DA DIRITTO ALLA CASA A DIRITTO ALL ABITARE LA CASA COME AMMORTIZZATORE SOCIALE
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- Giuliana Casagrande
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1 DA DIRITTO ALLA CASA A DIRITTO ALL ABITARE LA CASA COME AMMORTIZZATORE SOCIALE l nostro paese deve percorrere ancora molta strada per dare dignità al diritto alla casa. Il diritto all'abitare deve diventare un diritto inalienabile, garanzia di uno sviluppo sano, armonico, democratico di una società moderna. E indispensabile che la politica recuperi la centralità del diritto all abitare quale tema inscindibilmente connesso alla questione della preservazione del welfare, anche a livello territoriale. La perdurante crisi economica sta ingenerando la perdita di migliaia di posti di lavoro con il permanere di situazioni lavorative caratterizzate da una estrema precarietà e limitatezza temporale. Questi fattori aggravano la crisi di un sistema abitativo che non è in grado di dare una risposta adeguata ad una domanda che di anno in anno, di mese in mese, sta diventando sempre più complessa e articolata per composizione sociale, livelli di reddito, esigenze di mobilità sul territorio e qualità urbana ed edilizia. Anche nella nostra Regione il disagio abitativo sta progressivamente compromettendo la coesione sociale. Nella nostra Regione sono divenute troppe le persone, le famiglie, che fino a pochi anni fa non avrebbero mai immaginato di trovarsi a perdere l abitazione affittata, oppure acquistata I dati allarmanti del disagio abitativo a livello nazionale mila domande presentate ogni anno per il fondo di sostegno all affitto, 150 mila famiglie sfrattate per morosità incolpevole nei prossimi cinque anni alle quali se ne aggiungono altre 50 mila i cui componenti sono anziani, portatori di handicap, malati terminali, con basso reddito che senza ulteriori proroghe verranno sfrattati senza la garanzia del passaggio da casa a casa - sono purtroppo rappresentati anche nella realtà della Toscana. Giovani, singoli o in coppia, famiglie monoparentali, spesso con figli a carico, generate da divorzi e separazioni (circa ), cittadini migranti (circa ogni anno), anziani in gran parte soli e portatori di handicap, famiglie che hanno perso l alloggio in proprietà per l impossibilità di onorare le rate del mutuo o a l alloggio in affitto a causa della perdita del lavoro o per il fallimento della propria attività artigianale-imprenditoriale, si rivolgono oggi quasi esclusivamente al libero mercato dell affitto, che li accoglie con canoni di locazione totalmente incompatibili con la loro capacità e continuità di reddito, con contratti capestro e con uno stock di alloggi di bassa qualità sotto il profilo qualitativo, manutentivo e delle dotazioni di sicurezza interne, mentre i comuni, sono travolti dall emergenza. L aumento esponenziale degli sfratti per morosità, che in Toscana ha raggiunto l 85% del totale, rappresenta solo la punta di una realtà ben più preoccupante rappresentata dalle migliaia di famiglie che partecipano ai bandi per l assegnazione di una casa popolare, dai 2/3 dei giovani di età compresa tra i 25 e 36 anni rassegnati a vivere, loro malgrado, con i genitori perché i loro redditi non consentono il pagamento di un affitto. L azione del governo nazionale ha acuito oltre ogni limite tollerabile il problema abitativo nel nostro Paese. Esemplari sotto tale profilo sono l ulteriore drastica riduzione del fondo per il sostegno ai canoni d affitto, il perdurante mancato finanziamento del settore dell edilizia pubblica, l introduzione della cosiddetta cedolare secca per qualsiasi tipologia contrattuale. In questo modo, il governo introduce la riduzione della pressione fiscale a favore dei proprietari con maggiori redditi, senza alcuna contropartita in termini sociali, in contrasto con il dettato costituzionale sulla progressività delle imposte.
2 CGIL, CISL, UIL, SUNIA, SICET, UNIAT, UNIONE INQUILINI ritengono che la situazione rappresentata imponga al Governo ed al Parlamento di affrontare il problema con provvedimenti urgenti previa immediata convocazione delle parti sociali, per il rispetto dell impegno assunto dal Ministero delle Infrastrutture di aprire il tavolo di confronto sulla riforma del regime delle locazioni, come già richiesto da CGIL, CISL, UIL e SUNIA,SICET,UNIAT, UNIONE INQUILINI. CGIL, CISL, UIL, SUNIA, SICET, UNIAT, UNIONE INQUILINI, ritengono che una politica della casa non episodica o emergenziale, che assuma in sé anche l esigenza di contrastare l evasione fiscale del settore, richieda: 1. la riduzione degli affitti del mercato privato attraverso la riforma del regime delle locazioni; 2. una ulteriore proroga degli sfratti che comprenda anche quelli per morosità incolpevole; 3. la tracciabilità dei pagamenti; 4. la detrazione fiscale dei canoni pagati dai conduttori; 5. la ripresa di un finanziamento costante del settore dell edilizia pubblica attraverso la costituzione di un fondo nazionale per le politiche abitative alimentato da quote derivate dalla fiscalità generale, dal prelievo sulle rendite e dalle plusvalenze realizzate nel comparto immobiliare. che stabilmente garantisca crescita e manutenzione del patrimonio. Queste richieste devono essere oggetto di confronto anche con la Regione Toscana per trovare, nell ambito dei poteri previsti dall art. 117 della Costituzione, soluzioni che vadano verso l indirizzo proposto a livello nazionale col Governo, per impostare un lavoro vertenziale e di confronto che, pur tenendo conto delle specificità territoriali, si muova su linee comuni che diano forza reciproca ai livelli di contrattazione, nazionale, regionale e territoriale. Con la Regione Toscana ci sono le condizioni per sviluppare un confronto programmatico per ricercare soluzioni condivise e per dare progressione ad un lavoro già iniziato con la contrattazione sociale territoriale. In particolare, CGIL, CISL, UIL, SUNIA SICET UNIAT, UNIONE INQUILINI, ritengono necessario avviare il confronto con la Regione Toscana e anche con ANCI Toscana e gli operatori del settore per: - la costituzione di un osservatorio regionale sul fabbisogno abitativo. E necessario un aggiornamento costante del patrimonio ERP e a canone agevolato, un monitoraggio costante e qualificato dei reali bisogni legati all abitare che metta in rete i dati provenienti dai singoli Comuni, a partire dai bandi per le case popolari, a quelli per il contributo in conto affitto, alle istanze di emergenza abitativa rivolte ai servizi sociali, ai dati sugli alloggi sfitti e sul tipo di contratti di locazione stipulati e l entità dei canoni, da avere dalle Agenzie delle Entrate, oltre ai dati sulle sentenze di esecuzione degli sfratti, sia per finita locazione che per morosità, da ottenere dalle Prefetture e dagli Uffici degli Ufficiali Giudiziari. La costituzione dell osservatorio è uno strumento indispensabile per una programmazione che permetta di individuare risposte adeguate alla quantità e qualità della domanda casa; - Garantire il passaggio da casa a casa alle famiglie sottoposte a provvedimenti di sfratto, sia per finita locazione, sia per morosità incolpevole. Una recente sentenza
3 della Corte Costituzionale ha stabilito che le Regioni hanno la prerogativa di individuare le procedure per la graduazione degli sfratti proprio al fine di consentire il cosiddetto passaggio da casa a casa alle famiglie che si trovano a dover subire uno sfratto con forza pubblica. Si richiede alla Regione Toscana che determini azioni per un governo condiviso del bisogno abitativo tra gli Enti locali e Istituzioni preposte,attraverso il confronto con le Parti sociali; - individuare una modalità di finanziamento regionale costante per interventi finalizzati all affitto a canone sociale; - adeguare il fondo affitti a sostegno del reddito delle famiglie più deboli; - finanziare progetti e iniziative a sostegno della locazione privata a canone agevolato e per la rinegoziazione di nuovi contratti di locazione per famiglie sotto convalida di sfratto per morosità derivante da significativa riduzione del reddito per motivi di lavoro e motivi di salute; - Impulso alla costituzione di Agenzie casa a livello comunale e intercomunale, allo scopo di far incontrare la domanda con l offerta abitativa in affitto. Le Agenzie potrebbero far diventare il fondo affitti uno strumento di politica attiva dell abitare, nel senso di contribuire ad incrementare l offerta in locazione facendola incontrare con una domanda sempre più differenziata e diffusa sul territorio, rapportandosi anche con il mercato privato per il reperimento di alloggi da affittare a canone concordato offrendo una serie di incentivi e garanzie al proprietario e all inquilino; - allargare l offerta abitativa in affitto, a canone sociale e, comunque, sostenibile per le fasce deboli : nuclei unipersonali, famiglie monoreddito, giovani, immigrati, anziani, giovani coppie, ecc; - favorire i Comuni che intendono realizzare interventi di edilizia sociale finalizzati all affitto attraverso piani di recupero di aree già edificate - recuperare ai fini abitativi e sociali gli edifici o le aree del demanio dello Stato, degli Enti locali e delle Aziende Sanitarie non più utilizzati per l'uso originario con particolare attenzione al Demanio Militare, - realizzare progetti sperimentali che attuino forme di condominio solidale, rafforzino e promuovono l'autogestione e l autorecupero; - predisporre un piano straordinario da destinare ai LODE per la manutenzione - straordinaria del patrimonio di edilizia pubblica esistente, per sviluppare politiche mirate al recupero ed alla qualificazione, mediante la messa in sicurezza degli impianti, favorendo interventi per il risparmio energetico, nonchè il superamento delle barriere architettoniche. Tali interventi amplierebbero l offerta di case in affitto a canone sociale. - favorire soluzioni abitative che rispondano a particolari bisogni legati a: fragilità, difficoltà motoria, socialità, sicurezza, servizi di prossimità, propri delle persone anziane e delle persone disabili.
4 - potenziare il settore dell edilizia universitaria, e per quanto di propria competenza, programmare un piano di investimenti per favorire la residenza universitaria a canone sostenibile, anche attraverso forme di co-housing con partner privati. - Agevolazioni ed incentivi per il recupero e frazionamento di alloggi di proprietà privati troppo grandi per chi vi abita (ad esempio anziani con disagiate condizioni economiche) e rendere così disponibili alloggi in affitto a canoni moderati a studenti, lavoratori fuori sede, giovani coppie. Per la realizzazione di questi obiettivi è necessario che il confronto con la Regione Toscana sia costante. Esso dovrà investire i criteri della programmazione regionale, le problematiche che ne discendono, e prevedere verifiche sui modi ed i tempi di realizzazione degli interventi. Il metodo del confronto e della concertazione è alla base della necessaria revisione ed adeguamento della legislazione regionale in materia di edilizia sociale, in particolare riguardo alla L.R.96/96 ed alla L.R.77/98. La revisione e l adeguamento di dette norme devono recepire contenuti per noi ritenuti indispensabili: - Snellimento delle procedure che intercorrono tra Regione, Enti locali (L.O.D.E.), aziende di gestione, per la realizzazione di interventi di edilizia a canone sociale e agevolato e per la manutenzione del patrimonio esistente. - Revisione dei massimali dei costi a mq per la costruzione degli alloggi di edilizia sovvenzionata a canone sociale, allo scopo di accrescerne la qualità,in particolare rispetto al risparmio energetico, la compatibilità ambientale e il rispetto delle norme per la sicurezza dei lavoratori; - Ottimizzazione delle aziende di gestione del patrimonio di ERP toscano per garantire un servizio omogeneo in termini di qualità ed efficienza, attraverso razionalizzazioni che evitino sprechi e costi non giustificati in particolare sotto il profilo gestionale; - Modifica della normativa sull'accesso all'erp adeguando, le attuali norme alle mutate condizioni oggettive e soggettive dei cittadini in stato di disagio abitativo e alle fasce deboli; - prevedere nella normativa che regola l alienazione degli alloggi di edilizia pubblica la garanzia della permanenza per coloro che non intendono acquistare. - Revisione della normativa sulla mobilità interna agli alloggi di ERP, incentivando il cambio consensuale per un più razionale utilizzo delle abitazioni, in modo da evitare il diffuso sovraffollamento e sotto utilizzazione di troppi alloggi. - Riconoscere e garantire la rappresentanza delle organizzazioni sindacali confederali e dell utenza nelle sedi ed ambiti di concertazione e contrattazione, a livello di Lode, Comuni e aziende di gestione.
5 CGIL, CISL, UIL, SUNIA SICET UNIAT, UNIONE INQUILINI, riconfermano la validità del cosiddetto canone sociale applicato in base alla progressività del reddito della famiglia assegnataria
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