XXVI Convegno SISP. Dappsi, Facoltà di Scienze Politiche, Università degli Studi di Catania

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1 XXVI Convegno SISP Università Roma Tre - Facoltà di Scienze Politiche, Dipartimento di Studi Internazionali e Dipartimento di Istituzioni pubbliche, Economia e Società settembre 2012 Rossana Sampugnaro (sampugnaro@unict.it) 1 Simona Gozzo (simonagozzo@yahoo.it) 2 Dappsi, Facoltà di Scienze Politiche, Università degli Studi di Catania Reticoli di discussione politica secondo una prospettiva di genere. (versione provvisoria) Abstract. Lo studio condotto presuppone che esista una relazione tra estensione e tipologia delle relazioni sociali e qualità della partecipazione politica giovanile, approfondendo in particolare le dinamiche di genere. In una fase caratterizzata dall espansione dell offerta informativa sui canali tradizionali e sulla piattaforma telematica, assume particolare rilevanza il rapporto tra esposizione ai media e natura dei reticoli, come suggerito da recenti indagini dell Istat. Su queste basi viene realizzato uno studio esplorativo su una selezione di giovani studenti universitari, condotto applicando misure di network analysis che permettono l individuazione di specifici indicatori di estensione, qualità e connotati di relazione. Lo strumento utilizzato permette di valutare l incidenza delle dinamiche relazionali e di discussione politica sulla qualità della partecipazione. Keywords: partecipazione politica, studi di genere, network analysis, giovani. 1. Partecipazione e network Lo studio si propone di analizzare la relazione esistente tra esposizione ai media e reticoli di discussione politica in relazione alla partecipazione politica per evidenziare, secondo una prospettiva di genere, la propensione al coinvolgimento politico delle giovani generazioni di uomini e donne. L espansione dell offerta informativa - in specie della piattaforma telematica ha profondamente modificato le diete mediali degli italiani e, in particolare, dei giovani (Censis, 2003; 2011) anche se questo non ha trovato come conseguenza diretta una riduzione della vitalità dei reticoli sociali come fonti informative del cittadino. Le relazioni faccia a faccia sono da sempre considerate elementi fondamentali per 1 Ricercatore di Sociologia dei fenomeni politici presso il Dip. di Scienze Politiche e Sociali, Università di Catania. 2 Ricercatore di Sociologia generale presso il Dip. di Scienze Politiche e Sociali, Università di Catania

2 supportare la partecipazione politica del singolo e, attraverso questa, sostenere la democrazia. Sebbene gli studi divergano rispetto alle caratteristiche dei reticoli che favoriscono maggiormente la partecipazione 3, è assodato che i network individuali sono in grado di veicolare grandi quantità di informazione, specie se le reti individuali sono caratterizzate da legami deboli (Granovetter, 1998). Le ricerche evidenziano da una parte una trasformazione delle modalità tipiche di partecipazione delle giovani (Donati et al., 1997; Diamanti, 1999; Bontempi, 2007; Bettin, 2008). Contestualmente è bene considerare che la variabile genere ha perso capacità esplicativa dei comportamenti elettorali se non collegata con altre variabili. Le modalità di genere non esprimono delle tendenze partecipative distintive ma contribuiscono a definire profili di debole partecipazione se associati al livello del reddito, alla qualità dell istruzione, alla dislocazione territoriale o all inserimento nel mondo del lavoro 4. Limitando la nostra osservazione ai giovani, osserviamo come la riproduzione del gap di genere non riguarda più il comportamento di voto dei giovani e delle giovani ma piuttosto altre forme di coinvolgimento nella vita politica. Le ricerche sono concordi nell evidenziare nel mondo occidentale una progressiva riduzione del tradizionale gap di genere nella vita politica (Verba et al., 1987; Norris e Inglehart, 2003) e ad un annullamento della distanza in relazione alla pratica elettorale. Se guardiamo alle giovani generazioni, le donne mostrano una propensione alla partecipazione elettorale maggiore di quella degli uomini. Uno sguardo più attento al complesso del repertorio di azioni partecipative, tuttavia mostra la persistenza di un gap. Al fine di comprenderne la persistenza, lo studio condotto intende soffermarsi su quelle che possono essere considerate le precondizioni della partecipazione politica: l informazione e l interesse per la dimensione politica. L acquisizione di notizie a sfondo politico servirà nel corso dell interlocuzione con gli altri: la qualità e la quantità dell informazione esercita un influenza sulle possibilità di occuparsi di politica anche semplicemente attraverso la decisione di discuterne con un altro soggetto (Eveland e Thomson, 2006; Kim e Ball- Rokeach, 2006). La natura delle relazioni sociali in giovane età è destinata ad una rapida evoluzione e ad una forte caratterizzazione in ragione del genere di appartenenza. Dal punto di vista 3 Nella sua critica al modello deliberativo di democrazia, Mutz (2006) sostiene che la partecipazione sarebbe favorita dall inserimento del singolo in reti omogenee, caratterizzate da finalità convergenti piuttosto che dall esposizione a opinioni discordanti. A conclusioni diverse pervengono altri studi (Huckfeldt et al. 2001; Ikeda e Kobayashi, 2009). Sui pericoli della diffusione e della prevalenza di reti chiuse di discussione per la democrazia vedi Sunstein (2001), Putnam (2000). 4 Una rassegna di studi sull argomento in Cuturi et al. (2000: 26)

3 dell età, già nelle fasi della prima adolescenza: their worlds become gender segregated, with boys in larger, more heterogeneous groups (McPherson et al. 2001:422; Marsden, 1987: ). L omofilia di genere tende a descrescere nel tempo: nelle società occidentali i giovani, specie con un livello elevato di istruzione, hanno network caratterizzati da un basso grado di omofilia di questo tipo. E importante sottolineare come il grado di omofilia di genere sia legato alla tipologia di network di discussione. Se in generale le reti di amicizia sono in larga parte sexintegrated, le reti di discussione politica sono fortemente caratterizzate: in una ricerca di Huckfeldt e Sprague del 1995 emerge che il livello di omofilia di genere sia più elevato per gli uomini, specie in età adulta, perché questi discutono con le loro partners meno di quanto queste ultime facciano con loro. Successivi studi sulla frequenza delle discussioni politiche tra la popolazione, evidenziano un interesse limitato delle donne per il confronto su questioni politiche: men discuss politics more often with friends, family, co-workers, community leaders and election officials, are more likely to engage in political proselytizing and are more likely to indicate that they enjoy political discussions than are women. Questo comporta che "the personal discussion networks of men may be more active and thus more important in their voting decisions than they are to women (Elder e Greene 2003: 388 ). Appare quindi verosimile che le donne parlino meno di politica e siano meno impegnate, in generale, nel political proselytizing (Hansen, 1997) ossia a convincere altre donne ad adottare particolari comportamenti elettorali o a schierarsi su talune questioni politiche. Anche in Italia, così come mostrano i dati di un recente Rapporto Istat (2009), permane una differenza di genere nel modo di rapportarsi con la sfera politica. Una porzione consistente di donne mostra poco interesse per dimensione politica della vita e questo determina probabilmente un limitato interesse per l acquisizione di informazioni che a questa si riferiscono. Questo lascerebbe prefigurare una collocazione diversa delle donne nei reticoli di discussione politica, con una posizione marginale e di maggiore dipendenza cognitiva (Sampugnaro, in corso di pubblicazione). A questo proposito ricordano Huckfeldt e Sprague (1995: 191; cfr. anche McCLurg, 2003) che il ruolo del genere non può essere pienamente compreso rifacendosi solo alle differenze di opinione e di attitudini tra uomini e donne. Bisogna evidenziare come esso strutturi l interazione sociale, influenzando quindi anche la trasmissione e la diffusione dei messaggi politici. Dal punto di vista dell eterogeneità legata alle fasce di età, escludendo i legami intimi, vi è una elevata omofilia specie quando gli argomenti sono poco rilevanti (Feld, 1982 cit.

4 in McPherson et. al 2001). La natura dei network, invece, tende a modificarsi se a essere trattate sono questioni vitali per il singolo: la ricerca di aiuto o di un opinione autorevole. Su queste basi viene realizzato uno studio esplorativo su una selezione di giovani studenti universitari, condotto applicando misure di network analysis che permettono l individuazione di specifici indicatori di estensione, qualità e connotati di relazione (vedi Par. 7 e ss.). Lo strumento utilizzato permette di valutare l incidenza delle dinamiche relazionali e di discussione politica sulla qualità della partecipazione. 2. La partecipazione politica in Italia I dati complessivi sulla partecipazione elettorale in Italia evidenziano uno stato di crisi all interno del quale si riscontra il progressivo convergere dei comportamenti elettorali di uomini e donne. Il quadro attuale (tab. 1) era stato in larga parte previsto dagli studi sulla partecipazione già negli anni novanta in ragione dell osservazione della propensione al voto delle giovani donne. Già negli anni novanta era evidente la differenza tra le giovani e le generazioni successive di donne., Soprattutto le prime sopravanzavano i coetanei nella propensione al voto, lasciando presagire nel medio o lungo periodo un allineamento dei comportamenti elettorali tra i generi (Cuturi et. al., 2000; Tuorto, 2010). Nei fatti, nel giro di poco più di un decennio, la convergenza appare realizzata: la propensione al voto, in termini percentuali, appare assimilabile come evidenziato da studi recenti (Corbetta e Ceccarini, 2010). Rimane piuttosto da valutare l intermittenza del voto che il dato complessivo sulla partecipazione rischia di nascondere (Cuturi et. al. 2000; Legnante e Segatti, 2001). A questo proposito, secondo i dati dell Osservatorio Elettorale dell Istituto Cattaneo concernenti il 2005 (Tuorto, 2010:76), la discontinuità del voto interessa precipuamente le donne. Queste ultime, oltre a costituire il 60% dell astensionismo cronico, rappresentano il 55% del voto intermittente, manifestando un comportamento più irregolare nei confronti della partecipazione elettorale. Tabella 1 - Non votanti per genere. Confronto 2008, 2006, (%) 2006 (%) 2001(%) Maschi 17,7 14,3 17,2 Femmine 21,1 18,2 19,8 Totale 19,5 16,4 18,6 Fonte: Ministero degli Interni Questa convergenza, realizzatasi sul fronte della pratica elettorale, potrebbe verificarsi anche nell ambito di altri comportamenti che esprimono propensione verso la

5 partecipazione politica. Questa ipotesi assume consistenza se osserviamo il complesso dei comportamenti partecipativi di uomini e donne ma soprattutto in ragione della proiezione dei comportamenti politici delle nuove generazioni. Riguardo al primo aspetto permangono delle differenze di genere all interno di un quadro di progressivo avvicinamento (Tab. 2). A questo proposito la dimensione diacronica è messa in evidenza dai dati di un indagine Istat che compara i comportamenti partecipativi tra il 1999 e 2009 (Istat, 2009) 5. Tabella 2 - Modalità di partecipazione visibile per genere. Confronto Maschi Femmine Differenze Maschi- Femmine Partecipazione ad un comizio 8,0 8,5-0,5 3,9 3,4 0,5 4,1 Partecipazione ad un corteo 6,0 4,8 1,2 4,5 2,6 1,9 1,5 Ascolto di un dibattito politico 28,0 23,2 4,8 19,5 12,9 6,6 8,5 Attività gratuita per un partito 2,0 2,4-0,4 0,6 0,7-0,1 1,4 politico Ha dato soldi ad un partito 3,4 4,1-0,7 1,6 1,5 0,1 1,8 Fonte: Istat (2009) Dalla Tab. 2 emerge che le donne partecipano meno alla vita politica anche se con notevoli passi in avanti rispetto al recente passato. Nell ambito di un rafforzamento della partecipazione politica che ha riguardato uomini e donne, queste ultime presentano gli incrementi più significativi. Se immutata rimane la loro partecipazione alla vita dei partiti, si contraddistinguono rispetto al passato per un attenzione maggiore per i dibattiti politici, con un incremento del 6,6%, per una partecipazione ai cortei e alle manifestazioni (+1,9%) e per un leggero rafforzamento della modalità di partecipazione ai comizi (0,5%). Nonostante i progressi degli ultimi 10 anni, la distanza del profilo partecipativo rispetto agli uomini permane ancora sostanziale se guardiamo al dato generale. Tuttavia l analisi dei dati per classi di età e un focus sulle prime 4 classi dell Istat (14-17; 18-19; 20-24; 25-34) mettono il luce una situazione apparentemente diversa con differenze ridotte o annullate, specie nelle prime due classi (giovanissimi) e scarti leggermente più ampi nelle successive due classi (giovani). E interessante notare come la partecipazione dei giovani, rispetto al dato generale, risulti decisamente superiore nella modalità di partecipazione ad un corteo. Questo è vero specie per i giovanissimi per i quali il dato 5 Il criterio utilizzato dall Istat è particolarmente restrittivo, prendendo in considerazione solo le attività che sono state condotte nei 12 mesi anteriori all intervista. L indagine ha riguardato persone nel 1999 (maschi e femmine 25600) e nel 2009 ( maschi e femmine 26820)

6 non scende mai al di sotto dell 11%, per diminuire drasticamente nelle classi di età successive (Fig. 1). Mentre modeste sono le attività che si legano ai partiti (finanziamento e militanza), contenuto è il dato sull ascolto dei dibattiti politici in nessuna delle classi mai superiore al 18,7% - anche se minore è la distanza di genere.

7 Figura 1 Modalità di partecipazione ed età Modalità di partecipazione politica per classi di età 12,4 11,7 15,1 m f ,9 8,0 6,4 6,7 5,9 4,5 3,9 2,3 2,7 1,7 3,8 13,0 7,3 0,5 1,0 1,2 1,5 5,7 5,7 4,2 13,1 3,5 2,4 12,1 14,0 12,5 0,2 0,8 1,5 0,6 0,10,2 0,3 1,2 1,4 Partecipazione ad un comizio Partecipazione ad un corteo Ascolto di un dibattito politico Attività gratuita per un partito politico (a) 16,6 18,7 m f m f m f Ha dato soldi ad un partito Fonte: Istat

8 Secondo i dati dell Istat, quindi le modalità appena analizzate generalmente riconducibili alla partecipazione visibile evidenziano delle differenze sostanziali di genere, anche se in un quadro di progressivo avvicinamento. Sul fronte dell informazione politica, considerata spesso un indicatore di partecipazione invisibile, si evidenziano ancora oggi delle peculiarità di genere (cfr. Legnante e Baldassarri 2010). Anche in questo caso si osserva una convergenza tra i menù informativi di uomini e donne (Tab. 3) in rapporto alle tre aree di intermediazione dei contenuti politici: i media, il tessuto associativo, le relazioni primarie e secondarie. Rispetto ai media, i cittadini italiani evidenziano un rafforzamento complessivo del ricorso a questi strumenti per ricavare notizie di ordine politico, con una chiara prevalenza della televisione e dei quotidiani e con un alta differenziazione dei menù informativi (Legnante 2007). Tabella 3 - Informazione politica per genere. Confronto Maschi (%) Femmine (%) Radio 34,7 29,3 5,4 27,4 24,2 3,2 Televisione 93,3 92,9 0,4 93,7 92,7 1,0 Quotidiani 55,6 56,0-0,4 43,6 41,2 2,4 Settimanali 10,7 12,1-1,4 12,0 13,6-1,6 Altre riviste non sett. 4,0 4,0-3,3 3,2 0,1 Organizzazioni politiche 2,6 3,0-0,4 1,0 0,8 0,2 Organizzazioni sindacali 2,1 2,4-0,3 1,3 0,9 0,4 Altro 3,5 0,7 2,8 2,0 0,8 1,2 Amici 28,4 23,5 4,9 21,1 16,3 4,8 Parenti 15,3 9,3 6,0 22,6 16,2 6,4 Conoscenti 11,5 8,5 3,0 9,2 6,3 2,9 Colleghi di lavoro 18,0 13,9 4,1 12,5 8,6 3,9 Fonte: Istat (2009) I dati dell Istat (Tab. 3) confermano quanto descritto nei lavori citati: rispetto ai dati del 1999, il quadro informativo degli uomini può considerarsi immutato, escludendo un rafforzamento dell approfondimento politico ricavato dall ascolto della radio (+5,4%). Nel giro di dieci anni le donne hanno complessivamente rafforzato la loro esposizione ai media - con l eccezione costituita dai settimanali (-1,6%) - in particolare acquisendo più informazione politica dalla radio (+3,2%) e dai quotidiani (+2,4%). Questi ultimi incrementi lasciano prefigurare un maggiore interesse per quei mezzi che propongono, oltre alla cronaca politica, anche il commento e l approfondimento. Sebbene le differenze di esposizione verso questi ultimi due mezzi (quotidiani -12%, radio - 7,3%) rispetto agli uomini restano elevate, il quadro informativo delle donne risulta rafforzato, anche

9 guardando all accesso al numero di fonti informative utilizzate per acquisire notizie politiche (Fig. 2): le donne che dichiarano di accedere a 4 o più fonti informative passano dal 14,7% al 20,6%. Figura 2 - Numero fonti informative consultate per genere. Confronto % 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Fonte: Istat (2009) 21,6 28,2 29,6 32,3 Femmine ,6 14,7 25,6 19,8 21,5 31,5 Femmine ,6 24,3 32,4 21,5 23,8 Maschi 2009 Maschi ,0 4 e più Anche in questo caso un focus su giovani e giovanissimi, lascia prefigurare una totale convergenza dei consumi informativi nel medio periodo (Fig. 3). I dati confermano il ruolo di principale canale informativo della televisione ma evidenziano anche il valore della radio per le giovani generazioni. La radio, seguita via etere o tramite il web, viene indicata nella fascia anni da oltre il 42% degli uomini e dal 36% delle donne. Anche i quotidiani mantengono un valore elevato, con una consistente riduzione del gap di genere nelle prime 3 classi di età considerate.

10 Titolo asse Figura 3 Mezzi di comunicazione ed età ,0 Fonte: Istat (2009) 28,1 33,9 42,8 Esposizione ai mezzi di comunicazione di massa per classi di età 90,1 93,6 91,5 92,4 41,5 49,1 47,7 9,6 10,4 9,0 5,7 2,4 2,7 3,1 3,5 19,6 18,8 32,2 36,3 87,9 91,2 92,9 94,1 42,2 42,4 45,6 43,2 7,6 9,2 10,5 11,4 2,8 2,0 3,7 3,5 Radio Televisione Quotidiani Settimanali Altre riviste non settimanali 54,4 M F M F M F M F

11 La seconda area d intermediazione politica (Tab. 3), costituita da associazioni e partiti, ha uno scarso peso complessivo con una sostanziale stabilità dei partiti politici e delle organizzazioni sindacali che vengono richiamati solo da una quota molto piccola di cittadini e con un piccolo incremento per le altre associazioni che vengono selezionate da 3,5% degli uomini e dal 2.0% delle donne. Cambiamenti considerevoli sono rilevabili nella terza area di intermediazione costituita dai reticoli sociali. In questo caso il rapporto Istat, evidenzia un potenziamento complessivo di questa fonte di acquisizione delle informazioni politiche rispetto al 1999: in un epoca caratterizzata da una sovrabbondanza di notizie proveniente dalla televisione e dal web che genera in una parte della popolazione la difficoltà di selezione del materiale rilevante, gli italiani mostrano un attenzione per le relazioni sociali come strumento per migliorare il grado d informazione politica. Donne e uomini privilegiano reticoli diversi, anche se, persino in questo caso, i profili tendono a convergere (Fig. 4). In rapporto alle donne, gli uomini utilizzano complessivamente in misura maggiore le relazioni personali. Queste ultime propendono in maniera chiara per le relazioni appartenenti alla sfera dei rapporti con il partner, con i genitori e con quella tra parenti prossimi (22,6%) che risultano nel 2009 prevalenti sui rapporti di tipo amicale (+1,5). Gli uomini preferiscono la rete amicale che viene utilizzata dal 28,4% degli intervistati contro il 21,1% delle donne e adoperano in maniera più consistente le informazioni che provengono dai colleghi di lavoro (18,0% contro 12,5%). Figura 4 - Reti di relazione per genere. Confronto ,0 Amici Colleghi di lavoro 20,0 10,0 0,0 Parenti F F M M Conoscenti Fonte: Istat (2009) La dipendenza dalle reti di relazione è fortemente condizionata dalla fascia di età dell elettore e dall appartenenza di genere (Fig.5). Come evidenziato in altri studi 6, le reti 6 La famiglia e in particolare il ruolo paterno sono un contesto centrale e che precede quello dei pari, nella definizione dell identità politica dei giovani (cfr. Bontempi, 2001: 60).

12 parentali si mostrano particolarmente utili per le giovani generazioni fino ai 34 anni, perdendo progressivamente rilevanza in rapporto alle classi di età centrali. Il loro peso risale leggermente nel periodo della terza età, in ragione probabilmente di un nuovo tipo di dipendenza dalle nuove generazioni. Mentre la curva che rappresenta il rapporto con la rete dei conoscenti non mostra cambiamenti significativi in ragione delle fasce di età, la rete amicale è un basilare punto di riferimento specie per le giovani generazioni di donne e uomini. Per questi ultimi gli amici rimangono centrali in ogni fascia di età, sopravanzando il peso di ogni altro tipo di relazione. Nel caso delle donne, il primato delle reti amicali e parentali é legato al corso di vita: per le giovanissime fino a 19 anni, le relazioni con la famiglia e con il partner risultano più rilevanti di quelle amicali per l acquisizione delle conoscenze politiche (che i coetanei maschi prelevano primariamente dalle relazioni amicali). In seguito reti amicali e parentali, dopo una breve fase caratterizzata dalla prevalenza del primo tipo di rete 7, mostreranno un uguale rilevanza fino alla soglia della terza età quando le reti parentali prevarranno su quelle amicali. Figura 5 - Reti di relazione per genere e per età. 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0, Fonte: Istat (2009) e più M. Amici M. Parenti M. Conoscenti M. Colleghi di lavoro F. Amici F. Parenti F. Conoscenti F. Colleghi di lavoro Nonostante questa progressiva convergenza delle forme intermediazione politica tra i generi, la politica rimane un ambito più periferico per una parte consistente di donne italiane (cfr. Campus e Pasquino, 2007; Sampugnaro, 2007; Gozzo e D Agata, 2010). Come evidenzia il rapporto Istat, ancora nel 2009 una percentuale considerevole di donne non ritiene necessario procurarsi informazioni sulla politica con regolarità, né ne discute con altri. Oltre il 35% delle intervistate, dichiara di non acquisire mai o solo 7 La maggiore dipendenza delle giovani donne dalle famiglie di origine come causa di una maggiore propensione al voto è sostenuta da Corbetta e Parisi (1994) i quali sostengono che i giovani uomini, anche attraverso il non voto, esprimerebbero un affrancamento dalla famiglia di origine e per la tesi contraria Barbagli e Maccelli (1985: 72 e ss.).

13 qualche volta all anno informazioni sulla politica contro il 50% (con una crescita di oltre il 10% sul 1999) che dichiara di informarsi giornalmente o più volte la settimana (tab. 4). Tabella 4 - Frequenza di acquisizione di informazioni politiche per genere. Confronto Maschi (%) Femmine (%) Tutti i giorni 42,4 38,1 4,3 29,9 23,9 6,0 Qualche volta alla settimana 22,3 21,9-0,4 20,1 17,1 3,0 Una volta alla settimana 3,8 4,0-0,2 3,6 3,8-0,2 Qualche volta al mese 7,3 8,8-1,5 8,3 9,1-0,8 Qualche volta all'anno 4,9 6,1-1,2 6,5 9,0-2,5 Mai 16,8 18,0-1,2 29,3 34,4-5,1 Non indicato 2,6 3,1-0,5 2,2 2,7-0,5 Fonte: Istat (2009) L interesse delle giovani e delle giovanissime è ancora più contenuto. In questo caso sommando coloro che acquisiscono informazioni tutti i giorni o alcune volte nel corso della settimana, le percentuali scendono al di sotto del dato generale. La mancata informazione è attribuibile solo limitatamente ad una scarsa conoscenza del sistema politico o ad una mancanza di tempo, come evidenziavano i primi studi sulla partecipazione politica delle donne. Lamentano la presenza di argomenti complicati solo il 15,4% delle donne e la mancanza di tempo solo 5,8% delle intervistate (Tab. 5). Piuttosto le argomentazioni si concentrano sulla sfiducia nei confronti del sistema politico (23,9%) e sulla mancanza d interesse (66,9%) che sono, di gran lunga, le motivazioni maggiormente richiamate. Nel complesso assume valore tra i non informati, che pesano per il 29,3% tra le donne, non un problema di conoscenza ma un rapporto con la dimensione politica caratterizzato da scarso interesse e da sfiducia. Tabella 5 - Motivi per cui i cittadini non si informano. Confronto Maschi (%) 2009 Maschi (%) anni Maschi (%) anni Femmine (%) 2009 Femmine (%) anni Femmine (%) anni Tot. su intervistati 16,8* 35,6*** 20,1*** 29,3%** 34,5*** 26,2*** Non interessa 65,5 77,6 69,9 66,9 77,6 68,5 Non ha tempo 6,8 4,0 8,3 5,8 5,3 8,5 Argomento complicato 10,8 14,7 8,6 15, ,5 Sfiducia nella politica 26,3 12,6 26,5 23,9 13,6 25,7 Altro 3,9 1,6 2,8 3,6 3,0 2,3 Fonte: Istat (2009) *Su maschi ** Su femmine ***Media delle percentuali rispetto alle due classi di età per genere incluse I dati finora considerati hanno permesso di evidenziare le principali dinamiche informative e il livello di interesse, sottesi al coinvolgimento politico, distinguendo tra propensioni prevalentemente maschili e femminili. Quanto descritto può essere

14 considerato come il quadro generale di riferimento, su cui basarsi per analizzare nello specifico quanto e in che modo le relazioni incidano sulle dinamiche di partecipazione. I dati mostrano una convergenza sulle azioni partecipative a fronte della quale permangono delle specificità relative alla dimensione relazionale e all esposizione ai media. Alla luce di quanto emerso si conduce di seguito un analisi che permette di focalizzare l attenzione sull incidenza delle dinamiche relazionali, realizzata restringendo l ambito di riferimento e conducendo una ricerca ad-hoc, di seguito descritta. 3. Reticoli, dinamiche relazionali e partecipazione Il principale obiettivo di questa parte del lavoro è quello di rilevare informazioni sulle dinamiche relazionali che generano e modificano la propensione a comunicare e partecipare attivamente nel mondo sociale e politico, permettendo di rapportare la propensione individuale al coinvolgimento nella vita socio-politica alle effettive opportunità di agire, partecipando alla vita socio-politica, estendendo il proprio bagaglio di informazioni e gestendo vecchie e nuove reti sociali. Si noti, per altro, che con la diffusione dei mass media (e l emergere di nuovi canali di informazione) dette opportunità possono essere in misura maggiore che in passato auto-dirette e sostanzialmente indipendenti da vincoli strutturali e geo-politici. L individuo, se ha le competenze necessarie e la volontà di agire, può gestire le dinamiche relazionali e di comunicazione creando quelle che Elster definisce come opportunità di azione, considerate come dipendenti e vincolate al contesto in cui l individuo è immerso, più che alla volontà di quest ultimo (Elster, 1993). L emergere di opportunità è, effettivamente, maggiormente dipendente da dinamiche contestuali rispetto a quanto non avvenga per gli altri due referenti dell analisi elsteriana e cioè i desideri e le credenze individuali. D altra parte, i processi di socializzazione secondaria collegati all istruzione e la relativa acquisizione di competenze tecniche e relazionali (skills) sembrano divenuti centrali per l inclusione o esclusione individuale da opportunità di azione e comunicazione. In tal senso sembra che la tesi dell abstract social capital (Newton, 1999) sia corretta. Secondo questa prospettiva l emergere del capitale sociale è oggi meno dipendente da relazioni face-to-face riconducibili alla mobilitazione diretta in associazioni (come rilevato sin dagli anni Ottanta grazie alla tesi Tocqueville-Putnam) e maggiormente legato all acquisizione individuale di specifiche competenze non solo tecniche ma anche etiche e

15 relazionali, incentrate su istanze solidaristiche ed egalitarie centrali per i sistemi democratici. Tali propensioni etiche si acquisiscono a seguito di un lungo percorso di formazione, finendo per caratterizzare soggetti in possesso di alti livelli di istruzione. Tali orientamenti valoriali derivano, più che dalle conoscenze acquisite, dai percorsi di socializzazione cui i giovani sono sottoposti nell ambito delle relative istituzioni (università, centri di ricerca, corsi di perfezionamento, ecc.). Quella che l autore descrive è, d altra parte, anche la categoria di soggetti caratterizzata da maggiori livelli di informazione e che, solitamente, presenta un più alto numero di legami ed una maggiore varietà nella composizione del reticolo di riferimento (distinguendo tra contatti intimi, amicali, di conoscenza ecc.). È difficile, quindi, individuare un unica variabile indipendente cui ricondurre l emergere di comportamenti di partecipazione e atteggiamenti pro-sociali. Il concetto di processo di socializzazione, effettivamente, potrebbe includere le differenti dinamiche relazionali, cognitive e sociali sottese. Rimarrebbe da valutare l effettivo consolidarsi di modelli etici pro-sociali che non siano riconducibili al coinvolgimento in associazioni e alla partecipazione diretta, ma che siano più specificamente connessi ad alti livelli di istruzione, tipologie di reti aperte e con legami eterogenei e molteplicità dei canali di informazione (o specifico riferimento ai new media). Bisogna sottolineare che, dati i connotati del campione, questo è per definizione costituito da soggetti con un livello di istruzione medio-alto e che stanno attraversando un processo di socializzazione quale è quello descritto da Newton. La domanda che ci si pone è se il ragionamento dell autore sia applicabile al contesto analizzato e, specificamente, quali opportunità di azione e mobilitazione si delineano per gli intervistati e quanto o in che modo l accesso all agire socio-politico sia veicolato da canali di informazione e reti relazionali di riferimento. 4. Lo studio del caso: informazioni sul campione I dati raccolti si riferiscono ad un campione di 405 studenti universitari appartenenti all Ateneo di Catania, selezionati attraverso la tecnica di campionamento definita snowball o a valanga. La maggior parte degli intervistati appartiene alla Facoltà di Scienze Politiche, su cui si è concentrata la rilevazione (Tab. 6).

16 Tabella 6 - Proporzione di intervistati per Facoltà di appartenenza (%) Accademia Belle Arti 8,6 Agraria 1,1 Biologia 2 Economia 4,6 Farmacia 1,7 Giurisprudenza 4,7 Ingegneria 6,2 Lettere 7,7 Lingue 7,2 Matematica 2,2 Medicina 3,2 Scienze della formazione 5,2 Scienze politiche 45,7 Ulteriori informazioni relative al campione si riferiscono alle usuali variabili strutturali: genere, età, area di provenienza (studente in sede o meno) e occupazione (studente lavoratore o meno). La maggior parte degli intervistati è costituita da ragazze (60%) e studenti al di sotto dei 26 anni (57,7%). In valore assoluto, il campione include 160 studenti e 244 studentesse, mentre 234 sono gli intervistati con un età compresa tra i 18 ed i 25 anni. La quasi totalità degli intervistati è inclusa in una fascia d età compresa tra i 18 e 35 anni, cui si aggiunge una percentuale minima di soggetti (su cui, ovviamente, non si concentrerà l attenzione) inclusi in un età che varia dai 36 ai 54 anni. In media l età del campione è di 26 anni mentre la moda della distribuzione è pari a 27 (Fig. 6). Figura 6 Età degli intervistati La maggior parte degli intervistati dichiara di frequentare il terzo anno di corso (34%) o di essere fuori corso (al 19% dei rispondenti che indicano espressamente questa modalità si può verosimilmente sommare un ulteriore 11% di risposte mancanti per questa domanda), mentre la ripartizione tra primo e secondo anno si mantiene abbastanza uniforme (19% e 17%). L area di provenienza è abbastanza estesa, tanto da coprire tutte le province siciliane (Tab. 7). Solo 109 studenti (il 27%) risiedono, però, nella città di

17 Catania, mentre 145 (36%) sono fuori sede e 135 (33%) pendolari. Le ultime due categorie presentano una quota elevata di studenti che risiedono in provincia di Catania, cui segue Siracusa, mentre le altre province incidono per una quota residuale. Tabella 7 Provincia di residenza degli studenti fuori sede o pendolari v.a. % Agrigento 2 1,45 Caltanissetta 12 8,70 Catania 86 62,32 Enna 4 2,90 Palermo 2 1,45 Messina 5 3,62 Ragusa 4 2,90 Siracusa 23 16,67 Totale La condizione lavorativa presenta, infine, i connotati tipici della fase del ciclo di vita considerata: solo il 10% degli intervistati dichiara di avere un lavoro stabile, mentre il 17% ha un lavoro temporaneo e il 15% non lavora al momento ma ha avuto esperienze di lavoro in precedenza. Il rimanente 58% degli intervistati non ha ancora avuto esperienze di lavoro. Il campione selezionato presenta dei connotati che rispecchiano, in linea di massima, quelli tipici dello studente universitario italiano. 5. L apporto della Network Analysis I dati raccolti nella ricerca hanno permesso di impiegare una procedura di elaborazione ed analisi dei dati riconducibile alla Network Analysis (da adesso indicata come N.A.). La N.A. è uno strumento di analisi dei dati che può essere molto utile al fine di valutare l incidenza, sulle dinamiche studiate, della tipologia della così detta struttura della rete (Salvini, 2005; 2007) e/o della posizione (e relativa rilevanza) del singolo nella rete (Chiesi, 1999). Le possibilità di impiego sono molteplici, tanto che la N.A. è stata definita da Randall Collins come una tecnica in cerca di una teoria (Salvini, 2005). Ciononostante gli impieghi ed i risultati, nei diversi campi, sono stati molteplici e utili. In ambito sociologico è emerso che la differente gestione dei rapporti inter e intraindividuali può incidere notevolmente sia sulle opportunità di azione, riflessione e consapevolezza soggettiva (posizione micro ) che sulle risorse relazionali embedded della specifica comunità, analizzata tramite la ricostruzione del reticolo sotteso (posizione macro ). Il lavoro proposto si serve della N.A. adottando il primo punto di

18 vista e utilizzandola come strumento per studiare le dinamiche relazionali sottese ai differenti profili di utilizzo e produzione della comunicazione politica emergenti tra i giovani intervistati. Si distinguono, in proposito, i canali tradizionali (TV, radio, quotidiani) e i new media (chat, quotidiani on-line, pubblicazione di informazioni via web, ecc.). Un quesito riproposto periodicamente, in questo ambito, si riferisce alla possibilità di rilevare una associazione tra minore o maggiore propensione alla relazionalità e all azione sociale da parte del singolo e canali informativi privilegiati dallo stesso. Il dibattito sull associazione rilevata tra numero di ore trascorse davanti alla televisione e tendenza ad isolarsi o giocare ruoli passivi nella vita sociale è, nello specifico, ormai conosciuto e ampiamente trattato. Il contributo permette di riferirsi a questo dibattito basandosi sull ipotesi che i nuovi media a differenza dei tradizionali promuovono o, addirittura, richiedono un ruolo attivo e propositivo da parte dell utente. 6. Le reti cognitive Prima di descrivere i risultati dell indagine è necessario spiegare come sono stati rilevati i dati e a che fine. Bisogna sottolineare, innanzitutto, che le reti ricostruite sono cognitive, ovvero rispecchiano la percezione individuale del reticolo significativo per il singolo intervistato e l importanza che questo attribuisce ai propri interlocutori. Si rileva, inoltre, la percezione che il singolo ha della competenza dei suoi contatti e delle relazioni reciproche tra questi ultimi. Le misure di N.A. qui utilizzate, nello specifico, si riferiscono alla ricostruzione delle reti cognitive descritte dagli intervistati e prevedono l indicazione di un numero massimo di 10 interlocutori abituali o confidenti cui si fa riferimento nell ambito della vita quotidiana 8. La decisione di limitare il numero ad un massimo di 10 interlocutori deriva sia dalla necessità di considerare solo le relazioni significative per il singolo, sia da considerazioni relative ai limiti cognitivi dei soggetti (Simon, 1958), che devono indicare i connotati essenziali per ciascun interlocutore e le dinamiche interattive frequenti che li coinvolgono. Una domanda ad-hoc è stata, infatti, prevista al fine di ricostruire anche la rete di relazioni reciproche tra gli interlocutori di ciascun rispondente. Bisogna sottolineare che le reti cognitive così ottenute rispecchiano la percezione che ha l 8 Le relazioni individuate sono quelle abitudinarie. Ci si riferisce, cioè, a contatti che avvengono una o più volte durante la settimana e che non riguardano specificamente la comunicazione politica. Si vuole, così delimitare il reticolo costituito dagli alter significativi, secondo quella che è percezione dello studente. Una volta individuati i nodi si richiedono ulteriori informazioni sul contenuto politicamente rilevante sotteso all interazione.

19 individuo dei reticoli sociali in cui è inserito (embedded) e non necessariamente la struttura reticolare effettiva. Il fatto di riferirsi a relazioni abituali tra soggetti e il numero limitato dei contatti permette, comunque, di considerare i relativi dati come proxy dei reticoli effettivi. L impossibilità di circoscrivere i confini delle reti e, quindi, di individuare a priori gli interlocutori, ha comportato dei vincoli relativamente all impiego di strumenti per l analisi reticolare, di cui tratteremo descrivendo le specifiche misure utilizzate. Al fine di approfondire la problematica sopra descritta sono state considerate diverse misure reticolari e relazionali, ricostruite sotto forma di indici sintetici riferiti sia ai connotati di rete che a quelli degli interlocutori selezionati. I risultati vengono di seguito descritti, distinguendo innanzitutto tra connotati delle reti dei rispondenti e caratteristiche degli interlocutori indicati. Al fine di delineare un panorama quanto più completo è possibile delle dinamiche reticolari e reazionali sottese ai profili dei rispondenti sono state ricostruite due tipologie diverse di indici. La prima tipologia di misure si riferisce agli strumenti propri della N.A., elaborati tramite il software ucinet, e permette di analizzare la struttura delle reti cognitive ricostruite dagli studenti contattati. La seconda tipologia si riferisce ai connotati dei confidenti elencati, sintetizzati tramite la costruzione di indici per sommatoria. 7. I connotati dei reticoli Viene, di seguito, chiarito il significato da attribuire agli indici relativi alla struttura della rete. Le misure ottenute si riferiscono alla ricostruzione dei reticoli che emergono tra gli (al massimo dieci) interlocutori selezionati dai rispondenti e misurano le caratteristiche attinenti alle reti, più che ai singoli soggetti contattati o agli interlocutori di questi. Ciascun indice è stato calcolato per ogni reticolo e poi sintetizzato rilevando la media complessiva sul campione e/o in relazione a determinate caratteristiche degli intervistati, in modo da individuare la possibile associazione tra connotati sociodemografici e relazionali. Si è accennato che le elaborazioni condotte in questo senso presentano dei limiti legati alla tipologia di dati impiegati. Ciò non implica alcuna parzialità né inesattezza dei risultati ma è riconducibile alla necessità di selezionare tra le molte misure che, virtualmente, potrebbero essere calcolate. La N.A. permette, infatti, di ricavare diversi indici sulla struttura di rete e tuttavia molti di questi riportano misure che possono essere interessanti solo se si considerino reti chiuse e complete, di cui cioè

20 si conoscono tutti i nodi o soggetti coinvolti e tutte le relazioni tra questi. Il lavoro proposto si concentra, invece, su reti di cui è stato limitato artificialmente il numero dei nodi e per le quali ciascun intervistato si riferisce a specifici confidenti da lui stesso individuati in quanto significativi, in nessun modo riconducibili agli interlocutori degli altri rispondenti. Il risultato è un numero di reti pari a quello degli intervistati, ciascuna con determinate caratteristiche e non assimilabili tra loro. Non è possibile (né sarebbe utile) ricostruire direttamente l interazione reciproca tra gli studenti contattati, i quali spesso non presentano alcuna relazione reciproca che possa essere considerata significativa ai fini del lavoro. Ciascun rispondente, quindi, fa riferimento ad una rete che non è in alcun modo incorporabile a quella degli altri studenti contattati, i quali possono essere messi in relazione tra loro solo considerando i connotati di ciascun reticolo e le informazioni qualitative sulla tipologia dei legami indicati. Riferendosi alle misure di N.A., ciò implica che non è utile (seppure sia possibile) fare riferimento all analisi delle cliques, ai block models o all equivalenza strutturale (Chiesi, 1993; Salvini, 2005; 2007), mentre sono certamente adeguate per l analisi le misure di centralità della rete. Gli indici impiegati sono innanzitutto la così detta size della rete e cioè l ampiezza, data semplicemente dal numero di interlocutori indicati dagli intervistati, cui si aggiungono le tre misure di centralità considerate rilevanti in quanto ciascuna permette di individuare specifici connotati relazionali caratterizzanti le reti. Si tratta delle centralità degree, closeness e betweenness. 7.1 La centralità degree L interpretazione più semplice del concetto di centralità degree è data da quello che viene definito computo dei gradi, cioè dal numero di nodi (nel nostro caso, gli interlocutori) adiacenti tra loro. Questa misura si concentra, in altri termini, sui legami diretti che collegano i soggetti all interno della rete e semplicemente ne conta il numero. Solitamente il significato attribuito all indice è quello per cui l attore con il grado più alto rappresenta, metaforicamente, il luogo nel gruppo dove le cose accadono. Gli attori con un basso grado rappresentano, invece, le posizioni periferiche nella rete. Estremizzando, se avessimo un attore isolato e decidessimo di eliminarlo, nulla cambierebbe nella disposizione dei legami tra gli altri attori (Chiesi, 1993). Considerando la tipologia di dati a disposizione, il soggetto dell analisi non è il singolo individuo (o nodo) ma la rete di ciascun rispondente: il soggetto con una rete che presenta un indice degree più elevato è

21 pure quello con un maggior numero di relazioni reciproche tra i suoi interlocutori. Questo risultato, però, è suscettibile di diverse interpretazioni, legate ai connotati degli interlocutori in quanto solo se il dato è associato ad un alto numero di interlocutori, se vi è la presenza di legami deboli (cioè non intimi) e un buon livello di informazione degli interlocutori, il soggetto intervistato potrà essere considerato centrale sul piano sociale. Se, invece, il numero di interlocutori indicati è basso e si tratta per lo più di legami forti (cioè intimi, come quelli tra familiari), la presenza di una rete fortemente connessa, con un numero elevato di legami reciproci e, dunque, un elevato indice di degree centrality è un risultato prevedibile. Ne consegue che quest unica informazione non è sufficiente a stabilire se il soggetto occupa una posizione sociale centrale o periferica. Evidente è, d altra parte, l importanza di questa misura nel caso in cui si voglia analizzare l incidenza della comunicazione politica entro un determinato reticolo (Piselli, 1997), individuando ad esempio la presenza di opinion leaders. Si tratta, inoltre, di un indice che potrebbe essere utile per predire il successo politico o elettorale di un candidato (Ibidem). Un limite di questa misura è che considera solo i nodi adiacenti, cioè solo i soggetti che sono in contatto diretto e non permette di individuare quelle posizioni nella rete che pur essendo periferiche sul piano dei contatti diretti sono in grado di gestire un elevato numero di informazioni provenienti da legami indiretti. Un caso peculiare è quello del soggetto che funge da ponte o connessione tra gruppi di soggetti altrimenti del tutto separati tra loro. Questo tipo di informazione è rilevabile considerando la betweenness centrality, di cui si tratterà a breve. Nel caso di grafi diretti, la degree centrality può essere scomposta in in-degree e outdegree che, sinteticamente, possono essere considerate misure rispettivamente di prestigio e di centralità relazionale. Centralità e prestigio rappresentano due modi diversi di essere importanti in un network. Bisogna sottolineare che è la natura sostantiva della relazione oggetto di studio a determinare la scelta dell indice più idoneo per la misurazione. Nel nostro caso il focus è sui rispondenti, che rappresentano la loro percezione della rete in cui sono coinvolti, indicando quali altri interlocutori della rete sono in contatto e descrivendo chi contatta e chi viene contattato. Gli indici di in-degree e out-degree, quindi, non sono da interpretare facendo riferimento al singolo intervistato ma alla relativa rete che, in quanto tale, può essere caratterizzata da una minore o maggiore presenza di soggetti informati o piuttosto di soggetti che sono alla ricerca di informazioni. I primi si pongono come punto di riferimento per gli altri nodi, mentre i

22 secondi hanno una maggiore propensione a stabilire legami e a cercare a loro volta confidenti entro la rete. L in-degree è definibile come un indice di prestigio relativo al singolo soggetto. La centralità di ciascun nodo dipende, infatti, dal numero di scelte che ha ricevuto. Questo indice è considerato come la misura più semplice quindi anche più approssimativa del prestigio in quanto rileva la prossimità del nodo rispetto agli altri nodi della rete ed indica che il soggetto è un punto di riferimento per gli altri. Al crescere dell indice aumenta l area di influenza del soggetto in termini di capacità di coinvolgimento e influenza, per cui si tratta di un buon indicatore della presenza di opinion leaders e/o brokers entro la rete (Piselli, 1997). Considerando la struttura dei dati impiegati, un alto valore di questo indice permette di individuare quelle reti caratterizzate da una forte concentrazione dei contatti in prossimità di alcuni soggetti, il che potrà dipendere dalla presenza di opinion leaders diffusi nella rete. Il dato dovrebbe essere, però, interpretato dopo averlo considerato alla luce di ulteriori informazioni qualitative sulla tipologia degli interlocutori. Si noti, inoltre, che anche qualora il dato fosse riconducibile alla presenza di opinion leaders nella rete, ciò non indicherebbe di per sé che l intervistato stesso sia tale ma semplicemente che la rete significativa di quest ultimo è caratterizzata da interlocutori cui è potenzialmente attribuibile questo connotato. L out-degree, invece, indica la propensione ad informarsi in quanto la centralità di ciascun nodo dipende in questo caso dal numero di altri nodi che il soggetto stesso ha selezionato (nel nostro caso, che l interlocutore n avrebbe selezionato secondo il rispondente). Questo indice denota la vulnerabilità del soggetto in termini di richiesta di aiuto/informazione agli altri nodi ma anche la sua propensione alla socievolezza. In tal caso la centralità non corrisponde al prestigio del soggetto o alla potenziale centralità sociale di quest ultimo né, d altra parte, individua soggetti del tutto periferici in quanto si tratta di nodi (interlocutori) che sono nelle condizioni di ottenere, acquisire e gestire direttamente informazioni tramite il contatto diretto con altri nodi. Le reti con un alto valore di questo indice sono definibili come reticoli caratterizzati da una sorta di apertura alla relazionalità diretta, cioè quella legata agli incontri face-to-face, sebbene anche in questo caso l interpretazione debba seguire ad una attenta valutazione dei connotati di interlocutori, legami e ampiezza della rete. I nostri dati mostrano valori medi di in e out-degree piuttosto bassi, rispettivamente pari a 17,5 e 18 su un massimo di 100 (Fig. 7 e 8).

23 Ulteriori informazioni possono riferirsi all andamento delle due distribuzioni rilevabili considerando i valori di in e out-degree calcolati sul campione. Bisogna evidenziare, innanzitutto, che non tutti gli intervistati hanno indicato un numero di interlocutori sufficiente alla costruzione dell indice: su 405 rispondenti è stato possibile ricostruire solo 358 reti, con una caduta complessiva che, comunque, si mantiene limitata. Il valore modale è pari, per entrambi gli indici, a 9,87 ma la deviazione standard è più elevata considerando l out-degree (12,68 su 10,16). Ciò è probabilmente dovuto non a caratteristiche costitutive della distribuzione ma all incidenza di outliers per cui, sebbene le relative frequenze siano minime, trattandosi di valori estremi, l indice di out-degree più elevato è pari a 93,8 mentre l in-degree massimo è solo 64, con la conseguente notevole limitazione del range di variazione. Figure 7 e 8 Distribuzione degli indici di in e out-degree rilevati sul campione

24 Seppure queste considerazioni consiglino cautela nell interpretazione del dato, è comunque evidente che le reti degli studenti sono caratterizzate da una certa propensione verso la relazionalità e socievolezza o, al contempo, dalla ricerca di informazione piuttosto che dalla presenza di soggetti che costituiscono punti di riferimento per via del prestigio, informazioni specifiche o competenze acquisite e ricercate dagli altri nodi. 7.2 La centralità closeness La centralità closeness è una misura basata sulla distanza tra nodi. Intuitivamente, questo indice focalizza l attenzione su quanto un attore sia vicino agli altri. Un soggetto è tanto più centrale quanto più è nella posizione di interagire velocemente (avendo meno intermediari) con gli altri attori. Un attore centrale in questo senso risulta allora molto efficace nel divulgare o acquisire informazioni, proprio perché è quello che ha maggiori contatti diretti, o indiretti ma brevi (cioè con un numero limitato di intermediari), con tutti gli altri. La centralità come vicinanza è quindi inversamente proporzionale alla distanza tra soggetti entro il grafo (rete di relazioni): meno si è distanti dagli altri, più si è centrali; viceversa, più si è distanti, meno si è centrali. Un alto valore dell indice implica, sul piano strutturale, che tutti o buona parte degli interlocutori sono tra loro collegati, direttamente o tramite un intermediario. Il significato che possiamo attribuire all indice applicato ai nostri dati non si discosta di molto da quello riferibile al grado (degree) ma in questo caso si considereranno sia i contatti diretti che quelli indiretti e brevi tra nodi. Quel che muta è la tipologia di legami sottesi in quanto la centralità degree si riferisce solo ai contatti diretti ed è, quindi, più utile per rilevare quel tipo di relazioni sottese al capitale sociale sulla base della tesi Tocqueville-Putnam. Si può anche dire, in altri termini, che la degree centrality rileva un tipo di centralità immediatamente evidente anche ad un osservatore esterno mentre la closeness permette di individuare la rete che dispone di maggior potenziale informativo sotteso ai legami ed è, al contempo, maggiormente coesa. Anche in questo caso si possono distinguere due indici: in-closeness e out-closeness. Il primo assume un significato simile a quello dell in-degree ma si riferisce ad una specifica configurazione della rete: la vicinanza del soggetto agli altri dipende dal prestigio di quest ultimo o dal fatto che questo dispone di risorse utili o limitate, ricercate dagli altri nodi. L elevato indice di in-closeness, per lo stesso motivo, non dipende necessariamente da particolari capacità relazionali del singolo ma dal fatto che sono gli altri nodi a richiedere la sua opinione o ricercare, per diversi motivi, un contatto diretto o meno con il

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