Tema Analisi e valutazione metodo lettura, scrittura e calcolo in classe con alunni DSA
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1 ISTITUTO COMPRENSIVO MONTEMARCIANO- MARINA 11 NOVEMBRE 2010 INCONTRO DOCENTI CLASSI PRIME SCUOLA PRIMARIA Tema Analisi e valutazione metodo lettura, scrittura e calcolo in classe con alunni DSA
2 Organizzazione incontro Presentazione docenti di ogni classe e analisi delle metodologie didattiche utilizzate per l apprendimento della lettura, scrittura e calcolo, in riferimento alla presenza in classe di alunni DSA; Aggiornamenti DSA e linee guida per la scuola.
3 I DSA sono disturbi disprassici Studi scientifici di pedagogia clinica affermano che i DSA sono disturbi DISPRASSICI, perché sono caratterizzati da difficoltà nelle sequenzialità e nei coordinamenti del corpo nel suo complesso: schema corporeo, grafomotricità, coordinamento oculo-manuale, memorizzazione, difficoltà a rappresentare nello spazio e nel tempo un concetto, passare dal un livello concreto a quello astratto.
4 Prassia e Disprassia Prassia Movimento volontario coordinato modellato su un obiettivo spazio temporale e legato ad una intenzione; quindi abilità nel compiere il gesto motorio. Disprassia Incapacità di compiere movimenti volontari, coordinati sequenzialmente tra loro in funzione di uno scopo. La complessità di esecuzione o coordinazione è a livello ideativo, progettuale fino alla sua realizzazione ( difficoltà nelle nuove acquisizioni ).
5 Disprassi aicd 10 ( 92 ), inclusa all interno del Disturbo evolutivo della funzione motoria. DSM IV, Disturbo evolutivo della coordinazione motoria
6 Per comprendere in tutta la sua complessità il concetto di DISPRASSIA Occorre riflettere sul concetto di coordinazione motoria: essa è l ordinamento, l organizzazione delle azioni motorie in vista di un determinato scopo.
7 Per essere definito coordinato un movimento deve essere Fluido Caratteristica della continuità nello svolgersi di un movimento. Preciso Caratteristica della coincidenza tra programma e risultato. Costante Caratteristica della ripetizione costante.
8 Per essere definito coordinato un movimento deve essere Ampio Caratteristica dell estensione nello spazio. Avere il giusto tempo di esecuzione Caratteristica della velocità. Avere la giusta forza di esecuzione
9 Il soggetto disprassico Ha difficoltà nell organizzare un movimento coordinato modellato su un obiettivo spazio temporale ( orientamento e organizzazione spazio temporale. I I suoi movimenti risulteranno poco fluidi, imprecisi e incostanti, aritmici. L ampiezza di movimento non sarà mai quella ottimale e, a livello muscolare, si evidenzierà una ipotonicità o una ipertonicità.
10 Caratteristiche del soggetto disprassico Fluidità Nel soggetto disprassico movimenti sono poco fluidi perché non si instaura il giusto equilibrio tra muscoli agonisti e antagonisti. Precisione La precisione include l esattezza dei parametri motori, spazio temporali e dinamici, nelle fasi decisive. Costanza Nel soggetto disprassico l esecuzione non è costante perché il movimento non viene eseguito sempre allo stesso modo.
11 Caratteristiche del soggetto disprassico Ampiezza ottimale Nel soggetto disprassicol ampiezza di movimento risulta troppo ampia o troppo scarsa anche dopo che è stato appreso. Tempo del movimento Il soggetto disprassicoesegue gli esercizi lentamente, sono presenti errori di ritmo, di fluidità e di accoppiamento dei movimenti. Forza del movimento Il soggetto disprassicoha difficoltà a regolare e a gestire l intensità e la successione cronologica della forza utilizzata; a regolare e a gestire l intensità delle principali forze da impiegare.
12 Come osservare la disprassia DISORDINI DELLA MOTRICITÀ Motricità lenta, scoordinata, goffa, non fluida nel gattonare, scivolare, arrampicarsi. Lentezza/impaccio negli schemi di base ( semplice, combinati, globali, statici, dinamici). Lentezza/impaccio negli schemi crociati. Precarietà nell equilibrio statico. Ipo/ipertonia. Lentezza/impaccio nei coordinamenti motori, oculo- motori. Disordine di sequenza di azioni/movimenti quando gioca. Lentezza generale, con frequenti inciampi ed esitazioni.
13 COSA NON FARE QUANDO SI HA UN FIGLIO O ALLIEVO DISLESSICO/DISGRAFICO
14 Far leggere lentamente e con precisione. Far scrivere lentamente e con precisione. Correggerlo o fermarlo mentre scrive o legge. Esercitare la scrittura di lettere e di sillabe. Esercitare la lettura di lettere e sillabe. Dirgli che non discrimina/riconosce bene le lettere. Dirgli che non associa i suoni alle lettere. Dirgli di leggere o scrivere meglio e lentamente. Dirgli che è svogliato o non intelligente.
15 Insistere a farlo leggere ad alta voce. Insistere a farlo copiare alla lavagna. Insistere a farlo scrivere sotto dettatura. Far scrivere rotondo. Far scrivere in stampato (maiuscolo o minuscolo). Far scrivere su tastiera. Far scrivere o leggere caratteri grandi. Leggere o scrivere al suo posto. Fargli usare la calcolatrice. Dispensarlo dai compiti. Pensare che dislessia, disgrafia e discalculia siano problemi diversi.
16 SI BASA SULLA FUNZIONALIZZAZIONE DI SEQUENZE DI SCHEMI MEDIANTE L ATTIVAZIONE COSTANTE E SIMULTANEA DI TRE VETTORI ABILITATIVI: LA SUCCESSIONE GLI AUTOMATISMI LA FLUIDITA
17 I DSA SONO DISTURBI A CARICO DI ORGANIZZAZIONE SPAZIO-TEMPORALE ORIENTAMENTO SPAZIALE (riconoscimento della collocazione di fonti sonore o luminose o termiche, della loro provenienza) COORDINAZIONE MOTORIA E PSICOMOTORIA (in condizioni normali o veloci) SINTESI PERCETTIVE MEMORIA DI SEQUENZA LAVORO SINISTRA-DESTRA FONAZIONE FLUIDITA VERBALE CALCOLO ORALE DISLATERALITA GRAFO-MOTRICITA
18 QUALE METODO E OPPORTUNO UTILIZZARE? Il metodo di lettura GLOBALE favorisce la fluidità, precisione e costanza nella lettura nella scrittura, in quanto si basa non sulla somma dei fonemi e grafemi ma sul concetto da esprimere, richiedendo l interezza della parola: è il pensiero che legge e che scrive.
19 Indicazioni DSA rivolte ai docenti di alunni con DSA certificati della scuola primaria e secondaria Organizzare le comunicazioni didattiche in sezioni più brevi. Intercalare alle sezioni didattiche momenti di recupero, rinforzo, riformulazione, lavoro individuale, ecc. Mostrare accoglienza motivazionale durante le interrogazioni o richieste di intervento. Nelle interrogazioni evitare formulazioni lunghe o contorte. Quindi consegne/domande orali brevi (per evitare lo smarrimento nella sequenza lunga). Consegne scritte brevi e che limitino il procedere spaziale alto-basso, destra-sinistra es. schemi, items a risposta multipla, ecc. (ovvero l inseguimento visivo e la memorizzazione di sequenze).
20 Valorizzare le prestazioni intuitive. Privilegiare la qualità sulla quantità. Porre il compito richiesto (difficoltà, obiettivo, concetto, prestazione) in sequenze non lunghe, onde evitare la variabile sequenziale. Nelle traduzioni, considerare che il ragazzo soffre il mantenimento della sequenza di parole e della loro ipoteticità se non deposita su carta la selezione delle parole e l individuazione dei verbi (la struttura sintagmatica generale).
21 Considerare che lo studente può alternare lentezza e velocità nelle funzioni esecutive. Considerare che lo studente può esprimere stancabilità, insofferenza, demotivazione. Considerare che lo studente può smarrirsi nelle sequenze verbali o operative lunghe. Considerare che lo studente può compiere errori di natura coordinativa (non logica o culturale). Considerare che lo studente può necessitare di domande lineari e non sovrapposte.
22 Considerare che lo studente può esprimere esitazioni nell incipit durante le interrogazioni. Invitare l allievo, in ciascuna disciplina, ad enunciare i propri errori più frequenti (autoanalisi). Incaricare un docente di monitorare con riservatezza l allievo. per le materie di studio creare delle mappe concettuali lineari per i compiti dispensare l alunno dall esecuzione di quei compiti che non è in grado di svolgere autonomamente. utilizzare strumenti compensativi come la linea dei numeri, le tabelline, la calcolatrice evitare la copiatura alla lavagna se il bambino trova difficoltà
23 LEGGE DSA 29 settembre 2010 Vedi allegato
24 Piano didattico personalizzato Vedi allegato
25 A scuola. Screening DSA consulenza Monitoraggio Incontri con genitori Invio a specialisti di competenza Corsi di recupero DSA Griglie di verifica e di valutazione (in fase di pianificazione)
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