La comunicazione. Quando viene a mancare anche uno solo di questi elementi, la comunicazione non si realizza in modo completo.

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1 La comunicazione Comunicare significa mettere in comune, entrare in relazione con gli altri per informare, chiedere, ordinare, scambiare idee, desideri, sentimenti, dubbi, pensieri, progetti Tutta la vita è comunicazione: si può comunicare per esigenze materiali, legate al proprio benessere fisico, per esigenze di tipo personale, affettivo, ma soprattutto si comunica per esigenze di tipo sociale, cioè per entrare in rapporto con gli altri nei vari momenti della vita quotidiana. Si può comunicare in molti modi: - per mezzo di parole scritte o orali (comunicazione verbale); - per mezzo di gesti, suoni, colori, oggetti, immagini (comunicazione non verbale). Ogni forma di comunicazione (verbale e non verbale) richiede, per realizzarsi, la presenza di sei elementi fondamentali, in stretta relazione tra loro: emittente (chi parla, chi emette il messaggio); ricevente (chi riceve il messaggio); messaggio (ciò che viene comunicato); referente (ciò a cui si riferisce il messaggio); codice (l insieme dei segni convenzionali e delle regole in cui il messaggio è formulato e che deve essere noto al mittente e al ricevente, ad esempio la lingua italiana; canale (il mezzo attraverso il quale si trasmette il messaggio come l aria, la carta stampata, il telefono, ecc. Quando viene a mancare anche uno solo di questi elementi, la comunicazione non si realizza in modo completo.

2 Modello della comunicazione Per essere sicuri di capire bene il messaggio, ossia perché la comunicazione si realizzi pienamente, in modo completo ed efficace, è fondamentale conoscere anche la situazione in cui essa avviene. La situazione concreta e quindi l insieme delle circostanze in cui la comunicazione avviene, si chiama contesto. Qualsiasi fattore che disturba, ostacola o impedisce del tutto la comunicazione si chiama rumore (es. abbassamento di voce, disturbi della linea telefonica, macchia d inchiostro, nebbia, distrazione, vuoto di memoria, errore di stampa, troppo sole, oscurità, difetto di pronuncia, ecc.) Un fattore che facilita la comunicazione, invece, è la ridondanza, cioè la ripetizione o il rafforzamento del messaggio, che viene espresso contemporaneamente in due

3 modi diversi (quando ad esempio le frasi pronunciate vengono accompagnate dai gesti della mano, oppure il segnale stradale di area pedonale oltre alla scritta di area pedonale riporta anche la figura di un pedone). I segni della comunicazione Ogni forma di comunicazione avviene per mezzo di segni. I segni sono gli elementi minimi della comunicazione per mezzo dei quali si possono trasmettere dei messaggi. A seconda dei sensi con i quali vengono percepiti, i segni si distinguono in : visivi (percepiti con la vista come luci, cartelli, ecc.); acustici (percepiti con l udito come i suoni); gustativi (percepiti con il senso del gusto come i sapori); tattili (percepiti con il tatto ad esempio la stretta di mano, il bacio, lo schiaffo, ecc.). Per segno linguistico, invece, si intendono le parole, le frasi che esprimiamo e con le quali comunichiamo. Uno stesso segno può comunicare messaggi diversi, è il contesto, cioè la situazione concreta, a permettere di comprendere in modo corretto il messaggio trasmesso dal segno.

4 Ogni segno è costituito da due elementi inseparabili: il significante e il significato. Il significante è l elemento concreto, materiale, percepibile con i sensi; il significato è l elemento astratto, un idea, un immagine mentale, un concetto. I segni si combinano tra loro secondo regole precise, sono cioè organizzati in codici. Pertanto, perché una comunicazione sia possibile è necessario che sia l emittente che il ricevente conoscano il codice usato. I segni e le regole di combinazione dei segni sono convenzionali, cioè sono il frutto dell accordo di una comunità di persone. Esistono diversi tipi di codici: il codice lingua, il codice segnaletico stradale, il sistema di notazione musicale, il codice matematico, l alfabeto Morse, l alfabeto Braille per i non vedenti, ecc. Lo stesso messaggio può essere espresso con codici diversi. I segni possono essere intenzionali, cioè vengono prodotti con lo scopo di trasmettere un messaggio, e involontari, cioè non sono prodotti con l intenzione consapevole di trasmettere un messaggio come le orme di qualcuno sul terreno, una finestra illuminata che indica che la casa è abitata. La comunicazione in senso proprio avviene per mezzo di segni convenzionali e intenzionali.

5 La lingua e il linguaggio La lingua è un sistema di segni convenzionalmente accettato, caratterizzato da regole e norme d uso, che impongono precise strutture. Infatti, perché i messaggi formulati in una lingua siano comprensibili, le parole devono essere combinate fra loro e devono avere un senso logico in relazione alla situazione di cui si parla. Le strutture della lingua (propriamente «costruzioni», «modi di costruire») vengono studiate dalla grammatica e dalla sintassi, che costituiscono il complesso di regole e degli usi ai quali bisogna attenersi per parlare e scrivere correttamente e in modo comprensibile. Un ragazzo: «Per l influenza ho un febbrone da cavallo» Un impiegato: «Ho proprio una brutta febbre a causa dell influenza» Un medico: «Lei è affetto da una sindrome influenzale con un notevole rialzo termico» Se osserviamo le tre frasi notiamo che il ragazzo, l impiegato e il medico usano la stessa lingua, ma ognuno di essi si esprime con un atto linguistico individuale che ne rispecchia la personalità, la professione, il livello sociale, il gusto, la cultura : l atto linguistico individuale si definisce linguaggio. La lingua e il linguaggio agiscono reciprocamente: la lingua fornisce a chi parla un repertorio di regole e di norme d uso, mentre il linguaggio produce un arricchimento continuo della lingua che così muta nel tempo e modifica le sue norme e le sue regole.

6 Denotazione e connotazione Ogni parola ha un significato preciso che indica l oggetto a cui si riferisce. È il significato denotativo, così chiamato perché denota, cioè indica, qualcosa. Molte parole assumono anche significati che vanno oltre quello oggettivo (significato connotativo) Leone Significato denotativo Grande felino dal colore fulvo, con zampe dotate di artigli retrattili, dentatura potente e testa con folta criniera nel maschio Significato connotativo Simbolo della forza e del coraggio (Quell uomo si è battuto come un leone) Aver avuto un ruolo preminente (Ha fatto la parte del leone) Le frasi con cui comunichiamo possono presentare un livello denotativo o connotativo, ad esempio: Ho letto con rapidità e interesse l ultimo libro di Tobino L ultima fatica di Tobino l ho divorata tutta d un fiato I due messaggi esprimono lo stesso contenuto, tuttavia sono formulati in maniera profondamente diversa: il primo in maniera corretta ma fredda, senza una particolare partecipazione del parlante; il secondo invece è più personale, più sentito. Quando formuliamo giudizi o forniamo informazioni possiamo o attenerci a un codice generico quasi incolore, che chiameremo di livello denotativo, oppure personalizzare il nostro messaggio attraverso espressioni vivaci, colorite, adeguate alle circostanze comunicative, e in questo caso ci serviremo di un livello connotativo.

7 Le funzioni della lingua Ogni momento ci serviamo della lingua per gli scopi più diversi: informare, consigliare, giudicare, chiedere, narrare, stimolare, lamentarsi, salutare, ecc. Questi scopi si chiamano funzioni della lingua. Le funzioni sono sei: - emotiva - conativa - referenziale - poetica - fàtica - metalinguistica A ciascuna di queste sei funzioni corrisponde l elemento della comunicazione al quale si vuole dare particolare rilievo: La funzione della lingua è emotiva quando riguarda l emittente del quale si vuole sottolineare uno stato d animo, un sentimento, un giudizio, un opinione. La funzione è conativa quando nell atto comunicativo è concentrata sul ricevente, che si vuole persuadere, convincere, al quale si vuole ordinare o vietare qualcosa oppure rivolgere un invito o una preghiera. La funzione è referenziale, invece, quando riguarda il contesto e mira a dare qualsiasi tipo di informazione come cartelli e indicazioni stradali, avvisi, annunci, bollettini, cronache, elenchi telefonici, ecc. Si definisce poetica la funzione della lingua che è incentrata sul messaggio, ne fanno parte tutti quei messaggi nei quali l emittente sta particolarmente attento alla forma di ciò che dice e scrive, ad esempio le poesie o i messaggi pubblicitari.

8 Se durante la comunicazione il messaggio tende a verificare il funzionamento o la validità del mezzo o canale di trasmissione, si ha la funzione fàtica della lingua, quando ad esempio utilizziamo espressioni come: «È chiaro?», «Va bene?», «Hai capito?», «Mi senti?». Infine, quando un messaggio vuole verificare l uso del codice di cui esso si serve, si ha la funzione metalinguistica. Ciò accade quando il messaggio ha come oggetto la lingua stessa come spiegazioni lessicali, regole grammaticali. Nell uso vivo della lingua le funzioni si intrecciano, sono spesso combinate fra loro. Così ad esempio se ci serviamo di un celebre componimento poetico per fini pubblicitari, finiamo per sovrapporre la funzione conativa a quella poetica; se usiamo un esclamazione all inizio di una nostra composizione in versi, intrecciamo la funzione emotiva con quella poetica, ecc.

9 I linguaggi speciali e settoriali Oggi viviamo in una società industriale complessa e avanzata in cui si assiste ad una profonda differenziazione a tutti i livelli: il settore produttivo, ad esempio, richiede una specializzazione sempre più alta a chi lavora; in campo scientifico sono nati nuovi settori (come la fisica atomica) e nuove discipline come la genetica, la biochimica e l informatica. A questo fenomeno si è accompagnata la nascita di linguaggi speciali e settoriali, in grado di soddisfare le diverse esigenze legate ai vari settori delle attività sociali. Abbiamo così il linguaggio militare, giornalistico, pubblicitario, scientifico, medico, burocratico, politico, economico, sportivo. Ogni linguaggio speciale ha delle caratteristiche sue proprie che si manifestano soprattutto a livello del lessico. Infatti in ciascuno di essi abbiamo vocaboli propri di un certo settore, i cosiddetti tecnicismi spesso di origine straniera, e vocaboli che, pur appartenendo alla lingua comune, sono utilizzati in un significato tutto particolare. Il linguaggio speciale è sempre preciso, perfettamente aderente a quanto si vuole esprimere, mentre la lingua comune è spesso imprecisa, poco definita. Linguaggi speciali e lingua comune si influenzano reciprocamente. La parola area, ad esempio, indica in genere una porzione di spazio, ma nel linguaggio sportivo, più propriamente nel calcio, è la zona rettangolare del campo al di fuori della quale il portiere non può toccare la palla con le mani. Così anche tecnicismi, propri di un certo linguaggio settoriale, possono entrare nella lingua comune e acquistare un ambiguità di significato come la parola emicrania che viene comunemente usata per indicare qualsiasi banale mal di testa, mentre nel linguaggio medico indica un mal di testa particolare con determinate caratteristiche. Infine, talvolta vocaboli di un linguaggio speciale sono utilizzati in un altro linguaggio speciale.

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