COSTO DI PRODUZIONE E DI MACELLAZIONE DEL VITELLONE DA CARNE

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1 Opuscolo C.R.P.A N. 6/2010 (spedito nel settembre 2010) ISSN C.R.P.A. NOTIZIE - C.so Garibaldi, 42 - REGGIO EMILIA - Periodico mensile - Autorizzazione del Tribunale di Reggio Emilia n. 387 del Proprietario: Giuseppe Veneri - Direttore responsabile: Adelfo Magnavacchi - Spedizione in A.P. 45% Art. 2 comma 20 / B.L. 662/96 Reggio Emilia - Tassa riscossa - Taxe Percu - Stampa: Tipolitografia Tecnograf COSTO DI PRODUZIONE E DI MACELLAZIONE DEL VITELLONE DA CARNE Questo opuscolo, che viene pubblicato con cadenza annuale, riporta un analisi completa del mercato delle carni bovine in Italia e la stima del costo di produzione del vitellone da carne nell allevamento da ingrasso. Dopo una prima parte dedicata alle statistiche riguardanti produzione, import-export e bilancio di approvvigionamento della carne bovina in Italia, sono presentati i risultati dell indagine svolta dal CRPA presso un campione di allevamenti ubicati in Emilia- Romagna e Veneto. I costi di allevamento del vitellone da carne vengono poi confrontati considerando la classe di dimensione dell allevamento. Il bollettino CRPA notizie è pubblicato nell ambito dei programmi di diffusione dei risultati della ricerca della Regione Emilia-Romagna Lo studio prosegue con l esposizione della serie storica dei prezzi dei vitelli da ristallo e dei vitelloni da macello di razza francese. Infine, l ultima sezione riporta l analisi dei costi di macellazione basata su un campione rappresentativo di imprese localizzate nel Nord Italia. Questo C.R.P.A. Notizie è stato elaborato sulla base delle indagini condotte nell ambito dei programmi di ricerca e sperimentazione della Regione Emilia-Romagna ed è stato realizzato grazie alla collaborazione di UNICARVE, l associazione che rappresenta i produttori di carne bovina in Veneto. Edizione 2010 Produzione di carne bovina nell UE Produzione, consumo, import ed export in Italia Metodologia per la stima del costo di produzione della carne bovina Dati tecnici degli allevamenti del campione Costo di produzione della carne bovina Redditività degli allevamenti di bovini da ingrasso Mercato dei vitelli da ristallo e dei vitelloni da macello Costo di macellazione dei bovini PRODUZIONE DI CARNE BOVINA NELL UNIONE EUROPEA Nel 2009 la produzione di carne bovina dell Unione Europea è diminuita del 2,3%, attestandosi a 7,89 milioni di tonnellate. La flessione si è distribuita su gran parte dei più importanti Paesi produttori, ad eccezione della Polonia, che si è confermato il più dinamico all interno dell area comunitaria. Il lieve aumento della produzione polacca non ha tuttavia compensato il calo accusato dagli altri Paesi dell est, per cui la diminuzione registrata in Europa orientale è risultata della medesima entità di quella rilevata nel resto dell UE. Le conseguenze delle epidemie di blue tongue diffusasi nel 2008 nel Nord Europa hanno continuato a deprimere la disponibilità di capi da macello sia nei Paesi colpiti sia in quelli strutturalmente dipendenti dalle importazioni di capi da ristallo. In Francia e Germania la riduzione della produttività delle vacche nutrici ha determinato la contrazione della produzione di vitelloni, mentre il mancato recupero della produzione in Italia, oltre che il calo delle macellazioni in Spagna, sono in parte imputabili alla diminuzione delle importazioni di capi da ingrasso dai tradizionali bacini di approvvigionamento francesi. La contrazione è continuata anche in Irlanda, dove da diverso tempo è in atto un processo di lento declino del patrimonio di vacche nutrici. Produzione di carne bovina nell Ue ( ) Var Paesi 2009/ t %.000 t %.000 t %.000 t %.000 t % % Francia , , , , ,6-3,4 Germania , , , , ,9-2,6 Italia , , , , ,3-0,7 Regno Unito 762 9, , , , ,8-1,5 Spagna 715 8, , , , ,6-9,4 Irlanda 546 6, , , , ,5-4,3 Olanda 396 4, , , , ,1 5,8 Belgio 267 3, , , , ,2-4,6 Austria 204 2, , , , ,8 1,1 Danimarca 136 1, , , , ,6-1,6 Altri 409 5, , , , ,1 3,0 UE , , , , ,5-2,3 Polonia 306 3, , , , ,9 0,9 Romania 207 2, , , , ,6 7,6 Repubblica Ceca 81 1,0 80 1,0 79 1,0 80 1,0 77 1,0-3,7 Altri 218 2, , , , ,1-17,6 UE , , , , ,0-2,3 Fonte: Eurostat. 1

2 PRODUZIONE, CONSUMO, IMPORT ED EXPORT IN ITALIA Nel 2009 la produzione italiana di carni bovine è diminuita dello 0,7% portandosi ad un totale di quasi 1,05 milioni di tonnellate. In termini di capi macellati la flessione è rimasta contenuta allo 0,3%. Per il secondo anno consecutivo il calo si è concentrato sulle macellazioni di vitelloni pesanti, che nel 2009 hanno accusato una contrazione del 4,1%. La riduzione della produzione a peso morto corrispondente è risultata di pari entità. Le carni di vitello hanno al contrario registrato una ripresa del 7,3%, insufficiente tuttavia a recuperare la perdita di produzione registrata nel corso degli ultimi anni. Bestiame bovino macellato in Italia ( ) Categoria Numero di capi (.000) Variazione Peso morto (.000 t) Variazione /08 (%) /08 (%) Vitelli , ,3 Vitelloni e manzi , ,2 Manze , ,6 Buoi e tori , ,1 Vacche , ,7 Totale , ,7 Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. La progressiva ripresa delle importazione di bovini da ristallo dalla Francia, seguita alle misure di controllo della blue tongue adottate in quel Paese, ha determinato l aumento delle macellazioni di bovini di origine estera. La produzione da capi di importazione (+6,8%) si è tuttavia mantenuta al di sotto dei volumi raggiunti prima del manifestarsi della crisi sanitaria nel Nord Europa. A fronte del parziale recupero dei consumi rispetto al calo registrato nel 2008, l import di carni è tornato ad aumentare, riportando il tasso di autoapprovvigionameto del comparto a poco più del 60%. Bilancio di approvvigionamento della carne bovina in Italia (.000 t) ( ) Indicatori Variazione 2009/08 (%) Produzione da capi nazionali ,4 Produzione da capi esteri ,8 Produzione totale (1) ,7 Import di carni (2) ,4 Disponibilità ,5 Export di carni (2) ,4 Consumi ,4 Consumo pro capite 24,7 25,2 25,2 23,7 24,0 1,4 Autoapprovigionamento (%) 60,5 58,9 61,6 62,8 60,5-2,3 (1) Peso morto al lordo del grasso della carcassa. (2) Dati provvisori. Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. Il disavanzo del commercio di carni e bovini vivi non ha registrato variazioni significative. Nel 2009 il deficit relativo alle sole carni bovine è aumentato dello 0,6%, passando da 1,65 a 1,66 miliardi di euro, ma è stato compensato da una riduzione di pari entità del disavanzo del commercio di bovini vivi, attestatosi a 901 milioni di euro. Il saldo negativo totale si è così mantenuto intorno ai 2,56 miliardi di euro. Bilancio nazionale del commercio con l estero di carni bovine (.000 euro) ( ) Categoria (*) Var. saldo import export saldo import export saldo 2009/08 (%) Bovini da ristallo ,0 Bovini da macello ,9 Totale bovini vivi ,6 Carni fresche ,0 Carni congelate ,6 Totale carni ,6 Totale complessivo ,1 (*) Dati provvisori. Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. Le importazioni di carni bovine hanno segnato in volume un aumento del 3,4%, raggiungendo un totale di quasi 446 mila tonnellate. Le sole carni congelate, che nel 2009 hanno rappresentato il 9% dell import complessivo, sono risultate in ripresa del 28%. La crescita ha interessato anche le carcasse, le mezzene (+5,3%) e altri tagli freschi e refrigerati, ad eccezione dei quarti posteriori (-4,4%). 2

3 Import di carne bovina per categoria di prodotto ( ) Categoria (*) Var. 2009/08 t % t % t % t % t % (%) Carcasse e mezzene , , , , ,2 5,3 Quarti posteriori , , , , ,7-4,4 Altre carni fresche , , , , ,0 2,9 Carni congelate , , , , ,2 28,1 Totale , , , , ,0 3,4 (*) Dati provvisori. Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. Principali flussi di importazione di carni bovine per Paese di provenienza A seguito delle restrizioni imposte dall Unione Europea alle importazioni comunitarie dal Brasile, la quota delle carni provenienti da questo Paese è scesa nell ultimo biennio dall 11 a meno del 3% sul totale dell import italiano. Nel 2009 l approvvigionamento di carni brasiliane è aumentato del 21% rispetto al 2008, ma si è mantenuto largamente inferiore ai volumi raggiunti in precedenza. Le quote lasciate dal Brasile sul mercato italiano sono state occupate dalle esportazioni della Polonia che, cresciute negli ultimi due anni di quasi il 50%, hanno raggiunto un totale di 60 mila tonnellate. È inoltre sensibilmente aumentato l import dall Argentina, divenuta nel 2009 il primo fornitore del Sud America. Dopo il sensibile aumento registrato nel 2008, le importazioni dalla Francia si sono mantenute stabili. Tonnellate Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. Import di carni bovine per Paese di provenienza ( ) Anno Francia Paesi Bassi Germania Brasile Polonia Altri Totale t % t % t % t % t % t % t % , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , (*) , , , , , , ,0 (*) Dati provvisori. Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. IMPORT DI BOVINI VIVI Le rilevazioni ISTAT segnalano anche per il 2009 una diminuzione dell approvvigionamento di bovini vivi, pur se di minore entità rispetto al calo causato nell anno precedente dalle misure di protezione introdotte nei Paesi colpiti dalla lingua blu. I dati provvisori mostrano una riduzione del 3,2% degli ingressi dei soli bovini da vita, a carico principalmente dei vitelli di peso inferiore agli 80 kg e della categoria dei ristalli leggeri. L avvio delle campagne di vaccinazione in Francia ha invece favorito una parziale ripresa degli ingressi di ristalli pesanti, aumentati nel 2009 del 5,4%. Import di bovini vivi (n. capi) ( ) Categoria (*) Var. 2009/08 (%) Bovini da ristallo: ,2% - fino a 80 kg ,3% - da 80 a 160 kg ,2% - da 160 a 300 kg ,2% - vitelloni e manze oltre i 300 kg ,4% - vacche ,4% Bovini da macello ,9% Riproduttori ,4% Totale bovini vivi ,5% (*) Dati provvisori. Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. 3

4 Import italiano di bovini vivi per categoria di peso Capi (n.) Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. Nel 2009 l allentamento delle restrizioni alla movimentazione dei capi ha indotto un aumento delle importazioni di broutards dalla Francia del 4%. La ripresa dell approvvigionamento di bovini francesi di oltre 300 kg ha tuttavia colmato solo in parte il calo causato dagli effetti della blue tongue. L aumento degli ingressi ha interessato anche i capi provenienti da Austria e Irlanda, che hanno rappresentato meno del 9% dei vitelli pesanti importati in Italia. Gli altri Paesi del Nord Europa hanno soddisfatto complessivamente il 3,5% del fabbisogno degli ingrassatori italiani. Import di vitelli da ristallo di peso superiore a 300 kg per Paese di provenienza ( ) Anno Francia Irlanda Austria Polonia Altri Totale capi % capi % capi % capi % capi % capi % , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , (*) , , , , , ,0 (*) Dati provvisori. Fonte: ISTAT. EXPORT DI CARNI Le esportazioni italiane di carni bovine sono diminuite nel 2009 del 10,4%, attestandosi intorno a 105 mila tonnellate. La flessione è in larga parte dovuta alla contrazione di circa il 15% del prodotto congelato, intervenuta dopo la momentanea ripresa del La diminuzione del 9% ha d altra parte interrotto la tendenza positiva che fino al 2009 aveva interessato le esportazioni di carcasse e mezzene Le vendite all estero di quarti posteriori, che rappresentano una piccola quota dell export complessivo, hanno accusato un calo del 23,4%. Export di carne bovina per categoria di prodotto ( ) Categoria (*) Var. 2009/08 t % t % t % t % t % (%) Carcasse e mezzene , , , , ,8-9,1 Quarti posteriori , , , , ,1-23,4 Altre carni fresche , , , , ,8-4,4 Carni congelate , , , , ,3-14,9 Totale , , , , ,0-10,4 Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. 4

5 METODOLOGIA PER LA STIMA DEL COSTO DI PRODUZIONE DELLA CARNE BOVINA Il costo di produzione della carne bovina è stato calcolato sulla base dei dati tecnici ed economici rilevati da un campione di allevamenti specializzati nell ingrasso di vitelloni pesanti. Per il calcolo del costo medio di produzione tutti i costi imputabili all attività di allevamento sono stati rapportati alla produzione netta espressa in chilogrammi di peso vivo. Le voci di costo sono state suddivise in costi espliciti e costi calcolati. I costi espliciti rappresentano reali esborsi monetari e comprendono le spese per l acquisto del vitello da ristallo, il costo del lavoro salariato, le spese per energia e carburanti, le spese sostenute per gli interventi veterinario-sanitari e le altre spese vive relative alla conduzione dell allevamento. I costi calcolati comprendono, oltre al costo del lavoro familiare, gli interessi sul capitale investito in azienda e gli ammortamenti. La loro stima è necessaria per poter effettuare un analisi economica completa dell attività di allevamento. Si ricorda a questo proposito che si possono verificare diverse condizioni: quando il prezzo percepito non copre i costi espliciti viene messa in pericolo la sopravvivenza dell allevamento a breve termine; quando il prezzo percepito copre i costi espliciti l allevamento può continuare la sua attività, ma non può fare nuovi investimenti; quando il prezzo percepito copre il costo totale l allevamento può contare su una sopravvivenza a lungo termine. I costi di alimentazione sono stati calcolati nell ipotesi che tutti gli alimenti siano acquistati sul mercato. I consumi di foraggi e mangimi sono stimati sulla base della razione alimentare adottata e valutati ai prezzi di mercato realmente pagati dall allevatore. Per la stima degli interessi e degli ammortamenti si è adottata la medesima metodologia indipendentemente dalle reali condizioni di indebitamento dell azienda e dall effettivo grado di obsolescenza delle strutture e delle attrezzature. Gli interessi sul capitale fondiario sono stati valutati ad un saggio del 2%, mentre sul capitale di anticipazione si è applicato un tasso pari al rendimento medio dei BOT a 12 mesi, pari nel 2009 all 1,1%. Gli interessi sulle spese correnti sono calcolati ipotizzando un periodo di esposizione di sei mesi. Le quote di ammortamento sono state stimate considerando un saggio del 3% per gli immobili e del 12% per i macchinari, applicato al 50% del loro valore a nuovo. Per il calcolo del costo del lavoro familiare si è preso a riferimento la tariffa oraria prevista per i lavoratori dipendenti a tempo determinato delle aziende agricole. L incidenza del costo per l acquisto del vitello da ristallo per chilogrammo di carne prodotta è stata calcolata considerando la differenza tra il prezzo pagato al momento dell acquisto del vitello e il prezzo di vendita del vitellone da macello. La formula utilizzata è la seguente: Incidenza costo vitello (prezzo/kg vitello da ristallo prezzo/kg vitellone) da ristallo sul kg carne = x peso iniziale prodotta (peso finale - peso iniziale) DATI TECNICI DEGLI ALLEVAMENTI DEL CAMPIONE Nel 2009 la produzione media degli allevamenti del campione, espressa in peso vivo, è lievemente diminuita, portandosi da 531 a 526 tonnellate. Il calo è dovuto all aumento del peso in ingresso dei ristalli, superiore in media a 390 kg. Il peso alla vendita non ha mostrato significative variazioni rispetto al 2008, mantenendosi intorno a 670 kg. Il numero di ristalli acquistati è continuato a calare, mentre la maggior consistenza delle giacenze ad inizio anno ha determinato l aumento delle vendite al macello rispetto all anno precedente. La produzione si è tuttavia mantenuta di molto inferiore rispetto alla capacità produttiva che il campione è in grado di esprimere. L accrescimento ponderale medio per capo è salito a 1,38 kg al giorno, con punte massime di oltre 1,50 kg negli allevamenti di soli vitelli maschi di tipo Charolaise. Il prezzo medio al macello nel 2009 ha registrato una contrazione del 3%, diminuendo a 2,34 euro per kg di peso vivo. Al contrario, dopo la ripresa già rilevata nel 2008, il prezzo di acquisto dei ristalli, pari a 2,74 /kg, ha conosciuto un ulteriore aumento del 2%. Indici tecnici degli allevamenti campione ( ) Indici tecnici Produzione netta (t peso vivo) Capi venduti (n.) Capi acquistati (n.) Vitelloni morti (n.) Peso medio di vendita (kg) Peso medio di acquisto (kg) Prezzo medio di acquisto vitelli da ristallo ( /kg) 2,83 2,59 2,70 2,74 Prezzo medio di vendita vitelloni ( /kg) 2,32 2,17 2,41 2,34 Durata ciclo di ingrasso (giorni) Incremento medio giornaliero (kg/capo/giorno) 1,34 1,35 1,36 1,38 Produttività del lavoro (kg/ora) Fonte: CRPA. 5

6 COSTO DI PRODUZIONE DELLA CARNE BOVINA Nel 2009 gli effetti della riduzione dei prezzi dei cereali e del calo dei tassi di interesse ha compensato solo in parte l incremento del costo del ristallo. Come risultato il costo totale al lordo dei premi PAC, dopo il forte aumento registrato nel biennio , è diminuito di appena il 2%, portandosi a 2,59 euro per chilogrammo di peso vivo prodotto. Il costo al netto del ristallo, pari a 2,08 /kg, ha invece registrato una contrazione dell 8%. La sola spesa per l alimentazione del bestiame è diminuita da 1,36 a 1,23 /kg (-10%), mentre il calo dei prezzi dei carburanti ha permesso di contenere l aumento complessivo degli altri costi diretti. L incremento del costo del lavoro è dovuto all adeguamento al 2009 delle tariffe salariali utilizzate per la valutazione del costo del lavoro familiare, oltre che ad una riduzione della produttività rilevata in molti allevamenti. Costo medio di produzione del vitellone pesante ( ) Voci di costo /kg % /kg % /kg % Alimentazione 1,26 47,4 1,36 51,3 1,23 47,5 Carburanti ed energia 0,07 2,6 0,09 3,4 0,08 3,1 Spese veterinarie 0,08 3,0 0,09 3,4 0,08 3,1 Altri costi (*) 0,19 7,1 0,20 7,5 0,22 8,5 Costi diretti (esclusi salari) 1,60 60,2 1,74 65,7 1,61 62,1 Lavoro familiare 0,11 4,1 0,12 4,5 0,13 5,0 Lavoro salariato 0,16 6,0 0,16 6,0 0,16 6,2 Lavoro 0,27 10,2 0,28 10,6 0,29 11,2 Ammortamento macchine (**) 0,06 2,3 0,06 2,3 0,06 2,3 Ammortamento fabbricati 0,05 1,9 0,05 1,9 0,05 1,9 Ammortamenti 0,11 4,1 0,11 4,2 0,11 4,2 Interessi sul capitale di anticipazione (***) 0,09 3,4 0,10 3,8 0,03 1,2 Interessi sul capitale fondiario 0,03 1,1 0,03 1,1 0,03 1,2 Interessi sul capitale agrario 0,01 0,4 0,01 0,4 0,01 0,4 Interessi passivi 0,13 4,9 0,13 4,9 0,07 2,7 Costo totale al netto del costo di ristallo 2,10 78,9 2,26 85,3 2,08 80,3 Acquisto bestiame 0,56 21,1 0,39 14,7 0,51 19,7 Costo lordo totale 2,66 100,0 2,65 100,0 2,59 100,0 Premi PAC 0,64 24,1 0,67 25,3 0,64 24,7 Costo netto totale 2,02 75,9 1,98 74,7 1,95 75,3 (*) Escluso concimi, sementi, contoterzismo ecc. (**) Escluso macchine operatrici utilizzate per la foraggicoltura. (***) Interessi al 1,1% sul capitale di anticipazione. Fonte: elaborazioni CRPA. Nonostante il calo della produzione, l incidenza del pagamento unico disaccoppiato per chilogrammo di peso vivo prodotto è diminuita per effetto delle maggiori trattenute operate nel 2009 attraverso il meccanismo della modulazione (Reg. CE 79/2009). Considerando anche la più elevata incidenza della spesa per l acquisto dei vitelli, al netto dei premi PAC si è rilevato solo un lieve contenimento del costo netto totale, che è risultato pari a 1,95 /kg. Costo di produzione del vitellone per capo al giorno ( ) Voci di costo /capo/giorno % /capo/giorno % /capo/giorno % Alimentazione 1,70 60,3 1,84 59,9 1,69 59,3 Carburanti ed energia 0,09 3,2 0,12 3,9 0,11 3,9 Spese veterinarie 0,11 3,9 0,12 3,9 0,11 3,9 Altre spese (*) 0,25 8,9 0,27 8,8 0,30 10,5 Costi diretti (esclusi salari) 2,15 76,2 2,35 76,5 2,21 77,5 Lavoro familiare 0,15 5,3 0,16 5,2 0,17 6,0 Lavoro salariato 0,22 7,8 0,22 7,2 0,22 7,7 Lavoro 0,37 12,4 0,38 12,4 0,39 13,7 Ammortamento macchine (**) 0,08 2,8 0,08 2,6 0,08 2,8 Ammortamento fabbricati 0,07 2,5 0,07 2,3 0,07 2,5 Ammortamenti 0,15 5,3 0,15 4,9 0,15 5,3 Interessi sul capitale di anticipazione (***) 0,12 4,3 0,13 4,2 0,04 1,5 Interessi sul capitale fondiario 0,04 1,4 0,05 1,6 0,05 1,8 Interessi sul capitale agrario 0,01 0,4 0,01 0,3 0,01 0,4 Interessi passivi 0,17 6,0 0,19 6,2 0,10 3,6 Costo totale al netto del costo di ristallo 2,82 100,0 3,07 100,0 2,85 100,0 (*) Escluso concimi, sementi, contoterzismo ecc. (**) Escluso macchine operatrici utilizzate per la foraggicoltura. (***) Interessi al 1,1% sul capitale di anticipazione. Fonte: elaborazioni CRPA. 6

7 La dimensione è una delle variabili da cui in parte dipende la differenza nei costi di produzione tra gli allevamenti. Le aziende di oltre 800 capi hanno sostenuto un costo che mediamente, al netto dell acquisto del ristallo, è stato dell 11% inferiore a quello delle aziende di dimensione più piccola. Gli effetti di scala sono evidenti in particolare per i risparmi ottenuti sul costo del lavoro e dei carburanti e sulla minore incidenza degli ammortamenti. I vantaggi legati alla dimensione possono tuttavia a ridursi notevolmente a causa di costi di alimentazione più elevati o per l impossibilità di sfruttare pienamente la capacità produttiva a disposizione. Costo medio di produzione del vitellone pesante per classi di dimensione aziendale Classi di dimensione Media del Voci di costo fino a 800 capi oltre 800 capi campione /kg % /kg % ( /kg) Alimentazione 1,20 42,3 1,26 52,7 1,23 Carburanti ed energia 0,11 3,9 0,05 2,1 0,08 Spese veterinarie 0,08 2,8 0,08 3,3 0,08 Altre spese (*) 0,23 8,1 0,21 8,8 0,22 Costi direti (esclusi salari) 1,62 57,0 1,60 66,9 1,61 Lavoro 0,39 13,7 0,21 8,8 0,29 Ammortamenti (**) 0,14 4,9 0,08 3,3 0,11 Interessi passivi (***) 0,07 2,5 0,07 2,9 0,07 Costo totale al netto del costo di ristallo 2,22 78,2 1,96 82,0 2,08 Acquisto bestiame 0,62 21,8 0,43 18,0 0,51 Costo lordo totale 2,84 100,0 2,39 100,0 2,59 Premi PAC 0,73 25,7 0,57 23,8 0,64 Costo netto totale 2,11 74,3 1,82 76,2 1,95 (*) Escluso concimi, sementi, contoterzismo ecc. (**) Escluso macchine operatrici utilizzate per la foraggicoltura. (***) Interessi al 1,1% sul capitale di anticipazione. Fonte: elaborazioni CRPA. REDDITIVITÀ DEGLI ALLEVAMENTI DI BOVINI DA INGRASSO La riduzione dei costi correnti di produzione, e in particolare delle spese di alimentazione del bestiame, ha complessivamente mantenuto inalterate le condizioni di redditività degli allevamenti da ingrasso, nonostante il progressivo cedimento dei prezzi dei vitelloni rispetto alla ripresa del La prima parte dell anno si è infatti caratterizzata per un aumento degli utili lordi di stalla, dovuto ai prezzi al macello ancora elevati e alla stabilizzazione delle quotazioni del ristallo. Il concomitante calo dei costi di produzione ha così consentito l incremento dei margini sulle partite vendute nei primi mesi dell anno Le condizioni di redditività sono successivamente peggiorate a causa della lenta discesa dei prezzi dei vitelloni e alla risalita del mercato dei vitelli da ristallo. Redditività dell allevamento di bovini da carne al lordo del pagamento unico aziendale ( ) E/kg peso vivo Fonte: elaborazioni CRPA. 7

8 Il prezzo medio di vendita al macello, pari a 2,34 /kg, ha permesso di coprire i costi diretti e di remunerare la manodopera familiare, ma non interamente il capitale investito in azienda. Il lieve calo dei ricavi per capo e l aumento dei prezzi dei ristalli è stato compensato dal rientro su valori normali dei prezzi dei cereali, per cui gli utili al lordo dei pagamenti diretti sono rimasti complessivamente immutati rispetto al Il pagamento unico aziendale ha consentito una remunerazione adeguata di tutti i fattori produttivi impiegati, con un margine positivo sui costi totali. Il bilancio dell anno in corso sarà pesantemente condizionato dai forti ribassi delle quotazioni dei capi da macello, che hanno caratterizzato tutto il primo semestre del 2010, e dall ulteriore incremento delle quotazioni dei ristalli. Redditività dell allevamento di bovini da carne al netto del pagamento unico aziendale ( ) Fonte: elaborazioni CRPA. Il calo dei costi di produzione rilevato nel 2009 è in larga parte imputabile alla diminuzione dei prezzi delle materie prime rispetto agli eccezionali rincari del biennio precedente. All arresto della corsa al rialzo dei cereali, durata fino alla prima metà del 2008, è infatti seguita una rapida inversione che ha consentito nel 2009 di riassorbire parte del forte aumento delle quotazioni. Il risultato è stato un calo del 20% del prezzo della farina di mais (189 euro/t) e del 30% sul costo della crusca di frumento tenero (91 euro/t), due prodotti largamente utilizzati nell alimentazione dei bovini da ingrasso. Il prezzo della farina di estrazione di soia (342 euro/t) si è invece mantenuta sui valori elevati già registrati nel 2008, accusando un ulteriore rincaro dell 1%. Nella prima metà del 2010 il prezzo del mais ha segnato un aumento del 10% rispetto alla media del medesimo periodo del 2009, mentre per la farina di estrazione di soia si è rilevato una diminuzione contenuta al 6%. Andamento indicizzato dei prezzi degli alimenti ad uso zootecnico (gennaio 2007-dicembre 2009) Indice dei prezzi (gennaio 2007=100) E/kg peso vivo Fonte: A.G.E.R. Borsa Merci Bologna. 8

9 MERCATO DEI VITELLI DA RISTALLO E DEI VITELLONI DA MACELLO La diminuzione delle disponibilità di bovini da macello, dovuta alle difficoltà di approvvigionamento di ristalli esteri da parte degli ingrassatori italiani, ha sostenuto le quotazioni dei vitelloni per buona parte del Con l allentamento dei vincoli alla movimentazione dei capi dai territori interessati dalla blue tongue si è tuttavia innescata fin da primi mesi del 2009 una lenta fase di ribasso che è proseguita per tutto il corso dell anno. Nonostante il progressivo cedimento delle quotazioni, i valori comunque elevati toccati all inizio del 2009 hanno permesso di limitare la diminuzione su base annua dei prezzi. Il prezzo dei vitelloni Charolais, pari a 2,26 /kg peso vivo (CCIAA di Modena), ha così segnato una flessione contenuta al 3,5% rispetto alla quotazione elevata raggiunta nell anno precedente (2,34 /kg), mentre la media per il vitellone Limousine, pari a 2,56 /kg, ha registrato una contrazione del 3%. Prezzi dei vitelli da ristallo e dei vitelloni maschi da macello di razza Charolais e Limousine (gennaio giugno 2010) Fonte: elaborazioni CRPA su dati CCIAA di Modena. La graduale ripresa dei flussi di esportazione verso l Italia ha innescato il rialzo dei prezzi dei broutards, il cui trend nel 2008 era risultato divergente rispetto all aumento dei capi da macello. Nel 2009, a fronte del calo contenuto registrato dai prezzi dei vitelloni, la media su base annua per il vitello Charolais di 350 kg - pari 2,63 /kg - ha registrato un aumento del 6%. Analogamente il prezzo del vitello di razza Limousine è risultato in ripresa del 3% sul 2008, segnando una media di 2,85 euro/kg. Nella prima metà di quest anno si è assistito ad un consolidamento di queste tendenze. I prezzi dei vitelloni da macello hanno continuato a cedere terreno raggiungendo, nella primavera inoltrata, un punto di minimo mai toccato nel biennio precedente. Il contestuale rialzo dei ristalli ha così determinato un sensibile peggioramento degli utili lordi di stalla. Andamento indicizzato dei prezzi dei vitelli da ristallo e dei vitelloni di razza Charolais e Limousine (gennaio giugno 2010) Indice dei prezzi (gennaio 2007=100) Prezzo peso vivo (E/kg) Fonte: elaborazioni CRPA su dati CCIAA di Modena e Padova. 9

10 COSTO DI MACELLAZIONE DEI BOVINI L analisi del costo di macellazione è stata condotta utilizzando lo stesso campione di aziende dell anno precedente. Si ricorda che i macelli, oltre ad essere specializzati nella lavorazione delle carni bovine, dovevano rispondere alle seguenti caratteristiche: l attività svolta nello stabilimento doveva limitarsi alla semplice macellazione o, in caso contrario, l amministrazione doveva essere in possesso di una contabilità analitica in grado di individuare i costi da attribuire alla sola fase della macellazione; il direttore del macello, o altra persona di sua fiducia, doveva accettare di essere intervistato per fornire i dati tecnici utili alla ricerca stessa. Il costo di macellazione dei bovini è costituito dalle spese inerenti alle operazioni di macellazione e alla successiva sezionatura in mezzene e quarti, ed è comprensivo delle spese sostenute per il trasporto degli animali vivi e della consegna delle carni ai clienti. Per il calcolo sono stati utilizzati i bilanci civilistici depositati presso le camere di commercio e le informazioni tecniche raccolte con questionari ed interviste fatte presso i macelli. Tutte le voci di costo legate alla diretta gestione del macello (materie prime, spese energetiche, manutenzioni, servizi, lavoro) e alle spese generali derivano integralmente dai dati contabili delle imprese. Incrociando i dati economici dei bilanci e i dati tecnici rilevati attraverso i questionari è stato possibile procedere alla loro analisi e alla determinazione del costo di macellazione dei bovini. La metodologia si basa sull individuazione e la rilevazione dei costi effettivamente sostenuti dallo stabilimento per la macellazione dei bovini e solo per poche voci si è ricorso a delle stime. Solo nel caso in cui si realizzavano altre attività oltre alla macellazione i costi sono stati ripartiti in modo proporzionale al fatturato e alla quantità di lavoro utilizzato nei singoli processi produttivi. La banca dati così predisposta è stata aggiornata al 2009 con opportuni coefficienti relativi alla dinamica delle singole voci di costo. Al fine di rendere omogeneo il calcolo degli ammortamenti e degli interessi si è ricorso ad una stima, utilizzando gli stessi criteri per tutte le aziende del campione. Per il calcolo degli interessi sull anticipazione delle spese si è considerato un capitale uguale alla somma di tutti i costi sostenuti dallo stabilimento (costi espliciti) applicando un tasso d interesse dell 1,5% per un periodo di 2 mesi. Per il calcolo degli interessi e degli ammortamenti sugli immobili si è considerato il valore storico del costo di costruzione dello stabilimento, comprensivo delle attrezzature necessarie. Al valore degli immobili si è applicato un tasso di interesse del 2%, mentre la quota di ammortamento è stata calcolata applicando una aliquota del 7,5% ritenendo che il 50% del valore investito sia rappresentato da fabbricati e il rimanente 50% dalle attrezzature. I diciassette macelli che formano il campione sono ubicati in Lombardia, Emilia, Veneto e Piemonte. I bovini complessivamente macellati dalle aziende del campione sono La capacità di macellazione varia da un minimo di ad un massimo di capi/anno, con una media di capi/anno. Il 39% dei capi macellati è costituito da vitelloni; il 27% da vacche; il 25% da vitelli e il 9% da manze. Costo di macellazione dei bovini ( ) Voci di costo /capo % /capo % /capo % Materie prime e di consumo 17,42 10,0 17,77 10,0 18,07 10,2 Spese energetiche 15,86 9,0 17,64 9,9 16,95 9,5 Manutenzioni, assicurazioni 7,21 4,2 7,27 4,1 7,33 4,1 Lavoro 32,08 18,5 32,24 18,1 32,41 18,2 Smaltimento materiali a rischio e altri costi 26,64 15,4 26,62 15,0 26,43 14,9 Costi espliciti 99,21 57,1 101,54 57,1 101,19 56,9 Interessi anticipazioni 0,66 0,4 0,63 0,4 0,27 0,2 Interessi capitali investiti 8,66 5,0 8,80 4,9 8,88 5,1 Ammortamenti 32,50 18,7 32,98 16,6 33,32 16,6 Interessi e ammortamenti 41,82 24,1 42,41 23,9 42,47 23,9 Costo totale di macellazione 141,03 81,2 143,95 81,0 143,66 80,8 Trasporto animali vivi 12,71 7,3 13,35 7,5 13,4 7,6 Distribuzione carne 19,96 11,5 20,48 11,5 20,63 11,6 Costo totale 173,70 100,0 177,78 100,0 177,69 100,0 Fonte: elaborazioni CRPA. Il costo di macellazione dei bovini nel 2009 è risultato pari a 143,66 /capo macellato, importo che sale a 177,69 /capo se si considerano gli oneri per il trasporto degli animali vivi al macello e per la successiva distribuzione della carne macellata. Il 56,9% del costo totale è costituito dai soli costi espliciti, mentre interessi e ammortamenti presentano un incidenza pari al 23,9%. Questo è dovuto alla complessità della gestione degli stabilimenti di macellazione per rispettare tutte le direttive in tema di igiene e sicurezza nei posti di lavoro. Rispetto all anno precedente si registra un riduzione dello 0,1%, pari a 0,09 /capo a seguito della riduzione del prezzo dei prodotti energetici e del costo del denaro. La voce di costo che evidenzia la maggiore diminuzione è quella relativa alle spese energetiche (carburanti ed energia elettrica), che da 17,64 /capo scende a 16,95 /capo, con una riduzione del 3,9%, seguita dagli interessi sul capitale di anticipazione che da 0,63 /capo scendono a 0,27 /capo. C.R.P.A. notizie Direttore Responsabile Adelfo Magnavacchi. Testi e realizzazione grafica di Kees De Roest, Eugenio Corradini, Claudio Montanari. Revisione testi di Magda C. Schiff. Stampa Tecnograf - Reggio Emilia. Ogni riproduzione, integrale o parziale, deve essere autorizzata dal CRPA 10

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