I DOPOSCUOLA PARROCCHIALI NELLA DIOCESI DI MILANO. Rapporto di ricerca Anno 2010

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1 I DOPOSCUOLA PARROCCHIALI NELLA DIOCESI DI MILANO Rapporto di ricerca Anno 2010

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3 INDICE Introduzione pag. 3 Caritas ambrosiana e doposcuola pag. 5 Metodologia della ricerca pag. 7 Presentazione dei dati pag. 9 - La mappa dei doposcuola pag. 9 - Alcune caratteristiche del servizio pag. 11 Spunti di rifl essione e linee di lavoro pag. 31

4 Hanno collaborato alla stesura del documento: Luca Franchini, Giovanni Romano, Matteo Zappa. Un ringraziamento particolare a Roberta Nebuloni che con molta dedizione e competenza ha contribuito alla realizzazione della ricerca.

5 INTRODUZIONE Il doposcuola è sempre stato un servizio di confine. Tra il sostegno scolastico e quello economico, tra l aiuto a non far sentire i ragazzi in difficoltà dei tagliati fuori e l offerta a quelli stranieri di un opportunità in più per sentirsi italiani. Sono solo alcuni dei motivi che giustificano il coinvolgimento di Caritas Ambrosiana nel variegato mondo dei doposcuola presenti nelle nostre parrocchie ed oratori. Motivi che hanno come orizzonte l amore per un futuro che se non saprà declinare il verbo includere finirà per offrirci giorni amari, di conflitto e di emarginazione. Sì, perché la materia dei doposcuola è costituita dai ragazzi di oggi, gli uomini di domani. Ragazzi in deficit non solo culturale, ma di collocazione sociale, di speranza, di strumenti capaci di farli sentire riconosciuti, valorizzati, attesi nella grande partita dello sviluppo del nostro Paese che o sarà per tutti o non sarà, che o riuscirà a far sentire il maggior numero possibile di persone coinvolte e protagoniste, oppure genererà solo invidia e risentimento. In questi ultimi anni è tornato di moda il merito che si trasforma subito in meritocrazia. La cosa di per sé non è un male, almeno fino a che rappresenta un pungolo a dare il meglio di sé, a combattere la tentazione ad imboscarsi alla ricerca di scorciatoie da furbetti. Ma la logica del merito smette di essere accettabile nel momento in cui non è capace di tenere conto che non è vero che siamo tutti uguali, che nasciamo tutti uguali con le stesse opportunità. Se al criterio meritocratico non si affianca la preoccupazione di offrire a tutti gli strumenti per concorrere il più possibile a pari condizioni alla gara della vita, allora la logica del merito sarà portatrice di innumerevoli ingiustizie e sperequazioni, di fenomeni di marginalizzazione e di esclusione, con tutto il potenziale di conflitto che questo comporta. I numerosi ragazzi che frequentano i doposcuola sparsi nelle parrocchie e negli oratori della nostra grande diocesi rappresentano questo segmento di umanità a serio rischio di esclusione sociale. Ragazzi portatori di fragilità di diverso tipo: intellettivo, familiare, culturale, caratteriale. Ragazzi che nella scuola non riescono a trovare il supporto adeguato a colmare queste lacune. Ragazzi che nei nostri doposcuola trovano molto più che un insegnante di sostegno o un facilitatore linguistico: una comunità che - gratuitamente - mette a loro disposizione competenze e attenzioni educative per dire che a loro noi adulti teniamo, che il loro futuro ci interessa, perché ci interessa il futuro della nostra società. E per finire, una parola di gratitudine per i tantissimi volontari che permettono questo servizio tanto anonimo quanto decisivo. Possano sentire nel profondo della loro coscienza il gusto che viene dal sapere che la loro opera rimarrà inscritta per sempre nella vita di questi cittadini del domani e dell Italia che sarà. Don Roberto Davanzo 3

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7 CARITAS AMBROSIANA E DOPOSCUOLA Il mondo dei doposcuola si configura come una realtà multiforme che si compone di esperienze sempre uniche e originali, accomunate dall obiettivo di promuovere il successo formativo dei ragazzi, attraverso il sostegno nei compiti. Ogni progetto assume una forma propria determinata dal contesto e dalle motivazioni che lo hanno generato, dal territorio di appartenenza, dai ragazzi che lo frequentano, dai volontari e professionisti che in esso operano, dal tipo di rapporto instaurato con la scuola, con la famiglia e con le altre agenzie educative. I ragazzi che partecipano alle attività accedono al servizio su invio della scuola o su richiesta della famiglia: hanno generalmente difficoltà scolastiche, ma il criterio di accoglienza considera differenti domande e bisogni, in una costante attenzione a mantenere il doposcuola spazio di normalità. Da anni questo servizio si configura come importante luogo di promozione del benessere e di opportunità per i ragazzi italiani e stranieri che aderiscono alla proposta: è occasione per socializzare con il gruppo dei pari, per vivere relazioni positive con gli adulti, per essere accompagnati, incoraggiati e sostenuti nell affrontare le difficoltà scolastiche. In altre parole, il doposcuola è un luogo in cui a partire dal sostegno scolastico, realizzato anche attraverso modalità e strumenti differenti rispetto a quelli propri della scuola, è possibile accompagnare e sostenere i ragazzi nell affrontare i diversi compiti evolutivi, aiutarli nel superare le difficoltà che incontrano, valorizzarne risorse e competenze utili per il successo formativo e un più ampio benessere personale. La rete dei doposcuola è articolata in modo capillare in tutto il territorio diocesano ed è realizzata da soggetti differenti tra cui parrocchie, associazioni e cooperative; l oratorio il luogo privilegiato in cui spesso nascono e si sviluppano, a conferma del ruolo sociale ed educativo che esso ricopre quale segno concreto dell attenzione della comunità adulta nel prendersi cura dei più piccoli promuovendone i diritti. Il doposcuola è un esperienza fondata sul volontariato, sul servizio prestato in particolare da giovani studenti e donne o uomini in pensione. Negli ultimi anni, alla luce dei bisogni emergenti e per rispondere con maggiore competenza, molte esperienze hanno deciso di affiancare ai volontari figure professionali con compiti educativi, di coordinamento o di consulenza. I doposcuola costituiscono un area di particolare impegno per Caritas Ambrosiana che attraverso il lavoro dell Area Minori su questo tema svolge da parecchi anni attività di ricerca, studio, promozione, formazione e accompagnamento delle realtà che operano in diocesi. AREA MINORI E DOPOSCUOLA L Area Minori di Caritas gestisce da anni una Segreteria Doposcuola che ha l obiettivo specifico di sostenere le esperienze del territorio attraverso diversi servizi e attività. La Segreteria realizza un costante lavoro di osservatorio, studio, ricerca e documentazione su temi inerenti la scuola, la dispersione scolastica e i progetti educativi extrascolastici al fine di maturare competenze specifiche utili al mondo dei doposcuola diocesani. Da un lato si impegna a rispondere alle diverse esigenze dalle singole realtà, dall altro cerca di sostenere lo sviluppo di attenzioni progettuali capaci di accompagnare l evoluzione del servizio alla luce dei cambiamenti sociali, culturali e organizzativi del contesto attuale. In particolare, con l obiettivo di avere una costante attenzione alle specificità dei diversi territori, la Segreteria coordina una Commissione che si incontra regolarmente per affrontare 5

8 e sviluppare riflessioni su tematiche e problematiche che i doposcuola quotidianamente si trovano ad affrontare, e per fornire poi strumenti o strategie spendibili in tale direzione. I servizi e le attività che propone sono i seguenti: Seminari formativi Realizzazione durante l anno di seminari e convegni tematici presso la sede centrale di Milano o nelle diverse zone pastorali. I seminari rappresentano un occasione in cui approfondire dal punto di vista teorico alcuni temi e sfide che i doposcuola affrontano e offrono uno spazio di confronto tra i partecipanti che, nel portare la propria specifica esperienza, hanno l opportunità di interagire tra loro e coi relatori costruendo un sapere partecipato utile a tutta la rete. Percorsi di formazione e supervisione sul territorio Realizzazione di corsi di formazione o percorsi di accompagnamento e supervisione sul territorio, co-progettati con i singoli doposcuola o con reti locali di doposcuola. Formazione I percorsi formativi riguardano le tematiche che interrogano maggiormente l attività dei doposcuola: la relazione educativa, il metodo di studio, il lavoro con culture altre, le dinamiche di gruppo, il ruolo del volontariato La proposta si traduce generalmente in percorsi di 3 incontri realizzati sul territorio e rivolti a singoli doposcuola o a diverse realtà territorialmente vicine. Supervisione La proposta, sviluppata negli ultimi anni, consiste in un accompagnamento costante dei volontari e/o degli operatori dei doposcuola durante l anno, con incontri mensili o bimestrali, realizzati da pedagogisti o psicologi che attraverso il proprio sguardo esterno aiutano i doposcuola a rileggere la propria quotidianità, identificando strategie utili per superare le difficoltà sempre diverse che si presentano nel lavoro di sostegno dei ragazzi. Sostegno progettuale Consulenza alla progettazione offerta sia a doposcuola già attivi, sia a parrocchie, associazioni o gruppi di volontari che desiderano dar vita a questo servizio. La consulenza cerca di mettere a frutto l esperienza maturata negli anni e il lavoro di osservatorio per costruire esperienze che, nel rispetto delle specificità, possano garantire qualità nel rispondere ai bisogni portati. Orientamento nella ricerca di fi nanziamenti e nella partecipazione ai bandi Consulenza nella ricerca di possibili canali di finanziamento utili, laddove ve ne fosse la necessità, per supportare le attività attraverso risorse economiche. La Segreteria offre in particolare un supporto per la partecipazione a bandi di gara pubblici e privati che richiedono la compilazione di specifici formulari. Raccolta e condivisione di strumenti di lavoro Documentazione e archiviazione di materiali e strumenti di lavoro prodotti dai diversi doposcuola, utili per la messa in rete e condivisione tra le realtà. In particolare la Segreteria aggiorna costantemente la guida web Facendo doposcuola, spazio virtuale di raccolta e catalogazione di strumenti di lavoro specifici. 6

9 METODOLOGIA DELLA RICERCA La funzione di osservatorio e di studio svolta dall Area Minori di Caritas Ambrosiana in relazione alle tematiche che riguardano il mondo dei doposcuola permette di fare sintesi ed elaborare, attraverso modalità e forme differenti, i diversi dati esperienziali che provengono dal territorio. In primo luogo le attività di formazione e di consulenza, descritte nel capitolo precedente, consentono di incontrare e conoscere numerose realtà evidenziandone le criticità e i punti di forza e individuando alcune tematiche ricorrenti. Il lavoro della Commissione, poi, permette di approfondire la riflessione intorno ad alcune questioni che interessano trasversalmente molteplici esperienze di doposcuola. L attività di ricerca, infine, permette di allargare lo sguardo, di fotografare e descrivere il mondo dei doposcuola rilevando ed elaborando molti dati quantitativi e qualitativi relativi anche ad esperienze non conosciute direttamente. Una prima ricerca è stata condotta nel ed ha considerato, attraverso studi di caso, nove centri di Milano e Provincia; ad essa ha fatto seguito, nel 1998, un secondo lavoro che ha coinvolto 164 doposcuola operanti nella diocesi di Milano. Gli studi realizzati nel 2002 e nel 2004, infine, hanno interessato, in entrambi i casi, circa 100 doposcuola della diocesi. In passato le esperienze analizzate nelle ricerche sono state quelle che a prescindere dal legame con le parrocchie nel tempo erano entrate in contatto, in modo autonomo, con Caritas Ambrosiana andando a costituire una banca dati dei doposcuola. La ricerca che presentiamo nasce dall esigenza di arricchire ed espandere la conoscenza dei servizi doposcuola della diocesi di Milano ponendosi in continuità con le indagini degli anni precedenti; a differenza di queste ultime, questo lavoro prende in considerazione una particolare tipologia di doposcuola, quelli parrocchiali, andando a verificarne in modo capillare la presenza su tutto il territorio diocesano. Sono definiti parrocchiali i doposcuola realizzati all interno delle strutture della parrocchia e nati, nella maggior parte dei casi, su iniziativa del parroco, del coadiutore o di un gruppo di volontari. La ricerca ha interessato tutto il territorio diocesano. La diocesi di Milano si estende su un ampio territorio che comprende le province di Milano, Varese e Lecco, parte di quella di Como e alcuni comuni delle province di Bergamo e Pavia. Ha una popolazione che supera i 5 milioni di abitanti ed è composta da oltre 1100 parrocchie, distribuite in 74 decanati organizzati in sette zone pastorali. 7

10 La ricerca, realizzata tra maggio 2009 e giugno 2010, si è articolata in tre azioni : A) Mappatura di tutti i doposcuola parrocchiali presenti sul territorio della diocesi di Milano In questa fase della ricerca si è proceduto a contattare telefonicamente tutte le parrocchie della diocesi con l obiettivo di rilevare l esistenza di un doposcuola e di reperire i riferimenti del responsabile del servizio. B) Raccolta, elaborazione e analisi dei dati A seguito di un colloquio telefonico con il coordinatore è stato inviato a tutti i doposcuola esistenti, prevalentemente tramite posta elettronica, un questionario accompagnato da una lettera di presentazione del lavoro di ricerca. Successivamente si è proceduto all elaborazione e all analisi dei dati relativi ai questionari compilati avvalendosi della collaborazione dell Osservatorio diocesano delle povertà e delle risorse. E stato utilizzato un questionario composto da 33 domande chiuse finalizzate a rilevare dati quantitativi e qualitativi relativi ad alcune aree di interesse: Origine e storia del servizio Caratteristiche dei minori Caratteristiche dei volontari Presenza di figure professionali Organizzazione del servizio Attività e metodo di lavoro Lavoro di rete Formazione e valutazione C) Realizzazione di interviste semistrutturate L analisi dei dati ha permesso di individuare alcune tematiche particolarmente significative e di selezionare alcuni doposcuola con le caratteristiche utili per approfondirle. Sono state realizzate sette interviste semistrutturate ai coordinatori di sette doposcuola milanesi finalizzate a raccogliere elementi utili alla riflessione intorno a: Doposcuola e ragazzi di origine straniera Doposcuola e adolescenti Lavoro con le famiglie Volontari e professionisti nel doposcuola Formazione degli operatori e valutazione del lavoro Metodo di lavoro 8

11 PRESENTAZIONE DEI DATI Questo capitolo offre una sintesi di quanto rilevato dalla ricerca attraverso i diversi strumenti di indagine utilizzati. Il primo paragrafo presenta gli esiti dell azione di mappatura offrendo una fotografia dettagliata dei doposcuola parrocchiali esistenti nella diocesi di Milano; il secondo ne presenta le caratteristiche individuate a seguito dell elaborazione dei dati raccolti mediante la somministrazione del questionario e propone alcuni approfondimenti (focus) a partire dal contributo delle esperienze analizzate grazie alla realizzazione delle interviste semistrutturate. Il questionario è stato inviato a tutti i doposcuola esistenti (267), di essi 193 lo hanno restituito compilato. E possibile affermare che si tratti di esperienze ancora attive visto che solo il 2% dei doposcuola ha dichiarato la probabile chiusura del servizio per l anno successivo alla compilazione del questionario. Le interviste sono state realizzate presso sette doposcuola milanesi: Parrocchia SS. Redentore Parrocchia S. Leonardo Murialdo Parrocchia Santi Nazaro e Celso alla Barona Parrocchia S. Michele Arcangelo e S. Rita Parrocchia S. Maria del Suffragio Parrocchia S. Anselmo da Baggio Parrocchia S. Antonio Maria Zaccaria La mappa dei doposcuola La ricerca ha rilevato la presenza di 267 doposcuola. Circa il 25% delle parrocchie, dunque, ha avviato questa tipologia di servizio la cui diffusione appare, con evidenza, molto rilevante e capillare (Tab. 1 e Tab. 2). Tab. 1 Distribuzione dei doposcuola per zone pastorali Zona N. Doposcuola N. Decanati N. Decanati dove esistono doposcuola I - Milano II - Varese III - Lecco IV - Rho V - Monza VI - Melegnano VII - Sesto S.G Totale Il servizio è presente, infatti, in tutte le zone pastorali e in 66 decanati su 74. La zona I registra il numero più elevato di esperienze esistenti (82), seguita dalle zone di Rho, Varese 9

12 e Melegnano nelle quali operano, rispettivamente, 43, 39 e 35 doposcuola. Inoltre, in tre di esse (Rho, Sesto San Giovanni e Melegnano) è presente almeno un doposcuola in ogni decanato mentre sono solamente due le zone (Varese e Lecco) nelle quali il servizio è assente in più di un decanato. Tab. 2 Distribuzione dei doposcuola per decanati Zona 1 Milano Zona 4 Rho Decanato N. Parrocchie N. Doposcuola Decanato N. Parrocchie N. Doposcuola Affori 8 3 Bollate 21 4 Baggio 9 4 Busto Arsizio 13 8 Barona 7 2 Castano Primo 18 4 Cagnola 7 4 Legnano 18 5 Centro storico 28 5 Magenta 19 2 Città studi 7 6 Rho Forlanini 5 4 Saronno 21 4 Gallaratese 6 0 Valle Olona 14 3 Giambellino 7 4 Villoresi 16 1 Lambrate 5 5 Totale Navigli 12 5 Niguarda 5 3 Zona 5 Monza Quarto Oggiaro 5 3 Decanato N. Parrocchie N. Doposcuola Romana Vittoria 8 5 Cantù 25 2 S. Siro 6 4 Carate Brianza 20 0 Sempione 5 2 Desio 14 4 Turro 12 6 Lissone 11 2 Venezia 4 4 Monza Vercellina 7 5 Seregno 10 1 Vigentino 9 4 Seveso 20 5 Zara 9 4 Vimercate 30 5 Totale Totale Zona 2 Varese Zona 6 Melegnano Decanato N. Parrocchie N. Doposcuola Decanato N. Parrocchie N. Doposcuola Appiano Gentile 18 3 Abbiategrasso 28 6 Azzate 13 0 Cesano Boscone 13 9 Besozzo 27 4 Melegnano 11 1 Carnago 11 0 Melzo 24 6 Gallarate Rozzano 17 5 Luino 25 2 S.Donato 13 2 Sesto Calende 15 2 Treviglio 9 4 Somma Lombardo 22 2 Trezzo sull Adda 15 1 Tradate 11 2 Peschiera Borromeo 11 1 Valceresio 16 1 Totale Varese Totale

13 Zona 3 Lecco Zona 7 Sesto S. Giovanni Decanato N. Parrocchie N. Doposcuola Decanato N. Parrocchie N. Doposcuola Alto Lario 11 0 Bresso 9 1 Asso 13 2 Cernusco Sul Naviglio 19 8 Brivio 13 1 Cinisello Balsamo 7 3 Erba 30 2 Cologno Monzese 7 2 Lecco 27 8 Paderno Dugnano 14 3 Merate 10 1 Sesto San Giovanni 10 4 Missaglia 17 0 Totale Oggiono 19 2 Porlezza 20 0 Primaluna 15 0 Tot. Parrocchie Tot. Doposcuola % Totale ,75 Per quanto riguarda i decanati, considerando il numero di doposcuola esistenti, risultano particolarmente attivi quelli di Rho, Gallarate, Varese e Monza ai quali si aggiungono, se consideriamo il rapporto tra il numero di parrocchie esistenti e il numero di parrocchie che hanno avviato un attività di doposcuola, quelli di Lambrate e Venezia (Zona I), Varese, Lecco (Zona III), Busto Arsizio (Zona IV), Cesano Boscone (Zona VI), Cernusco sul Naviglio e Cinisello Balsamo (Zona VII). Alcune caratteristiche del servizio Il termine doposcuola si riferisce ad una serie di esperienze che se da un lato sono accomunate da caratteristiche simili, dall altro presentano tratti e sfumature differenti che rendono ogni servizio unico e originale. Tale caratteristica emerge analizzando ogni categoria dei dati rilevati a partire, ad esempio, da quelli relativi alla storia e agli anni di attività (Tab. 3). Tab. 3 Anni di attività Da quanti anni è attivo il doposcuola Zona <2 2-5 >5-10 >10-15 >15 Milano Varese Lecco Rho Monza Melegnano Sesto S.G Totale

14 Un discreto numero di doposcuola è stato avviato di recente, a testimonianza di un interesse sempre attuale delle parrocchie verso il successo formativo dei minori in quanto elemento centrale del loro percorso di crescita e di una domanda di sostegno da parte delle famiglie che continua a trovare nel doposcuola un luogo adeguato in termini di risposta. Degne di nota poi sono le numerose realtà (75) presenti in ogni zona pastorale, che vantano ormai un esperienza pluriennale superiore ai dieci anni. Questo dato sembra confutare la tesi secondo cui il doposcuola sia un servizio altamente instabile e discontinuo, dimostrando invece come sia possibile consolidarsi e proporsi al territorio come servizio caratterizzato da continuità. Doposcuola e parrocchia La scelta di occuparsi del tempo oltre la scuola e del percorso formativo di un ragazzo o una ragazza è il segno di una scelta di prossimità che la comunità cristiana continua a rinnovare, quale spazio di promozione della persona in cui accogliere e sostenere la fragilità per risvegliare e implementare risorse e potenzialità. Il legame tra doposcuola e parrocchia (Tab. 4) affonda le radici nel passato e appare anche nel presente molto stretto in gran parte delle esperienze analizzate. Tab. 4 Rapporto tra doposcuola e parrocchia Promotore del servizio N. Risposte* Parroco 90 Volontari 95 Scuola 10 Associazione/Coop 29 Altro 9 Spazi utilizzati N. Risposte Interni alla parrocchia/oratorio 182 Strutture esterne prestate al doposcuola 15 Le case degli operatori 6 Le case dei ragazzi 1 Tipo di collaborazione tra doposcuola e parrocchia N. Risposte Nessuna 0 Condivisione della responsabilità del progetto 144 Integrazione delle attività del doposcuola. con quelle dell oratorio 99 Altro (specificare) 15 * La somma delle risposte non è pari a 193 perché la domanda è multi risposta. Le realtà considerate, infatti, sono nate nell ambito della comunità parrocchiale, per iniziativa del parroco (46,6%) o di un gruppo di volontari (49,2%), e hanno sede nelle strutture parrocchiali prevalentemente negli oratori, nel 94,3% dei casi. Anche nei casi in cui la paternità dell idea progettuale apparteneva ad altri (scuola, associazione, cooperativa) la parrocchia si è rivelata un terreno fertile per realizzarla. Il legame tra doposcuola e parrocchia non si esaurisce nella definizione delle modalità di utilizzo degli spazi. La ricerca evidenzia, infatti, che sempre di più il doposcuola è un servizio che fa parte della progettualità più ampia della parrocchia e dell oratorio in particolare e che le attività realizzate per sostenere i minori nel percorso scolastico si affiancano ed integrano le altre proposte attuate in oratorio per accompagnare e sostenere i ragazzi e le 12

15 ragazze nei percorsi di crescita. Le esperienze dei doposcuola ci dicono che occuparsi dell educazione cristiana e umana dei ragazzi e delle ragazze di oggi, uomini e donne di domani, può significare spendere tempo, energie e risorse per garantire a chi è più fragile la possibilità di essere sostenuto nel percorso verso il successo formativo. In questa prospettiva il doposcuola non rappresenta più un attività caritatevole della parrocchia ma una delle azioni realizzate per raggiungere gli obiettivi della comunità cristiana riguardanti l educazione delle nuove generazioni. I ragazzi del doposcuola I doposcuola coinvolti nella ricerca accolgono 5776 ragazzi che frequentano la scuola primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado. Se consideriamo che il dato si riferisce a 193 doposcuola su 267 è verosimile che il numero reale dei minori che beneficiano del sostegno offerto superi almeno le 7000 unità. Inoltre, occorre sottolineare che la maggior parte dei doposcuola ha dichiarato di non riuscire ad accogliere tutte le richieste per carenza di risorse o per difficoltà logistiche e organizzative. Appare dunque evidente che esiste un bisogno diffuso esplicitato dalle scuole, dalle famiglie e dai ragazzi di essere accompagnati e sostenuti nel percorso scolastico che non trova risposte sufficienti nel sistema di offerta del territorio. Grafico 1 Ragazzi seguiti N. Ragazzi seguiti Totale 5776 Tab. 5 N. ragazzi per doposcuola Sesto S.G. Melegnano Monza Rho Lecco Varese Milano N ragazzi N. Doposcuola Totale 193 Il numero di minori accolti nei singoli doposcuola dipende da molti fattori e in primo luogo dal numero di volontari impegnati nel servizio e dal metodo scelto per aiutare i ragazzi nel percorso scolastico. Accanto a molte esperienze che seguono piccoli gruppi di ragazzi e di ragazze ne esistono altre che riescono a lavorare accogliendo un numero molto elevato di richieste. I doposcuola si rivolgono, spesso, a ragazzi di età differenti e le fasce d età maggiormente seguite sono quelle della scuola secondaria di primo grado e della scuola primaria. Occorre segnalare però che diverse sono le esperienze che si stanno interrogando o che hanno già attivato forme e modalità di sostegno rivolte agli studenti della scuola secondaria di secondo grado. 13

16 Tab. 6 N. Doposcuola per grado di scuola frequentata Grado di scuola N. Doposcuola Primaria 111 Secondaria di I grado 163 Secondaria di II grado 44 Nello specifico sono 111 i doposcuola che seguono gli alunni della scuola primaria, 163 quelli che accolgono gli studenti della scuola secondaria di primo grado e 44 i servizi che si dedicano agli studenti che frequentano le scuole secondarie di secondo grado (Tab. 6). Focus Ragazzi delle superiori In Lombardia il 17,3% degli studenti della scuola secondaria di secondo grado non è ammesso all anno successivo e il 27,3% è in ritardo nel percorso scolastico rispetto all età anagrafi ca*. Se a questi dati aggiungiamo quelli relativi all abbandono scolastico e quelli, di diffi cile rilevazione, relativi al numero di adolescenti che incontrano diffi coltà a scuola, è possibile comprendere le motivazioni che hanno recentemente portato il mondo dei doposcuola ad interrogarsi sulla possibile attivazione di servizi destinati a questa fascia d età e ad avviare alcune esperienze in tal senso. Il biennio della scuola secondaria di secondo grado ha un ruolo chiave nel percorso verso il successo formativo e la transizione fra cicli scolastici costituisce una prova importante per il ragazzo dalla quale può trarre rassicurazioni e rafforzamento della propria autostima così come il contrario. Ogni ciclo di studi è più selettivo del precedente ed è evidente quanto sia elevato il rischio di insuccesso alle scuole superiori. Il doposcuola, ponendosi come fi nalità il successo formativo dei ragazzi, potrebbe contribuire a ridurre il rischio di insuccesso alle scuole superiori lavorando negli anni precedenti con uno sguardo progettuale capace di guardare lontano, a quando i ragazzi delle elementari o delle medie seguiti nel presente entreranno nel mondo della scuola secondaria di secondo grado. Tale sguardo porterebbe i volontari ad allontanarsi dall urgenzaemergenza del presente per lavorare con i bambini e con i ragazzi in una prospettiva a lungo termine, sostenendoli nell acquisizione di competenze didattiche o relazionali che si riveleranno fondamentali quando saranno adolescenti. Parallelamente potrebbero essere attivate esperienze a sostegno dei ragazzi che frequentano il biennio delle superiori. Uno dei motivi per cui ci sono ancora pochi doposcuola rivolti ai ragazzi adolescenti risiede, sostengono alcuni volontari che li hanno attivati, nel timore dei volontari di non avere il bagaglio di conoscenze necessario per aiutare gli studenti di questo ciclo e grado scolastico. In realtà poi - dicono i volontari intervistati - è anche utile far vedere la propria limitatezza, permette al ragazzo di accettare la propria. Si tratta di cercare le informazioni, necessarie per svolgere i compiti, insieme allo studente, di guardare con lui la teoria, di ammettere la propria ignoranza o dimenticanza di alcuni argomenti per riscoprirli con lui. Probabilmente alcune diffi coltà nascono anche dal trovarsi di fronte ad un adolescente e quindi dalla necessità, per il volontario, di adottare modalità relazionali che tengano conto del bisogno di autonomia ma anche dell ambivalente bisogno di cura e tutela di un ragazzo di quell età. È più facile per un volontario essere messo in discussione da un ragazzo delle superiori che da un ragazzino delle medie o da un bambino delle elementari. È ancora più importante, quindi, saper gestire la relazione con lui e renderla costruttiva. * Fonte MIUR, La Scuola in cifre 2008, Roma, Settembre

17 Una delle caratteristiche che accomuna quasi tutti i doposcuola è la partecipazione di ragazzi immigrati alle attività: loro presenza è stata registrata, infatti, in 187 servizi (96,9%) su 193. Più del 40% dei ragazzi e delle ragazze che frequentano i doposcuola è di origine immigrata. Tale dato supera il 50% nella città di Milano e nella Zona di Lecco mentre nelle altre si attesta intorno al 30-35%. (Grafico 2 e Tab. 7). In particolare 164 doposcuola ne incontrano da 1 a 25, 19 da 26 a 50 e 2 da 51 a 75. Grafico 2 Origine dei ragazzi seguiti Tab. 7 % ragazzi stranieri per zona Totale Sesto S.G. Melegnano Monza Rho Lecco Varese Zona % ragazzi stranieri Milano 57,39 Varese 31,55 Lecco 56,35 Rho 34,06 Monza 35,25 Melegnano 29,91 Sesto S.G. 29,55 Totale 41,08 Milano N. Ragazzi Stranieri N. Ragazzi italiani Questi dati che descrivono uno scenario per molti aspetti simile a quello della scuola italiana chiamano i doposcuola ad interrogarsi rispetto alle competenze da acquisire per rispondere in modo adeguato ai bisogni di supporto che i minori immigrati portano e che spesso sono differenti da quelli dei minori italiani. Occorrerebbe inoltre chiedersi come poter fare del doposcuola un luogo di integrazione quotidiana e come evitare che esso diventi un ghetto per gli stranieri ed un luogo evitato dai minori e dalle famiglie italiane. A tal fine, poi, appare di importanza fondamentale attivare luoghi di confronto sul tema con le scuole che, da parte loro, sempre più spesso segnalano e chiedono di accogliere minori immigrati. 15

18 Focus Ragazzi stranieri I ragazzi stranieri costituiscono il 57% dei frequentanti i doposcuola di Milano ed il 41% di quelli dell intera diocesi e sono presenti quasi nella totalità dei doposcuola. Sono quindi una presenza molto signifi cativa che stimola rifl essioni interessanti sia per le specifi cità che introduce nell organizzazione e nel funzionamento del doposcuola sia per la conseguente possibilità di osservare le dinamiche di integrazione in quel contesto. L alta affl uenza dei minori stranieri nei doposcuola è ovviamente legata al generale aumento della presenza della popolazione straniera sul territorio ma sembra riconducibile nello specifi co anche ad altri fattori. In particolare riportiamo che l iscrizione al doposcuola è spesso stimolata dagli insegnanti che segnalano alunni immigrati con l obiettivo prioritario di colmare il ritardo linguistico. In secondo luogo, il doposcuola sembra godere della fi ducia dei genitori immigrati che si affi dano a questo servizio con la speranza che possa essere uno strumento utile per il successo scolastico dei fi gli, premessa necessaria per consentire ai ragazzi di affermarsi nella società. Infi ne, più è alto il numero di minori immigrati che partecipa alle attività del doposcuola più crescono le domande di iscrizione da parte di ragazzi stranieri lasciando immaginare un tam tam promozionale tra connazionali. Ci sono doposcuola in cui i bambini non italiani sono più del 90%. La percentuale è così rilevante da indurre a pensare che, così come accade in relazione alla scelta della scuola, anche rispetto al doposcuola è possibile che le famiglie italiane si allontanino da un servizio che, nei numeri, sembra rivolto ai fi gli delle famiglie di origine immigrata. Il doposcuola, dunque, pur rivelandosi in molti casi luogo di buona integrazione in cui ragazzi di diversa provenienza si relazionano in modo naturale tra loro, dove si fa palestra di rapporti con le differenze perché queste, viste da vicino, non fanno paura, perché i bambini le accettano senza porsi troppi problemi, rischia a volte di non poter mettere a frutto queste sue potenzialità. In conclusione, riportiamo che la numerosa presenza di minori stranieri nei doposcuola genera nei volontari una domanda di formazione specifi ca indispensabile per rispondere adeguatamente ai bisogni. Le attività Le attività del doposcuola si realizzano uno o più giorni alla settimana (Tab. 8) sulla base del calendario scolastico e della disponibilità dei volontari. Tab. 8 Distribuzione dei doposcuola secondo i giorni di apertura Giorni di apertura N. Doposcuola Totale

19 Nella maggior parte dei casi il sabato è il giorno prescelto per i bambini della scuola primaria mentre per gli studenti della secondaria di primo grado le attività sono proposte nei giorni in cui le lezioni scolastiche sono previste solo di mattina. L organizzazione della proposta cerca di andare incontro alle esigenze dei minori e delle famiglie compatibilmente con le risorse volontarie esistenti sia in termini numerici sia di disponibilità oraria. Accanto a esperienze che offrono il servizio tutti i giorni della settimana o uno soltanto, si registra che quasi la metà dei doposcuola effettua due o tre aperture settimanali e più di un terzo è aperto quattro o cinque giorni alla settimana. L oggetto di lavoro specifico del doposcuola è il sostegno allo studio per favorire il successo scolastico dei ragazzi e delle ragazze che lo frequentano e le strategie adottate per aiutare i ragazzi possono essere differenti (Grafico 3). L attività centrale consiste nello svolgere i compiti, rispondendo così anche alle aspettative immediate delle famiglie, della scuola e dei ragazzi stessi ma, attraverso questa attività, i volontari si pongono specifici obiettivi didattici per rafforzare le conoscenze teoriche e per cercare di colmare le lacune di base che spesso impediscono l acquisizione di ciò che viene insegnato a scuola. Le strategie utilizzate a tal fine sono diverse e possono sia valorizzare competenze differenti dei singoli volontari sia cercare di promuovere anche l aiuto reciproco tra i compagni. Grafico 3 Approccio scelto per il sostegno allo studio 17

20 Della metodologia di lavoro fa parte anche la scelta relativa al rapporto numerico tra volontari e ragazzi (Tab. 9). Essa dipende dagli obiettivi progettuali del doposcuola e dai bisogni e dalle caratteristiche dei minori che lo frequentano, ma molto spesso è legata anche alle risorse disponibili. Tab. 9 Incrocio tra rapporto numerico operatori/ragazzi e motivo di tale rapporto: Rapporto numerico operatori/ragazzi Scelta metodologica Necessità dettata dalle risorse presenti Entrambi i fattori Totale Un volontario fisso per ogni ragazzo Un volontario variabile per ogni ragazzo Un volontario per un piccolo gruppo di coetanei Un volontario per un piccolo gruppo di età e livelli diversi Due o più volontari per un grande gruppo Gruppi autogestiti * La somma delle risposte non è pari a 193 perché la domanda è multi risposta La maggior parte dei servizi, infatti, adotterebbe come scelta metodologica il rapporto 1:1 tra volontario e ragazzo, ma non di rado ciò non è possibile. Pur nella convinzione che il rapporto individualizzato offrirebbe maggiori possibilità di successo, dunque, in molti casi si sceglie di accogliere un numero di ragazzi tale per cui il gruppo di lavoro è costretto a optare per altre scelte metodologiche. Questo dato evidenzia la difficile situazione nella quale si trovano quasi tutti i doposcuola, ovvero quella di dover decidere se fissare un limite massimo per le iscrizioni. Si tratta di decidere se accogliere tutti lavorando in modo differente rispetto a quanto ritenuto maggiormente efficace o garantire un supporto individualizzato ai ragazzi accettando di non poter rispondere alla domanda di aiuto di molti. L analisi del numero e della tipologia di attività proposte nei doposcuola oltre al sostegno nei compiti (Grafico 4) aiuta a comprendere anche la loro funzione aggregativa e socializzante sempre comunque connessa all oggetto specifico di lavoro, il supporto nello studio. Grafico 4 Attività offerte dal doposcuola oltre al sostegno scolastico 18

21 Focus Metodo di lavoro Oltre ad un buon numero di doposcuola che utilizza i compiti scritti sul diario come traccia fondamentale da seguire nel lavoro con i ragazzi, ve ne sono altri che riconoscono come prioritaria area di intervento quella del recupero scolastico. In ogni caso appare fondamentale investire energie sulla costruzione di un rapporto di dialogo e fi ducia tra volontario e ragazzo e pensare ad una gestione dei tempi di lavoro favorevole al consolidamento di questo rapporto. Chi segue questo approccio considera importante ma non prioritaria l esecuzione della totalità dei compiti scritti sul diario e predilige invece lo sforzo per la comprensione, per il recupero di concetti fondamentali e di passaggi signifi cativi: Dobbiamo farli diventare autonomi, perché è importante e perché non possiamo far loro da balia per tutta la vita. Ma se diamo per scontato che siano già capaci di lavorare da soli o in piccolo gruppo andiamo incontro al caos incontrollabile, dice uno dei volontari intervistati. Per seguire questa strada i doposcuola cercano di organizzarsi per supportare i ragazzi in modo individualizzato, con un volontario che affi anca lo stesso studente per tutto l anno, ritenendo che questa scelta possa aiutare a consolidare la relazione, a riconoscere le diffi coltà ma anche a registrare i progressi e a individuare gli ambiti su cui è bene investire. Un lavoro di recupero scolastico che indirettamente diventa anche lavoro di recupero di abilità sociali e personali sembra, dicono i volontari, maggiormente effi cace e conduce in una buona parte dei casi a percorsi di crescita signifi cativi. Talvolta i doposcuola sostengono l impostazione a piccolo gruppo come scelta prioritaria, sottolineando il rischio che un rapporto individualizzato sia poco responsabilizzante e che freni un serio lavoro autonomo da parte dello studente, ma nella maggior parte dei casi tale impostazione del lavoro è adottata per necessità, ovvero perché il numero degli operatori non è suffi ciente a garantire a tutti i ragazzi un rapporto individualizzato. La ricerca ha rilevato che spesso l impostazione metodologica è secondaria rispetto all obiettivo di dare risposta al maggior numero possibile di richieste. Molte esperienze scelgono di promuovere il successo formativo e scolastico dei minori potenziando, attraverso attività eterogenee, anche le competenze e le abilità sociali oppure perseguono obiettivi didattici attraverso la realizzazione di attività differenti rispetto ai linguaggi e agli strumenti utilizzati. In particolare, segnaliamo la progettazione e realizzazione di laboratori nei quali i partecipanti svolgono attività espressive, ludiche, animative che permettono di implementare le conoscenze didattiche consentendo nello stesso tempo ai ragazzi e alle ragazze di rappresentarsi in forme nuove, ri-creandosi, reinventandosi, giocando nuove e impreviste identità e competenze. Il laboratorio permette a chi vi partecipa di scoprire le proprie risorse e di sperimentare successi, moltiplica le possibilità relazionali tra coetanei e con gli adulti provando a rimuovere barriere e blocchi, diffidenze nei confronti dell altro. Infine riportiamo che, in relazione ai bisogni specifici dei singoli ragazzi seguiti, molte esperienze attivano risposte adeguate quali i percorsi di insegnamento dell italiano come lingua seconda per gli stranieri, quelli finalizzati all orientamento scolastico o alla rimotivazione allo studio. 19

22 Gli operatori coinvolti Il doposcuola è un servizio che nasce dal volontariato e che esiste solo grazie alla dedizione e all impegno di numerosi uomini e donne che dedicano le proprie competenze e parte del loro tempo a sostenere ragazzi e ragazze nel percorso scolastico. La loro presenza così numerosa rappresenta un segno visibile di una comunità cristiana che si lascia interrogare dai bisogni portati dalle persone più fragili e che è animata da un forte senso di corresponsabilità che genera il desiderio di attivarsi in prima persona per rispondervi. Grafico 5 N. volontari Volontari Totale 3350 Sesto S.G. 396 Melegnano 312 Monza 523 Rho 503 Lecco 168 Varese 441 Milano La ricerca ha registrato, infatti, il coinvolgimento attivo di 3350 volontari e anche in questo caso il numero rilevato è destinato ad aumentare di almeno un migliaio se si considerano i 267 doposcuola esistenti e non solo i 193 che hanno risposto al questionario. Per quanto riguarda il numero delle presenze nelle singole realtà sono stati individuati 85 doposcuola attivati da gruppi formati da meno di dieci volontari, 100 esperienze che vedono il coinvolgimento di gruppi da 11 a 50 e 5 in cui il numero di persone che presta servizio è compreso tra 51 e 100. Tab. 10 Reperimento volontari Modalità N. Risposte* Passaparola 167 Locandine 50 Siti internet 3 Accordi con scuole e università 25 Percorsi di promozione del volontariato 38 Altro (specificare) 43 *La somma delle risposte non è pari a 193 perché la domanda è multi risposta 20

23 La modalità di reperimento maggiormente diffusa ed efficace è quella che utilizza il passaparola incaricando chi già opera nel doposcuola a coinvolgere altre persone. Grafico 6 Genere volontari Tab. 11 Distribuzione dei volontari per zone e per genere Volontari - Genere Zona Maschi % Femmine % Milano Varese Lecco % Rho Monza Melegnano Maschi Femmine Sesto S. Giovanni % Rispetto al genere (Grafico 6) il volontariato nei doposcuola è caratterizzato al femminile (71% del totale), unica eccezione è rappresentata dalla Zona VII dove il gap tra le presenze maschili e femminili è molto più basso (Tab. 11). Per quanto riguarda l età dei volontari, emerge la situazione descritta nel Grafico 7 e nella Tabella 12. Grafico 7 Età volontari Tab. 12 Distribuzione dei volontari nei doposcuola per fasce d età Età dei volontari Età N. Risposte anni 113 4% 21% anni anni anni % 16% >70 più di 70 anni 42 25% 21

24 Nella maggior parte delle realtà coinvolte nella ricerca sono presenti volontari di età compresa tra i 56 e i 70 e tra i 30 e i 55 anni; a queste fasce d età, inoltre, appartiene il 59% del numero totale di coloro che prestano servizio nei doposcuola. Tale dato conferma una caratteristica riscontrata anche in passato, mentre appare come elemento di novità evidenziato dalla ricerca l aumento della presenza di adolescenti e giovani che rappresentano il 37% del numero totale dei volontari e sono attivi in 113 doposcuola. Alcuni doposcuola, in particolare, hanno esplicitamente scelto di puntare sui giovanissimi; si tratta spesso di ragazzi e di ragazze che frequentano il gruppo adolescenti dell oratorio o il gruppo Scout del territorio; in altri casi sono studenti delle superiori che svolgono, ove previsto dal proprio corso di studi, il tirocinio o che ottengono al termine dell esperienza crediti formativi; infine, si rilevano diversi casi in cui ragazzi aiutati in passato al doposcuola offrono la propria disponibilità a favore delle attività del servizio. Gli esiti della ricerca stimolano, dunque, a tenere presenti gli adolescenti (dalla terza superiore in poi) come potenziali volontari. Essi, infatti, con alcune attenzioni progettuali sul piano educativo e organizzativo, possono rappresentare una risorsa importante per il doposcuola e l esperienza di volontariato, anche se spesso limitata nel tempo, può offrire loro una significativa occasione di crescita. In 130 doposcuola gli operatori sono coordinati da un volontario, in 48 casi questa funzione è svolta da un dipendente mentre sono 15 i servizi in cui la figura di coordinamento coincide con il responsabile dell oratorio. Tab. 13 Operatori dipendenti Doposcuola con % sul N. di operatori % sul N. di Doposcuola N. Dipendenti personale dipendente coinvolti 69 32, ,8 Le figure professionali che collaborano alla realizzazione delle attività dei doposcuola rappresentano solo il 5,8% di tutti gli operatori coinvolti (volontari e professionisti) a conferma della matrice volontaria di tali servizi. Si tratta in prevalenza di educatori professionali, altri doposcuola si avvalgono invece di specialisti per la supervisione, la formazione e per la consulenza psicologica. I dati inoltre hanno rilevato che i 206 professionisti supportano le attività del 36,3 % dei doposcuola evidenziando un bisogno abbastanza diffuso di integrare, per una migliore organizzazione e progettazione del servizio, le esperienze e le competenze dei volontari con quelle delle figure professionali. Infine sottolineiamo che nel 71,5% dei casi la presenza di professionisti coincide con la gestione del doposcuola in collaborazione con un altro ente (in particolare con Associazioni o Cooperative), mentre sono 20 i casi in cui la parrocchia, che gestisce senza altre collaborazioni il servizio, ha scelto di assumere direttamente dei professionisti. 22

25 Focus Volontari e professionisti I volontari sono l asse portante dei doposcuola sia per il loro elevato numero che per l impegno profuso. Alcuni sono attivi da 15 anni, se non più, nello stesso doposcuola, altri si impegnano per 2, 3 e in alcuni casi 4 giorni alla settimana. Tra di loro è molto rappresentata la categoria degli insegnanti in pensione, ma vi sono anche gli insegnanti in cerca di occupazione che si tengono in allenamento e contemporaneamente fanno un attività di utilità sociale, nonché insegnanti in servizio. Inoltre, sono numerosi i volontari che non hanno nulla a che fare col mondo della scuola e che hanno deciso di utilizzare le competenze acquisite in altri ambiti lavorativi, i ricordi sulla singola materia e le personali capacità relazionali per mettersi a disposizione di ragazzi o bambini dei doposcuola. La ricerca, poi, ha rilevato la presenza di un buon numero di studenti volontari, sia delle superiori che dell università; si tratta principalmente di giovani frequentanti l oratorio ma vi è anche una parte esterna al mondo parrocchiale. Vista la loro importanza i coordinatori sono continuamente sollecitati ad interrogarsi per identifi care strategie utili a mantenerne viva la motivazione, a formarli adeguatamente affi nché siano in grado di svolgere bene il loro ruolo e a reperirne di nuovi. Molti doposcuola cercano di supportare il servizio con l inserimento di alcune fi gure professionali. Si tratta di educatori e psicologi che ricoprono diversi ruoli, garantiscono una presenza continuativa e autorevole e accrescono la qualità del servizio integrando le esperienze e le competenze dei volontari con le proprie competenze specifi che che sempre di più si rivelano necessarie per gestire la complessità del lavoro all interno del doposcuola. La presenza dei professionisti genera sicuramente fatiche aggiuntive, tra le quali la necessità di dover ricercare in continuazione fi nanziamenti in grado di sostenerla, ma produce generalmente esiti positivi a patto che ci sia la disponibilità di entrambe le fi gure, volontario e professionista, a vivere l incontro tra culture, sguardi, approcci differenti nella prospettiva di un integrazione delle rispettive competenze a vantaggio della defi nizione di un progetto di doposcuola in grado di rispondere in modo maggiormente adeguato ai bisogni dei minori che lo frequentano. La decisione di assumere dei professionisti insieme alla realizzazione di attività che integrano il sostegno nei compiti ha introdotto nel mondo dei doposcuola la necessità di avere a disposizione risorse economiche in grado di rendere sostenibili tali scelte (Tab. 14). Tab. 14 Finanziamenti Fonte del finanziamento N. Risposte Contributo dell Amministrazione locale 54 Contributo regionale per CAG 9 Contributo regionale per le associazioni di volontariato 6 Quota di partecipazione a carico delle famiglie 17 L. 23/99 36 L. 285/ per 1000 destinato alla zona pastorale 3 Autofinanziamento della parrocchia 30 Altro (specificare) 28 23

26 Negli ultimi 5 anni, dunque, ben 106 doposcuola hanno ricevuto finanziamenti a conferma sia dell aumento di competenze delle parrocchie rispetto alla stesura dei progetti e alla partecipazione a bandi di finanziamento, sia del riconoscimento da parte degli enti finanziatori del valore del doposcuola come servizio educativo fondamentale per i territori nei quali si realizza. Degne di particolare nota sono le esperienze sostenute tramite autofinanziamento da parte della parrocchia perché testimoniano che l investimento progettuale sul doposcuola è ritenuto così importante da assumere anche la forma di investimento economico. Valutazione e formazione La ricerca ha evidenziato l esigenza nei doposcuola di spazi di confronto tra i volontari finalizzati alla verifica e alla valutazione del servizio e del lavoro con i singoli ragazzi. Non essendo sostenibile adottare la riunione d equipe come strumento di lavoro, tale esigenza viene soddisfatta attraverso forme e modalità differenti con livelli di strutturazione e sistematicità variabili. Solo in 18 casi non sono previsti momenti di verifica con i volontari che si realizzano invece nell 88,1% dei doposcuola. Modalità di verifica Colloquio individuale informale Tab. 15 Modalità di verifica Colloquio individuale formale Riunione con il coordinatore Riunione con consulente esterno Questionario anonimo N. doposcuola La valutazione dell operato avviene nell 80% dei doposcuola attraverso 2 o 3 riunioni all anno alle quali partecipano il coordinatore e tutti i volontari. Accanto o in alternativa a questi momenti alcune esperienze offrono la possibilità di incontri individuali tra il coordinatore e i volontari, altre chiedono la consulenza di operatori esterni, altre ancora rilevano la valutazione dei volontari rispetto al servizio attraverso la somministrazione di un questionario anonimo. Rispetto alla formazione (Tab. 16) sono 124 i doposcuola che hanno dichiarato di sentirne l esigenza, 56 i casi in cui non è stato rilevato il bisogno mentre sono 13 i doposcuola che non si sono espressi in merito. Tab. 16 Doposcuola e formazione Altro Doposcuola che sentono l esigenza di percorsi formativi Sì No Totale Doposcuola che offrono percorsi Sì formativi No Totale

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