Carta delle Serie di Vegetazione Relazione

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1 Carta delle Serie di Vegetazione Relazione

2 LA CARTA DELLE SERIE DI VEGETAZIONE DELLA PROVINCIA DI TERNI Biondi E., Formica E., Gigante D.*, Pignattelli S.*, Venanzoni R.* Dipartimento di Biotecnologie agrarie ed ambientali, Università di Ancona, *Dipartimento di Biologia vegetale e Biotecnologie agroambientali, Università di Perugia, rvenanzo@unipg.it. La fitosociologia ha acquistato negli ultimi anni un ruolo sempre più importante nello studio ecologico del paesaggio, nella progettazione ambientale e nella pianificazione territoriale. Tale scienza ha saputo integrare varie discipline specialistiche e creare modelli speditivi di interpretazione del paesaggio, predittivi delle modifiche e trasformazioni indotte sulla vegetazione dal variare delle condizioni ambientali, soprattutto di origine antropica. Sulla base di questo approccio scientifico sono state effettuate le indagini vegetazionali preliminari al P.T.C.P. della Provincia di Terni (Provincia di Terni, 1997). Per lo studio del paesaggio vegetale è stato utilizzato il metodo fitosociologico integrato. Le analisi vegetazionali hanno riguardato tre livelli di indagine (associazione, serie e geoserie) integrati tra loro e con le altre caratteristiche ambientali: climatiche, geologiche, geomorfologiche e pedologiche (GEHU, 1980, 1987, 1988; GEHU & RIVAS-MARTINEZ, 1981; RIVAS-MARTINEZ, 1987; VENANZONI & KWIATKOWSKI, 1995; BIONDI, 1993, 1994, 1996). Per ciascuna unità di paesaggio sono state individuate le Serie di vegetazione corrispondenti e le relative caratteristiche vegetazionali: tappa matura (testa di serie), comunità vegetali di sostituzione ed altre informazioni deducibili dall analisi sinfitosociologica. METODOLOGIA Le associazioni vegetali sono definite da una combinazione specifica caratteristica di piante, statisticamente ripetitiva, alla quale si giunge attraverso l elaborazione di rilievi fitosociologici, effettuati in zone uniformi per caratteristiche floristiche, strutturali ed ecologiche. L associazione vegetale costituisce la base tipologica di un sistema gerarchico di classificazione, che lega i diversi livelli di sintesi fitosociologica (sintaxa) secondo una logica induttiva. Il livello d indagine successivo è rappresentato dallo studio delle serie di vegetazione (Sinfitosociologia). Associazioni diverse, presenti all interno di uno spazio ecologicamente omogeneo ed aventi quindi le stesse potenzialità vegetazionali, rappresentano tappe successive di uno stesso processo dinamico, evolutivo o regressivo, definito con il termine di serie di vegetazione o sigmetum. Tra associazioni contigue non sempre si realizzano però rapporti dinamici in quanto queste possono appartenere a serie diverse, legate a differenti caratteristiche ecologiche e quindi a diverse potenzialità vegetazionali. In questo caso il contatto tra le associazioni non è dinamico ma catenale. L individuazione dei rapporti tra le serie costituisce l ultimo livello di indagine, prettamente paesaggistico, quello geosinfitosociologico o della Fitosociologia catenale, che porta all individuazione di Unità di Paesaggio. Per la Provincia di Terni è stata concepita una metodologia integrata che ha portato alla realizzazione della Carta delle Serie di Vegetazione, utilizzando cartografie tematiche già esistenti che sono state opportunamente integrate con analisi fitosociologiche condotte al fine di evidenziare le correlazioni che hanno portato alla definizione di sigmeti e geosigmeti e alla loro delimitazione cartografica.

3 In sintesi si è seguito il seguente schema metodologico: - suddivisione del territorio su base geologico-morfologica (dedotta dalla Tav. XX del P.T.C.P.); - analisi fitosociologica della vegetazione e integrazione dei dati esistenti con la carta forestale (dedotta dalla Tav. 15 del P.T.C.P.); - verifica sul terreno delle corrispondenze tra substrato e vegetazione; - confronto e integrazione dei limiti ottenuti su base geomorfologica con i limiti delle serie individuate; - integrazione delle varie componenti del paesaggio vegetale. Si è quindi entrati negli aspetti più tipici della pianificazione, nei quali la cartografia così realizzata fornisce le informazioni riguardanti la distribuzione, l ecologia e le funzioni delle singole serie di vegetazione, necessarie nell ecologia del paesaggio per la pianificazione integrata degli aspetti naturalistici. Questi sono stati evidenziati in schede analitiche delle Unità di Paesaggio riguardanti: rarità della serie, estensione della comunità testa di serie, connettività della comunità testa di serie, presenza di comunità erbacee di sostituzione, presenza di stadi ad elevato valore naturalistico, qualità floristica, importanza per la fauna, rapporto tra aree seminaturali e coltivi, potenzialità per le colture arboree ed in particolare per l olivicoltura e/o la viticoltura. In base ai valori attribuiti agli indicatori sono stati individuati gli indici di qualità e di vulnerabilità di ciascuna serie. La Carta delle Serie di Vegetazione, così ottenuta, individua per il territorio provinciale le serie di vegetazione o, in qualche caso, un mosaico di più serie che non possono essere separate, in base alla scala di presentazione, costituenti un unità di paesaggio vegetale (geosigmeto). Complessivamente vengono rappresentate 13 Serie di Vegetazione zonale e 5 Geoserie, di cui una ripariale azonale. Ciascuna serie porta un appellativo complesso, che sintetizza il patrimonio informativo in essa contenuto

4 INQUADRAMENTO BIOCLIMATICO La Bioclimatologia è una scienza ecologica che ha come finalità l interpretazione delle relazioni esistenti tra gli esseri viventi e il clima. Lo studio dei rapporti tra tipi vegetazionali e clima è di basilare importanza negli studi di Fitosociologia integrata, permettendo, assieme a dati geomorfologici e pedologici, di creare le più complete suddivisioni geobotaniche finora proposte. I dati bioclimatici relativi al territorio della Provincia sono stati desunti da un recente lavoro sulla classificazione fitoclimatica dell Umbria (Venanzoni et alii, 1998). La classificazione presentata è quella proposta da Rivas-Martinez (1996), integrata con indici proposti da altri autori. La Provincia, da un punto di vista bioclimatico, può essere divisa in due grandi settori: uno appartenente alla Regione Temperata e un altro a quella di transizione tra R. Temperata e R. Mediterranea. Le stazioni termopluviometriche della R. Temperata sono distribuite nella parte orientale del territorio e nella zona nord-occidentale. Le stazioni che si trovano nel settore sud-occidentale presentano temperature medie e assolute più elevate, associate a precipitazioni meno abbondanti; i relativi indici bioclimatici indicano un bioclima di transizione, definibile Submediterrano. Solo una piccola parte del territorio, quella più meridionale che ha come riferimento la stazione termopluviometrica di Orte, può essere definita strettamente Mediterranea. Sono stati individuati 7 tipi bioclimatici di cui: 4 della Regione Temperata: Collinare superiore Umido superiore Collinare superiore Submido superiore Collinare superiore Submido inferiore Montano inferiore (desunto da stazioni limitrofe) 2 della Regione Temperata di Transizione: Collinare superiore Umido superiore Collinare superiore Submido superiore 1 della Regione Meditterranea: Mesomeditteraneo superiore Submido superiore

5 DESCRIZIONE DELLE SERIE DI VEGETAZIONE SERIE APPENNINICA MONTANA MESOFILA NEUTRO-BASIFILA DEL FAGGIO Polysticho aculeati-fageto sylvaticae sigmetum Questa serie è diffusa principalmente sui rilievi calcarei appenninici, presenti nel settore orientale della Provincia, mediamente al di sopra dei 900 m. L associazione più evoluta è rappresentata dal bosco di faggio, per lo più monospecifico nello strato arboreo, o con specie tipiche dei boschi del piano bioclimatico sottostante quali l acero d Ungheria o il cerro (Polysticho aculeati-fagetum sylvaticae), talvolta con agrifoglio e tasso (Polysticho aculeati- Fagetum sylvaticae taxetosum baccatae). Le formazioni di sostituzione sono caratterizzate dalla dominanza di sorbo montano e ginepro comune. Nelle aree sommitali ed in generale in quelle non acclivi spesso il bosco è stato eliminato e al suo posto sono attualmente presenti formazioni erbacee. Le più diffuse sono praterie mesofile a copertura continua che si rinvengono su suoli ben evoluti e che appartengono all associazione Brizo mediae-brometum erecti, le cui specie caratteristiche e differenziali sono: Briza media, Plantago lanceolata var. sphaerostachya, Filipendula vulgaris, Centaurea triumfettii, Leontodon cichoraceus. In situazioni particolarmente mesofile, nelle vallecole o sui pianori, sono inoltre presenti piccole estensioni di prati-pascoli falciabili riferibili all associazione Colchico lusitani- Cynosuretum cristati. Su suolo eroso, poco profondo dei versanti acclivi si sviluppa invece un tipo di pascolo xerico, discontinuo, riferito all associazione Seslerio nitidae-brometum erecti. Questa cenosi nelle zone di cresta può essere vicariata dal Carici humilis-seslerietum apenninae. SERIE APPENNINICA COLLINARE MESOFILA NEUTRO-BASIFILA DEL CARPINO NERO Scutellario columnae-ostryeto carpinifoliae sigmetum La serie appenninica del carpino nero è presente nel settore orientale della Provincia, su substrato calcareo, nel piano collinare, in contatto catenale con la serie del faggio. La testa di serie è costituita da boschi decidui misti mesofili dell associazione Scutellario columnae- Ostryetum carpinifoliae. Si tratta di boschi governati a ceduo, pratica che tende a favorire l espansione del carpino nero. Sono considerate specie caratteristiche: Fraxinus ornus, Scutellaria columnae, Helleborus bocconei, Melampyrum italicum. Sui versanti soleggiati, ad esposizione meridionale, spesso la roverella diviene dominante rispetto al carpino nero, accompagnata da altre specie termofile quali Asparagus acutifolius, Buglossoides purpurocaerulea, Viola alba ssp. dehnhardtii. Il carpino nero si fa sporadico e presenta uno sviluppo vegetativo assai limitato, mentre penetrano all interno del bosco elementi tipici del mantello quali Cytisus sessilifolius, Juniperus oxycedrus, Prunus spinosa, conferendo alla fitocenosi una struttura piuttosto aperta. Questi aspetti vengono attribuiti alla subassociazione Scutellario columnae-ostryetum carpinifoliae cytisetosum sessilifolii. Le formazioni arbustive in contatto dinamico con gli ostrieti sono caratterizzate da Spartium junceum e Cytisus sessilifolius, e vengono riferite all associazione Spartio juncei-cytisetum sessilifolii largamente diffusa nell Appennino centro-settentrionale. Nelle aree prive di vegetazione boschiva sono presenti praterie di sostituzione delle associazioni Brizo mediae-brometum erecti ed Asperulo purpureae-brometum erecti. La prima è localizzata soprattutto sui settori sommitali poco acclivi, su suoli evoluti; la seconda colonizza i versanti a maggiore pendenza, sottoposti ad erosione, caratterizzati da suoli poveri e pietrosi. Alle quote più elevate è presente la subassociazione di altitudine Asperulo purpureae-brometum erecti teucrietosum montani.. Entrambe le associazioni sono ampiamente diffuse nel piano collinare dei rilievi calcarei dell Appennino centrale.

6 SERIE PREAPPENNINICA COLLINARE TERMOFILA NEUTRO-BASIFILA DEL CARPINO NERO Asparago acutifolii-ostryeto carpinifoliae sigmetum La vegetazione della serie preappenninica del carpino nero si sviluppa prevalentemente su calcari e calcari marnosi con condizioni di buon drenaggio, nel piano bioclimatico collinare, con esposizioni preferenziali N, NE, NW. La tappa matura è costituita da boschi termofili misti a dominanza di carpino nero e talvolta di cerro, differenziati dagli ostrieti appenninici per la presenza di numerose specie termofile quali Asparagus acutifolius e Rubia peregrina e la rarefazione delle entità mesofile e nemorali. Vengono inquadrati nell associazione Asparago acutifolii-ostryetum carpinifoliae, a distribuzione submediterranea, diffusa nel settore centrosettentrionale della penisola italiana. Nelle esposizioni calde questa formazione si arricchisce di alcune specie sempreverdi tipiche della vegetazione mediterranea, in particolare leccio, Ruscus aculeatus, Rubia peregrina, Smilax aspera e Phyllirea media dando luogo ad una variante termofila (var. a Quercus ilex). Le formazioni di sostituzione presenti nelle aree prive di vegetazione boschiva sono analoghe a quelle osservate per gli ostrieti appenninici dei settori calcarei: mantelli a Cytisus sessilifolius e Spartium junceum (Spartio juncei-cytisetum sessilifolii), prati-pascoli semimesofili su suolo evoluto, pascoli xerici discontinui su suolo in erosione e versanti acclivi (Phleo ambigui-bromion erecti.). Fanno inoltre parte della serie le comunità effimere di piccole erbe annuali a sviluppo primaverile dell associazione Trifolio scabri-hypochoeridetum achyrophori che colonizza gli affioramenti rocciosi di natura calcarea dell Appennino centrale, e le comunità di specie erbacee nitrofile perenni a rapido dinamismo legate all abbandono delle attività agricole, riferibili all alleanza submediterranea Inulo viscosae-agropyrion repentis. SERIE PREAPPENNINICA COLLINARE TERMOFILA NEUTRO-BASIFILA DELLA ROVERELLA Roso sempervirentis-querceto pubescentis sigmetum La serie della roverella ha un ampia diffusione in tutta l Italia centrale nel piano collinare, su substrati di varia natura che comprendono i calcari marnosi, le fasce detritiche pedemontane, le marne e le argille sabbiose marine. Questo complesso di vegetazione predilige le esposizioni calde e spesso rappresenta la vegetazione potenziale di territori fortemente vocati all agricoltura; il paesaggio in cui si sviluppa è prevalentemente agrario, dominato dalle colture specializzate di olivo e vite che di frequente occupano il posto della vegetazione naturale. Il bosco testa di serie è il Roso sempervirentis-quercetum pubescentis caratterizzato da fisionomia aperta e dalla presenza di numerose specie termofile e lianose mediterranee, in particolare Rosa sempervirens, Smilax aspera, Clematis flammula.. In contatto dinamico con questo tipo di bosco si sviluppano mantelli termofili a dominanza di ginestra (Roso sempervirentis-spartietum juncei) e orli a dominanza di Osyris alba (Asparago acutifolii-osyridetum albae). Le formazioni erbacee sono costituite da pascoli mesofili a Centaurea bracteata e Bromus erectus (Centaureo bracteatae- Brometum erecti), a volte in mosaico con aspetti meno ricchi floristicamente a dominanza di Brachypodium rupestre (formazioni a Brachypodium rupestre). La vegetazione ruderale nitrofila perenne che colonizza i campi abbandonati viene inquadrata nell alleanza Inulo- Agropyrion. Si collegano alla serie della roverella le comunità fortemente specializzate che si sviluppano in situazioni di erosione calanchiforme, su marne grigie e varicolori, quali garighe a Santolina etrusca ed Helichrysum italicum (Helichryso-Santolinetalia), pascoli pionieri ad Astragalus monspessulanus (Coronillo minimae-astragaletum monspessulani) e pratelli terofitici a Onobrychis caput-galli (Tuberarietea guttatae). Nelle formazioni calanchive, su substrati argillosi alini, di origine marina, si sviluppa una vegetazione pioniera terofitica a dominanza di Hainardia cylindrica., vegetazione bienne e perenne a Beta vulgaris ssp. maritima e Podospermum canum, praterie continue perenni a dominanza di Elytrigia atherica. Quando il calanco termina la sua attività i versanti si stabilizzano e vengono colonizzati da arbusteti a

7 Spartium junceum. Sul fondo del calanco, in relazione al ristagno idrico, si sviluppa una vegetazione edafo-igrofila a dominanza di olmo, in successione dinamica con formazioni a dominanza di canna del Reno (Arundinetum plinianae). SERIE PREAPPENNINICA TIRRENICA ALTO-COLLINARE MESOFILA SUBACIDOFILA DEL CERRO Cephalanthero longifoliae-querceto cerridis sigmetum Questa serie si sviluppa nel piano bioclimatico alto collinare dei rilievi dell Umbria occidentale, su substrati di natura silicea (arenarie della formazione del Macigno e calcari diasprigni); può scendere nel piano collinare inferiore in situazioni microclimatiche particolarmente favorevoli, come impluvi o versanti freschi. La testa di serie è rappresentata da boschi a dominanza di cerro del Cephalanthero longifoliae-quercetum cerridis, ricchi di specie mesofile e subacidofile quali Cytisus scoparius, Prunus avium, Crataegus oxyacantha, Hieracium sylvaticum. Queste formazioni sono presenti in ampie estensioni nel territorio della provincia di Terni, soprattutto nella zona del M. Peglia e della Selva di Meana, anche come boschi avviati ad alto fusto. I mantelli di vegetazione che circondano il bosco sono caratterizzati dalla ginestra dei carbonai, che dà luogo a formazioni quasi monospecifiche (Calluno vulgaris-sarothamnetum scoparii). Le praterie secondarie, mesofile a dominanza di Carex flacca e Brachypodium rupestre, nel vicino M. Rufeno, sono state riferite all associazione Pseudolysimachio barrellieri- Brometum erecti. SERIE PREAPPENNINICA TIRRENICA BASSO COLLINARE TERMOFILA SUBACIDOFILA DEL CERRO Erico arboreae-querceto cerridis sigmetum Nel piano bioclimatico collinare inferiore, su substrati di natura silicea, prevalentemente sulle arenarie della formazione del Macigno, si sviluppa la serie termofila del cerro. La tappa matura è il bosco denominato Erico arboreae-quercetum cerridis, rappresentato da formazioni arboree a dominanza di cerro ricche di sclerofille termofile mediterranee quali leccio, corbezzolo, Viburnum tinus e Smilax aspera, oltre ad alcune ericacee quali Erica arborea ed Erica scoparia. La componente mediterranea di queste formazioni diviene dominante negli stadi di sostituzione, rappresentati da vegetazione preforestale di degradazione ad erica e corbezzolo (Erico arboreae- Arbutetum unedonis), garighe alte ad erica scoparia (Cisto incani-ericetum scopariae), lande a brugo (Danthonio decumbentis-callunetum vulgaris), vegetazione erbacea a dominanza di Agrostis tenuis (Molinio-Arrhenatheretea), pratelli terofitici a Tuberaria guttata e Trifolium sp.pl. (Tuberarietea guttatae). SERIE PREAPPENNINICA COLLINARE TERMOFILA NEUTRO-BASIFILA DEL CERRO Roso sempervirentis-querceto pubescentis quercetoso cerridis sigmetum La serie termofila neutro-basifila del cerro è diffusa su substrati di natura prevalentemente marnosa e marnoso-arenacea e su sabbie argillose, nel piano bioclimatico collinare. I boschi che costituiscono la testa di serie sono dominati dal cerro e presentano un buon contingente di specie mediterranee, in particolare Asparagus acutifolius, Rubia peregrina e Rosa sempervirens. Come composizione floristica assomigliano ai boschi del Roso-Quercetum pubescentis, di cui rappresentano una subassociazione a dominanza di cerro (Roso sempervirentis-quercetum pubescentis quercetosum cerridis) con fisionomia di bosco chiuso, ben strutturato. I mantelli che si sviluppano in contatto seriale con queste cenosi boschive sono riferibili prevalentemente allo Spartio juncei-cytisetum sessilifolii, caratterizzato dalla dominanza di ginestra e citiso a foglie sessili. In situazioni più fresche si può sviluppare lo Junipero communis-pyracanthetum coccineae, a dominanza di agazzino e ginepro comune. Le formazioni erbacee di sostituzione sono rappresentate dal Centaureo bracteatae- Brometum erecti, prateria mesofila a dominanza di forasacco (Bromus erectus) e falasco

8 (Brachypodium rupestre). Nei terreni non più sottoposti all utilizzo agrario si sviluppa la vegetazione ruderale nitrofila perenne con Inula viscosa e Agropyron repens, dell alleanza submediterranea Inulo viscosae-agropyrion repentis. SERIE PREAPPENNINICA CENTRO-ITALICA COLLINARE INFERIORE SUBACIDOFILA TERMOFILA DEL FARNETTO Malo florentinae-querceto frainetto sigmetum La serie del farnetto rappresenta un aspetto molto particolare e pregevole della vegetazione delle Province di Terni e Perugia. Pur essendo territorialmente molto limitata essa riveste particolare importanza trattandosi del limite settentrionale dell areale di distribuzione del farnetto. La testa di serie è rappresentata da boschi a dominanza di farnetto e falsa sughera che vengono riferiti all associazione Malo florentinae-quercetum frainetto. Essi si sviluppano su substrati vulcanitici e piroclastici e su sedimenti lacustri sabbiosi Pleistocenici (Villafranchiano), prediligendo le stazioni pianeggianti. Sono legati a suoli molto profondi e fertili, e la loro attuale presenza è limitata a piccolissimi lembi residui intercalati nel paesaggio agrario. La composizione floristica di questi boschi è caratterizzata da numerose specie subacidofile a distribuzione centro-meridionale quali Teucrium siculum, Lathyrus niger, Malus florentina. I mantelli, poco rappresentati in quanto la lavorazione agricola si spinge generalmente fino alla base degli alberi, sono caratterizzati da Cytisus scoparius e Erica arborea e vengono inquadrati nell alleanza Pruno-Rubion fruticosi. Le tappe di sostituzione sono rappresentate da garighe a Cistus salvifolius (classe Rosmarinetea officinalis) e da orli a dominanza di Melampyrum cristatum e Geranium sanguineum (classe Trifolio medii-geranietea sanguinei). All interno di queste formazioni si verificano spesso ristagni d acqua localizzati che danno luogo a pozze temporanee. SERIE PREAPPENNINICA TIRRENICA COLLINARE SUBACIDOFILA MESOFILA DEL CERRO Coronillo emeroidis-querceto cerridis sigmetum La vegetazione della serie collinare subacidofila termofila del cerro è diffusa sui substrati vulcanitici e piroclastici e su sedimenti lacustri sabbiosi Pleistocenici (Villafranchiano), in situazioni di versante sempre a pendenza poco accentuata, su suoli profondi e freschi. La tappa matura è rappresentata da boschi misti di cerro e sorbi (Sorbus domestica, S. torminalis) ricchi di specie mesofile e nemorali quali Lathyrus venetus ed Euphorbia amygdaloides, accanto a specie a distribuzione meridionale quale Teucrium siculum. Essi vengono riferiti all associazione Coronillo emeroidis-quercetum cerridis. Negli impluvi e sui versanti a microclima fresco e umido, in particolare sulla scarpata che contorna il tavolato di Orvieto, il bosco si arricchisce di elementi mesofili quali carpino bianco, nocciolo e castagno dando luogo alla subassociazione Coronillo emeroidis-quercetum cerridis carpinetosum betuli. I mantelli, a dominanza di Cytisus scoparius, vengono riferiti all alleanza Pruno-Rubion fruticosi. A margine si sviluppano orli di vegetazione a dominanza di Holcus mollis dell ordine Melampyro pratensis- Holcetalia mollis. SERIE PREAPPENNINICA TIRRENICA COLLINARE TERMOFILA NEUTROBASIFILA DEL CERRO Asparago tenuifolii-querceto cerridis sigmetum La serie dell Asparago tenuifolii-querceto cerridis sigmetum è diffusa nel territorio della Selva di Meana, su substrati calcareo-argillosi. Essa è caratterizzata da boschi neutrobasifili di cerro del piano collinare, con elementi termofili quali Echinops siculus, Cyclamen repandum e Viola alba dehnhardtii misti ad elementi mesofili quali Helleborus bocconei, Euonymus euroapeus e Melica uniflora (Asparago tenuifolii-quercetum cerridis). In contatto seriale si sviluppano mantelli a dominanza di Juniperus communis (Junipero communis-pyracanthetum coccineae) e di Cytisus sessilifolius (Spartio juncei-cytisetum

9 sessilifolii). I pascoli di sostituzione sono dati da cenosi mesofile a dominanza di Carex flacca e Brachypodium rupestre dell associazione Pseudolysimachio barrellieri-brometum erecti. SERIE TIRRENICA MESOMEDITERRANEA TERMOFILA SUBACIDOFILA DEL LECCIO Cyclamino repandi-querceto ilicis sigmetum Le formazioni a dominanza di leccio mostrano la massima estensione nel settore sudoccidentale della provincia, dove ricoprono estesi territori sui versanti esposti a sud delle principali catene montuose (Amerina, Narnese). La serie del leccio del Bioclima Mesomediterraneo è caratterizzata dalla dominanza delle sclerofille. Si sviluppa su suoli profondi e argillosi, spesso rossi e decarbonatati, derivati dal disfacimento delle arenarie e dei calcari. I boschi maturi sono rappresentati da formazioni sclerofilliche pressoché prive di caducifoglie (Cyclamino repandi-quercetum ilicis), diffusi nelle fasce basali delle aree collinari occidentali della provincia, caratterizzate da bioclima mesomediterraneo. Le tappe di sostituzione sono costituite da macchie di degradazione con erica arborea e corbezzolo (Erico arboreae-arbutetum unedonis), arbusteti a dominanza di ginepro rosso ed erica multiflora (Pistacio lentisci-juniperetum oxycedri), garighe a cisto rosso e cisto salvifoglio (Rosmarinetea officinalis) e a dominanza di Stipa bromoides (Dorycnio hirsuti- Stipetum bromoidis), formazioni parasteppiche a dominanza di barboncino mediterraneo (aggr. a Cymbopogon hirtus), vegetazione nitrofila perenne dell alleanza mediterranea Bromo- Oryzopsion miliaceae (Phoenicolo piperiti-plumbaginetum europeae). SERIE TIRRENICA MESOMEDITERRANEA EXTRAZONALE EDAFO-MESOFILA NEUTROBASIFILA DEL LECCIO Cyclamino repandi-querceto ilicis lauretoso nobilis sigmetum Questa serie, la cui distribuzione e le cui tappe di sostituzione sono al momento poco note, è presente in piccoli lembi nei territori sud-occidentali della Provincia, a sud di Montoro, su substrati di natura argilloso-sabbiosa di origine marina. La testa di serie è rappresentata da boschi a dominanza di leccio con forte presenza di alloro, specie steno-mediterranea legata a condizioni di piovosità abbondante. Essi vengono riferiti alla subassociazione Cyclamino repandi-quercetum ilicis lauretosum nobilis. SERIE CENTRO-ORIENTALE MESOMEDITERRANEA E SUBMEDITERRANEA COLLINARE EDAFO-XEROFILA NEUTRO-BASIFILA DEL LECCIO E LECCETE APPENNINICHE COLLINARI MESOFILE NEUTRO-BASIFILE Fraxino orni-querceto ilicis sigmetum La serie collinare del leccio è diffusa sui substrati carbonatici delle principali catene del territorio provinciale. La testa di serie è rappresentata da boschi a dominanza di leccio con una buona componente di specie caducifoglie, rappresentate soprattutto dall orniello (Fraxinus ornus) e talvolta dal carpino nero (Ostrya carpinifolia) (Fraxino orni-quercetum ilicis). Frequentissimi sono gli aspetti di vegetazione preforestale, a dominanza di Pistacia x saporte (Fraxino orni-quercetum ilicis pistacietosum x saporte) o di pino d aleppo in situazioni rupestri (Fraxino orni-quercetum ilicis pinetosum halepensis). Fanno parte della serie gli arbusteti a dominanza di erica multiflora (Coronillo emeroidis-ericetum multiflorae), le garighe a dominanza di santoreggia (Cephalario leucanthae-saturejetum montanae) talvolta con euphorbia spinosa (subass. euphorbietosum spinosae), i pratelli terofitici a trifoglio scabro (Trifolio scabri-hypochoeridetum achyrophori), presenti nei settori più caldi con la subassociazione securigeretosum securidacae. Particolare valore biogeografico riveste la presenza dell ampelodesma (Ampelodesmos mauritanicus), specie stenomediterranea occidentale che nella Provincia si rinviene nelle zone più calde.

10 Le leccete del Cephalanthero longifoliae-quercetum ilicis, presenti solo in aree appenniniche, sono caratterizzate da una copertura arborea a dominanza di leccio e caducifoglie montane, e dalla presenza, nello strato erbaceo, di specie nemorali mesofile trasgressive dai boschi decidui con cui sono in contatto. Le tappe di sostituzione del bosco non sono note, poiché queste tipologie vegetazionali hanno un significato edafo-mesofilo e sono presenti solo in particolari situazioni edafiche. GEOSERIE RIPARIALI ED EDAFO-IGROFILE AZONALI Le formazioni edafo-igrofile e ripariali danno origine tipicamente ad una fasciazione parallela alle sponde dei corsi e degli specchi d acqua. In spazi molto ristretti si susseguono formazioni di greto, di ripa, di sponda, di terrazzo di vario ordine, dando origine a contatti catenali e seriali complessi. Questi sistemi di vegetazione risultano fortemente compromessi dalle numerose attività antropiche che, dall agricoltura alla canalizzazione dei corsi d acqua alla captazione delle acque all abbassamento della falda, hanno prodotto la frammentazione e la compressione delle cenosi vegetali. L insieme di queste comunità è stato considerato come una geoserie, data l impossibilità di cartografare separatamente le diverse unità vegetazionali. Esse possono essere così schematizzate: comunità arbustive ed arboree: formazioni arbustive a dominanza di Salix purpurea (Saponario officinalis-salicetum purpureae) limitate ai corsi secondari; formazioni arbustive a dominanza di Salix eleagnos (Salicetum eleagni) limitate ai corsi secondari; formazioni arboree a dominanza di Salix alba (Salicetum albae); boscaglie palustri a dominanza di Salix cinerea (Salicetum cinereae); boschi ripariali a dominanza di Alnus glutinosa (Aro italici-alnetum glutinosae); boschi ripariali a dominanza di Fraxinus oxycarpa (Carici remotae-fraxinetum oxycarpae); boschi ripariali a dominanza di Populus canescens (aggr. a Populus canescens); boschi ripariali a dominanza di Populus alba (Populetum albae); boschi ripariali a dominanza di Populus nigra (aggr. a Populus nigra); formazioni azonali edafo-igrofile a dominanza di Ulmus minor (aggr. a Aro italici-ulmetum minoris); formazioni azonali edafo-mesofile a dominanza di Carpinus orientalis (aggr. a Carpinus orientalis); prati umidi e palustri: Phragmitetum vulgaris; Sparganietum erecti; Scirpetum lacustris; Mentho aquaticae-caricetum pseudocyperi; Caricetum elatae; Mariscetum serrati; Caricetum acutiformis; Galio palustris-caricetum ripariae; Cyperetum longi; Bidenti-Polygonetum mitis; aggr. a Equisetum telmateja; comunità idrofitiche: Lemnetum trisulcae; Miriophyllo verticillati-nupharetum lutei; Potametum lucentis; Potametum pectinato-perfoliati; aggr. a Callitriche stagnalis; aggr. a Hippuris vulgaris. BIBLIOGRAFIA BIONDI E., Fitosociologia ed Ecologia del paesaggio. Alcune considerazioni introduttive al Convegno. Coll. Phytosoc. 21: BIONDI E., The Phytosociological Approach to Landscape Study. Annali di Botanica, LII: BIONDI E., Il ruolo della fitosociologia nell ecologia del paesaggio. In: Ingegnoli V. & Pignatti S. "L ecologia del paesaggio in Italia", Città Studi Edizioni: GEHU J.M. & RIVAS-MARTINEZ S., Notions fondamentales de Phytosociologie. Syntaxonomie: GEHU J.M., La Phytosociologie d aujourd hui. Not. Fitosoc., 16:1-16. GEHU J.M., Des complexes de groupements vègètaux à la Phytosociologie paysagere contemporaine. Inf. Bot. It., 18 (1-3): GEHU J.M., L analyse symphytosociologique et geosymphytosociologique de l éspace. Coll. Phytosoc., 17:11-46.

11 PROVINCIA DI TERNI, Piano territoriale di coordinamento provinciale. Relazione generale. Documento preliminare. RIVAS-MARTINEZ S., Nociones sobre Fitosociologia, Biogeografia, Bioclimatologia. In "La vegetacion de España". Universidad de Alcalà de Henares: VENANZONI R. & KWIATKOWSKI W., Analisi integrata del paesaggio in un settore dell Appennino centrale (Riserva Naturale Montagna di Torricchio). Coll. Phytosoc. 24:

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