Facoltà di Scienze Motorie Corso di Laurea Magistrale in Scienza, Tecnica e Didattica dello Sport (Classe LM-68)

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1 Facoltà di Scienze Motorie Corso di Laurea Magistrale in Scienza, Tecnica e Didattica dello Sport (Classe LM-68) VARIAZIONI STAGIONALI DELLA RISPOSTA FISIOLOGICA ALL ESERCIZIO CONTINUO E A QUELLO INTERMITTENTE IN UN GRUPPO DI CALCIATORI PROFESSIONISTI Relatore: Prof. Giampietro ALBERTI Correlatore: Prof. Enrico ARCELLI Tesi di Laurea di: Filippo SASSI Matricola Anno accademico 2012 / 2013

2 INDICE 1. Introduzione 1.1 La prestazione di gara nel calcio 1.2 I fattori fisiologici che limitano la prestazione fisica nel calcio 1.3 La valutazione dei parametri fisiologici 1.4 Controllo e monitoraggio dell allenamento 1.5 Scopo della tesi Pagina 2. Materiali & Metodi 2.1 Soggetti 2.2 Studio sperimentale 2.3 Procedura 2.4 Composizione batteria test di valutazione Test Mognoni Test HIT 2.5 Periodizzazione della stagione 2.6 Allenamenti 2.7 Determinazione del carico di allenamento 2.8 Analisi statistica 3. Risultati 3.1 Risposta fisiologica al Test Mognoni 3.2 Risposta fisiologica al Test HIT 3.3 Andamento del carico di allenamento 4. Discussione 4.1 Variazioni nel periodo preparatorio precampionato nei test di valutazione 4.2 Variazioni nel primo periodo competitivo nei test di valutazione 4.3 Variazioni nel secondo periodo competitivo nei test di valutazione 4.4 Variazioni nel terzo periodo competitivo nei test di valutazione 4.5 Variazioni dei carichi di allenamento 5. Conclusioni Bibliografia Ringraziamenti

3 1. Introduzione Il gioco del calcio è uno degli sport più popolari al mondo (Tumilty 1993), praticato sia da bambini sia da adulti. Il calcio è esercitato a diversi livelli che vanno da quello amatoriale fino a quello professionistico. L ultimo sondaggio su larga scala condotto dalla Federazione Internazionale delle Associazioni Calcistiche (FIFA), che ha coinvolto le sue 207 federazioni nazionali, ha rafforzato la posizione del calcio come sport numero uno al mondo per coinvolgimento e spettatori. Sono circa 270 milioni le persone attivamente coinvolte nel mondo se vengono incluse le figure degli arbitri e gli ufficiali di gara (FIFA Big Count 2006). Grazie anche alla grande commercializzazione del gioco, sembrerebbe che l interesse degli spettatori sia sempre più vivo, visti i dati di partecipazione in grande aumento soprattutto in ambito giovanile e femminile. Il calcio, dal punto di vista fisiologico, è un attività che richiede il coinvolgimento di tutti i meccanismi energetici. La durata della gara di 90 minuti per giocatori adulti, divisi in due tempi di gioco di 45 minuti, implica una grande fornitura di energia proveniente prevalentemente dal meccanismo aerobico. Questa disciplina di squadra richiede sforzi ripetuti ad alta intensità di durata relativamente breve intervallati da pause di diversa lunghezza. Più alto è il livello competitivo maggiori saranno le richieste fisiche determinate dalle partite. Durante un incontro, la prestazione è determinata dalla capacità fisica, tattica, piscologico/sociale, tecnica e fisiologica del calciatore (Stolen et al. 2005); queste aree si sovrappongono ed esercitano una reciproca influenza (Bangsbo 1995). Ad alti livelli la ricerca al successo, porta gli staff tecnici, i ricercatori sportivi ad esplorare diversi modi per valutare e migliorare le aree sopra citate che influenzano la performance. In ambito professionistico, le scelte per l allenamento e l ottimizzazione della performance non sono più basate esclusivamente su visioni personali e soggettive. Nel calcio moderno risulta sempre più importante utilizzare un approccio più razionale attraverso la ricerca scientifica, fornendo agli allenatori maggiori strumenti di controllo, più informazioni sulla preparazione (Meyers 2006). Risulta importante quindi utilizzare criteri basati su feedback e raccolta di dati affidabili che possano aiutare ad analizzare la prestazione e guidare le strategie di lavoro come parte del processo allenante per ottimizzare le abilità tecnico-tattiche e fisiche specifiche per il calcio. 1.1 La prestazione di gara nel calcio L aumento esponenziale degli interessi di tipo commerciale collegati a questo sport, ha portato, negli ultimi anni, alcuni giocatori professionisti impegnati in competizioni nazionali ed internazionali a giocare sino a 60 partite nel corso di una singola stagione (Ekstrand et al. 2004). L aumento del

4 numero degli impegni agonistici ha notevolmente incrementato le richieste fisiologiche imposte agli atleti in particolare nel periodo competitivo. Negli ultimi anni, anche la prestazione fisica dei calciatori nel corso della singola partita è diventata significativamente più intensa (Bradley et al. 2013). Parallelamente anche nel campo della ricerca partendo dal modello teorico-pratico di funzionamento, si sono moltiplicati gli studi scientifici nei vari aspetti tecnico e funzionali del gioco. Sono stati utilizzati sistemi di video analisi per esaminare gli schemi di attività e gli aspetti fisici che caratterizzano la prestazione in gara di un calciatore in vari campionati del mondo (Carling et al. 2008). Questo sistema di analisi valuta il carico esterno svolto in partita e la distribuzione degli sforzi divisi per categoria a seconda della velocità raggiunta. Nonostante i numerosi studi scientifici sulla materia, non è ancora stato identificato un criterio che distingua la prestazione fisica in partite di calcio di alto livello, ma la distanza totale percorsa e particolarmente quella ad alte intensità, sembrano essere gli indicatori più utili (Bradley et al. 2013). In una partita di 90 minuti un calciatore professionista di movimento percorre una distanza totale di circa km (Bradley et al. 2013), ma alcuni giocatori riescono a percorrere distanze molto vicine a 13 km. Le distanze percorse durante un incontro, influenzate dalle richieste tattiche del gioco, variano significativamente in funzione del ruolo. Per esempio, si è riscontrato, sin dalle prime analisi delle posizioni di gioco individuali in partita, che i terzini percorrono una distanza significativamente maggiore rispetto ai difensori centrali (Bangsbo et al. 1991). Nel gioco attuale, i terzini ed i giocatori sulle fasce tendono a correre distanze ad alta intensità superiori a quelle di giocatori in altre posizioni (Di Salvo et al. 2007). In generale, la maggior parte della distanza è percorsa a medio-bassa intensità, enfatizzando la natura aerobica predominante del gioco. La distanza totale non viene percorsa a ritmo costante, ma a diverse intensità: circa il 20-30% del totale (2-3 km) viene effettuata sopra i 15 km/h ed il 5-10% ( m) percorsi ad una velocità superiore ai 20 km/h (Mohr et al. 2003). La distanza totale comprende quindi varie intensità condizionate dalle fasi di accelerazioni, decelerazione e cambi di direzione con e senza palla. Le attività ad alta intensità rappresentano il 10% circa della distanza totale percorsa; la maggior parte delle azioni ad alta intensità sono di breve durata, circa 4 secondi per una distanza inferire ai 20 metri, ma le stesse vengono ripetute nel tempo (Spencer at al. 2005); è da considerare che i giocatori d elite compiono tra le 150 e le 250 azioni intense in partita (Iaia et al. 2009) cambiando attività mediamente ogni 4-6 secondi. Oltre alle attività di corsa svolte dal calciatore, sono importanti altri gesti effettuati con e senza palla come: la conduzione della palla, i dribbling, i passaggi, i tiri e i contrasti; tutte attività dinamiche più complesse che richiedono un ulteriore costo energetico e che devono essere tenute in considerazione nel complesso delle richieste fisiche del calciatore nel corso di una partita (Reilly 2005).

5 Gli studi su giocatori professionisti basati sull analisi video delle partite, hanno mostrato che la distanza totale percorsa e la corsa ad alta intensità diminuisce notevolmente durante la gara (Mohr et al. 2003). In particolare la distanza ad alta intensità diminuisce del 20-40% negli ultimi 15 minuti rispetto ai primi 15 minuti di gara (Bradley et al. 2009). Un decremento maggiore della corsa è stato osservato quando viene svolta maggiore intensità nel primo tempo (Rampinini et al. 2007). Inoltre nei 5 minuti che seguono il periodo di 5 minuti più intenso della gara, la distanza percorsa ad alta intensità diminuisce del 6-12% comparata con la media della partita (Di Salvo et al. 2007). Questi risultati evidenziano come i giocatori vanno incontro a fatica verso la fine della partita e in maniera transitoria dopo periodi brevi di intensa attività. I dati suggeriscono che i giocatori tendono ad andare incontro a situazioni di fatica nel corso del match soprattutto dopo fasi di gioco intense. Le ricerche sui meccanismi fisiologici suggeriscono che l accumulo di fatica che si evidenzia verso la fine della partita potrebbe essere causata dalla riduzione di concentrazione di glicogeno nelle singole fibre muscolari (Mohr et al. 2005). La fatica potrebbe anche avere un impatto negativo sulla precisione nei passaggi; i giocatori con una condizione fisica minore mostrano una deterioramento della prestazione tecnica più marcato (Rampinini et al. 2008). Inoltre, la riduzione dell attività fisica possono avvenire tra partite ravvicinate, e in diverse fasi della stagione (Mohr et al. 2003). Questi cambiamenti di prestazione nel corso della stagione agonistica potrebbero essere messi in relazione alle alterazioni della condizione fisica dovuti alla quantità di lavoro dedicato alla parte atletica effettuato dalla squadra (Drust et al. 2007). La definizione delle richieste fisiche per la competizione è un analisi fondamentale per la definizione delle strategie di allenamento e valutazione dei calciatori. Sono stati utilizzati molti metodi per quantificare le richieste fisiologiche dei calciatori nel corso della competizione. Alcune risposte fisiologiche analizzate sono state il lattato ematico, la temperatura corporea, la deplezione delle riserve di glicogeno muscolare e la frequenza cardiaca; inoltre sono state svolte valutazioni con analisi diretta del consumo di ossigeno (VO 2 ) utilizzando analizzatori portatili in partite simulate e circuiti che riproducevano azioni di gioco. Pur ottenendo informazioni oggettive sul dispendio energetico durante la partita, quest ultimo metodo può essere utilizzato solo in allenamento, in quanto le attrezzature utilizzate sono incompatibili con situazioni competitive perché interferiscono con i movimenti del giocatore, limitandone la validità dei risultati. La difficoltà nel determinare il VO 2 durante la competizione ha portato all uso di altre strategie di analisi per la valutazione del carico fisico; negli ultimi anni è stata largamente utilizzata l analisi del lattato ematico, anche se questa misurazione prevede aspetti metodologici di prelievo complessi da effettuare durante la partita. Il controllo più frequente e non invasivo riguarda la Frequenza Cardiaca (FC), indicatore indiretto della produzione di energia nel calcio. Questo indicatore è utilizzato in maniera universale per monitorare il carico cardio-circolatorio negli sport di squadra. La misurazione

6 della FC presenta un alta relazione con variabili fisiologiche come il VO 2 in attività intermittenti come il calcio (Dellal et al. 2012). Mediamente l intensità in partita è compresa tra l 80 e il 90% della frequenza cardiaca massima (FC-max) ovvero, in media il 70-80% del VO 2 max (Stolen et al. 2005). Questi dati confermano che la maggior parte del contributo energetico deriva dal meccanismo aerobico. Una percentuale importante della partita (tra il 40 ed il 50%) è giocata sopra all 85% della FC-max. Per questi motivi, il range 80-95% FC-max viene solitamente definito come range di alta intensità. La distanza percorsa ad alta intensità sembra essere un indicatore utile per la performance (Krustrup et al. 2003); infatti alcuni studi hanno evidenziano che più alto è il livello competitivo dei giocatori maggiore è l intensità percorsa in partita (Mohr et al. 2003). Inoltre, sono state individuate correlazioni significative tra l alta intensità percorsa in partita e il livello di capacità fisica in giocatori d elite (Krustrup et al. 2003). Le ricerche effettuate negli ultimi anni sul modello di funzionamento del calcio hanno contribuito allo sviluppo di nuove strategie di allenamento utili al miglioramento dell abilità di ripetere attività svolte ad alta intensità; di conseguenza il monitoraggio della FC in allenamento è ormai considerato un mezzo determinate per il controllo del carico cardio-circolatorio degli atleti. Molti studi hanno dimostrato che allenamenti ad alta intensità (> 90% FC-max) migliorano il VO 2 max (Impellizzeri et al. 2006), la distanza totale ed il tempo trascorso ad alta intensità nel corso di una partita. La distanza percorsa in partita è influenzata da molteplici fattori come la tattica e le situazioni che si creano in opposizione all avversario. Oltre ai vari tipi di corsa, vi sono altre attività che possono influenzare in modo significativo la prestazione tipo: contrasti, colpi di testa, salti, conduzione della palla, passaggi, lanci (Mohr et al. 2003, Hoff 2005); fasi di gioco dove è richiesta una attivazione muscolare significativa. 1.2 I fattori fisiologici che limitano la prestazione fisica nel calcio Le componenti fisiologiche che limitano la performance nel calcio possono essere valutate separatamente. Il gioco del calcio richiede l apporto di tutti i sistemi energetici, delle capacità aerobiche ed anaerobiche. La prestazione nel calcio è principalmente supportata dal metabolismo aerobico per effettuare esercizi prolungati di tipo intermittente e recuperare velocemente da sforzi intensi ripetuti, con frequenti momenti in cui il meccanismo anaerobico è attivato intensamente. L abilità di sviluppare alte potenze e anch essa necessaria per le azioni esplosive come saltare per colpire di testa o accelerare per fare pressing su un avversario. L efficienza del sistema cardiovascolare, i fattori nervosi e le caratteristiche muscolari, costituiscono quelle componenti della prestazione fisiologica che sono influenzate sia da fattori di tipo genetico sia da fattori legati

7 all allenamento. Le risposte fisiologiche ad esercizi intermittenti effettuati a moderata e ad alta intensità possono aiutare a comprendere i requisiti del gioco, inoltre, la prestazione durante un incontro può anche essere influenzata da fattori esterni quali l ambiente e l alimentazione (Bangsbo 1995). Il meccanismo aerobico Come già accennato in precedenza il meccanismo aerobico è quello predominante durante una partita di calcio (Bangsbo 1994). La prestazione aerobica è influenzata dalla potenza e dalla capacità aerobica. La potenza aerobica riflette l intensità a cui si esprime il sistema aerobico, ovvero l abilità di produrre energia ad un elevato ritmo nell unità di tempo. La potenza aerobica viene valutata tramite il massimo volume di ossigeno che può essere consumato al minuto (VO 2 max) e rappresenta la più alta espressione della capacità di produrre lavoro muscolare utilizzando il metabolismo aerobico. La capacità aerobica invece è la quantità totale di energia prodotta dal sistema aerobico ed esprime l abilità di sostenere esercizi per un periodo prolungato e viene anche chiamata capacità di endurance. La performance di endurance è associata all intensità relativa di esercizio che può essere sostenuta, espressa in percentuale del VO 2 max (Costill 1979). Valori di VO 2 max medi in calciatori professionisti sono compresi generalmente tra 55 e 70 ml/kg/min (Reilly 1996). Il metabolismo aerobico è sicuramente un fattore importante, e molti studi hanno evidenziato l importanza dell allenamento della capacità aerobica per il supporto che può dare alla performance fisica del calciatore (Helgerud et al. 2001). Il VO 2 max è correlato con il livello del giocatore e la distanza totale percorsa durante la partita (Wisloff et al. 1998). Per questi motivi i ricercatori suggeriscono di valutare il meccanismo aerobico dei giocatori in laboratorio o sul campo. L allenamento aerobico può migliorare la distanza totale percorsa, il tempo che trascorso ad alta intensità (sopra al 90% della FC-max), il numero di sprint e le azioni con la palla effettuate nel corso di una partita (Helgerud et al. 2001, Impellizzeri et al. 2006). Inoltre, un alta capacità aerobica migliora la velocità di recupero tra le fasi ad alta intensità (Balsom et al. 1994, Tomlin and Wenger 2001). Con un meccanismo aerobico efficiente aumenta la qualità del recupero tra le fasi intense di partita pagando più velocemente il debito di ossigeno, e di conseguenza viene velocizzata la risintesi di fosfocreatina. Tutti questi fattori legati alla qualità del recupero sono di fondamentale importanza per la prestazione nel corso di competizioni di tipo intermittente ad alta intensità. Il meccanismo aerobico può essere valutato in diversi modi. Il gold-standard per la valutazione del meccanismo aerobico in laboratorio è il test incrementale massimale per la valutazione del VO 2 max; mentre tra i test da campo, negli ultimi anni viene spesso utilizzato il test Mognoni (test che proponiamo anche in questo studio). Il test Mognoni, è un test sub-massimale di corsa continua (6 minuti) ad una velocità di 13,5 km/h. Oltre alla valutazione del lattato e il monitoraggio della frequenza cardiaca, tramite

8 questo test è possibile effettuare una stima della soglia anaerobica (OBLA) anche se è importante ricordare che a livello individuale l errore nella stima è abbastanza rilevante (Sirtori et al. 1993). Il meccanismo anaerobico Nonostante il prevalente coinvolgimento del meccanismo aerobico, la prestazione è sostenuta grazie anche agli altri sistemi energetici. Azioni esplosive ad alta intensità come gli sprint, i contrasti, i colpi di testa ed i tiri sono eventi intensi ed incisivi di una partita, per questo tipo di azioni diventa rilevante il contributo anaerobico. Anche per questo meccanismo si definisce potenza anaerobica il picco di energia prodotta nell unità di tempo con il meccanismo anaerobico, mentre la capacita anaerobica è la produzione di energia tramite il meccanismo anerobico per un tempo relativamente lungo. In letteratura sono presenti alcune evidenze sulle differenze nella potenza anaerobica dei calciatori di diverso livello competitivo (Reilly 1990), di conseguenza un alta potenza anaerobica é un fattore importante per giocatori di alto livello. La capacità anaerobica è correlata con la produzione di lattato in esercizi intensi (sprint ripetuti). La capacità fisica di un calciatore può essere espressa con i parametri sopra citati per essere comparata con altri sport. Ma nel calcio, come in altri giochi sportivi, vi sono degli esercizi prolungati svolti in maniera intermittente con un alternanza di intensità che caratterizzano il gioco. Come detto in precedenza il calcio è uno sport di squadra che richiede sforzi intensi di tipo intermittente (Bangsbo et al 1991, Mohr et al 2003, Stolen et al 2005), a tale scopo alcuni ricercatori suggeriscono allenamenti intermittenti ad alta intensità per il miglioramento della performance fisica (Reilly 2005). In partita un calciatore può effettuare circa 1100 diversi tipi di attività, cambiando modalità ogni 4-6 secondi di cui circa 220 fasi vengono svolte ad alta intensità (Mohr et al. 2003). Diventa quindi importante valutare atleti con esercizi specifici intermittenti e non solo con esercizi continui di corsa (Bangsbo et al. 2008). I test specifici per il calcio validati scientificamente La capacità di sostenere sforzi intermittenti può essere valutata tramite lo YoYo Intermittent Recovery Test, valutazione di tipo incrementale intermittente massimale validata da diversi studi scientifici (Bangsbo et al. 2008, Krustrup et al. 2003, Castagna at al. 2006). Il risultato di questo test è rappresentato dalla distanza totale percorsa nel corso della prova ed è correlata alla capacità di svolgere corse ad alta intensità durante le partite (Krustrup et al. 2003). Esistono due tipi di YoYo Intermittent Recovery Test: il livello 1 ed il livello 2. I due protocolli differiscono per la velocità di partenza (più alta nel livello 2) e per il grado con cui si incrementa la velocità nel corso del test (più rapida nel livello 2). E stato dimostrato che esistono differenze nei risultati dei test in funzione dei ruoli tattici ricoperti dai giocatori nel corso delle partite; queste informazioni suggeriscono che anche

9 in allenamento si dovrebbero proporre corse di quantità ed intensità differenti in funzione dei ruoli tattici. Un altro test per valutare la capacità di sostenere sforzi intermittenti da parte del calciatore é il test di Repeated Sprint Ability (RSA) conosciuto in Italia come il test Capanna-Sassi; il test è costituito da 6 sprint massimali ripetuti sulla distanza di m con un recupero di 30 secondi tra le ripetizioni. Tra i vari indici che si possono calcolare vi è anche il tempo medio degli sprint (Rampinini at el. 2009), questo valore é correlato con gli sprint percorsi in partita (Rampinini at al. 2009). Inoltre, il test RSA differenzia calciatori di diverso livello competitivo ed è sensibile alle variazioni connesse ai vari periodi della stagione agonistica (i.e. periodo preparatorio vs periodo competitivo) (Impellizzeri et al. 2008). Tutti i risultati dei test massimali quali VO 2 max, YoYo e RSA sono potenzialmente influenzati dalla motivazione del calciatore, inoltre, i test massimali sono a volte poco utilizzabili con atleti che non hanno una completa efficienza funzionale (es. controllo di atleti post-infortunio). Per queste ragioni potrebbe essere utile avere a disposizione indicatori sotto-massimali non influenzabili dalla motivazione. Recentemente sono stati proposti alcuni test sotto-massimali (come il test Mognoni o High-intensity Intermittent Test, HIT) per il monitoraggio dei calciatori (Rampinini et al. 2010). Il test HIT prevede un esercizio intermittente di 5 minuti, che consiste nel ripetere 10 volte tratti di m corsi alla velocità di 18 km/h con un cambio di direzione di 180. In questo test si valuta la risposta metabolica allo sforzo intermittente ad una intensità standardizzata non massimale. Al termine del test, viene misurata la concentrazione di lattato (La - ), idrogenioni (H + ) come indice diretto dell acidità del sangue e bicarbonati (HCO3 - ) come indice indiretto della capacità tampone dell atleta. L abilità di mantenere un equilibrio acido-base durante l esercizio intermittente è di rilevante importanza. Per svolgere esercizi di sprint massimali è richiesta un alto ricambio di ATP immagazzinato nel muscolo, che permette di sostenere le attività molto brevi ed intense di 1-2 secondi. L ATP deve essere infatti risintetizzato continuamente per far si che si continui a svolgere attività di questo tipo. E noto che la maggior parte di energia richiesta per risintetizzare l ATP, per questo tipo di attività, è fornita dalla degradazione della fosfocreatina e la glicolisi anaerobica (Gaitanos et al. 1993). La glicolisi anaerobica è associata all accumulo intracellulare di idrogenioni (H + ), che sono implicati come una causa della fatica muscolare (Spriet et al. 1985). L abilità di riprodurre sforzi massimali nel tempo é in parte dipendente dall abilità di resistere all accumulo di H + nel muscolo. L accumulo di ioni H + dipende sia dalla produzione che dalla rimozione di H +. Vari meccanismi tampone intra ed extracellulari operano per tamponare gli ioni H + rilasciati durante esercizi ad alta intensità; la loro funzione risulta importante per ripetere una buona prestazione quando è richiesto di ripetere vari sprint in breve tempo. La misurazione del ph del sangue è importante perché un aumento dell acidità nel muscolo è uno dei fattori che contribuisce alla fatica

10 durante brevi ed intensi esercizi (Bangsbo et al 2007). È stato dimostrato che un ph basso riduce la contrattilità della fibra muscolare (Westerblad et al. 2002), e inibisce l attività glicolitica (Hollidge- Horvat et al. 1999); minore è l acidità, grazie anche ai tamponi bicarbonati (HCO3-), migliore è la prestazione nello sprint RSA test (Bishop et al. 2004). La sensazione di fatica e l intensità dell esercizio in esercizi intermittenti sembra essere maggiormente associata ai livelli di ph (Price and Moss 2007). Inoltre, recentemente, è stata individuata una relazione significativa tra la risposta fisiologica all esercizio intermittente standardizzato (La - e H + ) e la performance massimale nei due test YoYo (Rampinini et al. 2010) e la performance di RSA (Rampinini et al. 2009). Inoltre, la risposta fisiologica all esercizio intermittente standardizzato (La - e H + ) differenzia giocatori di diverso livello competitivo così come avviene per i test YoYo ed RSA (Rampinini et al. 2010). La forza muscolare Molte attività svolte in partita sono effettuate in maniera esplosiva, come i contrasti, salti, tiri e cambi di ritmo e di direzione. La potenza prodotta durante queste attività è correlata con la forza dei muscoli coinvolti nel movimento. Avere un buon livello di forza muscolare può aiutare nella prestazione e diminuire il rischio infortunio. E stato dimostrano un più alto livello di forza per i calciatori di alto livello competitivo rispetto a quelli di più basso livello o rispetto a soggetti non allenati (Bangsbo 1994, Wisloff et al. 1998, 2008). La forza muscolare è rilevante sia per le abilità nel gioco sia per aspetti più globali della performance competitiva; avere una efficiente forza muscolare aiuta ad avere un miglior rendimento negli sforzi ripetuti in partita e in partite ravvicinate, mentre una asimmetria di forza negli arti inferiori potrebbe essere un fattore di rischio predisponente per gli infortuni. Uno dei test più semplici per misurare la forza esplosiva degli arti inferiori è il test di salto verticale con braccia vincolate ai fianchi (CMJ). Viene comunemente effettuato su tappeti a contatto o barre dotate di fotocellule dove viene misurato il tempo di volo da è possibile stimare l altezza di salto. Lo stesso tipo di test può essere effettuato anche su pedane dinamometriche che consentono di misurare direttamente le forze sviluppate dagli arti inferiori durante il test e quindi rilevare l altezza del salto e la potenza sviluppata. 1.3 La valutazione dei parametri fisiologici Nelle prestazioni di alto livello è sempre più importante cercare di mantenere uno stato psicofisico ottimale per competere al massimo delle proprie abilità per periodi di tempo lunghi. Al fine di raggiungere questi obiettivi, molti staff tecnici e medici di club professionistici si avvalgono di valutazioni periodiche per programmare periodi di lavoro anche basandosi sulle informazioni

11 scientifiche. Questa strategia di lavoro prevede test funzionali ed ematochimici per monitorare la condizione fisica e l assimilazione dei carichi di allenamento. La valutazione del calciatore dovrebbe prevedere diversi aspetti come la determinazione della composizione corporea, l efficienza aerobica ed anaerobica, le qualità di forza e potenza (Reilly 1996) rispettando gli elementi fondamentali dei test di valutazione che sono la validità, l accuratezza e la ripetibilità del test. I test di valutazione devono essere utilizzati per quantificare una determinata caratteristica fisiologica (Kearney 1999), il livello prestativo o fattori ad esso correlato (performance monitoring). I risultati dei test possono essere utilizzati per l individualizzazione delle intensità di allenamento e come controllo del carico. Le valutazioni aiutano a definire le caratteristiche dominanti degli atleti che praticano un determinato sport e a discriminare tra gruppi di diverso livello. Potrebbero inoltre essere utili per l individualizzazione dei talenti e come studio di effetti differenti nell utilizzo di mezzi di allenamento. Bisogna inoltre valutare la differenza tra test da campo e test da laboratorio; i test effettuati sul campo mantengono la specificità dell analisi del gesto, richiedono minor adattamento del soggetto alla strumentazione, interferiscono meno con i programmi di allenamento e si possono integrare in maniera più semplice con i programmi di allenamento. Sul campo sono solitamente richiesti materiali poco costosi (Svensson and Drust 2005), inoltre, vengono accettati con più facilità da parte dei calciatori; si deve però porre attenzione nel ridurre al minimo l influenza delle condizioni ambientali che potrebbero influenzare i risultati. I test da laboratorio sono invece standardizzati e l apprendimento dei protocolli avviene in modo più semplice, inoltre essi non sono influenzati da fattori ambientali e quindi più adeguati a studi di ricerca. La valutazione dei parametri fisiologici permette di identificare quindi le qualità individuali dell atleta e verificare i cambiamenti di prestazione durante la stagione (Reilly 1996). Per avere un profilo completo, solitamente, vengono effettuati diversi test in cui sono verificate le caratteristiche metaboliche, muscolari, ed altri fattori in grado di misurare parametri che possano valutare la prestazione del calciatore. Nelle squadra di calcio, l allenamento preparatorio alle competizioni è un processo ondulatorio di carico e scarico che dura una stagione intera ed è composto da vari periodi con obiettivi diversi. Per ottimizzare la preparazione tecnico-fisica, la stagione viene divisa in fasi di preparazione in cui l allenamento viene ridotto o incrementato in funzione degli impegni ufficiali e della condizione dei singoli giocatori. 1.4 Controllo e monitoraggio dell allenamento Il carico di allenamento rappresenta la somma delle sollecitazioni funzionali dal punto di vista energetico, meccanico e nervoso richieste ad un giocatore per eseguire un determinato allenamento o partita. Il carichi di allenamento si divide in carico esterno ed interno. Il carico esterno rappresenta

12 l allenamento svolto e dipende dalla qualità e intensità del lavoro, mentre il carico interno rappresenta la sommatoria degli stress che l organismo subisce da un determinato carico. Il carico interno dipende molto dalle condizioni psicofisiche che caratterizzano l organismo del soggetto, nel momento a cui è sottoposto a stimoli esterno ed è strettamente soggettivo. Per migliorare la prestazione sono necessari carichi individuali adeguati, inoltre il carico di allenamento deve tener conto dei seguenti parametri: intensità, durata, densità, volume e frequenza. Il carico di lavoro costituisce quindi l insieme delle sollecitazioni di tipo fisico, tecnico, tattico e psicologico cui il giocatore è sottoposto durante il processo di allenamento (Ferretti 2010) La valutazione funzionale dell atleta si integra con il monitoraggio del carico di allenamento sostenuto dagli atleti considerando che questi due elementi sono strettamente legati tra loro. Molteplici sono le tipologie e le strategie di allenamento che influiscono sulla condizione funzionale del calciatore; indipendentemente dalla scelta dei piani di lavoro, gli staff tecnici e medici devono controllare i carichi in modo da non creare situazioni di sovraccarico funzionale (overtraining). La modulazione del carico di allenamento è di fondamentale importanza, occorre creare periodi di allenamento intenso alternati a periodi di allenamento ridotto al fine di ottenere una corretta super compensazione. Modulando il carico esterno in quantità e qualità è possibile influenzare il carico interno che induce gli adattamenti. Molti sono i parametri ed i controlli che si possono utilizzare per verificare gli adattamenti che oggigiorno vengono effettuati soprattutto a livello individuale. Negli ultimi anni si è notevolmente diffuso l utilizzo della scala di Borg per la percezione dello sforzo (RPE) che rappresenta la soggettiva percezione di fatica allo stimolo di allenamento del giocatore e può includere lo stress sia fisico che psicologico. La scala di Borg è stata originariamente sviluppata per la quantificazione dell intensità dello sforzo in ambito clinico e successivamente è stata applicata anche in ambito sportivo. Esistono diverse scale di percezione e sono state sviluppate utilizzando ed estendendo i metodi della psicofisica. La scelta del tipo della scala, dei numeri e delle ancore verbali nasce da un complesso lavoro di sviluppo e validazione che ha richiesto anni di studi per delineare apposite istruzioni di utilizzo al fine di effettuare una raccolta dati sistematica e scientificamente valida (Impellizzeri et al. 2009). La scala RPE CR10 è considerata un indicatore globale dell intensità dell esercizio e sembra essere un buon indice di stati di sovraffaticamento come nell overaching o nell overtraining (Foster 1998). La quantificazione del carico di allenamento attraverso l utilizzo dell RPE potrebbe essere quindi considerato un accurato indicatore del carico interno globale o del singolo esercizio o dell allenamento globale. Carl Foster nel 1995, ha proposto un metodo chiamato Session-RPE utilizzato negli sport di endurance per calcolare il carico di lavoro globale in modo da considerare sia la durata totale dell allenamento, sia la sua intensità media (Foster et al 1995). Foster ha proposto di moltiplicare la durata per l intensità dove la durata era il tempo di allenamento in minuti e l intensità quantificata

13 attraverso la percezione dell atleta utilizzando la scala di Borg CR10. Questo metodo è stato verificato anche nel gioco del calcio e si è rilevata una buona relazione con il carico di lavoro misurato con metodi di controllo come la frequenza cardiaca, che come abbiamo citato é considerata un valido indicatore di intensità dell esercizio (Impellizzeri et al. 2004). Successivamente sono state individuate relazioni significative anche con il lattato accumulato durante gli allenamenti (Coutts et al. 2009). Questi risultati hanno fornito evidenze di validità a supporto dell utilizzo di questo metodo ora utilizzato con una certa frequenza per monitorare e controllare il processo di allenamento anche negli sport di squadra. La RPE è stato dimostrato riflettere in maniera accurata l intensità dell esercizio, anche se è possibile che un alterato stato psicologico dell atleta possa disturbare la percezione dello stimolo allenante. Di fondamentale importanza è l utilizzo corretto delle scale che deve avvenire dopo un periodo di familiarizzazione della scala; è importante anche il momento di raccolta dell informazione deve avvenire trenta minuto dopo il termine dell allenamento e non deve essere influenzato da quello indicato da altri giocatori. 1.5 Scopo della tesi Lo scopo principale della presente ricerca era quello di verificare l efficacia dell utilizzo di test sotto massimali continui (Test Mognoni) e intermittenti (HIT) per il monitoraggio della condizione atletica di un gruppo di calciatori professionisti. Lo scopo secondario era quello di analizzare le relazioni esistenti tra i cambiamenti dei test sotto massimali e i livelli di carico di lavoro sostenuti dai giocatori nel corso dell anno.

14 2. Materiali & Metodi 2.1 Soggetti In questo studio sono stati coinvolti 35 calciatori professionisti che militavano in una squadra del campionato di seconda serie Francese (League 2) nella stagione agonistica Il gruppo era formato da giocatori di 16 nazionalità diverse. Otto giocatori facevano parte della propria squadra Nazionale A. Mediamente i giocatori avevano un esperienza a livello professionistico di 7 ± 4 anni. Solo 14 soggetti (6 difensori, 6 centrocampisti e 2 attaccanti) hanno preso parte a tutte e cinque le sessioni di test e quindi inclusi nell analisi finale. Le caratteristiche antropometriche all inizio del precampionato dei calciatori erano: età 24 ± 4 anni, altezza 181 ± 5 cm, peso 77,3 ± 6,3 kg Studio sperimentale I giocatori hanno effettuato una batteria di test per 5 volte durante la stagione agonistica della durata di 49 settimane. La programmazione dei test è stata dettata anche dalle competizioni e soste dovute al calendario ufficiale. Il primo test (T1) è stato svolto all inizio del precampionato (Luglio) per valutare le condizioni iniziali degli atleti dopo la sosta estiva, la seconda sessione (T2) al termine del periodo precampionato (Settembre), le successive sessioni di test (T3, T4 e T5) hanno suddiviso la stagione in 3 periodi competitivi tra settembre e novembre, tra novembre e gennaio e tra gennaio e marzo. TEST 1 TEST 2 TEST 3 TEST 4 TEST 5 Inizio stagione Fine stagione PRECAMPIONATO 1 o PERIODO COMPETITIVO 2 o PERIODO COMPETITIVO 3 o PERIODO COMPETITIVO 4 o PERIODO COMPETITIVO 2 Giorni 10 Settimane 9 Settimane 12 Settimane 7 Settimane 9 Settimane Figura 1.- Programmazione delle sessioni di test durante la stagione agonistica di una squadra di calcio professionistica.

15 2.3 Procedura Durante i due giorni precedenti ogni sessioni di test, i giocatori non hanno preso parte a nessun allenamento intenso. Tutte le sessioni di test sono state svolte nella stessa ora della giornata per prevenire gli effetti della variazione circadiana sulle variabili misurate. Prima di ogni test, è stato spiegato il protocollo e dimostrata la corretta tecnica di svolgimento; tutti i test sono stati effettuati su superficie in erba naturale. 2.4 Composizione batteria test di valutazione Durante le sessioni di valutazione sono stati effettuati quattro test di valutazione nel seguente ordine: determinazione della composizione corporea, test Mognoni, test CMJ con determinazione dell asimmetria di spinta durante il salto ed il test HIT. In questo studio verranno presentati solo i risultati della risposta fisiologica all esercizio continuo nel test Mognoni e all esercizio intermittente nel test HIT Test Mognoni Il gruppo di ricerca Mognoni e Sirtori nel 1993 ha studiato un test molto utile per valutare l endurance nei calciatori, utilizzato anche nel Basket e nel Rugby. Il test è basato su uno studio di Jacobs 1983 e di Duggan e Tebbutt 1990 per la valutazione delle componenti aerobiche. La prova viene effettuato senza riscaldamento specifico data l intensità sotto-massimale con una corsa continua della durata di 6 minuti alla velocità costante di 13,5 km/h lungo un tracciato di 300m sul campo (distanza totale percorsa 1350 metri). La velocità é dettata da una lepre acustica che marca il tempo ogni 50 metri; durante il test viene monitorata la frequenza cardiaca tramite cardiofrequenzimetro (Polar Team 2 PRO), al termine della prova singola di 6 minuti è stata analizzata la concentrazione ematica di lattato accumulato con un prelievo capillare dal lobo dell orecchio; il La - sanguigno è stato valutato utilizzando un analizzatore portatile amperometrico microvolume (LactatePro, Arkray, Japan); ed infine raccolta la percezione dello sforzo (Rate of Perceived Exertion, RPE) utilizzando la scala di Borg CR-10 (Borg 1998). Dai risultati ottenuti è possibile stimare la velocità di soglia anaerobica (OBLA) con metodo indiretto. Il test è validato scientificamente; l attendibilità del test è di R = 0.91, P < (Sirtori et al. 1993), la sua validità è rafforzata dalle correlazioni significative individuate tra i cambiamenti dei parametri di fitness aerobico da laboratorio e la concentrazione di lattato prodotta nel test Mognoni. Il test può essere quindi usato per monitorare i cambiamenti della capacità aerobica di base per il calciatore. La minore concentrazione di La - al termine del test potrebbe essere legata ad una ridotta produzione dello stesso

16 e/o una maggiore capacità di smaltimento. Prima di effettuare il test si deve prestare attenzione alla corretta misurazione del tracciato e la corsa non deve subire cambi di ritmo Test HIT Il test di corsa intermittente ad alta intensità (High Intensity Intermittent Test, HIT) è stato preceduto da un riscaldamento di 10 minuti a bassa intensità. Il protocollo consiste nel ripetere 10 volte m ad una velocità di 18 km/h con un cambio di direzione di 180 dopo 25m ed un recupero di 20 secondi tra le ripetizioni. La velocità veniva dettata da una lepre acustica che indicava il tempo ogni 12,5 metri. Durante il test veniva monitorata la frequenza cardiaca tramite cardiofrequenzimetro (Polar Team 2 PRO). Al termine di 5 minuti di esercizio intermittente sono stati misurati la concentrazione ematica di lattato accumulato con un prelievo capillare dal lobo dell orecchio. L analisi del lattato è stata valutata tramite un amperometrico microvolume (LactatePro, Arkray, Japan) portatile. Inoltre è stato esaminato il ph ematico per la determinazione della concentrazione degli Idrogenioni (H + ) e dei bicarbonati (HCO3 - ) utilizzando un emogas analizzatore (GEM Premier 3000, Instrumentation Laboratory, USA) calibrato secondo le specifiche del produttore. Da ultimo è stata raccolta la RPE del test tramite l utilizzo della scala di Borg CR-10 (Borg 1998). Attraverso questo test si hanno indicazioni sulla capacità di sostenere sforzi intermittenti ad alta intensità, caratteristica specifica per i calciatori. 2.5 Periodizzazione della stagione Per il controllo funzionale, a supporto della pianificazione dei programmi di allenamento, sono stati raccolti i dati riguardanti la frequenza e gli obbiettivi delle sessioni di allenamento nel corso dei 10 mesi. Il programma di allenamento durante il periodo dello studio è stato pianificato dallo staff tecnico in funzione delle partite amichevoli e delle competizioni ufficiali (Campionato professionistico di League 2, Coppa di Francia, Coppa di Lega Francese). La durata della stagione è stata di 49 settimane (343 giorni); il precampionato è durato 5 settimane mentre la stagione competitiva è durata 44 settimane. Vi è stata un solo periodo di riposo durante la stagione per la sosta invernale della durata di 8 giorni. In totale sono state effettuate 331 sessioni di allenamento, e giocate 44 partite ufficiali (38 partite di campionato, 4 partite di Coppa di Lega e 2 partite di Coppa di Francia); inoltre sono state giocate 8 partite amichevoli (4 durante il precampionato e 4 nel corso della stagione competitiva).

17 2.6 Allenamenti I giocatori hanno svolto in media 7 sessioni di allenamento alla settimana della durata per ogni allenamento di 1 ora e 20 minuti mediamente inclusi i periodi con 2 partite alla settimana. Durante il corso della stagione le sessioni di allenamento sono state suddivise in: 26% dedicate al riscaldamento, 29% dedicate all allenamento degli aspetti tecnico-tattici, 30% dedicate allo sviluppo di qualità fisiche aerobiche (endurance, intermittente), forza e potenza, velocità e rapidità e 15% del tempo totale dedicato alle competizioni ufficiali. Nell analisi sono stati presi in considerazione gli allenamenti specifici che avevano come obiettivi principali il miglioramento della performance fisica di abilità tecnico-tattiche, aspetti metabolici con esercizi di corsa e qualità di forza e potenza con esercizi svolti in palestra. La tipologia degli obbiettivi di allenamento sono stati suddivisi nei 4 periodi intercorsi tra i test di valutazione effettuati per un possibile analisi sugli effetti delle diverse tipologie di allenamento sui parametri fisiologici analizzati. Nel periodo precampionato (periodo tra T1 e T2) 28,3% della durata totale dell allenamento è stato dedicato alla preparazione tecnico-tattica svolta con l allenatore. Questo lavoro comprendeva esercitazioni realizzate con l utilizzo della palla nelle quali sono riproposte con modalità diverse la ripetizione di gesti tecnici e molte delle situazioni che si verificano in gara, nelle quali l'intensità di lavoro è sempre bassa o media. Le esercitazioni con obbiettivo resistenza e condizionamento delle componenti organico-funzionali più correlate, anche se in misura diversa, con il modello di funzionamento del sistema motorio in gara ha rappresentato in questo periodo il 14,1% del tempo totale. Le esercitazioni comprendevano sia parti con l utilizzo del pallone sia esercitazioni di corsa continua ed intermittente (4,6%) tutte svolte con obbiettivo alta intensità. Gli allenamenti con obbiettivo sviluppo delle qualità neuromuscolari hanno rappresentato il 9% del tempo totale. Queste esercitazioni di forza e potenza combinavano una parte svolta in palestra con uso di macchinari di tipo isoinerziale e una parte svolta sul campo con attività di agilità, sprint e cambi di direzione. Le partite di competizione ufficiale hanno rappresentato l 11,5% del tempo totale. Nel Primo periodo competitivo (T2-T3) il 25,8% della durata totale dell allenamento è stato dedicato alla preparazione tecnico-tattica svolta con l allenatore. Il 15,9% è stato dedicato all allenamento della resistenza di cui 3,2% ci corsa continua ed intermittente senza palla. Il 6,4% è stato dedicato all allenamento della forza. Le partite di competizione ufficiale hanno rappresentato il 18,7%. Nel Secondo periodo competitivo (T3-T4) il 27,3% della durata totale dell allenamento è stato dedicato alla preparazione tecnico-tattica svolta con l allenatore. Il 13,7% è stato dedicato all allenamento della resistenza di cui 2,2% ci corsa continua ed intermittente senza palla. Il 9% è stato dedicato all allenamento della forza. Le partite di competizione ufficiale hanno rappresentato il 15,4%. Nel terzo periodo competitivo (T4- T5) il 27,9% della durata totale dell allenamento è stato dedicato alla preparazione tecnico-tattica svolta con l allenatore. Il 15,2% è stato dedicato all allenamento della resistenza di cui 3,2% ci corsa

18 continua ed intermittente senza palla. Il 6,8% è stato dedicato all allenamento della forza. Le partite di competizione ufficiale hanno rappresentato il 16,8% 2.7 Determinazione del carico di allenamento I risultati dell allenamento possono essere descritti in base ai suoi effetti (fisiologici, biochimici, adattamenti funzionati) o dei suoi processi come il carico di allenamento (Training Load, TL), ovvero il prodotto del volume e intensità dell allenamento (Impellizzeri et al 2004). Nel monitoraggio ottimale del carico di allenamento sarebbe opportuno tenere in considerazione sia il carico esterno di lavoro imposto dagli allenatori sia il carico interno. Il carico interno o stress fisiologico imposto agli atleti da delle indicazioni sugli adattamenti indotti dall allenamento. Un valore di RPE rappresenta la percezione individuale allo stress da allenamento, che può includere fattori fisici e psicologici. La scala di Borg CR-10 può essere utilizzata come indicatore dell intensità dell allenamento. Una strategia per la quantificazione del TL interno è stata proposta da Foster et al Questo metodo semplice (session-rpe) calcola il TL moltiplicando la percezione dello sforzo di tutta la sessione di allenamento (RPE) utilizzando la scala di Borg CR-10 con la durata della seduta espressa in minuti. Il risultato in unità arbitrarie (UA) è rappresentativo del valore di TL interno. È importante quindi monitorare e controllare il processo dell allenamento avendo una misura del TL nel calcio dove il lavoro esterno è spesso simile per tutti i membri della squadra (Impellizzeri et al 2004) per far si che tutti i giocatori siano sottoposti ad un adeguato stimolo allenante. Tutti gli atleti sono stati familiarizzati con la scala prima dell inizio dello studio (Borg 1998). In questa ricerca sono stati svolti test di valutazione per valutare le risposte all allenamento, e utilizzato il metodo di session-rpe per monitorare giornalmente lo stress fisiologico imposto agli atleti e utilizzato settimanalmente per valutare il TL di gruppo e individuale. 2.8 Analisi statistica L analisi statistica è stata fatta prendendo in considerazione solo i giocatori che hanno effettuato tutti e 5 le sessioni di test durante il corso della stagione (n=14). Tutti i dati sono rappresentati come media ± deviazione standard (DS). Le differenze nei risultati dei test nel corso della stagione sono state verificate tramite l utilizzo di ANOVA ad una via per misure ripetute. Quando è stato individuato un valore di F significativo è stato utilizzato il test di Bonferroni come Post Hoc. La significatività statistica è stata fissata a P < 0.05.

19 3 Risultati 3.1 Risposta fisiologica al Test Mognoni Nella tabella 1 sono riportate le risposte fisiologiche all esercizio continuo (test Mognoni) nei vari periodi della stagione. La media di squadra della concentrazione ematica di lattato nel T2 è diminuita significativamente rispetto al T1 (p = 0,002); nel T3 è rimasta invariata rispetto al T2 (p = 0,343); nel T4 è aumentata significativamente rispetto al T3 (p = 0,001), nel T5 è aumentata significativamente rispetto al T4 (p = 0,027). La concentrazione ematica di lattato (mmol/l) del test Mognoni nel T5 è rimasta invariata rispetto al T1 (p = 0,183) (figura 2). La media di squadra della FC (b/min) nel T2 è diminuita significativamente rispetto al T1 (p = 0,010); nel T3 è rimasta invariata rispetto al T2 (p = 0,352); nel T4 è rimasta invariata rispetto al T3 (p = 0,402), nel T5 è rimasta invariata rispetto al T4 (p = 0,092). La Frequenza Cardiaca (b/min) del test Mognoni nel T5 è diminuita significativamente rispetto al T1 (p = 0,014) (figura 3). La RPE media di squadra nel T2 è rimasta inavariata rispetto al T1 (p = 0,692); nel T3 è rimasta invariata rispetto al T2 (p = 0,516); nel T4 è aumentata significativamente rispetto al T3 (p = 0,017), nel T5 è rimasta invariata rispetto al T4 (p = 0,089). La RPE del test Mognoni nel T5 è aumentata significativamente rispetto al T1 (p = 0,025) (figura 4).

20 N o Atleta ENDURANCE - Test Mognoni - Test 1 Test 2 Test 3 Test 4 Test 5 lug-12 set-12 nov-12 gen-13 mar-13 La - FC RPE La - FC RPE La - FC RPE La - FC RPE La - FC RPE mmol/l b/min a.u. mmol/l b/min a.u. mmol/l b/min a.u. mmol/l b/min a.u. mmol/l b/min a.u. 1 A 4, , , , ,5 7, B 4, , , ,5 4, , ,5 3 C 4, , , ,5 3, ,5 4, D 3, , , ,5 3, , ,5 5 E 3, ,5 2, , , , F 4, , , , , G 5, ,5 4, ,5 4, ,5 5, , ,5 8 H 6, , ,5 3, , , ,5 9 I 5, , , , , L 3, , , , ,5 5, M 5, ,5 3, ,8 3, ,7 3, , ,5 12 N 3, ,5 2, , ,5 6, , O 2, , , ,5 3, , P 3, , , , , ,5 MEDIA 4, ,1 3, ,0 3, ,8 4, ,5 4, ,8 DEV. ST. 1,1 12 0,6 0,5 11 0,8 0,8 10 0,3 1,0 9 1,0 1,3 10 1,0 Tabella 1. - Valori di Lattato, Frequenza Cardiaca ed RPE nel test Mognoni nelle 5 valutazioni effettuate durante la stagione agonistica

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