DIFFERENZE TRA LETTURA E DENOMINAZIONE: Un indice quantitativo della Automatizzazione dell abilità di lettura
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- Sara Massari
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1 Centro di Neuropsicologia Clinica dell Età Evolutiva Via Nanterre Pesaro Tel Fax DIFFERENZE TRA LETTURA E DENOMINAZIONE: Un indice quantitativo della Automatizzazione dell abilità di lettura G. Stella, e E. Savelli 8 Convegnoo Internazionale Imparare Questo è il Problema Sistemi Ortografici e Dislessia. Cause e/o effetto San Marino, Settembre 2006
2 Abilità di Lettura Fasi iniziali Lenta Assemblaggio fonologico Faticosa Denominazione > Lettura
3 Parola scritta via Fonologica Analisi visiva Sistema Semantico Conversione Grafema-Fonema Lessico Fonologico di output Buffer Fonemico Parola letta
4 cane Assemblaggio Fonologico c-a-n-e < CANE > / KANE / k- a -n-e /A/.. /K/. /E/ /N/ A C E.. N / kane /
5 Abilità di Lettura Fasi iniziali Lenta Assemblaggio fonologico Faticosa Denominazione > Lettura
6 DENOMINAZIONE più rapida della LETTURA > LEONE
7 Abilità di Lettura Fasi iniziali Fasi finali Lenta Assemblaggio fonologico Faticosa Denominazione > Lettura Veloce Riconoscimento diretto Automatica Lettura > Denominazione
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9 Abilità di Lettura Fasi iniziali Fasi finali Lenta Assemblaggio fonologico Faticosa Denominazione > Lettura Veloce Riconoscimento diretto Automatica Lettura > Denominazione
10 LETTURA più rapida della DENOMINAZIONE LEONE >
11 Il deficit di Automatizzazione nella Dislessia Evolutiva (1) Secondo numerosi autori, il deficit nucleare della Dislessia Evolutiva, consiste in una mancanza di AUTOMATIZZAZIONE dei processi di decodifica (e, in qualche misura di quelli di accesso lessicale ) (Gerson-Wolfensberger & Ruijssenars, 1997; Stella, 2004; van der Leij & van Daal, 1999)
12 Parola scritta via Fonologica Analisi visiva Sistema Semantico Conversione Grafema-Fonema Lessico Fonologico di output Buffer Fonemico Parola letta
13 La ricerca di entrate lessicali nel Lessico Fonologico L assemblaggio on-line del programma fonologico prevede l esecuzione di un algoritmo del tipo: es. cane N = N + 1 Buffer Fonemico / _ /+ /C/ = /C/ Lessico Fonologico amore campo casa cane forza maglione cuscino canapa candela scimmia matita giornale chiesa corvo cervo tavolo schiera che consente di indirizzare processi di ricerca all interno del Lessico Fonologico
14 La ricerca di entrate lessicali nel Lessico Fonologico es. cane L assemblaggio on-line del programma fonologico prevede l esecuzione di un algoritmo del tipo: N = N + 1 Buffer Fonemico / _ /+ /C/ = /C/ /C/ + /A/= /CA/ Lessico Fonologico amore campo casa cane forza maglione cuscino canapa candela scimmia matita giornale chiesa corvo cervo tavolo schiera questi processi vengono aggiornati progressivamente sulla base del segmento fonologico corrente
15 La ricerca di entrate lessicali nel Lessico Fonologico es. cane L assemblaggio on-line del programma fonologico prevede l esecuzione di un algoritmo del tipo: N = N + 1 Buffer Fonemico / _ /+ /C/ = /C/ /C/ + /A/= /CA/ /CA/ + /N/ = /CAN/ e diventano sempre più mirati e somiglianti al target Lessico Fonologico amore campo casa cane forza maglione cuscino canapa candela scimmia matita giornale chiesa corvo cervo tavolo schiera
16 La ricerca di entrate lessicali nel Lessico Fonologico es. cane L assemblaggio on-line del programma fonologico prevede l esecuzione di un algoritmo del tipo: N = N + 1 Buffer Fonemico /_/ + /C/ = /C/ /C/ + /A/= /CA/ /CA/ + /N/ = /CAN/ /CAN/ + /E/ = /CANE/ fino a raggiungere un punto di unicità che a volte coincide con la corrispondenza perfetta al target Lessico Fonologico amore campo casa cane forza maglione cuscino canapa candela scimmia matita giornale chiesa corvo cervo tavolo schiera
17 Il deficit di Automatizzazione nella Dislessia Evolutiva (2) Entrambi i processi della Lettura e della Denominazione condividono uno stesso meccanismo: il rapido accesso ai codici o rappresentazioni fonologiche mediate da stimoli visivi, come evidenziato dagli studi sulla R.A.N. (Catts et al., 2002; Manis et al., 2000; Wolf et al., 2000)
18 Il deficit di Automatizzazione nella Dislessia Evolutiva (3) Le prove del ruolo critico giocato dal rapido accesso a codici fonologici nella Dislessia, provengono sia dalla letteratura sperimentale esistente, sia dalla ricerca in ambito clinico. Anche quando, infine, la lettura dei dislessici diventa abbastanza corretta, essa rimane lenta e faticosa, a causa di una mancata automatizzazione dei processi di decodifica. Questo fenomeno è particolarmente evidente nei sistemi ortografici trasparenti come l Italiano o il Tedesco, e ha condotto a coniare il nome di Speed Dyslexia (Wimmer, 1993)
19 Il deficit di Automatizzazione nella Dislessia Evolutiva (4) Nonostante l importanza del concetto di AUTOMATIZZAZIONE nella recente letteratura sulla Dislessia, esso rimane formulato in termini troppo vaghi e non operazionalizzati per un suo uso diretto in ambito clinico. In particolare, non è chiaro come misurare il grado di automatizzazione nella lettura, raggiunto da un soggetto durante ogni fase del processo di acquisizione della lettura.
20 Il deficit di Automatizzazione nella Dislessia Evolutiva (5) L AUTOMATIZZAZIONE non è un fenomeno di tipo tutto o nulla, ma piuttosto un processo graduale di padronanza di un abilità. Anche nel caso della LETTURA, quindi, è critico mettere a punto misure quantitative, che siano sufficientemente sensibili al suo corso evolutivo. Ciò dovrebbe consentire al clinico di stabilire quale grado di automatizzazione nella lettura è stato raggiunto da un soggetto, in ogni fase di acquisizione.
21 Il deficit di Automatizzazione nella Dislessia Evolutiva (6) Sono state proposte varie misure della automatizzazione della Lettura: 1. la velocità (maggiore quanto più automatica) 2. la padronanza con la ripetizione (maggiore quanto più automatica) 3. la sensibilità agli effetti del carico (minore quanto più automatica) 4. la sensibilità all interferenza (maggiore quanto più automatica) (Samuels, 1985; van der Leij & van Daal, 1999)
22 Il deficit di Automatizzazione nella Dislessia Evolutiva (7) La prova di Stroop è considerata da vari autori (Samuels, 1999) un indice privilegiato per misurare il grado di automatizzazione nei processi di decodifica. ROSSO VERDE GIALLO BLU Il soggetto deve dire il colore della parola scritta, ma questo entra in conflitto con l elaborazione semantica della parola scritta che, quanto più è letta rapidamente, tanto più entra in competizione con il nome del colore. Quindi se un soggetto non ha automatizzato i processi di decodifica arriva più lentamente al significato della parola e non si crea un conflitto tra i due diversi significati.
23 Il deficit di Automatizzazione nella Dislessia Evolutiva (7) In realtà, contrariamente alle attese (Schiller,1966), è stato trovato in vari studi (Alwitt, 1966; Everatt e al.,1997; Protopapas e al.,2005) che i soggetti dislessici erano più e non meno sensibili agli effetti dell interferenza. E stato ipotizzato (Kelly e al.,1989; Protopapas e al.,2005) che ciò sia dovuto a una più generale debolezza dei Dislessici nei processi esecutivi (inibizione di risposte). Nella prova di Stroop quindi entrano in gioco altri fattori di natura attentiva che contaminano l interpretazione dei risultati relativi all Automatizzazione dei processi di Lettura.
24 Progetto di Ricerca (1) Lo scopo principale della nostra ricerca è stato quello di mettere a punto un indice quantitativo diretto, capace di misurare il grado di automatizzazione della lettura che fosse anche di facile e pronto impiego nell ambito clinico.
25 Progetto di Ricerca (2) Per realizzare questo indice, abbiamo pensato di sfruttare un fenomeno ben noto nella letteratura psicologica, fin dagli studi pionieristici di Cattell (1886), quello per cui negli adulti la Lettura è più veloce della Denominazione. Dal momento che la lettura è un abilità che viene acquisita solo dopo l inizio della scolarizzazione, il nostro quesito è stato: Quando, durante l acquisizione si evidenzia il vantaggio della Lettura sulla Denominazione? Questo vantaggio si evidenzia anche nei dislessici?, e Quando?
26 Progetto di Ricerca (3) La nostra ipotesi era che: il vantaggio della Lettura sulla Denominazione si sarebbe manifestato abbastanza presto durante la acquisizione della lettura, per i bambini italiani, proprio per la trasparenza e la regolarità della nostra lingua (alcuni dati preliminari di D Amico et al., 2001 sembrano indicare che il punto di svolta sia in 3^ Elementare).
27 Latenza nella pronuncia (in millisecondi) in normo-lettori di 3^Elementare (D Amico e al., 2001) Denominazione 1036 ms Lettura 1003 ms
28 Progetto di Ricerca (3) La nostra ipotesi era che: il vantaggio della Lettura sulla Denominazione si sarebbe manifestato abbastanza presto durante la acquisizione della lettura, per i bambini italiani, proprio per la trasparenza e la regolarità della nostra lingua (alcuni dati preliminari di D Amico et al., 2001 sembrano indicare che il punto di svolta è in 3^ Elementare). la nostra seconda e principale ipotesi era che questo punto di svolta fosse ritardato nei dislessici, e che il ritardo fosse direttamente proporzionale alla gravità del profilo clinico individuale di ogni soggetto
29 Progetto di Ricerca (4) Rispetto alla prima ipotesi abbiamo iniziato a studiare l andamento dell automatizzazione in gruppi di bambini normali di classe 1^, 2^ e 3^ Elementare, (Flagiello, tesi di laurea). In questa prima fase, lo studio si è limitato alle prime tre classi della scuola elementare, poichè ci interessava mettere a fuoco il fenomeno del viraggio tra maggiore rapidità nella Lettura rispetto alla Denominazione, che ci aspettavamo Potesse avvenire nel passaggio dalla 2^ alla 3^ Elementare.
30 Progetto di Ricerca (5) Rispetto alla seconda ipotesi abbiamo iniziato a studiare l andamento dell automatizzazione in gruppi di dislessici afferenti al Centro di Neuropsicologia dell Età Evolutiva di Pesaro, appartenenti alle classi 2^, 3^, 4^, 5^ Elementare e 1^ Media (Alessandrini, tesi di laurea). Volevamo verificare se: 1. almeno alcuni di essi avrebbero evidenziato il viraggio tra velocità di Lettura e di Denominazione 2. se vi fosse una relazione lineare tra le misure tradizionali della velocità di lettura e ampiezza dello scarto tra Lettura e Denominazione
31 Progetto di Ricerca (6) MATERIALI Una serie di 54 immagini colorate, tratte da un set più ampio di 520 immagini (Bates et al., 2003) una serie di 54 parole corrispondenti ai nomi delle immagini (i materiali utilizzati per queste ricerche sono stati messi a punto da Simonetta D Amico)
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33 LEONE
34 Progetto di Ricerca (7) STRUMENTI Un computer portatile, con sistema operativo Windows XP, e monitor a colori SVGA Cuffie e microfono, predisposti per la registrazione automatica del tempo di risposta Software SuperLab Pro predisposto per la gestione automatica della presentazione degli stimoli (immagini e parole) e del tempo di risposta (latenza nella pronuncia)
35 PROCEDURA Progetto di Ricerca (8) I soggetti venivano istruiti su come eseguire la prova (rispondere il più velocemente possibile cercando di essere corretti, e pronunciare solo una parola per ogni stimolo presentato) Il test sperimentale era preceduto da una prova di familiarizzazione volta ad assicurarsi che i soggetti avessero compreso le istruzioni e la natura del compito Le Immagini e le Parole erano presentate sullo schermo del computer, dove persistevano finchè veniva emessa una risposta vocale che agiva su un dispositivo di stop-voice e bloccava il contatore del tempo; il computer registrava automaticamente il tempo trascorso tra la presentazione dello stimolo e la risposta vocale ad esso La sequenza di presentazione sia delle Immagini che delle Parole era randomizzata per ogni soggetto L ordine di esecuzione dei due compiti era bilanciato tra i soggetti, in modo che metà di essi eseguivano prima la Denominazione e poi la Lettura e gli altri eseguivano prima la lettura e poi la Denominazione Gli errori di Denominazione venivano annotati su un apposita scheda di registrazione ed esclusi dalle analisi successive
36 Progetto di Ricerca (9) Variabili Dipendenti I dati raccolti e analizzati per ognuna delle 54 Immagini e Parole corrispondenti riguardavano: Gli errori di Denominazione e di Lettura, le risposte vocali accidentali e quelle che superavano i 3 sec (nel 1 studio), o i 5 sec. (nel 2 studio), venivano escluse dalle analisi successive Il Tempo di Risposta: il tempo intercorso tra la presentazione dello stimolo (immagine o parola) e l inizio della risposta verbale ad esso Il delta (differenza tra latenza della risposta verbale nella Lettura e nella Denominazione) veniva calcolato per ogni coppia valida Immagine-Parola, come la principale variabile dipendente
37 STUDIO 1 PARTECIPANTI 132 soggetti frequentanti le classi 1^, 2^ e 3^ Elementare Classi 1^ 2^ 3^ Totale Maschi Femmine Totale
38 STUDIO 1 RISULTATI (1) Medie, Dev.Standard e Livello di Significatività dei tempi Denominazione e di Lettura nelle tre classi Classi 1^ 2^ 3^ Denominazione 2334, , ,92 (Tempo in Msec.) (232,31) (373,86) (251,35) Lettura 2804, , ,37 (Tempo in Msec.) (166,09) (475,78) (414,51) Livello di Significatività p <.000 p =.71 n.s p <.000
39 STUDIO 1 RISULTATI (2) Range dei valori Massimi e Minimi ottenuti dai bambini, nella Denominazione e nella Lettura Classi 1^ 2^ 3^ DENOMINAZIONE 2001, , , , , ,18 LETTURA 2345, , , , , ,85
40 STUDIO 1 RISULTATI (3) Percentuale di bambini in cui la latenza nella Lettura è più breve che nella Denominazione Classi 1^ 2^ 3^ Rapporto 2/57 19/38 33/37 % 4% 50% 89%
41 STUDIO 1 RISULTATI (4) Percentuale media di parole in cui la latenza nella Lettura è più breve che nella Denominazione Classi 1^ 2^ 3^ Rapporto 7/54 36/54 47/54 % 13% 67% 87%
42 PARTECIPANTI STUDIO 2 10 soggetti : Tutti i soggetti erano stati valutati presso il Centro di Neuropsicologia Clinica dell Età Evolutiva di Pesaro L età dei soggetti variava da 7 (2^Elementare) a 11 anni (1^ Media) 8 maschi e 2 femmine 8 dislessici (la diagnosi di Disturbo Specifico di Lettura era effettuata sulla base delle norme di classificazione dell ICD-10, OMS,1992) 2 cattivi lettori (la cui prestazione si avvicinava al criterio normativo di 2sd)
43 STUDIO 2 Soggetti con vantaggio Denominazione > Lettura Classe Denominazione Immagini Lettura Parole Differenze Lettura/ Denominazione II 1277, ,77-115,67 III 1169, ,46-26,64 III 1119, ,98-164,33 IV 1117, ,02-617,42 IV 1285, ,80-909,44 V 1453, ,89-28,71 V 1201, ,43-309,45
44 STUDIO 2 Soggetti con vantaggio Lettura > Denominazione Classe Denominazione Immagini Lettura Parole Differenze Lettura/ Denominazione V 1263, ,65 107,75 V 1399, ,44 208,31 VI 1152, ,24 50,48
45 Correlazione tra differenza Lettura/Denominazione e Velocità di lettura in prove standardizzate di Lettura Punti-Z in una prova standardizzata di Lettura -1,13-1,15-1,76-1,99-1,99-2,06-2,11-2,12-2,49-2,96 STUDIO 2 Differenza Lettura/Denominazione 208,31-164,33-115,67 50,48-309,45 107,45-28,71-26,64-617,42-909,44
46 STUDIO 2 CORRELAZIONE x = Velocità di lettura in prove standardizzate y = Differenza Lettura/Denominazione Rxy = 0,718 (signif. level, p=0,01)
47 CONCLUSIONI (1) Anche se gli studi sono ancora in una fase preliminare, i risultati sembrano indicare la fattibilità e la potenziale utilità di costruire un indice di Automatizzazione della Lettura basato sulla discrepanza tra la latenza nella Lettura e nella Denominazione.
48 CONCLUSIONI (2) La maggioranza dei dislessici del nostro studio, specialmente quelli nelle prime classi, come atteso, non evidenziava alcun vantaggio nella Lettura rispetto alla Denominazione. Inoltre non vi era alcun vantaggio per le parole a più alta frequenza rispetto a quelle a più bassa frequenza. E importante notare che la maggior parte dei Dislessici ha problemi di Accesso Lessicale anche nei semplici compiti di denominazione di Immagine, ma nonostante questa lentezza, la Denominazione resta a lungo più veloce della Lettura, rispetto ai normo-lettori.
49 ERRORI DI LETTURA CATEGORIE Nome target Omissioni o aggiunte Sostituzioni Inversioni o trasposizioni Ripetizioni Risposte non valide TOTALI
50 ERRORI DI DENOMINAZIONE CATEGORIE Nome target Alterazioni morfologiche Sinonimi Altro ( associati semantici, iponimi ) Risposte non valide TOTALI
51 BIBLIOGRAFIA Alwitt L.F. (1966) Attention in a visual task among non-readers and readers Perceptual and Motor Skills, 23, Bates, E., Burani, C., D'Amico, S., & Barca, L. (2001) Word reading and picture naming in Italian Memory & Cognition, 29, Bates, E., D Amico, S., Jacobsen, T., Szekely, A., Andonova, E., Devescovi, A., Herron, D., Lu, C-C., Pechmann, T., Pleh, C., Wicha, N.Y.Y. Federmeier, K.D., Gerdjikova, I., Gutierrez, G., Hung, D., Hsu, J., Iyer, G., Kohnert, K., Mehotcheva, T., Orozco-Figueroa, A., Tzeng, A., & Tzeng, O. (2003) Timed picture naming in seven languages. Psychonomic Bulletin & Review, 10, Cattell (1886) The time to see and name objects Mind, 11, Catts H.W., Gillispie M., Leonard L.B., Kail R.V., Miller C. (2002) The role of speed of processing, rapid naming, and phonological awareness in reading achievment Journal of Learning Disabilities, 35, Cornoldi C., Colpo G. e Gruppo MT (1981) La verifica dell apprendimento della lettura e prove oggettive MT di lettura Organizzazioni Speciali, Firenze
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53 Protopapas A., Archonti A. e Skaloumbakas C. (2005) Reading ability is negatively related to Stroop interference in corso di pubblicazione Samuels S.J. (1999) Developing reading fluency in learning-disabled students, in Sternberg R.J. e Spear-Swerling L (Eds.), Perspectives on learning disabilities (pp ), Boulder, Colorado, Westview Sartori G., Job R. e Tressoldi P.E. (1995) Batteria per la valutazione della dislessia e della disortografia evolutiva Organizzazioni Speciali, Firenze Tressoldi P.E. (1996) L evoluzione della lettura e della scrittura dalla 2a elementare alla 3a media Età Evolutiva, 56, van der Leij e van Daal (1999) Automatization aspects of Dyslexia Journal of Learning Disabilities, 32, Wimmer H. (1993) Characteristics of developmental dyslexia in a regular writing system Applied Psycholinguistics, 14, 1-34
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