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1 VALUTAZIONE E REALIZZAZIONE DI PROGRAMMI DI PREVENZIONE DEL SUICIDIO CON IL CONTRIBUTO DEGLI STAKEHOLDER II e III anno Responsabile scientifico : Dr. Emanuele Toniolo Direttore Dipartimento Salute Mentale Azienda ULSS 18- Rovigo 1

2 Premessa Il presupposto di partenza del progetto è la necessità di porre attenzione ai temi della prevenzione del suicidio nel territorio Polesano dove si registra una mortalità di 10,2 casi (dati dal 2003 al 2007) a fronte di un dato nazionale di 6 casi ogni abitanti per anno. Il numero di tentativi di suicidio che giungono all attenzione dei Servizi Sanitari (Pronto Soccorso, Servizi Psichiatrici, ) è di 34,4 casi ogni abitanti per anno (dati relativi al triennio ) nel territorio dell USSL 18 (Alto e Medio-Polesine). L analisi sui rischi del comportamento suicidario evidenzia anche nella realtà locale i principali fattori epidemiologici: l età anziana, la presenza di problemi socio-economici, precedenti tentativi autolesivi, malattie mentali e abuso di alcool o sostanze illecite. Inoltre, come emerge nella letteratura scientifica, si individua l adolescenza e la giovane età come una fase della vita particolarmente delicata e con tassi di suicidio in aumento negli anni recenti. Il progetto pone attenzione al punto di vista degli stakeholder che vengono visti come risorsa fondamentale sul territorio per la definizione, la diffusione e la divulgazione del progetto e delle conoscenze nel campo. Gli stakeholder sono definiti come agenti di primo livello (non legati a interventi specialistici) che vengono a contatto con la popolazione interessata per motivi differenti (Medici di Medicina Generale, Istituzioni Pubbliche, Insegnanti, Associazioni di Volontariato, Operatori Sanitari, ecc.). Stato di avanzamento del progetto al termine della I fase (anno 2009): Come previsto dal cronoprogramma del progetto, nel corso del primo anno di lavoro è stato costituito un Comitato di Progetto, formato dai rappresentanti delle istituzioni che hanno aderito, e di un Comitato Scientifico formato dagli specialisti dei DSM delle ULSS interessate e da un consulente suicidologo esterno. Durante i primi incontri del Comitato di progetto sono state individuate le tre aree su cui effettuare l intervento, sulla base delle evidenze epidemiologiche e della effettiva fattibilità. Le tre aree individuate sono state: 1. ADOLESCENTI 2. ANZIANI 3. SOGGETTI CHE HANNO GIA TENTATO IL SUICIDIO Successivamente, due ricercatori (uno psichiatra e un epidemiologo) hanno selezionato nella letteratura nazionale e internazionale 8-9 progetti che si sono dimostrati efficaci per ognuna delle tre aree. Quindi, questi progetti sono stati discussi in sette focus-group (2 per ogni area e, per la terza area, un gruppo in più costituito da soggetti con precedenti tentativi) condotti da psichiatri e psicologi del Dipartimento di Salute Mentale opportunamente formati. E quindi emerso quanto segue: 1. ADOLESCENTI. I progetti che hanno riscosso un consenso unanime sono quelli attuati nelle scuole, specie quelli che prevedono un intervento a cascata su allievi, genitori e insegnanti: il progetto andrebbe attuato durante l orario di lezione e gestito da una figura professionale vicina ai giovani per cultura di appartenenza ed età; genitori e insegnanti vanno coinvolti, ma non all interno del gruppo dei ragazzi. Inoltre, si suggerisce che sarebbe meglio affrontare il tema del suicidio da una prospettiva ampia, parlando di disagio psichico, depressione e come affrontare le difficoltà e migliorare l autostima. 2. ANZIANI. Molto consenso è stato espresso per il progetto multilivello in quanto più allargato è un sistema e più figure professionali coinvolge, più è probabile che abbia esito. Si è sottolineata l importanza di alcune figure quali il farmacista e il medico di medicina generale (quest ultimo quasi imprescindibile). Si ritiene utile una rete telefonica, ma non da sola perché sarebbe riduttiva e si ritiene che molti anziani non avrebbero l iniziativa o la capacità di rivolgersi autonomamente a questo Servizio 3. SOGGETTI CHE HANNO GIA TENTATO IL SUICIDIO. Si è rilevato importante l intervento precoce, ad esempio con l istituzione di un numero verde di riferimento per i 2

3 momenti di crisi. Il gruppo degli utenti vede, però, il telefono come spersonalizzante e freddo. Si è sottolineato il valore di un approccio orientato al paziente con un contatto umano diretto in modo da non far sentire la persona sola. Questo si può fare con gruppi di aiuto-aiuto o con tecniche di psicoterapia breve. Viene vista nodale la formazione per gli infermieri (anche psichiatrici). Sulla base delle indicazioni fornite dagli stakeholder e della discussione con il Comitato di Progetto e con il Comitato Scientifico si è provveduto alla stesura del piano d intervento per la seconda fase. Durante la 1 fase, inoltre, è stato attivato un sito internet ed è stato definito un piano di disseminazione, in fase di attuazione, finalizzato al coinvolgimento di tutte le Agenzie presenti nel territorio promovendo una sensibilizzazione sul tema, attraverso la diffusione del lavoro effettuato nella prima fase, che prepari il terreno all attuazione delle attività previste nella seconda fase. Partner che hanno aderito al progetto Azienda ULSS 19 di Adria Provincia di Rovigo Prefettura Questura Arma dei Carabinieri della Provincia di Rovigo Conferenza dei Sindaci dei territori dell ULSS 18 e 19 Ufficio Scolastico Provinciale Diocesi di Adria e Rovigo e Chioggia Ordine dei Medici e Chirurghi della Provincia di Rovigo Ordine dei Farmacisti della Provincia di Rovigo CSV: Centro Servizi per il Volontariato Associazioni di Volontariato (A.I.T.Sa.M., Croce Verde di Adria, Co.Me.Te.) 3

4 FASE : PASSI DEL PROGETTO Un progetto di prevenzione, per poter essere incisivo in un ottica di salute pubblica, deve prevedere interventi a vari livelli in grado di raggiungere i gruppi target, favorendo un ampio coinvolgimento dei relativi membri, deve essere mantenuto nel tempo e deve essere compatibile in termini di costo-efficacia. In questa prospettiva, la seconda fase del progetto si svilupperà nel corso di due anni ( ), secondo una filosofia che individua come priorità: la costruzione di una rete formata dalle Agenzie che a diverso titolo hanno un ruolo nella promozione della salute mentale e che hanno aderito come partner al progetto, con la possibilità di allargamento ad altri soggetti interessati ad entrare nel network; il coinvolgimento degli stakeholder come risorsa nel territorio, sia come obiettivo di azioni che come agenti diretti di interventi finalizzati alla diffusione di una cultura della prevenzione; un approccio di peer-to-peer education (educazione fra pari) agli stakeholder: con la costituzione in ogni categoria di stakeholder di un gruppo di formatori che noabbia ricevuto una preparazione specifica. La seconda fase comprende due tipologie di azioni che si possono configurare in 2 distinti progetti: Progetto DELTA Il progetto Delta ha come obiettivo la sintonizzazione e l integrazione di progetti, con obiettivi riconducibili a quelli del progetto, in fase di programmazione e di attuazione nel territorio, al fine di evitare la frammentazione e la duplicazione degli interventi, favorire un uso sinergico delle risorse e allargare la base d intervento. Il tutto nel rispetto della titolarità e dell autonomia nella gestione degli interventi. Compito specifico del progetto Delta sarà perciò il coordinamento degli interventi con un raffronto costante fra i partner al fine di ottimizzare al meglio gli interventi attraverso: 1. un censimento delle iniziative in atto o in programmazione attraverso una modulistica standardizzata con la creazione di un database che potrà contribuire a implementare l Osservatorio Provinciale sul Suicidio; 2. incontri con i singoli soggetti istituzionali, che hanno aderito al progetto, per valutare le possibilità di sintonizzare e integrare le iniziative e le possibili sinergie; 3. attuazione, monitoraggio e valutazione delle iniziative. In particolare ci si focalizzerà su progetti già in atto quali: Progetti nelle scuole (Scuole, Provincia, Comuni, DSM); Progetto Telecompagnia (ULSS 18, Volontariato) Progetto Prevenzione Suicidio in Ospedale (raccomandazione 4 Ministero); Progetto Terra di Mezzo (DSM, Comuni, Terzo Settore); Progetti Legge 309, Fondo regionale di intervento per la lotta alla droga (DSM, Terzo Settore) Progetti diretti all area anziani (Comuni, Provincia, Volontariato); Progetti diretti all area adolescenti (Comuni, Provincia, Volontariato). E prevista la definizione e la sottoscrizione di protocolli integrativi che tengano conto degli scopi dei diversi progetti, delle modalità di integrazione in una prospettiva di prevenzione e promozione 4

5 della salute mentale e del suicidio in particolare; che descrivano le azioni e gli impegni dei diversi attori coinvolti. Il coordinamento del progetto sarà affidato ad un Comitato ristretto formato da un rappresentante della Prefettura e della Provincia (competenza istituzionale), dell Azienda Ulss 18 e 19 (competenza tecnica). Intervento nelle Carceri Il 2009 si sta avviando ad essere ricordato come un anno record per suicidi e tentati suicidi nelle carceri, i tassi di mortalità registrati in carcere sono 20 volte superiori a quelli della popolazione generale. Accanto ai tradizionali fattori di rischio individuali, ambientali, situazionali e psicosociali della popolazione carceraria, l aumento dei tassi viene collegato a fattori di rischio quali l aumento della popolazione fragile (immigrati, tossicodipendenti, persone con disturbi psichici), il deterioramento delle condizioni di vita e il sovraffollamento. Tali elementi, a cui si accompagnano la situazione dell istituto penitenziario di Rovigo e la prossima attivazione di una nuova struttura carceraria, rendono doveroso occuparsi anche di quest area in termini sia di definizione di strategie sia di coordinamento di iniziative. Un ipotesi di intervento in carcere che vada oltre il Servizio Nuovi Giunti, renderà necessario il coinvolgimento di nuovi partner quali la direzione carceraria, la Polizia Penitenziaria e le associazioni che a diverso titolo operano nella rete carceraria. Si prevede una prima fase conoscitiva e di definizione degli interventi nel primo semestre 2010 e una fase attuativa nei successivi 18 mesi. Progetto PERDERSI D ANIMO MAI Il progetto Perdersi d Animo Mai mira all attuazione delle azioni individuate come prioritarie dagli stakeholder nei focus group durante la I fase del progetto. Comprende sia azioni da attuare direttamente sui gruppi target, sia il coinvolgimento degli stakeholder come risorsa nel territorio per la diffusione e l attuazione del progetto. Su questi ultimi l intervento mira a produrre un aumento di competenze nei loro specifici campi di attività, attraverso un attività di formazione sul campo e il loro coinvolgimento nella produzione a cascata di competenze sul modello della peer education, che potrebbe produrre un effetto volano sul progetto consentendo un naturale proseguimento in successivi interventi superando i limiti posti dal finanziamento disponibile. Le azioni previste dal progetto saranno attuate da un gruppo di lavoro multidisciplinare costituito da diverse figure professionali afferenti ai Dipartimenti di Salute Mentale delle due Aziende ULSS e ai partner del progetto, a cui si aggiungeranno psicologi con contratto di lavoro finalizzato al progetto. Il gruppo di lavoro sarà coordinato nella sua attività dai Referenti territoriali di progetto 1 che faranno riferimento al Responsabile Scientifico. Sono previsti incontri con il Comitato Scientifico per il monitoraggio e la definizione di eventuali aggiustamenti in corso d opera; con il Comitato di Progetto per monitorare lo stato di avanzamento del progetto e sulle modifiche da introdurre in corso d opera. I compiti del gruppo di lavoro saranno: Divulgazione del progetto; Messa in atto delle azioni nelle aree previste; Incontri periodici per verificare l andamento del progetto, le difficoltà emerse, eventuali variazioni necessarie; Relazioni periodiche sull andamento del progetto e disseminazione dei risultati; Produzione di Pubblicazioni scientifiche e partecipazione a convegni nel campo del suicidio e della sua prevenzione; 1 Per il territorio dell Azienda Ulss 18 il Dr Zanone Poma Stefano e per il territorio dell Azienda Ulss 19 la Dr.ssa Padovani Anna 5

6 Manutenzione e aggiornamento del sito internet la sua promozione come strumento di informazione e interazione con i potenziali utilizzatori. Gli interventi saranno centrati sui tre gruppi a rischio individuati (adolescenti, anziani, soggetti che hanno già tentato il suicidio), a cui si aggiungerà una quarta area, il carcere, in previsione del completamento del nuovo istituto penitenziario. Il progetto si suddivide in cinque tipologie di azioni: A. FORMAZIONE NELLE SCUOLE B. DIFFUSIONE DELLA PRATICA DELLA PREVENZIONE AGLI STAKEHOLDER C. SUPPORTO A FAMILIARI E PARENTI DI PERSONE CHE SI SONO SUICIDATE D. DIFFUSIONE DEL SITO INTERNET E. RICERCA A) FORMAZIONE NELLE SCUOLE Si propone un intervento diretto a studenti, genitori e insegnanti delle scuole superiori. Verranno coinvolte le classi del secondo ciclo delle Scuole superiori di Istituti individuati nelle diverse aree della Provincia di Rovigo. Studenti L iniziativa prevede per ciascuna classe negli istituti coinvolti 3 incontri sul benessere psicologico di minuti distribuiti nel corso dell anno scolastico, che potranno essere affiancati anche da altri percorsi (ad es. percorsi artistici, teatrali o di raccordo con le materie di insegnamento). Gli incontri riguarderanno: Il disagio psichico in adolescenza; La depressione; Le condotte di rischio (alcool, droghe, ecc ); Il rapporto con i coetanei, con la famiglia, con gli insegnanti; I progetti di vita (università, lavoro, affetti, ); Come far fronte agli insuccessi; Come affrontare le separazioni; Come costruire nuove relazioni; Il rapporto con la morte e con la sfida del rischio in adolescenza; Dove chiedere aiuto per se stessi o per gli amici; Come aiutare un amico in crisi; Come costruire una rete di collaborazione tra scuole e servizi sanitari; Imparare a riconoscere i segnali d'allarme di suicidio; Argomenti e informazioni richiesti dai ragazzi, reazioni agli incontri; Cambiamento delle proprie opinioni personali dopo gli incontri. Genitori Verrà fatto un incontro informativo con i genitori degli allievi di ogni classe coinvolta per presentare il progetto, le sue caratteristiche, l ambito di azione, per raccogliere suggerimenti e rispondere a dubbi relativi al progetto e avrà anche la funzione di raccogliere il consenso all intervento con i loro figli. Un secondo incontro, di tipo formativo, verrà fatto con gli stessi genitori trattando argomenti inerenti il suicidio e le condotte a rischio in adolescenza: come si manifestano, come distinguere il normale passaggio dell età adolescenziale da comportamenti legati a un disagio psichico, come 6

7 aiutare un figlio in difficoltà, a chi fare riferimento in caso di bisogno, ecc Questo incontro avrà anche la funzione di riferire sull andamento del progetto. Insegnanti Verrà fatto un incontro con tutti gli insegnanti interessati di ogni Istituto coinvolto nel progetto. L incontro avrà una doppia valenza, dare informazioni sul progetto in corso e formare i docenti sulla tematica del suicidio e delle condotte a rischio in adolescenza. B) DIFFUSIONE DELLA PRATICA DI PREVENZIONE AGLI STAKEHOLDER Il progetto prevede una formazione per gruppi di stakeholder selezionati per ogni categoria di appartenenza, secondo una metodologia che prevede incontri in cui viene sviluppata: 1) una parte teorica sul suicidio e sulle tematiche correlate, 2) una parte pratica di addestramento specifica (ad es. con role-playing) calata nelle situazioni in cui si possono trovare ad operare. Il prodotto atteso é un gruppo di stakeholder formati per effettuare un intervento a cascata sui pari sul modello della peer education, al fine di allargare la base dell intervento superando i limiti posti dalle risorse. Si prevedono diverse tipologie di stakeholder. Per ogni gruppo è prevista una formazione generale sul suicidio, la depressione, i fattori di rischio, i comportamenti da mettere in atto e da evitare con i soggetti a rischio, i centri di riferimento per il disagio psicologico, ecc e successivamente una parte specifica per ogni categoria secondo quanto sottoelencato: 1. Medici di medicina generale: diagnosi e trattamento della depressione nell anziano, riconoscimento delle situazioni a rischio; 2. Infermieri 2 : relazione con il paziente depresso, comportamento con il paziente in crisi psicologica acuta e riconoscimento delle situazioni di crisi; 3. Farmacisti: le terapie antidepressive e i Centri di cura per la depressione; rapporto con clienti sofferenti di disagio emozionale, applicazione delle norme utili per ridurre la disponibilità di mezzi letali; 4. Volontari: i principali fattori di rischio, rapporto con le persone bisognose di aiuto in modo da favorire la richiesta di aiuto; 5. Forze dell Ordine: tecniche base per gestire le situazioni di emergenza psicologica e l invio ai servizi delle persone in difficoltà, conoscenza delle modalità di funzionamento dei Centri di cura; 6. Istituzioni religiose: individuazione dei bisogni sociali e psicologici delle persone, conoscere i principali fattori di rischio e rapportarsi con le persone bisognose di aiuto in modo da favorire la richiesta di aiuto. 7. Addetti all assistenza dei Servizi Sociali dei Comuni: individuazione dei bisogni sociali e psicologici dell utenza e riconoscimento delle situazioni di crisi; 8. Utenti: verranno attivate 2 tipologie di interventi: a) gruppi psicoeducazionali per utenti che hanno attuato gesti autolesivi; b) formazione di un gruppo di utenti per partecipare a un progetto che li potrà portare a essere figure di riferimento per altre persone con bisogni simili, ad esempio con la costituzione di gruppi di auto-aiuto; gli utenti verranno selezionati fra le persone in carico al Dipartimento di Salute Mentale con almeno un precedente tentato suicidio, con attuale bassa ideazione suicidaria, discreto compenso del disturbo psichico e disponibilità a partecipare al progetto. C) SUPPORTO A FAMILIARI E PARENTI DI PERSONE CHE SI SONO SUICIDATE La perdita improvvisa, come nel caso di una persona cara che si suicida, è un evento traumatico. Le reazioni possono essere devastanti, a volte estreme, tanto da portare i sopravvissuti stessi a tentare il suicidio. Spesso il vuoto che viene lasciato risulta elaborato con modalità anomali e 2 Saranno coinvolti gli infermieri del DSM, del Dipartimento di Emergenza, dell area oncologica, dell assistenza domiciliare 7

8 devianti che vengono definite lutti complicati. Ma anche nel caso non intervengano complicazioni, accettare la scomparsa di qualcuno che si amava, rappresenta una situazione estremamente impegnativa. L intervento è rivolto ai sopravvissuti ad un suicidio per cercare di aiutarli nel difficile compito di elaborare quanto è accaduto e di tentare di ricostruire un equilibrio emotivo accettabile che consenta loro di continuare a vivere. Sono previsti incontri individuali e gruppi di auto aiuto. D) DIFFUSIONE DEL SITO INTERNET Il sito internet si configura come strumento di: Divulgazione del progetto alla popolazione generale e sensibilizzazione alla tematica; Intercettazione delle richieste di aiuto: sia tramite gli indirizzi dove rivolgersi, sia tramite contatto diretto via mail; Ricerca: ad ogni utente viene chiesto di partecipare ad un questionario sulle proprie credenze rispetto all argomento e i motivi per cui stanno consultando il sito. Confronto attraverso l attivazione di forum su temi specifici sia individuati dal comitato scientifico sia proposti dagli utilizzatori del sito. Il sito continuerà ad essere aggiornato e arricchito con apporti relativi al progetto, alla sua disseminazione, alle iniziative locali, agli aggiornamenti relativi ai Servizi di cura e al materiale proveniente dal mondo scientifico (articoli, convegni, ecc ). Il sito, nella veste di intercettazione della richiesta d aiuto tramite la possibilità di un contatto diretto da parte dell utenza, si identifica come un vero e proprio intervento di prevenzione diretta del suicidio, e non solo come attività collaterale di disseminazione e divulgazione. E) RICERCA Al percorso già in atto dal 2005 nel Dipartimento di Salute Mentale dell ULSS 18 riguardante la registrazione del fenomeno tentati suicidi nel territorio dell ULSS 18, si affiancherà l estensione della rilevazione anche al territorio dell Azienda Ulss 19. Per ogni caso di tentativo autolesivo verranno raccolti i dati socio-demografici, la diagnosi psichiatrica, il metodo autolesivo utilizzato, precedenti tentativi e se sono casi nuovi al Servizio o già in carico. Inoltre, ai soggetti che accetteranno di collaborare si chiederà di compilare tre questionari clinici sui sintomi depressivi, i segni di disturbo borderline di personalità e un questionario di motivazione alla vita. Un secondo percorso di ricerca epidemiologica potrà essere costruito a partire dal questionario presente nel sito internet che indaga su conoscenze, opinioni e credenze della popolazione sul tema del suicidio. Il questionario è compilabile in modo anonimo e vengono richieste alcune informazioni su: Età, sesso, condizione professionale; Motivo per cui si accede al sito; Opinioni e credenze personali sul suicidio; Opinione sul sito e sulla sua utilità. Altri possibili filoni potranno essere individuati nel corso dell attuazione del progetto in aree quali i bisogni psicosociali nelle popolazioni a rischio, i pregiudizi, l utilizzo di internet e dei social network nella prevenzione soprattutto fra i giovani. INDICATORI L individuazione di indicatori utilizzabili nella valutazione di un intervento nell area della prevenzione pone difficoltà legate ai tempi lunghi dei risultati, alla bassa frequenza di un evento come il suicidio, al bias collegato alle variabili di contesto; proveremo pertanto a monitorare: 8

9 Indicatori di processo utili per valutare lo svolgimento dell intervento: N. protocolli integrativi con i partner del progetto per azioni specifiche; N. incontri sul benessere psicologico nelle scuole; N. stakeholder formati per la peer-to-peer education; N. accessi interattivi al sito internet; N. incontri di disseminazione; Contributi scientifici resi pubblici; Definizione di procedure omogenee sul territorio polesano per la rilevazione dei tentati suicidi; Definizione di procedure omogenee sul territorio polesano per la rilevazione dei suicidi. Indicatori di risultato utili a valutare l efficacia di un intervento: Presenza ideazione suicidaria in un campione rappresentativo della popolazione: il monitoraggio di tale indicatore nei gruppi target può essere utile a valutare l intervento in tempi medi, da valutare tramite questionari in collaborazione ad es con MMG; Conoscenza dei servizi da valutare tramite questionari; Opinioni sul suicidio e la depressione: utile a valutare lo stigma, quindi, indirettamente la resistenza a chiedere aiuto in caso di bisogno; da valutare tramite questionari; Consumo pro capite e numero di persone che assumono farmaci antidepressivi: utile a valutare il numero di persone in trattamento per depressione, i pattern di trattamento. Parallelamente verranno monitorati indicatori quali il numero di suicidi, il numero di parasuicidi ospedalizzati e il numero di parasuicidi non ospedalizzati che, pur scarsamente utili a valutare l efficacia dell intervento nel breve termine dati i tempi necessari per vedere l effetto di un intervento preventivo e il bias legato alle modalità di registrazione, sono utili per seguire l andamento del fenomeno. ATTIVITA COLLATERALI Le iniziative descritte saranno accompagnate da un attività di disseminazione dell informazione e da una riflessione sulla metodologia e i risultati atta ad alimentare una produzione scientifica. DISSEMINAZIONE Verrà coordinata la partecipazione dei partner del progetto attraverso lo scambio costante di informazioni e risultati, riunioni organizzative periodiche e organizzazione del gruppo di lavoro. Verrà effettuata una rendicontazione periodica all ULSS 18 e alla Fondazione CaRiPaRo, sull andamento del progetto, il rispetto delle scadenze previste, le voci di spesa, ecc Saranno pianificate azioni e momenti di divulgazione dell iniziativa attraverso lo svolgimento di incontri con la popolazione concordati con i Comuni e con altri Enti secondo un calendario che verrà definito. E prevista la definizione di un piano di comunicazione atto a sostenere le azioni del progetto e diffonderne i risultati. ATTIVITA SCIENTIFICA Le riflessioni sulla metodologia e i possibili risultati potranno essere oggetto di contributi scientifici in convegni nazionali o internazionali di prevenzione del suicidio. E previsto un Convegno al termine del progetto e la pubblicazione di un manuale pratico di formazione alla prevenzione del suicidio. 9

10 OLTRE IL PROGETTO Ci si attende che le modalità di lavoro e le azioni del progetto possano continuare a far sentire i loro effetti anche dopo il periodo indicato sulla base dei seguenti presupposti: il mantenimento di una rete permanente di collaborazione dedicata ai temi della promozione della salute mentale formata dai diversi agenti, istituzioni ed associazioni che hanno una parte attiva nel progetto, rete sulla quale potranno transitare altre iniziative di collaborazione; la sensibilizzazione delle categorie professionali coinvolte nel progetto attraverso il processo di peer education; la sensibilizzazione e l attenzione al tema della salute mentale e del suicidio nella comunità; la promozione di associazioni User costituite da persone che hanno sofferto di disturbi psichici; la promozione di forme di aggregazione di familiari e parenti di persone che si sono suicidate; il trasferimento nella routine di azioni del progetto quali il coordinamento delle iniziative, gli interventi nella scuola, il controllo dei mezzi letali, l attenzione per le persone che hanno tentato il suicidio e i sopravvissuti proseguimento delle attività connesse al sito internet. 10

11 TEMPI ATTESI DIAGRAMMA DI GANNT Attività di progetto G F M A M G L A S O N D G F M A M G L A S O N D Coordinamento progetto DELTA Attività nelle scuole Interventi con gli stakeholder Interventi sui sopravissuti Sito internet Ricerca Disseminazione Attività scientifica 11

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