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1 Osservatorio Finanziario sulle Società Vinicole Italiane 3 edizione, 2006 OSSERVATORIO FINANZIARIO SULLE SOCIETÀ VINICOLE ITALIANE Analisi dei profili reddituali e finanziari di un campione rappresentativo delle diverse tipologie di società vinicole italiane 3 edizione, 2007 Stefano Cordero di Montezemolo MasterWineManagement

2 LE PREMESSE In questa pubblicazione viene presentata la terza edizione dell Osservatorio Finanziario delle Società Vinicole Italiane che ha per oggetto l analisi di un campione di 160 società vinicole italiane rappresentative per dimensioni, per strutture e per performance aziendali delle diverse tipologie di imprese che caratterizzano questo specifico settore industriale. Questa terza edizione è aggiornata ai dati di bilancio del campione delle società dell esercizio Questa ricerca si distingue da altri importanti e sistematici lavori di analisi economica e finanziaria sul settore vinicolo italiano 1 perché considera anche campioni di imprese di minori dimensioni che rappresentano per numerosità, per qualità produttiva e per notorietà aziendale una delle componenti fondamentali di questo comparto produttivo e dove maggiori appaiono le problematiche gestionali che rischiano di minare la complessiva stabilità economica e finanziaria di questo settore e che non verrebbero rilevate se l analisi venisse limitata solo alle imprese di maggiori dimensioni. Il complessivo campione è suddiviso in quattro classi di imprese: la classe A, formata dalle grandi società vinicole; la classe B, rappresentativa delle medie società vinicole; la classe C, composta dalle società definite intermedie; la classe D, che include le piccole società vinicole. Per quanto riguarda gli obiettivi e alla metodologia di questo studio del campione delle società vinicole italiane si rinvia alle note introduttive delle due precedenti edizioni. In questa edizione, i dati aggregati dell intero campione e quelli della classe A riferiti all esercizio 2004 sono leggermente diversi da quelli indicati nella precedente edizione pubblicata l anno scorso. Di alcuni gruppi che, per ragioni dimensionali, appartengono alla classe A in questa edizione sono riportati i bilanci consolidati mentre nell edizione precedente furono trattati con la modalità dei bilanci aggregati. Questa variazione di computo dei dati di bilancio ha effetti significativi sui tassi di crescita annuale dei valori aggregati di bilancio mentre non si rilevano significative variazione in termini di indici di bilancio. In questa edizione, per arricchire l analisi e la valutazione della posizione economica e finanziaria del campione di società vinicole italiane, si è ritenuto di aggiungere anche i principali indicatori economici e finanziari delle società vinicole quotate nei mercati azionari internazionali per lo stesso periodo e l andamento della quotazione delle relative azioni riferito agli ultimi tre trimestri del 2004 ed il primo trimestre del 2005, ritenendo che questi valori di mercato siano più correlati con i dati di bilancio dell ultimo esercizio. Legenda degli indici di bilancio utilizzati per l analisi delle società vinicole Definizione Descrizione Redditività netta ROE netto = Utile netto / Capitale netto Redditività lorda ROE lordo = Risultato caratteristico / Capitale netto Flusso di redditività netta CFROE = Cash flow ROE / Capitale netto Redditività sugli investimenti totali ROA = Risultato caratteristico / Capitale attivo netto Redditività sul capitale investito ROI = Risultato operativo / Capitale investito netto Costo dei debiti finanziari CODF = Oneri finanziari / Debiti finanziari Costo dei debiti totali CODT = Oneri finanziari / Indebitamento netto (al netto dei debiti commerciali) Redditività netta sul venduto ROS = Risultato operativo / Ricavi Redditività lorda sul venduto GROS = Risultato operativo lordo / Ricavi Margine di redditività finanziaria lorda ROI CODF Margine di redditività finanziaria netta ROA CODT Margine (lordo) sul venduto Margine industriale lordo / Ricavi Margine di valore aggiunto Valore aggiunto / Ricavi Crescita dei ricavi (Ricavi t - Ricavi t-1 ) / Ricavi t-1 Crescita degli investimenti (Immobilizz. tecniche lorde t Immobilizz. tecniche lorde t-1 ) / Immobilizz. tecniche lorde t-1 Produttività del capitale investito Ricavi / Capitale investito netto Intensità delle immobilizzazioni tecniche Immobilizz. tecniche lorde / Ricavi Intensità dei crediti commerciali Crediti commerciali / Ricavi Intensità delle scorte Scorte / Ricavi Capitalizzazione delle attività Capitale netto / Attivo totale Struttura Capitale netto / Capitale fisso Copertura (Capitale fisso + Debiti pluriennali) / Capitale fisso Disponibilità (Attivo corrente - debiti commerciali) / Paasivo corrente Tesoreria Liquidità immediate / Debiti finanziari correnti Indebitamento netto Indebit. Netto / Capitale netto Indebitamento finanziario Indebit. Finanz. / Capitale netto Durabilità dei debiti finanziari DF bt / DF mlt Autonomia finanziaria lorda Risultato caratt. / Oneri finanz. Autonomia finanziaria netta (Risultato operativo lordo Imposte) / (Oneri finanziari + Ammortamenti) 1 Indagine sul settore vinicolo italiano realizzata e pubblicata dall Ufficio Studi di Mediobanca s.p.a. che nell edizione 2007, riferita anch essa ai bilanci fino al 2005, tratta un campione delle maggiori 85 società che sono, complessivamente, quelle che formano le classi A e B delle maggiori società vinicole dell Osservatorio Finanziario delle Società Vinicole Italiane. Stefano Cordero di Montezemolo montezemolo@unifi.it 2

3 L EVOLUZIONE DEL CAMPIONE DI SOCIETÀ VINICOLE ANALIZZATE L evoluzione del campione aggregato mln ± % % 05 05/04 04/03 03/02 02/ Ricavi 3, ROE netto Margine ind. Lordo 1, ROE lordo Valore aggiunto ROA Risultato operativo ROI Risultato netto Margine sul venduto Attivo totale 5, ROS Immobilizz. tecniche 2, GROS Debiti finanziari 1, Costo debiti finanziari Capitale netto 1, Costo dei debiti totali I principali dati di bilancio delle quattro classi mln euro Classe A Classe B Classe C Classe D ± % ± % ± % ± % Ricavi 2,642 2, Margine ind. 1, Valore aggiunto Risultato oper Risultato netto Attivo totale 3,508 3, Immob. tecniche 1,394 1, Debiti finanziari Capitale netto 1,230 1, Nel 2005, il tasso di crescita dei ricavi del complessivo campione (+1.6%) ha confermato la linea di tendenza alla progressiva riduzione che si è andata creando dopo la fase di espansione del settore che sembra essersi completata tra il 2001 ed il Tenuto conto che nel corso del 2005, il settore vinicolo italiano ha registrato una nuova ripresa delle vendite, il basso tasso di crescita dei ricavi è spiegato in misura largamente prevalente dalla riduzione dei prezzi di vendita per fronteggiare la crescente concorrenza internazionale, un eccesso d offerta rispetto ai volumi di vendita e il rafforzamento dell euro nei mercati valutari. Nonostante la bassa crescita dei ricavi, i risultati di redditività dell intero campione sono complessivamente migliorati rispetto ai due precedenti esercizi in cui si erano registrate significative contrazioni. Il livelli di redditività sono migliorati sia intermini assoluti sia in termini relativi: gli indici ROE, ROA e ROI sono migliorati rispetto al 2004 anche se rimangono a livelli significativamente inferiori a quelli raggiunti tra il 2001 ed il Sul lato delle poste di conto economico, la ragione principale di questi incrementi di redditività è la crescita del margine industriale lordo (+6.2%), prodotto in parte dalla crescita dei ricavi e in altra parte dalla riduzione del costo del venduto (-1.1%) come già avvenuto nel corso del 2004 e, altresì, dalla positiva crescita delle poste di natura finanziaria per l ulteriore riduzione del costo dei debiti finanziari. Tutte le altre categorie di costi hanno avuti tassi di crescita superiori a quello dei ricavi anche se l altra principale componente dei costi di produzione di queste imprese, i costi per servizi, ha avuto un tasso di crescita (2.8%) leggermente superiore a quello dei ricavi e, comunque, più contenuto rispetto agli esercizi precedenti; Il consistente recupero della redditività sul venduto a livelli superiori a quelli del 2003 è stata, tuttavia, in parte compensata dalla ulteriore e consistente crescita del capitale investito e, soprattutto, delle immobilizzazioni tecniche. La conseguenza di questo fenomeno è che la crescita del ROI è stata molto più contenuta rispetto a quella del ROS; L elevata e persistente crescita degli investimenti in capitale fisso si dimostra essere uno dei veri fattori critici di questo settore che ne riduce i livelli di redditività ben al di sotto i suoi potenziali nel rispetto dei relativi valori della produzione e dell efficienza nella gestione dei costi di produzione. L elevata e sistematica crescita degli investimenti in immobilizzazioni tecniche genera un eccesso di capacità produttiva ed un intensità del capitale investito che determinano una riduzione dei margini reddituali ben oltre quella prodotta dalla minore crescita dei ricavi e dalla maggiore concorrenza internazionale da parte di produttori con profili di costi e di prezzi più ridotti. Stefano Cordero di Montezemolo montezemolo@unifi.it 3

4 25 Crescita ricavi Crescita investimenti in capitale fisso Tasso di crescita - % Nell ultimo esercizio si conferma la riduzione del costo dei debiti finanziari, anche se con una variazione inferiore rispetto all anno precedente, che insieme alla crescita della redditività industriale (ROI) spiegano il recupero della redditività del capitale netto (ROE) anche se la stessa rimane a livelli inferiori a quelli raggiunti alla fine della fase espansiva del settore; Nel corso del 2005, la classe C ha avuto il più elevato tasso di crescita dei ricavi, significativamente superiore alla media (+3.8%), dopo la significativa contrazione del 2004 e la sistematica minore crescita degli anni precedenti rispetto alle due classi di maggiori imprese. Durante l ultimo esercizio è la classe B che ha avuto un tasso di crescita dei ricavi negativo e la classe D ha avuto un tasso di crescita quasi invariato; Nonostante abbia avuto un tasso di crescita negativo dei ricavi, è la classe B che ha avuto il migliore incremento di redditività, sebbene negli anni precedenti questa classe di imprese avesse già avuto i livelli maggiori di redditività rispetto a tutte le altre classi. La superiore crescita dei livelli di redditività di questa classe di imprese è parzialmente spiegata dai minori costi del venduto in linea con quelli delle classi A e C ma dalla inferiore crescita dei costi per servizi e, soprattutto, dei costi di struttura. Come già indicato nelle precedenti edizioni, in questa classe c è la maggiore incidenza di imprese caratterizzate da una più elevata flessibilità operativa per la minore intensità dei costi fissi e del capitale fisso che favoriscono una gestione più redditizia anche le fasi di minore crescita e di maggiore concorrenza sui prezzi di vendita; A fronte dei superiori miglioramenti dei livelli reddituali, la classe B è quella che ha avuto il maggiore incremento della dotazione di immobilizzazioni tecniche, sebbene questa classe, come già indicato, abbia una complessiva minore intensità del capitale fisso. Viceversa, la classe A che ha avuto incrementi più limitati dei livelli reddituale ha accresciuto agli impieghi in capitale fisso in misura largamente inferiore; La classe A mostra ancora una dinamica di evoluzione più costante con performance più equilibrate rispetto alla classe B. In effetti, questa classe mostra tassi di crescita dei ricavi, dei livelli reddituali e del capitale fisso più correlati anche se con minore intensità di variazione rispetto alla classe B. Questi dati confermano che la classe A ha una maggiore solidità economica e patrimoniale rispetto alle altre classi in relazione alle sue superiori dimensioni strutturali; Le due classi di dimensioni inferiori, la classe C e la classe D, confermano la tendenza alla riduzione dei livelli reddituali anche se con dinamiche differenziate. Per la classe C la riduzione dei livelli reddituali è spiegata da una crescita a tassi largamente superiori dei costi di struttura, in particolare del costo del lavoro, rispetto al positivo incremento dei ricavi, del margine industriale lordo e del valore aggiunto. In questi termini, la classe C mostra di avere recuperato posizioni in termini di competitività mentre ne ha perse sul fronte dell efficienza gestionale. Viceversa, per la classe D si è realizzata una grave perdita dei livelli reddituali per una perdita combinata della capacità competitiva (con una riduzione dei livelli del margine industriale lordo e del valore aggiunto e, altresì, dell efficienza gestionale (con un significativo incremento relativo dei costi di struttura); I diversi andamenti dei livelli reddituali hanno avuto effetti anche sui tassi di crescita degli impieghi in capitale fisso. Sebbene, come più volte sottolineato anche nelle precedenti edizioni, la crescita del capitale fisso possa essere un fattore strutturalmente negativo per le performance economiche di questo settore, le classi di maggiori dimensioni hanno potuto accrescere la propria dotazione di immobilizzazioni tecniche in misura largamente superiore a quella delle classi di minori dimensioni. Stefano Cordero di Montezemolo montezemolo@unifi.it 4

5 L ANALISI DEGLI INDICI DI BILANCIO DELLE QUATTRO CLASSI DI SOCIETÀ VINICOLE I principali indici economici e finanziari delle quattro classi di imprese vinicole Dati in % Classe A Classe B Classe C Classe D y y y y ROE netto ROE lordo CFROE ROA ROI Costo dei debiti finanziari Costo dell indebitamento totale ROS GROS Margine lordo sul venduto Valore aggiunto sul venduto Crescita dei ricavi Crescita investimenti in immob. tecn Ricavi / Capitale investito netto Immob. tecn. / Ricavi Crediti commerciali / Ricavi Scorte / Ricavi Capitale netto / Attivo totale Indice di struttura Indice di copertura Indice di disponibilità Indice di tesoreria Indebit. Netto / Capitale netto Indebit. Finanz. / Capitale netto DF bt / DF mlt Indice lordo di autonomia finanziaria Indice netto di autonomia finanz.iarie La classe A Tutti gli indicatori di redditività della classe A sono migliorati rispetto all esercizio precedente ma rimangono a livelli significativamente inferiori alla media degli ultimi cinque anni. L indicatore di redditività che ha avuto il maggiore incremento è il ROE lordo, in modo molto maggiore rispetto al ROA ed al ROI ad indicazione che alla redditività sul capitale netto hanno contribuito in modo rilevante anche i rendimenti degli investimenti finanziari (partecipazioni, finanziamenti e attività monetarie). Nell ultimo esercizio c è stato un importante miglioramento dei margini di redditività finanziaria, sia come differenza tra il ROA ed il costo dei debiti totali sia come differenza tra il ROI ed il costo dei debiti finanziari per la ulteriore riduzione del capitale di debito a valori molto inferiori rispetto alla media quinquennale; La classe A, oltre ad avere avuto una positiva crescita del fatturato (+2.1%), ha avuto una significativa espansione del margine lordo (+1.8 punti percentuali) e del valore aggiunto (+1.9) sul venduto portando questi due indicatori a valori superiori alla media degli ultimi cinque esercizi. Questi dati indicano, che le imprese di più grandi dimensioni hanno recuperato capacità competitiva rispetto al periodo in cui gli effetti della minore attrattività del settore (maggiore competizione, crescita elevata della capacità produttiva e incremento del valore dell euro) avevano prodotto effetti negativi sul margine lordo e sul valore aggiunto sul venduto di questa classe di imprese. Questi dati indicano, altresì, che la crescita dei costi per servizi è stata più contenuta rispetto agli esercizi precedenti e potrebbe segnalare una maggiore attenzione di queste imprese al contenimento di queste spese che, nel passato, avevano contribuito a ridurre le relative condizioni di redditività; Anche il ROS ha avuto un positivo miglioramento (+0.7) anche se, come per gli indici di redditività sul capitale investito, rimane a valori inferiori alla media quinquennale. Invece, il GROS ha avuto un incremento maggiore (+1.0) ed ha raggiunto livelli in linea con la media quinquennale a dimostrazione che la gestione operativa di queste imprese è migliorata non solo per ragioni di capacità competitiva ma anche di efficienza operativa. Il minore miglioramento del ROS rispetto al GROS è spiegata dalla crescita dei costi per ammortamenti porta ad un minore incremento del ROS e conferma che l elevata e sistematica crescita degli investimenti in capitale fisso con tassi superiori alla crescita dei ricavi e con la conseguenza di una crescente intensità delle immobilizzazioni tecniche; Nel corso del 2005 si è registrata un ulteriore riduzione della produttività del capitale investito, in larga misura per la maggiore intensità del capitale fisso e in minore misura delle scorte, mentre quella dei crediti commerciali rimane costante; In generale, nell ultimo esercizio le imprese della classe A hanno registrato un ulteriore peggioramento della struttura patrimoniale. Sebbene il tasso di capitalizzazione delle attività sia rimasto costante, gli altri due indici che mi- Stefano Cordero di Montezemolo montezemolo@unifi.it 5

6 surano il grado di solidità della struttura patrimoniale consolidata gli indici di struttura e di copertura hanno a- vuto un peggioramento. Sul fronte della struttura patrimoniale corrente, l indice di tesoreria ha avuto un miglioramento e, tuttavia, l indice di disponibilità ha avuto una significativa contrazione che riduce il grado di solidità della struttura patrimoniale corrente; Sul fronte della struttura finanziaria, invece, le imprese della classe A hanno avuto un complessivo miglioramento. Gli indici di indebitamento, sia quello totale sia quello finanziario, hanno avuto un leggero miglioramento, mentre consistenti miglioramenti si sono registrati per quanto riguarda gli indici di autonomia finanziaria corrente e gli indici di urabilità dei debiti finanziari. Invece, il miglioramento dell indice di solvibilità risulta marginale anche se i suoi livelli sono largamente sufficienti e superiori a quelli delle imprese di minori dimensioni che, come verrà analizzato dopo, sono a livelli negativi (molto negativi per quanto riguarda la classe D). La classe B La classe B, sebbene abbia avuto nuovamente una contrazione dei ricavi (-0.9%), come l anno precedente, ha registrato un positivo incremento di tutti gli indici di redditività, al pari della classe della A, e in misura superiore in termini di ROE netto (per una relativa migliore contribuzione delle poste straordinarie) che ha raggiunto un livello superiore alla media quinquennale. L incremento degli indici di redditività, unito ad una ulteriore riduzione del costo dell indebitamento, hanno portato ad un significativo accrescimento del margine di redditività finanziaria lorda (ROI COFD) e netta (ROA COTD). Cita e di maggiore competitività, le imprese di questa classe siano comunque riuscite a sviluppare maggiori efficienze di gestione sui costi per servizi e di struttura oltre ad avere beneficiato dei minori costi per acquisti. Questa maggiore produttività industriale spiega la consistente crescita del risultato netto di questa classe (13.4%). Per la classe B, gli incrementi degli indici di redditività sono determinati dal sensibile miglioramento degli indici di marginalità (che misurano il rapporto tra i diversi risultati della gestione industriale ed il livello dei ricavi), che hanno tutti raggiunto valori superiori a quelli medi quinquennali. In particolare, per questa classe si deve registrare un sensibile incremento del margine sul venduto e del margine di valore aggiunto che variazioni positive di +2.3 e +2.2 punti percentuali. Questi dati rivelano che queste imprese, nonostante un contesto di maggiore competizione, hanno complessivamente migliorato le loro performance strategiche. L incremento invece degli indici di redditività sul venduto (GROS e ROS) sono stati inferiori a indicazione che queste imprese hanno perso una parte dei margini di redditività sui costi di struttura; Per quanto riguarda gli indici di produttività del capitale investito, si è registrato un peggioramento, come per tutto il complessivo campione, per una crescita ulteriore e significativa degli investimenti in immobilizzazioni tecniche anche se con tassi largamente inferiori alla medie quinquennale. Come per la classe A, l intensità dei crediti commerciali è cresciuta in modo marginale mentre il peso delle scorte sui ricavi è rimasto invariato a conferma di un mantenimento stabile della posizione gestionale delle imprese maggiori sui fattori industriali del capitale circolante; Gli indici di struttura patrimoniale mostrano segnali in parte contrastanti. C è stato un miglioramento significativo degli indici di capitalizzazione delle attività aziendali, di disponibilità e di tesoreria, mentre c è stato un peggioramento degli indici di struttura e di copertura. Questo quadro segnala che, sebbene gli indici più significativi per misurare l equilibrio della struttura patrimoniale siano migliorati queste imprese, sebbene dotate di una minore intensità del capitale fisso rispetto alle altre tipologie analizzate, possono migliorare la gestione finanziaria con un maggiore apporto dei finanziamenti più duraturi (capitale proprio e debiti pluriennali) a copertura degli investimenti in capitale fisso; La classe B ha avuto un consistente (e largamente superiore alle altre classi) miglioramento della struttura finanziaria. Tutti gli indici riferiti a questa componente della gestione aziendale hanno avuto un sensibile miglioramento che consentono a questa categoria di imprese di mostrare un grado di solvibilità largamente superiore a quello delle altre classi di imprese. In particolare, l indice di indebitamento netto di è ridotto da 1.47 a 1.30 ben al di sotto della media quinquennale; il rapporto tra debiti finanziari a breve e quelli a medio/lungo termine è passato da 1.50 a 1.17 e l indice di autonomia finanziaria netta è passato da 1.47 a 1.77; La classe C A fronte di un consistente incremento dei ricavi, superiore a tutte le altre classi e in linea con la sua media quinquennale, la classe C ha avuto un ulteriore contrazione dei propri indici di redditività. Il ROE netto è ormai vicino a valori nulli, mentre tutti gli altri indici di redditività hanno avuto una riduzione tra 0.4 e 0.8 punti percentuali. Questa classe, quindi, conferma e rafforza una situazione di margini di redditività finanziaria. Peraltro, mentre il costo dell indebitamento finanziario si è ridotto, al pari delle due classi di imprese maggiori, il costo dell indebitamento totale è rimasto invariato penalizzando il margine netto di redditività finanziaria.; La riduzione degli indici di redditività di questa classe è stata prodotta, sul piano industriale, da un contestuale peggioramento delle performance sia sul lato degli indici di marginalità sia sul lato della produttività del capitale investito. Per quanto riguarda gli indici di marginalità, la riduzione è stata prodotta da una dinamica negativa dei costi per servizi e dei costi di struttura, soprattutto quelli relativi al capitale fisso. In effetti, a fronte di un incremento del margine sul venduto c è stata una leggera contrazione del margine di valore aggiunto e più significative riduzioni della redditività operativa sul venduto. Sul lato della produttività del capitale investito, si deve registrare un genera- Stefano Cordero di Montezemolo montezemolo@unifi.it 6

7 le peggioramento del rapporto tra tutte le sue componenti ed i ricavi. Oltre alla crescita dell intensità delle immobilizzazioni tecniche, che è generale a tutte le classi di imprese, c è stato un incremento relativo sia dei crediti commerciali sia delle scorte. Questi dati sembrano indicare una insufficiente capacità gestionale da parte del management che non riesce a controllare in modo efficace ed efficiente i fattori di gestione più direttamente rispondenti alla struttura aziendale, al di là delle dinamiche competitive del mercato vinicolo; Mentre sul fronte della struttura patrimoniale, questa classe mostra una generale stabilità dei relativi indicatori, anche se con un marginale ulteriore peggioramento; è sul fronte della struttura finanziaria che la classe C mostra un grave ed ulteriore peggioramento di tutti gli indicatori, in particolare quelli che misurano il grado di autonomia finanziaria, che in prospettiva e senza una effettiva inversione di tendenza possono portare numerose imprese di questa classe a situazioni di crisi finanziaria e perfino ad una strutturale insolvenza. La classe D Per l esercizio 2005 si conferma e, perfino, si aggrava la negativa situazione economica e finanziaria di questa classe di imprese vinicole. Sebbene la classe D abbia avuto un leggero incremento dei ricavi, i suoi indicatori di redditività hanno registrato un significativo ed ulteriore peggioramento rispetto a livelli già negativi raggiungi nel corso del In particolare, sia il ROE lordo sia il ROI hanno raggiunto livelli negativi a indicazione di una situazione sempre più preoccupante per le prospettive di molte delle imprese che formano questa classe. A fronte di questo, il costo dell indebitamento è cresciuto come probabile risposta del maggiore rischio di affidamento di queste imprese, rendendo altresì ancora più gravi le performance in termini di margini redditività finanziaria; La riduzione degli indici di redditività della classe D è, in primis, spiegata da una progressiva perdita di competitività del modello aziendale tipico di queste imprese che si manifesta in una consistente riduzione del margine sul venduto (-1.5 punti) e del margine di valore aggiunto (-1.3 punti). La maggiore concorrenza nel settore, la maggiore pressione sui prezzi e le peggiori di cambio valutario hanno portato ad una consistente riduzione dei margini o- perativi in un segmento del settore vinicolo caratterizzato da un elevata numerosità di imprese con scarsa capacità commerciale e con sempre minori spazi di differenziazione qualitativa e produttiva; A precedenti dati si deve aggiungere che la maggiore rigidità dei costi di struttura di queste imprese ha avuto ulteriori effetti negativi sugli indici di redditività operativa sul venduto con contrazioni di 2.2 punti percentuali del GROS e 4.0 punti percentuali del ROS; Contestualmente, la classe D ha registrato un ulteriore peggioramento degli indici di produttività del capitale investito a causa di una crescita dell intensità delle immobilizzazioni fisse (per un tasso di crescita degli investimenti superiori al tasso di crescita dei ricavi) e delle scorte, nonostante il miglioramento del rapporto tra i crediti commerciali ed i ricavi. In particolare, la significativa crescita del rapporto tra le scorte ed i ricavi, in continuazione con i più recenti esercizi, mostra che queste imprese si stanno confrontando con una progressiva minore capacità distributiva delle proprie produzioni; Il peggioramento delle performance di queste imprese viene registrato anche sul fronte della struttura patrimoniale e della struttura finanziaria. Per quanto riguarda la struttura patrimoniale, il peggioramento riguarda tutti gli indicatori in modo quasi equivalente, salvo un miglioramento dell indice di disponibilità per la forte riduzione dei debiti commerciali che, tuttavia, rappresenta una ulteriore indicazione della minore competitività di queste imprese che devono garantire condizioni più stringenti di pagamento dei propri fornitori; Sul fronte della struttura finanziaria, il peggioramento è molto più consistente e preoccupante. I tassi di indebitamento sono cresciuti in modo molto elevato, sebbene la struttura dei debiti finanziari veda una maggiore incidenza della componente a medio-lungo termine ma, soprattutto, per la forte crescita dei finanziamenti soci (che per il calcolo degli indici sono trattati come debiti finanziari pluriennali). Solo questi dati direbbero della gravità crescente della situazione finanziaria di queste imprese che viene, altresì, rafforzata dall andamento degli indici di autonomia finanziaria che sono letteralmente crollati a livelli che rivelano, già al tempo attuale e ancor più in prospettiva, una complessiva situazione di insolvibilità di molte imprese che formano questa classe. LE INTERPRETAZIONI DI SINTESI Per le considerazioni di sintesi, in questa terza edizione s intende concentrarsi solo sui punti chiave e più rilevanti per formulare alcune valutazioni strutturali sul complessivo settore vinicolo italiano, rinviando alle precedenti due edizioni per le altre interpretazioni di dettaglio che, in larga parte, come si può ricavare dalla lettura dei punti riferiti al complessivo campione e alle singole classi di imprese, sono confermate dai dati più recenti; Per quanto riguarda il generale contesto di riferimento, c è un ormai consolidata tendenza verso minori tassi di crescita dei ricavi che, negli ultimi anni, vengono spiegati più dalla contrazione dei prezzi di vendita che dalla ulteriore riduzione dei consumi pro-capite di vino. La più recente crescita dei margini sul venduto realizzata da alcune componenti del settore vinicolo viene, quindi, spiegata da un minore costo del venuto per la consistente riduzione dei prezzi delle materie prime vinicole per la superiore offerta rispetto agli stabili volumi di acquisto e/o di utilizzazione (per questo fenomeno sia ciclico o strutturale bisogna aspettare la verifica dei prossimi esercizi). Laddove si sono registrati migliori margini sul venduto, tuttavia, essi sono stati in parte assorbiti da superiori costi per servizi che vanno spiegati dalla necessità di sostenere crescenti spese commerciali e distributive per fronteggiare la maggiore concorrenza e le progressive minori condizioni di attrattività strutturale del settore. Stefano Cordero di Montezemolo montezemolo@unifi.it 7

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