Vivere le Alpi III Abitare in città, abitare in montagna

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1 PUBBLICAZIONI DELLA FONDAZIONE COURMAYEUR MONT BLANC PUBLICATIONS DE LA FONDATION COURMAYEUR MONT BLANC Vivere le Alpi III Abitare in città, abitare in montagna Quaderni della Fondazione - 42 Cahiers de la Fondation - 42

2 PUBBLICAZIONI DELLA FONDAZIONE COURMAYEUR MONT BLANC PUBLICATIONS DE LA FONDATION COURMAYEUR MONT BLANC

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4 ANNALI 1. annali della fondazione courmayeur anno annali della fondazione courmayeur anno annali della fondazione courmayeur anno annali della fondazione courmayeur anno annali della fondazione courmayeur anno annali della fondazione courmayeur anno annali della fondazione courmayeur anno annali della fondazione courmayeur anno annali della fondazione courmayeur anno annali della fondazione courmayeur anno annali della fondazione courmayeur anno annali della fondazione courmayeur anno annali della fondazione courmayeur anno annali della fondazione courmayeur anno annali della fondazione courmayeur anno annali della fondazione courmayeur anno annali della fondazione courmayeur anno annali della fondazione courmayeur anno annali della fondazione courmayeur anno annali della fondazione courmayeur anno annali della fondazione courmayeur anno annali della fondazione courmayeur anno annali della fondazione courmayeur anno annali della fondazione courmayeur anno 2015 (in preparazione) III

5 COLLANA MONTAGNA RISCHIO E RESPONSABILITÀ 1. una ricognizione generale dei problemi 2. le indicazioni della legislazione, della giurisprudenza e della dottrina 3. i limiti della responsabilità del maestro di sci e della guida 4. la responsabilità dell ente pubblico 5. la responsabilità dell alpinista, dello sciatore e del soccorso alpino 6. la via assicurativa 7. codice della montagna - le indicazioni della legislazione, della giurisprudenza e della dottrina 8. code de la montagne - le indicazioni della legislazione, della giurisprudenza e della dottrina francese 9. codigo de los pirineos - le indicazioni della legislazione, della giurisprudenza e della dottrina spagnola 10. codice della montagna il punto sulla legislazione, la giurisprudenza, la dottrina 11. il punto sulla legislazione, la giurisprudenza e la dottrina (Atti del Convegno) 12. giornate della prevenzione e del soccorso in montagna 13. codice svizzero della montagna. le indicazioni della legislazione, della giurisprudenza e della dottrina svizzera 14. giornate della prevenzione e del soccorso in montagna su comunicazione e montagna 15. codice austriaco della montagna. le indicazioni della legislazione, della giurisprudenza e della dottrina austriaca 16. giornate della prevenzione e del soccorso in montagna su educare e rieducare alla montagna IV

6 17. cd - codici della montagna - le indicazioni della legislazione, della giurisprudenza e della dottrina italiana, francese, spagnola, svizzera e austriaca 18. giornate della prevenzione e del soccorso in montagna su domaines skiables e sci fuori pista 19. la responsabilità dell ente pubblico e degli amministratori nella gestione del territorio e dei rischi naturali in montagna 20. du piolet à internet. applicazioni transfrontaliere di telemedicina in montagna 21. du piolet à internet. applications transfrontalières de télémédicine en montagne 22. rischi derivanti dall evoluzione dell ambiente di alta montagna 23. montagna, rischio e assicurazione V

7 QUADERNI 1. minoranze, culturalismo cultura della mondialità 2. il target famiglia 3. les alpages: hier, aujourd hui, demain - l entretien du paysage montagnard: une approche transfrontalière 4. memorie e identità: prospettive nei percorsi del mutamento 5. l inafferrabile élite 6. sistema scolastico: pluralismo culturale e processi di globalizzazione economica e tecnologica 7. le nuove tecnologie dell informazione 8. architettura nel paesaggio risorsa per il turismo? architettura nel paesaggio risorsa per il turismo? locale e globale. differenze culturali e contesti educativi nella complessità dei mondi contemporanei 11. i ghiacciai quali evidenziatori delle variazioni climatiche 12. droit international et protection des regions de montagne/ international law and protection of mountain areas developpement durable des regions de montagne - les perspectives juridiques à partir de rio et johannesburg/sustainable development of mountain areas - legal perspectives beyond rio and johannesburg culture e conflitto 15. costruire a cervinia e altrove/construire à cervinia. et ailleurs 16. la residenza e le politiche urbanistiche in area alpina 17. architettura moderna alpina: i rifugi/architecture moderne alpine: les refuges ricordando laurent ferretti 19. architettura moderna alpina: i campi di golf 20. architettura moderna alpina: i rifugi/architecture moderne alpine: les refuges - 2 VI

8 21. i servizi socio-sanitari nelle aree di montagna: il caso della comunità montana valdigne-mont blanc - ricerca su sistemi regionali e sistemi locali di welfare: un analisi di scenario nella comunità montana valdigne-mont blanc 22. il turismo diffuso in montagna, quali prospettive? 23. architettura dei servizi in montagna agricoltura e turismo: quali le possibili integrazioni? ricerca su integrazione tra agricoltura e gli altri settori dell economia di montagna nella comunità montana valdigne-mont blanc 25. il turismo accessibile nelle località di montagna la specificità dell architettura in montagna 27. la sicurezza economica nell età anziana: strumenti, attori, rischi e possibili garanzie 28. l architettura dei servizi in montagna un turismo per tutti architettura e sviluppo alpino 31. turismo accessibile in montagna economia di montagna: collaborazione tra agricoltura e altri settori / économie de montagne: coopérations entre agricolture et autres secteurs 33. architettura e turismo. strutture ricettive e servizi 34. forti e castelli. architettura, patrimonio, cultura e sviluppo 35. turismo accessibile in montagna turismo accessibile in montagna l agricoltura di montagna e gli oneri burocratici 38. vivere le alpi 1 - architettura e agricoltura 39. cambiamenti e continuità nella società valdostana. rapporto sulla situazione sociale della valle d aosta 40. turismo, salute e benessere in montagna 41. vivere le alpi ii - infrastrutture nel territorio 42. vivere le alpi iii - abitare in città, abitare in montagna VII

9 ORGANI DELLA FONDAZIONE LES ORGANES DE LA FONDATION CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Giuseppe DE RITA, presidente; Camilla BERIA di ARGENTINE, vice presidente; Alex FOUDON; Roberto RUFFIER; Alberto VARALLO COMITATO SCIENTIFICO Lodovico PASSERIN d ENTRÈVES, presidente; Enrico FILIPPI, vice presidente; Alberto ALESSANDRI, Marco BALDI, Stefania BARIATTI, Giorgio BIANCARDI, Guido BRIGNONE, Fabrizio CASIRAGHI, Dario CECCARELLI, Fabio DE MARCO, Mario DEAGLIO, Pierluigi DELLA VALLE, Gianluca FERRERO, Waldemaro FLICK, Roberto FRANCESCONI, Paolo MONTALENTI, Giuseppe NEBBIA, Guido NEPPI MODONA, Mario NOTARI, Lukas PLATTNER, Livia POMODORO, Giuseppe ROMA, Giuseppe SENA, Lorenzo SOMMO, Camillo VENESIO, Enrico VETTORATO COMITATO di REVISIONE Giuseppe PIAGGIO, presidente; René BENZO, Pierluigi DELLA VALLE; Jean-Claude FAVRE, supplente Elise CHAMPVILLAIR, segretario generale Barbara SCARPARI, assistente del Presidente VIII

10 Vivere le Alpi III Abitare in città, abitare in montagna Incontro Alpi Architettura Turismo Aosta, 17 ottobre 2014 Convegno Abitare in città, abitare in montagna Aosta, 18 ottobre 2014 Quaderni della Fondazione - 42 Cahiers de la Fondation - 42

11 Cura redazionale di Camilla Beria di Argentine Si ringrazia per la collaborazione la dott.ssa Elise Champvillair

12 INDICE Incontro ALPI ARCHITETTURA TURISMO Giuseppe Nebbia, Sergio Togni, Aurelio Marguerettaz... pag. 9 Relazione introduttiva Susanne Waiz...pag. 14 Tavola rotonda Francesca Chiorino, Modera...pag. 20 Manfred Pinzger, Alessandro Cavaliere, Susanne Waiz, Cesare Burdese, Corrado Binel, Sergio Togni, Maurizio Beria di Argentine, Sandro Sapia, Luciano Bolzoni Convegno ABITARE IN CITTÀ, ABITARE IN MONTAGNA Saluti Giuseppe Nebbia...pag. 37 Sergio Togni...pag. 38 Luca Bianchi...pag. 41 Aurelio Marguerettaz...pag. 43 Relazioni introduttive Abitare in città, abitare in montagna Francesca Chiorino, Introduce e modera...pag. 47 Esperienze in Valle d Aosta Roberto Domaine...pag. 49 Albergo Cré Forné a Champoluc, Ayas Leonardo Macheda...pag. 54 Prima sessione - Esperienze, testimonianze e progetti Francesca Chiorino, Modera...pag. 61 3

13 Italia, Provincia di Bolzano, Bolzano Nuovi quartieri residenziali Carlo Calderan...pag. 61 Austria, Innsbruck Sopraelevazione edificio residenziale Silvia Boday...pag. 68 Suisse, Canton Vaud, Le pays d en Haut Rénovation d un chalet du XVIIème siècle Charles Pictet...pag. 71 Italia, Provincia di Bolzano, Vipiteno Complesso del Maso Brunner Gerd Bergmeister, Michaela Wolf...pag. 75 Seconda sessione - Tavola Rotonda Marco Mulazzani, Modera...pag. 81 Marco Mulazzani, Charles Pictet, carlo Calderan, Silvia Boday, Leonardo Macheda, Gerd Bergmeister, Michaela Wolf, Cesare Burdese, Roberto Dini, Ettore Junin 4

14 Incontro ALPI, ARCHITETTURA E TURISMO

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18 Introduce e modera Giuseppe Nebbia presidente dell Osservatorio sul sistema montagna Laurent Ferretti della Fondazione Courmayeur Mont Blanc Buona sera e un ringraziamento a tutti. Con la presentazione del volume Vivere le Alpi III, Infrastrutture nel territorio continua la serie di iniziative promosse dall Osservatorio sul sistema montagna Laurent Ferretti, della Fondazione Courmayeur, e dall Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della Valle d Aosta, iniziative che sviluppano il tema del Vivere le Alpi. Con qualche difficoltà, visti i tempi, l Osservatorio sta completando il programma triennale Vivere le Alpi, dedicato all analisi dell architettura in montagna, avviato ormai da due anni perpetuando la formula che prevede prima la presentazione di un documento o un libro sull architettura e poi, il giorno successivo, l illustrazione di casi concreti. Con piacere rileviamo che l esperienza maturata dalla Fondazione, in ordine all architettura moderna alpina, fa sì che venga coinvolta sull argomento in specifici progetti, in collaborazione con la Regione ed il Ministero competente. Per orientare a tal fine le attività dell Osservatorio sarà necessario disporre di una biblioteca specialistica e di spazi per lo studio e la documentazione a disposizione di chiunque sia interessato agli argomenti trattati. Questo risultato sarà possibile quando disporremo della nuova sede a Courmayeur e potremo avviare ricerche e studi sui temi di interesse locale e interregionale. La biblioteca sarà basata su lasciti di volumi concernenti temi giuridici, economici e sociali, relativi alla Valle d Aosta, alla montagna, all architettura, per un totale presunto di almeno 4000 titoli. Questa sera la documentazione che verrà presentata riguarda tre caratteri dell ambiente tipici di una regione alpina: Le Alpi, quale territorio fortemente caratterizzato; l Architettura espressione della cultura dell economia e della società locali; Il Turismo, l utenza prevalente. All inizio degli anni 90 la Fondazione si occupò, in due convegni, Architettura nel paesaggio Risorsa per il turismo? Primo e Secondo, delle relazioni intercorrenti tra architettura e turismo. L architettura era intesa quale motrice dei flussi turistici attribuendo pari dignità e valore storico-culturale al monumento antico come ad un opera di architettura moderna (Bilbao insegna). A più di venti anni di distanza appare utile fare un bilancio delle iniziative sorte un po ovunque e tese a rinnovare il parco degli edifici destinati all ospitalità. Abbiamo fatto riferimento all esperienza dell Alto Adige che per attività turistica svolta può rappresentare per noi un esempio da valutare con la massima attenzione. Prima di passare la parola al presidente dell Ordine degli Architetti, della Valle d Aosta, Sergio Togni, voglio ringraziare lui e tutto l Ordine per la collaborazione prestata al fine dell organizzazione del Convegno, ed estendo il ringraziamento a tut- 9

19 ti coloro che si sono adoperati per la buona riuscita dell iniziativa come in particolare lo staff della Fondazione, diretto dal vice presidente Camilla Beria. Un ringraziamento particolare rivolgo ai due moderatori Francesca Chiorino e Marco Mulazzani per il contributo culturale attribuito all iniziativa e la pazienza dimostrata a fronte delle pressioni cui sono stati sottoposti. Un ringraziamento speciale esprimo agli autori delle opere presentate per aver aderito al nostro invito ed aver contribuito a documentare le diverse situazioni. Lo scopo divulgativo sottinteso dall esposizione di tante novità non potrebbe avere seguito se i suoi messaggi non fossero raccolti dal decisore ovvero dal governo della Regione. Per favorire un processo di tal genere la presenza dell assessore Aurelio Marguerettaz è certamente di buon auspicio e di questo lo ringrazio come lo ringrazio per l assiduità con cui partecipa ai nostri convegni. Do adesso la parola a Sergio Togni, presidente dell Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori della Valle d Aosta. Sergio Togni presidente dell Ordine Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Valle d Aosta Buonasera a tutti. Porto i saluti del Consiglio che rappresento e di tutti gli architetti della Valle d Aosta. Siamo qui questa sera per il primo dei due incontri previsti. Stasera assisteremo a una conferenza sul tema Alpi Architettura Turismo ; domani ci sarà un incontro più ampio, che si terrà nel Salone delle Manifestazioni del Palazzo Regionale. Anzitutto rivolgo i doverosi ringraziamenti a tutti coloro i quali hanno reso possibile questo evento e che credono in questo progetto di cultura architettonica: sicuramente la Fondazione Courmayeur con la quale collaboriamo da molti anni, i coordinatori scientifici, in particolare Marco Mulazzani e Francesca Chiorino, l Amministrazione regionale, che ci segue con molta attenzione. Un ringraziamento a tutte le Autorità presenti (in sala vedo anche l Assessore Fosson) e a tutti voi che avete la passione e la voglia di venire ad ascoltare le relazioni e che contribuite con la vostra presenza a nobilitare l impegno che noi mettiamo nel creare e nel gestire questi eventi. Oggi si parlerà di turismo e architettura. Il rapporto tra turismo e architettura è molto più stretto di quanto non si pensi. Sicuramente il turismo è legato a tanti fattori, ma il fattore architettonico (un esempio tra tutti, il Colosseo, ma anche le piramidi o i palazzi della Firenze storica o di Venezia) è importante. È evidente che in Valle d Aosta turismo significa turismo ambientale, turismo naturale, però anche la nostra Valle è un ambiente antropizzato e a questa antropizzazione hanno contribuito gli architetti, o comunque gli architetti sono coloro i quali guidano molti processi di antropizzazione, a partire dai piani regolatori e dagli 10

20 aspetti paesaggistici, fino ad arrivare proprio ai caratteri tipologici dell architettura, delle architetture per il turismo. Io credo che pensare a un futuro turistico significhi anche valorizzare l architettura contemporanea. Noi oggi siamo qui per vedere degli esempi concreti in questo senso e per capire come l architettura contemporanea possa in qualche modo interagire con le caratteristiche di un architettura per il turismo. È evidente che ci sono delle tipizzazioni che portano ad avere un certo tipo di architettura per il turismo. Da noi, in tutta onestà, l architettura contemporanea, a differenza che in Alto Adige, come ci mostrerà Susanne Waiz, è ancora un po a margine; io invece sono convinto che l architettura debba rappresentare noi oggi, in questo momento, e sicuramente in questo momento c è una capacità di fare che va comunque espressa, che si deve esprimere e in cui bisogna credere. Dobbiamo avere fiducia nell architettura, nell architettura di oggi, e dobbiamo credere in noi stessi. C è anche un modo di pensare che va al di là di un ragionamento legato all architettura. In un mondo come l attuale, con la crisi che persevera, con nuove nazioni che avanzano, dobbiamo avere una maggiore fiducia in noi stessi e nella nostra società. Questa maggiore fiducia io credo che la possiamo esprimere anche attraverso l architettura. Io penso che i Paesi che hanno investito tanto nell architettura contemporanea siano Paesi che hanno molta fiducia in loro stessi. È indubbio che l architettura contemporanea non deve attingere solo da un formalismo tout court o da un copia e incolla di esempi; ci vuole un genius loci, cioè: per la Valle d Aosta, un architettura che nasce in Valle d Aosta, in funzione della Valle d Aosta, mediata dal modo di fare turismo in Valle d Aosta. È proprio in questo senso che ci vuole uno sforzo progettuale, uno sforzo che gli architetti valdostani devono e io ne sono sicuro vogliono fare. Sono contento che ci sia Susanne Waiz. Io l ho conosciuta nel 98, quando dovevamo mettere insieme il bando tipo e le direttive per i concorsi di architettura, per poi arrivare all approvazione del Decalogo per la diffusione coordinata dei concorsi di architettura a Merano il 28 gennaio Il concorso di architettura è qualcosa a cui noi come architetti teniamo molto. Ci piacerebbe che ci fossero dei concorsi per le strutture alberghiere, in modo da vedere come effettivamente, messi in gara, gli architetti sanno trovare delle soluzioni. Sicuramente ciò permetterebbe di realizzare quella sperimentazione che tutti noi auspichiamo. Gli architetti hanno una grossa passione, perché non si fa architettura per soldi, si fa architettura per passione, una passione che deriva dalla voglia che ha l uomo in generale di sperimentare. Questa passione spinge gli architetti a cercare soluzioni particolari per ogni caso, individuando il genius loci, quindi il giusto rapporto tra ambiente, costruzione, storia, architettura, esigenze del committente, esigenze del turista, esigenze tecnico-funzionali, ecc. Questo giusto rapporto, quando si eleva ad architettura, non è più opportunismo, non è più speculazione, non è più violenza: è qualità, una qualità di cui il turismo ha comunque bisogno. Il turismo ha bisogno di architettura e in questo senso noi ci siamo. 11

21 Giuseppe Nebbia Passo la parola all Assessore per un breve saluto Aurelio Marguerettaz assessore al Turismo, Sport, Commercio e Trasporti della Regione Autonoma Valle d Aosta Buonasera. Porgo i saluti dell Amministrazione regionale. Domani ci saranno anche i colleghi che si occupano di cultura nell ambito della Sovraintendenza, piuttosto che di ambiente o di urbanistica. In sala, come è stato ricordato, abbiamo il senatore Fosson, oggi assessore alla Sanità, e vicino a lui il presidente dell Associazione degli albergatori altoatesini. Quando erano colleghi in Senato, hanno contribuito a sostenere le cause della montagna, le cause dei popoli alpini, che in modo errato, secondo me, vengono considerati concorrenti, perché oggi, come dico sempre, la concorrenza sta altrove. Noi tutti dobbiamo cercare di valorizzare la montagna, ognuno nell ambito della propria specificità, quindi dobbiamo fare fronte comune. In sala c è anche il presidente della prima Commissione del Consiglio regionale, già assessore alla Cultura, Joël Farcoz. Io mi sto un po innamorando di questa serie di incontri che vengono organizzati dalla Fondazione Courmayeur e dall Ordine degli architetti. Devo dire che l incontro di qualche mese fa con Werner Tscholl è stato veramente un momento di grande stimolo. Oggi abbiamo altri autorevoli relatori, che io seguirò con grande attenzione. Il turismo sicuramente è cambiato: è cambiata l architettura ma è cambiato anche il turismo. Noi oggi abbiamo sempre più degli interlocutori che sono preparatissimi. Anni fa lo scopo era quello di godere principalmente di un soggiorno: addirittura i turisti non venivano chiamati turisti, venivano chiamati villeggianti, che venivano in montagna, restavano un mese e avevano delle necessità che erano diverse dalle necessità di oggi: avevano bisogno di riposare, venivano da momenti di grande difficoltà e cercavano momenti di agiatezza. Oggi abbiamo persone sempre più qualificate, molto preparate e che hanno bisogno di emozioni. Le emozioni si danno con gli eventi, si danno sicuramente con tante attività di corollario, ma si danno anche con i luoghi. C è quindi l architettura con la A maiuscola (il Colosseo, i grandi castelli, i grandi luoghi), ma ci sono anche dei tipi di arredo che possono contribuire a dare delle emozioni. Ora, io sono d accordissimo con il presidente dell Ordine degli architetti: facciamo attenzione al copia e incolla. Il modello altoatesino è un modello molto evoluto e molto qualificato, ma facciamo attenzione a riproporre dei modelli che non ci sono propri. Dobbiamo veramente fare uno sforzo per elaborare e valorizzare le nostre specificità. Non entriamo nel merito di ciò che riteniamo più bello o meno bello, 12

22 ma facciamo attenzione, perché non lo dico per polemizzare o criticare molte volte abbiamo, in certi alberghi o in certi luoghi, delle riproposizioni che non ci sono proprie e non sono espressione del nostro territorio. Probabilmente è molto più comodo prendere un modello e replicarlo, ma non è l obiettivo che ci si pone anche con questo Convegno. Quindi io, a nome dell Amministrazione regionale e mio personale, vi faccio veramente i complimenti per questo percorso che avete avviato. La sala così gremita di architetti, ma anche di tanti albergatori e amministratori locali, credo che sia veramente di buon auspicio. Grazie e buon lavoro. Giuseppe Nebbia Grazie, assessore Marguerettaz. Passerei alla fase successiva con la relazione introduttiva di Susanne Waiz. 13

23 RELAZIONE INTRODUTTIVA Susanne Waiz architetto, curatrice della Mostra e del catalogo Alpi Architettura Turismo. L esempio Altoatesino Il titolo della mostra a Merano Arte di quest estate suggerisce tre approcci: parla di Architettura alpina, di architettura per il turismo, o ancora, di turismo architettonico nelle Alpi, tutti i tre sono incentrati sull architettura. L architettura è l essenza di un opera edilizia, il suo specifico essere, ciò che non si perde nemmeno con l andare degli anni. La longevità dell architettura turistica di pregio si fonda su questo. L arredo si logora o va perduto, ma i muri restano. L architettura p. es. del Novecento è apprezzata ancora oggi. Parkhotel Laurin, Bolzano Il Grand Hotel aprì le porte nel 1910, il progetto architettonico è dei fratelli Alois e Gustav Ludwig di Monaco di Baviera (immagini 1 e 2, pagg ). Gli albergatori della Belle-Époque di solito si affidavano ad architetti rinomati per la loro clientela nobile e ricca. L architettura ambiziosa faceva parte di uno stile di vita, come l allestimento ricercato e l arte. Nel 1911 Bruno Goldschmitt di Monaco realizzò nel salone dell hotel un ciclo di affreschi (immagine 3, pag. 106). Durante la Seconda Guerra Mondiale il Laurin subì gravi danni e negli anni difficili dopo la guerra proseguì il degrado. Per decenni il ciclo di affreschi è rimasto nascosto da una sovrapittura. L ultima ristrutturazione di Boris Podrecca, rinomato architetto di Vienna, avvenuta all inizio degli Anni 90 ha riportato in luce l eleganza del Grand Hotel. Il ciclo della leggenda di re Laurino è stato restaurato, contribuendo al fascino inconfondibile del bar dell Hotel. L arredo dai pesanti divani in pelle, le stravaganti poltrone e i tappeti tessuti a mano, fanno da pendant contemporaneo all architettura della Belle-Époque. Con la Grande Guerra del 1914 il sognante universo del turismo crollò come un castello di carte. Nulla era più come prima. Negli anni Venti lo stile Moderno irrompe nell architettura europea, le sue radici affondano nella visione idealistica del movimento riformatore manifestatosi nelle grandi città intorno al 1900, nel rifiuto delle tradizionali forme di autorità e della visione del mondo che le rappresentavano, unitamente ai loro valori architettonici. I tratti essenziali del nuovo movimento architettonico sono legati alla funzionalità dell opera architettonica. Gli architetti del Moderno progettavano quindi dall interno verso l esterno, al contrario degli architetti del 900, fermi al formalismo della simmetria e del pensiero assiale classico. Ora l edificio era da concepire nella sua 14

24 chiarezza strutturale e andava realizzato con materiali moderni, come cemento armato, ferro e grandi superfici vetrate. In ambito alpino, anche le nuove pratiche sportive contribuiscono al successo del nuovo stile. Così l architetto Franz Baumann si esprime sul finire degli anni Venti a proposito delle nuove categorie di turisti: La grande nobiltà europea è decaduta. Ora arrivano sportivi, sciatori e alpinisti. È per loro che si costruisce in alta quota, nel nuovo stile. Accanto ad alberghi, pensioni e rifugi, nascono anche nuove tipologie d impianti come piscine o funivie. Gli architetti si trovano ad affrontare nuovi temi progettuali. E fu proprio l assenza di modelli precedenti per queste nuove tipologie che in molti casi portò ai più sensazionali progetti del Moderno. Tra gli architetti che costruiscono in Alto Adige vi sono i Tirolesi Franz Baumann e Lois Welzenbacher, il milanese Gio Ponti e anche Clemens Holzmeister, ché nel 1929 costruisce L Hotel Tre Cime a Sesto L hotel occupa una posizione privilegiata di esponente del Moderno nel Tirolo ed è un edificio pionieristico per il turismo alpino (immagini 4, 5, 6, 7, pagg ). Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Rudolf Stolz vi alloggiò per un periodo e gli affreschi nell hotel serbano ricordo della sua gratitudine. L hotel è stato rispettosamente conservato dai proprietari per decenni. A partire dal 1992 e in più fasi sino al 2007, l architetto bolzanino Christoph Mayr Fingerle si è adoperato a ristrutturare e rinnovare l albergo. Accanto ad interventi di carattere prettamente tecnico quali la costruzione di una scala di fuga e di un ascensore, sono state rinnovate anche la sala di lettura e la reception, risanati i bagni e installata nel terzo piano interrato un ampia zona per la sauna. Lo scopo ultimo era rispettare l aspetto unitario dell hotel; i nuovi elementi integrano la costruzione esistente senza entrarvi in concorrenza. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il turismo cambia di nuovo radicalmente: comincia il turismo di massa, che invade il territorio alpino, e non solamente questo, con strutture ricettive, impianti ed altre infrastrutture. L architettura spesso va in secondo piano, è significativo, che si parla di cubatura e letti e si cerca di mimetizzare le nuove strutture con uno stile Tirolese che si ispira alla tradizione costruttiva regionale, citandone alcuni elementi fuori contesto. Tra quelli, che diffidano categoricamente quest approccio è anche l architetto brissinese Othmar Barth: Non si deve cercare il regionale nel formalismo. Seehotel Ambach Il suo Seehotel Ambach a Caldaro realizzato nel 1973, è un progetto chiave della mostra: rappresenta non solo il progetto esemplare per l architettura alberghiera mo- 15

25 derna in Alto Adige, ma allo stesso tempo, il più recente tra gli alberghi storici premiati (immagini 8 e 9, pagg ). La posizione singolare dell albergo sul lago si fonda essenzialmente su due fattori. Da un lato, il tema della costruzione nel paesaggio, che ha caratterizzato per tutta la vita la ricerca di Barth, raggiunge nell hotel Ambach la sua perfezione formale più alta. Dopo più tentativi di collocare l edificio nel sito, si è scelta la soluzione con il prospetto principale non dirimpetto al lago, ma per così dire distolto dal lago esprimendo proprio in questo gesto la matura riflessione di uno sguardo concentrato. L Ambach non occupa la riva del lago, come quasi tutti gli hotel sul lungolago, ma è ad esso solamente rivolto. In questo modo il luogo, già in sé unico, è reinterpretato e accentuato dall edificio scultoreo. Dall altro lato, l eccezionale rapporto tra la committente Anna Ambach-Weis e l architetto si esprime anche nella circostanza per cui ogni intervento di risanamento sia stato affidato per anni alla mano dello stesso architetto. In questo modo, costruzione e arredo hanno potuto mantenere un originalità più unica che rara. Per ultimo, vorrei mostrare due alberghi di nuova costruzione. A questo punto va precisato, che la selezione dei progetti della mostra ha seguito un impostazione squisitamente architettonica, sorvolando sull aspetto degli standard di qualità alberghiera, e privilegiando piuttosto la qualità compositiva e il rapporto con il contesto naturale e costruito. La casistica spazia dalla semplice pensione all albergo più illustre. Hotel Nives, Solda Nell attuale struttura insediativa di Solda, è ancora riconoscibile l origine di alpeggio alpino dai tipici insediamenti dispersi. Il paese, interessato dal movimento turistico sin dal 900, si snoda lungo una strada per circa tre chilometri. Negli ultimi anni si è cercato di colmare la mancanza di un vero e proprio centro del paese con la costruzione di diversi edifici, addensati intorno all Hotel Eller, del Arnold Gapp, architetto e albergatore di Solda, ha fatto un altro passo in questa direzione con la realizzazione dell Hotel Nives e la sua ricca offerta di bar e ristoranti (immagini 10, 11, 12, pagg ). Il compatto corpo di fabbrica, ricavato su un piccolo pezzo di terreno, ospita ben sette diversi esercizi pubblici tutti accessibili dall esterno, che contribuiscono a rendere più attrattivo il centro del paese. Data la forte pendenza del lotto, il Nives si presenta sul lato sud verso la piazza con un fronte di quattro piani, mentre sul lato nord si innalza per ben otto livelli. Ai piani inferiori è sistemato il cosiddetto campo base, camere economiche con letti a castello e atmosfera da sacco a pelo, destinate ad alpinisti e a un pubblico giovane. Nei due piani superiori si trovano invece le camere migliori, con balconi e un solarium sul tetto. Come già in altri edifici costruiti da Arnold Gapp a Solda, anche il Nives esprime un linguaggio architettonico orientato decisamente all esistente: forma del tetto, 16

26 superfici d intonaco bianco, muri in pietra rustica e rivestimenti in legno scuro, sono elementi stilistici ricorrenti, che in ultima analisi possono contribuire a identificare un centro omogeneo. Adesso saltiamo dall estremo ovest all estremo est dell Alto Adige: Strata Hotel, Sesto Pusteria L Hotel Strata viene realizzato nel 2007 come ampliamento del Residence Königswarte (immagini 13, 14, 15, pagg ). La proprietaria ha trovato la partner ideale nella nuora, l architetta Ulla Hell. Nasce così la forma organica del nuovo volume da nove appartamenti, che ricalca le curve di livello e, di conseguenza, ha dato lo spunto alla scelta del nome Strata. I collegamenti interni si trovano a nord, mentre le camere si aprono a mezzogiorno, con grandi logge affacciate sul rinomato panorama delle Dolomiti di Sesto. Materiale dominante, all esterno come all interno, è il robusto legno di larice. Gli ampi appartamenti sono gradevolmente arredati, funzionali e ben abitabili. Nonostante l albergo fosse nato per le famiglie, oggi la clientela principale, in gran parte è costituita da architetti. L edificio, plasmato nel paesaggio, incontra anche il favore della popolazione. Lo Strata interpreta l elegante arte della misuratezza, e proprio per questo piace. Quando ho cominciato a mettere in piedi la mostra, ero consapevole della mia ignoranza, rispetto al mestiere dell albergatore. E proprio per questo volevo dare voce agli albergatori, e così ho cominciato con le interviste, che si possono ascoltare sul percorso della mostra. Un dialogo tra pari, così l ha chiamato un amico; un dialogo che allo stesso tempo rende la mostra più simpatica e credibile. Allo sguardo dell architetto si affianca la voce dell albergatore. La voce di persone, che con la loro esperienza, con la conoscenza del territorio e l amore per il mestiere ci fanno capire tante cose. A Merano Arte abbiamo riservato anche una stanza a incontri tra architetti e albergatori: questi ultimi su appuntamento potevano portare progetti o semplicemente problemi e chiedere consulenza agli architetti (immagini 16, 17, 18, 19, pagg ). Conoscersi, parlarsi, capirsi meglio e alla fine magari riuscire a migliorare l architettura per il turismo, dare la stessa attenzione al progetto architettonico come una volta, prima dei tempi del turismo di massa. Quest offerta ha avuto una notevole richiesta e vogliamo continuare quel dialogo incominciato a Merano. La mostra è concepita come mostra itinerante: i panelli multistrato di betulla sono fissati con tasselli, un sistema leggero, autonomo e flessibile allo stesso tempo. Mettere insieme i paraventi è come un grande puzzle. La prossima settimana portiamo la mostra alla fiera del turismo a Bolzano, da gennaio sarà alla galleria di architettura AEDES a Berlino, e ci sono richieste di altre città come Salisburgo o Mainz. 17

27 Installazione 4 x 5 m (immagine 20, pag. 118) Geranio (Pelargonium zonale, Pelargonium peltatum) su struttura metallica. Si vede il geranio fuori il solito contesto. Nella mostra abbiamo cercato di evitare foto di Pelle bovina Corna di cervo Geranio Questi tre simboli locali, divenuti ormai accessori dell universo turistico, sono pressoché onnipresenti negli esercizi ricettivi dell Alto Adige. La pelle bovina richiama il ceto rurale, le corna di cervo la caccia, mentre il geranio è l emblema per eccellenza della terra natia. Il loro abuso ha però finito per logorarli, talvolta addirittura per snaturarne il significato: che senso ha, per esempio, una pelle bovina davanti al caminetto? Le mucche non sono animali selvatici o una preda di caccia. Sono animali domestici preziosi, tanto che, almeno fino all invenzione degli allevamenti di massa, facevano parte del nucleo familiare. Il contadino era fortemente legato alla sua mucca, e mai avrebbe pensato di utilizzarne la pelle per abbellire la panca accanto alla stufa. Ecco allora che il turista critico comincia a chiedersi se la pittoresca pensioncina non sia tutta una farsa: e se il proprietario non fosse affatto un cacciatore, e pure le corna di cervo fossero finte? Il geranio sul balcone però no, non può essere di plastica, troppo pungente il profumo che emana. Tuttavia, sia l ospite sia il padrone di casa probabilmente ignorano che il fiore simbolo delle Alpi non è originario di questa terra. Il geranio proviene infatti dal Sudafrica, e da lì i colonizzatori inglesi lo importarono in Gran Bretagna. In seguito sarebbero stati i primi alpinisti britannici a introdurlo sulle nostre montagne, dove si è perfettamente ambientato. Nell Alto Adige delle Opzioni, questa pianta tenace e frugale veniva evocata allo stesso modo da optanti e Dableiber, benché schierati politicamente su fronti opposti, come metafora del legame alla propria terra. Così il poeta patriottico Karl Felderer esortava i sudtirolesi risoltisi per l espatrio in Germania: Strappate dunque dall erker assolato l ultimo geranio vermiglio; la fede nella patria tedesca ha prevalso, è quanto di più sacro serbiamo Con stile forse più incerto, ma non meno diretto, gli replicava il Dableiber Hans Egarter: Sull erker fiorisce ancora il fulgido geranio; la fede nella nostra patria ha prevalso quale gioia l averla serbata Non stupisce quindi che il geranio sia tuttora ben radicato nel cuore della popolazione tedescofona locale. 18

28 Giuseppe Nebbia Ringrazio Susanne Waiz per l interessantissima relazione, che comporta una serie di considerazioni e che pone delle domande anche sui rapporti tra i vari aspetti dell architettura. Adesso il programma prevede la Tavola rotonda. Chiedo a Francesca Chiorino di venire al tavolo. Susanne Waiz è già presente. Chiamo quindi Alessandro Cavaliere, presidente ADAVA, e Manfred Pinzger, presidente HGV. 19

29 TAVOLA ROTONDA Moderatore Francesca Chiorino architetto; Casabella Prima di passare la parola a Manfred Pinzger e Alessandro Cavaliere, che rappresentano rispettivamente l Associazione degli albergatori di Bolzano e l Associazione degli albergatori della Valle d Aosta e che ringrazio per essere qui, desidero manifestare la nostra calorosa accoglienza a Susanne Waiz. Susanne Waiz è architetto, ha studiato a Vienna e dal 95 ha il proprio studio a Bolzano. Susanne Waiz vanta una serie di edifici costruiti, tra i quali ricordiamo un edificio rurale che è stato premiato all interno delle Architetture recenti in Alto Adige 2006/2012. È anche ricercatrice, altri suoi libri noti sono Costruire nel costruito e La stalla in disuso, che è un originale catalogo di edifici che hanno assunto nuove configurazioni all interno di ex stalle. Rispetto alla mostra da lei curata Alpi, Architettura, Turismo metterei in rilievo il concetto di non stelle per quanto riguarda gli hotel, ma qualità innanzitutto. Questo è sicuramente il criterio che ha guidato Susanne Waiz nella scelta delle architetture che ha presentato, che abbiamo visto essere afferenti a periodi storici diversi. È quindi molto interessante e forse anche molto pertinente rispetto ai luoghi specifici, anche alla Valle d Aosta, il fatto di potersi confrontare non soltanto con il nuovo, bensì con la ristrutturazione di edifici di particolare pregio e interesse. Risulta poi determinante, all interno della ricerca condotta da Waiz, l accuratezza della progettazione e la centralità del progetto architettonico. Emerge dunque la figura di un architetto che ha un ruolo all interno di un progetto di accoglienza, un progetto che mira ad accogliere i turisti, cioè coloro che vogliono vivere un esperienza stimolante in luoghi meravigliosi quali le vallate altoatesine, esperienza simile a quella che si può vivere qui nelle valli valdostane. A questo punto direi di iniziare chiedendo a Manfred Pinzger di raccontarci come il territorio altoatesino sia riuscito in questo ultimo periodo a dare delle risposte alle richieste dei turisti. Mi interesserebbe anche capire quando esattamente è iniziato questo fitto dialogo tra architetti e albergatori. Chiederei inoltre a Pinzger di darci una chiave di lettura di questo processo così particolare che ha visto gli architetti sempre più parte integrante della progettazione di edifici di accoglienza. In parte Susanne Waiz ci ha già dato degli spunti, riferendosi a numerosi progetti, il più recente dei quali, nel caso degli edifici storici, è forse quello di Othmar Barth per l Hotel Ambach sul Lago di Caldaro. Darei quindi la parola a Manfred Pinzger, che rappresenta gli albergatori altoatesini. 20

30 Manfred Pinzger presidente HGV - Hoteliers und Gashwirteverband Buonasera a tutti. Soprattutto vorrei ringraziare per l invito. Per me è un esperienza particolare venire in Valle d Aosta. Se mi permettete, vorrei salutare il mio vecchio amico senatore e adesso Assessore regionale Antonio Fosson. Per cinque anni, noi abbiamo combattuto insieme al Senato con tre governi per le nostre competenze come enti autonomi. La cosa non è stata semplice, perché voi come Regione autonoma e noi come Provincia autonoma abbiamo delle competenze anche nell urbanistica e l urbanistica è la base per poter fare investimenti e dare avvio al dialogo tra architetti e albergatori.. In Alto Adige siamo riusciti negli ultimi anni (non è stato sempre così) a costruire un dialogo e un rapporto proficuo tra albergatori, imprenditori e anche architetti e abbiamo visto che l andamento del turismo, dagli anni 60 in poi, è cresciuto molto nella nostra regione e attualmente, abbiamo circa posti letto e 30 milioni di presenze all anno di turisti. Naturalmente anche in Alto Adige è cresciuta l offerta di posti letto. Negli anni 80, l assessore provinciale Dr. Alfons Benedikter originario di Silandro, la mia zona, nella Val Venosta, ha saputo valutare l avvento di diverse costruzioni e ha operato meglio di altri politici, sapendo che bisogna tutelare tutto il paesaggio e non dare semplicemente il via libera a qualsiasi progetto. In Alto Adige noi avevamo un po di difficoltà perché c era stato un blocco urbanistico negli anni 80; poi c è stato un ripensamento, che a tutt oggi io direi ci ha fatto abbastanza bene. Negli ultimi anni, soprattutto su iniziativa dell Ordine degli architetti, siamo riusciti a riaprire la discussione... che era già iniziata nello scorso secolo. Abbiamo visto degli esempi: l Hotel Tre Cime, il Laurin e altre belle strutture del 1880, costruite quando eravamo ancora sotto l Austria. Adesso siamo tornati con diverse iniziative (e qui ringrazio l Ordine degli architetti dell Alto Adige) a raggiungere livelli importanti. Per esempio, io sto rinnovando il mio albergo, perché bisogna sempre investire e migliorare l offerta. Per quanto riguarda le nuove strutture, quindi, noi siamo all altezza. Quello che io posso dire è che con la collaborazione tra turismo e architettura si riesce ad attrarre una nuova clientela, una clientela interessante, una clientela un po particolare. In questo modo si aprono nuove opportunità, nuove scelte di turisti che da tutto il mondo ormai vengono anche in Alto Adige. Francesca Chiorino Certamente è necessario accontentare le esigenze più diverse di un turismo anche multiforme, che a volte ricerca prettamente il fascino dell ambiente alpino, altre volte, come diceva Susanne Waiz, ricerca un turismo architettonico. Determinati alberghi dunque devono dare risposta a coloro che fanno del turismo un occasione 21

31 per conoscere opere di architettura; un turismo indubbiamente particolare, che noi architetti conosciamo bene, e che ha una propria ragione di esistere. Cedo ora la parola ad Alessandro Cavaliere, che cercherà di farci capire quali sono, in Valle d Aosta, le tendenze rispetto alle possibilità d incontro tra architetti e albergatori, o meglio: come vengono percepiti gli architetti dagli albergatori. Gli architetti sono figure professionali che si considera possano dare un contributo in certi frangenti, per esempio per la progettazione intera di un albergo o per la sua ristrutturazione? Altra domanda: c è la reale possibilità che le due figure si incontrino? Esistono già dei momenti di dibattito, di discussione o di semplice incontro in cui c è la disponibilità degli uni e degli altri ad aprirsi? Lo chiedo perché ritengo che un aspetto fondamentale per realizzare un buon progetto sia l ascolto, da parte del professionista, delle esigenze espresse dall albergatore, che è colui che conosce i bisogni dei turisti. Alessandro Cavaliere presidente ADAVA - Associazione degli Albergatori Valle d Aosta Buonasera a tutti. Anch io ringrazio per l invito. Susanne Waiz ha dichiarato di avere scoperto la sua grande ignoranza nel campo alberghiero. Io questa sera mi sento totalmente inadeguato a parlare davanti a una platea di esperti di architettura e ancora con più difficoltà risponderò alla domanda: come viene vissuta la relazione tra albergatori e architetti in Valle d Aosta? Questo perché a una platea totalmente di architetti non potrei che rispondere: positivamente. A parte le battute, quello che ci ha detto Susanne Waiz questa sera io ritengo che dia degli spunti molto belli e interessanti. Susanne Waiz ci ha raccontato di una mostra (che io, me ne scuso, non ho ancora avuto il privilegio e la fortuna di visitare) che rappresenta un opportunità di incontrarsi, di conoscersi, di parlarsi, fondamentale. Riguardo a come viene vissuta la relazione da noi albergatori con l architettura in genere e con gli architetti, il percorso che noi stiamo seguendo, che sta seguendo anche la Fondazione Courmayeur, cioè quello di un costante confronto con gli amici e colleghi altoatesini, ci porta a fare un analisi di quelle che sono le differenze più grandi. Effettivamente, nel territorio altoatesino forse si è dimostrato più coraggio (Susanne Waiz ci ha parlato di architettura contemporanea), nel senso di un audacia nel spingersi oltre certi confini; un coraggio che nel nostro territorio regionale, che è un po più piccolo, salvo alcune eccezioni (di una ci parlerà domani l architetto Macheda), forse c è stato meno. Io però non ritengo, non per una difesa di parte dovuta al mio incarico istituzionale, ma perché profondamente credo in questo, che all interno della nostra regione non siano stati fatti dei profondi lavori di riqualificazione del nostro prodotto... E lo chiamo volutamente prodotto perché le nostre sono aziende. Cioè, l albergatore, se lo interpellate, vi parla di casa, quindi dell anima, dello spirito che c è all interno di una costruzione, che poi dà identità all architettura, però noi non possiamo dimenticare che siamo di fronte a delle aziende. Una profonda ri- 22

32 qualificazione nel nostro territorio c è stata, ma allora io mi chiedo, come albergatore e anche come persona, perché in Alto Adige c è stato uno slancio superiore. Ieri sera, per prepararmi a questo incontro con voi oggi, ho analizzato velocemente i numeri. Non ricordo bene, ma probabilmente le strutture altoatesine sono leggermente più grandi come dimensioni e quindi riescono ad avere una sostenibilità superiore alla nostra rispetto a certi progetti architettonici. Vedo, invece (e me lo confermerà l amico Manfred), che sostanzialmente in Valle d Aosta abbiamo 485 strutture alberghiere per un totale di camere; o meglio: camere suddivise in 485 strutture, quindi una media di 22 camere per struttura. In Trentino Alto Adige, compreso il Sud Tirolo (se non sbaglio, ma credo di no), si calcolano camere suddivise in strutture, quindi più o meno 22 camere a struttura. Allora qual è la vera differenza? Che probabilmente sul loro territorio (e questo per noi deve essere di grande stimolo nel confronto) c è stato il passaggio da un impresa familiare artigiana a un impresa familiare di stampo più industriale (industriale nel senso positivo del termine), dove comunque c è una visione organizzativa verso certe direzioni o sensibilità che sono poi quelle architettoniche; ma soprattutto, dal mio punto di vista di imprenditore, c è stata una segmentazione del mercato più forte che da noi. Cito solo uno dei numerosissimi esempi che si potrebbero fare di strutture alberghiere: il Cavallino Bianco a Ortisei, una struttura totalmente dedicata alle famiglie, il che comporta delle scelte anche architettoniche ben definite, che su un territorio più piccolo come il nostro non sono state fatte in maniera così totalizzante. Qui si tratta, però, di un evoluzione del modo di fare imprenditorialità. Per esempio, l Adler Balance è completamente rivolto al benessere. Mi viene in mente, tra i tanti architetti, Matteo Thun e il Vigilius, una delle tantissime strutture che nel territorio altoatesino sono quasi completamente focalizzate sulla bioarchitettura e l ecosostenibilità, mentre su un territorio più piccolo come il nostro a volte ci sono realtà permeabili tra di loro. Questo permette sicuramente di portare al centro dell azienda, in un organizzazione un po più strutturata costituita da famiglie di albergatori, la pianificazione, quindi anche la pianificazione architettonica e, al centro della pianificazione architettonica, la figura dell architetto. Da qui poi partono sicuramente conflittualità che sarebbe interessante approfondire. Francesca Chiorino Il paragone fra due realtà, come l Alto Adige e la Valle d Aosta, che hanno come minimo comune denominatore il fatto di essere due regioni autonome e di avere la montagna in comune, risulta in parte forzato e debole. Si tratta anche di due realtà diverse e le questioni che Alessandro Cavaliere ha posto rispetto alla differenza di scala e alla segmentazione del mercato determinano delle difformità iniziali che, da un certo punto di vista, possono anche far auspicare un futuro, per alberghi a conduzione familiare, più orientato alla pianificazione e di conseguenza all eventuale ingresso della figura dell architetto in modo più strutturato rispetto a quanto non sia 23

33 ora. Bisogna tenere conto che la Valle d Aosta, per quanto la conosco in parte anche come turista, presenta una serie di edifici di ricezione turistica storici che hanno un potenziale di grande interesse anche dal punto di vista architettonico. Mi piacerebbe tornare al catalogo di Susanne Waiz e magari vedere ancora delle immagini. Susanne Waiz ci potrebbe raccontare molto succintamente come il catalogo da lei curato è stato strutturato. Il prodotto editoriale appare molto simile a un giornale e risulta strutturato in diverse sezioni dove si intrecciano discipline e protagonisti diversi. Susanne Waiz Mi rivolgo ai relatori sul podio per chiarire un primo aspetto. Non vorrei si pensasse che in Alto Adige esistano solo esempi positivi. Questo è un pregiudizio. Noi abbiamo raccolto alcuni esempi riguardanti albergatori che con una particolare sensibilità, con un interesse per l architettura moderna, per la cultura e per l arte, hanno permesso la realizzazione di opere piuttosto rare anche sul nostro territorio. Gli esempi che vi ho mostrato inoltre non hanno raccolto un consenso unanime. Le mie scelte sono state anche criticate. Alcuni albergatori hanno sostenuto che il focus doveva essere posto maggiormente su altri punti di vista, dando maggiore importanza agli aspetti economici, alla qualità del wellness e alla buona cucina, tralasciando l architettura. Questi sono dei cliché dominanti ma alcuni albergatori hanno già compreso che una buona architettura è in grado di attirare una clientela attenta e curiosa. In questo senso sono felice di poter collaborare con il presidente Pinzger che è consapevole di quanto quest approccio possa portare dei vantaggi, in particolare per strutture piccole e medie quest ultime possono migliorare il loro profilo tramite l architettura. I grandi albergatori spesso imprese internazionali, non prendono parte al dibattito, se ne tengono in disparte e perseguono i propri interessi. Nella mostra la maggior parte degli alberghi non sono di grandi dimensioni. Inizialmente pensavo che vi fosse un esigenza di alberghi di una certa grandezza, che un albergo per funzionare bene dovesse contenere più di cento posti letto. Attraverso il lavoro delle interviste è emersa un altra realtà: esistono albergatori con strutture che offrono trenta o cinquanta posti letto che lavorano molto bene. Questi albergatori sono soddisfatti. Permettetemi un parallelo con uno studio di architettura: avendo un ufficio di una certa dimensione, con molti collaboratori, devi raggiungere un certo volume di affari. Oggi questo può rivelarsi un problema, in quanto sono finiti i tempi delle grandi opere pubbliche, la domanda si è modificata. Una struttura familiare è maggiormente flessibile. L Alto Adige inoltre ha una tradizione in quest ambito, ed è conosciuto per le sue strutture a conduzione familiare. 24

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