INTOLLERANZE ALIMENTARI E OBESITA
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1 INTOLLERANZE ALIMENTARI E OBESITA Dott. G. De Pergola Ambulatorio di Nutrizione Clinica, Sezione di medicina Interna, Endocrinologia e Malattie Metaboliche, DETO Università degli Studi di Bari Policlinico di Bari
2 INTOLLERANZE ALIMENTARI E OBESITA Giovanni De Pergola, Paola Di Roma, Piera De Benedictis Ambulatorio di Nutrizione Clinica, Sezione di Medicina Interna, Endocrinologia e Malattie Metaboliche, DETO, Università degli Studi di Bari, Policlinico di Bari Alcuni sanitari propongono diete finalizzate a indurre il decremento ponderale sulla base della esclusione degli alimenti a cui il paziente obeso sarebbe intollerante. Tale principio presuppone che vi siano intolleranze responsabili di un incremento ponderale ma, in realtà, tale ipotesi non è supportata da risultati pubblicati su riviste scientifiche accreditate. Lo scopo del presente studio è stato quello di esaminare se la percentuale di soggetti obesi che presenta intolleranze alimentari è significativamente differente rispetto a quella dei soggetti normopeso. Le intolleranze alimentari sono state valutate mediante il cytotest (Natural). Una volta individuati i soggetti che presentano intolleranze alimentari, abbiamo valutato se il numero e la gravità delle intolleranze alimentari e la prevalenza delle intolleranze per specifici alimenti o gruppi di alimenti sono significativamente differenti tra soggetti obesi e normopeso Inoltre, nelle donne in eccesso ponderale, abbiamo indagato se la eliminazione degli alimenti o del gruppo di alimenti a cui le pazienti sono risultate intolleranti inducesse una significativa riduzione del peso corporeo e la scomparsa dei sintomi, pur senza proporre una restrizione calorica volontaria,. Infine, nelle stesse pazienti, abbiamo esaminato la possibile esistenza di una relazione tra intolleranze alimentari (numero e gravità) e parametri endocrini (insulina, TSH, FT3, FT4, prolattina, cortisolo) e metabolici. Sono state reclutate consecutivamente 80 donne con BMI 27,7+ 7,1 (17,5-48,9) ed età 35 anni + 11,9 (range: anni): di queste, 44 (55%) erano obese o in sovrappeso, e 36 (45%) erano normopeso. Per quanto attiene la prevalenza delle intolleranze alimentari nell intero campione, il 96,2 % (77 soggetti) è risultato positivo ad almeno un alimento, mentre soltanto il 3,75% (3 soggetti, 2 obesi ed 1 normopeso) è risultato negativo alle sostanze testate. Per quanto concerne il numero (p=0,002) e il grado (p=0,000) delle intolleranze, questi sono risultati significativamente maggiori nel gruppo dei soggetti obesi e in sovrappeso, suggerendo che le intolleranze sono maggiormente diffuse e con grado maggiore nei soggetti con eccesso ponderale. Per quanto attiene al tipo delle intolleranze, l intolleranza al grano (15,2%) è risultata la più frequente nelle normopeso, mentre quella al latte (19,5%) è risultata la più frequente nelle donne obese e in soprappeso. Nella popolazione delle donne in eccesso ponderale, la dieta di eliminazione ha indotto in 3 mesi un decremento ponderale medio di 5 Kg + 4,29, permettendo di ipotizzare la reale esistenza di una relazione tra obesità ed intolleranze alimentari. L effetto sul peso si è verificato nel 91% delle pazienti in eccesso ponderale che hanno seguito la dieta di eliminazione. Tale dieta ha migliorato la sintomatologia nella quasi totalità delle donne esaminate, dimostrando la reale utilità del cytotest nel programmare la gestione clinica delle pazienti che lamentano sintomi associati alle intolleranze alimentari. Il numero delle intolleranze alimentari non ha presentato alcuna relazione significativa con i parametri endocrino-metabolici esaminati, ad eccezione di una correlazione inversa tra numero di intolleranze e livelli circolanti del FT4 (p < 0.05). Quando sono stati esaminati soltanto i soggetti con intolleranza di grado 2 e 3, è risultata una correlazione inversa tra numero delle intolleranze e la % dei linfociti ed una correlazione diretta tra numero delle intolleranze e la % dei neutrofili, suggerendo che le intolleranze possono causare o, al contrario, essere espressione di un alterato bilancio tra le percentuali dei diversi leucociti.
3 Intolleranze Alimentari e Obesità Giovanni De Pergola Professore Associato di Medicina Interna Medicina Interna, Endocrinologia e Malattie Metaboliche Dipartimento dell Emergenza e dei Trapianti di Organi Università degli Studi di Bari
4 Premesse dello Studio 1 1) Questo studio si pone nell ambito della diatriba, sempre viva, tra l interpretazione di alcuni fenomeni o sintomi secondo la medicina convenzionale, in particolare l Allergologial Allergologia,, e quella delle medicine non convenzionali, in particolare l Ecologia Clinica. 2) Secondo l ecologia l clinica, le intolleranze alimentari sarebbero reazioni di tipo infiammatorio cronico, innescate dalla cronica esposizione a specifici alimenti di uso comune Sarebbero presenti meccanismi immunologici cellulo-mediati, con il coinvolgimento di granulociti neutrofili, IgG4, citochine ed interleuchine (sopratutto interleuchina 1). 3) A differenza di quanto si verifica nelle classiche allergie alimentari, a IgE- mediate, la sintomatologia indotta dalle intolleranze alimentari non è immediata e si sviluppa lentamente,, comparendo a distanza di tempo dalla esposizione (fino a quattro giorni dopo l esposizione). l 4) Le intolleranza alimentari possono interessare qualunque apparato od organo, inducendo una serie di sintomi o vere e proprie patologie.
5 Sintomi più frequenti indotti dalle intolleranze 1) Cefalea 2) Disturbi gastrointestinali sindrome del colon irritabile alterazioni dell alvo dispepsia pirosi gastrica diarrea stipsi 3) Astenia 4) Edema o succulenza degli arti inferiori 5) Prurito sine materia
6 Premesse dello Studio 2 5) Tutti i sintomi scompaiono con l astensione dagli alimenti responsabili delle intolleranze. Il periodo dell astensione è compreso tra i due e i sei mesi; in tale arco di tempo, oltre che dall alimento identificato, il soggetto dovrebbe astenersi da tutti gli alimenti collaterali che appartengono alla stessa famiglia. Gli alimenti possono essere reintrodotti seguendo uno schema a rotazione, cioè continuando ad evitarne una assunzione giornaliera e continuativa. 6) L allergologia, pur riconoscendo un ruolo alle reazioni allergiche agli alimenti non IgE mediate, mediate da un meccanismo di tipo cellulo-mediato IgE/IgG associato, indica come unico esame diagnostico il test in doppio cieco con controllo rappresentato da placebo (DBPCF). 7) Il Cytotest, riconosciuto dal Ministero della Sanità, utilizzato per la diagnosi di intollerenze alimentari, ha un significato biologico, in quanto si basa su alterazioni della morfologia e della vitalità dei globuli bianchi e dei globuli rossi, quando queste cellule sono esposte ad antigeni estratti da specifici alimenti.
7 Diagnosi di 3 grado intolleranza secondo il cytotest 1 grado: normale 2 grado Normale impilamento dei globuli rossi Tendenza all ipocromia dei globuli rossi Leucociti vacuolizzati La membrana dei leucociti è parzialmente rotta 4 grado Normale impilamento dei globuli rossi Globuli rossi normocromici I leucociti non hanno assunto deformazioni strutturali La membrana dei leucociti è ben coservata Normale impilamento dei globuli rossi Globuli rossi normocromici Leucociti vacuolizzati La membrana dei leucociti è leggermente alterata Meno evidente impilamento dei globuli rossi Ipocromia dei globuli rossi Leucociti in digregazione Rottura totale della membrana dei leucociti
8 Premesse dello Studio 3 8) E E esperienza comune, sempre più frequente, esaminare pazienti che attribuiscono i propri sintomi o il loro incremento ponderale ad intolleranze alimentari o ad allergie alimentari. 9) Tali pazienti spesso riferiscono di essersi sottoposti a test di dubbio valore medico-scientifico (Vega-test, Dria test, test Kinesiologico), finalizzati a diagnosticare intolleranze alimentari, che spiegherebbero, secondo i proponenti di tali esami, i disturbi lamentati o il recente incremento ponderale o una certa difficoltà a perdere peso. 10) Tali fenomeni non sono supportati da alcuno studio scientifico co e non è nota la reale frequenza delle intolleranze alimentari nella popolazione obesa. Pertanto, sino a quando non esisterà una chiara dimostrazione scientifica, non è possibile affermare che le intolleranze favoriscono l aumento l di peso e/o l accumulo di tessuto adiposo. 11) Ancora, non è noto se esistano relazioni biologiche, o almeno statistiche, tra a la presenza e/o il grado delle intolleranze alimentari e i vari parametri metabolici, ormonali, ecc., comunemente associati alla obesità.
9 Finalità dello Studio 1) Studiare la prevalenza delle intolleranze alimentari in una popolazione di soggetti sovrappeso od obesi ed normopeso, evidenziando la eventuale differenza tra i due sottogruppi per quanto attiene al numero, al tipo ed al grado delle intolleranze riscontrate. 2) Eseguire un anamnesi allergologica generale e specifica per alimenti, individuando duando una possibile differenza a riguardo delle intolleranze alimentari, i, del loro tipo e della loro gravità,, nel sottogruppo dei soggetti che risultano allergici (includendo do anche i soggetti celiaci e intolleranti al lattosio su base enzimatica) 3) Valutare se la semplice dieta di eliminazione possa determinare re un calo ponderale significativo, senza fare riscorso ad una restrizione ipocalorica a nel sottogruppo dei pazienti obesi od soprappeso 4) Valutare se la dieta di eliminazione possa migliore o risolvere re i sintomi riferiti dai pazienti obesi od soprappeso ed in particolare per quali di questi si sia riscontrata una maggiore percentuale di successi. 5) Valutare l esistenza di una possibile relazione tra intolleranze alimentare e parametri endocrino-metabolici nel sottogruppo dei pazienti obesi od sovrappeso
10 Soggetti Esaminati. Sono state reclutate consecutivamente 80 donne che lamentavano i sintomi comunemente riferiti in caso di intolleranza. BMI medio: 27,7+ 7,1 (17,5-48,9). Età media: ,9 anni (range: anni) 44 donne obese o sovrappeso (55%) 36 donne normopeso (45%) 1) Cefalea 2) Disturbi gastrointestinali sindrome del colon irritabile alterazioni dell alvo dispepsia pirosi gastrica diarrea stipsi 3) Astenia 4) Edema o succulenza degli arti inferiori 5) Prurito sine materia
11 PERCENTUALE DI SOGGETTI ALLERGICI NEL CAMPIONE NON ALLERGICI 64% ALLERGICI 36%
12 METODI Le donne (normopeso, sovrappeso ed obese) sono state valutate mediante: 1) Anamnesi medica, personale e famliare 2) Visita medica 3) Esame nutrizionale 4) Cytotest 5) Routine ematologica (solo le pazienti con BMI>25) 6) Esami ormonali (solo le pazienti con BMI>25) Insulina, TSH, FT3, FT4, Prolattina, Cortisolo 7) Esame statistico del campione (statistica descrittiva, correlazioni semplici, regressioni multiple per la verifica delle eventuali correlazioni significative, T-test di Student per campioni dipendenti) effettuato con il programma Statistica 1.0 per Windows
13 Trattamento Nutrizionale Alle pazienti che hanno manifestato specifiche intolleranze alimentari è stata proposta una dieta di eliminazione, mantenendo l obiettivo l di proporre diete bilanciate per quanto attiene al contenuto di macro ro- e micronutrienti. Le pazienti sono state educate a conoscere ed individuare sia le fonti alimentari principali che contengono le sostanze a cui sono risultate intolleranti, sia gli alimenti definiti collaterali, ossia quelli i appartenenti alla stessa famiglia biologica. Le pazienti sono state educate anche ad una corretta lettura delle le etichette commerciali. Dopo aver eseguito tale fase, le pazienti sono state educate a compilare un diario alimentare, al fine di valutare l adesione alla dieta e l andamento della sintomatologia, in modo da correggere prontamente le proposte dietetiche. Non sono state fornite indicazioni per ottenere un volontario decremento ponderale. In seguito, i pazienti sono stati convocati per una serie di controlli.
14 SINTOMI RISCONTRATI NEL CAMPIONE (BMI > 25) EDEMA PRURITO 10% 5% DERMATITE 5% PIROSI 8% CEFALEA 14% DISPEPSIA 7% NAUSEA 1% COLITE 7% METEORISMO 10% ALT.ALVO 4% DIARREA.DOL. ADD 7% 10% STIPSI 5% ASTENIA 7%
15 Percentuale delle Donne che Hanno Presentato Almeno 1 Intolleranza Alimentare (Intero Campione) 100% 96,25% 80% 60% 40% 20% 0% positivi 2 obese e 1 normopeso 3,75% negativi
16 Confronto delle Percentuali delle Pazienti che Hanno Presentato almeno 1 Intolleranza Alimentare Tra i 2 Gruppi del Campione 100% 95,50% 97% BMI>25 80% BMI<25 60% 40% 20% 0% POSITIVI 4,50% 3% NEGATIVI
17 Confronto del Numero Totale di Alimenti Non Tollerati Tra i 2 Gruppi del Campione N MEDIO ALIMENTI NON TOLLERATI 3,1 3 2,9 2,8 2,7 2,6 2,5 2,4 2,3 3,04 BMI>25 p = 0,002 2,6 BMI<25
18 Confronto del Numero Totale di Alimenti Non Tollerati Tra i 2 Gruppi del CAmpione (Soltanto Donne Con Intolleranze di Grado 2 2 e 3 ) 3 N MEDIO ALIMENTI NON 2,5 2 1, ,88 p = 0, ,24 TOLLERATI CON GRADO 2 E 3 1 0,5 0 BM I<25 BM I>25
19 CONFRONTO TRA OBESI E NORMOPESO PER LA DISTRIBUZIONE SECONDO GRADO DI INTOLLERANZA BMI>25 BMI< GRADO 1-2 GRADO 2 GRADO 3
20 ALIMENTI PIU FREQUENTEMENTE NON TOLLERATI DISTRIBUZIONE DEGLI ALIMENTI NON NEL CAMPIONE INTERO ZUCCHERO 3% TONNO 4% OLIVA 5% 'CAFFE PISELLIRISO BOVINI 2% 1% 4% TACCHINO 2% PEPERONI 2% GRANO 16% 7% CIPOLLA 4% LIEVITO 12% AGLIO 6% LATTE FAGIOLI 1% POMODORO PATATA 7% 4% MAIALE 5% 15%
21 ALIMENTI PIU FREQUENTEMENTE NON TOLLERATI NEL GRUPPO CON BMI>25 19,5% 20,0% 18,0% 16,0% 14,0% 12,0% 10,0% 8,0% 6,0% 4,0% 2,0% 0,0% PEPERONI TACCHINO BOVINI RISO PISELLI ZUCCHERO TONNO OLIVA CAFFE' CIPOLLA AGLIO FAGIOLI POMODOR PATATA MAIALE LATTE LIEVITO GRANO
22 ALIMENTI PIU FREQUENTEMENTE NON TOLLERATI NEL GRUPPO CON BMI<25 15,2% 16,0% 14,0% 12,0% 10,0% 8,0% 6,0% 4,0% 2,0% 0,0% PEPERONI TACCHINO BOVINI RISO PISELLI ZUCCHERO TONNO OLIVA CAFFE' CIPOLLA AGLIO FAGIOLI POMODOR PATATA MAIALE LATTE LIEVITO GRANO
23 ALIMENTI NON TOLLERATI IN BASE AL BMI 35,0% BMI<25 30,0% BMI>25 25,0% 20,0% 15,0% 10,0% 5,0% 0,0% PEPERONI TACCHINO BOVINI RISO PISELLI ZUCCHERO TONNO OLIVA CAFFE' CIPOLLA AGLIO FAGIOLI POMODORO PATATA MAIALE LATTE LIEVITO GRANO
24 RELAZIONE TRA CELIACHIA ED INTOLLERANZA AL GRANO AL CITOTEST CELIACHIA INTOLL AL GRANO + CELIACHIA
25 RELAZIONE TRA BREATH TEST POSITIVO ED INTOLLERANZA AL LATTOSIO AL CITOTEST BREATH TEST + B. T.+ ED INTOLLERANZA AL LATTE
26 PESO PERSO DAI SOGGETTI OBESI E SOVRAPPESO IN SEGUITO ALLA DIETA DI ELIMINAZIONE 6 5 (range: 0-15) 0 5, ,2 2, peso perso 1 controllo peso perso 2 controllo peso perso totale. 11 pazienti su 44 non hanno seguito la dieta di eliminazione. delle 33 pazienti che hanno seguito la dieta, 3 non hanno perso o peso
27 PERCENTUALE DI MIGLIORAMENTO DEI SINTOMI IN SEGUITO ALLA DIETA DI ELIMINIZIONE (BMI > 25) NON NOTA 15,9% NO 15,9% SI 68,2% 0% 20% 40% 60% 80%
28 PERCENTUALE DI RISOLUZIONE DI CIASCUN SINTOMO (BMI > 25) PRURITO 100% DERMATITE 75% PIROSI 71,4% CEFALEA 53,84% DISPEPSIA 100% EDEMA NAUSEA 50% 100% COLITE 33%. DOL. ADD METEORISMO 100% 87,5% ALT.ALVO 66,6% DIARREA 75% STIPSI 50% ASTENIA 50%
29 RELAZIONI DEL NUMERO DELLE INTOLLERANZE (BMI > 25) 14 P < FT numero intolleranze
30 RELAZIONI DEL NUMERO DELLE INTOLLERANZE (BMI > 25) DONNE CON INTOLLERANZE DI 2 2 E 3 3 GRADO 60 P < Linfociti % Numero intol grado 2 e 3
31 RELAZIONI DEL NUMERO DELLE INTOLLERANZE (BMI > 25) DONNE CON INTOLLERANZE DI 2 2 E 3 3 GRADO 80 P < Neutrofili % Numero di intol grado 2 e 3
32 RELAZIONI DEL NUMERO DELLE INTOLLERANZE (BMI > 25) DONNE CON INTOLLERANZE DI 2 2 E 3 3 GRADO proteine (g/ml) P < Numero intol 2 e 3
33 DISTRIBUZIONE DEI SOGGETTI ALLERGICI SULLA BASE DEL BMI 80% 75% 70% 60% 55,6% 50% 40% 30% 45,4% 25% BMI>25 BMI<25 20% 10% 0% ALLERGICI NON ALLERGICI
34 DISTRIBUZIONE DEI SOGGETTI ALLERGICI E NON ALLERGICI SECONDO IL GRADO DI INTOLLERANZA GRADO 1-2 GRADO 2 GRADO 3 ALLERGICI NON ALLERGICI
35 Sintesi dei Dati Il 96,2 % delle donne è risultato positivo ad almeno un alimento, mentre soltanto il 3,75% (2 obese ed 1 normopeso) è risultato negativo alle sostanze testate. Le donne obese presentano un aumento del numero assoluto e del grado g delle intolleranze Nelle donne normopeso l intolleranza l più frequente è quella al grano (15,2%), mentre nelle donne obese e/o in soprappeso l intolleranza l più frequenza è quella al latte (19,5%). Le pazienti allergiche hanno una prevalenza di intolleranze simile a quella dei soggetti non allergici, ma in esse prevalgono i gradi più elevati di intolleranza. Inoltre, la prevalenza di intolleranze a specifici alimenti sembra essere differente tra soggetti allergici e non allergici. La dieta di eliminazione induce un decremento ponderale nelle donne obese e in sovrappeso, pur in assenza di una restrizione calorica volontaria, a, permettendo di ipotizzare la esistenza di una relazione tra obesità ed intolleranze alimentari
36 Sintesi dei Dati La dieta di eliminazione ha migliorato la sintomatologia ed il peso p corporeo nella quasi totalità delle pazienti, dimostrando la utililità del cytotest nei pazienti che lamentano sintomi associati alle intolleranze alimentari. Per quanto riguarda le correlazioni delle intolleranze alimentari, i, queste non hanno presentato alcuna relazione significativa con i parametri metabolici ed endocrinologici esaminati, ad eccezione di una relazione inversa tra numero di intolleranze e livelli circolanti del FT4. Quando sono stati esaminati soltanto i soggetti con intolleranza di grado 2 2 e 3, è risultata una correlazione inversa con la percentuale dei linfociti ed una correlazione diretta con la percentuale dei neutrofili, suggerendo che le intolleranze possono causare o, al contrario, essere espressione di un alterato bilancio tra le percentuali dei diversi leucociti.
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38 Intolleranze e Parametri Endocrino- Metabolici nelle Pazienti con Eccesso Ponderale (OK) Le intolleranze alimentari non hanno presentato alcuna relazione significativa con i parametri metabolici ed endocrinologici esaminati, ad eccezione di: 1) Relazione inversa tra numero delle intolleranze ed i livelli circolanti di FT4 (p < 0.05)
39 Finalità dello Studio 1) Studiare la prevalenza delle intolleranze alimentari in una popolazione di soggetti sovrappeso od obesi e normopeso, evidenziando la eventuale differenza tra i due sottogruppi per quanto attiene a numero, tipo e grado delle intolleranze riscontrate. 2) Eseguire un anamnesi allergologica generale e specifica per alimenti, individuando duando una possibile differenza a riguardo delle intolleranze alimentari, i, del loro tipo e della loro gravità,, nel sottogruppo dei soggetti che risultano allergici (includendo do anche i soggetti celiaci e intolleranti al lattosio su base enzimatica) 3) Valutare se la semplice dieta di eliminazione possa determinare re un calo ponderale significativo, senza fare riscorso ad una restrizione ipocalorica a volontaria nel sottogruppo dei pazienti obesi od soprappeso 4) Valutare se la dieta di eliminazione possa migliore o risolvere re i sintomi riferiti dai pazienti ed in particolare per quali di questi si sia riscontrata una maggiore percentuale di successi. 5)Valutare l esistenza di una possibile relazione tra intolleranze alimentare e parametri endocrino-metabolici nel sottogruppo dei pazienti obeso od soprappeso
40 CONFRONTO TRA IL NUMERO E IL GRADO DELLE INTOLLERANZE NELLE DUE SOTTOPOPOLAZIONI DEL CAMPIONE IN BASE AL BMI N INTOL TOTALE BMI>25 (n = 44) 3, BMI<25 P value (N = 36) 2, p = 0,002 N INTOL GRADO 2 E 2,36 + 1,24 1,27 + 0,88 p = 0,000 3
41 Dieta di Eliminazione: Donne Obese (OK) La dieta di eliminazione ha indotto un decremento ponderale di 5 Kg Kg (range: Kg) nelle donne obese, pur in assenza di una restrizione calorica volontaria La dieta di eliminazione ha migliorato la sintomatologia ed il peso corporeo nella quasi totalità delle pazienti, dimostrando la utililità del cytotest nei pazienti che lamentano sintomi associati alle intolleranze alimentari.
42 Intolleranze ed Allergie I pazienti allergici hanno presentato una prevalenza di intolleranze simile a quella dei soggetti non allergici, ma in essi prevalgono gradi più elevati di intolleranza La prevalenza di intolleranze a specifici alimenti risulta differente tra soggetti allergici e non allergici
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