Rubbettino. Sara Peticca L oggettività. dell informazione nella cultura di Internet. Rubbettino

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1 Sara Peticca si è laureata in Scienze Politiche presso la Luiss-Guido Carli di Roma dove è stata titolare dell assegno di ricerca per l area Comunicazione e ha conseguito il dottorato in Culture della Comunicazione presso l Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Presso la Luiss-Guido Carli collabora con le cattedre di Semiotica e di Teoria e tecnica del linguaggio giornalistico e radiotelevisivo. Presso la Pontificia Università Lateranense di Roma ha insegnato come docente a contratto Tecnologie dell istruzione e dell apprendimento e Editoria online. Tra le sue pubblicazioni si ricordano i volumi Il giornale on line e la società della conoscenza e Il linguaggio dell per la casa editrice. Per il Centro di Metodologia delle Scienze Sociali della Luiss-Guido Carli ha pubblicato Il linguaggio del giornalismo televisivo e Il futuro dei giornali; all interno della Sezione sulla comunicazione del Dipartimento di Scienze Storiche e Socio-Politiche della Luiss-Guido Carli i working papers L informazione in televisione, L oggettività dell informazione nella cultura di Internet e Mutuation of genre repertoires paper all interno del progetto di ricerca europeo IST Programme Collaboration in the coordination and research activities Ha pubblicato, inoltre, articoli sulla rivista «Itinerari multimediali» e sul mensile dell AIART. 13,00 Sara Peticca / L oggettività dell informazione nella cultura dei blog Sara Peticca L oggettività dell informazione nella cultura dei blog Il giornalismo a carattere partecipativo in cui la comunicazione diventa orizzontale, multilaterale e polifonica ha una profonda influenza sul tema dell oggettività dell informazione. Nonostante sia impossibile riscontrare la perfetta corrispondenza tra informazione ed eventi del mondo reale, l intervento dei lettori all interno dei blog può fare in modo che si verifichi, attraverso il dialogo e la condivisione dei contenuti, un sostanziale accostamento alla verità dei fatti così come essi sono realmente accaduti. Tutto ciò permette ai giornalisti di diffondere un informazione più precisa, più completa e meno manipolata perché i lettori possono interagire confrontando opinioni tra loro diverse e, rivolgendosi ad altri lettori, possono informarli o chiedere loro spiegazioni e chiarimenti. Nella cultura dei blog l evento stesso assume, così, una dimensione partecipata, impensabile per il giornalismo tradizionale perché la comunicazione definisce uno spazio conversazionale in cui tutti i soggetti si trovano sullo stesso piano e hanno la possibilità di discutere e confrontarsi. Ne deriva una cultura che diventa il risultato dell interconnessione multilivello tra centri e periferie del sapere: una cultura globale in cui predomina fortemente la dimensione comunitaria ed in cui è sempre più difficile veicolare valori esclusivi e una visione unilaterale sul mondo e sulla società che lo rappresenta. In copertina: Wassily Kandinsky, Colour Study: Squares with Concentric Circles, particolare

2 LA POLITICA Metodi Storie Teorie Collana diretta da Dario Antiseri 82

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4 Sara Peticca L oggettività dell informazione nella cultura dei blog 2009

5 Editore Soveria Mannelli - Viale Rosario, 10 - Tel. (0968)

6 Al mio maestro Massimo Baldini con profonda riconoscenza

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8 Introduzione Le implicazioni del giornalismo a carattere partecipativo, in cui la comunicazione diventa orizzontale, multilaterale e polifonica, hanno una profonda influenza sul tema dell oggettività dell informazione, soprattutto se si considerano i tratti peculiari della cultura digitale. Nel primo capitolo ci si è soffermati sull importanza della struttura ipertestuale dei testi fruibili sul web e sul principio della libertà di fare propria qualunque conoscenza rendendola disponibile agli altri. È stato evidenziato il legame tra la comunità virtuale di Internet e la dimensione comunitaria dell oggettività dell informazione i cui significati sono negoziati all interno di un mosaico globalizzato di culture, all interno di un luogo aperto di confronto e di condivisione. A questa premessa iniziale è seguita una ricostruzione del dibattito teorico intorno all idea stessa di oggettività dell informazione la quale ha messo in rilievo l importanza di guardare all oggettività non solo come ad un problema filosofico, ma come ad una pratica quotidiana di maggiore comprensione, da parte degli individui, degli eventi del mondo e di maggiore accostamento, attraverso i contributi dei vari lettori, alla veridicità degli eventi narrati. Sono state discusse le ragioni del giornalismo oggettivista e quelle del giornalismo esplicativo ed è emerso come, nei blog analizzati, siano presenti due tipologie di oggettività dell informa- 7

9 zione: una che è stata definita come oggettività della testimonianza, concentrata sui fatti così come essi sono realmente avvenuti e una che è stata chiamata oggettività orizzontale caratterizzata dallo scambio di opinioni tra pari e dall apporto di documentazione a sostegno delle proprie tesi. A questo capitolo è seguito un approfondimento sulle tecniche di disinformazione nel quale sono stati ricostruiti i meccanismi attraverso i quali è possibile manipolare le notizie e diffondere informazione imprecisa, incompleta e distorta anche attraverso il linguaggio utilizzato. Sono stati analizzati, in modo particolare, la figura e il ruolo dello spin doctor il quale sa come influenzare i media e sa far aprire i cancelli della piramide dell informazione per diffondere solo alcune notizie a discapito di altre. Questa ricostruzione dei meccanismi, alla base dei quali nascono le notizie, è stata utile per mettere in evidenza come l azione dello spin doctor, all interno dei blog, sia più complessa e più difficile da realizzare. È emerso, infatti, che i blog analizzati permettono ai lettori di influenzare l agenda del giornalista e di definire la notizia; i lettori sono, infatti, a tutti gli effetti anche coautori del blog di cui fruiscono. A questo capitolo è seguita una descrizione dei blog considerati come social media e si è scelto come paradigma teorico di riferimento l approccio proprio della teoria Social Shaping of Technology secondo la quale ogni fenomeno, nel nostro caso la diffusione dei blog e le loro implicazioni per quanto riguarda l oggettività dell informazione, può essere studiato solo se considerato da molteplici punti di vista che mettono in gioco diverse variabili il cui peso, il cui sistema di relazioni e la cui rete di influenze reciproche sono, di volta in volta, differenti e plasmate dagli individui. In questo capitolo ci si è soffermati sul tratto peculiare rappresentato dalle istanze della conversazione e della condivisione 8

10 dei contenuti. Nei social media prevale, infatti, la logica tipica della cultura di Internet secondo la quale la collaborazione permette alla collettività di raggiungere risultati migliori di quelli che si avrebbero se si procedesse singolarmente. A questo concetto si è collegato quello di link che è stato descritto come l elemento determinante nel distinguere il blog dalle forme tradizionali di comunicazione. Il link diventa, per quanto riguarda l oggettività dell informazione nel web, un elemento fondamentale perché l essere attendibili online risulta da quello che è stato definito potere di link. Nel blog, in modo particolare, l oggettività è rappresentata dal fatto che la popolarità, cioè l essere ripresi e citati più volte, viene percepita dai lettori come un attributo di credibilità. Quest ultimo punto è stato approfondito nel capitolo finale dedicato all autorevolezza delle fonti di Internet. È emerso che, dal momento in cui Internet ha rivoluzionato le modalità di reperimento, diffusione e fruizione delle informazioni, le metodologie classiche di ricerca e la raccolta di contenuti si sono evolute su strade differenti da quelle tradizionali. Il concetto di autorevolezza è sempre stato in relazione con le caratteristiche specifiche delle fonti che diffondono le notizie: esse possono riguardare l autore della notizia o il canale utilizzato per diffonderle. L affidabilità di una notizia viene, spesso, valutata proprio sulla base dell autorevolezza della fonte che la produce. Il web pone, tuttavia, dei problemi nuovi perché, mancando un controllo centrale, diventa difficile valutare l attendibilità dei contenuti. Mentre da un lato l aumentare delle fonti è garanzia di una reale pluralità di informazione, dall altro lato questo aspetto mette in crisi il concetto classico di attendibilità. A questo proposito è stato riportato il caso dell enciclopedia libera Wikipedia nella quale, dopo l analisi di alcune voci controverse, è emerso come a prevalere 9

11 sia il punto di vista neutrale, inteso come meccanismo alla base della compresenza di contenuti tra loro diversi e provenienti dalle fonti più disparate. Inoltre, riprendendo il principio alla base del potere di link si è rilevato come, anche in questo caso, le voci più popolari e più citate vengono percepite dai lettori come più attendibili. Da ciò è emerso anche che i blog, nel caso specifico soprattutto quello di Paolo Attivissimo, possono smascherare le notizie false o incomplete e ricostruire i vari passaggi che hanno portato alla diffusione di una notizia inesatta e in quale contesto ciò è potuto avvenire. Dopo aver trattato il tema dell oggettività dell informazione nella cultura di Internet, si sono analizzati i post di due blog: quello di Marcello Foa, vero e proprio blog redazionale di approfondimento delle notizie attraverso un rapporto diretto con il pubblico dei lettori e quello di Beppe Grillo, un blog di denuncia rivolto soprattutto al mondo della politica e dell economia con un forte accento sulla coproduzione dei contenuti da parte dei lettori e sul loro intervento nella definizione delle notizie. L approccio metodologico seguito è stato quello di individuare alcune variabili in grado di verificare se ciò che era stato teorizzato e descritto come giornalismo partecipativo e conversazionale poteva essere realmente rintracciato all interno dei due blog e se l analisi linguistica dei singoli post, sia quelli degli autori che quelli dei lettori, potesse avere delle implicazioni per quanto riguarda l oggettività dell informazione intesa come maggiore accuratezza, completezza, imparzialità e pubblico controllo delle notizie riportate nel web. Dall analisi dei testi è emerso che realmente, nei due blog, si verifica un apertura verso una maggiore oggettività dell informazione. I lettori intervengono, portano la loro testimonianza definendo la notizia, discutono secondo un modello orizzontale di 10

12 condivisione e denunciano al giornalista particolari situazioni o eventi. Inoltre, essi personalizzano i loro interventi, offrono documentazione aggiuntiva e link a fonti rappresentate da altri media o presenti nel web; infine rettificano e vedono pubblicate le precisazioni relative ai propri interventi. Nelle tabelle riassuntive è stata riportata la presenza di alcune variabili precedentemente evidenziate e si è notato come esse siano tutte presenti ad eccezione, per il blog di Beppe Grillo, di quella relativa alla presenza di opinioni opposte ma discusse e della variabile in grado di segnalare la presenza di una conseguente cultura creola frutto dell incontro tra idee, visioni del mondo e opinioni tra loro diverse. In entrambi i blog è mancata la presenza della variabile spin doctor e manipolazioni; se ci sono stati tentativi di manipolazione essi appaiono celati molto bene e non denunciati né dai due autori Foa e Grillo né dai loro lettori. Se qualcuno esprime pareri diversi o getta discredito sugli autori lo fa perché sta manifestando liberamente il proprio pensiero per cui gli intenti manipolatori sono difficili da accertare. Questo tratto caratteristico permette di cogliere tutta la ricchezza del web: un cosmos di significati che permette di avvicinarsi agli altri per confrontarsi e arricchirsi senza veicolare valori esclusivi. 11

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14 Capitolo primo Il paradigma della Rete e la cultura digitale 1. Il mondo elettronico e la Galassia Internet I media, attraverso i quali gli uomini comunicano tra loro, influenzano il loro modo di pensare e le società in cui essi vivono. La nascita di nuove tecnologie della comunicazione definite psicotecnologie 1 da Derrick De Kerckhove e tecnologie intellettuali 2 da Lévy, è in grado di trasformare i parametri di interpretazione della realtà e di giocare un ruolo fondamentale non solo nella vita quotidiana degli individui, ma anche nelle grandi trasformazioni politiche, economiche e culturali. Nel corso dei secoli si sono succedute continue riconfigurazioni di quelle che Lévy definisce ecologie cognitive 3 cioè ambienti composti da: «Istituzioni, lingue, sistemi di segni, tecniche di comunicazione, di rappresentazione e di registrazione» 4, in cui si struttura il rapporto uomo-mondo. La rivoluzione chirografi- 1 D. DE KERCKHOVE, Brainframes: technology, mind and business, Bosc & Keuning, Baarn 1991; trad.it., Brainframes: mente, tecnologia, mercato, Baskerville, Bologna 1993, p Cfr. P. LÉVY, Les technologies de l intelligence, Seuil, Paris 1990; trad.it., Le tecnologie dell intelligenza: l avvenire del pensiero nell era informatica, Synergon, Bologna Cfr. P. LÉVY, Qu est-ce que le virtuel? Le Découverte, Paris 1996; trad. it., Il virtuale, Cortina, Milano 1997, p Cfr. ivi, p

15 ca, in seguito all invenzione della scrittura nel IV millennio a.c, quella gutenberghiana dovuta all invenzione della stampa, intorno alla metà del XV secolo e la rivoluzione elettrica ed elettronica iniziata con l invenzione del telegrafo nel XIX secolo e proseguita con quella della radio e della televisione sono state così importanti da segnare il progressivo affermarsi di sistemi culturali nuovi, ognuno dotato di caratteristiche peculiari. Nel passaggio dalla cultura orale a quella manoscritta, e da questa a quella tipografica e poi elettrica ed elettronica, l uomo, come sostiene McLuhan, ha esteso i suoi sensi attraverso media sempre più potenti, capaci di surriscaldare la circolazione delle informazioni fino a renderle disponibili da ogni parte del mondo e a costi sempre più bassi. Si tratta della realizzazione di quello che egli ha chiamato il villaggio globale, nel quale: «La nostra civiltà specialistica e frammentaria, con struttura centro-marginale, vede improvvisamente e spontaneamente tutti i suoi frammenti meccanizzati riorganizzarsi in un tutto organico» 5. Il mondo è diventato: «Nuovo di zecca, fatto di subitaneità» 6 perché per la prima volta, in seguito al rapido susseguirsi dell invenzione del telefono, della fotografia, del cinema, della radio, della televisione, della tecnologia satellitare e del computer, il circuito della trasmissione dei messaggi non è più limitato all individuo o ad un gruppo ristretto di persone, ma coincide potenzialmente con l intero pianeta. Quella del villaggio non è una semplice metafora; la conseguenza più importante della diffusione dei nuovi media riguarda il 5 M. McLUHAN, Undestranding Media, McGraw-Hill Dook Company, New York 1964; trad. it., Gli strumenti del comunicare, Il Saggiatore, Milano 1967, p M. McLUHAN, Q. FIORE, The medium is the massage, Bantam Books, New York 1967; trad. it., Il medium è il massaggio, Feltrinelli, Milano 1968, p

16 superamento dell idea di atomizzazione. «Tutti avevamo finito per imparare l arte di eseguire con totale distacco le operazioni sociali più pericolose. Ma questo distacco era segno di non partecipazione. Ora che dopo l avvento dell energia elettrica il nostro sistema nervoso centrale viene tecnologicamente esteso sino a coinvolgerci in tutta l umanità e a incorporare tutta l umanità in noi, siamo necessariamente implicati in profondità nelle conseguenze di ogni nostra azione» 7. Partecipazione e condivisione dominano la cultura attuale in cui si è ampliato l accesso all informazione e alla conoscenza in generale, con risvolti nuovi per quanto riguarda l oggettività dell informazione, il suo controllo e la sua autorevolezza. McLuhan aveva previsto che in: «In quest era elettrica ci vediamo sempre più tradotti in informazione e avanziamo verso l estensione tecnologica della conoscenza. In questo senso diciamo che ogni giorno ne sappiamo di più sull uomo. Vogliamo dire che siamo in grado di tradurci sempre più in altre forme espressive che sono al di là di noi» 8. Rispetto al periodo antecedente la diffusione di Internet, in cui la selezione delle informazioni era prerogativa dell industria mediatica, oggi, attraverso la Rete, l individuo ha la possibilità di gestire in modo autonomo l accesso e la fruizione di una enorme quantità di dati resi disponibili per essere consultati. «Dal grande pubblico si va verso gruppi sempre più piccoli, per arrivare infine al singolo individuo. [...] Nell era digitale io sono io, non un sottogruppo statistico. Io significa informazioni ed eventi che non hanno alcun valore demografico statistico» 9. Questo accade perché ormai 7 M. McLUHAN, Undestranding media, cit., p Ivi, p N. NEGROPONTE, Being Digital, Knof, New York 1995; trad. it. Essere digitali, Sperling & Kupfer, Milano 1995, p

17 l informatica è diventata la trama delle nostre vite e la società digitale viene avvertita come la società dell uomo considerato nella sua singolarità, non chiuso in sé stesso, ma in costante dialogo con altri individui attraverso una partecipazione attiva e consapevole. Per Castells: «Nell ultimo quarto del Ventesimo secolo, si sono sviluppati insieme tre processi indipendenti che hanno aperto il campo a una nuova struttura sociale fondata in maniera predominante sui network: i bisogni di flessibilità gestionale e globalizzazione di capitale, produzione e commercio dell economia; le domande della società nella quale i valori della libertà individuale e della comunicazione aperta assumevano una primaria importanza; gli straordinari avanzamenti delle prestazioni dei computer nelle telecomunicazioni, resi possibili dalla rivoluzione della microelettronica. In queste condizioni, Internet [...] è diventata la leva per la transizione ad una nuova forma di società la network society e con essa una nuova economia [...] così come la diffusione della stampa in Occidente ha creato ciò che McLuhan ha definito Galassia Gutenberg, noi siamo entrati oggi in un nuovo mondo della comunicazione: la Galassia Internet» 10. Considerata la struttura aperta che ha caratterizzato la Rete fin dalla sua nascita, per comprendere il significato più profondo dell attuale conformazione della Galassia Internet e della network society che in essa si delinea, è necessario riflettere da una parte sulla struttura logica dell ipertesto il quale rende possibile la fruizione dei contenuti del web e, dall altra, sul sistema di valori che i fondatori di Internet e gli ideatori delle sue applicazioni hanno cercato di proteggere e diffondere. 10 M. CASTELLS, Internet Galaxy, Oxford University Press, Oxford 2001; trad. it., Galassia Internet, Feltrinelli, Milano 2002, p

18 2. L ipertesto come logica di funzionamento del network Nella sua struttura di base l ipertesto è costituito da un insieme potenzialmente infinito di pagine collegate tra loro attraverso link, cioè legami ad altre parti di testo, immagini o video chiamati nodi. I nodi permettono al lettore di seguire percorsi di lettura non stabiliti a priori, ma creati autonomamente in base ai propri interessi personali. Internet fonda il suo funzionamento proprio sulle caratteristiche più innovative dell ipertesto, cioè sulla multimedialità e sull interattività. La prima consiste sostanzialmente nell integrazione tra scrittura, immagini e suoni resa possibile dalla capacità del computer di trattare, con la stessa facilità, linguaggi tra loro diversi creando, in questo modo, un flusso continuo nella narrazione; la seconda permette, invece, la partecipazione diretta del lettore al processo comunicativo e il suo intervento diretto sulla fonte emittente del messaggio. La fruizione dei testi presenta, così, una forte personalizzazione; nel momento in cui l unitarietà del testo a stampa viene meno, si realizza quello che Lévy chiama effetto Moebius 11 : un offuscamento dei confini tra esterno e interno, che si manifesta a più livelli, tra cui quello della relazione autore-lettore 12. Ciò determina conseguenze rilevanti perché: «L ipertesto, che collega un blocco di testo ad una miriade di altri, distrugge quell isolamento fisico del testo, così come distrugge anche gli atteggiamenti creati da quell isolamento» Cfr P. LÉVY, Il Virtuale, cit., p G.P. LANDOW, Hypertext: the convergence of contemporary critical theory and technology, Johns Hopkins University Press, Baltimore 1992; trad. it., Ipertesto: il futuro della scrittura, Baskerville, Bologna 1993, p. 77, cit. in M. BALDINI, Storia della comunicazione, Newton & Compton, Roma (1995) 2003, p

19 I collegamenti ipertestuali favoriscono, infatti, l integrazione dei contenuti: «Se il testo a stampa è paragonabile a un blocco di ghiaccio, l ipertesto è simile all acqua di un ruscello che scorre liberamente. L ipertesto è, di fatto, una rete di testi, di cui non esiste un centro ed una periferia, in quanto consente al lettore infinite operazioni di decentramento e ricentramento secondo i suoi interessi momentanei» 14. Tutto ciò permette a quest ultimo di costruire un paesaggio semantico mosso ed accidentato 15, un intero universo di significati in continua evoluzione che richiama quello che Popper ha definito Mondo 3, il mondo di pensieri e opere create dall uomo 16 inteso, in senso generale, come il mondo della cultura. Internet appare, dunque, come un grande ipertesto in continuo divenire perché la scrittura ipertestuale permette a qualsiasi utente di immettere informazione non solo seguendo uno schema lineare, ma secondo un percorso che segue vari livelli, con più aperture e con una struttura ramificata che si traduce, a livello concettuale, in un modello culturale aperto, una sorta di inter-brainframe, cioè una struttura mentale: «Determinata dalla messa in rete delle menti» I valori di Internet e la struttura della Rete Internet è caratterizzata, fin dalla sua nascita, oltre che da una struttura ipertestuale, anche dai valori fondamentali di quella che Castells chiama la cultura tec- 14 M. BALDINI, Storia della comunicazione, cit., p P. LÉVY, Il Virtuale, cit., p Defizione di Popper consultabile all indirizzo 17 G. RIVA, GALIMBERTI C., L interazione virtuale. Nuove tecnologie e processi comunicativi, Guerini & Associati, Milano 1997, p

20 no-meritocratica. La sua stessa architettura aperta, decentrata, distribuita e multidirezionale emerge dall individuazione dei seguenti caratteri: la scoperta tecnologica come valore supremo, unita alla convinzione nella bontà implicita dello sviluppo scientifico, fondamentale per il progresso del genere umano; l inserimento della scoperta all interno di un preciso contesto di obiettivi di problem-solving, definiti dalla comunità di scienziati-tecnologi, poiché la conoscenza non è premiata in sé, ma in quanto contributo al miglioramento del prodotto tecnologico nel suo insieme; la rilevanza della scoperta, come l appartenenza alla comunità e la reputazione, dipendono totalmente dalla valutazione dei pari ; per guadagnare l autorevolezza, i tecnologi non devono utilizzare le risorse messe a loro disposizione per il proprio esclusivo interesse; la comunicazione aperta del software e di tutti i suoi miglioramenti, frutto della collaborazione in rete, sono considerati elemento indispensabile per l avanzamento del lavoro della comunità scientifica. Ciò è necessario sia per evitare la dispersione delle energie in strategie individuali non coordinate, sia perché corrisponde ad un principio base della ricerca. La tradizione della comunità scientifica è, però, soltanto una componente di quel processo di stratificazione di valori e culture che, secondo Castells, hanno contribuito a formare un ideologia della libertà largamente diffusa nel mondo di Internet 18. Essa deriva soprattutto dall intersecazione di quattro strati culturali: 18 Ivi, p

21 quello tecno-meritocratico, quello hacker 19, quello comunitario virtuale ed infine quello imprenditoriale. «La cultura tecno-meritocratica si articola come cultura hacker costruendo nei network regole e abitudini di cooperazione su progetti tecnologici. La cultura comunitaria virtuale aggiunge una dimensione sociale alla condivisione tecnologica, facendo di Internet un mezzo di interazione sociale selettiva e di appartenenza simbolica. La cultura imprenditoriale lavora al di sopra della cultura hacker e della cultura comunitaria, per diffondere l impiego di Internet in tutti i campi della società come strumento per realizzare guadagni. Senza la cultura tecno-meritocratica, gli hacker sarebbero semplicemente una comunità controculturale specifica di esperti informatici [...]. Senza la cultura hacker, le reti comunitarie in Internet non sarebbero differenti da tante altre comuni alternative. Inoltre, senza la cultura hacker e i valori comunitari, la cultura imprenditoriale non potrebbe caratterizzarsi come specifica a Internet» 20. È stata proprio la comunità hacker ad avere un ruolo di primo piano nella storia di Internet e della cultura del web perché, fin dalla sua nascita, ha fatto diretto riferimento: «Ad un insieme di valori e convinzioni emerso dai network di programmatori che interagivano on-line [...] intorno a progetti da loro stessi definiti di programmazione creativa» 21. La cultura hacker è stata così: «Il terreno fertile delle innovazioni tecnologiche più importanti realizzate attraverso la coopera- 19 Per Castells esiste una confusione di termini tra hacker e cracker, solo questi ultimi sono coloro che agiscono illegalmente nei siti destabilizzando la Rete. Gli hacker, in questo caso, sono solo degli esperti di informatica ai quali si devono molte delle implementazioni di Internet e delle sue applicazioni. 20 Ibidem. 21 CASTELLS M., Internet Galaxy, cit., pp

22 zione e la libera comunicazione» 22. Per comprendere questa cultura è fondamentale analizzare due delle sue espressioni più conosciute: il movimento per il free software e quello per l open source che ne è la diretta derivazione. Nell 84 i Bell Laboratories rivendicarono la proprietà su Unix e i suoi codici sorgente in precedenza distribuiti senza restrizioni alle università e agli utenti di Usenet News. Ciò provocò la reazione di Richard Stallman programmatore del Mit il quale progettò un nuovo sistema operativo chiamato Gnu e basato su Unix. Per protesta Stallman rilasciò il sistema da lui creato in Rete, sottoponendo la licenza per il suo utilizzo alla clausola del tutto innovativa del copyleft in contrapposizione al tradizionale principio del copyright. Secondo questa clausola: «Chiunque utilizzi software messo liberamente a disposizione, in cambio deve distribuire sulla rete il codice da lui migliorato» 23. Su questa idea Stallman creò la Free Software Foundation (FSF) e diede inizio alla sua personale battaglia in difesa della libera comunicazione e del libero utilizzo del software come diritti fondamentali. Il termine free software venne poi sostituito con quello di open source per evitare la confusione sul termine free che in lingua inglese significa sia libero che gratis poiché il software libero è una questione di libertà e non di prezzo. Si vuole, infatti, garantire la libertà di accesso ai codici sorgente dei programmi che si acquistano per poterli migliorare e per condividere tali perfezionamenti con altri utenti. Per Stallman Internet doveva essere uno spazio per la libera circolazione di informazioni e di conoscenza e dalla creazione della Fsf doveva emergere la forte compenetrazione tra spi- 22 Ibidem. 23 R.M. STALLMAN, Perché il software non deve avere padroni, disponibile all indirizzo 21

23 rito libertario, cultura tecno-meritocratica e volontà di diffondere la conoscenza tra più individui. La cultura hacker si è, poi, ulteriormente diffusa nei primi anni 90 quando Linus Torvalds, studente dell università di Helsinki, progettò il sistema Linux e, cercando di migliorarlo, ne pubblicò i codici sorgente su Internet rilasciando, con grande rapidità, anche i suoi continui aggiornamenti realizzati da centinaia di esperti di informatica che, da tutto il mondo, entravano gradualmente a far parte del progetto. Grazie a questa forma di cooperazione ampia e decentrata e, soprattutto, alla totale apertura delle informazioni, Linux non solo è diventato uno dei sistemi operativi più efficienti e diffusi al mondo, ma ha anche dato vita a quella che Eric Raymond ha definito era del bazaar. Egli spiega così questa nuova era: «Credevo che il software più importante [...] andasse realizzato come le cattedrali, attentamente lavorato a mano da singoli geni o piccole bande di maghi che lavoravano in splendido isolamento [...] Rimasi non poco sorpreso dallo stile dello sviluppo proprio di Linus Torvalds diffondere le release presto e spesso, delegare ad altri tutto il possibile [...]. Nessuna cattedrale da costruire in silenzio e riverenza. Piuttosto, la comunità Linux assomigliava a un grande e confusionario bazaar pullulante di progetti e approcci tra loro diversi» 24. La creazione di Linux diede inizio ad una struttura decentrata, basata sulla stimolazione della creatività attraverso la libertà e la cooperazione che costituisce, ancora oggi, il fondamento della cultura di Internet. Tutto ciò emerge dai valori hacker che Castells così riassume: il sommo principio della libertà intesa come libertà di creare, di fare propria qualunque conoscenza di- 24 E.S. RAYMOND, La cattedrale e il bazaar, disponibile all indirizzo 22

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