SPECIALE SARDEGNA DA NORD A SUD IN DIECI GIORNI. Viaggio alla scoperta di vini e di luoghi. di Francesco Falcone

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1 SPECIALE SARDEGNA DA NORD A SUD IN DIECI GIORNI Viaggio alla scoperta di vini e di luoghi poco frequentati dagli appassionati del continente. Tra contraddizioni, scoperte e vini d'antan. ENOGEA - II SERIE - N di Francesco Falcone Quattromila chilometri non sono pochi, eppure non sono sufficienti per visitare i numerosi, a volte labirintici, spesso commoventi luoghi di questa regione. Nemmeno dieci giorni vissuti a testa bassa possono bastare a comprendere le tante diversità della Sardegna. Diversità che si traducono nella lingua, nei modi, nei costumi, nelle abitudini, diversità che si colgono nel clima, nella flora, nella fauna, nelle baie incontaminate e in una viticoltura antica e dignitosa. Non solo mare e vini bianchi da crostacei, non solo costa e bellezze solari. Non solo i soliti luoghi comuni, insomma. Scoprire dall interno la Sardegna e farlo attraverso il vino e la sua viticoltura significa svelare la sua anima più nascosta. Un anima che piano piano comincia a rivelarsi, rimanendo tuttavia incontaminata. Dalla fascinosa Gallura, ai torpori della pianura Algherese, dal magico entroterra di Bosa alla selvaggissima Ogliastra, dalla dolci colline di Cagliari, alle struggenti atmosfere del Sud-Ovest. Basta visitare le vecchie vigne di cannonau a Mamoiada e a Jerzu, i 150 ettari di alberelli allevati a piede franco di Calasetta e Sant Antioco e lasciarsi conquistare dai profumi di vini antichi e autentici come la Vernaccia di Oristano e la Malvasia di Bosa e dalle succose armonie dei migliori Vermentino della Gallura. Ovunque ho scoperto luoghi di grande interesse viticolo che attendono solo la giusta opportunità per potersi riscattare da un lungo e ancora recente passato, per poter recuperare un sacco di tempo trascorso a produrre vini politici e dozzinali, per potersi liberare di una mentalità che ha sempre puntato più a sopravvivere che a costruire. L opportunità deve arrivare da un enologia più ragionata e sensibile di quella attuale, né troppo a destra, né troppo a sinistra, anche perché uno stile e un identità vanno coltivate e progettate sul lungo periodo, senza perdere di vista la storia, nutrendo la giusta convinzione nei propri mezzi. Qualcuno mi ha detto che i sardi si sentono ancora schiavi e non riescono a cambiare passo. Forse è vero, ma cambiare passo non significa nemmeno piantare cannonau e vermentino dappertutto, perfino dove sarebbe meglio piantare malvasia e vernaccia. E non significa neppure abbandonare le splendide vigne in altura per piantare a fondo valle. Forse per cambiare passo sarebbe sufficiente tutelare quei ettari di vigna che sono sopravvissuti ai selvaggi espianti degli anni 80, cercando di sfruttare al meglio le risorse di ciascuno dei numerosi terroir della regione. Vanno create delle sedi istituzionali che funzionino e che non snobbino i giornalisti quando questi hanno bisogno di dati e di informazioni, quando chiedono il minimo supporto logistico. Vanno create le premesse per scoprire quell anima nascosta. Altrimenti è tutto inutile. Io ci ho provato ed è stata una bella scoperta Adiosu Sardegna!

2 ENOGEA - II SERIE - N SPECIALE SARDEGNA PRIMO ITINERARIO IL "FAR WEST" DELL'ISOLA: IL SULCIS Si parte! Pensare di programmare un itinerario in Sardegna senza fare giri a vuoto è un impresa non certo facile. Pur sbarcando a Olbia, a nord-est della regione, decido quindi di iniziare il mio giro alla scoperta della regione dalla parte diametralmente opposta, in quell angolo selvaggio e per lunghi tratti immacolato del sud-ovest. Mi tocca percorrere la regione da nord a sud e grazie al cielo il percorso è più semplice e veloce di quanto pensassi. Da Olbia bisognerà seguire sempre le indicazioni per Cagliari attraverso l unica strada che attraversa tutta l isola, la SS 131 bis. La strada è scorrevole, il traffico assai limitato e i greggi di pecore a distanza di sicurezza. Questo almeno fino all altezza del Campidano, dove lascio la comoda statale a due corsie per infilarmi sulla provinciale che da Sanluri porta a Vallermosa, Siliqua e giù fino a Santadi. La strada percorre un piccolo mondo fatto di praterie, campi coltivati, dolci colline, speroni isolati, laghi inattesi e miniere a cielo aperto. La solitudine è interrotta solo da un vento di maestrale che dal primo pomeriggio soffia senza sosta, la giornata è serena, il cielo di un azzurro cobalto e nell aria c è un inebriante profumo di ginestra. La collina, sinusoidale e prevalentemente dolce, è tappezzata di una macchia mediterranea multicolore e diversa, le vigne sono rare e spesso di dimensioni domestiche, mentre in pianura si coltivano perlopiù ortaggi, soprattutto carciofi. Prima un po' di teoria. Dal punto di vista viticolo il Sulcis si divide in due aree ben distinte: il Basso Sulcis o Sulcis interno, caratterizzato da una viticoltura di pianura o pedecollinare (raramente in alta collina), da suoli di matrice argilloso-tufacea e da una sistema di allevamento che vede il guyot (basso e monolaterale) prevalere sull alberello; il Sulcis costiero, dove la vigna allevata ad alberello si sviluppa su suoli sabbiosi che permettono di continuare la tradizionale viticoltura su piede franco. I protagonisti che accomunano le due microaree sono il clima, caldo e poco piovoso in tutto il comprensorio, e il carignano, vitigno rustico ed esigente, per lunghi anni utilizzato per produrre vini da taglio per il nord del Paese e per la Francia. Secondi gli esperti i vini migliori si ottengono sulla costa, sulle dune sabbiose a due passi dal mare di Sant Antioco, Calasetta e Porto Pino dove il Carignano dà vita a vini maggiormente levigati nel tannino e dotati di carattere aromatico molto particolare che ricorda la macchia mediterranea, mentre i Carignano dell interno (da Nuxis a Giba passando per Santadi, solo per citare tre dei comuni più vitati) tenderebbero ad esprimere tannini e profumi più ruspanti. In entrambi i casi occorrerà un enologia scrupolosa per evitare quei vistosi odori di riduzione che spesso caratterizzano i Carignano meno ambiziosi. Va detto poi che da qualche anno nei nuovi vigneti sono presenti anche varietà alloctone (soprattutto cabernet sauvignon, merlot, syrah e chardonnay) e l onnipresente vermentino. SANTADI Carignano del Sulcis Grotta Rossa 2005 Carignano del Sulcis Riserva Rocca Rubia 2004 Carignano del Sulcis Rosato Tre Torri 2006 Carignano del Sulcis Superiore Terre Brune 2003 Monica di Sard. Antigua 2006 Nuragus di Cagliari Pedraia 2006 Cala Silente 2006 Villa Solais 2006 Araja 2005 Latinia 2004 Shardana 2003 Villa di Chiesa Bianco 2005 Tel D 89 F 86 A 88 F 87 D 87 D La prima di quasi sessanta cantine visitate è il simbolo del rinascimento sardo, la cantina sociale che per prima si è staccata delle logiche del ricovero e del vino sfuso per traslocare nei piani alti delle aziende di qualità. La consulenza di Giacomo Tachis dura da più di venti anni e con lui si sono formati numerosi bravi enologi della regione, su tutti Piero Cella, oggi consulente di fama. Gli ettari a disposizione della Cantina sono circa 300 dislocati in tutto il Sulcis, dalle sabbie di Porto Pino alle zone più interne. Poco più di un milione e mezzo di bottiglie prodotte, tutte di buon livello qualitativo, con le punte di diamante rappresentate dal Terre Brune 2003 e dal Rocca Rubia Lo stile dei due vini è però diametralmente opposto: più austero e toscaneggiante il primo, ma capace di allungarsi senza remore in chiusura di bocca, più sul frutto e più selvatico il secondo, che ha però il pregio di non perdere smalto durante lo sviluppo al palato. Dolce e di grande frutto si dimostra invece il Latinia 2004, che tuttavia pare aver perduto il carattere più mediterraneo e articolato degli esordi. VINICOLA CAMPISSA Carignano del Sulcis 2005 Tel Questo è un esordio assoluto. Il vino assaggiato, l unico finora prodotto, è ancora in vasca, pronto per essere imbottigliato prima dell estate. La proprietà è costituita da una mini cordata di cinque soci, alcuni dei quali viticoltori, altri semplici investitori. I venti ettari di vigne a disposizione sono sparsi nella campagna tra Giba e Masainas, nel Basso Sulcis. La parte enologica ed agronomica è curata dal bravo Daniele Marchi (pure direttore della Cantina di Calasetta) e il Carignano del Sulcis 2005 (il cui nome non è stato ancora definito) mette in luce un buon carattere aromatico marmellata fresca e macchia mediterranea - nonché polpa e precisione nello sviluppo. MESA Carignano del Sulcis Buio 2005 Carignano del Sulcis Rosato Alba 2006 Giunco Bianco 2006 Buio Buio Rosso 2004 Malombra Rosso 2004 Opale Bianco Barricato 2004 Tel B 89 C 88 E 84 C Dal 2003 Daniele Pintus ed Emanuele Porcina svestono i panni dei mediatori di uva e iniziano un avventura più completa e stimolante, che li condu-

3 ce alla creazione di questa azienda ambiziosa e graffiante, giovanile nello stile ed efficace nella comunicazione. A curarne le relazioni esterne e l immagine è il noto pubblicitario Gavino Sanna, mentre la consulenza enologica è affidata al bravo Piero Cella. Tra i tanti vini spiccano le prestazioni del Malombra 2004 (carignano e syrah), caldo e maturo, centrale e succoso al palato, del Buio Buio 2004, un carignano caldo e ben estratto, disegnato nel frutto e fine nell estrazione, e del Buio Rosso 2005, più semplice e lineare del precedente, ma dotato di buona dimensione e di garbata piacevolezza. La sede della nuova cantina, ormai quasi ultimata, si trova nella campagna di Sant Anna Arresi dalla quale è possibile ammirare le splendide spiagge bianche di Porto Pino. SARDUS PATER Carignano del Sulcis Is Solus 2005 Carignano del Sulcis Nur 2005 Carignano del Sulcis Riserva Kanai 2003 Carignano del Sulcis Superiore Arruga 2004 Moscato di Cagliari Amentos 2005 Lugore 2006 Terre Fenicie 2006 Tel E 89 C 84 B 81 A Trecento ettari di vigne (per altrettanti soci conferitori) sono il bacino di questa storica cantina sociale sita nell isola di Sant Antioco, collegata alla Sardegna da una sottile lingua di terra. Il patrimonio vitato dell isola è di 130 ettari, mentre il resto delle vigne si trova nel Basso Sulcis. Anche se la Sardus Pater è tra le aziende storiche della regione, il cambio di passo che ne ha stravolto la fisionomia produttiva arriva solo con la vendemmia Dal 2005 la consulenza enologica è affidata a Riccardo Cotarella, che ha il merito di avere contribuito a migliorare la fragranza dei vini di partenza. Tra i vini assaggiati spiccano l ottimo Amentos 2005, un Moscato di Cagliari di rara finezza espressiva, chiaro nella nota varietale, avvolgente e intenso nello sviluppo al palato, e il Carignano del Sulcis Superiore Arruga 2004, che festeggia il suo esordio con una prova di buona personalità, ben sostenuta dal carattere speziato del vitigno, da un ambiziosa quanto riuscita estrazione e da un buon uso del legno. CANTINA DI CALASETTA Carignano del Sulcis Piede Franco B Car. del Sulcis Tupei 2005 Tel Sempre sull isola di Sant Antioco, a poco meno di 10 km dalla Sardus Pater, in direzione nord-ovest sulla strada che porta nel bel centro urbano di Calasetta, si incontra la sede di questa storica cantina sociale. Il patrimonio vitato è di circa 300 ettari, un terzo dei quali legato alla viticoltura su piede franco della piccola isola di Sant Antioco e il resto distribuiti in numerosi comuni del Basso Sulcis. Dal 2005, con l avvento dell attuale direttore tecnico, Daniele Marchi, si è deciso di imbottigliare una parte della produzione (meno di bottiglie) che oggi si traduce in due Carignano del Sulcis molto puri e personali, ma allo stesso tempo ancora in parte da smussare. Ripido nel tannino e di freschezza limitata appare il Piede Franco, mentre il Tupei, affinato in legno, risulta più articolato e dinamico, ma non completamente franco nell espressione aromatica. SECONDO ITINERARIO IL CAGLIARITANO Da Pula alle colline della Trexenta. La costa del sud che si allunga da Sant Antioco a Cagliari è una della più belle dell isola, soprattutto il tratto compreso tra Porto Pino e Chia. Panorami da brivido, più romantici e tropicali del Sulcis, grazie alle meravigliose spiagge bianche di Teulada, Domus de Maria e Pula. Proprio dalle basse colline di Pula inizia il mio itinerario che mi porterà dritto fino al Campidano cagliaritano (o basso Campidano), per poi proseguire verso le colline vitate della Parteolla e della Trexenta. Se a Pula e nell immediata periferia di Cagliari la viticoltura si sviluppa ad altitudini modeste - in genere di poco superiori al livello del INDICE DELLE AZIENDE Antichi Poderi Jerzu pag. 39 Argiolas pag. 35 Cantina Deidda pag. 37 Cantina del Mandrolisai pag. 40 Cantina del Vermentino pag. 44 Cantina di Calasetta pag. 33 Cantina di Gallura pag. 43 Cantina Il Nuraghe pag. 36 Cantina Li Seddi pag. 44 Cantina Pedres pag. 45 Cant. Santa Maria La Palma. pag. 42 Cantina Trexenta pag. 36 Cant. Soc. del Giogantinu pag. 44 Cantina Soc. della Vernaccia pag. 37 Cant. Soc. di Quartu S. Elena pag. 35 Cantina Sociale di Dorgali pag. 41 Cant. Sociale di Oliena pag. 40 Cantine di Dolianova pag. 35 Capichera pag. 45 Car. Pan. Te pag. 42 Giovanni Cherchi pag. 42 Columbu pag. 38 Attilio Contini pag. 37 Ferruccio Deiana pag. 35 Paolo Depperu pag. 43 Alessandro Dettori pag. 43 Feudi della Medusa pag. 34 Giuseppe Gabbas pag. 41 Gostolai pag. 41 Li Duni pag. 44 Alberto Loi pag. 39 Pedra Majore pag. 44 Piero Mancini pag. 45 Andrea Marchi pag. 34 Masone Mannu pag. 45 Meloni Vini pag. 34 Mesa pag. 32 Giovanni Montisci pag. 40 Mura pag. 45 Fratelli Pala pag. 36 Gigi Picciau pag. 34 Fratelli Porcu pag. 38 Josto Puddu pag. 37 Giampietro Puggioni pag. 40 Romangia pag. 42 Santadi pag. 32 Sardus Pater pag. 33 Giuseppe Sedilesu pag. 40 Sella & Mosca pag. 41 Surrau pag. 45 Tenuta Soletta pag. 42 Antonio Tondini pag. 44 Carlo Tramaloni pag. 40 Villa di Quartu pag. 34 Vinicola Campissa pag. 32 Viticultori della Planargia pag. 38 Zarelli Vini pag. 38 ENOGEA - II SERIE - N SPECIALE SARDEGNA

4 ENOGEA - II SERIE - N SPECIALE SARDEGNA mare (i comuni interessati sono Quartu Sant Elena, Quartucciu, Selargius, Settimo San Pietro e Maracalagonis) - di altra natura è la morfologia della Parteolla (con i comuni di Dolianova e Serdiana in particolare) e soprattutto della Trexenta (nei dintorni di Senorbì), a quindici minuti di auto dalla città. In queste zone il paesaggio viticolo si fa, infatti, più intenso e caratterizzo: le altitudini arrivano a sfiorare i 300 metri sul livello del mare, le brezze marine assicurano discrete escursioni termiche, i suoli sono argillo-calcarei, la macchia e l orografia si allontanano dalle note selvagge del Sulcis (per ritornare ad immagini più consuete che ricordano la campagna del meridione peninsulare) mentre la vigna è allevata prevalentemente a Guyot basso monolaterale o ad alberello modificato (allevato cioè su spalliera e non di rado dotato di tralcio che si allunga sul primo filo). I vitigni della tradizione cagliaritana sono la malvasia, il moscato, il nasco e il girò (tradizione a stento difesa dalle ormai poco frequentate doc locali) ideali per la produzione di aromatici vini da meditazione che un tempo trovavano nei suoli calcarei intorno alla città il loro habitat ideale. Con l estendersi dell agglomerato urbano e con le attuali necessità commerciali buona parte di questo patrimonio è andato perduto e gli onnipresenti cannonau e vermentino vengono preferiti nei nuovi impianti. Continuano a conservare un loro piccolo spazio le produzioni del vivace e minerale nuragus e dello speziato monica, vitigno che qui più che altrove gode da sempre di buona reputazione. FEUDI DELLA MEDUSA Collezione De Logu Alba Nora Bianco 2004 Aristeo 2005 Arrubias Rosso 2005 Biddas Arrubias Collezione Corona de Logu 2004 Gerione Rosso 2004 Norace Rosso B 88 D 84 C 86 G 88 D l azienda è tra quelle di cui più si parla nell intera isola. Questa cantina, moderna e polifunzionale, vuole infatti diventare un riferimento per la viticoltura isolana. Le selezioni migliori vengono prodotte con uve acquistate e si pongono l obiettivo di valorizzare il grande patrimonio della regione, mentre i tanti ettari di proprietà sono solo di recente impianto e circondano la sede aziendale. Il titolare è l imprenditore Francesco Siclari che non ha di certo lesinato energie per sviluppare in pieno il suo sogno enologico. Tra i vini assaggiati spiccano il Sa Perda Bianca 2004 (malvasia e chardonnay), un vino apparentemente lento ma dotato di buon carattere aromatico e di bella spinta sapida, il rosso Norace 2004, succoso e vivace nel frutto, fine e continuo nello sviluppo al palato, e il passito Aristeo, di mediterranea aromaticità, caratterizzato dall impronta aromatica del nasco (in uvaggio con la malvasia) e da un buon volume zuccherino. GIGI PICCIAU 2004 Tel B Il padre di Gigi Picciau è stato uno dei più grandi organizzatori di riunioni pugilistiche durante gli anni d oro del pugilato italiano. L ufficio aziendale mi ricorda gli interni delle vecchie palestre e persino il profumo all ingresso è simile. Alle pareti i ritratti di numerosi campioni del ring degli anni 60 e 70, e la mia chiacchierata con Gigi è legata alla comune passione per questo sport. I vini invece - e mi spiace - sono meno appassionanti del loro autore e destinati ad un mercato prevalentemente locale. ANDREA MARCHI Monica di Sardegna Obradas - - Funtana Irada - - Tel viticole della zona. Solo negli ultimi anni Daniele Marchi, enologo di fama in regione (e responsabile tecnico della Cantina di Calasetta dal 2005) ha deciso però di tentare la strada della bottiglia, dedicando al marchio di famiglia una piccola parte delle uve prodotte. Le ultime due vendemmie non sono state tuttavia imbottigliate a causa di una serie di difficoltà personali e commerciali e dunque non ho potuto assaggiare i due vini più rappresentativi di questa Casa, il Monica di Sardegna Obradas ed il Vermentino di Sardegna Funtana Irada. VILLA DI QUARTU Malvasia di Cagliari Gutta e Axina 2004 Moscato di Cagliari Gutta e Axina 2004 Tel B 83 B Mariangela Perra e Anna Rita Fois mi ospitano per una piacevole chiacchierata nella vecchia frasca di famiglia, posta nel centro storico di Quartu Sant Elena. Non hanno ancora una cantina propria e i nuovi vini non sono ancora in bottiglia (per le operazioni di vinificazione, affinamento e imbottigliamento si affidano ad una struttura pubblica). L azienda nasce nel 1994 con l obiettivo di fondere il patrimonio viticolo di tre aziende agricole indipendenti dando vita ad una produzione commerciale. Il mercato non è certo facile e non tutti i vini vengono imbottigliati con regolarità anche perché la frasca è conosciuta in paese e lo sfuso assicura degli introiti senza dubbio più immediati e regolari. Gli unici vini assaggiati sono in fase di stanca e dunque non svelano le reali potenzialità dell azienda. MELONI VINI Girò di Cagliari Donna Jolanda - - Malvasia di Cagliari Donna Jolanda - - Nasco di Cagliari Donna Jolanda - - Sa Perda Bianca Collezione Corona de Logu 2004 Tel F Sono a Santa Margherita di Pula e La sede aziendale è nell immediata periferia nord di Cagliari, non lontano dalla cantina di Gigi Picciau. La famiglia Marchi conta numerosi ettari di proprietà sulle colline della Trexenta ed ha sempre venduto la propria produzione a diverse aziende Tel Cristina Meloni mi accoglie con garbo negli uffici di questa storica azienda cagliaritana. Siamo nel centro urbano di Selargius, alla periferia nordorientale di Cagliari, e in azienda ci

5 lavorano gli eredi diretti del fondatore Efisio Meloni. La produzione è ampia e diversificata e molti dei vini prodotti si rivolgono ad un mercato perlopiù locale, anche se non mancano alcune etichette di maggiore diffusione. Tra queste vanno ricordate quelle della linea Donna Jolanda dedicate esclusivamente ai vini da meditazione del Campidano Cagliaritano, dal Moscato alla Malvasia, dal Nasco al Girò. Purtroppo, per un incomprensione tra Cristina e l ufficio commerciale, i vini che avevo richiesto non mi sono mai arrivati. Pazienza. CANTINA SOCIALE DI QUARTU SANT ELENA Sant'Elena 2005 Monica di Sardegna Tuerra 2005 Nasco di Cagliari Appassili 2004 Nuragus di Cagliari Nuraghe Luas 2006 Arenas 2006 Tel B 79 B 82 B 83 A 75 A La sede aziendale è stata da poco trasferita nel comune di Maracalagonis dove mi riceve Salvatore Troffa, nuovo direttore commerciale (fino allo scorso anno alla Cantina di Mandrolisai) e anima pubblica dell azienda. I 350 ettari di vigna (divisi tra meno di 100 soci) sono distribuiti sulle basse colline di Maracalagonis, Quartu Sant Elena, Sinnai e Settimo San Pietro. Tra i vini assaggiati il Nuragus di Cagliari Nuraghe Luas, minerale e nervoso, riassume al meglio le potenzialità del vitigno, mentre il Cannonau Sant Elena 2005 rappresenta un buon modo per prendere confidenza con la varietà. FERRUCCIO DEIANA Sileno 2006 Monica di Sardegna Karel 2006 Donnikalia 2006 Ajana Rosso 2003 Oirad A 83 E 87 D Pluminus Bianco 2006 Tel E Ferruccio Deiana per molti anni ha venduto la sua produzione sfusa a numerosi produttori locali che lo conoscono per la sua professionalità. I 60 ettari di vigne di proprietà sono distribuiti tra il Basso Campidano e la Parteolla, su dolci colline calcaree dove la vigna è allevata prevalentemente a Guyot. L Ajana 2003 (cannonau, carignano e bovale) soffre i limiti di un annata troppo calda ed esprime un carattere tannico verde e asciutto che maschera l ottima struttura ed elude uno stile ambizioso e ricercato. Ancora sul rovere, ma di ottima intensità e ampiezza risulta invece il Pluminus 2006, un vino che integra al meglio la centralità dello chardonnay ed il carattere floreale del vermentino. Calibrato sia nel volume zuccherino che nell espressione aromatica, l Oirad 2006 (moscato e malvasia passiti su pianta) è tra i vini dolci più centrati della regione, capace di conservare al meglio e senza pesantezze il carattere aromatico delle uve di partenza. CANTINE DI DOLIANOVA Anzenas San Pantaleo 2005 Riserva Blasio Monica di Sardegna Arenada San Pantaleo 2005 Moscato di Cagliari 2006 Nuragus di Cagliari Perlas San Pantaleo 2006 Naeli B 86 A Prendas Falconaro Rosso 2004 Montesicci Bianco Sibiola Rosato A Terresicci Rosso D Tel Tra le tante cantine sociali della regione, quella di Dolianova è una delle più grandi in assoluto, con oltre 600 soci e 1200 ettari di vigneto a disposizione, tutti distribuiti lungo le morbide colline della Parteolla. Le linee di produzione sono sterminate e i vini, a qualsiasi livello, sono decisamente ben curati anche se con questi numeri diventa complicato pretendere pure carattere e originalità. Tra tutti i vini assaggiati le mie preferenze vanno senza dubbio al Montesicci Bianco 2006 (vermentino, malvasia e nasco), un vino che ha fondo, carattere aromatico e una piacevole vena zuccherina che lo allunga e lo sostiene senza appesantirlo, e al Falconaro 2004 (cannonau, carignano e montepulciano) rosso dallo stile certamente dimostrativo che riesce tuttavia ad esprimere cura e un buon disegno. ARGIOLAS Nuragus di Cagliari S Elegas 2006 Costamolino 2006 Is Argiolas 2006 Cardena Bianco 2005 Korem Rosso 2004 Turriga Rosso 2002 Turriga Rosso 2000 Turriga Rosso 1998 Turriga Rosso 1988 Tel E 88 D 89 H 93 H 91 H 90 H La sede aziendale è a Serdiana, ma buona parte dei 230 ettari vitati di proprietà si trovano nella Trexenta. E nonostante l esordio commerciale sia relativamente recente, dal 1991 ad oggi la storia enologica di questa regione passa anche e soprattutto da questa Casa. Un po come per Planeta in Sicilia e per Feudi di San Gregorio in Campania, tanto per citare altre aziende del sud del Paese che hanno vissuto un successo simile, Argiolas ha rappresentato per i produttori concorrenti uno stimolo determinante a fare meglio e a tenere alta la tensione qualitativa. Detto questo i vini mostrano ancora una volta uno stile curato e impeccabile, senza tuttavia raggiungere gli acuti ai quali questa azienda ci ha abituati. Acuti che non sono mancati nella piccola ma significativa verticale del Turriga, che oltre alla buona prova del 2002 ha messo in luce un 1988 ancora in piena forma, caldo ed evoluto, capace di conciliare il carattere dei rossi mediterranei con una precisione ed un eleganza nordica. Bene SPECIALE SARDEGNA 35 ENOGEA - II SERIE - N. 12

6 SPECIALE SARDEGNA 36 ENOGEA - II SERIE - N. 12 poi il 1998, eccezionalmente esotico, centrale e ricco di polpa, e il Turriga 2000 semplicemente il miglior vino mai prodotto nella storia di questa regione, potente e calibrato nel frutto, eccellente nell estrazione e dotato di una profondità inarrivabile. FrateLLI PALA Triente Monica di Sardegna Elima 2005 Nuragus di Cagliari Salnico 2006 Stellato 2006 Crabilis 2006 Assoluto 2005 Bovale Essentija 2005 Entermari Bianco 2006 S Arai Rosso 2004 Tel A 85 E 89 D 85 D Poco più di cinquanta ettari vitati, distribuiti lungo tutto il Basso Campidano e una storia produttiva che inizia negli anni 50, prima con Salvatore Pala e poi dal 1995 con i figli Enrico e Mario, che puntano senza esitazione al mercato della bottiglia. La sede della cantina è a due passi da Argiolas e i vini mostrano la stessa maturità stilistica di quelli del più noto vicino. Da anni questa cantina propone infatti etichette di buona regolarità senza tuttavia rinunciare ad alcuni acuti che meritano l attenzione degli appassionati anche fuori dai confini regionali. Come l eccellente Entemari 2006 (chardonnay, vermentino, malvasia) un bianco vibrante e minerale, fine nella costruzione e nell articolazione aromatica e dotato di un palato lungo, verticale e appena rugoso in chiusura. CANTINA TREXENTA Baione 2004 Monica di Sardegna Duca di Mandas 2005 Nuragus di Cagliari Tenute San Mauro 2006 Contissa A 80 A 83 A Antigu Rosso 2003 Tanca Su Conti Rosso 2003 Tel C Fondata nel 1956, la Cantina cooperativa della Trexenta opera su oltre 350 ettari di vigna sparsi tra le campagne di Senorbì e dintorni. I vini assaggiati, tutti legati ad uno stile che punta più alla piacevolezza che al carattere, sembrano ancora in cerca di una vera identità di zona. Tra i più riusciti la Monica di Sardegna Duca di Mandas 2006, floreale, intensamente fruttata e capace di farsi apprezzare anche per una rara quanto efficace articolazione tannica. TERZO ITINERARIO CAMPIDANO, TIRSO E PLANARGIA Questa volta l itinerario è triplice e vede protagonisti soprattutto due dei più conosciuti vini da meditazione dell isola, la Vernaccia di Oristano e la Malvasia di Bosa. Ma prima di toccare i territori protagonisti della mia giornata c è tutto il Campidano da percorrere. Il Campidano. Questa zona è caratterizzata da un territorio prettamente pianeggiante (l unica grande pianura della regione insieme alla Nurra) che nella consuetudine viene diviso in Basso Campidano, attraversato nell itinerario precedente e legato alla provincia di Cagliari, e in Medio Campidano, che interessa invece la provincia di Oristano. Mi lascio alle spalle le belle colline della Marmilla e alla mia sinistra scorre una tavola orizzontale dove la presenza della viticoltura è marginale, mentre prevalgono gli ortaggi e le colture foraggere. Resiste quindi a fatica la doc Arborea, dove i protagonisti sono il sangiovese e il trebbiano portati in zona dai coloni veneti ed emiliani venuti qui per bonificare le paludi nei primi anni del Stenta a farsi largo il Semidano, un bianco dotato di insolita freschezza e di piacevole sapidità, e gode di scarsa popolarità pure il Campidano di Terralba, denominazione mai troppo considerata e ben poco sfruttata dai produttori locali. Molte cantine sociali hanno chiuso e molte altre sono entrate in una crisi difficile da risolvere ed è per questo che ho potuto visitarne, come vedremo, soltanto una. CANTINA IL NURAGHE Campidano di Terralba Tiernu 2005 Vignaruja 2004 Chio 2003 Monica di Sardegna Superiore Nabui Sardegna Semidano di Mogoro Anastasia 2006 Don Giovanni 2006 Tel A 84 C 86 A Sulla strada statale 131 bis, che da Cagliari porta a Sassari, si incontra la Cantina sociale di Mogoro - o Cantina Il Nuraghe - che può contare su 650 soci conferitori e 450 ettari di vigna distribuiti tra le campagne pianeggianti del Campidano e quelle collinari della Marmilla. La produzione è vasta e articolata, come spesso capita a queste strutture che ancora oggi si dividono tra la produzione in bottiglia e la storica vendita dello sfuso. Tra i vini assaggiati buona la prova dei due bianchi: il Semidano Anastasìa 2006 è floreale e scattante ai profumi e altrettanto vivace al palato dove mostra sale e ritmo che stupiscono da queste parti, e il Don Giovanni 2006, ben caratterizzato al naso, segnato da una piacevole nota erbacea e da un intensa mineralità e sostenuto da una discreta centralità al palato. Un po troppo voluto anche se dotato di buona struttura è sembrato l ambizioso Chio Valle del Tirso. Questo è il comprensorio dove si produce la Vernaccia di Oristano, uno dei vini di più antica fama dell isola. La zona interessata è piuttosto ampia e si estende su un area di 35mila ettari lungo la bassa Valle del Tirso. I comuni storicamente più vocati sono quelli di Solarussa, San Vero in Milis, Oristano e Oliastra-Simaxis. I suoli sono in genere alluvionali, anche se da sempre si identificano due zone di produzione distinte: Bennaxi, sulla sinistra orografica del fiume Tirso e Gregori sulla destra. La prima si caratterizza per i terreni più sciolti anche perché sovente allagati nei periodi di piena del fiume, mentre la seconda, appena più

7 alta, rimane più asciutta. Secondo gli esperti la migliore vernaccia proviene dalla zona del Bennaxi, mentre nel Gregori si esprime al meglio il nieddera, vitigno locale a bacca rossa che se ben vinificato dona vini di rara finezza tannica e aromatica. La vernaccia è perlopiù coltivata ad alberello basso, a non più di centimetri dal suolo, con tre/quattro speroni, uno per ogni branca. Oggi anche in questa zona i nuovi impianti vedono protagonisti il vermentino e alcune varietà a bacca rossa, mentre la vernaccia vive una fase difficile della sua storia. I profumi ossidativi, lo stile alcolico e personale e la difficile adattabilità alla tavola ne fanno un vino raro e per pochi appassionati e soprattutto in evidente calo di popolarità. CANTINA DEIDDA Cannonau di Sard. Arcais A Riserva Mariano IV 2004 Simmarco Rosso 2001 Spumante Metodo Classico Marzani Brut n.m.. Spumante Metodo Classico Marzani Riserva n.m. Tel B 80 C Giampiero Deidda, dopo una vita trascorsa a disegnare giardini in giro per le lussuose ville della Costa Smeralda, ha deciso di vestire i panni del vignaiolo/produttore. E lo ha fatto tornando nella sue terra natale, a Simaxis, e puntando su vini insoliti, dato che è oggi è l'unico in regione a produrre spumanti metodo classico. Lo stile poi è certamente selettivo, visto che le basi di partenza sono spesso affinate secondo la tradizione locale e presentano dunque un carattere decisamente ossidativo. Il risultato in degustazione non è stato purtroppo brillante e i due vini, sia il Marzani Brut che il Marzani Riserva hanno evidenziato limiti di fragranza e di fusione. Decisamente più riuscito invece il Riserva Mariano IV, un vino che ha calore e dettaglio, ampiezza di frutto e inaspettato allungo in chiusura. CANTINA SOCIALE DELLA VERNACCIA A Falesia 2006 Vernaccia di Oristano 2003 Vernaccia di Oristano Riserva B Nieddera Rosato Tel La storia della Vernaccia di Oristano passa anche e sopratutto da questa cantina sociale che si trova nell immediata periferia di Oristano e che ha conservato nel tempo, fin dal nome, un rapporto di tutela nei confronti questo vino. Certamente con gli anni la linea produttiva dell azienda si è arricchita di altri prodotti che oggi godono di più mercato e senza i quali sarebbe difficile sopravvivere. Ma il fatto che il vino più rappresentativo rimanga la solida Vernaccia di Oristano Riserva 1990 è un dato che fa riflettere. Quando l assaggi pare che il tempo si sia fermato, con quei profumi così inattuali eppure intensi e unici, con quella potenza alcolica decisa eppure mai invadente. Insomma, un vino antico e diverso, di quelli che fanno bene al prestigio della denominazione. ATTILIO CONTINI Tonaghe 2005 Rierva Inu 2003 Vernaccia di Oristano 1996 Vernaccia di Oristano (0.500ml) Riserva 1987 Barrile Rosso 2003 Nieddera 2004 Pontis 2000 Rosso di Contini 2006 Tel B 88 E 86 D 89 C 89 D A Cabras non puoi sbagliarti visto che la segnaletica aziendale la trovi fin dall ingresso del paese. Ad accogliermi è Alessandro Contini, testimone della quarta generazione di famiglia alla guida di questa storica Casa. L azienda nonostante produca numerosi vini tutti ben curati ( bottiglie in totale, con la supervisione dell enologo Piero Cella) si distingue da sempre per la produzione di eccellenti Vernacce di Oristano. Intensa, potente e di grande eleganza la Riserva 1987, più avvolgente e profondo invece il Pontis 2000, un vino da dessert affinato secondo le tradizioni locali e capace di unire le sensazioni esplosive di una Vernaccia tradizionale con la densità di un passito. Da sottolineare anche l ottimo Nieddera 2004, un rosso d impostazione più toscana che isolana, capace di "foderare" il palato senza appesantirlo e in grado di allungarsi con pregevole disinvoltura. JOSTO PUDDU Antares 2004 Maris 2006 Vernaccia di Oristano Riserva 2000 Vernaccia di Oristano Riserva 1998 Terras Rosso 2004 Tel A A San Vero in Milis, borgo agricolo a dieci minuti di auto da Cabras, si trova la storica azienda di Josto Puddu bottiglie prodotte e una carriera quarantennale fanno di Josto una delle realtà private più solide e affidabili della regione. Nonostante la gamma aziendale si sia fatta articolata, il fiore all occhiello dell azienda rimane la Vernaccia di Oristano. La Riserva 2000 ha maggiore intensità e profondità rispetto al 1998 ed esprime un ossidazione bilanciata, un buon dettaglio aromatico e un palato sapido e caldo allo stesso tempo. Appariscente e ambizioso risulta invece il Terras 2004 (nieddera, carignano e sangiovese), comunque dotato di tannini saporiti e bene estratti. Planargia. Se la Vernaccia di Oristano è potenza e carattere, la Malvasia di Bosa è ampiezza e profondità. Per conoscere la zona di produzione dell altro grande vino da meditazione della regione mi avvio verso il centro della Sardegna, ad un ora di macchina da San Vero in Milis. Percorro un tratto della SS 131 bis fino a Macomer e da qui taglio per Bosa, in direzione della costa occidentale. La strada che da Macomer arriva fino alle porte di Magomadas (insieme a Modolo il comune più vitato della zona di produzione della Malvasia) è SPECIALE SARDEGNA 37 ENOGEA - II SERIE - N. 12

8 38 SPECIALE SARDEGNA ENOGEA - II SERIE - N. 12 avvertenze (Leggere attentamente. In caso di necessità consultare l'autore...). Nulla di grave, sia chiaro. Però è giusto sapere che i vini pubblicati rappresentano solo un distillato di tutto ciò che ho degustato di ritorno dalla Sardegna. Per motivi di spazio e di opportunità ho preferito infatti recensire soltanto i vini migliori e/o più rappresentativi. Allo stesso modo è giusto sottolineare come le nuove annate dei vini più conosciuti (soprattutto rossi, più alcune selezioni di ) non fossero ancora disponibili al momento dei miei assaggi e per questo motivo sono stato spesso costretto a ripiegare su vini ormai commercialmente maturi. I VERMENTINO antonio tondini (pag. 44) 91 C superiore Karagnanj 2006 li duni (pag. 44) 89 C Sup. renabianca Vend. Tard 2005 CANTINA DI GALLURA (pag. 43) 88 B superiore Canayli 2006 tra le più affascinanti che io abbia mai percorso. La Valle dei Nuraghi si apre ampia e grandiosa e rivela panorami inaspettati, travolgenti e allo stesso tempo consolatori. I villaggi nuragici sono uno spettacolo da non perdere, puntellati dal giallo della ginestra e dal bianco dei muretti a secco. Gli specchi vitati, veri e propri fazzoletti strappati agli espianti e allo sviluppo edilizio, sono posti in colline spesso terrazzate, su suoli prevalentemente calcareo-tufacei, asciutti e ricchi di potassio. I vecchi vigneti sono allevati ad alberello, mentre nei nuovi impianti si preferisce dare spazio al Guyot basso monolaterale. L attuale disciplinare di produzione, che a breve verrà modificato, prevede un invecchiamento minimo di due anni per la Malvasia di Bosa, anche se ormai tutti i produttori ne imbottigliano anche una versione giovane, tutelata dall Igt Planargia e adatta ad un consumo più frequente. Come per la Vernaccia di Oristano, la maturazione tradizionale della Malvasia è di tipo ossidativo, sebbene lo stile di questo vino sia in genere più sobrio e sottile e nei casi migliori più articolato nei profumi. floreale e allo stesso tempo fruttato (melone e albicocca in primo piano), è di sicuro un buon esempio di questa tipologia, dotato di garbata dolcezza e di buona persistenza speziata. COLUMBU Malvasia di Bosa 2001 Planargia Alverega 2005 Tel D 83 B Se chiedi di Columbu, a Bosa, lo conoscono tutti, perché Giovanni Battista la fama se l è costruita con impegno e costanza. La bella casa di famiglia è in pieno centro cittadino e qui mi accolgono sia Giovanni Battista che il figlio Rafael, che da qualche anno ha preso in mano le redini dell'azienda. La Malvasia di Bosa 2001 è la quintessenza della denominazione, potente ed elegante allo stesso tempo, con la nota ossidativa che non toglie articolazione ai profumi e anzi li esalta, mentre in bocca è eccellente il rapporto tra alcol e tessuto. Uno straordinario vino da meditazione. mura (pag. 45) 88 C superiore Sienda 2006 pedra majore (pag. 44) 88 C Verm. di Gallura I Graniti 2006 gli altri bianchi paolo depperu (pag. 43) 90 C Ruinas Bianco 2005 fratelli pala (pag. 36) 89 C Entermari Bianco 2006 alessandro dettori (pag. 43) 89 D Dettori Bianco 2005 I CANNONAU antichi poderi jerzu (pag. 39) 90 D riserva Josto Miglior C riserva Chuerra 2003 alberto loi (pag. 39) 88 B Jerzu riserva Cardedo 2003 giampietro puggioni (pag. 40) 88 E Cann. di Sardegna Lakana 2005 giuseppe sedilesu (pag. 40) 88 E Cann. di Sard. Carnevale F riserva Baddu Tundu 2004 FRATELLI PORCU Malvasia di Bosa Secco 2001 Tel Tra le aziende storiche della zona c è di sicuro quella di Mario Carlo Porcu, che nonostante le sirene del mercato vadano in altre direzioni continua a produrre soltanto Malvasia nei suoi 3,5 ettari di vigna. A parte una Malvasia giovane venduta sfusa sul mercato locale (molto piacevole e degna di nota), la Malvasia di Bosa 2001 mette in luce un carattere ossidativo e tradizionale, con profumi che virano sulla nocciola tostata e sul caramello. Al palato è secca, avvolgente e dotata di ottima persistenza. ZARELLI VINI Planargia Licoro 2005 Tel Piccolo produttore nella splendida campagna di Magomadas, che da qualche anno produce il Licoro, una Malvasia solo parzialmente ossidativa, venduta come vino igt. Il 2005, VITICULTORI DELLA PLANARGIA Malvasia di Bosa 2004 Malvasia Spumante Demi-sec n.m. Tel C 88 B Conosco poco di questa Cantina sociale dato che non l ho visitata personalmente. Mi ha però inviato i campioni Rafael Columbu e devo dire che a sorprendermi è stata la buona prova della Malvasia spumante demi-sec, cristallina nel frutto, di moderata dolcezza e di spuma soffice e avvolgente. Meno sfumata e troppo rigida mi è parsa invece la Malvasia di Bosa QUARTO ITINERARIO OGLIASTRA, MANDROLISAI, BARBAGIA Da Bosa a Jerzu - la mia prossima tappa - ci sarebbero tre ore e mezza di strada. Sono le otto di sera e preferisco partire anche se tutti mi hanno sconsigliato di arrivare in Ogliastra a notte inoltrata. Le strade sono complicate e poco segnalate, buona parte di questi

9 luoghi sono disabitati e perdersi non è affatto difficile. E avevano ragione: il viaggio è stato un parto podalico! Ho trovato una nebbia a dir poco padana e sono arrivato a Jerzu in tarda notte. Ogliastra. Sono in uno dei luoghi simbolo della Sardegna, una terra né di sola montagna, né di solo mare. Basta mezzora per passare dalla famose rocce rosse di Arbatax ai boschi di lecci di Santa Barbara, dal caldo della costa alla frescura dei piccoli borghi montani affacciati a mezza costa. Anche dal punto di vista viticolo è un aria assai mutevole, visto che si passa dai ripidi declivi di Jerzu, con terreni in prevalenza calcarei e granitici, alla pianura di Tortolì, dove i suoli hanno natura alluvionale e matrice argillo-sabbiosa. Innumerevoli sono i terrazzamenti, buona parte dei quali ormai abbandonati a favore di una viticoltura di fondo valle. L'Ogliastra è una delle terre simbolo del cannonau, insieme alla Barbagia, al Sarrabus (estremo lembo sud-orientale della regione che non ho visitato per mancanza di tempo) e alla Romangia (nel nord-ovest dell isola). Non mancano tuttavia altri vitigni, anche internazionali, soprattutto nei nuovi impianti. ANTICHI PODERI JERZU Marghia 2004 Riserva Chuerra 2003 Riserva Josto Miglior 2003 Tel C 90 D Alle 7.30 di mattina sono già a spasso per Jerzu, un vero e proprio paese di montagna, con strade in salita e pendenze notevoli, che può ricordare alcuni paesi irpini, anche se l orografia del territorio qui è ancora più verticale. Fondata nel 1950 per interessamento dell allora medico condotto Josto Miglior, la cantina sociale di Jerzu conta oggi ben 800 soci e produce più di due milioni di bottiglie. Seguiti dall'enologo Franco Bernabei, i Cannonau aziendali migliorano di anno in anno, senza tuttavia perdere un identità di zona che si esprime attraverso vini colorati, intensi e di buon carattere tannico. Identità che si fa marcata nella Riserva Josto Miglior 2003, lenta e calda nella fisionomia, viscerale nei profumi e di grande profondità tannica al palato. Più moderno e voluminoso invece il Chuerra 2003, più sul frutto ma ugualmente dotato di spessore infine il Marghìa ALBERTO LOI Cannonau di Sard. Jerzu 2005 Jerzu Sa Mola 2004 Jerzu Riserva Alberto Loi 2002 Jerzu Riserva Cardedo 2003 Astangia Rosso 2003 Loi Corona Rosso 2002 Tuvara Rosso 2002 Tel B 88 B 86 D 85 D Da Jerzu scendo verso Cardedu, venti minuti di auto che mi portano dalla montagna a due passi dalla costa. Le vigne di proprietà della famiglia Loi circondano la bella sede aziendale ad altitudini che non superano i 200 metri sul livello del mare. Mi accoglie con grande cordialità Alessandro Loi, che dei tre fratelli è quello che si occupa anche delle relazioni esterne. Le 300mila bottiglie prodotte sono invece seguite dall enologo Sergio Loi ed incarnano al meglio la tradizione enoica dell Ogliastra. Tra i vini assaggiati spicca il Cardedo Riserva 2003, dal naso caldo e composto, con frutto centrale e tannini elastici e bene estratti. Più spinto e potente, ma anche meno dotato di dettaglio, l Astangia 2003 (cannonau e bovale sardo), mentre meno sostanzioso del solito è parso infine l Alberto Loi Riserva Mandrolisai. Prima della Barbagia Ollolai non posso rinunciare ad una tappa veloce, ma ugualmente evocativa nella vecchia zona del Mandrolisai. E quando arrivo nel bel comune di Sorgono mi sento proiettato in un'altra epoca. L ordine e la pulizia delle tante vecchie vigne allevate ad alberello, ancora lavorate con i buoi, sembrano immagini da museo che invece qui sono quanto mai attuali. Il territorio ricorda per certi versi la Gallura, con la quale condivide i suoli granitici e le sugherete, mentre i vitigni più coltivati qui sono il bovale CARIGNANO DEL SULCIS SANTADI (pag. 32) 89 F Carignano del Sulcis superiore Terre Brune D Carignano del Sulcis riserva Rocca Rubia 2004 sardus pater (pag. 33) 88 E Carignano del Sulcis superiore Arruga 2004 GLI ALTRI ROSSI argiolas (pag. 35) 89 H Turriga Rosso 2002 ATTILIO CONTINI (pag. 37) 89 C Nieddera 2004 giuseppe gabbas (pag. 41) 89 D Arbeskia Rosso 2003 masone mannu (pag. 45) 89 H Mannu Rosso 2003 mesa (pag. 32) 89 C Buio Buio Rosso 2004 VINI D'ANTAN columbu (pag. 38) 89 D Malvasia di Bosa 2001 attilio contini (pag. 37) 88 E Vernaccia di Oristano riserva 1987 fratelli porcu (pag. 38) Malvasia di Bosa Secco 2001 josto puddu (pag. 37) Vernaccia di Oristano riserva 2000 I DOLCI attilio contini (pag. 37) 89 D Pontis 2000 sardus pater (pag. 33) 89 C Moscato di Cagliari amentos 2005 FEUDI DELLA MEDUSA (pag. 32) 88 D Aristeo 2005 santadi (pag. 32) 88 F Latinia 2004 vitic. della planargia (pag. 38) 88 B Malvasia Spumante demi-sec n.m. 39 SPECIALE SARDEGNA ENOGEA - II SERIE - N. 12

10 SPECIALE SARDEGNA 40 ENOGEA - II SERIE - N. 12 sardo (o muristellu), il cannonau e la monica, posti su dolci declivi che guardano a mezzogiorno, tra i 400 e i 600 metri di altitudine. Fatta eccezione per la Cantina del Mandrolisai, il resto delle uve prodotte in questo territorio è acquistato da mediatori e imbottigliatori di altre zone, anche se mi dicono che a breve potrebbero esordire nuovi piccoli produttori privati. CANTINA DEL MANDROLISAI Mandrolisai Rosso 2004 Mandrolisai Rosso Superiore 2003 Mandrolisai Rosso Kent'annos 2002 Tel B Dei 1700 ettari vitati presenti in questa zona, la Cantina del Mandrolisai ne gestisce circa 150 (divisi tra altrettanti soci), di cui buona parte impiantati a bovale sardo e cannonau. La bontà di questo terroir si esprime al meglio nel Mandrolisai Rosso Kent annos 2002, un vino dotato di frutto superiore, di buona mineralità e di ottima progressione al palato. Meno preciso soprattutto nei profumi il Mandrolisai Superiore 2003, dal carattere fortemente empireumatico. Semplice e lineare il Mandrolisai Rosso Barbagia. Forse solo mufloni, pastori e pecore da queste parti non si perdono. Il Supramonte, simbolo della viticoltura barbaricina, è un massiccio calcareo coperto da pascoli e boschi, segnato da gole, picchi e stretti sentieri. Appendice del Gennargentu, questa montagna di falesie giurassiche che giunge fino al golfo di Orosei è il cuore della Barbagia, o delle Barbagie, come pare più giusto dire. Tanto impervia e rude quanto singolare e suggestiva, questa zona vede tre comuni svettare sugli altri nella produzione del Cannonau: Mamoiada, Oliena e Dorgali. Il primo nasconde una viticoltura straordinaria fatta di vecchie vigne coltivate su suoli di origine granitica ed allevate ad alberello ad altitudini mai inferiori ai 600 metri sul livello del mare. A Oliena la viticoltura si sviluppa invece a quote altimetriche mediamente più basse (intorno ai 350 metri) e i nuovi impianti di cannonau sono allevati a Guyot e su suoli di norma più eterogenei, visto che si passa da matrici granitiche ad altre di origine basaltica e scistosa. Terreni più profondi e calcarei sono quelli del territorio di Dorgali, dove man mano che ci si avvicina alla costa orientale la viticoltura assume un carattere più intensivo, con vigne allevate a Guyot che lasciano spazio anche ad altri vitigni, sia autoctoni che tradizionali. GIUSEPPE SEDILESU Carnevale 2005 Mamuthone 2005 Sannada 2005 Riserva Baddu Tundu 2004 Tel E 88 F Giuseppe Sedilesu è il mio primo appuntamento a Mamoiada, comune che esprime una viticoltura di montagna, con vigne centenarie coltivate su suoli di origine granitica. Dei quattro in programma è quello che funge da traino e da stimolo per la zona e mi confida che in futuro ci saranno anche nuovi vignaioli e nuove etichette. Tra i vini assaggiati spiccano il Baddu Tundu 2004, un tipico Cannonau di Mamoiada, maturo e quasi passito ai profumi, alcolico eppure scattante al palato, e il Carnevale 2005, dallo stile più lussuoso - con il rovere fresco che ancora copre il carattere varietale - ma dotato di spessore ed estrazione eccezionali per un vitigno come il cannonau, in genere mai troppo dotato dal punto di vista tannico. GIOVANNI MONTISCI Barrosu 2005 Tel E Meccanico e appassionato di vino Giovanni Montisci ha deciso di imbottigliare il Cannonau che proviene da un ettaro di alberelli centenari coltivati a oltre 600 metri di altitudine nel comune di Mamoiada. Affinato in botti di castagno e rovere, il Barrosu ( che in dialetto locale significa strafottente) ha un calore che "amaroneggia" ed una fisicità quasi ingombrante. Maturo ed etereo nel frutto, avrebbe solo bisogno di trovare maggiore autocontrollo nell espressione. GIAMPIETRO PUGGIONI Cannonau di Sard. Ilisi 2004 Lakana 2005 Mamuthone 2005 Tel C 88 E La cantina di Giampietro Puggioni si trova nella vecchia sede della Cantina sociale di Mamoiada, fallita più di venti anni fa. Oggi Giampietro raccoglie le uve di numerosi piccoli conferitori di Mamoiada cercando di non disperdere il patrimonio viticolo di questo comune. Dei tre Cannonau assaggiati, tutti legati da un frutto maturo (a tratti passito) rinfrancato da una buona acidità di base, spicca il Lakana 2005, dai profumi di mora e dai tannini intensi e sottili, succoso nello sviluppo e sostenuto da un finale ampio e di lodevole dettaglio. CARLO TRAMALONI Orturu 2005 Tel C Dei quattro produttori di Mamoiada Carlo Tramaloni è quello meno giovane e forse anche quello meno portato per le pubbliche relazioni, visto che l etichetta e il nome dell unico vino prodotto non sono certo di facile comprensione. L Orturù 2005 pur dotato di struttura e calore, appare ancora troppo rustico nell espressione rispetto agli altri vini assaggiati nel comprensorio. Buona parte delle uve di proprietà vengono ancora vendute ad altri imbottigliatori. CANTINA SOCIALE DI OLIENA Nepente di Oliena 2005 Riserva Corrasi 2003 Tel Arrivo a Oliena fuori tempo massimo

11 per poter visitare la cantina sociale. Gli uffici sono chiusi e riesco solo a raccogliere una minima campionatura grazie ad una raccomandazione di Tonino Arcadu. I vini, che esprimono in pieno il carattere del Cannonau di Oliena, sono morbidi, appena evoluti nei profumi e non molto profondi. Meglio la Riserva Corrasi 2003, un vino più ambizioso e curato e dotato di piacevole allungo finale. GIUSEPPE GABBAS Cannonau di Sard. Lillovè 2005 Riserva Dule 2004 Arbeskia Rosso 2003 Tel D Anche se la sede legale è a Nuoro, la cantina dello schivo Giuseppe Gabbas si trova nella campagna di Oliena, sulla strada che porta a Mamoiada. Attorno ad essa si sviluppa buona parte dei quasi 18 ettari di vigneto di proprietà, dai quali Giuseppe ottiene circa 100mila bottiglie stilisticamente impeccabili, in cui senti la mano di un tecnico di valore come Lorenzo Landi, ma allo stesso tempo anche il calore e l avvolgente intensità dei vini di Oliena. Ottimo l Arbeskia 2003, un vino che nasce dall uvaggio tra cannonau e cabernet, i cui profumi sono appena evoluti mentre al palato è dotato di calore e misura e di eccellente persistenza. Caldo e ambizioso ma non del tutto chiaro nella fase aromatica è invece il Dule 2004, mentre più semplice e lineare appare il Lillovè viticoltori locali, mentre le vigne di proprietà sono meno di tre ettari in totale. Dall esordio del 1988 ad oggi, la produzione ha assunto caratteri importanti dato che le bottiglie sono oggi più di divise tra tante etichette dalle quali si stacca il Rasadu 2006, a mio avviso il miglior rosato assaggiato in tutta la regione, generoso nella struttura e misurato nei profumi. Bene poi anche il Cannonau Nepente di Oliena 2005, vero e proprio punto di riferimento per chi voglia comprendere al meglio lo stile dei vini di questa zona: caldo e mediterraneo nel frutto, maturo e levigato nel tannino, morbido e centrale al palato. CANTINA SOCIALE DI DORGALI Da Oliena a Dorgali ci sono quindici minuti di auto. Minuti che passano in fretta grazie ad un paesaggio di raro fascino, con il giallo delle ginestre che domina sugli altri colori della campagna e con la profonda vallata segnata dal corso del fiume Cedrino, un corso d acqua lungo 70 km che nasce dal massiccio del Gennargentu. In cantina faccio una visita veloce perché di sabato pomeriggio le sociali rimangono chiuse. Due chiacchiere col presidente, giusto per segnarmi i dati produttivi che parlano di 720 ettari vitati sparsi nel comprensorio, di cinquanta anni di storia (più o meno come per le altre cantine sociali della regione) e di una svolta qualitativa avvenuta negli ultimi anni. Chiedo che mi siano spediti i campioni, che però non arriverranno mai. "Capita". Sassarese, tra le zone dell Anglona e del Luguodoro, terra di dolci colline e di silenzi inimmaginabili. Alghero e la Nurra. Alghero non è solo mare di corallo, antiche atmosfere latine e una rambla che ricorda Barcellona. Alghero è anche viticoltura, con distese di vigneti pianeggianti allevati a Guyot (in genere più alti rispetto al resto della Sardegna) su suoli di medio impasto, a tratti sciolti e sabbiosi. Il clima è condizionato dal forte vento di maestrale che qui spira con energia durante tutto l anno, ma anche da una maggiore umidità rispetto ad altre zone della regione. Questa è la terra del Torbato, un bianco che pare avere ereditato i ritmi lenti della sua gente, morbido e consolatorio, ma è anche una zona di grande coltivazione per gli onnipresenti vermentino e cannonau e per i forestieri cabernet sauvignon e chardonnay. SELLA & MOSCA Alghero Cabernet Sauvignon Marchese di Villamarina 2001 Alghero Tanca Farrà 2002 Alghero Torbato Terre Bianche 2006 Alghero Riserva Anghelu Ruju 1999 Monteoro 2006 La Cala 2006 Tel F 83 C 83 E 84 C 83 A 41 SPECIALE SARDEGNA ENOGEA - II SERIE - N. 12 GOSTOLAI Nepente di Oliena 2005 Riserva Nepente di Oliena 2003 Rosadu 2006 Puer Sed Formosus Rosso 2004 Tel C A Oliena tutti conoscono Tonino Arcadu, un personaggio carismatico e fantasioso che sta investendo molto per l immagine della Sardegna fuori dai confini regionali. Le uve vengono selezionate e acquistate da QUINTO ITINERARIO IL NORD-OVEST: ALGHERO ECC. La pausa domenicale serve per trasferirmi nella Sardegna settentrionale e per preparare al meglio il mio quinto itinerario che toccherà Alghero, la campagna di Sassari e le colline di Sorso-Sennori. Visto che ho più tempo a disposizione, preferisco raggiungere la mia base di partenza (Porto Torres) passando da Olbia con la veloce SS 131 bis, per poi attraversare tutta la Gallura costiera (da Palau a Santa Teresa di Gallura), tra i boschi di lecci e le sugherete da una parte e il mare trasparente dall altra. Superato il comune di Perfugas, mi lascio alle spalle la Gallura ed entro nelle campagne del 650 ettari vitati circondano questa magnifica tenuta posta nel cuore della pianeggiante Nurra, a due passi dallo scalo aeroportuale di Alghero. Le vigne, rispetto al resto della Sardegna, qui sono alte e allevate in forme più espanse, un progetto viticolo questo iniziato negli anni 70 da Mario Consorte che insieme alla proprietà decise di produrre vini freschi e immediati, lontani dallo stereotipo del vino isolano di quei tempi, in genere rustico e poco "digeribile". Oggi l azienda è in mano alla Campari, ma pare che nulla, almeno dal punto di vista enologico, sia cambiato. Tra i vini assaggiati ottima la prova del Marchese di Villamarina 2001, che rispetto ai ricordi appare meno vegetale e fienoso e più nitido nel frutto, mentre nel segno

12 SPECIALE SARDEGNA ENOGEA - II SERIE - N della tradizione appare lo sviluppo al palato, elegante e disegnato. Meno personali anche se altrettanto curati nella forma mi sono sembrati gli altri vini assaggiati. CANTINA SANTA MARIA LA PALMA A pochi chilometri dal feudo di Sella & Mosca, in località Santa Maria la Palma, raggiungo l'omonima cantina sociale. Il direttore - Paolo Fabio Perpinello - purtroppo non è in sede e la visita si limita ad una chiacchierata con i suoi più stretti collaboratori. I miei appunti mi ricordano che i soci sono poco più di 340 e circa 600 gli ettari a disposizione dell azienda, che oggi produce circa tre milioni di bottiglie. I vigneti sono distribuiti lungo tutta la Nurra e ospitano vitigni che spaziano dal cagnulari al vermentino e dal cannonau allo chardonnay. Avevo richiesto una campionatura di tutti i vini prodotti, ma anche in questo caso non mi sono mai arrivati. La campagna sassarese. Ovvero il Luguodoro, l Anglona e la periferia di Sassari. Da Codrongianos a Usini, questa zona gode di buona fama per il vermentino (almeno per quanto riguarda la generica doc ) e per il rosso cagnulari, un vitigno locale riscoperto ormai da diversi anni e che Giovanni Cerchi ha sempre utilizzato nei suoi rossi, in virtù del carattere nettamente fruttato e finemente speziato. Le altitudini medie si aggirano tra i 200 e i 350 metri sul livello del mare (anche se non mancano vigne poste oltre i 500 e al di sotto dei 150). La vigna è coltivata a Guyot semplice (anche qui più alto rispetto al resto della regione) su suoli tufaceo-calcarei che si alternano a terreni scuri e molto profondi, qui chiamati Luzzanas. CAR.PAN.TE 2005 Frinas 2005 Lizzos Rosso 2005 Tel B Il nome aziendale è un acronimo che unisce le iniziali dei tre soci che da quattro anni vinificano le uve di proprietà provenienti dai vigneti di Usini, comune tra i più vitati del Sassarese. Guidati dal vulcanico Dino Addis, enologo tra i più preparati della regione (e direttore tecnico della Cantina di Gallura a Tempio), producono vini di struttura generosa e dotati di una discreta personalità. Mieloso e minerale il Vermentino Frinas 2005, speziato e intensamente fruttato il Lizzos (a base cagnulari), rustico e semplice il. GIOVANNI CHERCHI 2005 Tuvaoes 2006 Pigalva 2006 Boghes Bianco 2005 Cagnulari 2005 Luzzana Rosso 2005 Tel B 88 C 86 D Giovanni Cherchi è certamente un produttore celebre in regione. Lo incontro nella sua bella azienda di Usini e mi accompagna a visitare i circa 30 ettari di vigneto che circondano l azienda appena fuori dal piccolo centro abitato. Imbottiglia con regolarità e successo dal 1980 e la sua cantina è impeccabile, pulita è dotata di ogni tecnologia. I vini sono precisi, lineari ed eleganti e non mancano nemmeno gli acuti, come il Cagnulari 2005, balsamico e fruttato, nitido, perfettamente estratto e dotato di un sensibile allungo in chiusura di bocca. TENUTE SOLETTA Firmadu 2004 Riserva 2003 Prestizu 2006 Tel Le colline di Codrongianus sono più nervose e mediamente più alte di quelle di Usini. La sede aziendale della Tenuta Soletta è vicina allo svincolo della strada che collega Sassari ad Olbia. Umberto è fuori per lavoro, e mi tocca attendere. Quando arriva la sorella Pina ormai ho giusto il tempo per appuntarmi che l esordio aziendale risale al 1995, gli ettari vitati sono 16 (nei comuni di Codrongianus e Florinas) e le bottiglie prodotte I vini mostrano uno stile avvolgente e ricercato, di sicuro impatto e di buona sostanza. Impatto e sostanza che si ritrovano sia nel Cannonau Riserva 2003, carnoso e intenso, sia nel Prestizu 2006, esotico e dotato di un piacevole equilibrio. La Romangia. Gli oltre mille ettari vitati di Sorso e Sennori godono di grande fama in tutta la regione. Due sono i vitigni principalmente coltivati: il cannonau ed il moscato. La zona, che si affaccia interamente sullo splendido Golfo dell Asinara, si divide prevalentemente in due aree: da una parte Sorso, con i vigneti ubicati in pianura su suoli argilloso-calcarei o addirittura sulle sabbie della costa (qui le vecchie vigne ad alberello sono coltivate su piede franco) e dall altra Sennori, che invece sviluppa la propria viticoltura su una dolce collina intorno a 200 metri di altitudine, su suoli bianchi e asciutti e ricchi di calcare. In entrambi i casi esistono ancora diversi ettari di vigneti allevati ad alberello tradizionale, alcuni dei quali addirittura centenari. ROMANGIA Lamarina 2004 Moscato di Sorso Sennori Tres Montes 2006 Romangia Bianco 2006 Tel B 84 B 83 A La cooperativa Romangia nasce nel 2001 a Sorso, nella stessa sede della vecchia cantina sociale del paese, chiusa nel Oggi i soci conferitori sono solo 20 e gli ettari vitati a disposizione dell azienda una settantina circa. Tra i meriti di questa cooperativa c è quello di aver valorizzato la piccola doc del Moscato di Sorso Sennori, per lungo tempo inutilizzata. I vini assaggiati non riescono ancora ad esprimere completamente le potenzialità di questo terroir, ma comunque il Moscato Tres Montes 2006 ha volume e densità sufficienti per farsi notare. Meno convincenti il dettaglio e la finezza.

13 ALESSANDRO DETTORI BADDE NIGOLOSU Moscadeddu 2005 Dettori Bianco 2005 Tuderi Rosso 2003 Tenores Rosso 2003 Tel D 89 D 86 E 86 G L incontro con Alessandro Dettori nella bella sede di Sennori è stato lungo e interessante. La filosofia aziendale punta ad una viticoltura naturale e ad un enologia essenziale e Alessandro, nonostante la giovane età, pare intenzionato a portare avanti con rigore il suo progetto iniziale. Il patrimonio vitato a disposizione dell azienda è straordinario visto che buona parte dei 40 ettari di proprietà è rappresentato da vecchie vigne allevate ad alberello secondo la tradizione locale. Attualmente vengono prodotte meno di bottiglie, tutte dotate di una propria, spiccata, personalità e tutte affinate in vecchie vasche di cemento. Tra i miei assaggi spiccano le prestazioni del Dettori Bianco 2005, un Vermentino aromatico e solare, pastoso e salato allo stesso tempo, e del Moscadeddu 2005 (moscato bianco in purezza), alcolico, potente e mediterraneo, completamente secco eppure definito e articolato dal punto di vista aromatico. Tra i rossi, più evoluto e sfumato il Tuderi 2003, più alcolico e monolitico il Tenores 2003, entrambi ottenuti da uve cannonau in purezza. P.S. Degli altri vini dell'azienda, anche molto reputati, ho fatto alcuni assaggi poco in linea con i miei gusti e per questo ho preferito non recensirli. SESTO ITINERARIO LA GALLURA Due giorni di fuoco. Terra e pietra, granito che sale da chissà dove avvolgendosi in alte onde, come un mare in tempesta. È il primato della natura che ci abbatte e ci domina, una forza primitiva che riesce a sopraffarti e al cui cospetto si resta ammaliati. La Gallura è spigolosa e a tratti arida, diversa da come me la immaginavo. Quando assaggi i suoi vini, così intensamente profumati di agrumi e camomilla, così alcolici e morbidi, così sferici nello stile non ti aspetteresti che a produrli sia una terra tanto arcigna. Percorro la Gallura in due giorni, la regione è grande ed i produttori cominciano ad essere numerosi. Nella prima giornata ho visitato la zona più interna che vede protagonisti i comuni di Tempio Pausania, Calangianus, Luras, Monti e Berchidda, mentre all indomani ho fatto rotta sulla Gallura costiera che si snoda, da ovest ad est, lungo le colline di Badesi, Palau, Arzachena, Olbia e Loiri Porto San Paolo. Le differenze tra le due aree non sono così marcate e definite da permettermi una netta divisioni. Sia nell una che nell altra il granito, il clima tipicamente mediterraneo (con escursioni termiche più vistose che nel resto dell isola) e il vermentino sono i protagonisti assoluti. Alcuni sostengono che lungo la costa le maturazioni siano più precoci, mentre altri tendono a non dare per certa questa affermazione. In entrambe le due sottozone le altre varietà presenti sono il moscato, la caricagiola e, in misura assai inferiore, una serie di uve tradizionali e alloctone. Le vigne sbucano su suoli sciolti più o meno grossolani e rocciosi, originati da un lungo disfacimento granitico, le altitudini si aggirano mediamente intorno ai 300/350 metri sul livello del mare e la forma di allevamento oggi prevalente è il Guyot semplice, mentre nei vecchi vigneti non mancano gli alberelli. Un eccezione al classico terroir gallurese è rappresentato dalla viticoltura di Badesi, che si sviluppa quasi completamente a ridosso del mare, con un buon numero di vigne coltivate sulle dune sabbiose della fascia costiera, proprio a due passi dalla spiaggia. Anche qui, come nel Sulcis costiero e nelle sabbie di Sorso, le vigne più vecchie sono allevate ad alberello e coltivate su piede franco. Con queste condizioni le maturazioni del vermentino risultano più precoci rispetto al resto della Gallura e i caratteri aromatici dei vini appaiono profondamente segnati da un intensa nota balsamica e da un carattere spiccatamente minerale. CANTINA DI GALLURA Moscato di Sardegna Moscato di Tempio n.m. Verm. di Gallura Canayli B Verm. di Gallura Gemellae A Superiore Genesi D Verm. di Gallura Piras 2006 Balajana Bianco 2004 Tel Dino Addis è un po il guru della Gallura. Dal 1997 dirige la cantina sociale di Tempio e da allora ha modificato i caratteri enologici del Vermentino di queste zone, alzando i parametri qualitativi non solo nelle selezioni superiori ma anche nei vini più semplici e meno costosi. La sede aziendale è a due passi dallo stadio di Tempio Pausania, ma al momento è un cantiere aperto e i locali di vinificazione verranno completamente ristrutturati. I 160 soci della cantina assicurano un bacino vitato di 325 ettari dislocati nel cuore più roccioso della Gallura, prevalentemente nei comuni di Aggius, Tempio, Calangianus, Luras e Sant Antonio di Gallura. Attualmente vengono prodotte circa bottiglie, due terzi delle quali legati al. Tra i vini assaggiati ottima prova del Canayli 2006, pieno e scattante al palato, di buon frutto e di buona articolazione ai profumi, così come non delude il Piras 2006, meno intenso e fruttato del precedente ma dotato di una piacevole mineralità e di un carattere sapido e lungo. Un po meno lucido nel frutto il Genesi 2005 che, pur dotato di polpa e spessore superiori al resto della batteria, sembra faticare e non poco sia in chiusura che in persistenza. PAOLO DEPPERU Ruinas Bianco 2005 Tel C Luras è tra i comuni più vitati dell intera regione gallurese e la sede di Paolo Depperu rimane lontana dal centro urbano. Arrivo in azienda senza aver preso un appuntamento poiché sono dieci giorni che continuo a chiamare ma nessuno mi risponde. Anche se è solo dal 2000 che Andrea Depperu imbottiglia, gli appassionati delle tipologia conosceranno il vino di questo produttore, un Vermentino tra i più caratterizzati e coraggiosi di tutta la zona. Dal 2005 la decisione di uscire dalla docg è motivata dalla voglia di lasciare una denominazione che ogni anno diventa sempre più affollata. Il Ruinas 2005 inizialmente è contratto, la feccia ne vela il frutto, poi a caldo SPECIALE SARDEGNA ENOGEA - II SERIE - N

14 SPECIALE SARDEGNA ENOGEA - II SERIE - N cresce in intensità e profondità, si scoprono i profumi ginestra e albicocca - mentre la tipica mineralità della zona si fa sentire e al palato escono polpa, sale e allungo. ANTONIO TONDINI Superiore Karagnanj 2006 Tel C L'azienda di Antonio Tondini si trova nel cuore della campagna di Calangianus, a occhio il comune più vitato di tutta la denominazione. Antonio ha studiato viticoltura ed enologia a Torino e appena tornato a casa, dalla vendemmia 2004, ha iniziato a imbottigliare parte della sua produzione, un tempo conferita alla Cantina sociale di Gallura. Il Karagnanj 2006 stacca la diretta concorrenza in virtù di uno stile caldo, mediterraneo, potente e allo stesso tempo sfumato e profondo. I profumi, impreziositi da un sottile sfondo minerale, ricordano la ginestra, la pesca e gli agrumi, mentre il palato è grasso e centrale, più sapido che acido e dotato di persistenza monumentale. PEDRA MAJORE Le Conche 2006 Verm. di Gallura I Graniti C Superiore Hysony 2006 Tel D Dalla strada a scorrimento veloce Olbia-Monti si procede per Telti e da qui in poi Pedra Majore è perfettamente segnalata, anche se prima di arrivare si devono percorrere strade sterrate e luoghi dal fascino primitivo. La famiglia Isoni imbottiglia buona parte dei 60 ettari di proprietà dalla vendemmia 1998 e i vini prodotti sono da tempo conosciuti da molti appassionati della tipologia. Tre i Vermentino in catalogo: più semplice e tradizionale il Le Conche 2006, dai profumi di mandorla e agrume, con struttura scorrevole e puntuale, più ambizioso, morbido e intenso invece l Hysony 2006 al quale manca solo un pizzico di mobilità per eguagliare il punteggio di un Graniti 2006 floreale e dotato di ritmo e allungo convincenti. CANTINA DEL VERMENTINO Moscato di Sardegna Vigne del Portale n.m. S'Eleme 2006 Superiore Aghiloia 2005 Superiore Arakena 2005 Aldiola 2005 Galana Rosso Selezione 1999 Thaora Rosato 2006 Tel A 88 C Il comune di Monti, così come quello di Berchidda, si trova al confine tra la Gallura e il Luguodoro e qui il paesaggio collinare si fa meno nervoso rispetto alle zone di Tempio Pausania che ho visitato in mattinata. Dai 450 ettari di vigna gestiti da questa cantina, e distribuiti nel comprensorio di Monti e Olbia, si ottengono circa un milione e mezzo di bottiglie il cui stile, almeno nel caso dei vini assaggiati, si caratterizza per il frutto, la morbidezza e la facilità di approccio, anche se alcuni vini riescono a mostrare pure un certo carattere. Come per esempio il passito Aldiola, a corto di volume zuccherino ma di notevole carattere sapido, e il Vermentino Superiore Arakena 2005, una vendemmia tardiva di notevole profondità aromatica e solo un po' carente in allungo. CANTINA SOCIALE DEL GIOGANTINU 2006 Lughente 2006 Superiore 2006 Superiore Kerenzia Vigne Storiche del Giogantinu 2006 Terra Mala Rosso 2003 Terra Saliosa Rosso 2006 Tel B Arrivato a Berchidda il paesaggio muta definitivamente rispetto alla Gallura più interna e si avvicina a quello più dolce e ondulato del Luguodoro. Gli ettari vitati a disposizione dell azienda sono 320 (divisi tra gli oltre 350 soci) e la serie di Vermentino assaggiati mostra un profilo piacevole, avvolgente e fruttato. Tra tutti si stacca in modo perentorio - e più di quanto dica il punteggio - il Vermentino Superiore Kerenzia 2006, dotato di grande volume e di un carattere aromatico articolato e minerale. Nonostante il sensibile residuo zuccherino cresce a caldo e spinge senza esitazione in chiusura di bocca. CANTINA LI SEDDI Lu Ghiali Rosso 2005 Petra Ruja Rosso 2005 Tel In un residence turistico posto a pochi metri dalle belle spiagge di Badesi si trova la cantina di questa piccola azienda all esordio commerciale. Me la fa scoprire Dino Addis che ne segue tutta la parte viticola ed enologica e la mia visita, inizialmente non prevista, si limita ad una passeggiata in vigna - buona parte della quale posta sulle dune sabbiose tipiche di questa località - e al ritiro dei campioni. Campioni che non prevedono il Vermentino 2006, ancora in vasca e pronto per l imbottigliamento, e che assaggiato al volo conferma la chiara impronta minerale di questo terroir. Mineralità e sale che non faticano a farsi largo pure nei due rossi assaggiati: da una parte il Petra Ruja, sottile e delicatamente speziato, e dall altra il più intenso e cercato Lu Ghiali. Due vini prodotti a partire da un blend di varietà locali e dotati di una promettente personalità, sebbene destinati ad un consumo giovanile. LI DUNI Sup. Renabianca Vend. Tard Amabile Nozzinna Vend. Tard Tel C 84 C Sempre a Badesi da qualche anno alcuni vignaioli, in buona parte operanti in questa zona, hanno unito le proprie risorse consorziandosi in un unico marchio commerciale. La sede aziendale è posta direttamente sulle dune sabbiose di questa località, per certi versi esotica rispetto al resto

15 della Gallura, e il patrimonio viticolo aziendale conta numerosi ettari di vermentino coltivato ad alberello (e in misura minore bovale sardo, cannonau e caricagiola) alcuni dei quali ancora oggi piantati su piede franco. Il Superiore Renabianca 2005 è una vendemmia tardiva che punta sul calore e sulla potenza senza rinunciare al pregio dei dettagli, ad una bella articolazione di frutto e ad una sontuosa mineralità salina. Meno riuscito mi è parso invece il Nozzinnà, zuccherino e generoso nella struttura ma a corto di disegno e piacevolezza. MURA Verm. di Gallura Cheremi B Superiore Sienda C un azienda nata solo nel 2003 grazie agli investimenti di un imprenditore emiliano innamorato del vino e di questa regione. Alla gestione ci pensa Roberto Gariup, friulano di Cividale, per una vita responsabile tecnico della Marco Felluga e oggi più che mai preso da questa nuova, stimolante avventura. I vini, curati anche dal consulente Piero Cella, mostrano volume e misura, cercano la piacevolezza e la pulizia, ma senza con questo apparire deboli nella personalità. Tra i vini assaggiati spiccano il Costarenas 2005, un Vermentino parzialmente elevato in barrique, dotato di volume, polpa e buona sapidità, e il Mannu 2005, un rosso a tiratura limitata (e venduto solo in magnum) che esprime pulizia, buoni fondamentali e una bella passione tannica. Semplici ma estremamente godibili il Petrizza 2006 e l Entu Pedres di Giovanni Mancini sono dieci minuti di auto. Questa volta mi trovo però nel cuore della zona industriale della città e la sede è all interno di un enorme capannone. Il bacino viticolo di proprietà si estende tra Monti e Calangianus e supera i 40 ettari vitati. Solo una parte del potenziale produttivo viene però imbottigliato, ma il livello appare certamente interessante. Centrale e intenso il Vermentino di Gallura Superiore Thilibas 2006 al quale manca solo il cambio di passo dei migliori per poter spuntare un punteggio superiore. Vivace e diretto il Jaldinu 2006, tra i migliori della sua categoria. Maturo ma integro nel frutto e dotato di spuma sottile e di buona dolcezza è infine il classico Moscato di Sardegna. SURRAU SPECIALE SARDEGNA ENOGEA - II SERIE - N Tel Da Badesi mi sposto in direzione est fino ai limiti sud-orientali della denominazione. La cantina e le vigne dei Mura si trovano nella dolce campagna di Loiri Porto San Paolo, isolati dal resto della Gallura e caratterizzata da suoli più grassi e profondi della media. Lo stile dei Vermentino prodotti è tradizionale, meno tecnico e ricercato di altri, ma proprio per questo dotato di un carattere riconoscibile e godibile. Godibilità e carattere che non mancano al Superiore Sienda 2006, appena vegetale e agrumato al naso, teso e sapido al palato, capace di allungo inaspettato e di una persistenza ampia e ricamata. Fin troppo ruspante mi è parso invece il Cheremi 2006, di sicura presenza fisica ma ancora a corto di sfumature e fascino. MASONE MANNU Petrizza 2006 Costarenas Bianco 2005 Entu Rosso 2005 Mannu Rosso 2005 Tel C 89 H Mi sposto in direzione di Monti, pur rimanendo ancorato alla parte più orientale della denominazione, non lontano da Olbia. Masone Mannu è PIERO MANCINI Cannonau du Sardegna 2004 Cucaione 2006 Saraina 2006 Tel A 81 A 82 B Azienda storica e ben nota anche oltre i confini regionali, la Piero Mancini si trova nell area portuale di Olbia. Purtroppo però, durante la mia visita, nessun componente della famiglia viene ad accogliermi e così mi limito a recuperare i campioni in magazzino. Campioni che tuttavia, assaggiati in due diverse sessioni, hanno palesato limiti di complessità e di fragranza che gli impediscono di competere con il meglio della denominazione. CANTINA PEDRES Moscato di Sardegna Gallura n.m. Jaldinu 2006 Verm. di Gallura Plebi 2006 Superiore Thilibas 2006 Tel A 83 B Dalla Piero Mancini alla Cantina Sincaru 2006 Sciala 2006 Barriu Rosso 2005 Tel A due passi dalle vigne dei Ragnedda di Capichera, nel cuore vitato di Arzachena, troviamo anche quelle dei fratelli De Muro, all esordio assoluto come produttori e imbottigliatori. Poco meno di quaranta ettari vitati e un immagine moderna e accattivante rappresentano il punto di partenza del progetto. Un progetto che passa dalla qualità dei vini assaggiati - merito anche dell enologo Angelo Angioi - e a cui per il momento manca soltanto quel tocco di personalità che di solito arriva dopo alcune vendemmie di rodaggio. Detto questo, i vini assaggiati mettono in luce pulizia e una sicura linearità di espressione. E Capichera? Già, e Capichera? Per un disguido con la segreteria di Mario Ragnedda non sono riuscito a visitare l azienda e - quando sai di avere fatto le cose per benino - un po' ti gira,. Oltretutto niente vini da assaggiare... e la lacuna è di quelle che pesano... Non abbastanza però da mettere in difficoltà il traghetto e la mia coscienza. Se Dio vuole, di ottimi vini è pieno il mondo e non è il caso di crucciarsi. Ad astra per aspera.

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