SPECIALE COSTO DI PRODUZIONE E MACELLAZIONE DEI BOVINI DA CARNE. Inserto a cura del C.R.P.A. Centro Ricerche Produzioni Animali

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1 Contiene inserto di 10 pagine Pubblicazione periodica, autorizzazione Tribunale di Padova n. 1418; Direttore Responsabile GIULIANO MARCHESIN Redazione in Via Romea - Agripolis Legnaro (PD); Tel Fax info@unicarve.it - sito web: V O L U M E 1, N U M E R O 1 Notiziario UNICARVE n Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/ n 46) art. 1, comma 1, DCB (PD) SPECIALE COSTO DI PRODUZIONE E MACELLAZIONE DEI BOVINI DA CARNE Inserto a cura del C.R.P.A. Centro Ricerche Produzioni Animali

2 COSTO DI PRODUZIONE E DI MACELLAZIONE DEL VITELLONE DA CARNE Questo opuscolo riporta la stima relativa all anno 2006 del costo di produzione del vitellone da carne nell allevamento da ingrasso, ed è stato realizzato con il contributo della Regione Emilia-Romagna e la collaborazione di PRO.IN.CARNE e UNICARVE, le due associazioni che rappresentano i produttori di carne bovina in Emilia-Romagna e nel Veneto. Dopo una prima parte dedicata alle statistiche relative a produzione, import-export e bilancio di approvvigionamento della carne bovina in Italia, vengono presentati i risultati dell indagine svolta dal CRPA presso un campione di allevamenti in Emilia-Romagna e Veneto. I costi di allevamento del vitellone da carne sono stati distinti per classi di dimensione dell allevamento. Lo studio prosegue con l esposizione della serie storica dei prezzi dei vitelli da ristallo e dei vitelloni da macello di razza francese. Infine, l ultima sezione riporta l analisi dei costi di macellazione basata su un campione rappresentativo di imprese ubicate nel Nord Italia. PRODUZIONE DI CARNE BOVINA NELL UNIONE EUROPEA Edizione 2007 Produzione di carne bovina nell Unione Europea Produzione, consumo, import ed export in Italia Metodologia per la stima del costo di produzione della carne bovina Dati tecnici degli allevamenti del campione Costo di produzione della carne bovina Redditività degli allevamenti di bovini da ingrasso Mercato dei vitelli da ristallo e dei vitelloni da macello Costo di macellazione dei bovini Nel 2006 la produzione di carne bovina dell Unione europea è aumentata dell 1,8% attestandosi a 7,98 milioni di tonnellate. Questa ripresa è in larga parte dovuta alla parziale rimozione in Gran Bretagna del divieto di commercializzazione delle carni di bovini di oltre trenta mesi. Il provvedimento era in vigore dal 1996 come misura di prevenzione della BSE. Se si esclude la sensibile crescita della produzione britannica (+13%), nel resto della Ue si è proposto uno scenario di sostanziale stabilità (+0,7%). In molti dei Paesi che hanno optato per l applicazione della riforma della PAC già a partire dal 2005, si sono registrati nel 2006 incrementi che solo in parte hanno compensato gli effetti indotti dal sistema di disaccoppiamento dei premi nel primo anno della sua introduzione. È il caso ad esempio di Germania (+4,4%) e Italia (+0,5%), dove la lieve crescita del 2006 non ha permesso di recuperare interamente la contrazione accusata l anno precedente. Solo in Irlanda (+8,4%) la produzione è ritornata sui livelli precedenti al varo della riforma di medio termine. Al contrario, per Francia e Spagna, che hanno scelto di applicare la riforma a partire dal 2006, si rileva una contrazione pari rispettivamente all 1,4 e al 3,7%. Per quanto riguarda l area orientale dell Ue la produzione è rimasta stabile (-0,3%), nonostante il calo del 2% fatto registrare dalla Polonia. Produzione interna lorda di carne bovina nei Paesi dell Ue-25 ( ) Var Paesi 2006/ t %.000 t %.000 t %.000 t %.000 t % % Francia , , , , ,8-1,4 Germania , , , , ,6 4,4 Italia , , , , ,9 0,5 Regno Unito 683 8, , , , ,1 13,2 Spagna 634 7, , , , ,2-3,7 Irlanda 565 6, , , , ,5 8,4 Olanda 377 4, , , , ,2-5,1 Belgio-Lussemburgo 324 3, , , , ,5 1,1 Austria 220 2, , , , ,8 4,8 Danimarca 155 1, , , , ,7-2,8 Altri 395 4, , , , ,4 1,6 UE , , , , ,6 2,0 Polonia 313 3, , , , ,3-2,0 Repubblica Ceca 113 1, , ,4 96 1,2 99 1,2 3,1 Ungheria 58 0,7 54 0,7 55 0,7 53 0,7 53 0,7 0,0 Altri 165 2, , , , ,1 1,2 UE , , , , ,0 1,8 Fonte: OFIVAL - Office National Interprofessionnel des Viandes, de l Elevage et de l Aviculture. 1

3 PRODUZIONE, CONSUMO, IMPORT ED EXPORT IN ITALIA Nonostante la diminuzione del numero di capi macellati (-0,8%), nel 2006 la produzione italiana di carni bovine è salita dello 0,7% portandosi ad un totale di 1,11 milioni di tonnellate. Il lieve aumento è imputabile in particolare alla crescita delle macellazioni di manze che hanno realizzato a peso morto un incremento dell 8,0%. Per la sola carne di vitellone, che rappresenta il 60% della produzione italiana, si rileva una ripresa dell 1,1% che segue il sensibile calo registrato nel 2005 (-4,8%). Tutte le altre categorie di bovini hanno invece confermato le tendenze già rilevate nell anno precedente. Le carni di vitello hanno accusato un calo dello 0,6% a fronte di una diminuzione del numero dei capi macellati del 2,3%. Alla forte diminuzione delle macellazioni di vacche da riforma (-7,7%) ha corrisposto un calo a peso morto pari al 6,3%. Bestiame bovino macellato in Italia ( ) Categoria Numero di capi (.000) Variazione Peso morto (.000 t) Variazione /05 (%) /05 (%) Vitelli , ,6 Vitelloni e manzi , ,1 Manze , ,0 Buoi e tori , ,2 Vacche , ,3 Totale , ,7 Fonte: elaborazioni su dati ISTAT. Il risultato del 2006 conferma le previsioni di una stabilizzazione produttiva su livelli inferiori a quelli realizzati prima del varo della riforma della PAC. I prezzi elevati dei bovini da macello del primo semestre dell anno hanno infatti bilanciato l effetto del disaccoppiamento dei premi, inducendo molti ingrassatori specializzati a mantenere le stalle piene. L aumento dei consumi, superiore a quello della produzione, ha tuttavia determinato un maggior ricorso all approvvigionamento dall estero, consolidando il deficit strutturale del comparto. Le importazioni di carni hanno raggiunto un volume mai toccato in precedenza e il tasso di autoapprovvigionameto ha conosciuto un ulteriore riduzione, scendendo al 60%. Bilancio di approvvigionamento della carne bovina in Italia (.000 t) ( ) Indicatori Variazione 2006/05 (%) Produzione interna lorda (*) ,4 Macellazione bestiame estero (*) ,6 Produzione totale (*) ,7 Import di carni ,1 Disponibilità ,9 Export di carni ,1 Consumi ,8 Consumo pro capite 24,1 24,8 24,3 24,7 25,1 1,8 Autoapprovigionamento (%) 65,6 62,9 65,6 60,5 59,7-1,4 (*) Peso morto al lordo del grasso della carcassa. Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT e OFIVAL. Sulla spinta della crescita dei consumi e della frenata della produzione, il deficit del bilancio del commercio con l estero di carni bovine ha subito nell ultimo biennio un netto peggioramento. Considerando anche il commercio di bovini vivi, solo nel 2006 il saldo negativo si è portato a poco meno di 2,80 miliardi di euro, aumentando del 10% rispetto l anno precedente. L incremento delle importazioni di capi da ristallo ha determinato una crescita del 3,7% del disavanzo del commercio di bovini vivi, che si è attestato a 1,12 miliardi di euro. Escludendo i prodotti trasformati, il deficit per le carni fresche e congelate è invece salito del 14,5% portandosi ad un totale 1,67 miliardi di euro. Bilancio nazionale del commercio con l estero di carni bovine (000. euro) ( ) Categoria Var. saldo import export saldo import export saldo 2006/05 (%) Bovini da ristallo ,2 Bovini da macello ,1 Totale bovini vivi (*) ,7 Carni fresche ,7 Carni congelate ,7 Totale carni ,5 Totale complessivo ,9 (*) Esclusi riproduttori e bovini non domestici. Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. Le importazioni di carni bovine hanno registrato in volume un aumento del 5%, attestandosi ad un totale di 453 mila tonnellate. Le sole carcasse e mezzene sono aumentate del 5,6%, mentre gli acquisti di quarti posteriori sono saliti del 2,6%. L approvvigionamento di carni congelate, che hanno rappresento nel 2006 circa il 10% delle importazioni di carni, mostrano al contrario una flessione (-3,4%) che ricalca la tendenza del biennio precedente. 2

4 Import di carne bovina per categoria di prodotto ( ) Categoria (*) Var. 2006/05 t % t % t % t % t % (%) Carcasse e mezzene , , , , ,4 5,6 Quarti posteriori , , , , ,9 2,6 Altre carni fresche , , , , ,3 9,6 Carni congelate , , , , ,4-3,4 Totale , , , , ,00 5,1 (*) Dati provvisori. Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. Import di carni bovine per Paese di provenienza ( ) Tonnellate Nel 2006 sono sensibilmente aumentate le forniture provenienti dalla Polonia (+64%) che ha guadagnato una quota del 10% sul totale delle importazioni italiane di carni bovine. Raggiungendo le 45 mila tonnellate il Paese ha così affiancato il Brasile nella posizione di quarto fornitore del mercato italiano. Anche i flussi provenienti da Germania (+9%) e Irlanda (+18%) sono cresciuti, mentre si è temporaneamente arrestata l ascesa delle carni brasiliane. Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. Import di carni bovine per Paese di provenienza ( ) Anno Germania Paesi Bassi Francia Polonia Brasile Altri Totale t % t % t % t % t % t % t % , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , (*) , , , , , , (*) Dati provvisori. Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. IMPORT DI BOVINI VIVI I dati ISTAT relativi alle importazioni di bovini vivi mostrano per il 2006 un aumento del 5,2% nell approvvigionamento di ristalli, che con un totale di 1,25 milioni di capi rappresentano l 85% degli ingressi di bovini esteri. L aumento ha interessato in particolare i capi da allevamento di oltre 300 kg che costituiscono la categoria più importante dell import italiano di bovini vivi. Con un aumento del 7,5% questi hanno superato la soglia dei 730 mila capi. Le importazioni di ristalli di peso compreso tra i 160 e 300 kg si sono invece stabilizzate sui volumi dell anno precedente (207 mila capi), così come quelle di baliotti (<80 kg). Import di bovini vivi ( ) Categoria (*) Var. 2006/05 n. capi n. capi n. capi n. capi n. capi (%) Bovini da ristallo ,2 - fino a 80 kg ,1 - da 80 a 160 kg ,5 - da 160 a 300 kg ,2 - vitelloni e manze oltre i 300 kg ,5 - vacche ,4 Bovini da macello ,7 Riproduttori ,0 Totale bovini vivi ,6 (*) Dati provvisori. Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. 3

5 Import italiano di bovini vivi per categoria di peso.000 capi Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. L aumento dei prezzi dei vitelloni da macello nella prima metà del 2006 ha trainato la domanda di ristalli pesanti da parte degli ingrassatori italiani. Le spedizioni di broutards dalla Francia, che soddisfano quasi il 90% del fabbisogno, sono cresciute dell 8,6%. Così come avvenuto nel 2005 sono aumentati anche gli acquisti di ristalli provenienti dall Irlanda, saliti a circa 35 mila capi (+30%). Al contrario, dopo la crescita dell anno precedente, sono rientrate le spedizioni dalla Polonia e dal resto dell Est Europeo (-16%) che costituiscono meno del 3% del totale dell import di ristalli pesanti. Import di vitelli da ristallo di peso superiore a 300 kg per Paese di provenienza ( ) Anno Francia Irlanda Belgio Austria Polonia UE-25 n. % n. % n. % n. % n. % n. % , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. EXPORT DI CARNI Nel 2006 le esportazioni italiane di carni bovine sono salite del 3% attestandosi intorno alle 108 mila tonnellate. Il lieve incremento è dovuto alla ripresa del prodotto fresco e refrigerato. Le carcasse e le mezzene sono cresciute del 25%, mentre sono aumentate anche le vendite all estero di quarti posteriori non congelati che rappresentano tuttavia poco più del 2% dell export italiano. È al contrario proseguita la contrazione delle carni congelate, che dopo la pesante flessione accusata nell anno precedente sono diminuite nel 2006 di circa il 12%. Export di carne bovina per categoria di prodotto ( ) Categoria Var. 2006/05 t % t % t % t % t % (%) Carcasse e mezzene , , , , ,5 25,1 Quarti posteriori , , , , ,2 82,9 Altre carni fresche , , , , ,4 13,5 Carni congelate , , , , ,0-11,7 Totale , , , , ,0 3,1 Fonte: elaborazioni CRPA su dati ISTAT. 4

6 METODOLOGIA PER LA STIMA DEL COSTO DI PRODUZIONE DELLA CARNE BOVINA Il costo di produzione della carne bovina è stato calcolato sulla base dei dati tecnici ed economici rilevati mediante un questionario rivolto ad un campione di allevamenti ubicati nelle regioni Emilia-Romagna e Veneto e specializzati nell ingrasso di vitelloni pesanti. Per il calcolo del costo medio di produzione tutti i costi imputabili all attività di allevamento sono stati rapportati alla produzione netta espressa in chilogrammi di peso vivo. Le voci di costo sono state suddivise in costi espliciti e costi calcolati. I costi espliciti rappresentano reali esborsi monetari, dipendono in larga parte dalla gestione dell allevamento e ne misurano l efficienza tecnica. I costi calcolati dipendono dalla struttura dell allevamento, che è frutto della gestione strategica dell allevatore, e la loro stima è necessaria per poter effettuare un analisi economica completa dell allevamento. I costi espliciti, rilevati direttamente dalla scheda aziendale, comprendono le spese per l acquisto del vitello da ristallo, il costo del lavoro salariato, le spese per energia e carburanti, le spese sostenute per gli interventi veterinario-sanitari e le altre spese vive relative alla conduzione dell allevamento. I costi calcolati comprendono, oltre al costo del lavoro familiare, gli interessi sul capitale investito in azienda e gli ammortamenti. Si ricorda a questo proposito che si possono verificare diverse condizioni: quando il prezzo percepito non copre i costi espliciti viene messa in pericolo la sopravvivenza dell allevamento a breve termine; quando il prezzo percepito copre i costi espliciti l allevamento può continuare la sua attività, ma non può fare nuovi investimenti; quando il prezzo percepito copre il costo totale l allevamento può contare su una sopravvivenza a lungo termine. I costi di alimentazione sono stati calcolati nell'ipotesi che tutti gli alimenti vengano acquistati sul mercato. I consumi di foraggi e mangimi sono stati stimati sulla base della razione alimentare effettivamente adottata in allevamento e valutati ai prezzi di mercato pagati dall allevatore. Per la stima degli interessi e degli ammortamenti si è adottata una metodologia comune a tutti gli allevamenti indipendentemente dalle reali condizioni di indebitamento dell'azienda e dall'effettivo grado di obsolescenza delle strutture e delle attrezzature. Gli interessi sul capitale fondiario sono stati valutati ad un saggio del 2%, mentre sul capitale di anticipazione si è applicato il tasso pari al rendimento medio dei BOT a 12 mesi che nel 2006 è salito al 2,8%. Per gli interessi sul capitale di anticipazione si è ipotizzato un periodo medio di esposizione finanziaria per le spese sostenute pari a sei mesi. Per le quote di ammortamento si è considerato un saggio del 3% per gli immobili e del 12% per i macchinari, applicati al 50% del loro valore a nuovo. Il lavoro familiare è stato calcolato in base al tempo mediamente dedicato dal conduttore e dai suoi familiari alla conduzione dell'allevamento, applicando la tariffa oraria prevista per i lavoratori dipendenti a tempo determinato delle aziende agricole. L incidenza del costo per l acquisto del vitello da ristallo per chilogrammo di carne prodotta è stata calcolata considerando la differenza tra il prezzo pagato al momento dell acquisto del vitello e il prezzo di vendita del vitellone da macello, perché il peso del vitellone da macello è pari alla somma del peso del vitello da ristallo e della carne prodotta al termine dell ingrasso. La formula utilizzata è la seguente: Incidenza costo vitello (prezzo/kg vitello da ristallo prezzo/kg vitellone) da ristallo sul kg carne = x peso iniziale prodotta (peso finale - peso iniziale) DATI TECNICI DEGLI ALLEVAMENTI DEL CAMPIONE Nel 2006 la media della produzione netta degli allevamenti del campione, espressa in peso vivo, è salita a 538 tonnellate rispetto alle 531 prodotte nel Il lieve aumento è dovuto alla più elevata disponibilità di scorte vive all inizio dell anno che ha permesso di ridurre il numero dei ristalli acquistati (-7%) a fronte di una sostanziale stabilità delle vendite di capi da macello. L incremento della produzione ha interessato in misura differente la maggior parte delle aziende anche se in alcuni allevamenti si è assistito ad una consistente riduzione delle compravendite. Sia il peso in ingresso dei ristalli, pari a 370 kg, sia quello alla vendita dei vitelloni, che si è mantenuto sui 640 kg, non hanno subito variazioni significative. Anche l incremento ponderale per capo si è stabilizzato intorno a 1,30 kg al giorno, con punte massime di 1,50 kg al giorno nel caso degli allevamenti specializzati nell ingrasso di vitelli maschi di tipo Charolais. È invece mediamente aumentata la produttività del lavoro, portatasi intorno ai 54 kg di peso vivo prodotto per ora impiegata in allevamento. Il prezzo al macello nel 2006 è cresciuto del 7% raggiungendo la media di 2,30 euro/kg. Così come avvenuto nell anno precedente, la crescita dei prezzi dei vitelloni è stata tuttavia accompagnata dall ulteriore rincaro dei prezzi dei ristalli (+7%), che hanno toccato il loro massimo storico. Indici tecnici degli allevamenti campione ( ) Indici tecnici Produzione netta (t peso vivo) Capi venduti (n.) Capi acquistati (n.) Vitelloni morti (n.) Peso medio di vendita (kg) Peso medio di acquisto (kg) Prezzo medio di acquisto vitelli da ristallo ( /kg) 2,38 2,63 2,43 2,62 2,80 Prezzo medio di vendita vitelloni ( /kg) 2,07 2,12 2,03 2,14 2,30 Durata ciclo di ingrasso (giorni) Incremento medio giornaliero (kg/capo/giorno) 1,23 1,20 1,22 1,30 1,30 Produttività del lavoro (kg/ora) Fonte: CRPA. 5

7 COSTO DI PRODUZIONE DELLA CARNE BOVINA Nel 2006 il costo di produzione al lordo dei premi PAC, pari a 2,63 /kg, ha registrato un lieve aumento in confronto all anno precedente. La crescita di alcune delle voci di spesa variabile è stata in parte compensata dalla riduzione del costo del lavoro dovuta all incremento della produttività della manodopera impiegata. La spesa per l alimentazione del bestiame è invece salita a 1,10 /kg, pari ad un costo giornaliero di 1,43 per capo. L aumento ha interessato anche i consumi di carburanti. Per effetto della diversa dinamica di queste voci il solo costo di allevamento - che comprende tutte le spese correnti e il costo del lavoro si è mantenuto intorno a 1,80 /kg. Costo medio di produzione del vitellone pesante ( ) Voci di costo /kg % /kg % /kg % Alimentazione 1,20 46,9 1,08 41,7 1,10 41,8 Lavoro familiare 0,14 5,5 0,16 6,2 0,15 5,7 Lavoro salariato 0,16 6,3 0,17 6,6 0,15 5,7 Lavoro 0,30 11,7 0,33 12,7 0,30 11,4 Carburanti ed energia 0,07 2,7 0,10 3,9 0,11 4,2 Spese veterinarie 0,07 2,7 0,07 2,7 0,07 2,7 Altre spese (*) 0,20 7,8 0,21 8,1 0,22 8,4 Spese varie 0,34 13,3 0,38 14,7 0,40 15,2 Costi di allevamento 1,84 71,9 1,79 69,1 1,80 68,4 Ammortamento macchine (**) 0,06 2,3 0,08 3,1 0,07 2,7 Ammortamento fabbricati 0,05 2,0 0,05 1,9 0,05 1,9 Ammortamenti 0,11 4,3 0,13 5,0 0,12 4,6 Interessi sul capitale di anticipazione (***) 0,05 2,0 0,05 1,9 0,07 2,7 Interessi sul capitale fondiario 0,03 1,2 0,03 1,2 0,03 1,1 Interessi sul capitale agrario 0,01 0,4 0,01 0,4 0,01 0,4 Interessi passivi 0,09 3,5 0,10 3,9 0,11 4,2 Costo totale al netto del costo di ristallo 2,04 79,7 2,02 78,0 2,03 77,2 Acquisto bestiame 0,54 21,1 0,57 22,0 0,60 22,8 Costo lordo totale 2,58 100,0 2,59 100,0 2,63 100,0 Premi PAC 0,65 25,4 0,67 25,9 0,63 24,1 Costo netto totale 1,93 75,4 1,92 74,1 2,00 75,9 (*) Escluso concimi, sementi, contoterzismo ecc. (**) Escluso macchine operatrici utilizzate per la foraggicoltura. (***) Interessi al 2,8% sul capitale di anticipazione. Fonte: elaborazioni CRPA. Oltre al calo del costo del lavoro, il miglioramento della produttività ha determinato un contenimento dei costi di ammortamento. Al contrario gli oneri per interessi passivi sono aumentati a causa del rialzo nel 2006 dei tassi di interesse. Con la ripresa delle quotazione dei vitelli anche il costo del ristallo ha subito un nuovo incremento. Il risultato sul costo lordo totale è stato un aumento pari all 1,5%. Al netto dei premi PAC si rileva un costo pari a 2,00 euro/kg superiore del 4% rispetto al L aumento della produzione rilevato nella maggior parte degli allevamenti ha infatti determinato la minore incidenza del pagamento unico disaccoppiato (Reg. CE 1782/03) per chilogrammo di carne prodotto. Costo di produzione del vitellone per capo al giorno ( ) Voci di costo /capo/giorno % /capo/giorno % /capo/giorno % Alimentazione 1,46 58,9 1,41 53,8 1,43 54,2 Lavoro familiare 0,17 6,9 0,21 8,0 0,19 7,2 Lavoro salariato 0,20 8,1 0,22 8,4 0,19 7,2 Lavoro 0,37 14,9 0,43 16,4 0,38 14,4 Carburanti ed energia 0,08 3,2 0,13 5,0 0,14 5,3 Spese veterinarie 0,08 3,2 0,09 3,4 0,10 3,8 Altre spese (*) 0,24 9,7 0,26 9,9 0,29 11,0 Spese varie 0,40 16,5 0,48 18,3 0,53 20,1 Costi di allevamento 2,23 90,3 2,32 88,5 2,34 88,6 Ammortamento macchine (**) 0,07 2,8 0,10 3,8 0,09 3,4 Ammortamento fabbricati 0,06 2,4 0,07 2,7 0,07 2,7 Ammortamenti 0,13 5,2 0,17 6,5 0,16 6,1 Interessi sul capitale di anticipazione (***) 0,06 2, ,2 0,09 3,4 Interessi sul capitale fondiario 0,04 1,6 0,05 1,9 0,04 1,5 Interessi sul capitale agrario 0,01 0,4 0,02 0,8 0,01 0,4 Interessi passivi 0,11 4,4 0,13 5,0 0,14 5,3 Costo totale al netto del costo di ristallo 2,47 100,0 2,62 100,0 2,64 100,0 (*) Escluso concimi, sementi, contoterzismo ecc. (**) Escluso macchine operatrici utilizzate per la foraggicoltura. (***) Interessi al 2,8% sul capitale di anticipazione. Fonte: elaborazioni CRPA. 6

8 La dimensione è una delle variabili da cui dipende la differenza nei costi di produzione tra gli allevamenti. Le aziende di oltre 400 capi hanno sostenuto un costo che mediamente, al netto dell acquisto del ristallo, è stato del 15% inferiore a quello degli allevamenti di dimensione più piccola. Gli effetti direttamente attribuibili alle economie di scala sono evidenti in particolare per i risparmi ottenuti sui costi del lavoro (-45%) e sulla minore incidenza degli oneri finanziari e degli ammortamenti, oltre che sulla spesa per carburanti. La differenza in parte si riduce se si considerano i costi totali al netto dei premi PAC per il peso relativamente più elevato che i pagamenti disaccoppiati hanno avuto sulla produzione netta degli allevamenti di dimensione inferiore. Costo medio di produzione del vitellone pesante per classi di dimensione aziendale Classi di dimensione Media del Voci di costo fino a 400 capi oltre 400 capi campione /kg % /kg % ( /kg) Alimentazione 1,14 41,0 1,06 42,7 1,10 Lavoro 0,39 14,0 0,22 8,9 0,30 Carburanti ed energia 0,12 4,3 0,08 3,2 0,10 Spese veterinarie 0,07 2,5 0,07 2,8 0,07 Altre spese (*) 0,20 7,2 0,26 10,5 0,23 Costi di allevamento 1,92 69,1 1,69 68,1 1,80 Ammortamenti (**) 0,16 5,8 0,08 3,2 0,12 Interessi passivi (***) 0,12 4,3 0,10 4,0 0,11 Costo totale al netto del costo di ristallo 2,19 78,8 1,87 75,4 2,03 Acquisto bestiame 0,59 21,2 0,61 24,6 0,60 Costo lordo totale 2,78 100,0 2,48 100,0 2,63 Premi PAC 0,69 24,8 0,58 23,4 0,63 Costo netto totale 2,09 75,2 1,90 76,6 2,00 (*) Escluso concimi, sementi, contoterzismo ecc. (**) Escluso macchine operatrici utilizzate per la foraggicoltura. (***) Interessi al 2,8% sul capitale di anticipazione. Fonte: elaborazioni CRPA. REDDITIVITÀ DEGLI ALLEVAMENTI DI BOVINI DA INGRASSO Il buon andamento del mercato della prima metà dell anno ha consentito agli allevatori di bovini da ingrasso un lieve miglioramento della redditività rispetto al bilancio del 2005, anche se mediamente il margine sul costo al lordo del pagamento unico aziendale ha mantenuto un segno negativo. Le aspettative di un più consistente recupero di redditività, in continuità con i risultati dell anno precedente, sono state in parte disattese a causa del rincaro dei principali alimenti ad uso zootecnico e per l aumento del costo dei ristalli. Il calo delle quotazioni dei capi da macello a partire dal secondo semestre del 2006 ha inoltre determinato una progressiva riduzione degli utili lordi di stalla, che fino ad allora si erano mantenuti in crescita. Redditività dell allevamento di bovini da carne al lordo del pagamento unico aziendale ( ) /kg Fonte: elaborazioni CRPA. 7

9 Il pagamento unico aziendale ha permesso agli allevamenti meno efficienti di coprire le perdite di gestione, garantendo inoltre un utile positivo. Poiché il prezzo alla vendita è cresciuto più del costo medio di produzione, i margini al netto dei premi sono risultati in leggero aumento rispetto a quelli del Bisogna inoltre considerare che nel periodo precedente all introduzione del sistema del disaccoppiamento, i premi vincolati alla produzione non avevano impedito il progressivo peggioramento della redditività a causa del prolungato ribasso dei prezzi vendita. Redditività dell allevamento di bovini da carne al netto del pagamento unico aziendale ( ) Fonte: elaborazioni CRPA. L aumento del costo di alimentazione rilevato nel 2006 è dovuto al rincaro dei prezzi dei cereali. La crescita su base annua del prezzo del mais (145 euro/t) è stata infatti del 15%, mentre quella della crusca si è attestata al 19%. Le polpe di bietola si sono invece mantenute stabili, mentre la farina di soia ha registrato una diminuzione del 6% (AGER, Borsa merci di Bologna). Per contro, nel 2007 si è innescata una tendenza al rialzo che ha interessato tutti i principali alimenti zootecnici. Fino al primo semestre di quest anno si sono infatti registrati aumenti dell ordine del 25% per la farina di mais e del 15% per la soia, mentre il prezzo delle polpe di bietola essiccate, così come quello della crusca, è cresciuto nello stesso periodo di oltre il 50%. Indice dei prezzi degli alimenti ad uso zootecnico (gennaio 2004-giugno 2007) Indice dei prezzi (gennaio 2003=100) /kg Fonte: A.G.E.R. Borsa Merci Bologna. 8

10 MERCATO DEI VITELLI DA RISTALLO E DEI VITELLONI DA MACELLO La ripresa dei prezzi del vitellone da macello iniziata nel 2005, in coincidenza con l avvio del sistema di disaccoppiamento dei premi PAC, è continuata fino alla prima metà del Nei primi mesi dell anno, infatti, la prospettiva di un ulteriore calo delle disponibilità ha spinto le quotazioni del bovino da macello su valori mai toccati in precedenza. A partire dal secondo semestre si è tuttavia innescata un inversione di tendenza. Le favorevoli condizioni di mercato dei mesi precedenti si sono infatti tradotte nella tenuta dell offerta di vitelloni allevati in Italia, mentre la crescita delle importazioni di carni di provenienza estera ha creato le condizioni per il ribasso dei prezzi. In forza degli aumenti registrati nel primo semestre la quotazione media nel 2006 dei vitelloni Charolais, pari a 2,29 /kg peso vivo, ha segnato un incremento del 5,5% rispetto all anno precedente (2,17 /kg). La media per il vitellone Limousine, pari a 2,45 /kg, è risultata in crescita del 4%. Prezzi dei vitelli da ristallo e dei vitelloni maschi da macello di razza Charolais e Limousine (gennaio 2004-giugno 2007) Fonte: elaborazioni CRPA su dati CCIAA di Modena. All iniziale aumento dei prezzi dei bovini da macello ha corrisposto la ripresa della corsa al rialzo dei capi da ristallo. Il risultato è stato per il secondo anno consecutivo una sensibile crescita delle quotazioni del vitelli da allevamento di origine francese. La media su base annua per il vitello Charolais di 350 kg è stata di 2,77 /kg, superiore del 4,7% rispetto a quella del 2005 (2,64 /kg). L incremento del vitello Limousine è risultato più contenuto e pari al 3%, ma ha ugualmente spinto le quotazioni ai massimi storici. A partire dalla seconda metà del 2006, con il ribasso delle quotazioni dei capi da macello anche i prezzi dei ristalli sono calati. La tendenza è continuata anche nel primo semestre di quest anno. Andamento indicizzato dei prezzi dei vitelli da ristallo e dei vitelloni di razza Charolais e Limousine (gennaio 2004-giugno 2007) Indice dei prezzi (gennaio 2004=100) Prezzo peso vivo ( /kg) Fonte: elaborazioni CRPA su dati CCIAA di Modena. 9

11 COSTO DI MACELLAZIONE DEI BOVINI L analisi del costo di macellazione è stata condotta utilizzando lo stesso campione di aziende dell anno precedente. Si ricorda che i macelli, oltre ad essere specializzati nella lavorazione delle carni bovine, dovevano rispondere alle seguenti caratteristiche: l attività svolta nello stabilimento doveva limitarsi alla semplice macellazione o, in caso contrario, l amministrazione doveva essere in possesso di una contabilità analitica in grado di individuare i costi da attribuire alla sola fase della macellazione; il direttore del macello, o altra persona di sua fiducia, doveva accettare di essere intervistato per fornire i dati tecnici utili alla ricerca stessa. Il costo di macellazione dei bovini è costituito dalle spese inerenti alle operazioni di macellazione e alla successiva sezionatura in mezzene e quarti, ed è comprensivo delle spese sostenute per il trasporto degli animali vivi e della consegna delle carni ai clienti. Per il calcolo sono stati utilizzati i bilanci civilistici depositati presso le camere di commercio e le informazioni tecniche raccolte con questionari ed interviste fatte presso i macelli. Tutte le voci di costo legate alla gestione diretta del macello (materie prime, spese energetiche, manutenzioni, servizi, lavoro) e alle spese generali derivano integralmente dai dati contabili delle imprese. Incrociando i dati economici dei bilanci e i dati tecnici rilevati attraverso i questionari è stato possibile procedere alla loro analisi e alla determinazione del costo di macellazione dei bovini. La metodologia si basa sull individuazione e la rilevazione dei costi effettivamente sostenuti dallo stabilimento per la macellazione dei bovini e solo per poche voci si è ricorso a delle stime. Solo nel caso in cui si attuavano altre attività oltre alla macellazione i costi sono stati ripartiti in modo proporzionale al fatturato e alla quantità di lavoro utilizzato nei singoli processi produttivi. La banca dati così predisposta è stata aggiornata al 2006 con opportuni coefficienti relativi alla dinamica delle singole voci di costo. Al fine di rendere omogeneo il calcolo degli ammortamenti e degli interessi si è ricorso ad una stima, utilizzando gli stessi criteri per tutte le aziende del campione. Per il calcolo degli interessi sull anticipazione delle spese si è considerato un capitale uguale alla somma di tutti i costi sostenuti dallo stabilimento (costi espliciti) applicando un tasso d interesse del 2,8% per un periodo di 2 mesi. Per il calcolo degli interessi e degli ammortamenti sugli immobili si è considerato il valore storico del costo di costruzione dello stabilimento, comprensivo delle attrezzature necessarie. Al valore degli immobili si è applicato un tasso di interesse del 2%, mentre la quota di ammortamento è stata calcolata applicando una aliquota del 7,5% ritenendo che il 50% del valore investito sia rappresentato da fabbricati ed il rimanente 50% dalle attrezzature. I diciassette macelli che formano il campione sono ubicati in Lombardia, Emilia, Veneto e Piemonte. I bovini complessivamente macellati dalle aziende del campione sono La capacità di macellazione varia da un minimo di ad un massimo di capi/anno, con una media di capi/anno. Il 39% dei capi macellati è costituito da vitelloni; il 27% da vacche; il 25% da vitelli ed il 9% da manze. Costo di macellazione dei bovini ( ) Voci di costo /capo % /capo % /capo % Materie prime e di consumo 15,96 9,9 16,23 9,9 16,56 9,9 Spese energetiche 11,49 7,1 11,79 7,2 13,15 7,8 Manutenzioni, assicurazioni 6,79 4,2 6,90 4,2 7,01 4,2 Lavoro 29,93 18,5 30,53 18,6 31,14 18,6 Smaltimento materiali a rischio e altri costi 30,07 18,7 29,77 18,2 28,84 17,2 Costi espliciti 94,24 58,4 95,22 58,2 96,68 57,7 Interessi anticipazioni 0,39 0,2 0,40 0,2 0,44 0,3 Interessi capitali investiti 8,18 5,1 8,30 5,1 8,41 5,0 Ammortamenti 30,68 19,0 31,14 19,0 31,54 18,8 Interessi e ammortamenti 39,25 24,3 39,84 24,3 40,39 24,1 Costo totale di macellazione 133,49 82,7 135,06 82,5 137,08 81,8 Trasporto animali vivi 10,78 6,7 11,05 6,7 11,82 7,1 Distribuzione carne 17,20 10,6 17,62 10,8 18,67 11,1 Costo totale 161,47 100,0 163,73 100,0 167,57 100,0 Fonte: elaborazioni CRPA. Il costo di macellazione dei bovini nel 2006 è risultato pari a 137,08 /capo macellato, importo che sale a 167,57 /capo se si considerano gli oneri per il trasporto degli animali vivi al macello e per la successiva distribuzione della carne. Il 57,7% del costo totale è costituito dai soli costi espliciti, mentre interessi e ammortamenti presentano un incidenza pari al 24,1%. Questo è dovuto alla complessità della gestione degli stabilimenti di macellazione per rispettare le ultime direttive in tema di igiene e sicurezza nei posti di lavoro. Rispetto all anno precedente si registra un aumento del 2,3%, pari a 3,8 /capo. L incremento evidenziato è rimasto entro limiti contenuti per effetto della riduzione dei costi inerenti allo smaltimento del materiale a rischio proveniente dalla macellazione. La voce di costo che evidenzia il maggiore incremento è quella relativa alle spese energetiche (carburanti ed energia elettrica) che da 11,79 /capo sale a 13,15 /capo, con un aumento dell 11,5%, seguita dalle spese per il trasporto degli animali vivi che è incrementata del 7%. C.R.P.A. notizie Direttore Responsabile Adelfo Magnavacchi. Testi e realizzazione grafica di Kees De Roest, Eugenio Corradini, Claudio Montanari. Revisione testi di Magda Schiff. Stampa Tecnograf - Reggio Emilia. 10 Ogni riproduzione, integrale o parziale, deve essere autorizzata dal CRPA

12 UNO SGUARDO ALLE ATTIVITA DI VENETO AGRICOLTURA Domenica 14 ottobre, in occasione di Grapperie Aperte, si è svolto il taglio del nastro della prima cotta 2007 della Distilleria Sperimentale di Veneto Agricoltura curata in collaborazione con l Istituto Grappa Veneta Nascono Le vie Venete della grappa Durante l incontro è stata presentata la pubblicazione dei soci dell Istituto Grappa Veneta Le vie Venete della grappa Corrado Callegari, Amministratore Unico di Veneto Agricoltura ed il Vicepresidente della Regione del Veneto, Dr. Luca Zaia, hanno partecipato all incontro di Conegliano per l inaugurazione della Distilleria Sperimentale. La grappa Veneta si racconta. Si tratta di un grande momento, infatti, per l acquavite made in Veneto che oltre ad anticipare la nascita di un disciplinare per il prodotto Grappa Veneta che ne tuteli l originalità e a presentare la pubblicazione Le vie Venete della grappa, si dedica all innovazione ed alla tecnologia creando la Distilleria Sperimentale di Veneto Agricoltura gestita in collaborazione con l Istituto Grappa Veneta presso la Scuola Enologica G. B. Cerletti che domenica 14 ottobre, in occasione della manifestazione Grapperie Aperte, organizzata dall Istituto Nazionale Grappa, ha dato il via alla sua prima cotta 2007 alla presenza del Vicepresidente della Regione Veneto Luca Zaia. La pubblicazione de Le vie Venete della grappa è il frutto della volontà di 22 aziende ad oggi consorziate all Istituto Grappa Veneta, che nasce negli anni 90, di trasmettere i forti legami che le uniscono al territorio, alla cultura e alle tradizioni dell acquavite. Nata come sottoprodotto povero della vinificazione, la grappa si è trasformata in un distillato sempre più nobile e raffinato, grazie al miglioramento tecnologico, alla ricerca, all intuizione ed all ingegno dei maestri distillatori, che hanno reso la grappa che hanno reso la grappa Veneta la realtà più importante nel settore, che ad oggi costituisce contribuendo a più del 45% della produzione nazionale. Oltre a presentare alcuni cenni storici, dalla graspa all odierno prodotto di eccellenza, descrive le aziende che hanno fatto parte del progetto, concludendo con un glossario in cui si racchiudono i termini tecnici più importanti relativi non solo per i processi di produzione ma anche per quanto riguarda gli strumenti che si trovano in una distilleria alle metodologie di distillazione ed alle tipologie di alambicchi impiegabili per ottenere la grappa. Un vero e proprio viaggio, quindi, quello proposto dai soci produttori di I.G.V. che, partendo dalla città con l arena più famosa del mondo, Verona, attraverserà la regione passando per Padova, Vicenza e Treviso e Verona lasciando dietro di sé il potenziale aromatico, l intensa personalità e la gentilezza dei caratteri che da anni contraddistinguono la grappa veneta. Nella foto sopra: la testa della grappa da eliminare e nella foto sotto gli impianti di Conegliano visitati dal Vicepresidente Zaia e da Corrado Callegari

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