostarsi di qualche unità da quanto riportato nei Rapporti precedenti. Questo a causa delle operazioni di verifica che le operatrici dei centri svolgono di volta in volta sul database, ripulendolo o, viceversa, aggiungendo casi rimasti sospesi. 11

10 Sulla decisione di provare a uscire dalla condizione di maltrattamento e sopruso che stanno vivendo influiscono numerosi fattori, in parte relativi alla singola donna (aspetti psicologici, variabili socio-economiche), in parte esterni, come la capacità del sistema di intercettare i bisogni e far emergere la violenza dal silenzio. In questo senso, campagne di sensibilizzazione locali, riconoscibilità e radicamento dei Centri nel territorio, funzionamento della rete contro la violenza di genere, formazione degli operatori dei servizi con cui la donna può venire a contatto, capacità di risposta fornita, sono tutti elementi che giocano un ruolo centrale nella decisione di rivolgersi a un Centro da parte di una donna vittima. A questi si aggiungono anche fattori che operano a livello territorialmente più elevato, come le campagne di informazione a livello nazionale, il ruolo dei mass media (nuovi e tradizionali), e i cambiamenti legislativi. Con queste dovute premesse possiamo fornire un quadro descrittivo delle donne che si sono rivolte ai Centri antiviolenza Chi si rivolge ai Centri Guardando alla distribuzione per cittadinanza delle donne che si sono rivolte ai Centri dal 1 luglio 2009 ad oggi, si rileva che le italiane rappresentano il 69,6% del totale delle utenti, le straniere il restante 30,4% (tra le donne straniere, le non comunitarie sono il doppio delle comunitarie). Tab Donne che si sono rivolte ai centri per periodo di riferimento (1 luglio - 30 giugno di ogni periodo) per cittadinanza 12. Distribuzione regionale valori assoluti Totale Italiana Straniera Totale risposte valide Non rilevato Non risponde Totale Il rapporto tra utenti autoctone e non appare piuttosto altalenante: le donne straniere aumentano soprattutto tra il 2009/10 e il 2010/11 (+20%) e tra il 2012/13 e il 2013/14 (+7,2%), mentre l incremento delle italiane è più consistente tra il 2010/11 e 12 La cittadinanza è intesa come «condizione della persona fisica alla quale l'ordinamento giuridico di uno Stato riconosce la pienezza dei diritti civili e politici». A differenza della nazionalità, dunque, il riferimento è al rapporto giuridico tra cittadino e Stato (Inps, Cittadinanza e Nazionalità: una distinzione necessaria ). Nella tabella 2 è riportato il numero complessivo (totale risposte valide) delle utenti per le quali è indicata la cittadinanza. 12

11 il 2011/12 (+8%) e soprattutto tra il 2011/12 e il 2012/13 (+33,3%), quando si è registrato il caso eclatante di una crescita complessiva delle utenti dovuta esclusivamente a donne italiane. Negli ultimi 12 mesi, le italiane diminuiscono di 28 unità (-1,5%), mentre il numero di straniere è sostanzialmente invariato (+3 unità). Graf Donne che si sono rivolte ai Centri per periodo di riferimento (1 luglio - 30 giugno di ogni periodo) e per cittadinanza. Distribuzione regionale percentuali valide ,7 28,5 29, ,9 34,2 30,7 Straniera Italiana ,3 65,8 66,1 72,3 71,5 71, Abbiamo osservato come le caratteristiche delle donne che si rivolgono ai Centri non siano di fatto cambiate nel corso dei sei anni. Di seguito riportiamo una sintesi di quanto sarà poi illustrato puntualmente con grafici e tabelle. Donne straniere Si tratta di donne mediamente giovani: il 28,3% delle utenti straniere ha meno di 29 anni e solo il 31,2% ha 40 anni o più (graf. 1.3.). La situazione occupazionale risulta molto fragile: solo il 36,8% delle utenti ha un occupazione stabile (graf. 1.4.). Tra le donne che lavorano la maggior parte (67,4%) svolge la professione di operaia (graf. 1.6.). Il 42,8% delle donne straniere convive con il partner e non ha un proprio reddito fisso. Una situazione di dipendenza economica molto frequente, alla quale si aggiunge il 19,6% di donne che non convive e non ha un reddito fisso (graf. 1.5.). 13 Con percentuale valida, d ora in poi, s intende il valore calcolato sul totale delle rispondenti alla domanda specifica e non sul totale di segnalazioni. 13

12 Donne italiane Più eterogenee le caratteristiche delle utenti italiane, che come età (graf. 1.3.) si concentrano prevalentemente tra i 30 ed i 49 anni (67,6%). Nel 41,2% dei casi sono sposate, nel 17,4% separate e nel 5,5% divorziate (graf. 1.2.). Quasi la metà (47,9%) ha un occupazione stabile (graf. 1.4.). L analisi incrociata di situazione familiare e reddito non vede categorie fortemente predominanti, seppur emerge una maggior frequenza delle utenti economicamente indipendenti, tra coloro che convivono come tra le altre (graf. 1.5.). Si tratta di donne con livelli di studio anche elevati (il 58,1% ha almeno il diploma di scuola media superiore). Tra le occupate (graf. 1.6.) prevalgono le impiegate (48,6%), ma non mancano le libere professioniste (10,9%). Graf Donne che si sono rivolte ai centri dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 per cittadinanza e stato civile. Distribuzione regionale percentuali valide. Straniera 31,2 55,5 8,2 4,11,0 Italiana 33,3 41,2 17,4 5,52, Nubile Coniugata Separata Divorziata Vedova Tab Donne che si sono rivolte ai centri dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 per cittadinanza e stato di convivenza. Distribuzione regionale valori assoluti e percentuali valide. Non convive con il partner Convive con il partner Italiana Straniera Totale rispondenti Frequenza Percentuale 46,5 32,0 42,0 Frequenza Percentuale 53,5 68,0 58,0 14

13 Graf Donne che si sono rivolte ai centri dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 per cittadinanza e fascia di età. Distribuzione regionale percentuali valide ,1 7,8 1,4 0,2 6, ,4 23,1 31,4 40,5 26,2 27,3 13,3 0,8 1,0 Italiana Straniera Maggiore di 70 anni anni anni anni anni anni Minore di 18 anni Graf Donne che si sono rivolte ai centri dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 per cittadinanza e situazione occupazionale. Distribuzione regionale valori percentuali. Straniera 36,8 10,5 43,6 3,84,60,7 Italiana 47,9 6,6 28,7 4,7 4,6 7, Occupata Lavoro saltuario Non occupata Studentessa Casalinga Pensionata Il grafico 1.5. illustra un analisi multivariata tra le variabili cittadinanza, stato di convivenza e situazione occupazionale quest ultima ricodificata nella variabile stato reddituale 14 al fine di cercare di creare una tipologia dell utenza dei Centri. 14 La variabile stato reddituale comprende le categorie con reddito fisso in cui sono stati riaggregati gli stati occupata e pensionata e senza reddito fisso in cui sono stati riaggregati gli stati lavoro saltuario, non occupata, studentessa e casalinga. 15

14 Graf Donne che si sono rivolte ai centri dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 per cittadinanza, stato di convivenza e stato reddituale. Distribuzione regionale dei quattro tipi più frequenti percentuali valide. Straniera 42,8 25,2 19,6 12,4 Italiana 23,9 29,4 20,8 25, Convive e non ha un proprio reddito fisso Convive ed ha un proprio reddito fisso Non convive e non ha un proprio reddito fisso Non convive ed ha un proprio reddito fisso Graf Donne che si sono rivolte ai centri dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 per cittadinanza e tipo di occupazione. Distribuzione regionale percentuali valide. Straniera 67,4 17,7 3,0 3,2 8,2 0,5 Italiana 30,4 48,6 3,7 4,6 10,9 1, Operaia Impiegata Artigiana Commerciante Libera professionista Dirigente Alle donne che hanno un occupazione stabile o meno viene chiesto il tipo di lavoro svolto (graf. 1.6.). Negli ultimi dodici mesi si conferma la tendenza registrata nell annualità precedente, con l aumento delle operaie tra le straniere e delle lavoratrici che svolgono un attività impiegatizia tra le italiane. Rispetto al titolo di studio, nell ultimo periodo osservato si registra un inversione di tendenza rispetto a quanto rilevato nel VI Rapporto: aumentano infatti le utenti diplomate (da 739 a 798) o laureate (da 262 a 272), mentre diminuiscono le donne 16

15 con al più la licenza media (da 775 a 726, sommando le categorie nessuno, licenza elementare e media inferiore ). Nel VI Rapporto era stato invece evidenziato il leggero aumento di donne provenienti da un livello socio-economico medio-basso. Tab Donne che si sono rivolte ai centri per periodo di riferimento (1 luglio - 30 giugno di ogni periodo) e per titolo di studio. Distribuzione regionale valori assoluti Totale Nessuno Licenza elementare Media inferiore Media superiore Laurea Altro Totale risposte valide Non rilevato Non risponde Totale segnalazioni Graf Donne che si sono rivolte ai centri dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 per titolo di studio. Distribuzione regionale percentuali valide. Altro; 2,3 Nessuno; 1,3 Licenza elementare; 7,3 Laurea; 14,3 Media superiore; 42,4 Media inferiore; 32,4 17

16 1.2. L accesso ai Centri. Il percorso delle donne tra i nodi della rete dei servizi Nel corso del primo anno di rilevazione le donne che accedevano direttamente erano il 70% circa del totale, mentre dal luglio 2010 in poi si assestano, pur con qualche variazione annua, intorno al 63% (63,9% negli ultimi dodici mesi). In termini di valori assoluti, nell ultima annualità osserviamo una lieve diminuzione delle donne arrivate direttamente ai Centri direttamente (da a 1.602); allo stesso tempo il numero di utenti arrivate ai Centri su segnalazione (passate da 933 a 972) si riporta sui valori record del 2012/13. Tab Donne che si sono rivolte ai centri per periodo di riferimento (1 luglio - 30 giugno di ogni periodo) e modalità di accesso. Altri servizi da cui è stata segnalata la donna, per periodo di riferimento (1 luglio - 30 giugno di ogni periodo). Distribuzione regionale valori assoluti Totale Diretto Segnalazione da altri servizi Totale risposte valide Altri servizi da cui è stata segnalata la donna 15 Consultorio ND Forze dell ordine ND Pronto Soccorso ND Servizio sociale ND Altro ND Non rilevato Totale segnalazioni A segnalare le donne ai Centri sono soprattutto il Servizio sociale (205 casi negli ultimi dodici mesi, pari al 21,1% delle donne arrivate ai Centri su segnalazione di altri servizi) e le Forze dell ordine (139 casi nel periodo 2014/15, pari al 14,3%). Nel grafico 1.8. si evidenzia la differenza proporzionale tra donne italiane e straniere rispetto alle modalità di accesso: nel quinquennio il 69,5% delle donne italiane è arrivato ai Centri direttamente contro il 49,5% delle straniere (nel 2014/15 68% italiane vs. 50,2 straniere). 15 Era possibile indicare più di un servizio, essendo un campo a risposta multipla. 18

17 Graf Donne che si sono rivolte ai centri dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 per cittadinanza e modalità di accesso. Distribuzione regionale percentuali valide. Straniera 49,5 50,5 Italiana 69,5 30, Diretto Segnalazione da altri In quali la metà delle schede di donne arrivate ai Centri su segnalazione di altri servizi è utilizzata la categoria altro servizio (negli ultimi dodici mesi 466 casi, su 972 donne per le quali è indicata la segnalazione di altri servizi). Da un analisi delle risposte aperte emerge tuttavia che 249 donne sono arrivate ai Centri tramite la rete relazionale (passaparola tra amici, familiari, parenti, colleghi, etc). Negli ultimi dodici mesi 16 si rileva inoltre che: 49 donne sono state segnalate da altri Centri antiviolenza, a cui si aggiungono 15 utenti inviate dal numero verde nazionale ; in 45 casi l invio è avvenuto tramite un altro soggetto della rete; in 2 casi viene indicato un Centro Uomini Maltrattanti; 35 donne sono state segnalate ai Centri da professionisti privati (avvocati, psicologi/psichiatri o altri medici); 31 donne sono state segnalate da parrocchie, sindacato e terzo settore; 9 segnalazioni provengono dal mondo della scuola (insegnanti etc). 16 Il totale di risposte aperte, riferito al periodo che va dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015, è minore del totale di risposte altro in quanto il campo non è sempre stato riempito con la specifica dell altro servizio. 17 Dal 2006 il Dipartimento per le Pari Opportunità ha sviluppato, mediante l attivazione del numero di pubblica utilità 1522, un'ampia azione di sistema per l'emersione e il contrasto del fenomeno della violenza intra ed extra familiare a danno delle donne. Nato e pensato come servizio pubblico nell'intento esclusivo di fornire ascolto e sostegno alle donne vittime di violenza, nel 2009, con l entrata in vigore della L.38/2009 in tema di atti persecutori, ha iniziato un azione di sostegno anche nei confronti delle vittime di stalking. Il numero è attivo 24 ore su 24 per tutti i giorni dell'anno ed è accessibile dall'intero territorio nazionale gratuitamente, sia da rete fissa che mobile, con un'accoglienza disponibile nelle lingue italiano, inglese, francese, spagnolo, russo e arabo. 19

18 Il tipo di accesso rappresenta una variabile importante, che come vedremo può condizionare anche l esito del percorso, ma questa da sola non basta per ricostruire il cammino delle donne tra i vari nodi della rete. Un altro dato importante per tracciare il percorso delle donne vittime di violenza tra i servizi offerti dal territorio è rappresentato dal numero e dal tipo di servizi a cui queste si sono rivolte prima di arrivare al Centro antiviolenza. A tale proposito, i dati ci mostrano che mediamente il 66% delle utenti prima di arrivare ad un Centro antiviolenza si è rivolto almeno ad un altro servizio territoriale (nel quinquennio la percentuale oscilla tra il 62,5% del 2011/12 ed il 70,8% del 2013/14). Le informazioni contenute nelle schede non ci permettono di capire quanto questo passaggio sia stato importante nella decisione di rivolgersi ad un Centro, ma sono un ulteriore conferma dell importanza di una formazione diffusa riguardo al riconoscimento della violenza tra gli operatori pubblici e del terzo settore. Tab. 6 Donne che si sono rivolte ai Centri e che sono passate precedentemente da altri servizi per periodo di riferimento (1 luglio - 30 giugno di ogni periodo). Altri servizi a cui si sono rivolte le donne per periodo di riferimento (1 luglio - 30 giugno di ogni periodo) - Distribuzione regionale valori assoluti Totale Non si è rivolta ad altri servizi Si è rivolta ad altri servizi Totale risposte valide Altri servizi da cui è stata segnalata la donna 19 Consultorio Forze dell ordine Pronto Soccorso Servizio sociale Altro Non risponde Non rilevato Totale segnalazioni Negli ultimi dodici mesi, sono le utenti dei Centri che si erano rivolte precedentemente ad altri servizi. La maggior parte di queste donne ha avuto contatti con le Forze dell ordine (803 casi, pari al 50,6% del totale delle vittime che si sono rivolte ad altri servizi) e con il Servizio sociale (586 casi, 36,9%). Non trascurabile è anche il numero di utenti che si erano già rivolte al Pronto Soccorso (413 casi, 26%). 18 Per questa tabella non è possibile il confronto con il periodo , in quanto nella prima scheda elaborata non era prevista la possibilità di indicare più di un servizio. 19 E possibile indicare più di un servizio, essendo un campo a risposta multipla. 20

19 Nella categoria altro servizio (indicata dal 38,4% delle vittime arrivate ai Centri negli ultimi dodici mesi dopo essersi rivolte ad altri servizi) è compreso un variegato tipo di soggetti. Analizzando le risposte aperte, si rileva che i soggetti più indicati tra quelli non comprese tra le categoria proposte nella scheda di rilevazione sono nell ordine avvocati, psicologi e psichiatri (sia privati la maggioranza che operanti all interno del servizio pubblico). Come illustrato nel grafico 9 sono soprattutto le donne straniere ad aver avuto contatti con altri servizi prima dell accesso al Centro (72,4% vs. 63,1% utenti italiane; negli ultimi dodici mesi 73,9% vs. 63%). Nonostante i limiti di questi dati, dovuti in particolare alla difficoltà di ricodificare voci aperte così eterogenee, il quadro che emerge è ugualmente interessante e altamente informativo; ci dice, infatti, che le donne si sono mosse, e si stanno muovendo, in maniera multiforme tra diversi tipi di servizi pubblici e privati, collegati o meno alla rete locale antiviolenza. Come già sottolineato nel VI Rapporto, per una rilevazione sempre più puntuale dei dati sulla violenza di genere sarebbe utile riuscire a coinvolgere anche i liberi professionisti, in particolare medici e avvocati, così come ampliare i contatti con il terzo settore, in particolare con il mondo dell associazionismo e della cooperazione sia laica sia religiosa. Graf Donne che si sono rivolte ai centri dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 per cittadinanza e per l essersi rivolta precedentemente ad altri servizi. Distribuzione regionale percentuali valide. Straniera 27,6 72,4 Italiana 36,9 63, Non si è rivolta ad altri servizi Si è rivolta ad altri servizi 1.3. La violenza In questo paragrafo il focus si sposta dal profilo e dalla storia delle donne, all evento violenza. Le informazioni presenti nella Scheda di rilevazione delle richieste di aiuto ai 21

20 servizi facenti parte della rete regionale contro la violenza alle donne dell applicativo VGRT riguardano 20 le caratteristiche riportate qui di seguito. 1. Tipo di violenza riferita (cioè che la donna dichiara di avere subito o che le operatrici dei Centri rilevano avere subito), classificata secondo l indagine Istat. Si tratta di un campo a scelta multipla. a. Fisica b. Psicologica c. Economica d. Stalking e. Violenza sessuale f. Molestie sessuali g. Mobbing 2. Rapporto che intercorre tra la donna e il maltrattante. a. Coniuge b. Partner convivente c. Partner non convivente d. Ex coniuge e. Ex partner convivente f. Ex partner non convivente g. Datore di lavoro h. Collega i. Conoscente j. Padre k. Madre l. Figlio/a m. Altro/i parente/i n. Sconosciuto In molte delle analisi presentate in questo lavoro, come nei precedenti, il rapporto tra la donna e il maltrattante è stato ricodificato nella variabile a cinque categorie partner, ex partner, parente, conoscente, sconosciuto. 20 I tre tipi d informazione sono raccolti attraverso campi non collegati tra loro: questo significa che non è possibile correlare tra loro le risposte, essendo domande a risposta multipla. Per questo motivo ogni anno vengono incrociati solo i dati relativi al tipo di violenza e all aggressore: poiché solo il 2,9% delle utenti (315 casi su risposte valide) indica più di un maltrattante e considerata la rilevanza dell informazione, all interno del gruppo di lavoro è stato deciso di fornire il dato sul tipo di violenza perpetrata dalle differenti figure di maltrattante, seppur nella consapevolezza di un margine di inesattezza. Del tutto fuorviante sarebbe invece incrociare il dato con la presenza di figli, non potendo stabilire con esattezza di quale tipo di violenza siano stati testimoni. 22

21 3. Eventuali figli che assistono alle violenze. a. Minorenni Maschi b. Minorenni Femmine c. Maggiorenni Maschi d. Maggiorenni Femmine e. Totale Maggiorenni f. Totale Minorenni Il tipo di violenza subita Meno di un terzo delle donne (il 29,4% dal 2010 al 2015, il 30% negli ultimi dodici mesi) dichiara di essere vittima di un unico tipo di violenza; si tratta soprattutto di coloro che hanno subito violenze come lo stalking (39,7%) ed il mobbing (53,1%). Quasi la metà delle donne (il 46,5% nel quinquennio , il 47,3% nell ultima annualità) dichiara di avere subito due tipi di violenza; una su cinque (il 19,1% nei cinque anni, il 18,3% negli ultimi dodici mesi) segnala tre tipi di violenza. Chi dichiara di avere subito violenza fisica solitamente ha subito anche violenza psicologica a cui spesso si aggiunge anche la violenza economica. Le violenze fisica, psicologica ed economica sembrano essere una presenza costante tra le mura domestiche di coloro che subiscono violenza. Le donne straniere sono, in proporzione, più spesso oggetto di violenza fisica (74% vs. 59%) ed economica (31,6% vs. 25,3%), mentre il mobbing e lo stalking sono diffuse soprattutto tra le italiane (graf. 1.11). La violenza psicologica è la violenza più frequentemente rilevata nelle schede dei Centri, sia per le italiane (80,9%) che per le straniere (84,8%). Parlare di violenze più o meno frequenti è un compito utile da un punto di vista analitico, ma tuttavia molto complesso: è necessario infatti sottolineare che si tratta di campi compilati dalle operatrici su dichiarazione della donna al momento del suo arrivo al Centro e quindi è plausibile ritenere che alcuni tipi di violenza possano essere sottostimati, in quanto è proprio il percorso di uscita dalla violenza che può portare alla consapevolezza di essere vittime di ulteriori tipi di maltrattamento, che potevano inizialmente non apparire tali 21. Basti pensare alla violenza psicologica ed a quella economica, forme di sopraffazione insite nelle altre forme di violenza, e per questo spesso non riconosciute nell immediato dalle vittime. 21 Nella tabella 1.7. è riportato nel dettaglio, per annualità, il numero di utenti per tipo di violenza subita, mentre le percentuali riportate nel grafico 10 sono calcolate complessivamente sull intero periodo che va dal 1 luglio 2010 al 30 giugno

22 Tab Donne che si sono rivolte ai centri per periodo di riferimento (1 luglio - 30 giugno di ogni periodo) e per tipo di violenza riferita. Distribuzione regionale valori assoluti. Risposta multipla Totale Fisica Psicologica Economica Stalking Violenza sessuale Molestie sessuali Mobbing Totale risposte valide Totale rispondenti Non rilevato Non risponde Totale segnalazioni Graf Donne che si sono rivolte ai centri dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 per tipo di violenza riferita. Distribuzione regionale percentuali valide. Risposta multipla. Psicologica 81,8 Fisica 63,5 Economica 27,0 Stalking 15,2 Violenza sessuale 8,4 Molestie sessuali 3,5 Mobbing 0,

23 Non convive e ha un proprio reddito fisso Graf Ripartizione per stato socio-economico delle Non donne convive che si e sono non rivolte ha ai centri dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 dichiarando di subire violenza economica. Distribuzione regionale un proprio reddito percentuali valide. fisso Non convive e ha un proprio reddito fisso; 18,1 Convive con reddito proprio fisso; 24,1 Non convive e non ha un proprio reddito fisso; 18,5 Convive senza reddito proprio fisso; 39,3 Tra le donne che dichiarano di avere subito violenza economica il 39,3% convive senza disporre di un proprio reddito fisso; il 24,1% convive e disponibile di un proprio reddito fisso. Graf Donne che si sono rivolte ai centri dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 per cittadinanza e tipo di violenza riferita. Distribuzione regionale percentuali valide. Risposta multipla ,0 80,9 25,3 17,9 Italiana 74,0 84,8 31,6 7,4 8,8 10,8 3,5 1,1 3,5 0,3 Straniera Fisica Psicologica Economica Stalking Violenza sessuale Molestie sessuali Mobbing 25

24 1.4. L aggressore E il partner il principale artefice della violenza ed in modo particolare per le donne straniere 22. Nelle schede inserite dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015, il partner viene indicato come responsabile delle aggressioni subite nel 61% dei casi (nel 41,5% il maltrattante è il coniuge, nel 15,4% il partner convivente e nel 4,1% il partner non convivente). Nel 21,9% dei casi l aggressore è invece l ex-partner, nell 11,7% un parente, nel 6,8% un conoscente e solo nell 1,5% uno sconosciuto. Negli ultimi dodici mesi, secondo quanto dichiarato dalle vittime che si sono rivolte ai Centri, in casi su l aggressore è il partner (57,7%), mentre l aggressore è sconosciuto in 32 casi (i principali maltrattamenti indicati sono lo stalking, 13 volte, e la violenza sessuale, 12). Nel grafico sono riportate le percentuali assolute mentre nel grafico in cui si ripropone la riaggregazione dei tipi di rapporto tra vittima e aggressore già sperimenta nei precedenti Rapporti 23 è rappresentata la distribuzione percentuale del tipo di aggressore per cittadinanza della donna. 22 Nella Scheda di rilevazione delle richieste di aiuto ai servizi facenti parte della rete regionale contro la violenza alle donne in cui i Centri inseriscono i dati sulle utenti non è riportata l informazione sulla cittadinanza dell aggressore, ma solo quella della donna. 23 La categoria partner include il coniuge, il partner convivente e il partner non convivente; la categoria ex partner l ex coniuge, l ex partner convivente e l ex partner non convivente; la categoria parente il padre, la madre, il figlio/a e altro/i parente/i; nella categoria conoscente il datore di lavoro, il collega e il conoscente. Lo sconosciuto rimane come categoria a sé stante. 26

25 Graf Donne che si sono rivolte ai centri dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 per tipo di relazione che intercorre tra aggressore e vittima. Distribuzione regionale percentuali valide. Risposta multipla. Coniuge Partner convivente Ex coniuge Ex partner non convivente Ex partner convivente Conoscente Partner non convivente Altro/i parente/i Padre Figlio/a Sconosciuto Madre Collega Datore di lavoro 9,1 6,4 6,4 5,2 4,1 4,1 3,5 2,8 1,5 1,3 0,8 0,8 15,4 41, Tra le donne straniere la figura del partner come aggressore ricorre in circa tre casi su quattro (74,4%, vs. il 55,1% delle italiane). Tra le vittime italiane è, in proporzione, più significativa la presenza come maltrattante dell ex-partner (25,6% vs. 13,8%) e del parente (13,5% vs. 7,7%). Graf Donne che si sono rivolte ai centri dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 per tipo di relazione che intercorre tra aggressore e vittima e per cittadinanza. Distribuzione regionale percentuali valide. Risposta multipla 24. Straniera 74,4 13,8 7,7 5,3 1,3 Italiana 55,1 25,6 13,5 7,6 1, Partner Expartner Parente Conoscente Sconosciuto 24 Poiché una donna può aver indicato più di un aggressore, il totale supera il 100%. 27

26 Violenza e aggressori I dati che emergono dal confronto tra cittadinanza, tipo di violenza e rapporto tra vittima e maltrattante, confermano quanto rilevato nei precedenti Rapporti: alcune forme di violenza (economica e fisica) avvengono tipicamente tra le mura domestiche e sono più presenti tra le donne straniere (che come abbiamo visto si rivolgono ai Centri prevalentemente per uscire da situazioni in cui il maltrattante è il partner); lo stalking è una forma di violenza perpetrata soprattutto dall uomo con cui si è conclusa, o si sta concludendo, una relazione (anche se il 45,6% delle straniere subiscono questo reato persecutorio dal partner), ed è più diffusa tra le italiane, più passibili di violenza quando affrontano il momento della separazione dal partner; la violenza sessuale è perpetrata dal partner per il 49% delle italiane e per il 62,9% delle straniere 25. Il 20,3% delle autoctone che ha dichiarato di aver subito violenza sessuale, l ha subita da un parente (percentuale sovrapponibile per le molestie sessuali, 20,5%). Le violenze sessuali perpetrate da uno sconosciuto rappresentano il 7,9% tra le italiane ed il 6,3% tra le straniere. 25 Anche l Istat sottolinea che «i partner attuali o ex commettono le violenze più gravi. Il 62,7% degli stupri è commesso da un partner attuale o precedente» (2015, p.1). 28

27 Molestie sessuali Violenza sessuale Stalking Violenza economica Violenza psicologica Violenza fisica Graf Donne che si sono rivolte ai centri dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 per cittadinanza, tipo di violenza e tipo di relazione che intercorre tra aggressore e vittima. Distribuzione regionale percentuali valide. Risposta multipla. Italiana (4380) 64,7 22,1 13,6 2,7 0,6 Straniera (2417) 80,6 11,4 7,4 6,9 0,6 Italiana (5984) 62,3 23,7 13,6 3,7 0,5 Straniera (2771) 78,9 12,6 7,6 3,1 0,4 Italiana (1881) 64,1 27,4 10,7 1,2 0,1 Straniera (1037) 83,5 13,0 3,82,2 0,1 Italiana (1310) 24,7 51,5 5,4 16,9 4,1 Straniera (287) 45,6 40,8 3,8 11,1 1,4 Italiana (508) 49,0 20,5 20,3 17,5 7,9 Straniera (348) 62,9 9,5 8,3 17,2 6,3 Italiana (258) 33,3 15,1 20,2 32,2 5,8 Straniera (114) 58,8 8,8 12,3 21,1 5, Partner Expartner Parente Conoscente Sconosciuto 29

28 Piccoli testimoni di violenza: piccole vittime Come esplicitato dalla Convenzione di Istanbul 26, il bambino che assiste alla violenza è vittima della stessa, con conseguenze rilevanti sul suo futuro e su quella della comunità a cui appartiene. Al tema della violenza assistita sarà dedicato il sesto capitolo di questo lavoro: qui, per meglio capire le riflessioni e i dati presentati, è fondamentale anticipare che nella definizione condivisa di violenza assistita si parla di vittime di violenza assistita anche nei casi in cui i minori non solo ne sono testimoni, ma anche quando conoscono la situazione e/o ne percepiscono gli effetti. Secondo i dati raccolti dai Centri antiviolenza toscani, in cinque anni ragazzi hanno visto le proprie madri vittime di un sopruso perpetrato soprattutto tra le mura domestiche. Di questi sono minorenni. Negli ultimi dodici mesi i piccoli testimoni di violenza sono 1.896, di cui minorenni. Tab Donne che si sono rivolte ai centri per periodo di riferimento (1 luglio - 30 giugno di ogni periodo) e per presenza di figli coinvolti nella violenza. Distribuzione regionale valori assoluti Totale Presenza di figli coinvolti nella violenza Assenza di figli coinvolti nella violenza Totale risposte valide Non rilevato Non risponde Totale segnalazioni Dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 sono state le donne (su per le quali è presente l informazione, pari al 61,1%) che dichiarano di avere figli che hanno assistito alla violenza da loro subita: il 67,8% delle donne straniere e il 58% di quelle italiane. Il dato sembrerebbe in linea con quanto rilevato dalla recente l Indagine sulla Sicurezza delle donne, secondo la quale il numero di violenze domestiche a cui i figli sono stati esposti è in aumento: la quota è salita al 65,2% rispetto al 60,3% del 2006 (Istat, 2015, pp. 4-5). In realtà le due fonti differiscono per due aspetti importanti, in quanto l Istat: 26 «Riconoscendo che i bambini sono vittime di violenza domestica anche in quanto testimoni di violenze all'interno della famiglia». Non si parla più quindi di violenza assistita nei casi dei minori che prendono parte a episodi di violenza, ma di vere e proprie vittime di violenza. 30

29 considera solo le violenze da parte del partner; calcola la percentuale non sul totale delle donne, ma sul totale delle donne con figli. Il dato dei Centri antiviolenza sul numero di figli che assiste alla violenza, non può essere calcolato solo sulle donne con figli, perché al momento questa informazione non è presente e non può essere ponderato rispetto al fatto che la donna abbia o meno dei figli. E possibile però andare a vedere cosa succede tra le donne vittime di violenza da parte del partner nelle fasce di età in cui è più probabile che ci siano figli minori. I due grafici seguenti ci permettono di affermare che la violenza sulle donne che avviene tra le mura domestiche è, nei casi in cui sono presenti figli, anche violenza assistita, tema al quale già in occasione del III Rapporto 27 i Centri chiedevano di porre attenzione ed al quale è dedicato uno specifico approfondimento del presente Rapporto. Rispetto al 61,1% di utenti totali che dichiarano di avere figli coinvolti nella violenza, disaggregando per fasce di età e tipo di aggressore osserviamo che tra le donne 30-49enni che sono state vittime del partner, ben il 79,1% (2.759 casi su 3.489) ha uno o più figli che assistono al maltrattamento (nel graf è possibile osservare il dettaglio per cittadinanza, per le straniere è rilevante anche il dato delle 18-29enni 28 ). Graf Donne anni che si sono rivolte ai centri dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 dopo essere state vittime del partner per cittadinanza e presenza di figli coinvolti nella violenza. Distribuzione regionale valori percentuali. 46,9 30,2 22,5 18,2 19,8 26,1 53,1 69,8 77,5 81,8 80,2 73,9 Italiane Straniere Italiane Straniere Italiane Straniere anni anni anni Presenza di figli coinvolti nella violenza Assenza di figli coinvolti nella violenza 27 Cfr. Terzo Rapporto, p Secondo l ultimo Report dell Istat su Natalità e fecondità della popolazione residente, nel 2013 al momento della nascita dei figli le donne hanno in media 31,5 anni, oltre un anno e mezzo in più rispetto al 1995 (29,8), valore che sale a 32,1 anni per le madri di cittadinanza italiana. 31

30 Percentuali leggermente inferiori, ma sempre significative, si rilevano anche qualora l aggressore della donna 30-49enne sia l ex-partner (graf. 1.17): nel 70,1% dei casi i figli sono coinvolti nella violenza. Percentuali ben più basse si calcolano invece per gli altri tipi di aggressore (parenti 37,8% o conoscenti 28%). Graf Donne anni che si sono rivolte ai centri dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 dopo essere state vittime dell ex partner per cittadinanza e presenza di figli coinvolti nella violenza. Distribuzione regionale valori percentuali. 62,7 52,0 37,3 48,0 33,0 24,8 27,8 37,1 67,0 75,2 72,2 62,9 Italiane Straniere Italiane Straniere Italiane Straniere anni anni anni Presenza di figli coinvolti nella violenza Assenza di figli coinvolti nella violenza I due dati riportati nei grafici 1.16 e sono estremamente rilevanti; si consideri infatti che in Italia circa una donna su quattro nata nel 1965 è giunta al termine dell età fertile senza avere figli (il 24%, contro il 10% della Francia) 29. Questo ci permette di affermare che, per i dati dei Centri antiviolenza, sembra quasi del tutto arginata la sottostima del fenomeno che può avvenire quando la rilevazione della violenza assistita passa attraverso la percezione delle vittime di violenza domestica, quando, cioè, si chiede alla madre se i propri figli hanno assistito alla violenza da lei subita. Come sarà esplicitato nel Capitolo 6, infatti, nell immediato non sempre la donna vittima di violenza ha consapevolezza riguardo agli effetti che il maltrattamento da lei subito ha nei confronti dei propri figli: Le donne vittime di violenza domestica, proprio a causa della condizione di maltrattamento in cui si trovano, possono infatti mettere in atto meccanismi di minimizzazione e negazione rispetto alla consapevolezza dei figli della violenza da loro subita ( mi picchia solo quando loro sono in un altra stanza [ ] i bambini dormivano, non si sono accorti di nulla ) e possono avere difficoltà nel riconoscere nei figli i danni derivati dal vivere in un ambiente violento. L alta percentuale di donne che invece dichiara che i propri figli assistono alla violenza, maggiore di quella rilevata dall Indagine Istat, può essere frutto sia della maggior consapevolezza delle donne che iniziano un percorso di uscita, sia dal fatto che la scheda di primo accesso è compilata dalle operatrici dei Centri antiviolenza e può, dunque, risentire della loro formazione e sensibilità al tema della violenza assistita, che 29 Doing Better for Families, OECD (2011) 32

31 può portare a segnalare come minori che assistono i bambini presenti a prescindere dalla dichiarazione delle madri. Il 70,1% delle donne i cui figli sono coinvolti nella violenza si è rivolta ad altri servizi prima di arrivare al Centro. Tab Donne che si sono rivolte ai centri dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 per presenza di figli coinvolti nella violenza e per essersi rivolte o meno ad altri servizi. Distribuzione regionale. Valori e percentuali valide Non si è rivolta precedentemente ad altri servizi Si è rivolta precedentemente ad altri servizi Totale rispon denti Presenza di figli coinvolti nella violenza Assenza di figli coinvolti nella violenza Frequenza Percentuale 29,9 70,1 Frequenza Percentuale 42,2 57, Il percorso nei Centri Le donne che si rivolgono ai Centri chiedono soprattutto informazioni (59%), ma anche supporti specifici, in particolare dal punto di vista legale (36,3%) e psicologico (34,9%). Si conferma il dato di una maggior richiesta di protezione da parte delle donne straniere, per le quali tentare l uscita da un nucleo familiare violento significa spesso non aver un posto in cui potersi rifugiare in sicurezza (17,8% vs. 4,8% delle italiane). 33

32 Tab Donne che si sono rivolte ai centri per periodo di riferimento (1 luglio - 30 giugno di ogni periodo) e per tipo di servizio richiesto. Distribuzione regionale valori assoluti. Risposta multipla Totale Informazioni Consulenza legale Assistenza psicologica Ascolto Assistenza sanitaria Protezione Assistenza nelle procedure relative al percorso di sostegno Altro Totale rispondenti Non risponde Non registrato Totale segnalazioni Graf Donne che si sono rivolte ai centri dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 per cittadinanza e tipo di servizio richiesto. Distribuzione regionale valori percentuali. Risposta multipla. Italiana 0,4 4,8 7,1 13,5 37,1 37,0 36,2 60,0 Informazioni Consulenza legale Assistenza psicologica Ascolto 56,8 35,7 31,2 Straniera 31,9 1,4 17,8 9,7 15,6 0,0 20,0 40,0 60,0 80,0 Assistenza sanitaria Protezione Assistenza nelle procedure relative al percorso di sostegno Altro 34

33 Nella categoria altro servizio, escludendo le risposte aperte riferite alla necessità di prendere un appuntamento per un successivo colloquio, rientrano soprattutto richieste relative alla sfera economica (richieste di aiuto, o di supporto in termini di ricerca del lavoro o di un abitazione), per un totale di 122 casi solo negli ultimi dodici mesi. Tab Donne che si sono rivolte ai Centri per periodo di riferimento (1 luglio - 30 giugno di ogni periodo) e per avvio del percorso. Distribuzione regionale valori assoluti Totale Nessun percorso avviato Invio ad altre strutture Percorso avviato presso il centro e presso altre strutture Percorso avviato presso il centro Totale risposte valide Non rilevato Totale segnalazioni Al momento dell inserimento delle schede, rileviamo che utenti su per le quali è presente l informazione (pari al 58,7%; negli ultimi dodici mesi il 63,4%) hanno avviato un percorso presso il Centro. Le donne che hanno intrapreso un percorso sia presso il Centro che presso altre strutture sono (pari al 18,4%; il 19,5% nel 2014/15); donne sono state invece inviate ad altre strutture (11,9%). Solo utenti (pari all 11%, percentuale che scende al 9,6% nell ultimo anno di rilevazione) non hanno iniziato alcun percorso, né presso il Centro, né presso altri servizi. Graf Donne che si sono rivolte ai centri dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 per tipo di accesso e avvio del percorso. Distribuzione regionale valori percentuali. Segnalazione da altri 12,9 12,6 29,0 45,5 Diretto 9,9 11,6 12,1 66, Nessun percorso avviato Invio ad altre strutture Percorso avviato presso il centro e presso altre strutture Percorso avviato presso il centro 35

34 Il grafico 1.20 mette in relazione le modalità di accesso al Centro con il tipo di percorso seguito dalle donne: quando la donna arriva al Centro con un accesso diretto è più probabile che avvii un percorso nello stesso. A seguire il maggior numero di utenti, in maniera esclusiva o insieme al Centro, è il Servizio sociale (768 donne su 3.452, pari al 22,3%), seguito dalle Forze dell ordine (17,1%). Tab Donne che si sono rivolte ai centri per periodo di riferimento (1 luglio - 30 giugno di ogni periodo) per tipo di servizio da cui sono state seguite (sia insieme al centro sia in maniera esclusiva). Distribuzione regionale valori assoluti. Risposta multipla Consultori Totale Forze dell ordine Pronto Soccorso Servizio sociale Casa rifugio Altro servizio Totale risposte che includono un altro servizio* Totale segnalazioni *: corrisponde alla somma delle risposte invio ad altre strutture e percorso avviato presso il centro e presso altre strutture riportate nella tab. 11. Nella categoria altro servizio, sono compresi professionisti privati (avvocati, psicologi e psichiatri), Sert, Dipartimento di Salute Mentale, altri servizi della rete, terzo settore e, per quanto riguarda le donne che accedono al Centro Artemisia, il settore minori gestito dallo stesso La denuncia Al momento dell inserimento delle schede nell applicativo VGRT 30, utenti su per le quali è presente l informazione (pari al 70,5%) non avevano sporto denuncia, 221 l avevano ritirata (2,2%). Negli ultimi dodici mesi hanno sporto denuncia 615 donne su 2.198, pari al 28%. 30 Come dichiarato nel III Rapporto, «anche se, come più volte ribadito, questi dati sono la fotografia di un momento preciso all interno di un percorso dinamico, i dati sul numero di donne che hanno o non hanno sporto denuncia forniscono interessanti informazioni soprattutto se incrociati con altri tipi di variabile», p

35 Tab Donne che si sono rivolte ai centri per periodo di riferimento (1 luglio - 30 giugno di ogni periodo) e per aver sporto denuncia. Distribuzione regionale valori assoluti Totale Ha sporto denuncia Denuncia ritirata Non ha sporto denuncia Totale risposte valide Non rilevato Non risponde Totale segnalazioni Nel caso della denuncia è interessante fornire anche una panoramica provinciale della propensione alla denuncia (graf ). Il fatto che la probabilità di denuncia aumenti in certe province piuttosto che in altre (ad esempio, le utenti di Arezzo hanno sporto denuncia nel 39,3% dei casi contro il 21,9% di Firenze) potrebbe essere dovuto al netto delle caratteristiche socio-demografiche e del tipo di violenza subita che non variano in maniera sensibile tra i territori ad un maggiore collegamento tra i diversi attori della rete, che forse infonde nelle donne una maggiore determinazione e sicurezza di essere seguite fino in fondo ed essere eventualmente protette. Graf Donne che si sono rivolte ai centri dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 per aver sporto denuncia. Distribuzione provinciale percentuali valide ,4 76,2 66,7 67,7 74,4 66,8 71,5 67,0 65,5 65,6 70,5 3,3 39,3 4,9 3,0 1,3 1,8 1,0 2,2 1,9 1,5 2,6 2,2 21,9 28,5 29,3 32,0 24,0 25,9 31,1 33,5 32,2 27,3 AR FI GR LI LU MS PI PO PT SI Tot Ha sporto denuncia Denuncia ritirata Non ha sporto denuncia Si conferma quanto rilevato nelle precedenti edizioni del Rapporto: la propensione alla denuncia, più forte tra le straniere (32,4% vs. 25,1% italiane; graf. 1.21), è direttamente correlata alla presenza di figli coinvolti nella violenza (denuncia il 30,1% delle utenti i cui figli sono testimoni della violenza, contro il 22,8% delle utenti senza 37

36 figli che assistono; graf. 1.22), e inversamente proporzionale alla vicinanza in termini di legame intimo-affettivo che intercorre tra vittima e carnefice, variabile che condiziona l atteggiamento delle donne ancor più della gravità fisica dell atto (graf ). Spesso la donna viene fermata dalla paura, non ingiustificata purtroppo, che con la denuncia l escalation della violenza nei confronti di se stessa e dei propri figli possa subire un impennata verso l alto. Età, titolo di studio e professione della donna sono invece variabili che non sembrano influire in maniera rilevante sulla propensione alla denuncia. Graf Donne che si sono rivolte ai centri dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 per aver sporto denuncia e cittadinanza. Distribuzione regionale percentuali valide. Straniera 32,4 2,5 65,1 Italiana 25,1 2,0 72, Ha sporto denuncia Denuncia ritirata Non ha sporto denuncia Graf Donne che si sono rivolte ai centri dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 per presenza di figli coinvolti nella violenza e aver sporto denuncia. Distribuzione regionale valori percentuali. I figli sono testimoni della violenza 30,1 2,7 67,3 I figli non sono testimoni della violenza 22,8 1,3 76, Ha sporto denuncia Denuncia ritirata Non ha sporto denuncia Stalking (44,1%), molestie e violenza sessuali (rispettivamente 41,3% e 40,5%) sono i delitti più denunciati dalle donne; nel caso dello stalking incide evidentemente la normativa nazionale di recente adozione L. 38/2009, Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori. 38

37 Graf Donne che si sono rivolte ai centri dal 1 luglio 2010 al 30 giugno 2015 che hanno sporto denuncia, per tipo di relazione che intercorre tra aggressore e vittima e tipo di violenza subita 32. Distribuzione regionale percentuali valide. 60% 53% 50% 40% 30% 47% 47% 33% 30% 26% 36% 24% 35% 32% 34% 26% 26% 27% 45% 45% 44% 44% 38% 39% 43% 42% 41% 41% 41% 39% 35% 24% 20% 19% 20% 10% 0% Fisica Psicologica Economica Stalking Violenza sessuale Molestie sessuali Partner Ex partner Parente Conoscente Totale 32 Dal grafico sono esclusi i casi di mobbing e di aggressore sconosciuto a causa della bassa numerosità delle due categorie. 39

38 Lo stalking e la violenza sessuale sono due reati per i quali è presente il dato sul numero di denunce effettuate presso la pubblica autorità. Le statistiche sulla delittuosità sono elaborate dall Istat 33. I dati per genere relativi alle denunce avvenute nel territorio toscano sono disponibili fino al 2013; non è però possibile avere il dato sul genere dell autore del reato. Nella tabella osserviamo che le denunce per violenza sessuale sono diminuite del 20% nel periodo 2013 (250 casi) 2010 (312 casi), mentre nello stesso periodo le denunce per stalking sono aumentate del 61% (da 357 denunce nel 2010 a 573 denunce nel 2013, il numero più elevato da quando il reato è stato introdotto nel nostro ordinamento. Tab Donne che hanno subito violenza sessuale e stalking e che hanno o meno sporto denuncia, per annualità , per fonte di dati. Ambito regionale. Violenza sessuale Stalking Dati Istat Numero di denunce Numero donne che hanno subito il tipo di violenza e che hanno denunciato Dati applicativo Centri antiviolenza Numero donne che hanno subito il tipo di violenza e che hanno ritirato la denuncia Numero di donne che riferiscono questo tipo di violenza Per le donne che si rivolgono a un Centro antiviolenza abbiamo invece a disposizione un grande numero di dati che ci permettono di evidenziare alcune caratteristiche della propensione alla denuncia, che abbiamo visto essere collegata a diversi fattori: sociali (presenza di figli), relativi all evento violento (alcuni tipi di violenza sono più denunciati di altri), alla relazione tra vittima ed aggressore, al territorio in cui la donna vive. Poter usufruire di queste informazioni anche per i reati denunciati alla pubblica autorità sarebbe molto interessante per tentare di confrontare due sottoinsiemi differenti ma non mutuamente esclusivi delle donne che subiscono violenza (cioè le donne che denunciano il fatto e le donne che si rivolgono ai Centri antiviolenza) (sezione Giustizia e sicurezza/ Delitti denunciati all'autorità giudiziaria da Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza/ Dati subnazionali per sesso) 40

39 2. I dati del Codice Rosa L espressione Codice Rosa identifica un percorso di accesso al Pronto Soccorso riservato a tutte le vittime di violenze che, a causa di particolari condizione di fragilità, più facilmente possono diventare vittime di violenza e discriminazioni sessuali: donne, uomini, adulti e minori che hanno subito maltrattamenti e abusi 34. Il Codice Rosa non sostituisce il codice di gravità del Pronto Soccorso, ma viene assegnato insieme ad esso - anche in caso di violenza non dichiarata - da personale formato a riconoscere segnali non sempre evidenti di una violenza subita. Agli utenti ai quali viene attribuito un Codice Rosa è dedicata una stanza apposita all'interno del Pronto Soccorso, dove vengono create le migliori condizioni per l'accoglienza delle vittime. L assegnazione del Codice Rosa determina l attivazione del gruppo operativo che dà cura e sostegno alla vittima, avvia le procedure di indagine per individuare l'autore della violenza e se necessario attiva le strutture territoriali. Il progetto, nato a Grosseto nel 2010, diventa progetto regionale nel 2011, con la sottoscrizione di un protocollo d'intesa tra la Regione Toscana e la Procura Generale della Repubblica di Firenze. L estensione a tutte le Aziende Sanitarie e Ospedaliere della Regione avviene in un processo a tappe, riportato nella figura 1, che si è concluso nel gennaio 2014 con l ingresso delle Aziende USL di Massa Carrara, Pistoia, Siena e Firenze e delle Aziende Ospedaliere Universitarie Pisana e Senese. L esperienza toscana ha ispirato il progetto speciale nazionale Codice Rosa bianca 35, promosso nel 2014 dalla FIASO (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere), che vede come capofila la Toscana, attraverso l Azienda USL di Grosseto. Fig. 2.1 Estensione del Codice Rosa alle Aziende Sanitarie e Ospedaliere della Regione Toscana 2010 Progetto sperimentale ASL Grosseto 2011 Firma Protocollo di intesa Regione Procura generale della Repubblica di Firenze 2012 Estensione Codice Rosa ASL Arezzo Lucca, Prato, Viareggio 2013 Estensione Codice Rosa ASL Pisa, Livorno, Empoli, AOU Careggi, AOU Mayer 2014 Estensione Codice Rosa ASL Massa Carrara, Pistoia, Siena, Firenze, AOU Pisana e Senese COPERTURA DELL'INTERO TERRITORIO TOSCANO

40 Dal 1 gennaio 2012 al 30 giugno 2015 gli accessi al Pronto Soccorso segnalati come Codice Rosa sono stati 9.195, di cui riferiti a adulti e a minori (pari al 14,3%). Nel Codice Rosa sono seguiti anche gli uomini; l informazione per genere viene raccolta dal 1 gennaio 2013: a partire da quella data si contano accessi di adulti, e gli uomini rappresentano il 20,3% 36, e accessi di minori, e i maschi costituiscono il 44,9%. Analizzando il tipo di violenza subita (graf. 2.1), rileviamo che si tratta prevalentemente di casi di maltrattamento, che dal 1 gennaio 2012 in poi rappresentano il 94,7% degli accessi di adulti e l 82,2% degli accessi di minori (tra i minorenni gli accessi per abusi costituiscono invece il 17,8%). Graf Percentuale di accessi di pazienti adulti e minori per tipo di violenza subita. Dati complessivi 1 gennaio giugno 2015 ADULTI MINORI 94,7% Maltrattamenti Abusi Stalking 82,1% 1,6% 3,7% 17,9% Elaborazione su dati forniti dal progetto regionale Codice Rosa Settore Programmazione e Organizzazione delle Cure - DG Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale - Regione Toscana Dal 1 gennaio 2013 i dati sugli accessi con Codice Rosa sono disponibili per genere, classi di età e cittadinanza. Non sono invece ancora disponibili i dati sul numero di utenti uniche, che permetterebbe di effettuare un confronto con i dati delle schede di aiuto inserite nell applicativo VGRT. Dal 1 gennaio 2013 al 30 giugno 2015, gli accessi con Codice Rosa di donne adulte (tab. 2.1) sono stati (932 nell'auo di Careggi), di cui negli ultimi dodici mesi. 36 Nell Asl 10 il progetto Codice Rosa è partito a inizio 2014, ma il dettaglio per genere è disponibile solo per il secondo semestre. 42

41 Tab Numero di accessi Codice Rosa di donne adulte per ASL/AOU dal 1 gennaio 2013 al 30 giugno 2015 I sem II sem I sem II sem I sem 2015 Totale ASL 1 Massa Carrara ASL 2 Lucca ASL 3 Pistoia ASL 4 Prato ASL 5 Pisa ASL 6 Livorno ASL 7 Siena ASL 8 Arezzo ASL 9 Grosseto ASL 10 Firenze - - (*) ASL 11 Empoli ASL 12 Viareggio AOU Careggi AOU Pisana AOU Senese Totale (*) Nell Asl 10 il progetto Codice Rosa è partito a inizio 2014, ma il dettaglio per genere è disponibile solo per il secondo semestre Elaborazione su dati forniti dal progetto regionale Codice Rosa Settore Programmazione e Organizzazione delle Cure - DG Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale - Regione Toscana Gli accessi di minorenni di sesso femminile (tab. 2.2) sono stati 557 (116 nell'auo Meyer), di cui 256 nell'annualità 2014/15. Dall incrocio tra genere ed età, si rileva che circa un terzo degli accessi di minorenni di sesso femminile sono riferiti a giovani donne tra i 15 (età da cui convenzionalmente si comincia a parlare di violenza di genere) e i 18 anni Il dato è disponibile dal 1 gennaio 2014: a partire da tale data, su 357 accessi di minorenni di sesso femminile, 121 hanno riguardato ragazze tra i 15 e i 18 anni (pari al 33,9%). 43

42 Tab. 2.2.Numero di accessi Codice Rosa di minorenni di sesso femminile per ASL/AOU dal 1 gennaio 2013 al 30 giugno 2015 I sem II sem I sem II sem I sem 2015 ASL 1 Massa Carrara ASL 2 Lucca ASL 3 Pistoia ASL 4 Prato ASL 5 Pisa ASL 6 Livorno ASL 7 Siena ASL 8 Arezzo ASL 9 Grosseto ASL 10 Firenze ASL 11 Empoli ASL 12 Viareggio AOU Careggi Totale AOU Meyer AOU Pisana AOU Senese Totale Elaborazione su dati forniti dal progetto regionale Codice Rosa Settore Programmazione e Organizzazione delle Cure - DG Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale - Regione Toscana Le classi di età in cui si hanno maggiori accessi (donne e uomini) al Pronto Soccorso con Codice Rosa sono quelle dai 30 ai 39 anni (26,8%), quella dai 40 ai 49 anni (25%) e quella dai 18 ai 29 anni (24,7%). Gli accessi di utenti dai 50 ai 59 anni rappresentano il 12,8%, quelli di utenti con 60 anni o più il restante 10,6%. Tra i minori (femmine e maschi), la percentuale più elevata di accessi si è tra i 15 e i 18 anni (29,5%); seguono le fasce di età anni (24%), 7-11 anni (22%) e 3-6 anni (14,9%) e 0-2 anni (9,6%). Per quanto riguarda la cittadinanza, gli stranieri rappresentano quasi un terzo degli accessi totali (adulti 32,2%, minori 30,6%). L'analisi della banca dati del Codice Rosa ci permette di acquisire informazioni preziose e allo stesso tempo ci pone nuovi interrogativi; ad esempio, quali sono i percorsi eventualmente intrapresi dalla donne segnalate ai Pronti Soccorso come Codice Rosa, ed in particolare di quelle che non si sono rivolte ai Centri antiviolenza? 44

43 Le modalità di registrazione dei dati e di informazioni relative alla violenza di genere diventano di anno in anno più dettagliate; la sfida adesso è quella di rendere le diverse banche dati esistenti sempre più interoperabili. 45

44 3. I dati dei consultori La scheda del consultorio ha una voce specifica per l abuso e il maltrattamento, composta a sua volta di quattro sub-aree: Maltrattamenti fisici Maltrattamenti psicologici Maltrattamenti sessuali Negligenza genitoriale (bambini trascurati) I dati sono estratti dall Archivio regionale delle Prestazioni Consultoriali (SPC) e resi disponibili dal Settore Sistemi Informativi, Sanità Digitale e Innovazione - DG Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale della Regione Toscana. Ai fini del miglioramento della qualità delle informazioni presenti nel sistema informativo regionale, i dati del SPC sono stati quindi confrontati con quelli estratti dai singoli applicativi aziendali 38. Sono state così corrette alcune discrepanze dovute probabilmente ad un disallineamento delle codifiche. Nella tabella 3.1 è riportato il totale degli accessi ai consultori a livello regionale; il dato è relativi alle annualità 2013 e 2014 e comprende sia maschi che femmine, adulti e minori. 38 Ad ogni Azienda USL è stata inviata una apposita Scheda di verifica dei dati estratti dall archivio regionale delle Prestazioni Consultoriali (SPC), da restituire compilata per mezzo di posta elettronica certificata (PEC). La rilevazione è stata condotta in collaborazione con il Settore Programmazione e Organizzazione delle cure - DG Diritti di Cittadinanza e Coesione Sociale - Regione Toscana. Hanno restituito la scheda compilata 9 Aziende USL su 12; il referente dell Azienda USL di Empoli non ha compilato la scheda ma ha inviato le correzioni su foglio Excel; i referenti delle Aziende USL di Grosseto e Firenze non hanno compilato la scheda ma hanno confermato via la correttezza dei dati del SPC. 46

45 Tab. 3.1 Motivi della visita al consultorio per aree. Distribuzione regionale, anni Valori assoluti e percentuali Valori assoluti Percentuale Valori assoluti Percentuale Maternità , ,97 Prevenzione oncologica , ,50 Altre tematiche ginecologiche , ,65 Contraccezione , ,25 Disagio , ,01 IVG , ,39 Menopausa , ,00 Sessualità , ,51 Malattie sessualmente trasmesse (MST) , ,05 Adozione ed affidamento , ,98 Abuso e maltrattamento , ,68 Area pediatrica , ,39 Genetica , ,34 Sterilità , ,32 Sviluppo e crescita , ,24 Disturbi della condotta alimentare 375 0, ,05 Mutilazioni genitali femminili 14 0, ,00 Dati mancanti , ,68 Totale regionale , ,00 Fonte: dati archivio regionale delle Prestazioni Consultoriali (SPC) resi disponibili dal Settore Sistemi Informativi, Sanità Digitale e Innovazione della Regione Toscana e successiva Scheda di verifica dei dati SPC compilata dalle singole Aziende USL rilevazione condotta in collaborazione con il Settore Programmazione e Organizzazione delle cure della Regione Toscana. 47

46 Quasi la metà delle visite al consultorio (il 45,97% nel 2014) avviene per maternità; tra i principali motivi di accesso, seguono nell ordine prevenzione oncologica (21,5% nel 2014), altre malattie ginecologiche (9,65%) e contraccezione (8,25%). Il numero complessivo di accessi ai consultori nel 2014 è pari a , con un lieve incremento (+0,45%) rispetto al 2013 ( unità). L area abuso e maltrattamento rappresenta nel 2014 circa un caso ogni 148: le visite registrate per questo motivo sono state infatti (lo 0,68% del totale), in più rispetto al 2013 (+37,14%). L incremento degli accessi per abuso e maltrattamento rivela con ogni probabilità una maggiore attenzione da parte degli operatori, sia al fenomeno in sé, che in fase di inserimento dati. Gli accessi per l area mutilazioni genitali femminili 39 sono stati 18, contro i 14 del Graf Motivi della visita al consultorio per area abuso e maltrattamento. Tipi di maltrattamento subiti. Distribuzione regionale, dal 1 gennaio 2014 al 31 dicembre 2014 valori assoluti e percentuali. maltrattamenti fisici maltrattamenti psicologici maltrattamenti sessuali negligenza genitoriale (bambini trascurati) 499; 9,9% 511; 10,2% 1.615; 32,1% 2.406; 47,8% Fonte: dati archivio regionale delle Prestazioni Consultoriali (SPC) resi disponibili dal Settore Sistemi Informativi, Sanità Digitale e Innovazione della Regione Toscana e successiva Scheda di verifica dei dati SPC compilata dalle singole Aziende USL rilevazione condotta in collaborazione con il Settore Programmazione e Organizzazione delle cure della Regione Toscana. Come illustrato dal grafico 3.1, quasi la metà (il 47,8%) degli accessi registrati nel 2014 e classificati nell area abuso e maltrattamento ha riguardato casi di 39 Le mutilazioni genitali femminili sono pratiche tradizionali che vengono eseguite principalmente in 28 paesi dell'africa sub-sahariana, per motivi non terapeutici. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che siano già state sottoposte alla pratica 130 milioni di donne nel mondo, e che 3 milioni di bambine siano a rischio ogni anno. Il 6 febbraio si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale contro l'infibulazione e le mutilazioni genitali femminili. 48

47 maltrattamenti fisici (2.406 visite), il 31,9% maltrattamenti psicologici (1.615 visite), il 10,1% negligenza genitoriale (511 accessi) ed il 9,9% maltrattamenti sessuali (499 accessi). Nelle tabelle 3.2 e 3.3 è riportato il dettaglio per Azienda USL (anni 2013 e 2014). Tab. 3.2 Motivi della visita al consultorio per area abuso e maltrattamento. Tipi di maltrattamento subiti. Distribuzione per Azienda USL, anno Valori assoluti e percentuali. Fisici Psicologici Sessuali Negligenza genitoriale (bambini trascurati) Totale Percentuale sul totale di casi seguiti USL 1 - Massa Carrara ,21 USL 2 - Lucca (a) 0,96 USL 3 - Pistoia (b) 1,00 USL 4 - Prato (c) 0,10 USL 5 - Pisa ,13 USL 6 - Livorno ,83 USL 7 - Siena ,62 USL 8 - Arezzo ,13 USL 9 Grosseto*** ,34 USL 10 Firenze ,08 USL 11 - Empoli ,09 USL 12 - Viareggio ,30 Totale regionale ,50 Fonte: dati archivio regionale delle Prestazioni Consultoriali (SPC) resi disponibili dal Settore Sistemi Informativi, Sanità Digitale e Innovazione della Regione Toscana e successiva Scheda di verifica dei dati SPC compilata dalle singole Aziende USL rilevazione condotta in collaborazione con il Settore Programmazione e Organizzazione delle cure della Regione Toscana. (a) Nel totale sono compresi anche 10 accessi registrati nell applicativo aziendale come stalking, categoria non presente nel flusso regionale SPC approvato con Delibere G.R. n. 439/2004 e n. 1240/2014. (b) Il dato fornito dall Azienda USL 3 differisce in maniera significativa da quello registrato dall archivio regionale SPC (9 accessi). (c) Per l Azienda USL 4 gli accessi corrispondono al numero di utenti, in quanto l applicativo aziendale non consente di rilevare il numero di accessi per l area abuso e maltrattamento. Per 2 casi non è disponibile l informazione relativa al tipo di maltrattamento subito. 49

48 Tab. 3.3 Motivi della visita al consultorio per area abuso e maltrattamento. Tipi di maltrattamento subiti. Distribuzione per Azienda USL, anno Valori assoluti e percentuali. Fisici Psicologici Sessuali Negligenza genitoriale (bambini trascurati) Totale Percentuale sul totale di casi seguiti USL 1 - Massa Carrara ,27 USL 2 - Lucca (a) 0,99 USL 3 - Pistoia (b) 1,73 USL 4 - Prato (c) 0,05 USL 5 - Pisa ,18 USL 6 - Livorno ,18 USL 7 - Siena ,71 USL 8 - Arezzo ,28 USL 9 - Grosseto ,39 USL 10 - Firenze ,00 USL 11 - Empoli ,07 USL 12 - Viareggio ,55 Totale regionale ,68 Fonte: dati archivio regionale delle Prestazioni Consultoriali (SPC) resi disponibili dal Settore Sistemi Informativi, Sanità Digitale e Innovazione della Regione Toscana e successiva Scheda di verifica dei dati SPC compilata dalle singole Aziende USL rilevazione condotta in collaborazione con il Settore Programmazione e Organizzazione delle cure della Regione Toscana. (a) Nel totale sono compresi anche 25 accessi registrati nell applicativo aziendale come stalking, categoria non presente nel flusso regionale SPC approvato con Delibere G.R. n. 439/2004 e n. 1240/2014. (b) Il dato fornito dall Azienda USL 3 differisce in maniera significativa da quello registrato dall archivio regionale SPC (218 accessi). (c) Per l Azienda USL 4 gli accessi corrispondono al numero di utenti, in quanto l applicativo aziendale non consente di rilevare il numero di accessi per l area abuso e maltrattamento. Per un caso non è disponibile l informazione relativa al tipo di maltrattamento subito. A partire dal precedente Rapporto, oltre al numero delle prestazioni, è disponibile anche il dato relativo alle persone assistite nel corso dell anno una stessa persona può infatti aver effettuato più di una visita e la distribuzione degli utenti per genere e classi di età (grafico 3.2). Complessivamente gli utenti che nel corso del 2014 sono stati assistiti per casi di abuso e maltrattamento sono 1.081, per un rapporto prestazioni/utenti pari a 4,7. 50

49 Graf. 3.2 Distribuzione per genere e età degli utenti dei consultori assistiti per abuso e maltrattamento. Distribuzione regionale, dal 1 gennaio 2014 al 31 dicembre 2014 valori assoluti e percentuali. donne < 18 anni donne > 18 anni uomini < 18 anni uomini > 18 anni 797; 73,7% 69; 6,4% 94; 8,7% 121; 11,2% Fonte: dati archivio regionale delle Prestazioni Consultoriali (SPC) resi disponibili dal Settore Sistemi Informativi, Sanità Digitale e Innovazione della Regione Toscana e successiva Scheda di verifica dei dati SPC compilata dalle singole Aziende USL rilevazione condotta in collaborazione con il Settore Programmazione e Organizzazione delle cure della Regione Toscana. Le donne rappresentano l 84,9% del totale delle persone che nel corso del 2014 sono state seguite dai consultori toscani per casi di abuso e maltrattamento: su utenti, le donne sono infatti 918. Tra queste, 121 sono minorenni (il 13,2%). Gli uomini assistiti dai consultori sono invece 163, di cui 69 minori. Complessivamente, tra maschi e femmine, i minori sono 190 su 1.081, pari al 17,6%. Nelle tabelle 3.4 e 3.5 è riportato il dettaglio per Azienda USL (anni 2013 e 2014). 51

50 Tab. 3.4 Numero utenti area abuso e maltrattamento per genere e classi di età. Distribuzione per Azienda USL, anno 2013 < 18 anni Donne Uomini Totale > 18 anni Totale < 18 anni > 18 anni Totale < 18 anni > 18 anni USL 1 - Massa C Totale USL 2 - Lucca USL 3 - Pistoia (a) USL 4 - Prato USL 5 - Pisa USL 6 - Livorno USL 7 - Siena USL 8 - Arezzo USL 9 - Grosseto USL 10 - Firenze USL 11 - Empoli USL 12 Viareggio (b) Totale regionale Fonte: dati archivio regionale delle Prestazioni Consultoriali (SPC) resi disponibili dal Settore Sistemi Informativi, Sanità Digitale e Innovazione della Regione Toscana e successiva Scheda di verifica dei dati SPC compilata dalle singole Aziende USL rilevazione condotta in collaborazione con il Settore Programmazione e Organizzazione delle cure della Regione Toscana. (a) Il dato fornito dall Azienda USL 3 differisce in maniera significativa da quello registrato dall archivio regionale SPC (6 utenti). (b) L applicativo aziendale utilizzato dall Azienda USL 12 non permette di rilevare il dato (le fasce di età indagabili sono diverse); il dato riportato è pertanto rilevato attraverso l archivio regionale SPC. 52

51 Tab. 3.5 Numero utenti area abuso e maltrattamento per genere e classi di età. Distribuzione per Azienda USL, anno 2014 < 18 anni Donne Uomini Totale > 18 anni Totale < 18 anni > 18 anni Totale < 18 anni > 18 anni USL 1 - Massa C USL 2 - Lucca (a) Totale USL 3 - Pistoia (b) USL 4 - Prato USL 5 - Pisa USL 6 - Livorno USL 7 - Siena USL 8 - Arezzo USL 9 - Grosseto USL 10 - Firenze USL 11 - Empoli USL 12 Viareggio (c) Totale regionale Fonte: dati archivio regionale delle Prestazioni Consultoriali (SPC) resi disponibili dal Settore Sistemi Informativi, Sanità Digitale e Innovazione della Regione Toscana e successiva Scheda di verifica dei dati SPC compilata dalle singole Aziende USL rilevazione condotta in collaborazione con il Settore Programmazione e Organizzazione delle cure della Regione Toscana. (a) Per un utente maschio non è rilevata l età (b) Il dato fornito dall Azienda USL 3 differisce in maniera significativa da quello registrato dall archivio regionale SPC (12 utenti). (c) L applicativo aziendale utilizzato dall Azienda USL 12 non permette di rilevare il dato (le fasce di età indagabili sono diverse); il dato riportato è pertanto rilevato attraverso l archivio regionale SPC. 53

52 4. Il femicidio 40 : definizioni e problematiche nella rilevazione dei dati 4.1. Il femicidio: questioni definitorie e fonti dei dati Come espresso nell Introduzione al VI Rapporto, la scelta di dedicare in maniera continuativa un approfondimento al tema del femicidioall'interno del sistema di monitoraggio della violenza di genere, ha come presupposto teorico l idea che le politiche pubbliche possano giocare un ruolo rilevante nella prevenzione del fenomeno; definirlo, cercare di strutturare un sistema organico e integrato di rilevazione dati sono le premesse necessarie per poter intervenire al fine di contrastare i femicidi: è dunque tenendo conto della necessità di attuare policies di contrasto, che si situa anche la scelta della definizione di femicidio utilizzata 41. La scelta definitoria alla quale il testo citato fa riferimento, è considerare, sulla linea degli studi di genere in Italia, il femicidio, come uccisione di una donna in quanto donna. Tale definizione richiama l'idea di una donna oggetto posseduta dall'uomo che può determinarne, così, vita e morte. Il primo passo per parlare di femicidi, dunque, è effettuare una distinzione tra omicidio di donna e femicidio: sia che si utilizzi la definizione allargata sposata in questo lavoro, sia che ci si limiti a contestualizzare l evento all interno di una relazione intima e/o parentale, passata o presente, il femicidio non è un omicidio di donna tout court, come più volte ribadito; non sono femicidi gli omicidi legati ad esempio alla criminalità ordinaria. Nonostante la posizione delle Nazioni Unite sul tema sia molto chiara Femicideis the namegiven to gender based murder of women, implyingthatwomen are targeted and murderedsolely on the basis of gender inequalities in contemporary societies (ONU, 2010, p.134) non mancano studi anche recenti che identificano il femicidio con l omicidio di donna, con serie conseguenze sulla rilevazione dei dati. Questa confusione terminologica porta ad affermare che i femicidi sono in forte diminuzione, mentre invece, in proporzione, pesano ancora molto sull andamento degli omicidi di donne. Una volta accettata la non corrispondenza tra femicidio e omicidio, diverse sono le definizioni utilizzate in letteratura: la figura 4.1., presentata anche nel VI Rapporto, cerca di dar conto in maniera schematica, di quelle più diffuse. 40 In letteratura si è finalmente giunti a una definizione condivisa di: - femicidio (o femmicidio) quando l esito della violenza è la morte della donna; - feminicidio (o femminicidio) quando ci si riferisce all insieme dei comportamenti violenti che possono portare alla morte della donna oppure tendono al suo annientamento fisico o psicologico. In questo lavoro continuiamo ad adottare questa differenziazione, anche se nell uso quotidiano e mediatico si tende ad usare il termine femminicidio per indicare la morte della donna. 41 VI Rapporto sulla violenza di genere in Toscana, 2014, p

53 Fig Definizioni di femicidio 55

54 La definizione di femicidio adottata in questo lavoro corrispondende a quella data da Diane Russel e adottata anche da La casa delle donne per non subire violenza di Bologna, in cui si parla di femicidio in «qualsiasi caso di uccisione per mano maschile di donna in quanto donna, indipendentemente dalla relazione che questa ha con l assassino». Attualmente, nonostante le raccomandazioni internazionali, non esiste, a livello nazionale, un sistema di sorveglianza, monitoraggio e rilevazione dei dati, specifico sul femicidio. Nel Report annuale sulle attività del Ministero dell Interno, pubblicato come ogni anno ad agosto e riferito al periodo compreso tra il 1 agosto 2014 e il 30 luglio 2015, nella slide sulla violenza di genere è riportato il numero di omicidi volontari, ma non è specificato se si tratta di tutti gli omicidi di donna avvenuti nel paese. Di seguito la slide presentata 42. Fig.4.2. Dati sulla violenza di genere illustrati nel report annuale delle attività del Ministero dell Interno Un dato interessante della figura riportata qui sopra è che gli omicidi volontari commessi all interno di una relazione intima presente o passata della donna o 42 La presentazione è disponibile al seguente indirizzo: 56

55 all interno di un legame parentale rappresentano il 94,5% del totale degli omicidi rientranti nella categoria violenza di genere. In Italia, sono presenti alcune fonti importanti per lo studio del fenomeno, che però non riescono, prese singolarmente, a fornire dati puntuali e aggiornati. Rassegna delle fonti di dati utilizzabili per lo studio del femicidio ISTAT che raccoglie ed elabora due fonti di dati - i dati registrati sulle schede ISTAT di decesso che devono essere compilate dal medico che constata la morte come previsto dal DPR n. 285/1990; - i dati sui reati denunciati; ad oggi 1 per gli anni dal 2007 al 2013 sono presenti i dati disaggregati per regione e sesso delle vittime (e degli autori) di delitti denunciati/arrestati dalle forze di polizia. I due dati (sesso della vittima e dell autore) sono forniti in tabelle diverse e non incrociabili. La Casa delle donne per non subire violenza di Bologna, al cui interno opera un gruppo di lavoro specifico sul femicidio che dal 2005 si pone l obiettivo di monitorare il fenomeno e sensibilizzare l opinione pubblica. Il gruppo ha realizzato un osservatorio sui femicidi che avvengono in Italia per supplire alla mancanza di una raccolta dati ufficiale effettuata dalle Istituzioni ; come specificato in seguito (4.3.1), vengono raccolte le informazioni di interesse presenti sulla rassegna stampa e la definizione di femicidio utilizzata è omicidio di donna in quanto donna per mano maschile. Purtroppo per l anno 2014 non è presente alcuna pubblicazione. Progetto di ricerca EURES (2012; 2013), che ha raccolto i casi di femicidio attraverso sia l analisi delle rassegne stampa, nazionale e locale, sia attraverso la consultazione dell archivio dell ANSA e dei dati messi a disposizione dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell Interno. In questo lavoro vengono riportati i dati degli omicidi di donne e degli omicidi di donne in ambito familiare. Come descritto nel box, per l anno 2014 viene a mancare la fonte principale da cui partì il lavoro dello scorso lavoro: il rapporto annuale del gruppo di lavoro sul femicidio della Casa delle donne per non subire violenza di Bologna. 57

56 Anche la fonte ISTAT sui reati denunciati 43, nonostante sia più aggiornata rispetto allo scorso anno, ancora non include il Nonostante questo, è utile riportare queste informazioni, che vengono presentate nella tabella 4.2. Per meglio comprendere la tabella, è utile precisare che i dati sugli omicidi volontari possono essere consultati per anno, regione, sesso della vittima, sesso dell aggressore, ma non è possibile incrociare i dati della vittima con quelli dell aggressore. La categoria in questione ha tre specifiche (che sono un di cui della categoria principale): omicidi volontari consumati a scopo di furto o rapina omicidi volontari consumati di tipo mafioso omicidi volontari consumati a scopo terroristico E così possibile rilevare il seguente dato: Numero di persone di sesso femminile maggiori di un anno, vittime di omicidio volontario non a scopo di furto o rapina, non di tipo mafioso o terroristico, quale che sia il sesso dell aggressore. E altresì importante precisare che alcuni casi non compaiono nella casistica in quanto non è stato trovato il corpo. Tab Numero di vittime di sesso femminile di omicidi volontari (esclusi quelli a scopo di furto, rapina, di tipo mafioso e/o terroristico). Toscana Fonte Istat Vittime di sesso femminile (>1 anno) di omicidio volontario non a scopo di furto o rapina, non di tipo mafioso o terroristico, quale che sia il sesso dell aggressore. Fonte Istat Totale complessivo Si tratta dei dati estratti dai Delitti denunciati all'autorità giudiziaria da Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza/ Dati subnazionali per sesso, utilizzati anche nella tabella (sezione Giustizia e sicurezza/ 58

57 Per studiare il femicidio è dunque necessario avvalersi di più fonti di dati e quindi rendere interoperabili banche dati diverse. Nel VI Rapporto è stato utilizzato un sistema doppio per ricostruire un database regionale: i dati della rassegna stampa monitorati nei lavori de Casa delle Donne sono stati confrontati con quelli del Registro di Mortalità Regionale, grazie ad una proficua collaborazione con l ISPO 44. In questo lavoro tale database è stato implementato con i femicidi del 2014 tratti dalla rassegna stampa della Regione Toscana, senza però possibilità di un confronto con altre fonti 45. Per individuare gli omicidi di donne si sono usate le seguenti parole chiave: femicidio; suicidio donna; suicidio ragazza; omicidio donna; omicidio ragazza; prostituta omicidio; prostituta uccisa; cadavere donna scomparsa; cadavere ragazza scomparsa; ritrovamento corpo donna; ritrovamento corpo ragazza; delitto passionale; pista passionale. Prima di illustrare i dati, per completezza di informazione, riportiamo quanto descritto nel VI Rapporto, riguardo al tentativo di operativizzare il concetto di omicidio di genere, nella consapevolezza che si tratta soltanto di una proposta sulla quale il dibattito è ancora aperto. L omicidio è stato considerato femicidio ogni qualvolta un uomo abbia ucciso 46 una donna e sia stata presente almeno una delle seguenti condizioni: 1. l omicidio è avvenuto all interno di una relazione intima presente o passata, anche occasionale; 44 L Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica gestisce il Registro di Mortalità Regionale toscano (RMR) per conto della Regione Toscana e opera in stretta collaborazione con tutte le Aziende USL regionali. I dati sono registrati dalle Aziende USL di accadimento via via che si verificano, e la diffusione dei dati è prevista a un anno dalla data di accadimento. In Toscana, è attivo dal 1987 un flusso parallelo a quello ISTAT delle cause di morte poiché il DPR n. 285/1990 prevede che la scheda ISTAT di morte venga compilata dal medico in duplice copia, di cui la prima va all ISTAT per scopi statistici e la seconda va alle Aziende del Sistema Sanitario per finalità sanitarie e amministrative. 45 Unica eccezione, il sito che proprio dal 2014 ha inaugurato una sezione dedicata ai femicidi, aggiornata ogni ottavo giorno del mese, rappresenta un eccezione alla diminuzione di interesse. L elenco dei casi citati da Pratosfera è stato usato per un confronto con quanto emerso dalla rassegna stampa della Regione Toscana. 46 Nella definizione è volutamente eliminato il concetto di dolo: entrambe le fonti utilizzate nel VI Rapporto per determinare gli omicidi di genere/femicidi (rassegna stampe e certificati di morte del RMR) non permettono di discriminare gli omicidi preterintenzionali e colposi da quelli dolosi. Un aiuto potrebbe arrivare dalle fonti dell autorità giudiziaria. E utile però sottolineare che questi elementi sono spesso oggetto di dibattito processuale al fine della riduzione di pena dell'omicida: nell ottica qui adottata, quindi, se l azione violenza ha come esito la morte della donna, l evento è un femicidio. 59

58 2. tra vittima e omicida esiste una relazione di parentela, non sono presenti chiari motivi di altra natura (ad esempio una contesa su un eredità) e le vittime sono solo di genere femminile (o l eventuale vittima di genere maschile è collaterale ); 3. quale che sia il rapporto tra vittima e omicida, il movente è chiaramente un rifiuto di tipo affettivo/sessuale; 4. l omicidio è avvenuto nell ambito del mondo della prostituzione e non sono presenti motivazioni legate al denaro (ad esempio morte in seguito a rapina); 5. l omicidio è avvenuto in una situazione di subalternità dell uomo nei confronti della donna e le vittime sono solo di genere femminile (o l eventuale vittima di genere maschile è collaterale ). Va precisato che dall analisi effettuata si sono individuati solo femicidi di tipo, 1, 2, 3, 4. Come specificato anche nel lavoro dello scorso anno, un monitoraggio dei femicidi basato sulla rassegna stampa, seppur integrato dalla fonte delle schede di morte, non ha pretese di certezza: anche seguendo i casi nel tempo, si tratta spesso di vicende che a livello giuridico si concludono dopo anni e talvolta senza l individuazione di un colpevole. Per questo motivo sarebbe utile un analisi integrata con i dati del Ministero dell Interno e la creazione di un Osservatorio ad hoc che possa accedere anche ai fascicoli giudiziari, in modo da poter aggiornare anche le informazioni relative ai singoli casi, tenendo conto anche delle risultanze delle indagini e dell esito dei processi. Anche le informazioni che saranno descritte nel paragrafo seguente sono tratte da articoli di stampa e, per alcuni aspetti in particolare, molto spesso sono dubbie: si pensi in particolare alle informazioni sul legame tra vittima e assassino. L esistenza o meno di una relazione, il fatto che essa fosse o meno finita, sono elementi spesso oggetto delle stesse indagini. Le scelte qui effettuate hanno cercato di riportare quello che è apparso più plausibile alla luce degli ultimi sviluppi delle indagini di cui si ha traccia mediatica. Seppur con questi limiti, il lavoro di descrizione delle donne uccise in Regione dal 2006 al 2014, è comunque fondamentale per capire le dimensioni del fenomeno e continuare a tenere l attenzione su questo tema fondamentale I casi in Toscana dal 2006 al 2014 Nell ultimo anno, come specificato in precedenza, non sono stati fatti significativi passi avanti per rendere la rilevazione dei dati sul femicidio più affidabile e anche l interoperabilità delle banche dati resta una buona pratica nel cassetto. A ciò si aggiungono l assenza della rassegna stampa della Casa delle Donne che era la fonte principale usata anche a livello internazionale per monitorare il femicidio in Italia, e la 60

59 mancanza dell aggiornamento di blog e di siti nati negli ultimi due anni per studiare il fenomeno. Questa attenuazione non solo di interesse mediatico, ma anche di risorse destinate al monitoraggio del femicidio, in Toscana, non corrisponde però a un decremento di eventi. I casi di femicidio rilevati in Toscana dal 2006 al 2014 sono infatti 77, di cui 12 solo negli ultimi dodici mesi, che vanno a raggiungere il 2010, anno in cui si era registrato il numero di casi record per il periodo considerato. Nella tabella seguente è riportato il dettaglio per anno. Tab Numero di femicidi in Toscana dal 2006 al 2014 Rassegna stampa Totale 77 Tab Numero di femicidi in Toscana dal 2006 al 2014 per provincia di residenza della donna e per luogo dell evento Provincia di residenza Luogo dell evento Arezzo 5 4 Firenze Grosseto 4 5 Livorno 8 9 Lucca 9 10 Massa-Carrara 1 1 Pisa 9 10 Pistoia 6 8 Prato 9 8 Siena 4 4 N. D. 5 1 Totale

60 Entrando nel merito dell analisi dei casi rilevati, tre quarti delle donne uccise per motivi di genere sono di cittadinanza italiana: 58 sono infatti le vittime autoctone, 19 quelle presumibilmente straniere 47. Di seguito la tabella di contingenza 4.5 tra provenienza della vittima e dell aggressore. Tab Femicidi in Toscana per cittadinanza presunta della vittima e dell aggressore Nazionalità presunta vittima Nazionalità presunta aggressore Italiana Straniera Sconosciuto Totale Italiana Straniera Totale In otto casi i femicidi sono avvenuti all interno di coppie di cittadinanza mista. Tab. 4.6: Numero dei casi di femicidio per classe di età e cittadinanza della vittima nel periodo Italiana Straniera Totale complessivo anni anni anni anni anni anni anni Totale complessivo La classe di età più colpita è quella delle donne anziane. In almeno sette casi la stampa parla di evento legato alle gravi condizioni di salute della donna in seguito a malattia invalidante 49. Come rilevato nello scorso Rapporto, è quello che Eures definisce omicidio altruistico, ma che La Casa delle Donne di Bologna considera femicidio tout court. L argomento è assai complesso e coinvolge anche elementi che 47 Essendo la fonte giornalistica, spesso non si ha la certezza che le origini e la nazionalità dichiarata nell articolo siano effettive. Considerata però la lunghezza dell iter per l ottenimento della cittadinanza italiana, vittime e aggressori di origine straniera sono stati considerati con cittadinanza non italiana. 48 In tutte le tabelle in cui si considera l età, è escluso il caso di una donna sulla quale non si hanno informazioni in merito. 49 Si tratta di omicidi avvenuti in caso di malattia della donna in cui dagli articoli di stampa non emerge nessun altro tipo di brutalità o di accanimento sul corpo della donna. 62

61 escono dagli obiettivi di questo lavoro. E utile però considerare che questo tipo di omicidio, per il quale nel nostro ordinamento giuridico non è prevista alcuna attenuante, ha più frequentemente come vittime donne piuttosto che uomini, come emerge dal rapporto Eures 50 In ventiquattro casi l omicida, dopo aver ucciso la donna, si è tolto la vita. In altri sei casi ha tentato, ma non vi è riuscito. Questa propensione al suicidio è più forte tra gli assassini di donne anziane, come emerge chiaramente dalla tabella X.5. Per i citati sette casi di vittima con malattia invalidante ed evento senza brutalità e accanimento sul corpo della donna, in tre casi l uomo si è suicidato, in uno ha tentato di togliersi la vita senza riuscirvi. Tab. 4.7.Femicidi in Toscana dal 2006 al 2014 per età della vittima e avvenuto o tentato suicidio dell omicida Età della vittima (anni) Nessun tentativo di suicidio Suicidio dell omicida Tentato suicidio dell omicida Evento non chiarito Totale anni anni anni anni anni anni anni Totale complessivo Tutti i casi di suicidio sono avvenuti in caso di relazione intima presente o passata o parentale tra vittima e assassino. I casi di omicidio avvenuti in questo tipo di relazioni continuano a rappresentare la maggioranza dei femicidi in Toscana. Come specificato, seguendo le indicazioni teoriche de La casa delle donne, all interno di questa categoria sono inclusi anche quattro omicidi di prostitute verificatisi presumibilmente per mano di un cliente Nel lavoro citato all interno del capitolo dedicato agli omicidi di anziani, una parte ha come oggetto gli anziani uccisi nell ambito della famiglia, da cui emerge che nel periodo , i casi in cui il movente è attribuito ad una malattia della vittima sono 4 (su 81 omicidi domestici di anziani) tra gli uomini e 30 (su 144) tra le donne(2013; p. 250). 51 Gli altri due omicidi probabilmente avvenuti nell ambito della prostituzione, non contengono elementi tali da poterli classificare come avvenuti per mano di un cliente (e non, ad esempio, di un protettore). 63

62 Graf. 4.1.Femicidi in Toscana dal 2006 al 2014 per tipo di evento Omicidio con relazione parentale tra vittima e aggressore; 6; 8% Omicidio per motivi di genere in assenza di relazione intima pregressa o attuale della vittima con l aggressore; 6; 8% Omicidio con relazione ignota tra vittima e aggressore; 6; 8% Omicidio con relazione intima presente o passata tra vittima e aggressore; 56; 72% Omicidio in cui non è certo il motivo di genere; 3; 4% In tutti i casi in cui sia stato identificato (o in cui ci siano fortissimi sospetti), l assassino è una persona che conosceva la vittima: un partner (includendo in questa categoria qualunque persona abbia avuto una relazione intima presente o passata, all interno della coppia regolare o extraconiugale.) o un figlio, un cliente o un conoscente. Tab Numero e percentuale di femicidi in Toscana dal 2006 al 2014 per tipo di omicida Omicida V.A. % Partner (coniuge, compagno, fidanzato, amante) 43 55,8 Ex partner 8 10,4 Conoscente / amico 11 14,3 Figlio 5 6,5 Cliente 4 5,2 Persona non identificata 6 7,8 Totale complessivo ,0 64

63 L aggressore conoscente ha principalmente agito in seguito a un rifiuto di una donna nella maggior parte dei casi più giovane. La tabella 4.9. riporta l incrocio tra l età della donna e il tipo di omidicio. Tab Femicidi in Toscana dal 2006 al 2014 per età della vittima e tipo di evento Omicidio con relazione intima presente o passata tra vittima e aggressore Omicidio con relazione parentale tra vittima e aggressore Omicidio per motivi di genere in assenza di relazione intima pregressa o attuale della vittima con l aggressore Omicidio con relazione ignota tra vittima e aggressore Omicidio in cui non è certo il motivo di genere Totale anni anni anni anni anni anni anni Totale I minori rimasti orfani della madre a seguito di femicidio sono 26. La violenza di genere, come più volte specificato, non è un fenomeno che riguarda solo le vittime donne, ma qualora queste si trovino nella condizione di essere madri ha degli effetti sconvolgenti anche sui figli, come sarà illustrato nel capitolo 6. Effetti che, nel caso di bambini rimasti orfani, è ancora più devastante. 65

64 5. Il recupero dei maltrattanti Il tema del recupero dei maltrattanti è stato ormai riconosciuto centrale all interno dei programmi di azione volti al contrasto della violenza di genere. Nel corso degli ultimi anni si sono infatti succeduti documenti di organismi internazionali 52 nelle cui raccomandazioni ricorre l implementazione di interventi specificamente rivolti agli uomini che agiscono violenza, a partire da modelli di prevenzione del fenomeno fino a programmi di recupero dei maltrattanti, finalizzati all interruzione della violenza nei confronti delle donne e al riconoscimento da parte degli uomini del proprio comportamento e alla piena assunzione di responsabilità rispetto ai suoi esiti. In Italia il Legislatore è intervenuto nel 2013 con la Legge 119, la quale nell ambito degli interventi rivolti agli uomini violenti ha riconosciuto l esigenza di adottare misure di prevenzione in ambito socio-culturale e ha previsto un ruolo attivo di quelle strutture rivolte al recupero degli autori dei maltrattamenti. La stessa Legge, all articolo 5, prevedeva l adozione di un Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere elaborato con il contributo delle amministrazioni interessate, delle associazioni di donne impegnate nella lotta contro la violenza e dei centri antiviolenza. Tale Piano, adottato nell estate 2015 e in attesa di essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, contiene una sezione specificamente dedicata ai maltrattanti e, in particolare, alle linee guida per il recupero/reinserimento degli uomini autori di violenza. In continuità con la IV e la VI edizione del presente Rapporto, le quali avevano dedicato un approfondimento ai centri per maltrattanti attivi sul territorio regionale (2012: 77-87; 2014: ), anche il lavoro svolto quest anno ha inteso esplorare il tema, concentrandosi più nello specifico sulla questione della raccolta dati, finora organizzata in maniera individuale, e quindi disomogenea, tra i quattro centri toscani. Dopo aver analizzato i diversi modelli di rilevazione delle informazioni sui casi in carico ai centri per maltrattanti, il gruppo di lavoro dell Osservatorio Sociale Regionale ha organizzato un focus group con i rappresentanti degli stessi centri al fine di strutturare un modello di rilevazione omogeneo da poter utilizzare, in via sperimentale, a partire dal prossimo anno. I risultati di tale attività sono riportati nel paragrafo Tra i principali, si veda la Dichiarazione delle Nazioni Unite contro la violenza sulle donne (1993), la Raccomandazione REC (2005)5 Programmi di intervento con gli autori del Consiglio d Europa, la risoluzione del 5 aprile 2011 in materia di contrasto alla violenza sulle donne del Parlamento Europeo e la Convenzione del Consiglio d'europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica (Convenzione di Istanbul) dell aprile

65 5.1 Le linee di indirizzo nazionali per il recupero/reinserimento degli uomini autori di violenza Il Piano d azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere 53, riconosce che il problema della violenza non rappresenta soltanto un [ ] problema delle donne cosicché per un efficace azione di contrasto bisogna ampliare la visione del fenomeno, oltrepassando l antica convinzione che gli interventi rivolti agli autori di violenza siano inconferenti con gli interventi per il sostegno delle vittime Il Piano auspica, quindi, il collegamento tra i soggetti competenti per il recupero dei maltrattanti e le reti di servizi, pubblici e privati, per il sostegno delle vittime al fine di predisporre interventi integrati e coordinati. L inserimento degli autori di violenza all interno di programmi per il loro recupero, inoltre, non deve rappresentare l alternativa, tra le altre, a misure detentive predisposte dall Autorità giudiziaria, ma piuttosto una misura aggiuntiva per prevenire future violenze, anche in assenza di un provvedimento da parte dei giudici e/o altre autorità; tali interventi devono svilupparsi parallelamente ai servizi di sostegno alle vittime di violenza. Le linee di indirizzo per il recupero/reinserimento degli uomini autori di violenza, contenute nel Piano, pongono particolare attenzione alle seguenti dimensioni: - Creazione di sinergie tra i centri che si occupano di uomini violenti e i servizi che si occupano della protezione della donna e dell accompagnamento nel percorso di uscita dalla violenza. Tali servizi, di natura pubblica e/o privata, sono individuati tra: le istituzioni competenti per l ordine pubblico (forze di polizia, Questura e Uffici territoriali di Governo); i servizi socio-sanitari (amministrazione regionale, provinciale e comunale, strutture di accoglienza e di tutela dei minori, Asl, servizi per le tossicodipendenze, servizi alcologici, consultori); gli ordini professionali (avvocati, medici, psicologi, pedagogisti, ecc.); il sistema giudiziario e dell amministrazione penitenziaria (tribunali, magistrati di sorveglianza, uffici di esecuzione penale esterna); gli operatori competenti nell ambito del privato sociale per il reinserimento delle donne vittime di violenza (casa delle donne, centri antiviolenza, organizzazioni di volontariato). 53 Adottato con DPCM del 7 luglio 2015, in attesa di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale al momento di pubblicazione del presente rapporto. Per il testo completo si veda: 67

66 - Il recupero del maltrattante non è alternativo alla condanna da parte dell Autorità giudiziaria, ma eventualmente integrativo e volto all eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose derivanti dal reato; la partecipazione al programma per maltrattanti da parte dell imputato deve passare dalla sua presa in carico da parte del Servizio sociale. - L avvio di un percorso di recupero del maltrattante può avvenire solo in presenza del riconoscimento, da parte di quest ultimo, della gravità e della propria responsabilità rispetto alla violenza commessa. Occorre altresì tenere conto della natura e della gravità del reato, oltre che trovare il consenso libero e informato della vittima. - I percorsi di recupero del maltrattante, in particolare in presenza di casi di violenza, devono escludere il ricorso a terapie di coppia o forme di mediazione familiare, le quali non garantiscono la sicurezza della donna e pongono su un falso piano di parità l uomo che ha agito violenza e la donna che invece l ha subìta. - In presenza di figli nel nucleo familiare, il diritto di visita del padre che ha usato violenza nei confronti della madre e/o dei figli è subordinato alla valutazione della situazione di violenza pregressa e al monitoraggio dei risultati del percorso intrapreso dall uomo. - Organizzazione di programmi di reinserimento all esterno del carcere, per gli uomini autori di violenza nei confronti delle donne. - Interruzione del percorso di trattamento del maltrattante solo quando l uomo ha interrotto la violenza, ha preso consapevolezza del proprio comportamento e ha compiuto azioni riparatorie nei confronti di chi ha subìto violenza. - Predisposizione della valutazione del rischio, funzionale all intervento da attuare nei confronti del maltrattante. - Formazione e aggiornamento costante degli operatori delle strutture deputate ad intervenire sugli autori di violenza. Le linee di indirizzo nazionali, in sostanza, pongono gli interventi nei confronti del maltrattante come parte integrante dell ampio panorama di azioni rivolte al contrasto del fenomeno della violenza di genere. Conseguentemente, è fondamentale che i centri e gli attori che operano con gli uomini partecipino alle reti e ai protocolli antiviolenza presenti sui territori, portando il proprio contributo all interno di una cornice di interventi coordinata ed integrata. Altro importante aspetto richiamato all interno del Piano, come visto, riguarda la verifica di quelle precondizioni per l avvio di un percorso di recupero del maltrattante, ovvero la messa in sicurezza della donna e l assunzione di responsabilità da parte dell uomo violento rispetto al proprio comportamento. Tali elementi appaiono non secondari poiché riconoscono l esistenza di asimmetrie di potere all interno di un rapporto di coppia in cui si genera violenza: conseguentemente, vengono delegittimati 68

67 quegli approcci curativi in cui sono coinvolti congiuntamente i partner, ponendoli quindi su uno stesso piano di responsabilità, quasi che la violenza possa essere considerata una dinamica normale all interno delle relazioni uomo-donna I dati dei centri per maltrattanti in Toscana Come accennato nell introduzione al presente capitolo, i quattro centri presenti in Toscana per il recupero dei maltrattanti 54 utilizzano, ad oggi, differenti modelli di rilevazione delle informazioni rispetto ai casi presi in carico; l unica eccezione è costituita dallo sportello SAM di Lucca, il quale ha acquisito dal CAM fiorentino attraverso un corso di formazione oltre alla metodologia di intervento anche il sistema di raccolta dati. Nel 2014 sono stati oltre 245 i contatti ricevuti dai centri toscani, di cui circa il 44% costituito dagli uomini che hanno agito violenza. Nei primi sei mesi del 2015 i contatti sono leggermente cresciuti su proiezione annuale (151), in particolare quelli provenienti da altri soggetti, istituzionali e privati: servizi sociali, psicologi, avvocati. Per quanto riguarda, invece, gli uomini che si sono rivolti ad uno dei centri toscani per il cambiamento dei propri comportamenti violenti, nel 2014 sono stati attivati 88 percorsi individuali e/o attraverso l inserimento in gruppi, mentre nel primo semestre del 2015 il novero di tali percorsi è arrivato a 61, evidenziando anche in questo caso una evidente propensione alla crescita dei casi presi in carico dai quattro centri per uomini maltrattanti presenti in Toscana. L assoluta prevalenza di uomini che si è rivolta ai centri è costituita da italiani, mentre si osserva una certa trasversalità del fenomeno violenza rispetto ad alcune variabili, quali l età, il titolo di studio e la professione del maltrattante. Gli episodi di violenza riferita si consumano, nella pressoché totalità dei casi, all interno delle relazioni di coppia, in corso e/o interrotte, anche in presenza di figli. Nell impossibilità per i motivi sopra accennati di presentare nel dettaglio le medesime informazioni per i quattro centri, riferite al 2014 e al primo semestre 2015, si procede quindi ad osservare i risultati dell attività dei singoli soggetti Centro di ascolto per uomini maltrattanti (CAM) di Firenze Il Centro di Ascolto per uomini maltrattanti attivo a Firenze rappresenta la prima realtà toscana, e una delle prime in Italia, a nascere con l obiettivo di operare per il recupero degli uomini che agiscono violenza nei rapporti con il genere femminile. Grazie alle attività svolte a partire dal 2009, il CAM presenta evidenze quantitativamente più rilevanti per ciò che concerne i contatti ricevuti e gli uomini presi in carico. Nel solo 54 Centro di Ascolto per uomini maltrattanti (CAM) di Firenze; Associazione LUI di Livorno; Associazione Nuovo Maschile di Pisa; Sportello di Ascolto per uomini maltrattanti (SAM) di Lucca. 69

68 2014, il centro ha ricevuto 212 contatti, diventati 111 nei primi sei mesi del 2015, mostrando quindi un dato relativo in crescita. Circa il 42-43% dei contatti è stato attivato dagli uomini violenti, mentre soprattutto nel 2014 si osserva un rilevante numero di contatti attivato dalla donna maltrattata o da un familiare di uno dei due componenti della coppia. Una quota importante di contatti ricevuti dal centro è rappresentata da soggetti quali i Servizi sociali territoriali, avvocati, psicologi o altri professionisti. Tab Numero contatti per tipologia di soggetto Contatti 2014 I semestre 2015 Uomo maltrattante Donna maltrattata 29 3 Uomo maltrattato 3 6 Familiare (della donna o dell uomo) 13 5 Altro (avvocati, psicologi, professionisti, servizi) Totale Entrando nel dettaglio dei contatti attivati dagli uomini violenti, l assoluta maggioranza di essi riguarda uomini italiani, residenti soprattutto in una delle province toscane, anche se non mancano contatti provenienti da altre regioni italiane, a conferma di come il centro rappresenti ormai uno dei punti di riferimento a livello nazionale rispetto agli interventi di recupero attivati nei confronti degli uomini che agiscono violenza. Tab Numero contatti uomini per Paese di origine Paese di origine 2014 I semestre 2015 Italia Romania 1 - Marocco 1 1 Albania 1 1 Egitto 1 - Filippine 1 - Serbia 1 Non rilevato 1 - Totale

69 Tab Numero contatti uomini per Regione/Provincia di residenza Territorio di residenza 2014 I semestre 2015 Toscana di cui Firenze Pistoia 5 3 Arezzo 3 6 Pisa 3 1 Prato 2 1 Livorno 2 1 Siena 2 2 Massa-Carrara 1 - Lucca 1 - Emilia-Romagna 8 2 Veneto 2 - Piemonte 1 1 Trentino Alto Adige 1 - Lombardia 6 1 Liguria 1 - Lazio 2 1 Umbria 3 2 Puglia 2 - Sicilia 1 - Non rilevato 1 6 Totale La distribuzione dei contatti ricevuti per fascia d età dell uomo mostra, nel 2014, una maggiore concentrazione nelle classi d età 31>40 e 41>50, mentre nel 2015 si è assistito ad una crescita dei contatti per uomini posti nella fascia d età più giovane, dai 18 ai 30 anni. 71

70 Tab Numero contatti uomini per fascia d età Età 2014 I semestre > > > > > Non rilevato Totale La tabella seguente mostra, invece, la professione degli uomini che hanno contattato il CAM, evidenziando la trasversalità del fenomeno violenza all interno delle diverse categorie sociali. Tab Numero contatti per professione dell uomo Professione 2014 I semestre 2015 Dipendente Forze dell ordine 3 1 Libero professionista 6 5 Operaio 12 6 Studente 4 - Pensionato - 1 Disoccupato 5 6 Non rilevato Totale Per quanto riguarda i contatti verso il CAM attivati dagli uomini violenti, la maggior parte di essi è da ricondurre all iniziativa spontanea da parte dell uomo, ma sono comunque rilevanti gli invii da parte di altri soggetti, i quali mostrano una tendenza alla crescita relativa nel corso dei primi sei mesi del 2015, rispetto a quanto invece osservato nel corso del

71 Tab Numero contatti per tipologia di invio Tipologia di invio 2014 I semestre 2015 Volontario (o spinto da compagna e/o famiglia) Professionista privato 7 8 Servizi (Servizi sociali, UEPE, Tribunali, Servizi sociali Carcere) 10 9 Professionisti ASL 5 3 Medici di base 1 - Centri antiviolenza - - Totale Nella maggior parte dei casi la relazione con la partner risulta ancora in essere, evidenziando come l iniziativa dell uomo di intraprendere un percorso di cambiamento del proprio comportamento violento possa essere ricondotto al tentativo di recuperare il proprio rapporto di coppia, anche considerando la presenza di figli all interno della coppia, nella maggior parte dei casi minorenni. Tab Tipo di relazione con la partner attuale Tipologia di relazione 2014 I semestre 2015 Convivente/fidanzato Sposato Ex convivente/ex fidanzato 11 6 Ex marito 10 2 Non rilevato 11 9 Totale Tab Presenza ed età di figli Presenza di figli 2014 I semestre 2015 Sì di cui Minorenni Maggiorenni 6 2 Minorenni/maggiorenni 5 2 Non rilevato - 2 No Non rilevato Totale

72 Per quanto riguarda la tipologia di violenza dichiarata dall uomo, la quasi totalità viene ricondotta a maltrattamenti di natura fisica perpetrati nei confronti della partner o della ex partner. Residuali, invece, i casi che vedono la presenza di altra forma di violenza o altra vittima rispetto alla partner. Tab Tipologia di violenza dichiarata dall uomo Tipo di violenza 2014 I semestre 2015 Violenza fisica contro la compagna/ex compagna Altra forma di violenza o altra vittima 2 2 Totale Rispetto agli 89 contatti ricevuti da uomini maltrattanti nel corso del 2014, 64 di essi si sono trasformati in veri e propri percorsi di recupero (pari al 72%), con la presa in carico da parte del centro. Nei primi sei mesi del 2015 la quota di percorsi attivati, rispetto ai contatti ricevuti, è stata nettamente più elevata, raggiungendo l 89,6%, con 43 prese in carico totali. Graf Presa in carico dell uomo a seguito del primo contatto. Numeri assoluti I semestre 2015 No Sì Con l attivazione del percorso di recupero nei confronti dell uomo, le operatrici e gli operatori del CAM avviano anche un rapporto nei confronti della partner, la quale viene contattata tre volte - all inizio del percorso, a metà e al termine - al fine di raccogliere maggiori informazioni, indirizzarla verso il Centro antiviolenza di zona e garantire una maggiore sicurezza in caso di rilevazione di un alto rischio di pericolo. Nel 2014 il Centro fiorentino ha così attivato contatti con 36 partner di uomini violenti, passati a 27 nei primi sei mesi del 2015, con una leggera crescita relativa rispetto al numero totale di casi presi in carico. 74

Violenza di genere in provincia di Siena Le domande di aiuto ai Centri Antiviolenza. Evoluzione del fenomeno e dinamiche recenti

Violenza di genere in provincia di Siena Le domande di aiuto ai Centri Antiviolenza. Evoluzione del fenomeno e dinamiche recenti Provincia di Siena Osservatorio Sociale Provinciale Violenza di genere in provincia di Siena Le domande di aiuto ai Centri Antiviolenza. Evoluzione del fenomeno e dinamiche recenti Moreno Toigo (OPS Siena)

Dettagli

Violenza di genere in provincia di Siena Le domande di aiuto ai Centri Antiviolenza. Evoluzione del fenomeno e dinamiche recenti

Violenza di genere in provincia di Siena Le domande di aiuto ai Centri Antiviolenza. Evoluzione del fenomeno e dinamiche recenti Provincia di Siena Osservatorio Sociale Provinciale Violenza di genere in provincia di Siena Le domande di aiuto ai Centri Antiviolenza. Evoluzione del fenomeno e dinamiche recenti Moreno Toigo (OPS Siena)

Dettagli

Report sul monitoraggio delle schede di primo accesso Violenza sulle donne

Report sul monitoraggio delle schede di primo accesso Violenza sulle donne Report sul monitoraggio delle schede di primo accesso Violenza sulle donne 24 novembre 2008 Indice ===================================================================================== PREMESSA... 5 1.

Dettagli

I NUMERI DELLE DONNE

I NUMERI DELLE DONNE 1. Donne accolte nelle strutture lombarde Anni 2002-2007-2009 2. Donne accolte nelle strutture lombarde per classi di età - Anno 2009 3. Donne accolte nelle strutture lombarde per nazionalità - Anno 2009

Dettagli

I processi decisionali all interno delle coppie

I processi decisionali all interno delle coppie 9 aprile 2003 I processi decisionali all interno delle coppie Nel 2001 l indagine Panel europeo sulle famiglie ha dedicato una particolare attenzione agli aspetti legati ai processi decisionali all interno

Dettagli

Comune di Jesi. Protocollo d intesa

Comune di Jesi. Protocollo d intesa Comune di Jesi Protocollo d intesa TRA LA PREFETTURA DI ANCONA, IL COMUNE DI JESI, LE FORZE DELL ORDINE, L UFFICIO SCOLASTICO PROVINCIALE, IL C.I.O.F., L ASUR ZONA TERRITORIALE 5, L AMBITO TERRITORIALE

Dettagli

Il volontariato: ruolo e impegni per la Conferenza dei Servizi

Il volontariato: ruolo e impegni per la Conferenza dei Servizi Il volontariato: ruolo e impegni per la Conferenza dei Servizi Rel. sig. Giancarlo Cavallin Volontarinsieme Coordinamento delle Associazioni di volontariato della provincia di Treviso. Gruppo Salute, ospedale

Dettagli

Comune di Rovigo Assessorato alle Pari opportunità

Comune di Rovigo Assessorato alle Pari opportunità Comune di Rovigo Assessorato alle Pari opportunità 8 marzo tutto l anno: bilancio di un anno di attività per le pari opportunità. Relazione dei progetti e delle attività svolte durante il 2008 dall amministrazione

Dettagli

R e g i o n e L a z i

R e g i o n e L a z i o R e g i o n e L a z i Titolo del Progetto o del programma: Siamo sicuri che si può lavorare sicuri Identificativo della linea o delle linee di intervento generale/i: Prevenzione degli eventi infortunistici

Dettagli

PROGETTO SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE INTERVENTI PER LA PRESA IN CARICO E IL TRATTAMENTO DI MINORI VITTIME DI ABUSO NELL AREA VASTA FIRENZE

PROGETTO SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE INTERVENTI PER LA PRESA IN CARICO E IL TRATTAMENTO DI MINORI VITTIME DI ABUSO NELL AREA VASTA FIRENZE Allegato B PROGETTO SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE INTERVENTI PER LA PRESA IN CARICO E IL TRATTAMENTO DI MINORI VITTIME DI ABUSO NELL AREA VASTA FIRENZE PREMESSA Negli ultimi anni l attenzione al disagio in generale,

Dettagli

DECRETI PRESIDENZIALI

DECRETI PRESIDENZIALI DECRETI PRESIDENZIALI DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 24 luglio 2014. Ripartizione delle risorse relative al «Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità» 2013-2014

Dettagli

ASSOCIAZIONE ONLUS TU SEI MIO FIGLIO

ASSOCIAZIONE ONLUS TU SEI MIO FIGLIO PROFILO DELL UTENZA E opportuno premettere che sono stati raccolti i dati relativi a 63 persone/famiglie, che si sono rivolte all associazione da fine 2009 ad oggi. Per alcune di queste, ai fini di fornire

Dettagli

VADEMECUM UFFICIO PACE

VADEMECUM UFFICIO PACE VADEMECUM UFFICIO PACE In questi ultimi anni, in molti comuni italiani, si è andata diffondendo la pratica dell istituzione di un ufficio pace. Ma che cosa sono questi uffici? E di cosa si occupano? Attraverso

Dettagli

7.2 Indagine di Customer Satisfaction

7.2 Indagine di Customer Satisfaction 7.2 Indagine di Customer Satisfaction Il campione L indagine è stata condotta su un campione a più stadi di 795 clienti TIEMME SpA (errore di campionamento +/ 2%) rappresentativo della popolazione obiettivo,

Dettagli

Quinto Rapporto sulla violenza di genere in Toscana

Quinto Rapporto sulla violenza di genere in Toscana Quinto Rapporto sulla violenza di genere in Toscana Daniela Bagattini e Valentina Pedani (Asel srl/ Osservatorio Sociale Provincia di Prato) Pisa, Auditorium Centro Polifunzionale Maccarrone 26 novembre

Dettagli

Terzo settore. risorsa economica e sociale del VCO

Terzo settore. risorsa economica e sociale del VCO risorsa economica e sociale del VCO TERZO SETTORE: risorsa economica e sociale per il territorio Il censimento 2011, a 10 anni di distanza dal precedente, ci restituisce informazioni che mettono in luce

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità

REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI. Art. 1 Finalità REGOLAMENTO PER LA PROMOZIONE DELLA SOLIDARIETA INTERNAZIONALE E DEI DIRITTI UMANI Art. 1 Finalità La Provincia di Genova, in attuazione di quanto previsto dal proprio Statuto, promuove la cultura della

Dettagli

IL CENTRO PARLA CON NOI

IL CENTRO PARLA CON NOI Pesaro, in via Diaz n. 10 Tel 0721 639014 1522 parlaconnoi@provincia.ps.it CARTA DEI SERVIZI del Centro Antiviolenza provinciale Parla Con Noi La Carta è lo strumento che permette ai cittadini il controllo

Dettagli

7.2 Indagine di Customer Satisfaction

7.2 Indagine di Customer Satisfaction 7.2 Indagine di Customer Satisfaction Il campione L indagine è stata condotta su un campione a più stadi di 373 clienti di Tiemme Spa sede operativa di Piombino (errore di campionamento +/- 2%) rappresentativo

Dettagli

S E N A T O D E L L A R E P U B B L I C A

S E N A T O D E L L A R E P U B B L I C A S E N A T O D E L L A R E P U B B L I C A X I I I L E G I S L A T U R A N. 207 D I S E G N O D I L E G G E d iniziativa dei senatori SALVATO e CARCARINO COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 9 MAGGIO 1996 Norme

Dettagli

ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO

ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO ISTITUTO STATALE D ISTRUZIONE SUPERIORE F. BESTA MILANO PROTOCOLLO DI ACCOGLIENZA PER ALUNNI STRANIERI INDICE: PREMESSA 1. FINALITA 2. CONTENUTI 3. LA COMMISSIONE ACCOGLIENZA 4. PRIMA FASE DI ACCOGLIENZA

Dettagli

L età dei vincitori La presenza femminile. L età dei vincitori La presenza femminile. Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato

L età dei vincitori La presenza femminile. L età dei vincitori La presenza femminile. Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato Premessa Corso-concorso ordinario L età dei vincitori La presenza femminile Corso-concorso riservato L età dei vincitori La presenza femminile Confronto tra il concorso ordinario ed il concorso riservato

Dettagli

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche

Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche Osservatorio24 def 27-02-2008 12:49 Pagina 7 Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO 2.1 La produzione industriale e i prezzi alla produzione Nel 2007 la produzione industriale

Dettagli

Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ASIA Istat. Tabella 2: Imprese per attività economica Lombardia

Fonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ASIA Istat. Tabella 2: Imprese per attività economica Lombardia IL SISTEMA PRODUTTIVO LOMBARDO NEL 2006 SECONDO IL REGISTRO STATISTICO ASIA (giugno 2009) Secondo il registro statistico delle imprese attive e delle loro unità locali (ASIA Imprese e Unità locali) sono

Dettagli

il PRSS individua tra le misure da attuare per il miglioramento della sicurezza stradale le seguenti azioni:

il PRSS individua tra le misure da attuare per il miglioramento della sicurezza stradale le seguenti azioni: REGIONE PIEMONTE BU1 05/01/2012 Deliberazione della Giunta Regionale 28 novembre 2011, n. 117-3019 Approvazione dello schema di Protocollo di Intenti fra la Regione Piemonte e la Fondazione A.N.I.A. (Associazione

Dettagli

CARTA DEI SERVIZI. Premessa:

CARTA DEI SERVIZI. Premessa: CARTA DEI SERVIZI Premessa: La Carta dei Servizi è uno strumento utile al cittadino per essere informato sulle caratteristiche del servizio offerto, sulla organizzazione degli uffici comunali, sugli standards

Dettagli

TRA PREMESSO. che la causa alla base della violenza contro le donne è la discriminazione che nega pari diritti a uomini e donne;

TRA PREMESSO. che la causa alla base della violenza contro le donne è la discriminazione che nega pari diritti a uomini e donne; PROTOCOLLO D INTESA PER LA PROMOZIONE DI STRATEGIE CONDIVISE FINALIZZATE ALLA PREVENZIONE ED AL CONTRASTO DEL FENOMENO DELLA VIOLENZA NEI CONFRONTI DELLE DONNE. TRA L Amministrazione Provinciale di Cuneo,

Dettagli

L'analisi del fenomeno della violenza attraverso le rilevazioni dell'istat

L'analisi del fenomeno della violenza attraverso le rilevazioni dell'istat L'analisi del fenomeno della violenza attraverso le rilevazioni dell'istat Maria Giuseppina Muratore Pisa, 26 novembre 2013 Gli omicidi di donne: un quadro costante nel tempo Gli omicidi risultano in forte

Dettagli

Rapporto dal Questionari Insegnanti

Rapporto dal Questionari Insegnanti Rapporto dal Questionari Insegnanti SCUOLA CHIC81400N N. Docenti che hanno compilato il questionario: 60 Anno Scolastico 2014/15 Le Aree Indagate Il Questionario Insegnanti ha l obiettivo di rilevare la

Dettagli

Alcune Linee Guida per l affidamento di appalti di servizi e forniture agli organismi della cooperazione sociale

Alcune Linee Guida per l affidamento di appalti di servizi e forniture agli organismi della cooperazione sociale Alcune Linee Guida per l affidamento di appalti di servizi e forniture agli organismi della cooperazione sociale 1. Premessa. A partire dalle indicazione della Giunta Comunale, il Settore Lavori Pubblici

Dettagli

Guida sintetica per gli operatori Sei UGL e Patronato ENAS Il Permesso di soggiorno e la Carta di soggiorno

Guida sintetica per gli operatori Sei UGL e Patronato ENAS Il Permesso di soggiorno e la Carta di soggiorno Guida sintetica per gli operatori Sei UGL e Patronato ENAS Il Permesso di soggiorno e la Carta di soggiorno Gli utenti a cui possiamo fornire assistenza, tramite il sito internet www.portaleimmigrazione.it,

Dettagli

4 I LAUREATI E IL LAVORO

4 I LAUREATI E IL LAVORO 4I LAUREATI E IL LAVORO 4 I LAUREATI E IL LAVORO La laurea riduce la probabilità di rimanere disoccupati dopo i 30 anni L istruzione si rivela sempre un buon investimento a tutela della disoccupazione.

Dettagli

REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE. della Regione

REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE. della Regione REGOLAMENTO CONVOL REGIONALE della Regione Art. 1 Costituzione E costituita su delibera della ConVol nazionale la Rete regionale ConVol della Regione come articolazione regionale della ConVol nazionale,

Dettagli

SERVIZI E INTERVENTI SOCIALI PER BAMBINI, RAGAZZI E FAMIGLIE

SERVIZI E INTERVENTI SOCIALI PER BAMBINI, RAGAZZI E FAMIGLIE SERVIZI E INTERVENTI SOCIALI PER BAMBINI, RAGAZZI E FAMIGLIE Rapporto sui dati delle Zone sociosanitarie/società della salute della Regione Toscana Anni 2007-2009 GENNAIO 2011 INDICE Nota metodologica

Dettagli

Disegno di Legge Regionale. Norme per contrastare e prevenire la violenza di genere. Art.1 Principi

Disegno di Legge Regionale. Norme per contrastare e prevenire la violenza di genere. Art.1 Principi Disegno di Legge Regionale Norme per contrastare e prevenire la violenza di genere Art.1 Principi La Regione Sicilia, in attuazione dei principi della Costituzione e delle leggi vigenti, delle risoluzioni

Dettagli

Realizzazione a cura di Vittorio Rossin. Assessore alla Statistica Egidio Longoni. Dirigente dell Ufficio Statistica e Studi Eugenio Recalcati

Realizzazione a cura di Vittorio Rossin. Assessore alla Statistica Egidio Longoni. Dirigente dell Ufficio Statistica e Studi Eugenio Recalcati L informazione statistica Deve essere considerata Dalla Pubblica Amministrazione Come una risorsa essenziale per operare meglio E con trasparenza, in modo tale da essere Strumento di controllo sociale

Dettagli

OSSERVATORIO 2013 DELLA CITTA DI BOLZANO CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE

OSSERVATORIO 2013 DELLA CITTA DI BOLZANO CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE OSSERVATORIO 2013 DELLA CITTA DI BOLZANO CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE A distanza di ormai 5 anni, era infatti il mese di marzo 2009 quando ha iniziato i suoi lavori, è attiva sul territorio cittadino la

Dettagli

Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE

Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE Women In Development UN MODELLO EUROPEO PER LO SVILUPPO LOCALE GENDER ORIENTED PIANO DI COMUNICAZIONE Introduzione Il progetto W.In D. (Women In Development) si inserisce nelle attività previste e finanziate

Dettagli

REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE

REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE REGOLAMENTO AFFIDO FAMILIARE 2000 Adottato con deliberazione del Consiglio comunale n. 86 del 29 settembre ARTICOLO 1 - RIFERIMENTI LEGISLATIVI L affido è disposto dal Comune, o chi da esso delegato, in

Dettagli

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) COMUNE DI RAVENNA Il sistema di valutazione delle posizioni del personale dirigente GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI) Ravenna, Settembre 2004 SCHEMA DI SINTESI PER LA

Dettagli

LA RETE LOCALE PER LE VITTIME DI VIOLENZA

LA RETE LOCALE PER LE VITTIME DI VIOLENZA LA RETE LOCALE PER LE VITTIME DI VIOLENZA Relatrice dott.ssa M.Milano Vicepresidente Me.Dea Associazione di Promozione Sociale di Contrasto alla Violenza Contro la Donna ME.DEA UN TASSELLO DELLA RETE Ogni

Dettagli

PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE

PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE PARTIAMO DA ALCUNE DOMANDE Esiste l immagine del disabile intellettivo come persona adulta nella mia mente? Quali sono i maggiori ostacoli che i famigliari/ operatori incontrano nella costruzione di un

Dettagli

IL CAPOLUOGO AL MICROSCOPIO

IL CAPOLUOGO AL MICROSCOPIO IL CAPOLUOGO AL MICROSCOPIO Il Servizio Statistica della Provincia di Mantova coltiva il progetto di costituire una banca dati provinciale di provenienza anagrafica che non vuole divenire una duplicazione

Dettagli

LA FORMAZIONE PROFESSIONALE

LA FORMAZIONE PROFESSIONALE LA FORMAZIONE PROFESSIONALE I corsi di formazione professionale permettono di integrare le conoscenze scolastiche o di acquisire nuove conoscenze e competenze in ambiti diversi dall indirizzo di studio

Dettagli

FORMAZIONE E PRESCRIZIONI PER GLI UTILIZZATORI, I DISTRIBUTORI E I CONSULENTI (ARTICOLI 7, 8, 9 E 10 DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 150/2012).

FORMAZIONE E PRESCRIZIONI PER GLI UTILIZZATORI, I DISTRIBUTORI E I CONSULENTI (ARTICOLI 7, 8, 9 E 10 DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 150/2012). FORMAZIONE E PRESCRIZIONI PER GLI UTILIZZATORI, I DISTRIBUTORI E I CONSULENTI (ARTICOLI 7, 8, 9 E 10 DEL DECRETO LEGISLATIVO N. 150/2012). INTRODUZIONE In Italia il sistema di formazione, di base e di

Dettagli

La popolazione in età da 0 a 2 anni residente nel comune di Bologna. Dicembre 2015

La popolazione in età da 0 a 2 anni residente nel comune di Bologna. Dicembre 2015 La popolazione in età da 0 a 2 anni residente nel comune di Bologna Dicembre 2015 La presente nota è stata realizzata da un gruppo di lavoro dell Area Programmazione, Controlli e Statistica coordinato

Dettagli

5 La popolazione disabile

5 La popolazione disabile 5 La popolazione disabile Problematiche inerenti alle fonti dei dati sulla disabilità L Osservatorio per le politiche sociali dell Amministrazione Provinciale ha intrapreso un complesso lavoro di censimento

Dettagli

Allegato A. Regione Marche Giunta Regionale DGR n. 1144 del 5/10/2004. Obiettivo 3 FSE 2000-2006

Allegato A. Regione Marche Giunta Regionale DGR n. 1144 del 5/10/2004. Obiettivo 3 FSE 2000-2006 Allegato A Regione Marche Giunta Regionale DGR n. 1144 del 5/10/2004 Obiettivo 3 FSE 2000-2006 Decima integrazione alle linee guida per la gestione del POR 1 Intervento sperimentale: voucher per attività

Dettagli

6.1 L occupazione femminile

6.1 L occupazione femminile 6.1 L occupazione femminile E oramai noto come la presenza femminile sul mercato del lavoro sia notevolmente cresciuta nell ultimo decennio. La società in trasformazione ha registrato così un importante

Dettagli

Circolare N.24 del 07 Febbraio 2013. Sicurezza sul lavoro. Obblighi e scadenze

Circolare N.24 del 07 Febbraio 2013. Sicurezza sul lavoro. Obblighi e scadenze Circolare N.24 del 07 Febbraio 2013 Sicurezza sul lavoro. Obblighi e scadenze Sicurezza sul lavoro: obblighi e scadenze Gentile cliente, con la presente desideriamo informarla che, il D.Lgs n. 81/2008

Dettagli

Tasso di occupazione per fasce di età. Provincia di Piacenza, 2009 90,3 83,1 77,7 27,6 16,4. 15-24 anni. 25-34 anni. 45-54 anni.

Tasso di occupazione per fasce di età. Provincia di Piacenza, 2009 90,3 83,1 77,7 27,6 16,4. 15-24 anni. 25-34 anni. 45-54 anni. La situazione occupazionale dei giovani in provincia di Piacenza Premessa Una categoria di soggetti particolarmente debole nel mercato del lavoro è rappresentata, di norma, dai lavoratori di età più giovane

Dettagli

LA VIOLENZA SULLE DONNE

LA VIOLENZA SULLE DONNE comunicato stampa LA VIOLENZA SULLE DONNE 40 i casi seguiti dalla rete del distretto ceramico nel 2012 Ad un anno della firma del protocollo, si rafforza l impegno degli Enti locali Sono 40 i casi di violenza

Dettagli

Art. 1 (Finalità) Art. 2 (Funzioni della Regione)

Art. 1 (Finalità) Art. 2 (Funzioni della Regione) LEGGE REGIONE MARCHE 11 NOVEMBRE 2008, N. 32 Art. 1 (Finalità) Art. 2 (Funzioni della Regione) Art. 3 (Istituzione del Forum permanente) Art. 4 (Iniziative di prevenzione) Art. 5 (Informazione) Art. 6

Dettagli

Indicatori di realizzazione finanziaria SPESE DI FUNZIONAMENTO. Capacità d'impegno

Indicatori di realizzazione finanziaria SPESE DI FUNZIONAMENTO. Capacità d'impegno CDR 8 Pari opportunità MISSIONE 001 Organi Costituzionali a rilevanza Costituzionale e Presidenza del Consiglio dei Ministri Programma 003 Presidenza del Consiglio dei Ministri MISSIONE 024 Diritti Sociali,

Dettagli

L INDAGINE TECNOBORSA 2004: LE FAMIGLIE ITALIANE E IL MERCATO IMMOBILIARE - IL RICORSO ALLE ASTE IMMOBILIARI E AI MUTUI

L INDAGINE TECNOBORSA 2004: LE FAMIGLIE ITALIANE E IL MERCATO IMMOBILIARE - IL RICORSO ALLE ASTE IMMOBILIARI E AI MUTUI L INDAGINE TECNOBORSA 2004: LE FAMIGLIE ITALIANE E IL MERCATO IMMOBILIARE - IL RICORSO ALLE ASTE IMMOBILIARI E AI MUTUI a cura di Giovanni Chessa e Alice Ciani Centro Studi sull Economia Immobiliare di

Dettagli

Padri e madri dedicano più tempo ai figli

Padri e madri dedicano più tempo ai figli Seminario. Analisi e riflessioni a partire da una ricerca Istat sui padri in Italia Padri e madri: tempi e ruoli Linda Laura Sabbadini Direttore Centrale Istat Università Cattolica del Sacro Cuore Milano,

Dettagli

I Servizi della Provincia di Rimini. a favore delle donne in difficoltà. e per il contrasto. della violenza di genere

I Servizi della Provincia di Rimini. a favore delle donne in difficoltà. e per il contrasto. della violenza di genere I Servizi della Provincia di Rimini a favore delle donne in difficoltà e per il contrasto della violenza di genere Servizio Per Lei accompagnamento ed inclusione sociale per donne in difficoltà Come noto,

Dettagli

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE N. 354. Norme sull informazione e sull educazione sessuale nelle scuole. Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati

CAMERA DEI DEPUTATI PROPOSTA DI LEGGE N. 354. Norme sull informazione e sull educazione sessuale nelle scuole. Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati CAMERA DEI DEPUTATI N. 354 PROPOSTA DI LEGGE d iniziativa del deputato ALBERTA DE SIMONE Norme sull informazione e sull educazione sessuale nelle scuole Presentata

Dettagli

Andrea Petromilli Ordine degli Psicologi del Veneto. andrea.petromilli@psyveneto.it

Andrea Petromilli Ordine degli Psicologi del Veneto. andrea.petromilli@psyveneto.it L Ordine degli Psicologi del Veneto ed il processo di valutazione del rischio stress nella prospettiva delle azioni di miglioramento e lo sviluppo del benessere organizzativo. Andrea Petromilli Ordine

Dettagli

Analisi dati del Personale

Analisi dati del Personale Allegato A Analisi dati del Personale L analisi dell attuale situazione del personale dipendente in servizio, presenta il seguente quadro di raffronto tra la situazione di uomini e donne lavoratori: FOTOGRAFIA

Dettagli

NOTE DI COMMENTO AI DATI DEGLI INTERVENTI DELLA FONDAZIONE ANTIUSURA: DAL 1 GENNAIO AL 31 DICEMBRE 2006

NOTE DI COMMENTO AI DATI DEGLI INTERVENTI DELLA FONDAZIONE ANTIUSURA: DAL 1 GENNAIO AL 31 DICEMBRE 2006 NOTE DI COMMENTO AI DATI DEGLI INTERVENTI DELLA FONDAZIONE ANTIUSURA: DAL 1 GENNAIO AL 31 DICEMBRE 2006 Le persone che hanno usufruito degli interventi, sia con risorse proprie della Fondazione, e sia

Dettagli

PROVINCIA DI MATERA. Regolamento per il funzionamento. dell Ufficio Relazioni con il Pubblico della Provincia di Matera

PROVINCIA DI MATERA. Regolamento per il funzionamento. dell Ufficio Relazioni con il Pubblico della Provincia di Matera PROVINCIA DI MATERA Regolamento per il funzionamento dell Ufficio Relazioni con il Pubblico della Provincia di Matera SOMMARIO Art. 1 Principi generali Art. 2 Finalità e funzioni dell Ufficio Relazioni

Dettagli

SCHEDA DI RILEVAZIONE

SCHEDA DI RILEVAZIONE Allegato 3 RICERCA: SCUOLA ED IMMIGRAZIONE SCHEDA DI RILEVAZIONE PROGETTO OSSERVATORIO PERMANENTE SULLA CONDIZIONE DEGLI IMMIGRATI E SULLO STATO DEI PROCESSI DI ACCOGLIENZA E DI INTEGRAZIONE NELLE REGIONI

Dettagli

In convenzione con DELLA TOSCANA $ $ 5 ( *2 / $ 0(172

In convenzione con DELLA TOSCANA $ $ 5 ( *2 / $ 0(172 81,9(56,7 '(*/,678',',6,(1$ ',3$57,0(172',',5,772'(// (&2120,$ )$&2/7 ',(&2120,$³5,&+$5'0*22':,1 In convenzione con UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PISA DIPARTIMENTO DI DIRITTO PUBBLICO AGENZIA DELLE ENTRATE

Dettagli

NON CHIUDERE UN OCCHIO. La violenza domestica si deve prevenire si può prevenire

NON CHIUDERE UN OCCHIO. La violenza domestica si deve prevenire si può prevenire La violenza domestica si deve prevenire si può prevenire Perché questo progetto? La violenza domestica o intrafamiliare è una violenza di genere (il più delle volte le vittime sono le donne, i responsabili

Dettagli

5. IL PC E INTERNET NELLE DIVERSE TIPOLOGIE FAMILIARI

5. IL PC E INTERNET NELLE DIVERSE TIPOLOGIE FAMILIARI 5. IL PC E INTERNET NELLE DIVERSE TIPOLOGIE FAMILIARI 5.1 Considerazioni generali Il livello di informatizzazione delle famiglie toscane è stato esaminato, oltre che sulla base del territorio, anche tenendo

Dettagli

1. Sei anni di Fondazione

1. Sei anni di Fondazione Relazione tecnica sui primi 6 anni di attività della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime dei reati presentata in occasione dell Assemblea dei Soci di novembre 2011 Contenuti del documento 1. 6

Dettagli

ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO

ASSOCIAZIONE DI VOLONTARIATO RELAZIONE DELLE ATTIVITA SVOLTE DAL 01 GIUGNO 2014 AL 31 OTTOBRE 2014 NEL CENTRO DI AGGREGAZIONE SOCIO-SANITARIO DIURNO POLIVALENTE FONDAZIONE ANTHONY CAMPITELLI QUALE AMMORTIZZATORE SOCIALE E SANITARIO

Dettagli

I redditi 2012 dichiarati dalle cittadine e dai cittadini di Bologna. Alcune disuguaglianze fra generazioni, generi, nazionalità e territori

I redditi 2012 dichiarati dalle cittadine e dai cittadini di Bologna. Alcune disuguaglianze fra generazioni, generi, nazionalità e territori I redditi 2012 dichiarati dalle cittadine e dai cittadini di Bologna Alcune disuguaglianze fra generazioni, generi, nazionalità e territori 18 settembre 2014 A Bologna nel 2012 quasi 296.000 contribuenti

Dettagli

Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014

Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014 Risultati dell indagine sul benessere dei dipendenti 2014 (art. 14 comma 5 - d.lgs 150/2009) sintesi dati Generali, per Area e tipologia di dipendente Le Amministrazioni pubbliche, nella prospettiva di

Dettagli

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE

L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE L ATI composta da Associazione Nuovi Lavori e BIC Puglia s.c.a.r.l., nell ambito del progetto URLO Una rete per le opportunità, PROMUOVE un PROTOCOLLO D INTESA tra CONSIGLIERA PARITÀ PROVINCIALE DONNE

Dettagli

Draft sulla lettura dei risultati italiani dell indagine ALL (Adult literacy and Life skills) Aree geografiche a confronto

Draft sulla lettura dei risultati italiani dell indagine ALL (Adult literacy and Life skills) Aree geografiche a confronto Draft sulla lettura dei risultati italiani dell indagine ALL (Adult literacy and Life skills) Aree geografiche a confronto L indagine internazionale ALL raccoglie elementi importanti che riguardano la

Dettagli

SALUTE SUL LAVORO E BENESSERE ORGANIZZATIVO: OBBLIGHI ED OPPORTUNITÀ PER LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE. IL RUOLO DEI CUG

SALUTE SUL LAVORO E BENESSERE ORGANIZZATIVO: OBBLIGHI ED OPPORTUNITÀ PER LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE. IL RUOLO DEI CUG SALUTE SUL LAVORO E BENESSERE ORGANIZZATIVO: OBBLIGHI ED OPPORTUNITÀ PER LE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE. IL RUOLO DEI CUG Aldo Monea Avvocato e professore univers. a contratto Brescia, 23 settembre 2011

Dettagli

«FAMILY ANGELS intende promuovere azioni positive volte a:

«FAMILY ANGELS intende promuovere azioni positive volte a: «FAMILY ANGELS intende promuovere azioni positive volte a: Rispondere ai bisogni di conciliazione dei tempi di vita e lavoro proponendo forme di autorganizzazione; Favorire la richiesta di flessibilità

Dettagli

RACCOMANDAZIONE N. R (91) 10 DEL COMITATO DEI MINISTRI AGLI STATI MEMBRI SULLA COMUNICAZIONE A TERZI DI DATI PERSONALI DETENUTI DA ORGANISMI PUBBLICI

RACCOMANDAZIONE N. R (91) 10 DEL COMITATO DEI MINISTRI AGLI STATI MEMBRI SULLA COMUNICAZIONE A TERZI DI DATI PERSONALI DETENUTI DA ORGANISMI PUBBLICI CONSIGLIO D EUROPA RACCOMANDAZIONE N. R (91) 10 DEL COMITATO DEI MINISTRI AGLI STATI MEMBRI SULLA COMUNICAZIONE A TERZI DI DATI PERSONALI DETENUTI DA ORGANISMI PUBBLICI (adottata dal Comitato dei Ministri

Dettagli

REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL BUONO SOCIALE ANZIANI

REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL BUONO SOCIALE ANZIANI SETTEMBRE 2008 REGOLAMENTO PER L EROGAZIONE DEL BUONO SOCIALE ANZIANI Relazione tecnica Il presente regolamento è lo strumento di cui si sono dotati i Comuni del Distretto 5, secondo quanto previsto dalla

Dettagli

Centro Polifunzionale di Gavirate. Centro di Accoglienza di Cittiglio. Fondazione FELICITA MORANDI. Associazione IL PASSO onlus

Centro Polifunzionale di Gavirate. Centro di Accoglienza di Cittiglio. Fondazione FELICITA MORANDI. Associazione IL PASSO onlus Centro di Accoglienza di Cittiglio Centro Polifunzionale di Gavirate Fondazione FELICITA MORANDI Associazione IL PASSO onlus Luglio 2012 FONDAZIONE FELICITA MORANDI Servizi e interventi a favore dei minori

Dettagli

Progetto TelePAT Attività di monitoraggio marzo 2014. A cura del gruppo di lavoro TelePAT

Progetto TelePAT Attività di monitoraggio marzo 2014. A cura del gruppo di lavoro TelePAT Progetto TelePAT Attività di monitoraggio marzo 2014 A cura del gruppo di lavoro TelePAT L articolazione del sistema di monitoraggio Focalizzare i punti di forza e le aree di miglioramento Verificare lo

Dettagli

Sostegno e Accompagnamento Educativo

Sostegno e Accompagnamento Educativo Sostegno e Accompagnamento Educativo 1. Definizione La prestazione sostegno e accompagnamento educativo consiste nel fornire sia un supporto e una consulenza ai genitori nello svolgimento della loro funzione

Dettagli

ASSISTENZA SOCIALE PER LE DONNE MALTRATTATE

ASSISTENZA SOCIALE PER LE DONNE MALTRATTATE ASSISTENZA SOCIALE PER LE DONNE MALTRATTATE Relatrice: Prof.ssa Olivia Bonardi Tesi di Laurea di: Francesca Savoldini ABSTRACT La violenza nei confronti delle donne è un problema sociale diffuso ed importante

Dettagli

LINEA DIRETTA CON ANFFAS

LINEA DIRETTA CON ANFFAS LINEA DIRETTA CON ANFFAS SONDAGGIO TELEFONICO Com è nata l idea del Sondaggio? Il sondaggio nasce dall esigenza, fortemente avvertita nel corso degli ultimi anni, da Anffas Nazionale di trovare un modo

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA. Tra

PROTOCOLLO D INTESA. Tra PROTOCOLLO D INTESA Tra UNAR Ufficio Nazionale per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull origine etnica PROVINCIA DI MANTOVA E COMUNE

Dettagli

COMUNE DI POGGIO A CAIANO

COMUNE DI POGGIO A CAIANO COMUNE DI POGGIO A CAIANO (Provincia di Prato) ACCORDO TRA IL COMUNE DI POGGIO A CAIANO E LE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO AUSER, ANTEA E ADA PER L INSERIMENTO DI ANZIANI, PENSIONATI O IN ETA PENSIONABILE,

Dettagli

Registro delle associazioni e degli enti che operano a favore degli immigrati - Prima sezione Attività 2014

Registro delle associazioni e degli enti che operano a favore degli immigrati - Prima sezione Attività 2014 Direzione Generale dell Immigrazione e delle Politiche di Integrazione Divisione II Registro delle associazioni e degli enti che operano a favore degli immigrati - Prima sezione Attività 2014 A cura della

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE DI INTERVENTI DI PROMOZIONE DEI DIRITTI UMANI E DELLA CULTURA DI PACE

PROGRAMMA TRIENNALE DI INTERVENTI DI PROMOZIONE DEI DIRITTI UMANI E DELLA CULTURA DI PACE CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO (SETTIMA LEGISLATURA) PROGRAMMA TRIENNALE DI INTERVENTI DI PROMOZIONE DEI DIRITTI UMANI E DELLA CULTURA DI PACE PERIODO 2004-2006 * Allegato alla deliberazione consiliare

Dettagli

Report finale sportello Ricomincio da qui

Report finale sportello Ricomincio da qui Report finale sportello Ricomincio da qui Contesto generale del progetto Ricomincio da qui Lo sportello Ricomincio da qui offre supporto e sostegno a tutti coloro che sono residenti a Spinea e cercano

Dettagli

Un manifesto di Cna per dare più forza e più voce ai nuovi professionisti

Un manifesto di Cna per dare più forza e più voce ai nuovi professionisti Un manifesto di Cna per dare più forza e più voce ai nuovi professionisti Sono circa 10.000 in provincia di Bologna Sondaggio tra gli iscritti Cna: sono laureati e soddisfatti della loro autonomia Rivendicano

Dettagli

DOTE SCUOLA - Percorsi di Istruzione

DOTE SCUOLA - Percorsi di Istruzione DOTE SCUOLA - Percorsi di Istruzione Componenti : Buono Scuola, Disabilità, Integrazione al reddito Destinatari Studenti residenti in Lombardia, iscritti e frequentanti corsi a gestione ordinaria presso

Dettagli

REGOLAMENTO PER GLI STAGE

REGOLAMENTO PER GLI STAGE REGOLAMENTO PER GLI STAGE emanato con D.R. n. 5146 del 2000, successivamente modificato con D.R. n. 9 del 16 gennaio 2007 e D.R. n. 198 del 29 novembre 2011 1/5 ART. 1 Ambito di applicazione 1.1 Il presente

Dettagli

La violenza di genere in provincia di Pisa

La violenza di genere in provincia di Pisa La violenza di genere in provincia di Pisa V REPORT DI MONITORAGGIO sulle schede di primo accesso delle donne vittime di violenza Novembre 2012 PROVINCIA DI PISA Servizio sistemi informativi, studi e statistica

Dettagli

Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro

Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro ISTAT 17 gennaio 2002 Monitoraggio sulla conversione dei prezzi al consumo dalla Lira all Euro Nell ambito dell iniziativa di monitoraggio, avviata dall Istat per analizzare le modalità di conversione

Dettagli

OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO TERRITORIALE AREA DIPENDENZA DA ALCOL. - Monitoraggio epidemiologico 2004-2012 -

OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO TERRITORIALE AREA DIPENDENZA DA ALCOL. - Monitoraggio epidemiologico 2004-2012 - OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO TERRITORIALE AREA DIPENDENZA DA ALCOL - Monitoraggio epidemiologico 2004-2012 - A cura dell Osservatorio Epidemiologico Territoriale delle Dipendenze, ASL di Brescia OSSERVATORIO

Dettagli

3. Passando all illustrazione di dettaglio dell articolato si precisa quanto segue.

3. Passando all illustrazione di dettaglio dell articolato si precisa quanto segue. DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONCERNENTE REGOLAMENTO RECANTE DISCIPLINA DELL'ELENCO DEI FUNZIONARI INTERNAZIONALI DI CITTADINANZA ITALIANA, A NORMA DELL'ARTICOLO 2, COMMA 7, DELLA LEGGE 17 DICEMBRE

Dettagli

R e s p o n s a b i l i t à S o c i a l e

R e s p o n s a b i l i t à S o c i a l e R e s p o n s a b i l i t à S o c i a l e Introduzione alla SA 8000 Nel 2013 Carimali ha deciso di intraprendere l ambizioso cammino di certificazione del proprio Sistema di Responsabilità Sociale seguendo

Dettagli

CONVENZIONE SUI SERVIZI SANITARI SUL LAVORO 1

CONVENZIONE SUI SERVIZI SANITARI SUL LAVORO 1 Convenzione 161 CONVENZIONE SUI SERVIZI SANITARI SUL LAVORO 1 La Conferenza generale dell Organizzazione Internazionale del Lavoro, Convocata a Ginevra dal Consiglio di Amministrazione dell Ufficio Internazionale

Dettagli

1 Università di Trento ed Euricse 2 Università dell Insubria, Varese

1 Università di Trento ed Euricse 2 Università dell Insubria, Varese Nel corso degli ultimi anni diversi studiosi e responsabili di importanti istituzioni hanno sostenuto che le cooperative hanno reagito alla crisi in corso meglio delle altre forme di impresa. La maggior

Dettagli

ACCOGLIENZA PER BAMBINE e BAMBINI ADOTTATI NELLE SCUOLE

ACCOGLIENZA PER BAMBINE e BAMBINI ADOTTATI NELLE SCUOLE ACCOGLIENZA PER BAMBINE e BAMBINI ADOTTATI NELLE SCUOLE Linee guida per genitori ed insegnanti Conoscere per accogliere I minori adottati nella provincia di Bolzano 478 negli ultimi 10 anni 30 nuove adozioni

Dettagli

Criteri di selezione del collettivo e definizioni

Criteri di selezione del collettivo e definizioni Appendice A Criteri di selezione del collettivo e definizioni Introduzione L indagine sull integrazione sociale delle persone con disabilità è stata realizzata nell ambito del progetto Sistema di Informazione

Dettagli

Ministero dello Sviluppo Economico

Ministero dello Sviluppo Economico Ministero dello Sviluppo Economico DIPARTIMENTO PER L IMPRESA E L INTERNAZIONALIZZAZIONE DIREZIONE GENERALE PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE E GLI ENTI COOPERATIVI Div. VIII PMI e Artigianato Indagine su

Dettagli

RIPOSI E PERMESSI PER LAVORATORI PORTATORI DI HANDICAP E PER FAMILIARI CHE ASSISTONO PORTATORI DI HANDICAP LAVORATORE PORTATORE DI HANDICAP

RIPOSI E PERMESSI PER LAVORATORI PORTATORI DI HANDICAP E PER FAMILIARI CHE ASSISTONO PORTATORI DI HANDICAP LAVORATORE PORTATORE DI HANDICAP RIPOSI E PERMESSI PER LAVORATORI PORTATORI DI HANDICAP E PER FAMILIARI CHE ASSISTONO PORTATORI DI HANDICAP LAVORATORE PORTATORE DI HANDICAP La persona handicappata maggiorenne in situazione di gravità

Dettagli