Alimentazione ovina: valorizzare il prodotto salva il bilancio

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1 Alimentazione ovina: valorizzare il prodotto salva il bilancio Antonello Cannas Dipartimento di Scienze Zootecniche Università di Sassari

2 Confronto tra popolazione e latte prodotto Sviluppo della produzione di latte e crescita della popolazione mondiale (index base 100 in 1970) Caduta della produzione mondiale a causa del crollo del settore latte nelle nazioni CEEC e CIS, che dopo 20 anni ancora non è stata tutta recuperata Popolazione mondiale Produzione mondiale di latte Popolazione (miliardi abitanti) 3,7 4,4 5,3 6,1 6,9 Produzione di latte (millioni t) Consumo apparente (kg / ab.) CNIEL / FAO, ONU Philippe Jachnik

3 Andamento delle importazioni Asiatiche di prodotti lattiero-caseari millions of tonnes of milk equivalent + 3.2% / anno + 3.9% / anno Importazioni Asiatiche di prodotti lattiero-caseari Le importazioni stanno crescendo, sebbene con un ritmo più lento rispetto alle produzioni locali (+4.4% / anno), ma più velocemente rispetto alla crescita della produzione di latte dell Oceania, sopratutto durante l ultimo decennio! millions of tonnes of milk equivalent + 2.5% / anno + 1.1% / anno CNIEL / FAO Di conseguenza, in un futuro non lontano, l Asia potrà offrire opportunità di commercio a nuovi Paesi esportatori... (Europa? America?) Produzione di latte dell Oceania Philippe Jachnik

4 Vale la pena continuare a produrre latte? Prodotto Parmigiano Reggiano 18 mesi Grana Padano 15 mesi e oltre Provolone fino a tre mesi di stagionatura Pecorino Romano oltre 5 mesi di stagionatura Valore x kg Variazione 2009/ % % % % Su 30 tipologie di prodotti caseari nazionali solo i nostri formaggi ovini hanno avuto un segno negativo nel 2010

5 La zootecnia nel futuro Prospettive del mercato dei prodotti animali Consumi di latte, carne e uova in crescita molto veloce a livello mondiale Ottime prospettive per i prossimi anni Rivalutazione degli effetti positivi sulla salute dell uomo del latte e della carne dei ruminanti Problemi Sostenibilità ambientale (gas serra, nitrati, etc.) Scarsità di alimenti per l uomo e gli animali Forte volatilitàdei prezzi del latte (meno per la carne) e degli alimenti zootecnici (andamento climatico, speculazioni, andamento economico)

6 Il costo di produzione del latte ovino Costi aziendali Livello produttivo Efficienza riproduttiva Costi di alimentazione Qualità del latte Stato sanitario Costi di sistema Infrastrutture e servizi Politiche di sistema Interazione Interazione prezzo-costo: il produttore va dove lo porta il trasformatore ed il sistema

7 Livello produttivo e costi di produzione

8 Livelli produttivi in Sardegna Produzione media di latte munto in Sardegna = oltre ton/anno, il numero esatto non lo conosce nessuno Circa pecore > 6 mesi litri munti x capo presente; con latte x agnello, circa: litri per capo ovino presente Valori molto bassi Costi fissi molto alti Costi alimentari molto alti Con basse produzioni per capo il sistema è insostenibile economicamente, anche nel caso di latte ben pagato

9 Per produrre 300 kg/anno con due pecore che fanno 150 kg/anno di latte serve 1,7 volte più energia che per fare 300 kg/anno con una pecora UFL/giorno 3 2,5 2 1,5 1 0, UFL/anno 455 UFL/anno 300 kg/anno 2 da 150 kg/anno

10 Fabbisogni per 1 pecora Sarda, UFL/anno Produzione 150 kg/anno UFL/anno Produzione 200 kg/anno UFL/anno Mantenimento Pascolamento Gravidanza Lattazione Rimonta (0.2) TOTALE Mant. /Totale 78% 73% +30 UFL Per aumentare il latte del 25% i fabbisogni aumentano solo del 7%

11 A produzione di latte costante in Sardegna 150 kg latte/anno: pecore + rimonta x 437 UFL = UFL/anno Oppure 200 kg latte/anno: pecore + rimonta x 469 UFL = UFL/anno Risparmio annuale di 286 milioni di UFL, equivalenti a: q.li granella di orzo (valore 80 milioni /anno = risparmio di 0.25 litro latte conferito in Sardegna) q.li/anno di fieno di graminacee (per farli ci vogliono ha di prati/erbai, 10 volte la SAU di Arborea)

12 Singola azienda: a produzione costante di latte venduto di kg per anno 150 kg latte/anno: 270 pecore + rimonta x 437 UFL = UFL/anno Oppure 200 kg latte/anno: 191 pecore + rimonta x 469 UFL = UFL/anno Risparmio annuale di di UFL, equivalenti a: 286 q.li granella di orzo = valore /anno = risparmio di 0.25 litro latte conferito) 477 q.li/anno di fieno di graminacee (per farli ci vogliono circa 7.3 ha di prati/erbai)

13 Aumentando le produzioni per capo (a parità di produzioni complessive): - costi alimentari per kg latte drasticamente più bassi - costi gestionali e strutturali più bassi - maggiore rispetto ambiente perché servono meno risorse alimentari - estensivizzare? Potrebbe avere un senso per i bovini da latte ma non per gli ovini 1 pecora con 150 kg/anno latte munto = vacca 3000 kg/anno in termini di produzione latte per kg peso vivo

14 ,72 3, % Incluse tutte le vacche allevate

15 Produzione media latte ovino APA di Oristano 1995 = 250 kg 1998 = 260 kg 2000 = 255 kg Meno del 5% delle pecore sono selezionate

16 Dairy economics (USA) Leggi dell economia della produzione del latte: 1. Aumentare il latte venduto il più possibile 2. Contenere i costi il più possibile 3. Non andare mai contro al punto 1

17 Migliorare o morire Alcune tecniche: 1. Alimentazione dell agnello 2. Destagionalizzazione produzioni 3. Gestione dei concentrati Aumentare il latte venduto il più possibile

18 Cambiare la tecnica di allevamento degli agnelli in allattamento per guadagnare di più Ricerca condotta dal prof. P.G. Rassu Dipartimento di Scienze Zootecniche Università di Sassari

19 Agnelli TRADIZIONALE primi 4-5 giorni post-parto agnello sempre al seguito della madre (facilitare il riconoscimento) in stalla dal 4-5 giorno sempre con la madre, di notte in stalla, di giorno al pascolo con la madre Problemi TECNICA DI ALLEVAMENTO AGNELLI Quando gli agnelli vanno al pascolo con la madre: disturbano la madre (che mangia meno) e l allevatore stress da freddo: sprecano molta energia per difendersi dal freddo piu soggetti a malattie/morte da freddo e fango impediscono di usare pascoli lontani dalla stalla

20 Temperatura minima critica (al di sotto della quale l animale spende energia per difendersi dal freddo) in assenza vento e con bassa umidità OVINI Agnello neonato 28 C Agnello 1 mese 10 C Adulto alimentato, tosato 18 C Adulto al mantenimento, lana 5 cm 9 C Adulto al mantenimento, lana 10 cm -3 C BOVINI Vitello neonato 9 C Vitello 1 mese 0 C Vacca, 9 litri/d -17 C Vacca, 36 litri/d -33 C

21 TECNICA DI ALLEVAMENTO MODIFICATA (Parziale) Agnelli PRIMI 5 giorni post-parto agnello sempre al seguito della madre (facilitare il riconoscimento) dal 5 giorno alla macellazione sempre confinati e separati giornalmente dalla madre soltanto durante il giorno disponibilità a volontà di mangime per agnelli in allattamento allattamento materno notturno (dopo mungitura sera) Pecore dal 5 giorno separate giornalmente la mattina dagli agnelli condotte al pascolo da sole munte completamente al pomeriggio e riunite agli agnelli dopo la mungitura

22 Ricadute economiche ottenibili con la tecnica di allattamento parziale Parametri economici Tradizionale Parziale Latte prodotto in fase di allattamento l/pecora/d 0,100 0,645 Mungitura gg Prezzo latte /l 0,65 0,65 Ricavo periodo di allattamento /pecora 1,08 8,39 Consumo mangime agnelli kg/agnello/d - 0,100 Durata integrazione mangime gg - 20 Costo mangime /capo/d - 0,04 Costo alimentazione agnelli /agnello - 0,800 Ricavo netto/pecora in allattamento /pecora 1,08 7,54 Ricavo netto/gregge in allattamento / 300 pecore Latte prodotto 1 mese mungitura l/pecora/d 1,366 1,534 Mungitura gg Prezzo latte /l 0,65 0,65 Ricavo latte 1 mese mungitura /pecora 26,64 29,91 Ricavo latte/gregge 1 mese mungitura / 300 pecore , Ricavo totale primi 2 mesi di lattazione /gregge

23 TECNICA DI ALLEVAMENTO AGNELLI Peso alla macellazione degli agnelli ottenuto con i due sistemi di allevamento al 25 giorno dal parto Allattamento tradizionale peso vivo kg 11,0 peso morto kg 7,2 Allattamento parziale peso vivo kg 11,4 peso morto kg 6,8 Prova condotta a Tula a dicembre 2009 con pecore a parto singolo: quell inverno molto mite: effetti maggiori in zone di montagna o con inverni + freddi con parti gemellari probabilmente risultati ancora migliori

24 Fare il latte quando serve: destagionalizzazione delle produzioni di latte

25 Situazione attuale in Sardegna Produzione di latte ovino e caprino concentrata fra dicembre e luglio Interruzione delle produzioni di latte nel mese di luglio a causa di carenze alimentari Da agosto a novembre i caseifici non hanno latte fresco da lavorare Alcuni lavorano latte congelato (elevati costi, bassa qualità)

26 Andamento mensile dei conferimenti di latte in Sardegna espressi come percentuale del totale % del totale 18% 16% 14% 12% 10% 8% 6% 4% 2% 0% SET OTT NOV DIC GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO

27 Situazione in altre regioni Italiane Toscana, Lazio, Basilicata Diffusione di sistemi di allevamento degli ovini destagionalizzato (spesso usando la razza Sarda su pascoli o erbai irrigui o con alimentazione secca in stalla) Il latte prodotto da agosto a novembre è pagato 0,1-0,15 /litro in più rispetto agli altri mesi ll prezzo del latte estivo È stabilito dal mercato Consente di far fronte ai maggiori costi di produzione

28 Situazione in altre nazioni: Spagna ed Israele allevamento degli ovini prevalentemente in stalla parti distribuiti durante l anno continuità della produzione di latte (e dei formaggi) durante tutto l anno

29 Vantaggi destagionalizzazione: allevatori Distribuzione più uniforme del lavoro durante l anno Possibilità di aumentare il numero di animali gestiti per UL Possibilità di vendere ad un prezzo remunerativo il latte estivo e gli agnelli (ristoranti ed agriturismo) Migliore uso di erbai/prati irrigui Entrate economiche più regolari Maggiore flessibilità nella gestione del gregge Riduzione del periodo improduttivo nelle pecore che non partoriscono normalmente o poco produttive Diluizione dei rischi dovuti a condizioni climatiche avverse

30 Vantaggi destagionalizzazione: trasformatori Ottimizzazione dell uso degli impianti e della manodopera durante l anno minori sbalzi nelle quantità lavorate minore ricorso a manodopera stagionale, stabilità lavorativa dei dipendenti Disponibilità di prodotti caseari freschi per tutto l anno regolarità consegne Fidelizzazione dei clienti Migliori rapporti con grosse catene di vendita Possibilità di sfruttare il ricco mercato estivo della Sardegna (anche dal punto di vista pubblicitario)

31 Vantaggi della destagionalizzazione Per chiunque lavori nel settore (mangimistica, ditte impiantistiche, trasportatori, settore sanitario, etc.) Migliore distribuzione durante l anno dell uso degli impianti, del lavoro, dei flussi finanziari

32 Difficoltà da superare Possibile aumento dei costi di alimentazione Uso di foraggere irrigue Maggiore uso di mangimi o scorte aziendali Necessità di cambiare un sistema di allevamento fortemente radicato Parte del gregge dovrebbe partorire in estate Necessità che le industrie casearie si rivolgano di più ai prodotti a breve maturazione Pagare il latte in base al suo reale valore secondo le regole di mercato

33 Produzione di latte estivo con pecore a fine lattazione 1. Possibile aumento immediato delle quantità prodotte in quanto non necessita di cambiamenti dell attuale sistema produttivo 2. Costi di produzione elevati abbassare i costi alimentari sfruttando meglio le aree irrigue? 3. Difficoltà a prolungare la lattazione oltre agosto 4. Difficoltà di migliorare il rapporto grasso : proteine

34 1,600 1,400 CURVA DI LATTAZIONE IN BASE AL MESE DI PARTO Pecore pluripare (Salti) Parto (Ottobre) (Febbraio) (Aprile) (Giugno) Marzo Luglio Settembre Novembre 1,200 Litri di latte 1,000 0,800 0,600 Tradizionale 0,400 0,200 0,000 Periodo premialità del latte OTT NOV DIC GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC GEN FEB MAR APR MAG GIU Settimane di lattazione

35 Produzione di latte ovino tramite la rimodulazione dei cicli riproduttivi (parti estivi di parte del gregge) Monitoraggio di un azienda della provincia di Oristano che fa partorire una parte del gregge nel mese di Luglio Monitoraggio di: Parti estate ATTIVITA SVOLTE Rilievi mensili della produzione di latte e della sua composizione Registrazione delle razioni usate durante il corso della lattazione Costi di produzione

36 Distribuzione dei parti estivi (2006) % parti luglio lug 1-15 ago ago Parti in ritardo per vendere gli agnelli per Ferragosto (ma prezzo comunque buono)

37 Produzione media giornaliera di latte 2,50 2,00 1,50 l/capo 1,00 0,50 0,00 10/9 17/9 24/9 1/10 8/10 15/10 22/10 29/10 5/11 12/11 19/11 26/11 3/12 10/12 17/12 24/12 31/12 Le pecore sono state munte sino a fine Marzo: in media 260 kg latte per pecora munta in 7 mesi

38 Confronto costi e ricavi dell azienda (alcuni valori sono stati uniformati) Variabile Unità di misura ESTIVE AUTUNNALI Fertilità % 90% 90% Prolificità pluripare % 150% 150% Latte prodotto/pecora presente l/capo Prezzi e costi applicati Prezzo latte /l 0,83 * 0,73 Prezzo agnelli /kg 5,00 3,25 Mangime /q Fieno /q * prezzo valido da agosto a novembre inclusi per il 2008

39 Consumi annuali e per kg di latte per pecora presente AUTUNNALI ESTIVE ESTIVE con erbaio * Consumo mangime, kg/pecora di cui acquistato Consumo fieno, kg/pecora Consumo erba, kg/pecora Consumo mangime, kg/kg latte 0,72 1,04 0,66 di cui acquistato 0,41 0,72 0,34 Consumo fieno, kg/kg latte 0,45 0,59 0,59 Consumo erba, kg/kg latte 2,03 1,69 2,23 * 1 ha di erbaio estivo o prato ogni 100 pecore

40 PRINCIPALI RISULTATI ECONOMICI CALCOLATI 1 unità lavorativa per 300 pecore (50% autunnali, 50% estive) AUTUNNALI ESTIVE ESTIVE con erbaio Costo prod. latte munto, /litro 1,01 1,13 1,02 Costo concentrati, integr.+fieni /l 0,13 0,25 0,15 Costi variabili coltivazioni+altro /l 0,21 0,21 0,21 Salari e stipendi /l 0,33 0,33 0,33 Altri costi /l 0,35 0,35 0,33 Costi variabili /l 0,37 0,49 0,49 Costi fissi /l 0,64 0,64 0,63 Ricavo latte munto *, /litro 1,13 1,25 1,25 Di cui da latte 0,92 0,96 0,96 Di cui da carne 0,21 0,29 0,29 Ricavo * - costi /litro Prodotto netto azien.** /litro * Incluse integrazioni UE e regionali ** Sal + St + Bf + I

41 CONCLUSIONI (1) Riorganizzazione dei cicli produttivi con parti estivi 1. Nessun impedimento biologico 2. Buona quantità e qualità del latte 3. Costi di produzione più bassi rispetto al latte ottenuto da pecore a fine lattazione nello stesso periodo 4. Possibilità di sfruttare il mercato estivo degli agnelli 5. Possibilità di avere il seme degli arieti migliori 6. Serve un premio economico per coprire i maggiori costi 7. La coltivazione di erbai irrigui e/o di leguminose da granella riduce di molto i costi alimentari

42 CONCLUSIONI (2) Riorganizzazione dei cicli produttivi con parti estivi Dal punto di vista caseario: 1. Latte fresco di ottima qualità nel periodo estivo-autunnale 2. Utile per formaggi a breve maturazione e formaggi estivi di qualità 3. Necessità di valorizzare le produzioni estive con marchi e denominazioni per superare competizione da formaggi ottenuti con latte congelato 4. Bisogna premiare adeguatamente e con continuità i produttori di latte estivo-autunnale

43 CONCLUSIONI (3) Riorganizzazione dei cicli produttivi con parti estivi A chi conviene fare latte in estate??? 1. Non è per tutti 2. Dipende molto dalla dimensione aziendale, dalla manadopera disponibile, dalla disponibilità di superfici irrigue e dalla possibilità di aver buone scorte aziendali di foraggi e granelle 3. E' importante avere elevate produzioni per capo, - non usare in estate pecore poco produttive

44 Formaggio Manchego in un bar elegante del centro di Madrid E nei nostri bar?

45 Conviene dare mangime in più o toglierlo? Latte Costo mangime (centesimi /kg) ( cent/kg) ,31 0,38 0,46 0, ,29 0,36 0,43 0, ,27 0,33 0,40 0, ,25 0,31 0,38 0,44 I numeri in bianco indicano quanto latte bisogna fare in più per pagare un kg di mangime in più dato alle pecore Ad es. se il latte vale 65 cent/kg ed il mangime costa 30 cent/kg, ogni 100 g/d che do in più a ciascuna pecora deve aumentare il latte prodotto di almeno 46 g/d per pecora

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