Roma - Ottobre REGIONE MARCHE Valutazione in itinere, intermedia ed ex post del Programma di Sviluppo Rurale

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1 Roma - Ottobre 2013 REGIONE MARCHE Valutazione in itinere, intermedia ed ex post del Programma di Sviluppo Rurale RAPPORTO DI VALUTAZIONE INTERMEDIA 2012

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3 INDICE LISTA ACRONIMI... 1 INTRODUZIONE... 2 OGGETTO DEL RAPPORTO... 2 STRUTTURA DEL RAPPORTO APPROCCIO METODOLOGICO FONTI INFORMATIVE, TECNICHE DI RACCOLTA DATI, INFORMAZIONI SULLE MODALITÀ DI CALCOLO DEL CAMPIONE PER LE INDAGINI DI CAMPO Fonti informative secondarie Fonti informative primarie MODALITÀ DI RACCOLTA ED ANALISI DELLE INFORMAZIONI PRINCIPALI LIMITI DELL'APPROCCIO METODOLOGICO MODIFICHE AL PROGRAMMA A SEGUITO DELLA RIFORMA HEALTH CHECK E DEL RECOVERY PLAN FORMULAZIONE DEI GIUDIZI VALUTATIVI ANALISI DEI CRITERI DI SELEZIONE ADOTTATI Premessa Approccio metodologico Analisi delle procedure di selezione del PSR IL PROCESSO DI SELEZIONE DEGLI INTERVENTI DELL ASSE 1 E DELLA MISURA Analisi dei criteri di priorità - Misura Analisi dei criteri di priorità - Misura 112 e Pacchetto giovani Analisi dei criteri di priorità - Misura Analisi dei criteri di priorità - Misura IL PROCESSO DI SELEZIONE DEGLI INTERVENTI DELL ASSE Analisi dei criteri di priorità e di ammissibilità - Misura 211 e Analisi dei criteri di ammissibilità per le altre misure dell Asse IL PROCESSO DI SELEZIONE DEGLI INTERVENTI LEADER Analisi dei criteri di priorità - Misura 312 a Analisi dei criteri di priorità - Misura 323b Interventi di recupero di beni culturali minori in funzione della fruizione turistica Analisi dei criteri di priorità - Misura 413g Promozione territoriale e certificazione d'area azione a Azioni di marketing territoriale

4 3.5. ANALISI DEI BENEFICIARI DEL PROGRAMMA ANALISI DEI PRINCIPALI AMBITI TEMATICI TRASVERSALI AL PSR MARCHE 2007/ Formazione, informazione e consulenza Qualità e commercializzazione dei prodotti Congiuntura economica e accesso al credito Aspetti amministrativi e procedurali ANALISI TEMATICA DELLE MISURE OGGETTO DI INDAGINE Ricambio generazionale e accessibilità alla terra Pianificazione degli investimenti nelle aziende beneficiarie Motivazioni relative alla rinuncia al contributo Interventi del Programma per la sostenibilità ambientale Efficacia degli interventi della Misura 214b rispetto al sostegno al settore biologico Efficacia degli interventi per il comparto forestale Rivitalizzazione del tessuto socio-economico e miglioramento della gestione dell ambiente e del territorio nelle zone di montagna/caratterizzate da svantaggi naturali, diverse dalle zone di montagna ANALISI DELL APPROCCIO LEADER Obiettivi dell analisi e approccio metodologico L Asse Leader nella strategia del PSR Marche Procedure di selezione dei Gruppi di Azione Locale e di identificazione e approvazione dei Piani di Sviluppo Locale Avanzamento procedurale, fisico e finanziario al 15/10/ Analisi dei quesiti valutativi comuni inerenti alle modalità organizzative-procedurali e alle attività di animazione dei GAL Misura 413 Attuazione delle strategie di sviluppo locale: qualità della vita e diversificazione Misura Gestione del GAL, acquisizione di competenze e animazione Leader nel ciclo di programmazione ANALISI DELLE MODALITÀ ORGANIZZATIVE E PROCEDURALI PER L ATTUAZIONE DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA Premessa La Progettazione Integrata di Filiera nel PSR Marche Metodologia valutativa e strumenti di indagine Analisi e valutazione della progettazione integrata di filiera Indagini dirette per l analisi della progettazione integrata di filiera Gli Accordi Agroambientali d Area nel PSR Marche Aspettative e opportunità della nuova programmazione CONCLUSIONI E RACCOMANDAZIONI MODIFICHE AL PROGRAMMA A SEGUITO DELLA RIFORMA HEALTH CHECK E DEL RECOVERY PLAN

5 4.2. ANALISI DELLE PROCEDURE ATTIVATE PER LA SELEZIONE DEI PROGETTI (ANALISI DEI CRITERI DI PRIORITÀ E AMMISSIBILITÀ, E ANALISI DEI BENEFICIARI) FORMAZIONE, INFORMAZIONE E CONSULENZA QUALITÀ E COMMERCIALIZZAZIONE DEI PRODOTTI CONGIUNTURA ECONOMICA E ACCESSO AL CREDITO ASPETTI AMMINISTRATIVI E PROCEDURALI RICAMBIO GENERAZIONALE E ACCESSIBILITÀ ALLA TERRA PIANIFICAZIONE DEGLI INVESTIMENTI NELLE AZIENDE BENEFICIARIE MOTIVAZIONI RELATIVE ALLA RINUNCIA AL CONTRIBUTO INTERVENTI DEL PROGRAMMA PER LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE EFFICACIA DEGLI INTERVENTI DELLA MISURA 214B RISPETTO AL SOSTEGNO AL SETTORE BIOLOGICO EFFICACIA DEGLI INTERVENTI PER IL COMPARTO FORESTALE RIVITALIZZAZIONE DEL TESSUTO SOCIO-ECONOMICO E MIGLIORAMENTO DELLA GESTIONE DELL AMBIENTE E DEL TERRITORIO NELLE ZONE DI MONTAGNA/CARATTERIZZATE DA SVANTAGGI NATURALI, DIVERSE DALLE ZONE DI MONTAGNA ANALISI DELL'APPROCCIO LEADER ANALISI DELLE MODALITÀ ORGANIZZATIVE E PROCEDURALI PER L ATTUAZIONE DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA ASPETTATIVE E OPPORTUNITÀ DELLA NUOVA PROGRAMMAZIONE ALLEGATI PIANO DI CAMPIONAMENTO PER MISURA

6 LISTA ACRONIMI AAA Accordi Agroambientali d Area OS Obiettivo Specifico del PSR AC Azione Chiave OTE Ordinamento Tecnico Economico AdG Autorità di Gestione PAC Politica Agricola Comune AGEA Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura PSR Programma di Sviluppo Rurale APA Associazione Provinciale Allevatori PER Piano Energetico regionale ARA Associazione Regionale Allevatori PFR Piano Forestale Regionale Agenzia Servizi Settore Agroalimentare ASSAM Marche PIF Progetti Integrati di Filiera BC Indicatore Iniziale Baseline di Contesto PIL Prodotto Interno Lordo BO Indicatore Iniziale Baseline di Obiettivo PIT Progetti Integrati Territoriali BCAA Buone Condizioni Agronomiche e Ambientali PLV Produzione Lorda Vendibile CE Comunità Europea PMI Piccole e Medie Imprese CGO Criteri di Gestione Obbligatori POP Programma Operativo Plurifondo CIA Confederazione Italiana Agricoltori POR Programma Operativo Regionale DGR Decreto di Giunta Regionale PSL Piano Sviluppo Locale DOC Denominazione di Origine Controllata PSN Piano Strategico Nazionale DOCG Denominazione di Origine Controllata e Quadro Comune di Monitoraggio e QCMV Garantita Valutazione DOP Denominazione di Origine Protetta QSN Quadro Strategico Nazionale ENEA Ente per le Nuove tecnologie l Energia e l Ambiente QV Quesiti Valutativi FAS Fondo Aree Sottoutilizzate RA Regolamento attuativo FAWS Forest Available for Wood Supply RICA Rete d Informazione Contabile Agricola FBI Farm Bird Index RLS Reddito Lordo Standard FEAGA Fondo Europeo Agricolo di Garanzia RRN Rete Rurale Nazionale FEASR Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale RSPB Royal Society of Protection of Birds FEP Fondo Europeo della Pesca RVI Rapporto di valutazione intermedia FESR Fondo Europeo di Sviluppo Regionale SAT Superficie Agricola Totale FOWLS Forest and Other Wooden Land SAU Superficie Agricola Utilizzata FSE Fondo Sociale Europeo SEL Sistema Economico Locale GAL Gruppo di Azione Locale SIAN Sistema informatico agricolo nazionale GDO Grande Distribuzione Organizzata SIAR Sistema informatico agricolo regionale GHG Green House Gas SIC Siti di Interesse Comunitario GRTN Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale SIN Siti di Interesse Nazionale HNV High Nature Value (Alto Valore Naturalistico) SIR Siti di Interesse Regionale IAP Imprenditore agricolo a titolo principale SWOT Strengths, Weaknesses, Opportunities, Threats ICT Information and Communication Technology UDE Unità di Dimensione Economica IGP Indicazione Geografica Protetta ULA Unità di Lavoro Agricolo ISTAT Istituto nazionale di statistica VA Valore Aggiunto OB Obiettivo Prioritario del PSN ZPS Zone di Protezione Speciale OCM Organizzazione Comune di Mercato ZVN Zone Vulnerabili Nitrati OCSE OP Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD) Organismo Pagatore ZVNOA Zone Vulnerabili Nitrati di Origine Agricola 1

7 INTRODUZIONE OGGETTO DEL RAPPORTO L Aggiornamento del Rapporto di Valutazione Intermedia (di seguito RVI 2012) si inserisce nell ampio quadro delle attività di valutazione in itinere del Programma di Sviluppo Rurale Marche (di seguito PSR), intervenendo in una fase avanzata della programmazione: l anno 2012 costituisce, infatti, un momento particolarmente delicato, in cui si approssima la chiusura del ciclo programmatico e, contestualmente, si gettano le prime importanti basi su cui costruire il Programma per il nuovo periodo In tale contesto, le attività di valutazione indipendente si pongono una doppia finalità: da un lato, individuare e valutare i primi risultati raggiunti dal Programma e, dall altro, valorizzare l esperienza maturata offrendo suggerimenti per calibrare al meglio gli interventi futuri. Tali obiettivi della valutazione vengono perseguiti mediante un costante affiancamento degli organismi di gestione del Programma, al fine di individuare con chiarezza i fabbisogni conoscitivi di volta in volta emergenti in ragione delle varie fasi della programmazione ed attuazione del PSR. Il processo valutativo concertato e condiviso con l Autorità di Gestione (di seguito AdG) del Programma ed i principali attori coinvolti nella sua gestione ed attuazione ha dunque consentito di adottare un approccio teso, per questa nuova fase della valutazione, a focalizzare le indagini e gli approfondimenti, non tanto sugli aspetti propri dell allocazione delle risorse e della verifica della coerenza e della logica di intervento, quanto sugli elementi relativi a tematiche di specifico interesse dell AdG. Le sfide cui il Programma è chiamato a rispondere, che riguardano l attuazione delle strategie che maggiormente distinguono/caratterizzano il PSR Marche, divengono dunque il focus principale delle analisi valutative nell ambito del RVI 2012, connotando il Rapporto con elementi di merito nell ottica di fornire ausilio e supporto concreto alla attuazione del PSR ed alla definizione di un quadro di interventi che si inserisce in maniera strategica sul territorio regionale. La profondità delle indagini valutative, raggiunta mediante la compenetrazione di dati ed informazioni di tipo quantitativo con elementi qualitativi provenienti dall interazione diretta con un elevato numero di beneficiari degli interventi, consente dunque di pervenire ad una visione composita dell azione strategica del PSR sul territorio regionale, dando voce ai beneficiari/destinatari delle operazioni e supportando le risultanze delle indagini con dati ed elementi oggettivi. Ad un maggior livello di dettaglio, rispetto alle scelte di programmazione operate ed ai conseguenti esiti nell attuazione del PSR, i tematismi caratterizzanti il Programma che, individuate in accordo con gli organismi di gestione, costituiscono l oggetto dell indagine valutativa del presente RVI 2012, afferiscono alle azioni attivate nel campo della formazione, informazione e consulenza, della produzione di qualità e della commercializzazione dei prodotti, del biologico, della progettazione integrata, ecc. (l elenco completo delle tematiche approfondite è riportato al paragrafo successivo). Analogamente, sono state prese in considerazione le esigenze conoscitive espresse dalla Commissione Europea relativamente ai criteri di selezione del Programma ed alle misure intraprese in attuazione alle sfide lanciate dall Unione Europea attraverso l Health check e lo European Economic Recovery Plan. Risulta tuttavia necessario segnalare che occorrerà attendere ulteriormente per poter esprimere un giudizio maggiormente circostanziato sui risultati conseguiti dal PSR e su come e quanto il Programma e le sue Misure abbiano realmente inciso sullo sviluppo del territorio regionale, rimandando tali analisi ad una fase attuativa maggiormente avanzata del PSR e la formulazione di giudizi in merito alla Valutazione Ex-Post. 2

8 STRUTTURA DEL RAPPORTO La natura dell Aggiornamento del Rapporto di Valutazione Intermedia consente di svincolarne la struttura dalla logica imposta dal quadro regolamentare e dalle Linee guida per la valutazione riportate nella Nota di orientamento B del QMCV 1. Nondimeno, l impianto del documento assume la struttura prevista dai Regolamenti comunitari e dal QCMV quale utile guida, riadattando la costruzione del documento alle esigenze conoscitive degli organismi di gestione del Programma e privilegiando una lettura tematica degli argomenti attraverso l opportuna aggregazione delle Misure oggetto di interesse. Il Rapporto di Valutazione Intermedia 2012 prende a riferimento i dati al ad eccezione di alcune tipologie di analisi per le quali sono state prese in considerazione informazioni rilevate ad una data maggiormente avanzata. Il documento è articolato in 8 distinti Capitoli e comprende degli allegati che approfondiscono taluni aspetti di dettaglio sulle singole Misure, sui metodi e le tecniche utilizzate per elaborare le considerazioni valutative. La struttura del RVI è articolata secondo i Capitoli che vengono di seguito riportati. 1. Sintesi 2. Introduzione 3. Contesto della valutazione 4. Approccio metodologico 5. Descrizione del Programma 6. Formulazione dei giudizi valutativi 7. Conclusioni e raccomandazioni 8. Allegati Dal punto di vista logico la struttura del RVI 2012 è articolata in 4 macrosezioni: Sezione Descrittiva del Contesto di riferimento (Capitoli 3 e 4); Sezione Descrittiva del PSR (Capitolo 5) Sezione Valutativa (Capitolo 6) Sezione Conclusiva (Capitolo 7) Ad un maggior livello di dettaglio la Prima Sezione - Descrittiva del Contesto di riferimento (Capitoli 3 e 4) ripercorre brevemente il percorso valutativo che ha condotto alla redazione del Documento, consentendo di esplicitare gli elementi chiave di identificazione del fabbisogno informativo dell AdG e le tappe che hanno consentito di pervenire alla formulazione dei giudizi contenuti nel presente Rapporto. Alla luce di tale iter viene descritto l approccio metodologico adottato, fortemente orientato al più ampio coinvolgimento dei molteplici attori che partecipano alla gestione ed attuazione del PSR, in primis i beneficiari nell ottica di formulare idee e spunti in grado di incidere positivamente nel quadro del processo attuativo del PSR e nella definizione dell impianto strategico del nuovo Programma Quadro Comune di Monitoraggio e Valutazione, Nota di orientamento B - Linee guida per la valutazione, Capitolo 7 Modello indicativo di relazione di valutazione. 3

9 Nella Seconda Sezione - Descrittiva del PSR (Capitolo 5) vengono descritte le principali innovazioni introdotte nel Programma al fine di dare attuazione alla riforma della Politica Agricola Comunitaria (PAC) formulata in seguito alla verifica dello stato di salute (Health Check) ed all adozione del Piano Europeo di Ripresa Economica (Recovery Plan). La Terza Sezione - Formulazione dei giudizi valutativi (Capitolo 6) contiene le considerazioni di carattere più spiccatamente valutativo. In tale capitolo le informazioni e i dati acquisiti vengono messi a sistema nell ottica di delineare un quadro il più esauriente possibile dell attuazione delle Misure interessate dai tematismi di interesse. Il primo ambito di analisi attiene alla verifica della efficacia delle procedure di selezione adottate e, in particolare, dei criteri di selezione. Strettamente connessa alla precedente è poi l analisi di beneficiari. Inoltre, la domanda valutativa proveniente dall AdG, ha consentito di orientare le analisi valutative verso aspetti trasversali a tutte le Misure oggetto di indagine al fine di esplorare la percezione dei beneficiari del PSR, individuando strategie stabili e condivise per migliorare la capacità operativa del Programma e fornendo altresì indicazioni e spunti di riflessione per orientare al meglio gli interventi nel corso del prossimo periodo di programmazione. Parallelamente, è stata realizzata un analisi tematica delle Misure oggetto di indagine, rilevando il punto di vista dei beneficiari in merito agli aspetti salienti del Programma. In particolare le analisi di tipo trasversale vertono su: le attività di formazione, informazione e consulenza; la qualità e commercializzazione dei prodotti; la congiuntura economica e accesso al credito; la percezione dell approccio LEADER e del ruolo dei GAL; gli aspetti amministrativi e procedurali; le aspettative della nuova programmazione e le opportunità che essa potrà offrire. Le analisi tematiche delle Misure oggetto di indagine sono inerenti: il ricambio generazionale e l accessibilità alla terra; la pianificazione degli investimenti nelle aziende beneficiarie; l interesse verso la progettazione integrata nelle filiere; gli investimenti per la sostenibilità ambientale; le motivazioni relative alla rinuncia al contributo; il sostegno al settore biologico e alle altre pratiche agricole sostenibili per il miglioramento dell ambiente e del paesaggio agrario; l efficacia degli interventi per il comparto forestale; la rivitalizzazione del tessuto socio-economico ed il miglioramento della gestione del territorio nelle aree montane. Ulteriori analisi valutative che risponde ad una specifica domanda di valutazione dell Autorità di Gestione del Programma e afferente la verifica dell efficacia delle modalità organizzative e procedurali individuate per l attuazione della progettazione complessa. Nello specifico il Valutatore si è soffermato sugli strumenti di progettazione integrata (Progetti Integrati di Filiera - di seguito PIF - ed Accordi Agroambientali d Area -di seguito AAA) e sull approccio Leader, attivato nell ambito dell Asse 4. La Quarta Sezione - Conclusiva, riportata al Capitolo 4, sintetizza gli esiti e le conseguenze che sono 4

10 deducibili dalle considerazioni valutative, nonché i riflessi che le indagini di campo consentono di trarre in termini di suggerimenti per migliorare l efficacia del Programma e rendere più stringente il legame tra obiettivi pianificati e risultati conseguiti sul territorio di riferimento con una visione prospettica che intende fornire indicazioni utili durante la costruzione del PSR per il prossimo periodo di programmazione comunitaria. 1. APPROCCIO METODOLOGICO Il presente Rapporto di Valutazione Intermedia 2012, non previsto dai Regolamenti comunitari in materia di sviluppo rurale, nasce in risposta ad una chiara domanda valutativa proveniente dall Amministrazione regionale, volta ad individuare i principali risultati conseguiti e gli eventuali aspetti critici rilevati nel corso dell attuazione del Programma al fine di proseguire l ottimale avanzamento del PSR e di orientare al meglio la programmazione In tale direzione, nell ambito del costante orientamento all utilità che caratterizza il servizio di valutazione ed i relativi elaborati, l approccio metodologico seguito per la costruzione del RVI 2012 è stato definito in accordo con l Amministrazione ed ha inteso privilegiare una lettura tematica del Programma piuttosto che una visione esclusivamente collegata alle Misure. Al fine di adeguare quanto più possibile il processo valutativo rispetto alle esigenze specifiche del PSR Marche, il percorso concertativo tra l AdG e il Valutatore ha dunque portato a definire una scala delle priorità indicativa rispetto ai temi su cui concentrare le analisi in sede di Rapporto di Valutazione Intermedia 2012 (cfr. par. 2.2 Struttura della Relazione), tenendo conto della loro strategicità, ma anche del relativo grado di avanzamento delle Misure interessate dagli stessi tematismi.. Alla luce delle esigenze informative espresse dall Autorità di Gestione e delle specificità del Programma, il percorso valutativo si è basato su di un mix di tecniche quantitative e qualitative, capaci di garantire rigore metodologico alle indagini condotte assicurando, al contempo, il coinvolgimento diretto degli attori a vario titolo impegnati nella gestione ed implementazione del Programma. Le indagini desk effettuate su fonti di informazione secondaria, opportunamente precedute da un vaglio critico delle informazioni, dell attendibilità e dell utilizzabilità dei dati, hanno consentito al Valutatore di pervenire ad una visione complessiva delle strategie programmate e di analizzare in maniera critica e costruttiva ogni documento inerente il Programma, attraverso il ricorso a tecniche e strumenti in grado di massimizzare il portato informativo di ogni prodotto della Valutazione. Accanto alle indagini desk, il Valutatore ha realizzato analisi field che hanno consentito di raccogliere informazioni primarie, non reperibili da fonti già esistenti. Il Valutatore ha dunque effettuato incontri diretti con gli interlocutori privilegiati impegnati nell attuazione e gestione del PSR, con i beneficiari dei progetti, con i soggetti promotori delle Macrofiliere regionali di qualità, con i principali stakeholders del settore forestale, al fine di discutere le principali criticità che hanno caratterizzato l attuazione delle Misure di riferimento del PSR e raccogliere proposte operative utili a migliorare l impostazione del prossimo PSR L approccio metodologico utilizzato nell ambito delle attività valutative realizzate ai fini della redazione del presente Rapporto ha dunque consentito di fondare la Valutazione su solide basi che, mediante la compenetrazione di tecniche quantitative e qualitative, ha consentito un vaglio critico del Programma nell ottica di individuare eventuali problematiche in fase di attuazione e di proporre possibili soluzioni tese ad orientare al meglio il PSR nel prossimo periodo di programmazione comunitaria. 5

11 1.1. FONTI INFORMATIVE, TECNICHE DI RACCOLTA DATI, INFORMAZIONI SULLE MODALITÀ DI CALCOLO DEL CAMPIONE PER LE INDAGINI DI CAMPO Fonti informative secondarie Le fonti informative secondarie costituiscono il fondo da cui vengono tratti i dati e le informazioni su cui si concentrano le analisi valutative. Al contempo tali fonti rappresentano il portato informativo preliminare alla realizzazione delle indagini dirette volte a raccogliere informazioni primarie. I dati e le informazioni di tipo secondario necessari alla redazione del presente documento provengono principalmente, oltre che dalla base normativa e dai documenti ufficiali della programmazione , dai sistemi informativi e dai documenti di seguito indicati: il Sistema Informativo Agricolo Regionale (SIAR) della Regione Marche, ossia il Sistema di Monitoraggio del Programma da cui sono stati desunti i principali dati inerenti l avanzamento finanziario, fisico e procedurale dei progetti. Il Sistema consente la presentazione elettronica delle domande di aiuto e delle richieste di contributo nel comparto agricolo, fornendo all Amministrazione regionale una banca dati esaustiva di tutte le informazioni tecniche e amministrative del settore agricolo 2 che, attraverso attente elaborazioni, sono state efficacemente adattate alle esigenze valutative. Inoltre, il Sistema restituisce le informazioni anagrafiche contenute nei fascicoli aziendali; il Sistema Informativo Agricolo Nazionale (SIAN) che rappresenta il punto unitario di accesso alle informazioni e ai servizi resi disponibili in rete dalla Pubblica Amministrazione Centrale e dagli Enti Territoriali da cui sono stati desunti i dati anagrafici delle aziende ed i relativi atti amministrativi. In particolare il SIAN (DB ASTA e ASRA) è stato utilizzato per desumere informazioni sulla tipologia di intervento/sottointervento attivato, con specifico riferimento alle Misure dell Asse 2 (es. tipologia di aree, zone prevalenti, consistenza zootecnica, ecc.); il SIAN gestisce infatti le domande relative alle misure a superficie (analogamente a quanto fa il SIAR per le misure strutturali) e rappresenta dunque un indispensabile fonte di informazione per tali tipologie di intervento; la Rete di Informazione Contabile Agricola (RICA), strumento comunitario finalizzato a conoscere la situazione economica dell'agricoltura europea e a programmare e valutare la Politica Agricola Comunitaria. In particolare, la Rete di Informazione Contabile Agricola si alimenta sui dati provenienti da un indagine campionaria annuale svolta con un'impostazione analoga in tutti i Paese Membri dell'unione Europea e rappresenta l'unica fonte armonizzata di dati microeconomici inerenti le dinamiche economico-strutturali delle aziende operanti nel settore agricolo 3 ; il 6 Censimento generale dell agricoltura 2010 che fornisce un quadro informativo completo sulla struttura del sistema agricolo e zootecnico a livello nazionale, regionale e locale. I dati e le informazioni contenute nel Censimento hanno un forte impatto sullo sviluppo delle politiche agricole nazionali e, poiché la rilevazione viene condotta secondo un regolamento definito in sede europea, rappresentano uno strumento fondamentale anche ai fini delle politiche comunitarie Fonti informative primarie Le indagini di campo realizzate al fine di raccogliere informazioni di tipo primario, hanno una 2 Cfr. 3 Cfr. 4 Cfr. 6

12 funzione trasversale rispetto alle diverse fasi in cui è articolato il Programma, risultando quindi strumenti strategici di focalizzazione e di analisi delle problematiche in grado di cogliere gli aspetti prettamente qualitativi caratterizzanti il Programma stesso. In tale direzione le rilevazioni sul campo sono state tarate, da un lato, rispetto alle peculiarità e alle specificità del PSR e, dall altro, rispetto alle specifiche esigenze conoscitive degli organismi di gestione del Programma. In particolare, il confronto costante tra il Valutatore e l AdG del PSR ha consentito di: individuare le Misure su cui concentrare le indagini dirette; identificare gli ambiti tematici che, in funzione della fase attuativa in cui il Programma si trova, risultano essere di maggiore interesse per l Amministrazione (cfr. Capitolo 2.2); determinare le modalità di selezione del campione attraverso criteri specifici per ciascuna Misura presa in considerazione. Il campione di soggetti sui quali condurre le indagini dirette è stato individuato a partire da un universo statistico costituito dai soggetti (persone fisiche o aziende) che, al 31/12/2011, hanno presentato almeno una domanda di aiuto su una o più Misure del PSR Marche 2007/2013 tra quelle oggetto di analisi. Le Misure selezionate a tal riguardo afferiscono agli Assi 1, 2 e 3 del PSR e si distinguono in Misure ad investimento (112-Pacchetto Giovani, 121, 311) e Misure a superficie/premio (211, 212, 214). Inoltre, ai fini della definizione del campione di soggetti oggetto di indagine, è stato assunto a riferimento lo stato di avanzamento procedurale 5 delle iniziative finanziate, lo stato di avanzamento finanziario 6, la distribuzione territoriale a livello provinciale, la zona geografica di riferimento in relazione alla zonizzazione identificata nel PSR Marche (Zone A, C1, C2,C3, D), l Orientamento Tecnico Economico (dato disponibile esclusivamente per la Misura 121). Il piano di campionamento predisposto ha previsto il ricorso ad un campionamento stratificato al fine di migliorare l'efficienza del processo: il campione stratificato, infatti, permette di raggiungere una maggiore rappresentatività ad uno stesso costo o, analogamente, la medesima rappresentatività con un minor costo. 5 All interno del SIAR gli stati procedurali della domanda di aiuto sono: domanda presentata: beneficiario ha presentato la domanda sul Sistema; domanda non finanziabile: domanda collocata in posizione non utile in graduatoria ai fini del finanziamento; domanda finanziabile: domanda collocata in posizione utile in graduatoria per essere finanziata; domanda avviata: è stato comunicato l avvio dell investimento da parte del beneficiario; domanda rendicontata: è stata effettuata la rendicontazione delle spese effettivamente sostenute; rinuncia alla domanda: il beneficiario ha comunicato di aver rinunciato al contributo; domanda revocata: il responsabile del procedimento ha provveduto ad annullare il finanziamento. 6 Sulla base dello stato di avanzamento finanziario sono state individuate tre classi: Domande che non presentano alcun avanzamento finanziario; Domande che hanno registrato pagamenti fino al 50% dell importo ammesso a contributo, relative ad iniziative che hanno presentato almeno una rendicontazione (anticipo o Stato Avanzamento Lavori); Domande che hanno ottenuto pagamenti oltre il 50% dell importo ammesso a contributo che, nelle casistiche prese in esame, corrispondono a progetti conclusi. 7

13 Per ogni Misura, infine, è stato previsto un campione di riserva per ovviare ai casi di non risposta. Nella tabella seguente è riportata la distribuzione del campione estratto per ciascuna Misura/Azione. MISURA Tabella 1 - Campione estratto per ciascuna Misura/Sottomisura Universo di riferimento Campione Di cui campione rinunciatari o a rischio revoca Campione di riserva Di cui campione riserva rinunciatari o a rischio revoca Totale campione estratto ** a b.c b.d Pacch. Giovani Pacch. Giovani Totale Misure ad investimento a a-c b b-d b-e d e Totale Misure Asse TOTALE COMPLESSIVO 3.377* *= Il totale complessivo non corrisponde al numero effettivo dei beneficiari che costituiscono l universo di riferimento (2.821) in considerazione della presenza di soggetti che hanno aderito a diverse Misure (è il caso, ad esempio, dei soggetti legati al Pacchetto Giovani), mentre, nella definizione del campione, è stato opportunamente evitato di conteggiare più volte lo stesso beneficiario. **= nel caso delle Misure 121 e 311a tra i rinunciatari si comprendono anche coloro che hanno fatto domanda a valere sui primi bandi ma che ancora non hanno ricevuto alcun pagamento e potrebbero essere a rischio revoca. La descrizione del campione estratto per ciascuna Misura oggetto di indagine è riportata in Allegato al presente documento MODALITÀ DI RACCOLTA ED ANALISI DELLE INFORMAZIONI La rilevazione delle informazioni di fonte primaria è stata effettuata facendo ricorso ad indagini dirette condotte mediante la somministrazione di un questionario ai soggetti facenti parte del campione estratto. In particolare, per ciascuna Misura oggetto d indagine, è stato predisposto uno specifico questionario in grado di garantire il livello di profondità richiesto alle indagini valutative, tenendo in considerazione le specificità delle Misure. Inoltre, a garanzia dell omogeneità delle analisi svolte sugli ambiti tematici di specifico interesse del Programma, i questionari contengono sezioni trasversali comuni che affrontano ambiti di interesse generale del Programma. Nel dettaglio tali sezioni trasversali si concentrano sui seguenti elementi di indagine: 8

14 formazione, informazione e consulenza; qualità e commercializzazione dei prodotti; congiuntura economica e accesso al credito; percezione dell approccio LEADER e del ruolo dei GAL; aspetti amministrativi e procedurali; aspettative e opportunità della nuova programmazione Il questionario costituisce, dunque, lo strumento principale a supporto delle indagini dirette ed è stato somministrato mediante l ausilio di diverse tecniche individuate in ragione delle specifiche esigenze conoscitive della ricerca valutativa, della struttura dei questionari, delle peculiarità delle Misure oggetto di indagine, nonché delle caratteristiche precipue dei beneficiari da coinvolgere nelle rilevazioni. Alla luce di tali specificità le indagini dirette sono state condotte secondo le seguenti modalità: Compilazione assistita del questionario, prevedendo l affiancamento diretto dei beneficiari in fase di compilazione del questionario da parte di un team di rilevazione composto da un esperto della tematica e da un rilevatore; Interviste telefoniche con tecnica CATI, condotte da un rilevatore che illustra le domande e le opzioni di risposta fornendo un assistenza puntuale al beneficiario per la corretta interpretazione delle domande poste e verificando l idoneità delle risposte fornite; Compilazione del questionario on-line con modalità CAWI, in cui l intervistato compila on-line le risposte che vengono automaticamente memorizzate in un database (Survey Monkey). Nell utilizzare tale tecnica il Valutatore ha messo a disposizione degli intervistati un gruppo di esperti che ha fornito supporto tecnico a garanzia della corretta compilazione del questionario; Interviste in profondità de visu rivolte ai Direttori dei GAL ed ai Soggetti Promotori dei PIF locali al fine di desumere informazioni di dettaglio e spunti di interesse nel quadro delle analisi valutative. Le interviste in profondità hanno altresì coinvolto i Soggetti Promotori degli Accordi Agroambientali d Area Riserva Torricchio e Parco Sibillini. Alla luce delle considerazioni sopra effettuate per ciascuna Misura oggetto di indagine sono stati individuati i metodi di rilevazione maggiormente idonei a fornire le informazioni necessarie alla realizzazione delle analisi valutative. La tabella di seguito riportata esplicita l utilizzo di ciascuna modalità di rilevazione delle informazioni nell ambito delle indagini condotte su ciascuna Misura del PSR interessata dal RVI Tabella 2 Riepilogo delle modalità di conduzione delle indagini dirette per Misura MISURA Compilazione assistita Intervista telefonica Compilazione on-line Pacchetto Giovani Le indagini di campo sono state condotte su un numero totale di 335 soggetti, di cui il 72% (306 soggetti) si sono resi disponibili a rispondere ai quesiti posti. Come si evince dalla tabella sottostante 9

15 il 76% del campione di beneficiari disponibili ha effettivamente compilato il questionario secondo le diverse modalità messe a disposizione, consentendo l acquisizione di una mole di informazioni qualiquantitative tale da garantire una solida base conoscitiva del punto di vista dei beneficiari in merito alle politiche attivate dal PSR. Tabella 3 - Riepilogo delle risultanze delle indagini di campo Misura Campione di indagine disponibile N. questionari compilati Modalità di compilazione telefonica on-line assistita/ de visu % Questionari compilati TOT pacc Giovani pacc Giovani rin.rev rin-rev TOT a a-c b b-d b-e d e TOT a b-c b-d rin-rev totale PRINCIPALI LIMITI DELL'APPROCCIO METODOLOGICO Lo stato di avanzamento del PSR della Regione Marche al consente di rilevare i primi positivi risultati conseguiti in termini di avanzamento finanziario, procedurale e fisico, pur permanendo, tuttavia, alcune situazioni di criticità che ancora non consentono al PSR di dispiegare appieno i propri effetti sul territorio. Il livello di avanzamento raggiunto dal PSR non consente dunque di condurre analisi valutative esaustive inerenti i primi effetti e risultati prodotti volte ad analizzare l effettivo raggiungimento degli obiettivi specifici e globali del Programma. In ragione di ciò le analisi valutative si sono concentrate su specifiche tematiche di interesse degli organismi di gestione del Programma, individuate in stretto raccordo con l Amministrazione regionale. La logica dell impianto dell Aggiornamento del Rapporto di Valutazione Intermedia consente, dunque, attraverso l individuazione di tematismi peculiari, di pervenire ad una visione del Programma che, seppur non onnicomprensiva del complesso di interventi caratterizzanti il PSR, riassume elementi di merito atti a fornire indicazioni utili ai fini di una maggiore efficacia nell utilizzo delle risorse finanziarie non ancora impegnate. Inoltre, nell ottica del costante accompagnamento alla programmazione, le analisi valutative sono volte ad orientare le scelte di policy che potranno essere attivate nel corso del prossimo ciclo di programmazione Gli ambiziosi obiettivi valutativi scontano, tuttavia, limiti che risiedono, in particolare, nell utilizzo di 10

16 svariate fonti informative e basi dati che hanno richiesto attente e rigorose elaborazioni per riportare a sintesi e normalizzare le informazioni provenienti dalle diverse fonti di informazione utilizzate. 2. MODIFICHE AL PROGRAMMA A SEGUITO DELLA RIFORMA HEALTH CHECK E DEL RECOVERY PLAN La riforma Health Check destina risorse aggiuntive, circa 4 miliardi di euro da gestire nell ambito dei Programmi di Sviluppo Rurale, per il perseguimento di sei nuove sfide per l agricoltura europea che sono inerenti altrettante tematiche, ossia: il cambiamento climatico; le energie rinnovabili; la gestione delle risorse idriche; la biodiversità; l innovazione; la ristrutturazione del settore lattiero-caseario. Inoltre, con il Piano europeo di ripresa economica Recovery Plan, alle sfide sopra elencata ne è stata affiancata un ulteriore, ossia quella della diffusione della banda larga nelle zone rurali, finanziata con circa 1 miliardo di euro e ritenuta strategica al fine di sostenere lo sviluppo delle aree più svantaggiate. Tale rinnovato quadro strategico e attuativo dei Programmi di Sviluppo Rurale ha imposto un adeguamento del PSR Marche che, già nella versione originale orientato agli obiettivi prioritari connessi alle nuove sfide europee, ha potuto concentrare in misura maggiore il proprio contributo verso le sfide delineate nell ambito del Health Check e del Recovery Plan. Sulla base dell analisi del contesto del Programma, che ha definito le tematiche prioritarie per l area d intervento, la Regione Marche ha deciso di perseguire alcune delle sfide delineate dal Health Check, in particolare non ritenendo necessaria l attivazione della sfida per la ristrutturazione del settore lattiero-caseario, in quanto il peso economico del settore non è rilevante rispetto all agricoltura nel suo complesso, e perseguendo trasversalmente la sfida innovazione. Gli adeguamenti del PSR Marche hanno previsto l allocazione di risorse aggiuntive per un totale di euro, derivanti sia dal Health check che dal Recovery plan, messe a disposizione attraverso il FEASR. Il quadro sinottico di seguito riportato delinea i principali adeguamenti apportati al PSR Marche sulla base del Health Check e del Recovery Plan, menzionando, in particolare le modifiche all Analisi di contesto, le relazioni con le azioni chiave e le modifiche al piano finanziario. Tale analisi ricalca quella fornita dall AdG del PSR Marche alla Commissione europea in sede di trasmissione delle modifiche al Programma. 11

17 Nuove sfide Cambiamenti climatici Energie rinnovabili Gestione delle risorse idriche Biodiversità Diffusione della banda larga Tabella 4 - Adeguamenti PSR in relazione alle nuove sfide Health Check e Recovery Plan Adeguamento PSR Marche Analisi di contesto Relazione con Azioni chiave Modifica Piano Finanziario Inserimento nel Par del PSR inerente i trend climatici regionali Inserimento ex novo del Par che riprende l analisi delle filiere agro-energetiche già presente nel PSR Integrazioni al Par circa lo stato dell irrigazione nella Regione Marche Al Par sono state apportate integrazioni e aggiornamenti relativi agli aspetti normativi di carattere regionale e allo stato di attuazione della Direttiva Natura 2000 Il Par è stato rinominato Le infrastrutture rurali e la diffusione della banda larga, introducendo un analisi della copertura a banda larga nelle Marche ed evidenziando l assenza di questa tecnologia in 40 amministrazioni locali che in parte ricadono in aree rurali. Sostenere l ammodernamento delle imprese agricole Sostenere l incremento qualitativo e quantitativo delle foreste regionali Contribuire alla riduzione nell atmosfera dei gas responsabili del cambiamento climatico Sostenere l ammodernamento delle imprese agricole Favorire l introduzione di nuovi prodotti, processi e tecnologie anche in campo agro-energetico Favorire la diversificazione delle attività rurali ed il miglioramento delle opportunità occupazionali Promuovere il miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali Sostenere l ammodernamento delle imprese agricole Migliorare le infrastrutture direttamente connesse allo sviluppo dell agricoltura e della silvicoltura Favorire l adozione di tecniche di coltivazione e di allevamento biologico Migliorare la tutela delle risorse idriche superficiali e profonde Promuovere la tutela della biodiversità animale e vegetale presente nei sistemi agricoli e forestali Favorire l adozione di tecniche di coltivazione e di allevamento biologico Migliorare la tutela delle risorse idriche superficiali e profonde Promuovere il miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali Misura 121: Misura 121: Misura 311: Misura 121: Misura 125: Misura 214: Misura 321 b): Le modifiche apportate ai PSR a seguito della riforma Health Check hanno comportato l adeguamento del sistema informativo dell OP AGEA, che tuttavia non ha consentito anche a causa del diversi tassi di cofinanziamento applicati la rendicontazione dei singoli interventi HC nell ambito dei cosiddetti progetti ibridi. La conseguenza è una stima non autentica degli effettivi interventi HC 7, poiché i pagamenti relativi ad una domanda vanno tutti rendicontati o come normali o come HC. 7 Si ricorda che la Commissione non ha concesso l attivazione di misure /bandi finanziati solo con le risorse Health check. 12

18 Modifiche al Piano finanziario 2012 In linea con le indicazioni fornite nell ambito del Rapporto di Valutazione Intermedia 2010, sono state intraprese le misure necessarie ad assicurare il perdurare dell efficacia e dell efficienza del Programma. Le modifiche apportate al piano finanziario del PSR Marche sono di seguito sinteticamente descritte. Trasferimento di risorse HC dalla Misura 121 alle Misure 125, 214 e 311 Si prevede una rimodulazione del Piano Finanziario che interessa le risorse Health check già destinate alla Misura 121. Tale rimodulazione prevede il trasferimento di euro (di cui euro ascrivibili alla quota FEASR) dalla Misura 121 alle Misure 125, 214 e 311. La tabella di seguito riportata offre un quadro sinottico della rimodulazione in esame, dando evidenza della dimensione finanziaria dei trasferimenti a ciascuna Misura interessata e delle motivazioni sottese a tale operazione. Tabella 5 - Trasferimento risorse Health Check già destinate alla Misura 121 Trasferimento di risorse dalla 2Misura 121 Spesa pubblica alla Misura 125 Quota FEASR Spesa pubblica alla Misura 214 Quota FEASR Spesa pubblica alla Misura 311 Quota FEASR Motivazioni Gli interventi per gli impianti di microirrigazione finanziati dalla Misura 121 hanno mostrato scarso successo. Si ritiene, pertanto, opportuno finanziare interventi integrati e di ampia portata finalizzati a ridurre gli sprechi di risorsa idrica e i processi di degrado della rete di distribuzione. Gli interventi finalizzati alla mitigazione dei cambiamenti climatici sono risultati poco appetibili nell ambito della Misura 121. Si ritiene, invece, che nel quadro della Misura 214 tali interventi potranno ricevere maggiore attenzione da parte dei potenziali beneficiari. Gli interventi finalizzati alla produzione di energia rinnovabile sono risultati poco appetibili nell ambito della Misura 121. Si ritiene, invece, che nel quadro della Misura 311 tali interventi potranno ricevere maggiore attenzione da parte dei potenziali beneficiari, soprattutto in quanto per gli impianti di biogas è possibile superare l obbligo di produzione unicamente finalizzata all autoconsumo. Va evidenziato che, a valle dei trasferimenti di risorse, gli obiettivi fissati per la Misura 121 permangono inalterati. Tuttavia, le variazioni del piano finanziario, sopra descritte, determinano la necessità di ricalcolare, oltre che il numero di operazioni finanziate con i fondi Health Check e i relativi volumi di investimento, gli indicatori di output connessi. Incremento della dotazione finanziaria delle Misure 211 e 214 La dotazione finanziaria delle Misura 211 e 214 è incrementata mediante il trasferimento alle stesse di risorse già destinate alle Misure 112, 121 e 123. I trasferimenti di risorse da queste ultime Misure non alterano gli obiettivi fissati per le stesse, assicurando, altresì, la necessaria sostenibilità al perseguimento degli obiettivi fissati per le Misure 211 e 214. Le motivazioni sottese all incremento della dotazione finanziaria delle Misure 211 e 214 sono riconducibili ai fattori di seguito descritti: l esaurimento delle risorse finanziarie della Misura 211 mette a forte rischio la prosecuzione dell attività zootecnica nelle aree montane, laddove, invece, tale attività presenta grandi vantaggi ambientali, tra cui i più importanti sono relativi alla diffusione di foraggere poliennali che, in sostituzione dei seminativi annuali, assicurano un minore utilizzo di prodotti chimici nonché un 13

19 forte contrasto all erosione dei suoli e un sensibile rallentamento del deflusso delle acque piovane in grado di ridurre l onda di piena a valle in casi di eventi meteorici straordinari; l esaurimento delle risorse finanziarie della Misura 214 potrebbe provocare l abbandono della stessa nel corso del 2012 per circa 710 aziende biologiche, il cui periodo di impegno era iniziato nel Di contro le motivazioni sottese al decremento della dotazione finanziarie delle Misure 112, 121 e 123 sono correlate alla concretizzazione delle condizioni, in via generale attribuibili alla crisi economica in atto, di seguito descritte: nell ambito della Misura 112, attivata solo in forma di pacchetto giovani per 4 bandi, sono state registrate risorse residue (comprese le rinunce e le revoche accertate) pari a oltre 3,35 milioni di euro. Peraltro, essendo previsti dal PSR 3 anni di tempo ed una eventuale proroga di massimo 12 mesi per la conclusione del Piano di sviluppo aziendale, risulta difficile avviare procedure di selezione in prossimità della fine del periodo di programmazione; nell ambito della Misura 121 sono state registrate molte economie emergenti nei bandi aperti per i progetti integrati di filiera, sia locale che regionale, unitamente a talune altre derivanti da rinunce e revoche di progetti finanziati con la Misura singola e con il pacchetto giovani; nel quadro della Misura 123 sono state presentate poche domande di aiuto che hanno fatto registrare consistenti economie nei bandi aperti per i progetti integrati di filiera, sia locale che regionale. La tabella di seguito riportata descrive sinteticamente la dimensione finanziaria dell incremento o del decremento finanziario di ciascuna Misura interessata. Tabella 6 - Trasferimenti di risorse finalizzati all incremento delle risorse delle Misure 211 e 214 Incremento Decremento Misura 211 Misura 112 Spesa pubblica Quota FEASR Spesa pubblica Quota FEASR Misura 214 Misura 121 Spesa pubblica Quota FEASR Spesa pubblica Quota FEASR Misura 123 Spesa pubblica Quota FEASR Trasferimento di risorse dalla misure 112, 121 e 123 per l attivazione della Misura 126 Le risorse finanziarie, pari a 7 milioni di euro, necessarie all attivazione della nuova Misura 126 sono attivate attingendo alla disponibilità finanziaria delle Misure 112, 121 e 123, per motivazioni riconducibili in via generale alla crisi economica in atto. Gli importi finanziari rimodulati sono riportati in dettaglio nella tabella di seguito riportata. Tabella 7 - Trasferimento di risorse per l attivazione della Misura 126 Trasferimento di risorse alla Misura 126 dalla Misura 112 Spesa pubblica Quota FEASR

20 Trasferimento di risorse alla Misura 126 dalla Misura 121 Spesa pubblica Quota FEASR dalla Misura 214 Spesa pubblica Quota FEASR Va evidenziato che i trasferimenti di risorse dalle Misure 112, 121 e 123 non alterano gli obiettivi fissati per le stesse. Trasferimento di risorse dalla Misura 132 alla Misura 133 La Misura 133 è stata attivata sia attraverso un bando singolo (promozione del vino), che attraverso lo strumento dei progetti integrati di filiera, locale e regionale. Le dotazioni rese disponibili dai diversi bandi sono state completamente utilizzate. Nell ambito dei bandi di filiera locale e regionale, invece, la Misura132 ha fatto rilevare consistenti economie. Il trasferimento di (di cui euro di quota FEASR) dalla Misura 132 alla Misura 133 è determinato dall opportunità di attivare un bando per le microfiliere, unica tipologia di filiere previste dal PSR Marche non ancora attivata, che possa disporre dei fondi delle Misura 132 e 133. Va evidenziato che, a valle dei trasferimenti di risorse, gli obiettivi fissati per la Misura 132 permangono inalterati. 3. FORMULAZIONE DEI GIUDIZI VALUTATIVI 3.1. ANALISI DEI CRITERI DI SELEZIONE ADOTTATI Premessa L analisi dei criteri di priorità per la selezione degli interventi del Programma di Sviluppo Rurale Marche sviluppata nell ambito dell aggiornamento della valutazione intermedia al 2012, costituisce un completamento e un approfondimento rispetto a quanto già presentato nel Rapporto di Valutazione Intermedia (RVI 2010). L indagine valutativa ha ad oggetto: 1. l analisi di coerenza dei criteri di priorità con gli obiettivi del Programma per alcune Misure dell Asse 3 attivate con il metodo LEADER, ricorrendo alla medesima metodologia utilizzata nella RVI 2010; 2. l analisi dell efficacia dei criteri di priorità delle Misure per le quali sono state pubblicate le graduatorie definitive. L analisi di efficacia prende in considerazione le domande di aiuto inerenti le Misure che al 31/12/2011 hanno espletato le procedure afferenti la ricevibilità, l ammissibilità e la finanziabilità della domanda. L approccio analitico riguarda l intera procedura di selezione delle domande di aiuto (cfr. paragrafo Analisi delle procedure di selezione ). La prima parte dell analisi, articolata per Asse e per Misura, restituisce informazioni sintetiche di tipo quantitativo delle singole domande, nelle diverse fasi della procedura di selezione. 15

21 Nella seconda parte si procede all analisi di efficacia dei criteri di priorità delle seguenti Misure che presentano un adeguato avanzamento procedurale, ossia la pubblicazione di graduatorie definitive: Misura Azioni nel campo della formazione professionale e dell informazione Misura Insediamento di giovani agricoltori Misura Ammodernamento delle aziende agricole Misura Indennità per svantaggi naturali a favore di agricoltori delle zone montane Misure Indennità a favore di agricoltori in zone svantaggiate diverse dalle zone montane Misura Diversificazione in attività non agricole Per quanto riguarda le Misure attivate con metodo LEADER è effettuata un analisi di coerenza sulle Misure rilevanti in termini di risorse assegnate e rappresentative delle diverse tipologie di beneficiari che l approccio LEADER intende intercettare: privati ed enti pubblici: Misura 312 Azione A, Sostegno alla creazione e sviluppo di microimprese con beneficiari soggetti di diritto privato; Misura 323 Tutela e riqualificazione del territorio rurale, con attenzione alla Sub azione B Interventi di recupero di beni culturali minori in funzione della fruizione turistica con beneficiari enti pubblici; Misura 413g Promozione territoriale e certificazione d'area soggetti beneficiari enti pubblici associazioni no profit, cooperative sociali e soggetti di diretto privato operanti nelle aree rurali. Alla luce del livello di attuazione dei Piani Locali, per le Misure attivate nell ambito dei PSL in questa fase non è possibile procedere ad una verifica dell efficacia del processo di selezione non essendo disponibili graduatorie definitive alla data di riferimento per un numero significativo di Misure e di GAL Approccio metodologico I criteri di priorità per la valutazione e selezione delle domande di aiuto dipendono dalle caratteristiche di ciascuna Misura, dai suoi obiettivi, dal suo stato di avanzamento e dalla tipologia di intervento in essa prevista. Alla luce di tali peculiarità, l analisi valutativa si concentra sull intero processo di selezione dei progetti, evidenziando la pertinenza e la coerenza dei criteri di selezione rispetto agli obiettivi ed alle priorità definiti nelle schede di Misura del PSR, verificando il contributo da essi apportato al perseguimento degli obiettivi del Programma e valutando l efficacia dei criteri adottati e la loro capacità di operare una selezione del parco progetti in linea con i fabbisogni territoriali e con le peculiarità del PSR. La metodologia adottata prevede il ricorso ad indagini di tipo documentale attraverso l analisi dei documenti programmatici prodotti dalla Regione, delle Delibere di attuazione delle Misure del PSR e dei bandi emessi. In particolare, la disamina dei bandi consente di individuare la pertinenza dei criteri di priorità rispetto agli obiettivi delle Misure del PSR, mentre l analisi realizzata sui dati di monitoraggio, messi a disposizione dall Autorità di Gestione, consente di approfondire le varie fasi dell iter procedurale espletato dalle stesse domande di aiuto, evidenziando il carattere selettivo dei criteri di priorità. Ulteriore elemento qualificante ai fini dell indagine valutativa è rappresentato dall analisi delle domande effettivamente ammesse al finanziamento del Programma. Tale disamina consente di 16

22 operare un raffronto tra le domande finanziabili e quelle non finanziabili, fornendo elementi di merito per la formulazione di giudizi inerenti l efficacia dei criteri di priorità. Da un punto di vista operativo, l osservazione dello stato di avanzamento procedurale delle domande di aiuto permette di individuare il tasso di sopravvivenza delle singole domande presentate rispetto alle verifiche di ammissibilità cui esse sono sottoposte immediatamente dopo la presa in carico da parte dei soggetti abilitati dall Autorità di Gestione. In una fase successiva, l indagine si concentra sugli iter di selezione a livello di Misura, individuando i criteri di priorità che determinano l inclusione della domanda nelle graduatorie regionali e la conseguente ammissione a finanziamento del PSR sulla base dei punteggi ottenuti da ciascuna domanda. L analisi, volta a desumere l efficacia dei criteri di priorità per singola Misura, è realizzata verificando il contributo fornito dai singoli criteri di priorità rispetto al posizionamento in graduatoria delle domande di aiuto che essi determinano, consentendo di individuare il ruolo giocato da ciascun criterio nella fase di selezione delle domande di aiuto e di verificare dunque l efficacia da essi mostrata nell operare quali fattori di discrimine per l effettiva ammissione a finanziamento delle domande di aiuto presentate. È opportuno sottolineare che le specificità e peculiarità delle Misure del PSR analizzate, unitamente al loro diverso stato di avanzamento, impongono il ricorso a tecniche e strumenti differenziati al fine di cogliere gli aspetti rilevanti dei processi di selezione attivati e dei criteri di priorità adottati. In particolare, per quanto concerne le Misure a premio dell Asse 2, si fa presente che la domanda di aiuto costituisce anche una domanda di pagamento e che, pertanto, l istruttoria della domanda di aiuto comprende anche l istruttoria della domanda di pagamento. Anche alla luce di tale peculiarità, l indagine valutativa si concentrerà sui criteri di priorità, sui criteri di ammissibilità e sugli impegni che i beneficiari devono sottoscrivere all atto della presentazione della domanda, nell ottica di verificare se e come essi abbiano influito sull adesione alla Misura. Nell ambito dell analisi sui criteri di priorità adottati nell Asse 2, appare infatti significativo analizzare non soltanto se ed in che maniera i criteri di priorità siano stati efficaci ai fini della selezione delle domande presentate, ma anche verificare il ruolo che gli sbarramenti posti alla platea di beneficiari potenziali hanno avuto in fase di selezione dei progetti. Nel caso dell Asse LEADER, si è tenuto conto della maggiore complessità legata all attuazione dell approccio LEADER all interno del PSR. A tale scopo l analisi valutativa dà evidenza della coerenza dei criteri adottati rispetto agli obiettivi di Misura e del PSR, ma anche dell apporto dei GAL chiamati a identificare una parte dei criteri di selezione ai quali è associata una percentuale del punteggio complessivamente previsto e che varia a seconda delle Misure. Tali criteri, pur nella coerenza del quadro complessivo degli obiettivi di misura, hanno la finalità di favorire la selezione di proposte progettuali coerenti con le specificità dell approccio strategico di ciascun PSL e la valorizzazione delle risorse endogene del territorio interessato. In sintesi, l analisi dei criteri per l attuazione dell approccio LEADER, realizzata in relazione a ciascuna delle Misure individuate, prende in considerazione tre livelli di coerenza, analizzando il legame logico che intercorre: tra i criteri di selezione definiti a livello regionale e gli obiettivi delle Misure; tra i criteri identificati dai GAL e gli obiettivi delle Misure; tra i criteri identificati dai GAL e le specificità della Misura all interno delle strategie di sviluppo locale. Coerentemente con l approccio adottato nel Rapporto di Valutazione Intermedia 2010 per le Misure degli Assi 1 e 2, l analisi di coerenza dei criteri di priorità dell Asse LEADER intende dare evidenza al 17

23 contributo potenziale di ciascun criterio al perseguimento degli obiettivi sulla base di diversi livelli di intensità (Alto, Medio e Basso). In particolare i criteri di priorità adottati dai GAL sono esaminati riconducendo le scelte operate da ciascun GAL ad una visione di insieme, dando risalto, ove sussiste, alla omogeneità di fondo di alcuni criteri che, al di là delle diverse definizioni adottate, permette in molti casi di pervenire ad un tema comune al quale associare gli obiettivi della Misura secondo i tre livelli di correlazione. Successivamente si analizzerà, a livello di singolo PSL, la coerenza dei criteri adottati dai GAL in relazione agli obiettivi individuati per la Misure esaminata. A tale riguardo occorre sottolineare che tali obiettivi non sono sempre identificabili in modo chiaro e univoco all interno delle schede di Misura riportate nei PSL, pertanto, di volta in volta, si farà ricorso ad uno sforzo di sintesi da parte del Valutatore. Occorre infine sottolineare che, in ragione dell articolazione delle Misure esaminate, la verifica della coerenza dei criteri di priorità adotta quale unità di analisi la tipologia di intervento prevista, al fine di cogliere appieno le relazioni tra i criteri e gli strumenti identificati dal Programma per il corretto raggiungimento degli obiettivi previsti Analisi delle procedure di selezione del PSR Per verificare l efficacia dei criteri di selezione risulta propedeutico analizzare il processo di istruttoria delle domande di aiuto o, in altri termini, verificare il percorso che va dalla presentazione della domanda fino al momento dell approvazione della graduatoria dei progetti ammissibili finanziabili e non finanziabili, come descritto in maniera dettagliata nei Manuali delle Procedure 8. L iter, ha inizio con la presa in carico delle domande (protocollazione), proseguendo con la verifica di ricevibilità che si basa su tre aspetti: a) completezza documentale della domanda, come prevista nel bando di riferimento; b) rispetto dei termini di presentazione della domanda; c) rispetto dei requisiti di affidabilità come previsti da Reg. (CE) n. 796/2044, art.21. Le domande considerate ricevibili sono sottoposte a due ulteriori controlli, uno di carattere amministrativo e l altro di natura tecnica, che determinano l ammissibilità o meno delle domande di aiuto. Il controllo amministrativo tende a verificare la completezza delle sezioni anagrafiche della domanda, compresa la veridicità delle informazioni fornite, anche attraverso verifiche incrociate con informazioni provenienti da altri DB (es. INPS, CCIAA, AGEA, ecc.). Il controllo tecnico ha l obiettivo di verificare due aspetti: 1. la conformità del progetto agli obiettivi e alle finalità previste dalla Misura; 2. la congruità della spesa per le Misure strutturali. Le domande ricevibili che, alla luce dei controlli documentali e tecnici sopra descritti, sono ritenute ammissibili, accedono alla fase successiva, ossia alla valutazione operata sulla base dei criteri di priorità che ne determina l accesso o meno nelle graduatorie regionali, punto di partenza per l ammissione dei progetti al finanziamento del PSR. 8 Manuali delle procedure delle domande di aiuto del PSR contengono indicazioni comuni per l attività istruttoria in merito alle funzioni, ai termini e ai soggetti responsabili delle varie fasi. I Manuali approvati sono: il Manuale delle procedure dell Autorità di Gestione del PSR 2007/2013 approvato con la DGR 773 del 11/06/2008 e successive integrazioni/modifiche; il Manuale delle procedure domande di aiuto e domande di pagamento approccio LEADER PSR 2007/2013. Attuazione degli interventi con beneficiario diverso dal GAL approvato con DDS 429/S10 del 23/09/2010 e successive integrazioni/modifiche. 18

24 I criteri di priorità, definiti in sede di Comitato di Sorveglianza e approvati con DGR, sono declinati a livello di ciascuna misura del Programma ed ulteriormente dettagliati nei bandi, dove vengono ad essi associati parametri selettivi ed il relativo punteggio. Le graduatorie che consentono di accedere al finanziamento del PSR vengono definite sulla base del possesso o meno dei requisiti richiesti dai criteri di priorità. La posizione che le domande valutate ammissibili e finanziabili occupano nella graduatoria regionale è determinata associando a ciascun criterio un punteggio in base ai sopraccitati parametri di tipo selettivo. Il punteggio, ottenuto da ciascuna domanda sulla base dei criteri di priorità, viene quindi moltiplicato per i rispettivi pesi attribuiti ai parametri che specificano i suddetti criteri e tale somma, ponderata, determina la posizione di merito con cui le domande accedono al finanziamento del Programma. Una volta attribuiti i punteggi, le domande sono finanziate in ordine decrescente di punteggio fino alla concorrenza della dotazione finanziaria di ciascun bando 9. La figura illustra l iter di selezione delle domande di aiuto come descritto nel Manuale delle Procedure del Programma, correlando a ciascuna fase lo stato procedurale delle domande su cui si focalizza la presente analisi valutativa. Figura 1 - Iter procedurale e stato della domanda di aiuto Come dettagliato nei paragrafi successivi, l iter di selezione dei progetti assume caratteristiche specifiche per i singoli Assi e le singole Misure. 9 Al netto della quota di riserva per eventuali contenziosi pari al 10%. 19

25 3.2. IL PROCESSO DI SELEZIONE DEGLI INTERVENTI DELL ASSE 1 E DELLA MISURA 311 Come riportato nella Sezione III del Manuale delle Procedure, DGR 773 e seguenti, il procedimento di selezione delle domande di aiuto delle Misure esaminate si articola in tre fasi: 1. Preparazione e pubblicazione del bando; 2. Istruttoria delle domande di aiuto; 3. Comunicazione e predisposizione graduatoria regionale. Se nella prima fase si stabiliscono gli elementi fondanti del bando, è nella seconda che la domanda di aiuto inizia il percorso di analisi e convalida da parte degli istruttori e dei responsabili provinciali e regionali, ognuno per le proprie competenze, mentre il processo si conclude nella terza fase, con la formulazione della graduatoria regionale che renderà pubblici, con appositi atti, gli esiti della selezione. Le fasi successive alla pubblicazione delle graduatorie, inerenti i procedimento delle domande di pagamento, disciplinati dal Manuale delle procedure di AGEA, non sono oggetto della presente analisi. Preparazione e pubblicazione del bando Per le Misure a Investimento sono state predisposte due tipologie di bandi. Un bando aperto corrispondente alla tipologia stop and go nelle prime due annualità della programmazione e, limitatamente alle Misure 112, 121 e 311, e un bando ordinario nelle annualità seguenti. La procedura del bando aperto prevede una serie di scadenze per la presentazione delle domande, alle quali corrispondono in egual misura un numero identico di graduatorie. Nella procedura stop and go viene favorito il processo di reiterazione delle domande con specifiche procedure volte ad ammettere la retroattività della spesa, per gli interventi già ricompresi nelle precedenti domande, lasciando aperta la possibilità di fare delle variazioni al progetto iniziale ed includere nuove spese. Rispetto ad altre tipologie di bandi, viene precluso lo scorrimento delle posizioni in graduatoria anche in presenza di economie e/o esclusioni successive all approvazione della stessa. In queste casistiche le risorse liberatesi dopo la prima assegnazione, per effetto di rinunce o di revoche, potranno essere utilizzate per altri bandi, secondo quanto stabilito dalle corrispondenti disposizioni attuative. Per le Misure afferenti all informazione, formazione e consulenza (Sottosezione III D del Manuale delle Procedure) si ravvisano aspetti peculiari che contraddistinguono le procedure della Regione Marche. In particolare per la Sottomisura a) Attività formative per gli imprenditori agricoli e forestali della Misura 111; la selezione degli organismi formatori avviene in base a dei criteri di ammissibilità che portano alla costituzione di un catalogo formativo sul quale i beneficiari finali (le aziende) devono selezionare i corsi ritenuti più idonei sui quali fare valere i voucher formativi. Diverse le procedure per la Sottomisura b) Attività informative nel settore agricolo e forestale per le quali è prevista una graduatoria regionale definita in base a specifici criteri di priorità. Infine nel caso della Misura b) Sottomisura a), la Regione ha previsto un unico intervento attuato dalla Regione stessa, tramite l approvazione di un progetto di attività triennale, presentato dalla propria Agenzia per i Servizi di Sviluppo Agricolo (ASSAM), così come previsto dal DGR 1384 del 13/12/2008 e seguenti. In questo caso l attività Istruttoria è svolta da una Commissione composta dal referente regionale di Misura e dagli Istruttori designati. 20

26 Questa sintetica rassegna evidenzia come, per dare attuazione alle diverse Azioni inerenti il capitale umano, la Regione Marche ha idoneamente utilizzato varie modalità di bando, che risultano corrispondenti al conseguimento degli obiettivi previsti. Istruttoria delle domande di aiuto L iter dell istruttoria delle domande dell Asse 1 non si differenzia in maniera sostanziale dagli altri Assi, come descritto nel capitolo precedente. Il processo si avvia con la presa in carico delle domande e con la verifica dei requisiti di ricevibilità, dopo il quale seguono controlli di natura tecnica e amministrativa. Nel caso specifico delle domande di aiuto a pacchetto caratterizzanti l Asse 1, l istruttoria di ammissibilità viene effettuata in forma collegiale da un apposito organismo di valutazione 11, mentre per le Misure strutturali attivate al di fuori del pacchetto, l istruttoria è collegiale solo per le domande sopra soglia, e nei restanti casi viene effettuata in forma individuale. Effettuata la verifica dell ammissibilità del progetto segue la verifica dell attribuzione dei criteri di priorità per gli investimenti. Per le misure a pacchetto, il parere di ammissibilità/inammissibilità deve essere corredato dai punteggi inerenti la qualità del progetto della Misura 1.2.1, se presente, o della Misura 311, se presente. A seconda delle tipologie di carenze riscontrabili l Istruttore può far richiesta d integrazione documentale al quale segue la comunicazione dell esito dell istruttoria che può ripartirsi in inammissibilità totale o inammissibilità parziale. L inammissibilità parziale comporta lo stralcio di uno o più investimenti richiesti in domanda o parte degli stessi investimenti rimodulando il punteggio di accesso in graduatoria. A fronte di un inammissibilità parziale o totale, o laddove il richiedente non ravvisi la congruità del punteggio attributo, può fare richiesta di Riesame. Comunicazione e predisposizione graduatoria regionale Per ogni scadenza dei bandi aperti è prevista la formazione di una graduatoria unica regionale che viene redatta secondo le seguenti modalità valide per tutte le Misure: 1. Attribuzione dei punteggi previsti per ciascun criterio eventualmente ponderati ove previsto nel Bando di riferimento; 2. Sommatoria di tutti i valori ottenuti per ottenere il punteggio finale in graduatoria. Le domande verranno finanziate in ordine decrescente di punteggio fino alla concorrenza della dotazione finanziaria prevista. Per alcune singole Misure sono inoltre presenti criteri minimi di accesso, come nel caso della Misura 121, dove si prevede una soglia minima di accesso di 0,2 (su un massimo di 1) e nella Misura 311 (con una soglia pari a 0,08), o, in altri casi come nella Misura 111 Azione b, dove sono previste delle specifiche penali 12. Infine, in caso di parità di punteggio verranno privilegiati alcuni progetti, normalmente tendenti a favorire i soggetti più giovani, ma valgono anche altri criteri come rappresentato nella tabella seguente. 11 Nelle Misure a pacchetto le domande sotto soglia (700 mila Euro) vengono esaminate da un comitato provinciale, mentre le domande sopra soglia vengono esaminate dal CCM - Comitato di Coordinamento di Misura - il quale esamina anche le eventuali richieste di riesame. 12 Le penali, nell ordine di una decurtazione di 0,3 punti per ogni controllo con esito negativo, saranno rivolte ai progetti presentati da soggetti per i quali i controlli effettuati su altri progetti a valere sul PSR abbiano fatto registrare controlli con esito negativo. 21

27 Misura 111 Azione B Tabella 8 - Criterio di priorità in caso di parità di punteggio Criterio Il progetto con il migliore indice di economicità ossia il più basso valore del rapporto tra: a) somma dei costi previsti nel progetto; b) somma dei massimali di spesa delle azioni previste dal progetto. 112 Proposte progettuali presentate da imprenditori agricoli di età inferiore. 114 Proposte progettuali presentate da imprenditori agricoli di età inferiore. 121 Proposte progettuali presentate da imprenditori agricoli di età inferiore. 122 Tra richiedenti privati e richiedenti pubblici, avranno la priorità i richiedenti privati. In caso di ulteriore parità di punteggio tra richiedenti privati, avranno priorità le proposte progettuali presentate da richiedenti privati di età inferiore. In caso di ulteriore parità di punteggio tra richiedenti pubblici, avranno priorità le domande presentate dal Comune con il minor numero di abitanti. 123 Le proposte progettuali presentate dalle imprese con maggiore fatturato complessivo. 125 Azione A1-B1 125 Azione A3 Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC In caso di parità di punteggio, viene attribuita la preferenza al progetto che prevede il maggior importo ammissibile per interventi finalizzati alla riduzione delle perdite idriche dei sistemi di distribuzione attraverso la trasformazione di condotte a pelo libero in condotte forzate. In caso di parità di punteggio, viene attribuita la preferenza al progetto che prevede il maggior importo ammissibile per il ripristino funzionale di strade e piste esistenti. Il sistema descritto evidenzia alcune peculiarità che lo contraddistinguono rispetto ad altre modalità di attuazione delle Misure del PSR a livello regionale. In primo luogo la scelta della tipologia dei bandi aperti del tipo stop and go ha permesso alla Regione di ottimizzare il processo amministrativo, cadenzando le fasi per la presentazione delle domande di aiuto e quelle dedicate all istruttoria delle stesse, a favore di una più efficiente distribuzione dei carichi di lavoro ed a garanzia del rispetto della tempistica prestabilita. Inoltre, la formazione di graduatorie ha consentito di rispettare la selezione di un parco progettuale di qualità. Peraltro, l apposizione di soglie minime di accesso previste nei bandi a valere sulle Misure 121 e 311, è stata garanzia di concessione di contributi a favore di progettualità ad elevato potenziale qualitativo e più coerente con le priorità individuate dalla strategia del Programma. Va altresì rilevato che la definizione di diverse modalità di svolgimento della fase istruttoria (collegiale o individuale) in relazione al grado di complessità delle proposte progettuali, favorisce una maggiore fluidità dell intero iter amministrativo, assicurando la rispondenza delle professionalità incaricate della selezione rispetto alle tipologie di domande presentate. Indici di sopravvivenza Il processo di selezione delle domande di aiuto presentate a valere sull Asse 1 prevede meccanismi differenziati per le varie Misure, ma che ravvisano aspetti similari tra le misure strutturali di altri Assi come la Misura 311. Il presente paragrafo intende fornire un inquadramento generale della selezione operata sulle domande presentate a valere sulle diverse Misure, mentre, per un analisi di maggiore dettaglio, si rimanda ai paragrafi successivi. Gli indici medi di sopravvivenza delle domande di aiuto in relazione ai vari passaggi dell iter istruttorio (presentazione, ammissione e finanziabilità) forniscono informazioni preliminari che necessitano di successivi approfondimenti che prendano in considerazione le specificità dei bandi e delle Misure. Il valore di tali indici non determina in assoluto la bontà ovvero la criticità del processo selettivo che andrà esaminato prendendo in considerazione ulteriori informazioni (es. dotazione finanziaria del bando, qualità delle proposte progettuali selezionate, ecc.). 22

28 Tabella 9 - Domande Presentate, Ammesse e Finanziate e rispettivi indici di sopravvivenza (Asse 1 e Misura 311) 13 Misura (a) Presentate (b) Ammesse (c) Finanziate valori % (b)/(a) (c) /(b) (c) / (a) % 88% 73% % 76% 53% % 83% 65% % 70% 52% % 100% 58% % 100% 14% % 100% 100% Totale Asse % 79% 60% % 45% 30% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC In generale per le Misure in cui si ha una totale coincidenza tra le domande ammesse e quelle finanziate, i criteri di selezione (priorità) non hanno determinato un ulteriore scrematura rispetto a quanto intercorso grazie ai criteri di ammissibilità. Tale risultato può indicare una forte rispondenza tra le proposte progettuali e gli orientamenti del programmatore espressi dai criteri di selezione; viceversa, a fronte di una dotazione finanziaria elevata e/o allineata con la dimensione finanziaria delle domande, potrebbe delinearsi una selezione insufficiente a garantire una adeguata qualità delle proposte. Una forte selezione nella fase di ricevibilità ed ammissibilità delle domande, e dunque, un valore basso del rapporto tra domande ammesse e presentate, costituisce un elemento di attenzione rispetto alla possibilità che siano stati definiti criteri di accesso eccessivamente rigidi o poco rispondenti alle caratteristiche dei potenziali beneficiari, oppure che vi sia una elevata complessità per la predisposizione della domanda. Per molte Misure sia i criteri di ammissibilità che quelli di selezione hanno avuto un ruolo fondamentale nel definire le domande finanziabili, insieme alla dotazione finanziaria dei singoli bandi, che, come dettagliato nel prosieguo dell analisi, può assumere un ruolo rilevante nella selezione dei beneficiari. L analisi comparata presentata nel grafico successivo, permette di evidenziare le varie fasi del processo selettivo e risulta il modo più idoneo per leggere la sua evoluzione. 13 Il bando della Misura 122 è stato aperto il 15 dicembre 2012 pertanto non vi sono dati al 31/12/2012, mentre i bandi delle Misure 124 e 132 sono stati aperto solo sulle Filiere locali e regionali. Al momento della presente analisi le domande che hanno risposto a tali bandi risultano in fase di istruttoria. 23

29 Figura 2 - Analisi comparata del ruolo dei criteri di ammissibilità e selezione per singola Misura dell Asse 1 (Valori in %) Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Analisi dei criteri di priorità - Misura 111 Le procedure di attuazione 14 della Misura 111 prevedono una trattazione distinta per la Sottomisura a) Attività formative per gli imprenditori agricoli e forestali; e per la Sottomisura b) Attività informative nel settore agricolo e forestale. Per quanto riguarda la Misura 111 Sottomisura a), il bando per la Selezione delle proposte formative finalizzate alla costituzione del catalogo dell offerta formativa per lo sviluppo rurale limita l accesso in base ai criteri di ammissibilità 15. L ammissibilità viene verificata sulla base di una serie di criteri di seguito riportati. a) Pertinenza delle finalità del progetto, delle competenze oggetto di formazione, con gli obiettivi specifici della misura; b) Pertinenza dei moduli del corso con le aree di operatività; c) Coerenza tra finalità, aree di operatività e moduli del corso; d) Qualità della docenza. La selezione sulla base di questi criteri è funzionale alla costituzione di un catalogo formativo, che risulta essere il riferimento per la scelta dei corsi da parte degli imprenditori agricoli beneficiari della Misura 111 a). Il catalogo formativo è composto da singole sezioni afferenti alle quattro tipologie di corsi: tipologia 1) Formazione obbligatoria prevista per le misure 121 e 311; tipologia 2) Formazione funzionale al conseguimento del requisito di conoscenza e competenza professionale per i giovani di neo insediamento; tipologia 3) Formazione realizzata nell ambito di accordi agroambientali d area o progetti di filiera; tipologia 4) Altre azioni formative. 14 Dettagliate nel Manuale delle Procedure nella Sottosezione III D. 15 Potranno essere ammessi i soli progetti che otterranno un punteggio superiore alla soglia di 0,7 calcolato secondo dei parametri come riportato nel Bando. 24

30 Le aziende agricole e forestali, hanno quindi di fronte una scelta variegata di offerte formative il cui accesso è disciplinato da procedure che dipendono dalla tipologia del corso stesso. Solamente 16 per la Tipologia 1 e 4 valgono degli appositi criteri di selezione che sono esclusivi della Misura 111 e risultano indipendenti dall esito delle altre Misure correlate al progetto aziendale. L attribuzione del punteggio di priorità alle domande ritenute ammissibili è elemento indispensabile per stabilire la posizione in graduatoria ed avviene valutando ciascuna tipologia di priorità con un peso % su un totale di 100%, che si differenzia a seconda dell Azione formativa coinvolta 17. Tabella 10- Pesi percentuali per tipologia di priorità e per Azione Misura 111 a) Tipologia di priorità Azione A (Tipologia 1) Azione B (Tipologia 4) Azione C (Tipologia 4) A B C Tipologia di obiettivo previsto dall offerta formativa a cui l imprenditore chiede di aderire Domande di aiuto riguardanti offerte formative connesse agli investimenti prioritari settoriali previsti dalla Misura 121 Domande di aiuto presentate da Imprenditore Agricolo Professionale ( IAP) 50% 50% 50% 30% 15% 15% 10% 10% 10% D Domande di aiuto presentate da giovani agricoltori 7% 7% 7% E Domande di aiuto presentate da imprenditrici agricole 3% 3% 3% F Domande di aiuto presentate dai beneficiari delle seguenti Misure % 15% Totale 100% 100% 100% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Come nel caso precedente, anche per la Sottomisura b) Attività informative nel settore agricolo e forestale è prevista una graduatoria regionale definita in base a specifici criteri di priorità. In questo caso i beneficiari non sono direttamente le aziende agricole e forestali, ma le Organizzazioni professionali Agricole, le Centrali cooperative e altre Società che prevedano nel loro statuto le attività di informazione, in qualunque forma, dirette agli imprenditori agricoli e forestali. Tali organismi concorrono congiuntamente alla definizione di una graduatoria definita in base alle priorità riportate nella tabella seguente. Tabella 11 - Pesi percentuali per tipologia di priorità Misura 111 b) Tipologia di priorità Peso % A Priorità relativa agli obiettivi delle azioni informative proposte 50% B Qualità delle proposte progettuali 30% C Caratteristiche di professionalità dei tecnici impegnati nelle proposte progettuali 20% Totale 100% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC 16 La domanda ai corsi di Tipologia 2) avviene attraverso il Pacchetto Giovani ma accedono al finanziamento solo le domande che si posizionano in una graduatoria positiva dell intero progetto aziendale a valere sulla Misura Per la Tipologia 3) l accesso è inerente i bandi degli accordi agroambientali d area o dei progetti di filiera. 17 Azione A: Formazione obbligatoria prevista dalla Misura (Tipologia 1), Azione B: Formazione inerente la sicurezza sui luoghi di lavoro in agricoltura e forestazione (Tipologia 4), Azione C: Altre azioni Formative (Tipologia 4). 25

31 Al 31/12/2011 sulla Misura 111 sono state presentate complessivamente 719 domande, circa il 27% di tutte quelle presentate a valere sull Asse 1 del PSR Marche. La Misura presenta indici di sopravvivenza superiori (meno selettivi) alla media dei valori dell Asse 1 a causa delle diverse modalità applicative della Misura stessa, che vedono Azioni in cui è presente una selezione di Misura basate sugli esiti complessivi del progetto aziendale (Pacchetto Giovani, Filiere) a fianco ad Azioni in cui sono presenti selezioni basate esclusivamente sulla Misura 111 singola. Il grafico successivo dà evidenza di un livello di selettività delle domande presentate a valere sulla Misura 111 mediamente inferiore a quello dell Asse 1 in tutte le varie fasi del processo. Figura 3 Indici di sopravvivenza delle domande presentate, ammesse e finanziate. Confronto tra Misura 111 e Asse 1 (Valori in %) Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Dall analisi di dettaglio, fornita dalla tabella successiva, emerge con evidenza come il processo selettivo sia stato più accentuato nella Misura 111 a) Tipologia 2 all interno del Pacchetto Giovani che nelle altre tipologie. In questo caso, infatti, l incidenza delle domande finanziate su quelle presentate è del 54% (contro il 73% della misura 111 nel suo complesso), valore inferiore al dato medio di Asse del 60% dovuto alle modalità applicative del Pacchetto stesso. A tale riguardo si condivide la logica del Programmatore di legare gli esiti della finanziabilità della Misura 111 al progetto, in quanto la formazione è funzionale al progetto stesso e non appare logica una sua finanziabilità indipendente dagli esiti complessivi del progetto. Diverso invece il caso della Misura 111 a) nelle altre sue forme applicative dove la volontà di favorire un processo formativo specialistico, ma a elevata diffusione, ha di fatto inibito il processo selettivo, rendendo gli indici di sopravvivenza con valori prossimi al 100%. In questo caso il giudizio del Valutatore permane positivo, in quanto l obiettivo del Programmatore di aumentare la conoscenza delle tematiche sulla Sicurezza e sulla Gestione Aziendale sono stati fortemente incentivati dall architettura complessiva delle Misure. Una selezione più incisiva avrebbe ridotto la possibilità di far penetrare queste conoscenze fondamentali all interno delle aziende. 26

32 Tabella 12 - Domande Presentate, Ammesse e Finanziate e rispettivi indici di sopravvivenza per la Misura 111 secondo le diverse modalità applicative Modalità applicative della Misura (a) Presentate (b) Ammesse (c) Finanziate valori % (b)/(a) (c) /(b) (c) / (a) 111 a) Tipologia 1 Misura % 100% 99% 111 a) Tipologia 2 Pacchetto Giovani % 75% 54% 111 a) Tipologia 4 Az. B) Sicurezza % 100% 100% 111 a) Tipologia 4 - Az. C) Altre azioni Formative % 100% 100% 111 b) Informazione % 100% 92% Totale complessivo % 88% 73% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Analisi dei criteri di priorità - Misura 112 e Pacchetto giovani L analisi dei criteri di selezione della Misura 112 è necessariamente correlata con la selezione del Pacchetto Giovani, si pensi infatti che l ammissione a finanziamento del premio della Misura 112, implica la contemporanea ammissione a finanziamento di tutte le misure connesse al pacchetto giovani, purché positivamente istruite. Ad ogni singola Misura presente nel pacchetto (1.1.1., , e a) viene attribuito un punteggio spettante secondo l iter stabilito dalle relative disposizioni attuative. Il punteggio è determinato dalla qualità del business plan aziendale (criterio a), dalla collocazione geografica in zone D, C2 e C3 (criterio b), e da criteri soggettivi come essere una giovane imprenditrice (criterio c) o l insediamento con l acquisizione dell azienda in proprietà (criterio d). Si segnala, inoltre, come in corso di programmazione il peso percentuale dei punteggi è stato rivisto favorendo un incremento del peso della qualità del business plan aziendale (da 50 a 60 punti), a discapito di una contrazione del criterio b (da 30 a 25) e dell essere un imprenditrice (dal 10 al 5), mentre è rimasto costante (10) il criterio d. Tabella 13 - Pesi percentuali per tipologia di priorità TIPOLOGIA DI PRIORITA Peso % nel primo e secondo Bando Peso % nei Bandi successivi A - Qualità e livello degli obiettivi previsti dal business plan aziendale B - Insediamento effettuato nelle aree D, C3 e C C - Insediamento effettuato da giovani imprenditrici 10 5 D - Insediamento con acquisizione in proprietà dell azienda Totale Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Tali priorità hanno sicuramente indirizzato le nuove aziende verso delle scelte coerenti con gli obiettivi specifici del PSR Marche favorendo in primo luogo l ammodernamento della aziende (Misura 121) e secondariamente la diversificazione (Misura 311 a), che è stata ritenuta maggiormente idonea per le imprese già strutturate. Questa diversa ripartizione delle priorità viene confermata dall esame degli indici di sopravvivenza dal quale emerge che proprio la Misura 311 a) mostra una selezione di domande finanziate su domande presentate (49%) più alta della misura 121, che si attesta al 53%. Si registrano inoltre elevati indici per le misure afferenti al capitale umano con il 54% della Misura 111 e il 56% della Misura 114, a dimostrazione di una selezione volta a favorire la diffusione della conoscenza, ma solo se coerente con l intero progetto aziendale. 27

33 Tabella 14 - Indici di sopravvivenza delle domande presentate, ammesse e finanziate per singola Misura del Pacchetto Giovani Modalità applicative della Misura (a) Presentate (b) Ammesse (c) Finanziate valori % (b)/(a) (c) /(b) (c) / (a) Misura % 76% 54% Misura % 76% 53% Misura % 78% 56% Misura % 78% 53% Misura % 67% 49% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Oltre alle differenze intrinseche tra le singole misure la lettura congiunta degli esiti della selezione dell intero pacchetto giovani, mostra degli indici di sopravvivenza che risultano, solitamente, maggiormente selettivi delle Misure singole fuori dal Pacchetto 18. Inoltre per le Misure rivolte al capitale umano, la strutturazione delle priorità del pacchetto ha esercitato un effetto trainante fondamentale, confermato dalla ridottissima applicazione di domande in forma singola sulla Misura 114 al di fuori del pacchetto giovani. Il confronto tra le priorità dichiarate nelle 217 domande ammesse a finanziamento e quelle afferenti le 70 domande non finanziabili della Misura 112 permette di esprimere delle considerazioni in merito all efficacia dei criteri di selezione. In primo luogo, emerge come la selezione sia stata determinata in maniera rilevante dalla collocazione geografica dell azienda in aree montane e svantaggiate (90% finanziate contro il 49% non finanziate - criterio b) e dall avere acquisito in proprietà l azienda (22% contro 3% - criterio d) rispetto ad essere un imprenditrice (criterio c) che contraddistingue sia le imprese finanziate che quelle non finanziate. La presentazione del business plan costituisce un requisito obbligatorio per l ammissibilità delle domande di aiuto, pertanto la valutazione in fase istruttoria della qualità e livello degli obiettivi previsti dal business plan (priorità a) ha interessato la totalità dei richiedenti. L attribuzione dei punteggi per tale criterio è fortemente legata all adesione ad alcune tipologie di Misure attivate nel pacchetto, valutata nel caso di alcune misure anche in ragione di criteri di qualità specifici 19. La figura successiva riporta il tasso di adesione alle diverse Misure attivabili nell ambito del Pacchetto giovani: la Misura 121 è stata attivata dalla quasi totalità delle domande di aiuto finanziate, mentre la Misura 311, alla cui adesione era riconosciuto un punteggio inferiore, è stata scelta solo dal 36% dei beneficiari. 18 Fa eccezione la Misura 121 in forma singola dove il rapporto tra presentate e finanziate è del 51%. 19 È il caso della Misura 121, il punteggio è calcolato sulla base di alcuni criteri di qualità della Misura e della quota % degli investimenti per la misura 121 rispetto al totale della spesa strutturale. 28

34 Figura 4 - Adesione delle domande finanziate alle Misure attivabili nel Pacchetto Giovani. Valori percentuali Misura 111 Misura 114 Misura 121 Misura Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati della Regione Marche La lettura congiunta del tasso di utilizzo delle priorità e dei punteggi medi tra i soggetti finanziati e quelli non finanziati permette un giudizio positivo sulla rilevanza dei criteri di selezione utilizzati (cfr. figura seguente). Figura 5 - Tasso di utilizzo dei criteri di priorità nel Pacchetto Giovani. Confronto tra domande finanziate e non finanziate 20 Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati della Regione Marche I vari criteri assumono infatti un valore variabile di punteggio in riferimento alla singola domanda di finanziamento. Nel caso del criterio a) inerente la qualità del Business Plan, sebbene tutti i soggetti, finanziati e non finanziati, abbiano realizzato progetti qualitativamente rilevanti, le domande finanziate, hanno ottenuto un punteggio medio più elevato rispetto a quelle non finanziate a conferma della maggiore qualità dei progetti selezionati. Inoltre, particolare attenzione deve essere posta sul criterio c) inerente l imprenditoria femminile che, pur ravvisando una sostanziale omogeneità tra domande finanziate (39%) e non finanziate (37%), ha agito in maniera sussidiaria congiuntamente ad altri criteri premianti, favorendo l ingresso 20 I valori riportati sull estrema sinistra delle barre dell istogramma sono in percentuale rispetto al totale dei progetti finanziati e dei progetti non finanziati. Mentre i valori riportati all interno delle barre dell istogramma sono i valori medi dei punteggi attribuiti per tipologia di priorità. 29

35 di un ingente numero di giovani imprenditrici. Possiamo pertanto affermare che le priorità della Misura 112 hanno fortemente indirizzato la selezione delle domande verso gli obiettivi specifici del PSR Marche creando i presupposti affinché le nuove aziende possano favorire il miglioramento della competitività delle imprese agricole marchigiane, favorendo l adozione di progetti di qualità in aree montane e svantaggiate. Proprio questo secondo aspetto è risultato essere il principale elemento di discrimine tra domande finanziabili e domande non finanziabili sia in termini di incidenza percentuale, che di punteggi medi attribuiti. Infine l analisi dell incidenza dei singoli criteri nei vari bandi permette di considerare come la variazione dei criteri, intercorsa durante la programmazione, abbia solo limitatamente fatto variare gli esiti della selezione. La riduzione del peso percentuale, da 10 a 5, attributo all imprenditoria femminile non ha ridotto il peso percentuale delle donne sul totale dei beneficiari finali, che contro le aspettative aumenta, mentre si riduce il numero di domande in aree svantaggiate. Tali effetti evidenziano come la variazione dei criteri di selezione non possa produrre forti variazioni se non a fronte di cambiamenti sostanziali che ridisegnano completamente la struttura delle priorità mantenendo la coerenza con gli obiettivi del Programma. Figura 6 - Incidenza percentuale delle domande finanziate per singola priorità nei quattro bandi del pacchetto giovani Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Conclusioni sul processo di selezione - Pacchetto Giovani All interno delle Misure del Pacchetto Giovani, il diverso peso attribuito alle priorità, unito agli esiti degli indici di sopravvivenza hanno sicuramente indirizzato le nuove aziende verso delle scelte coerenti con gli obiettivi specifici del PSR Marche, favorendo in primo luogo l ammodernamento della aziende (Misura 121) e secondariamente la diversificazione (Misura 311a). Inoltre, sempre dall analisi degli indici di sopravvivenza, per le Misure inerenti il capitale umano si ravvisa una selezione volta a favorire la diffusione della conoscenza, ma solo se coerente con l intero progetto aziendale. Nel complesso la struttura delle priorità del pacchetto ha esercitato un effetto trainante fondamentale sulle misure del capitale umano, confermato dalla ridottissima applicazione di domande in forma singola sulla Misura 114 al di fuori del pacchetto giovani. Mediante l analisi di efficacia tra le domande finanziabili e non finanziabili, il Valutatore ha riscontrato che le priorità della Misura 112 hanno fortemente indirizzato la selezione delle domande verso gli obiettivi specifici del PSR Marche, creando i presupposti affinché le nuove 30

36 aziende possano perseguire una maggiore competitività e favorendo l adozione di progetti di qualità in aree montane e svantaggiate che risultano il principale elemento di discrimine tra domande finanziabili e domande non finanziabili, dall analisi comparata dei criteri sui vari bandi, il Valutatore ha rilevato come la variazione dei criteri, intercorsa durante la programmazione, abbia solo limitatamente fatto variare gli esiti della selezione. I criteri di priorità hanno dunque consentito di pervenire alla selezione di progetti qualitativamente elevati, grazie alla adozione di un criterio molto stringente inerente la qualità del business plan aziendale. La Misura ha inoltre incentivato l adesione di un consistente numero di imprenditrici ma solo se in presenza di progetti qualitativamente elevati: sono infatti numerosi i progetti non finanziabili presentati da imprenditrici. Parallelamente, come richiesto tramite il criterio di priorità b) e mostrato nella rappresentazione cartografica di seguito riportata, gli investimenti si sono concentrati in misura prevalente nella zona C2 Aree rurali intermedie a bassa densità abitativa (52%) e nelle zone D (22%) e C3 (13%). In tal senso il criterio si è dimostrato efficace per concentrare gli interventi nelle zone che presentano problemi strutturali e ritardi di sviluppo. Figura 7 Distribuzione aziende beneficiarie Misura 112 per comune di localizzazione e per volume di investimento ammesso. Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC 31

37 Analisi dei criteri di priorità - Misura 121 L attribuzione del punteggio di priorità alle domande di aiuto ritenute ammissibili avviene valutando la domanda stessa rispetto a ciascuna tipologia di priorità a cui viene attribuito un peso in % su un totale di 100. La tabella seguente riporta le priorità stabilite nelle Disposizioni attuative del PSR Marche per la Misura 121. Tabella 15 - Pesi percentuali per tipologia di priorità TIPOLOGIA DI PRIORITA PESO % A - Investimenti relativi a Tipologie indicate come prioritarie dal PSR per i settori produttivi 50 B - Investimenti di ammodernamento o ricostruzione con tecniche di risparmio energetico escluso l acquisto di macchine e attrezzatura agricola 5 C - Investimenti realizzati per i settori prioritari ed in territori preferenziali 10 D - Investimenti realizzati da Imprenditori Agricoli professionali ( IAP ) 25 E - Investimenti realizzati da giovani agricoltori e/o da imprenditrici 8 F - Investimenti realizzati da cooperative sociali di tipo B 2 Fonte: Allegato alla DGR n. 1041/2008 Per ogni bando è prevista la formazione di una graduatoria unica regionale con un punteggio minimo di accesso pari al 20%, condizione posta a garanzia di un livello minimo di qualità progettuale 21. Per determinare le domande finanziabili la graduatoria delle domande ammissibili viene scorsa fino alla concorrenza della dotazione finanziaria, meno la quota del 10% di riserva accantonata per eventuali ricorsi. Sulla Misura 121 sono state presentate domande, che rappresentano circa il 40% di tutte le domande presentate a valere sull Asse 1 del PSR Marche. La Misura 121 assorbe il 52% delle domande finanziate rispetto al totale di quelle presentate: una quota rilevante se confrontata con i valori medi dell intero Asse 1 (60%). Similmente, in riferimento agli indici di sopravvivenza delle domande ammesse rispetto a quelle presentate la Misura 121 si attesta su valori molto elevati (70%), pur se inferiori a quelli di Asse (74%). Le medesime considerazioni valgono anche nel caso delle domande finanziate rispetto a quelle ammesse alla fase successiva, in cui la percentuale afferente alla Misura (74%) è inferiore al valore medio rilevato per l intero Asse 1 (81%). 21 Una domanda che non raggiunge il punteggio minimo di accesso pari a 0,20 non può essere presentata in quanto immediatamente bloccata dal sistema SIAR. 32

38 Figura 8 - Indici di sopravvivenza delle domande presentate, ammesse e finanziate. Confronto tra Misura 121 e Asse 1 (Valori in %) Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Passando dall analisi generale a quella volta ad analizzare il processo di selezione nell ambito delle due modalità applicative della Misura , si evidenzia come il processo di selezione complessivo, determinato dall incidenza delle domande di aiuto finanziate rispetto a quelle ritenute ammissibili al finanziamento, non mostri scostamenti significativi tra i valori registrati quando la Misura 121 è attuata secondo l approccio individuale (51%) o con l approccio collettivo nell ambito del Pacchetto giovani (53%). In riferimento alle domande ammissibili rispetto a quelle presentate l incidenza delle domande presentate in modalità collettiva, mediante il Pacchetto giovani (68%), indica una maggiore selettività delle procedure rispetto a quelle utilizzate quando la Misura è attuata secondo l approccio individuale (77%). Si fa notare che allo stato attuale non è possibile effettuare un analisi del processo di selezione per quanto riguarda la Misura 121 attuata in modalità collettiva in riferimento ai Progetti Integrati di Filiera in quanto il processo istruttorio risulta ancora in atto. Tabella 16 - Domande Presentate, Ammesse e Finanziate e rispettivi indici di sopravvivenza per la Misura 121 secondo le diverse modalità applicative Modalità applicative della Misura (a) Presentate (b) Ammesse (c) Finanziate valori % (b)/(a) (c) /(b) (c) / (a) Singola % 66% 51% Pacchetto giovani % 78% 53% Totale % 70% 52% Filiere Totale con Filiere % 70% 48% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Ponendo a confronto le priorità indicate nelle domande di aiuto è possibile effettuare un analisi volta a formulare alcune considerazioni in merito all efficacia dei criteri di selezione afferenti alla Misura 121 attuata secondo l approccio individuale. In particolare, il confronto è effettuato tra i criteri di 22 L impalcatura procedurale del PSR Marche 2007/2013 consente ai beneficiari di aderire ad alcune Misure mediante due modalità: un approccio individuale e uno collettivo. Cfr. Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013 Regione Marche. 33

39 priorità indicati nelle 320 domande ammesse a finanziamento e quelli dichiarati nelle 168 domande di aiuto ritenute non finanziabili. Figura 9 - Tasso di utilizzo dei criteri di priorità nella Misura 121 approccio individuale. Confronto tra domande finanziate e non finanziate (Valori in %) Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Come si evince dalla figura sopra riportata, l associazione ai criteri di priorità di punteggi troppo elevati (criterio a ) o troppo bassi (criteri b e f ) ha ridotto sensibilmente la capacità selettiva dei criteri stessi, che, al contrario, avrebbero potuto avere una maggiore efficacia selettiva se associati a punteggi più uniformi. Nella Misura 121, su 6 criteri di selezione, 3 sono risultati inefficaci e i restanti 3 hanno svolto un idoneo stimolo selettivo. Le cause che determinano l inefficacia derivano da due motivazioni distinte; da un lato il contenuto effetto incentivante attribuito alle priorità f e b, dall altro l eccessivo peso dato alla priorità a che ha portato tutti i beneficiari ammessi a dichiarare di effettuare gli investimenti prioritari di settore. In merito alla contenuta incentivazione delle tecniche di risparmio energetico (priorità b), la mancata selezione di aziende e progetti con queste caratteristiche ha reso, in parte, inefficaci gli Obiettivi della Misura 121 afferenti alla riduzione dei costi di produzione migliorare l efficienza aziendale attraverso la riduzione dei costi di produzione compreso il risparmio energetico, così come le ricadute ambientali dell intervento derivanti dall utilizzo di energie rinnovabili, come espresso nell obiettivo di promuovere il raggiungimento di migliori prestazioni dal punto di vista dell ambiente, con particolare riferimento al risparmio delle risorse idriche e l utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, nonché della sicurezza sul lavoro e dell igiene e il benessere degli animali. Di contro, la ridotta selezione di cooperative sociali di tipo B (priorità f) si lega ad una corrispondenza solo indiretta tra il criterio e gli obiettivi definiti dal Programmatore. D altro lato l inefficacia espressa dal criterio degli investimenti prioritari per il settore di produzione (priorità a) deve essere ponderata da una lettura d insieme delle singole priorità e dal ruolo persuasivo svolto in sede di presentazione delle domande. Se da un lato la presenza del criterio nella totalità delle domande, sia finanziabili che non finanziabili, porta ad esprimere un giudizio generale di inefficacia del singolo criterio, dall altro lato è evidente che la sola priorità a non è stata 34

40 in grado di garantire la finanziabilità della domanda. Inoltre il criterio ha sicuramente svolto un ruolo preselettivo incentivando le aziende a presentare domande solo su determinate linee progettuali. Tale criterio ha svolto quindi un ruolo persuasivo a monte sul parco progetti presentati e non un effetto premiante sul posizionamento in graduatoria. Si evidenzia pertanto l efficacia dell utilizzo congiunto dei criteri, in grado di collegare le esigenze oggettive del Programma, quali quelle indicate dalla priorità a, e le caratteristiche soggettive dei Proponenti, evidenziate nelle priorità d ed e, in un ottica di rilancio complessivo del territorio capace di favorire il raggiungimento degli obiettivi chiave di Misura e di quelli prioritari di Asse. Infine, concentrando l attenzione sulle priorità e, d e c, si evidenzia il forte legame con gli obiettivi della Misura e il ruolo determinante giocato nell ambito del processo di selezione delle domande di aiuto. Conclusioni sul processo di selezione Misura 121 Nella Misura 121, 3 dei criteri di priorità hanno operato un adeguata selezione, mentre i restanti 3 sono risultati poco efficaci a causa del punteggio molto basso loro attribuito. Questo ha portato ad attenuare gli effetti potenziali espressi negli Obiettivi della Misura 121 inerenti il risparmio energetico e le ricadute ambientali dell intervento derivanti dall utilizzo di energie rinnovabili. Di contro, il basso punteggio attribuito alle cooperative sociali di tipo B (priorità f) non ha condizionato il perseguimento degli Obiettivi della Misura, ravvisandosi una corrispondenza solo indiretta tra il criterio e gli obiettivi definiti dal Programmatore 23. Nel complesso, la selezione ha premiato le progettualità di maggiore qualità realizzate da Imprenditori Agricoli Professionali di genere femminile. Tali elementi possono concorrere a favorire il rilancio complessivo del territorio e il raggiungimento degli obiettivi chiave di Misura e di quelli prioritari di Asse. Anche sul fronte dell incentivo all imprenditoria femminile si ravvisa come i criteri di selezione della Misura 121 abbiano favorito un livello di imprenditoria femminile superiore (33%) alla media regionale, che nel caso della Misura 121 all interno del pacchetto giovani, mostra un discreto scostamento dall incidenza complessiva (39% dei beneficiari conto il 29% Istat). L architettura complessiva dei criteri di selezione è pertanto riuscita ad incentivare l imprenditoria femminile apportando un favorevole stimolo al rinnovamento del settore. Al fine di incentivare più efficacemente l imprenditoria femminile, e in generale, l incidenza dei criteri afferenti obiettivi di carattere trasversale, si suggerisce di rendere omogenei i punteggi associati ai criteri di priorità nelle Misure ricomprese all interno di una strategia integrata. Inoltre, si nota come la priorità c che incentiva gli investimenti realizzati nei settori prioritari ed in territori preferenziali sia riuscita a favorire la specializzazione nei territori a principale vocazione agricola. Si pensi al settore vitivinicolo e oleico ai quali sono stati attribuiti punteggi molto elevati 24 nei territori C2 e C1 in cui si trova una concentrazione di ben il 57,6% dei beneficiari (zone C2) e del 24,3% (zone C1). Parallelamente, gli allevamenti sono stati incentivati nelle zone montane D, dove si concentra oltre il 41% dei beneficiari dediti alla zootecnia e il 18% di quelli che hanno aziende miste (coltivazioni e allevamento). Con la Misura 121 il PSR ha pertanto agito coerentemente con le 23 Gli obiettivi inerenti la Misura 121 sono: a) migliorare l efficienza aziendale attraverso la riduzione dei costi di produzione compreso il risparmio energetico; b) migliorare il rendimento economico delle imprese agricole con l introduzione di nuove tecnologie e/o di innovazioni di prodotto e di processo; c) incrementare la redditività aziendale attraverso la realizzazione di prodotti di qualità certificata; d) aumentare il reddito delle imprese con l acquisizione di nuove quote di valore aggiunto tramite l intervento diretto nella trasformazione e commercializzazione aziendale e/o l integrazione di filiera; e) promuovere il raggiungimento di migliori prestazioni dal punto di vista dell ambiente, con particolare riferimento al risparmio delle risorse idriche e l utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, nonché della sicurezza sul lavoro e dell igiene e benessere degli animali. 24 Al settore vitivinicolo viene assegnata la priorità di 1 nei territori C2, rispetto allo 0,30 in aree D e allo 0,60 negli altri areali, mentre a quello Oleico nei territori C2 e C1 si attribuisce il punteggio di 1. 35

41 specificità del territorio, senza alterare il tessuto socio economico locale, ma rispondendo ai fabbisogni delle aziende. Figura 10 - Incidenza percentuale dei beneficiari Misura 121 per orientamento tecnico economico dell azienda e zonizzazione PSR Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Infine, il differente peso attribuito alla localizzazione nei criteri di selezione della Misura 121 in forma singola ha favorito una diversa concentrazione delle domande di aiuto a livello di zonizzazione PSR. Si nota infatti che, grazie ai punteggi assegnati agli investimenti realizzati nelle zone D, C3 e C2, per la Misura 121 a pacchetto, un buon numero di neo aziende si colloca proprio in questi areali interni, mentre le aziende beneficiarie della Misura 121 in forma singola, dove non sono presenti priorità specifiche per le aree interne, si insediano maggiormente nelle zone C2 e C1. I criteri di priorità sono pertanto riusciti ad orientare gli investimenti anche verso le zone più marginali della regione, rispondendo al contempo alle esigenze delle aziende già strutturate e principalmente collocate nelle zone C1 e C2 della regione. 36

42 Figura 11 Aziende agricole beneficiarie Misura 121 (fuori pacchetto) per comune di localizzazione investimento per Volume di investimento i settori prioritari Figura 12 Aziende agricole beneficiarie Misura 121 (Pacchetto giovani) per comune di localizzazione investimento e Volume di investimento Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Analisi dei criteri di priorità - Misura 311 Sulla Misura 311 sono state presentate 552 domande, circa la metà dell analoga misura strutturale dell Asse 1 (Misura 121), mentre non risulta ancora possibile effettuare un confronto compiuto sulle restanti Misure dell Asse per il disomogeneo stato di avanzamento. La Misura 311 assorbe nel suo complesso solo il 30% delle domande finanziate rispetto al totale di quelle presentate: valore decisamente caratterizzante se confrontato con la media dell Asse 1 (60%). Similmente, in riferimento agli indici di sopravvivenza delle domande ammesse rispetto a quelle presentate, la Misura 311 si attesta su valori elevati (66%) garantendo un forte tasso di selettività. Considerando le singole sottomisure emerge, inoltre, come i criteri di ammissibilità abbiano svolto un ruolo determinante per la selezione della Sottomisura B Diversificazione dell attività delle aziende agricole ed avvio di nuove attività - Azione D inerente la diversificazione nelle fonti rinnovabili, dove spicca un tasso di incidenza del 67% delle domande ammesse su quelle presentate, rendendo di fatto la selezione con i criteri di priorità poco influente (le finanziate sono pari al 93% delle ammesse). Mentre considerazioni opposte caratterizzano la Sottomisura B Azione C inerente la 37

43 trasformazione e commercializzazione di particolari prodotti 25 che vede prevalere l effetto selettivo dei criteri di selezione rispetto a quelli di ammissibilità. Tabella 17 - Domande Presentate, Ammesse e Finanziate e rispettivi indici di sopravvivenza per la Misura 311 secondo le diverse modalità applicative Misura (a) Presentate (b) Ammesse (c) Finanziate valori % (b)/(a) (c)/(b) (c)/(a) 311 A) singola % 29% 18% 311 B az. C) % 60% 53% 311 B az. D) % 93% 62% 311 Pacchetto Giovani % 69% 49% Totale % 45% 30% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC In considerazione della contenuta numerosità (22 finanziate) delle domande afferenti alla Sottomisura B), il Valutatore ha effettuato l analisi di efficacia esclusivamente per la Sottomisura A inerente gli Interventi per l agriturismo. Per la Misura 311 A) l attribuzione del punteggio di priorità alle domande di aiuto ritenute ammissibili avviene valutando la domanda stessa rispetto a ciascuna tipologia di priorità a cui viene attribuito un peso in % su un totale di 100. La Misura 311 ha 12 priorità con pesi variabili da un massimo del 20% per la localizzazione nelle zone D, C3 e C2 delle Marche, fino ad un minimo del 2% per i progetti con offerta integrata di ricettività e ristorazione. Tali priorità vengono a loro volta articolate in punteggi variabili per le tipologie (A, B, C, E, G, I, K, L) mentre nelle restanti priorità, di carattere soggettivo, come (D, F, H, J) l opzione è di carattere binomiale (presenza / assenza) e non sono previsti punteggi articolati. Tabella 18 Pesi percentuali per tipologia di priorità per la Misura 311 Sottomisura a) Investimenti per l agriturismo TIPOLOGIA DI PRIORITÁ PESO % A - Investimenti nelle aree D, C3 e C2 20% B - Investimenti destinati a migliorare i servizi agrituristici delle aziende 10% C - Investimenti realizzati nell ambito di progetto di aggregazione 8% D - Investimenti realizzati in aree Natura % E - Investimenti realizzati da aziende con offerta integrata di ricettività e ristorazione 2% F - Investimenti realizzati da imprenditrici 3% G - Investimenti realizzati da aziende biologiche 8% H - Investimenti realizzati da giovani agricoltori IAP 5% I - Investimenti strutturali realizzati con tecniche di bioedilizia 7% J - Investimenti con riqualificazione architettonica riguardanti tutto il patrimonio aziendale 8% K - Investimenti destinati all utilizzo di fonti energetiche rinnovabili 5% L - Investimenti destinati a creare occupazione 12% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su Bando n. 249/S10 del 01/08/2008 Per ogni scadenza dei singoli bandi è prevista la formazione di una graduatoria unica regionale con uno sbarramento determinato, oltre che dalla dotazione finanziaria di ogni bando, anche da un punteggio minimo di accesso Sottomisura b): Diversificazione dell attività delle aziende agricole ed avvio di nuove attività azione c Attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti e sottoprodotti agricoli non ammissibili ai sensi della misura in quanto prodotti di allegato 1 in entrata e prodotti non allegato 1 in uscita. 38

44 L analisi di efficacia sui criteri della Misura 311 A), che segue, considera preliminarmente la comparazione del processo di selezione nelle diverse modalità applicative: in forma singola e all interno del Pacchetto Giovani. Da tali dati emerge, con una forte evidenza, come i criteri di ammissibilità abbiano avuto un peso similare, seppur con una certa prevalenza (71% contro 63%) della Misura 311 nel Pacchetto Giovani, mentre la diversa dotazione finanziaria, passata da circa 8 Meuro nel primo bando 27 a 2,3 Meuro nel secondo e ultimo bando 28, ha svolto un ruolo fortemente selettivo nella Misura 311 in forma singola, portando le domande finanziate su quelle ammesse a solo il 29%, contro il valore del 69% all interno del Pacchetto Giovani. In generale, si condivide la scelta di adottare bandi con una minore dotazione finanziaria (in linea con le indicazioni fornite dalla Commissione europea alle AdG dei PSR italiani) ciò ha senz altro contribuito alla selezione di progetti con punteggi medi più elevati e conseguentemente di maggiore qualità. Tali considerazioni sono confermate, ad esempio, dagli esiti dei due bandi citati della Misura 311: il primo da circa 8 Meuro ha finanziato progetti con un punteggio medio pari a 46,92 e un valore minimo di 39, mentre con il secondo bando il punteggio medio sale a 55,42 e l ultimo classificato in graduatoria ha ricevuto 50 punti. Figura 13 - Analisi comparata del ruolo dei criteri di ammissibilità e selezione per la Misure 311 in forma singola e dentro il Pacchetto Giovani (Valori in %) Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati della Regione Marche Ponendo a confronto le priorità indicate nelle domande di aiuto è possibile effettuare un analisi volta a formulare alcune considerazioni in merito all efficacia dei criteri di selezione afferenti alla Misura 311 attuata secondo l approccio individuale. In particolare, il confronto è effettuato tra i criteri di priorità indicati nelle 64 domande ammesse a finanziamento e quelli dichiarati nelle 157 domande di aiuto ritenute non finanziabili. In linea di massima è possibile affermare che la numerosità e varietà dei criteri proposti hanno favorito la selezione di soggetti che complessivamente rispondevano ad un maggior numero di criteri, riportando i più alti punteggi medi. 26 Punteggio articolato nel Bando n 249/S10 del 01/08/2008, ed espresso come: somma dei punteggi relativi ai soli criteri di qualità del progetto: investimenti destinati a migliorare i servizi agrituristici delle aziende (B.) investimenti che prevedono interventi di ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo e/o ammodernamento con tecniche di bioedilizia per almeno il 50% della spesa complessiva (I.) realizzazione di progetti che coinvolgano complessivamente tutto il patrimonio edilizio aziendale esistente attraverso la riqualificazione architettonica e l uso di materiali tradizionali (J.) investimenti destinati all utilizzo di fonti energetiche rinnovabili in azienda (K.). Tale punteggio non può essere inferiore a 0, DDS n. 249/S10 del 01/08/ DDS n. 141/S10 del 29/05/

45 Nel caso dei criteri k, j, g, b, f inerenti rispettivamente a: energie rinnovabili, riqualificazione architettonica, aziende biologiche, miglioramento servizi agrituristici, e presenza di aziende condotte da donne, dall analisi condotta, non si ravvisa un elevato potere selettivo dei criteri presi singolarmente, ma solo se associati ad altri con pesi specifici maggiori. Si pensi infatti che il tasso di utilizzo dei sopramenzionati criteri risulta tendenzialmente identico sia nelle domande finanziate che in quelle non finanziate, come peraltro i valori medi attributi alle priorità. Sembra pertanto evidente che la selezione sia stata fortemente veicolata dalla collocazione spaziale delle aziende. In particolare in zone Natura 2000 (Criterio d), che caratterizzano oltre il 12% dei finanziati (caratteristica non presente nelle domande non finanziate) e nelle zone C3, D e C2 che hanno interessato il 16% dei finanziati rispetto al 13% dei non finanziati. Al contrario le caratteristiche soggettive degli imprenditori prese singolarmente, come essere IAP o donna, hanno avuto un ruolo decisivamente residuale. Una nota a parte deve essere spesa per il criterio l inerente gli investimenti destinati a creare occupazione, che invece ha interessato un buon numero di aziende finanziate. Figura 14 - Tasso di utilizzo dei criteri di priorità nella Misura 311 singola. Confronto tra domande finanziate e non finanziate (Valori in %) Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC 40

46 Figura 15 Valori medi dei criteri di priorità nella Misura 311 singola. Confronto tra punteggi delle domande finanziate, non finanziate e massimi ipotetici (Valori medi) Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Le carte geografiche di seguito riportate mostrano la distribuzione geografica delle aziende finanziate, sia in termini assoluti che rispetto alle aziende presenti nell intera regione per comune di localizzazione dell intervento. Il tasso di copertura delle aziende beneficiarie del PSR è del 18%, visto che il Programma ha finanziato 144 agriturismi sui 777 esistenti. Si osserva come la presenza delle aziende beneficiarie trovi una maggiore concentrazione nella provincia di Fermo dove su quasi la totalità dei comuni sono presenti agriturismi, mentre il fenomeno appare più contenuto nelle altre province, e in particolare in quella di Macerata dove gli agriturismi si concentrano solo su 14 comuni dei 57 della provincia. La distribuzione è fortemente correlata con la facilità di accesso viario alla zona costiera, vero volano di attrattività dei flussi turistici regionali. Non mancano, però, aziende che scelgono di diversificare le attività nelle aree più marginali delle Province di Pesaro Urbino e Ancona. Infatti in alcuni comuni delle zone C3 e D si osserva che i beneficiari che diversificano costituiscono quasi il 10% del totale delle aziende agricole presenti, dimostrando così l importanza dei finanziamenti del PSR nelle aree dove l attività primaria può risultare maggiormente complessa e i livelli di produttività più limitati. 41

47 Figura 16 Distribuzione aziende beneficiarie Misura 311/a Figura 17 Distribuzione aziende beneficiarie Misura 311/a rispetto ad aziende agricole presenti (ISTAT) per comune in % per zone PSR Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Infine, in riferimento alla distribuzione degli interventi ed al volume degli investimenti attuati mediante la Misura 311 applicata in forma singola o attraverso il Pacchetto Giovani (cfr. carte di seguito), si osserva una sostanziale omogeneità nella localizzazione degli interventi sempre concentrati in zone C2, a parte alcune eccezioni più frequenti nei beneficiari della Misura 311a attuata in forma singola che hanno investito anche in progetti superiori al Milione di euro in Zone D. E interessante notare la concentrazione degli investimenti effettuati dai beneficiari del Pacchetto Giovani nelle province del Piceno, di Fermo e di Ancona, dove, intorno all area urbana, si assiste alla creazione di una possibile rete di imprese in grado di offrire servizi alla popolazione rurale. 42

48 Figura 18 Aziende agricole beneficiarie Misura 311/a in forma singola per comune per Volume di investimento Figura 19 Aziende agricole beneficiarie Misura 311/a (Pacchetto giovani) per comune per Volume di investimento Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Conclusioni dell analisi dei criteri di priorità della Misura 311 Alla luce del tasso di utilizzo dei criteri di selezione e del confronto tra i punteggi medi per singola priorità, il Valutatore rileva che: nonostante i forti condizionamenti, legati alla contenuta dotazione finanziaria della Misura -che ha comportato l ammissione a finanziamento di un numero ridotto di progetti rispetto al totale delle domande presentare- i criteri di selezione hanno premiato l obiettivo strategico dell aumento occupazionale 29 nelle aree rurali con particolare riferimento alle zone D e C3. Ciò ha favorito lo sviluppo multifunzionale dell azienda agricola, incoraggiando i componenti delle famiglie che non ricavano un reddito adeguato dall attività dell impresa agricola ad intraprendere nuove attività comunque connesse con il settore agroforestale ambientale e turistiche. Occorre rilevare che l architettura dei criteri di selezione risulta rispondente agli obiettivi specifici del PSR, pur se, in taluni casi, tale rispondenza non risulta ben evidenziata: è il caso, ad esempio, dell indirizzo fornito dal PSR di favorire la qualificazione dell offerta turistica all interno di 29 Sarà compito della Valutazione ex post verificare se tali ipotesi previsionali possano trovare un effettiva realizzazione. 43

49 progetti integrati 31 che non trova piena corrispondenza nella declinazione dei criteri di priorità con un punteggio relativamente basso (8%) assegnato alla priorità c investimenti realizzati nell ambito di progetti di aggregazione In termini più generali l analisi ha fatto emergere da un lato la forte selezione legata alla dotazione finanziaria decrescente impegnata nei vari bandi della Misura 311 sottomisura a), di contro la numerosità dei criteri individuati ha potuto orientare in modo poco incisivo le caratteristiche del parco progetti finanziato. In linea generale la Misura 311 è riuscita a coinvolgere un numero ingente di imprenditrici (47%) contro il 31% del PSR nel suo complesso e il 29% delle donne nell intera regione dal 6 Censimento ISTAT. Da ciò si evince l interesse dell imprenditoria femminile verso la diversificazione agricola, pertanto il criterio di selezione con un punteggio contenuto (3%) risulta pertinente rispetto al naturale interesse mostrato dalle imprenditrici donne verso la diversificazione aziendale IL PROCESSO DI SELEZIONE DEGLI INTERVENTI DELL ASSE 2 Il processo di selezione delle domande presentate a valere sulle Misure dell Asse 2 presenta caratteristiche peculiari che lo differenziano da quello delle Misure strutturali dell Asse 1. Nelle Misure dell Asse 2, infatti, la selezione dei beneficiari avviene in buona parte mediante i criteri di ammissibilità che escludono a priori una buona parte di domande presentate da aziende ritenute non idonee a soddisfare gli obiettivi ambientali del PSR, principalmente in quanto non localizzate in aree critiche e/o sensibili dal punto di vista ambientale. Inoltre, la disponibilità finanziaria attribuita ai singoli bandi emessi a valere sulle Misure dell Asse 2 è risultata, in quasi tutti i casi, superiore alla sommatoria dei contributi ammessi al finanziamento, ossia superiore alle richieste pervenute alla data del 31/12/2011, garantendo la copertura di tutte le domande presentate che sono state ritenute ricevibili ed ammissibili a finanziamento: non è stato necessario, pertanto, provvedere alla formulazione di graduatorie di priorità, limitandosi ad approvare gli elenchi delle istanze ammissibili. Rispetto a quanto sopra rappresentato, fanno eccezione le Misure 211 e 212 in relazione al solo bando per l annualità 2010 (DDS n. 202/S10 del 30/04/2010). In tale contesto, sulla base delle risorse a disposizione e delle priorità stabilite dal bando, per la Misura 211 sono state ritenute finanziabili 663 domande sulle 1052 presentate; per la Misura 212, invece, sono risultate finanziabili 74 domande delle 280 presentate. Pertanto, in tale contesto, l analisi del processo selettivo consente di: completare l analisi comparata sul ruolo dei criteri di ammissibilità e selezione per le sole Misure 211 e 212. procedere alla verifica comparata del ruolo dei criteri di ammissibilità per tutte le Misure dell Asse 2; 31 Il sostegno alla creazione di nuove attività agrituristiche, in ogni caso, dovrebbe essere finanziato preferibilmente nel contesto di progetti integrati, definiti nell ambito di partenariati locali, che mettano in rete più aziende agrituristiche e/o che definiscano standard qualitativi a livello di progetto territoriale volti d intercettare target specifici di utenti (Cfr. Regione Marche - Programma di Sviluppo Rurale ). 44

50 Analisi dei criteri di priorità e di ammissibilità - Misura 211 e 212 Come già evidenziato, i bandi annuali relativi alle Misure 211 e 212 hanno ricevuto una dotazione tale da finanziare tutte le domande di aiuto presentate, con la sola eccezione dell annualità 2010, in relazione alla quale è stato necessario approntare una graduatoria per selezionare i beneficiari del contributo del Programma. La presente analisi che si concentra in via esclusiva sulle domande di aiuto ammesse a finanziamento a valere sulle risorse del PSR , escludendo quindi i cosiddetti trascinamenti, intende verificare l efficacia dei criteri prescelti per selezionare beneficiari considerati prioritari. In particolare, l analisi verte sui criteri di priorità previsti nel bando per il quale si è proceduto alla definizione di una graduatoria unica regionale, che per le Misure 211 e 212 è il bando di cui al DDS 202/S10 del 30/04/ Nella tabella seguente viene proposta, innanzitutto, un analisi comparata che, con riferimento a questo bando, permette di visualizzare le varie fasi del processo selettivo. Tabella 19 Domande Presentate, Ammesse e Finanziate e rispettivi indici di sopravvivenza per le Misure 211 e 212 (bando di cui al DDS n. 202/S10 del 30/04/2010) Misura (a) Presentate (b) Ammesse (c) Finanziate Valori % (b)/(a) (c) /(b) (c) / (a) % 64% 63% % 27% 26% Totale complessivo % 56% 55% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Per entrambe le Misure la selezione delle domande di aiuto risulta contenuta, con un indice di sopravvivenza delle domande presentate rispetto alle ammesse pari al 98% sia per la Misura 211 che per la Misura 212. Di contro, la verifica rispetto alla capienza finanziaria risulta più stringente in relazione alla Misura 212, per la quale il tasso di sopravvivenza delle domande è del 26%, attestandosi invece al 63% per la Misura La corrispondente graduatoria per la Misura 211 è stata approvata con il DDS n. 238/AFP del 07/07/2011, modificato dal DDS n. 450/AFP del 16/11/2011 e successivamente dal DDS n.473/afp del 28/11/2011; la graduatoria per la Misura 212 è stata invece approvata con il DDS n. 239/AFP del 07/07/2011, modificato dal DDS n. 451/AFP del 16/11/2011 e dal DDS n. 238/AFP del 07/07/

51 Figura 20 - Analisi comparata del ruolo dei criteri di ammissibilità e selezione per le Misure 211 e 212 (Valori in %) Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Per partecipare al bando i beneficiari devono in primo luogo soddisfare i requisiti di ammissibilità ed assumere una serie di impegni di durata annuale e/o pluriennale. Tra i requisiti di ammissibilità rientrano: Settori di produzione: sono ammesse solo le aziende con allevamenti estensivi (per entrambe le Misure) e castanicoltura da frutto (solo per la Misura 211); Superficie minima da assoggettare (alla quale si riferisce l impegno di prosecuzione dell attività agricola/zootecnica): 3 ha di SAU ubicata in zona montana/svantaggiata diversa dalle zone montane; Le superfici destinate a prato, prato-pascolo e pascolo permanente non avvicendate devono risultare effettivamente pascolate; Mantenimento della residenza in un comune ubicato in zona montana o svantaggiata della Regione Marche; Mantenimento posizione fiscale attiva; Mantenimento del carico di bestiame allevato compreso tra 0,3 e 2,0 UBA ad ha di superficie a foraggere (il limite minimo è stato portato a 0,5 ha nell ultimo bando 2012). Il ruolo dei criteri di priorità nella selezione dei beneficiari L attribuzione del punteggio di priorità alle domande ritenute ammissibili, avviene valutando nell ordine ciascuna tipologia di priorità, dalla A alla C come riportato nella tabella seguente, cui viene attribuito un peso in % su un totale di

52 Tabella 20 - Pesi percentuali per tipologia di priorità TIPOLOGIA DI PRIORITÀ PESO % A. Domande di aiuto presentate da aziende ricadenti in aree naturali protette 25 B. Domande di aiuto presentate da aziende ricadenti in siti della Rete Natura C. Domande di aiuto presentate da aziende che allevano con il metodo biologico gli animali aziendali 40 TOTALE 100 Fonte: DDS n. 202/S10 del 30/04/2010 La posizione in graduatoria viene stabilita in base ai punteggi ottenuti per ciascun criterio di priorità ed attribuiti in virtù di una serie di parametri che fanno riferimento alla localizzazione dell azienda o alle UBA aziendali, ponderati con il peso percentuale associato ad ognuno di tali criteri. A parità di punteggio viene concessa una preferenza alle giovani imprenditrici che hanno un età pari o inferiore a 40 anni. Un ulteriore discrimine è costituito a parità di punteggio dall età anagrafica del richiedente. Analisi dell efficacia dei criteri di priorità: Misura 211 Nella tabella seguente viene riportata la distribuzione delle 663 aziende finanziate e delle 365 non finanziate dalla Misura 211, in funzione dei parametri previsti. Tabella 21 Distribuzione domande di aiuto per criterio di priorità A. Domande di aiuto presentate da aziende ricadenti in area protetta Punti Superficie aziendale ricadente in area protetta > al 75% della superficie totale Superficie aziendale ricadente in area protetta > del 50% e < del 75% della superficie totale Superficie aziendale ricadente in area protetta > del 25% e < del 50% della superficie totale Superficie aziendale ricadente in area protetta < del 25% della superficie totale B. Domande di aiuto presentate da aziende ricadenti in area Natura 2000 Punti Aziende finanziate Aziende non finanziate , , Aziende finanziate Aziende non finanziate Superficie aziendale ricadente in area protetta > al 75% della superficie totale Superficie aziendale ricadente in area protetta > del 50% e < del 75% della superficie totale 0, Superficie aziendale ricadente in area protetta > del 25% e < del 50% della superficie totale 0, Superficie aziendale ricadente in area protetta < del 25% della superficie totale C. Domande di aiuto presentate da aziende che allevano con il metodo Aziende Aziende non Punti biologico gli animali aziendali finanziate finanziate Aziende che utilizzano il metodo biologico per tutte le UBA aziendali Aziende che utilizzano il metodo biologico su oltre il 50% ma meno del 100% delle UBA aziendali 0, Aziende che non allevano con il metodo biologico gli animali aziendali Fonte: Elaborazioni Lattanzio VIC su dati D.D.S n. 238/AFP del 07/07/2011, D.D.S n. 450/AFP del 16/11/2011 e D.D.S n. 473/AFP del 28/11/

53 Dall analisi dei dati riportati nelle tabelle precedenti risulta che: tutte le aziende che potevano vantare dei punteggi premiali sui criteri previsti sono state finanziate. Al contrario, tutte le aziende non finanziate hanno avuto un punteggio premiale uguale a zero; sono stati finanziate anche aziende (267, pari al 40% del totale delle finanziate) che hanno avuto un punteggio premiale pari a zero. In questo caso, a parità di punteggio, è stata concessa priorità innanzitutto alle giovani imprenditrici, poi la graduatoria ha considerato il parametro età; risalendo nella graduatoria, 58 aziende (circa il 9% del totale delle finanziate) hanno fatto registrare, invece, i punteggi premiali minimi sui parametri ricadenza in aree protette e ricadenza in aree Natura 2000 ; la presenza di premialità sul criterio allevamento con metodo biologico (si rileva, in tal caso, una forte polarizzazione tra aziende zootecniche 100% biologiche e aziende non zootecniche, con pochi casi di situazioni intermedie) ha invece determinato la pressoché sicurezza di essere ammessi a finanziamento: le prime 47 aziende della graduatoria sono, infatti, quelle che hanno ottenuto punteggio uguale a 1 per questo parametro e, comunque, l ultima azienda in possesso di un punteggio simile si trova al 167 posto della graduatoria; tutte le 40 giovani imprenditrici (con meno di 40 anni), le cui domande di aiuto sono risultate ammissibili a finanziamento, sono rientrate tra i soggetti finanziabili. Da sottolineare come le prime tre aziende della graduatoria generale (punteggio pari a 100), appartengano proprio a giovani imprenditrici; vi sono poi 201 imprenditori/imprenditrici al di sotto dei 40 anni che risultano finanziati (sono presenti in graduatoria anche 30 ultraottantenni, di cui solo 11, però, sono rientrati nel finanziamento); le aziende che hanno raggiunto il massimo del contributo percepibile ( euro, pari ad una superficie di almeno 80 ha) sono in totale 128, 109 delle quali (quindi ben l 85%) rientrano tra le quelle finanziate. Anche se non risulta possibile quantificare la quota di contributo complessivo eccedente la soglia massima (che avrebbe potuto essere incassata in mancanza di un tetto per azienda), si osserva come le aziende di grandi dimensioni rappresentino il 16% del totale delle finanziate ed assorbano circa 1,3 Meuro dei 4,4 Meuro stanziati per la Misura (quasi il 30% del totale). Di queste 109 aziende finanziate ve ne sono 41 che hanno ricevuto la premialità come azienda parzialmente/totalmente zootecnica biologica; la media dei premi percepiti per azienda è pari a euro (i premi previsti da questa Misura ammontano a 200 euro/ha). La differenziazione nella distribuzione territoriale tra le aziende finanziate e quelle non finanziate è riassunta nella tabella seguente. Tabella 22 Misura 211: Ripartizione per Provincia delle aziende finanziate e non finanziate Provincia Aziende finanziate Aziende non finanziate n. % n. % Ancona 63 68,5% 29 31,5% Pesaro Urbino ,9% ,1% Macerata ,6% 74 28,4% Ascoli Piceno - Fermo ,5% 58 30,5% Fonte: Elaborazioni Lattanzio VIC su dati D.D.S n. 238/AFP del 07/07/2011, D.D.S n. 450/AFP del 16/11/2011 e D.D.S n.473/afp del 28/11/

54 Non esiste una marcata differenziazione tra aziende finanziate e non finanziate nelle diverse Province, con un rapporto variabile tra 60% - 40% e 70% - 30% ca., che coincide quasi perfettamente con il rapporto finanziate/non finanziate a livello complessivo regionale (aziende finanziate pari al 64% del totale). Analisi dell efficacia dei criteri di priorità: Misura 212 Nella tabella seguente viene riportata la distribuzione delle 274 aziende dichiarate ammissibili al finanziamento (sulle 280 domande che hanno presentato domanda di aiuto), in funzione dei parametri previsti. Tabella 23 Distribuzione domande di aiuto per criterio di priorità A. Domande di aiuto presentate da aziende ricadenti in area protetta Punti Aziende finanziate Aziende non finanziate Superficie aziendale ricadente in area protetta > al 75% della superficie totale Superficie aziendale ricadente in area protetta > del 50% e < del 75% della superficie totale 0, Superficie aziendale ricadente in area protetta > del 25% e < del 50% della superficie totale 0,5 7 0 Superficie aziendale ricadente in area protetta < del 25% della sup. totale B. Domande di aiuto presentate da aziende ricadenti in area Natura 2000 Punti Aziende finanziate Aziende non finanziate Superficie aziendale ricadente in area protetta > al 75% della superficie totale Superficie aziendale ricadente in area protetta > del 50% e < del 75% della superficie totale 0, Superficie aziendale ricadente in area protetta > del 25% e < del 50% della superficie totale 0, Superficie aziendale ricadente in area protetta < del 25% della superficie totale C. Domande di aiuto presentate da aziende che allevano con il metodo biologico gli animali aziendali Punti Aziende finanziate Aziende non finanziate Aziende che utilizzano il metodo biologico per tutte le UBA aziendali Aziende che utilizzano il metodo biologico su oltre il 50% ma meno del 100% delle UBA 0,5 3 0 Aziende che non allevano con il metodo biologico gli animali aziendali Dall analisi dei dati riportati nelle tabelle precedenti risulta che: come per la Misura 211, tutte le aziende che potevano vantare dei punteggi premiali sui criteri previsti sono state finanziate. Al contrario, le aziende non finanziate hanno avuto tutte un punteggio premiale uguale a zero; per la Misura 212 il processo selettivo è stato maggiore rispetto alla Misura 211: è stata infatti finanziata solo una piccola quota di aziende (9, pari al 12% del totale delle finanziate) tra quelle con punteggio premiale pari a zero; anche per la Misura 212 le aziende con la premialità riferita ai parametri ricadenza in aree protette e ricadenza in aree Natura 2000 si collocano, in genere, verso il fondo della graduatoria delle finanziate; tutte le 13 giovani imprenditrici (con meno di 40 anni) le cui domande di aiuto sono risultate ammissibili a finanziamento sono rientrate tra i soggetti finanziabili; 49

55 delle 53 aziende gestite da imprenditori/imprenditrici con meno di 40 anni, 33 (pari al 62% del totale) sono state finanziate (nessuno dei 5 beneficiari ultraottantenni è stato ammesso a finanziamento); anche considerando che il premio per la Misura 212 è pari a 100 euro/ha (esattamente la metà di quanto previsto per la Misura 211), si rileva che nessuna delle aziende finanziate riesce a raggiungere il massimale previsto per singola azienda ( euro), con una media dei premi che ammonta a circa euro. La premialità sul criterio allevamento con metodo biologico ha assicurato, ancora una volta, l inclusione nel gruppo delle aziende finanziate: le 33 aziende con punteggio massimo per il parametro in oggetto si collocano tra le prime 39 aziende in graduatoria. La distribuzione territoriale delle aziende finanziate e non finanziate è riassunta nella tabella seguente. Tabella 24 Misura 212: ripartizione per Provincia delle aziende finanziate e non finanziate Provincia Aziende finanziate Aziende non finanziate Totale n. % n. % n. % Ancona 2 50,0% 2 50,0% 4 100% Pesaro Urbino 13 23,6% 42 76,4% % Macerata 47 31,8% ,2% % Ascoli Piceno - Fermo 12 17,9% 55 82,1% % Fonte: Elaborazioni Lattanzio VIC su dati D.D.S n. 239/AFP del 07/07/2011, D.D.S n. 451/AFP del 16/11/2011 e D.D.S n. 238/AFP del 07/07/2011. A fronte di una quota di aziende finanziate pari al 26% a livello complessivo regionale, le differenze tra aziende finanziate e non finanziate a livello di singola Provincia non risultano, anche in questo caso, particolarmente significative (il dato di Ancona è falsato dalla bassa numerosità delle aziende considerate). Il ruolo dei criteri di ammissibilità nella selezione dei beneficiari Al fine di stimare in che modo e il grado in cui i requisiti e gli obblighi connessi alla partecipazione alle Misure 211 e 212 abbiano scoraggiato potenziali adesioni possono essere impiegati dati alternativi a quelli provenienti dal Sistema di monitoraggio del Programma. Di seguito vengono effettuate alcune considerazioni sull efficacia di due dei requisiti di ammissibilità delle Misure in oggetto, nella fattispecie: superficie minima da assoggettare (alla quale si riferisce l impegno di prosecuzione dell attività agricola/zootecnica): 3 ha di SAU ubicata in zona montana/svantaggiata diversa dalle zone montane; settori di produzione: sono ammesse solo le aziende con allevamenti estensivi (per entrambe le Misure) e castanicoltura da frutto (solo per la Misura 211). Occorre naturalmente tener presente che il primo dei due requisiti viene influenzato dal secondo, per cui le analisi proposte sono condotte in maniera congiunta. Elaborando i dati contenuti nel datawarehouse del VI Censimento Generale Agricoltura ISTAT 2010, (dati riferiti, quindi, alla stessa annualità del bando), è stato possibile ottenere una fotografia precisa 50

56 ed aggiornata delle caratteristiche delle aziende presenti nelle aree svantaggiate (montane e non) della Regione Marche, considerate come aziende target per le Misure 211 e 212. In funzione dei dati estratti, sono stati quindi effettuati i dovuti raffronti tra le aziende target e quelle che hanno effettivamente aderito ai bandi delle due Misure. La situazione delle aziende localizzate in aree svantaggiate di montagna e in altre aree svantaggiate è riportata nella tabella seguente: Tabella 25 Caratteristiche delle aziende regionali che ricadono in aree svantaggiate (montane e non montane) Tipologia aziende Aziende svantaggiate area Aziende altre aree montana svantaggiate Aziende Numero SAU (ha) Aziende con superficie > 3 ha Numero SAU (ha) Aziende con allevamenti Aziende con allevamenti con superficie > 3 ha Aziende con allevamenti biologici Aziende con allevamenti biologici con superficie > 3 ha Nd Nd Fonte: Elaborazioni Lattanzio VIC su dati VI Censimento Generale Agricoltura ISTAT 2010 Di seguito vengono invece riportati i dati relativi a singole tipologie colturali delle aziende localizzate in area svantaggiata montana e in altre aree svantaggiate, tra quelle di interesse per le Misure 211 e Tabella 26 N. aziende regionali e relative superfici per alcune tipologie colturali in aree svantaggiate (montane e non montane) N. aziende Superfici e Colture praticate Foraggere avvicendate Prati permanenti e pascoli Castagno Aree svantaggiate montane Altre aree svantaggiate Non rilevante Aree svantaggiate montane Altre aree svantaggiate Non rilevante Fonte: Elaborazioni Lattanzio VIC su dati VI Censimento Generale Agricoltura ISTAT 2010 Raffrontando quindi i dati inerenti alle caratteristiche delle aziende presenti nelle aree svantaggiate, considerate come aziende target per le Misure 211 e 212, con quelli relativi alle aziende finanziate da entrambe le Misure, vengono di seguito effettuate alcune considerazioni sul ruolo dei due criteri di ammissibilità presi come riferimento per la selezione dei beneficiari delle indennità compensative. Le aziende target in relazione al criterio ammissibilità: superficie minima aziendale pari a 3 ha Misure 211 e 212 Rispetto al limite minimo di 3 ha di SAU aziendale (di cui almeno il 50% è costituita da colture foraggere) occorre considerare che il sostegno viene garantito, sostanzialmente, alle sole aziende 33 Si sottolinea come in questo caso i dati sul numero di aziende non siano sommabili tra loro, in quanto una singola azienda può ricadere in più di una classe di coltivazione. Il numero complessivo di aziende in aree svantaggiate (montane e non) cui fare riferimento è quindi quella della tabella precedente. 51

57 zootecniche, dal momento che le aziende con castagneti da frutto (eleggibili, peraltro, dalla sola Misura 211) rappresentano una realtà meno rilevante dal punto di vista quantitativo. Di conseguenza il raffronto più significativo rispetto al valore target riguarda le sole aziende con allevamenti, che dispongono di superfici maggiori di 3 ha (cfr. quanto riportato in relazione al criterio successivo). Il dato relativo all insieme delle aziende con superficie maggiore di 3 ha può essere utilizzato, comunque, come ulteriore verifica delle analisi proposte successivamente: anche se si considerassero tutte queste aziende (zootecniche e non), rimarrebbe fuori un quota abbastanza elevata in termini di numero aziende, ma una percentuale di SAU collegata molto limitata, dell ordine del 5-6% per entrambe le Misure. Aziende di così piccole dimensioni ben difficilmente potrebbero corrispondere a realtà produttive agro-zootecniche tali da costituire un incentivo reale a continuare un attività produttiva in zone svantaggiate. Le aziende target in relazione al criterio ammissibilità: aziende con allevamenti estensivi (per entrambe le Misure) e castanicoltura da frutto (solo per la Misura 211) Misura 211 Il target potenziale della Misura 211, riferito alle sole aziende con allevamenti in area svantaggiata montana e con una superficie di almeno 3 ha, è pari a unità, di cui 133 risultano essere aziende biologiche. Se si considerano poi anche le 79 aziende che, in base al VI Censimento Generale Agricoltura ISTAT 2010, possiedono dei castagneti da frutto con superfici in produzione (per complessivi 761 ha), il complesso delle aziende target per la Misura 211 ammonta a circa unità. L applicazione di questo criterio di ammissibilità ha determinato, perciò, la riduzione di circa il 18% del bacino complessivo delle aziende target, che però corrisponde, con ogni probabilità, alle realtà produttive più marginali. Essendo state ricevute, a valere sulla Misura 211, domande di aiuto, risulta quindi che una quota pari ad oltre il 50% delle aziende potenzialmente beneficiarie abbia richiesto il sostegno della Misura. Considerando invece il dato relativo alle 633 aziende complessivamente finanziate, si ha una copertura, da parte della Misura, di oltre il 30% dell intera platea di aziende potenzialmente finanziabili. Da notare, infine, come delle 133 aziende con allevamenti biologici presenti in zona montana, 97 (il 73%) sono risultate beneficiarie in relazione al bando per l annualità 2010 ed hanno ottenuto un punteggio prioritario come allevamenti biologici. Misura 212 Nel caso della Misura 212 il complesso delle aziende target risulta pari a unità (aziende zootecniche con superficie maggiore di 3 ha presenti in aree svantaggiate diverse dalle montane), rispetto alle totali. Analogamente a quanto indicato per la Misura 211, a seguito dell applicazione del presente criterio il bacino complessivo delle aziende target è quindi diminuito del 20% ca. (diminuzione sempre a carico delle aziende meno performanti). Delle 280 domande di aiuto presentate a valere sulla Misura 212, sono state giudicate ammissibili al finanziamento quelle di 274 aziende, vale a dire del 26% delle aziende potenzialmente beneficiarie. Considerando invece le 74 aziende finanziate, si ha una copertura, da parte della Misura 212, di solo il 7% del complesso delle aziende potenzialmente finanziabili, con un risultato inferiore, quindi, a quello registrato per la Misura 211. Delle 97 aziende con allevamenti biologici presenti in zona svantaggiata diversa dalla montana, una quota pari al 37% (36 aziende) è risultata beneficiaria in relazione al bando per l annualità 2010, con priorità sulla conduzione in biologico: anche in tal caso, quindi, si registra un risultato inferiore a quello della Misura

58 Va peraltro notato come il criterio di ammissibilità di queste due Misure, che restringe il target alle sole aziende zootecniche, esclude di fatto i 3/4 ca. del complesso delle aziende >3 ha situate in area montana/svantaggiata (vedi tabella alla pagina precedente). Tale focalizzazione degli interventi del Programma è stata suggerita sia dalla strategicità accordata dall AdG all attività zootecnica estensiva di montagna, sia dai limiti imposti dal budget disponibile, che sarebbe risultato insufficiente allargando la platea dei beneficiari. In un ottica di sostegno complessivo alle attività delle aree svantaggiate (che rappresenta l obiettivo prioritario delle Misure 211 e 212), potrebbe essere considerato in alternativa il requisito azienda zootecnica non come criterio di ammissibilità ma come criterio di priorità. Il processo di selezione derivante dalla formazione di una graduatoria tra un numero maggiore di domande di finanziamento potrebbe assicurare una maggiore equità nell assegnazione dei fondi. Risorse economiche aggiuntive per far fronte almeno in parte al numero più elevato di premi, potrebbero derivare ad es. dalla revisione dei premi previsti dalla Misura 214b (biologico) per alcune tipologie colturali (foraggere estensive non collegate alle aziende zootecniche, vedi anche par ). Informazioni aggiuntive provenienti dalle indagini dirette Per entrambe le Misure sono state raccolte, tramite le indagini dirette effettuate su un campione rappresentativo di beneficiari, informazioni in grado di fornire ulteriori indicazioni utili ad indagare ed analizzare alcuni aspetti legati all efficacia dei criteri di priorità e delle condizioni di ammissibilità. Gli aspetti più interessanti rilevati sono di seguito sintetizzati: una quota pari a circa i il 67% dei beneficiari, lamenta il fatto che i criteri di accesso e di priorità sono troppo restrittivi e non sempre coerenti con i fabbisogni dell azienda (problematica, in ordine di importanza, seconda solo alla mancanza di tempestività nei pagamenti). Il distacco tra obiettivi del Programma e fabbisogni delle aziende viene evidenziato anche nella risposta al quesito inerente agli aspetti per incentivare la partecipazione al prossimo PSR: il 32% del campione risponde che occorre collegare maggiormente i bandi e le Misure ai fabbisogni delle imprese ; i costi connessi alla partecipazione alle due Misure vengono considerati come troppo alti dal 14% ca. dei soggetti complessivamente intervistati; percentuale analoga riguarda i beneficiari che giudicano troppo restrittivi i vincoli connessi al rispetto della normativa ambientale; anche in riferimento al periodo di programmazione viene sottolineata infine la necessità di semplificare gli adempimenti burocratici (nel 74% dei casi), di aprire sportelli di informazione e supporto appositamente dedicati al PSR (40%). Valutazione dell efficacia dei criteri di selezione delle Misure 211 e 212 mediante analisi cartografica Per quanto riguarda la localizzazione in aree protette ed in aree Natura 2000 si è visto come i criteri premiali siano risultati efficaci nel premiare le domande presentate localizzate in queste aree: tutte queste domande sono state infatti incluse in graduatoria. Altri quesiti valutativi potrebbero però essere posti: la Misura è risultata efficace nel concentrare gli interventi in queste due tipologie di aree? Esiste una concentrazione maggiore di interventi nelle aree protette/natura 2000 rispetto al resto del territorio? Per rispondere a questi interrogativi sono stati elaborati i dati e le cartografie provenienti dall Osservatorio Suoli, che hanno permesso di fornire una base dati dettagliata a riguardo delle superfici beneficiarie della Misura che ricadono all interno di queste due tipologie di aree. 53

59 Aree Natura 2000 Le carte riportate di seguito evidenziano la distribuzione dei beneficiari delle due Misure rispetto alle aree Natura 2000: Figura 21 Distribuzione degli interventi delle Misure 211 e 212 in aree SIC e ZPS Fonte: Osservatorio Suoli- Regione Marche Come è possibile osservare, le sovrapposizioni esistenti sembrerebbero abbastanza limitate, specie nel caso della Misura 212. Per cercare comunque di avere un riscontro quantitativo, viene delineato, innanzitutto, il quadro generale della situazione: nella tabella seguente, quindi, si fornisce un confronto per i Comuni che hanno SIC/ZPS al loro interno tra le superfici beneficiarie delle due Misure e l estensione delle aree Natura Tabella 27 Rapporto tra superfici beneficiarie delle Misure 211 e 212 e superfici aree Natura 2000 nei Comuni interessati Sic Zps Comuni Superfici Superficie Superficie Intervento Intervento con aree beneficiarie sic nel zps nel Misura all'interno all'interno natura (ha) comune B/a B/c comune D/a D/e di sic (ha) di zps (ha) 2000 (ha) (ha) A B C D E ,9% 7,4% ,6% 9,6% ,6% 2,2% ,2% 5,4% Fonte: elaborazioni Lattanzio VIC 54

60 Se si vuole rilevare l efficacia dei criteri di selezione in merito alla capacità di concentrare le zone beneficiarie del sostegno delle Misure 211 e 212 all interno di SIC/ZPS occorre, però, dimostrare l esistenza di una maggiore densità di interventi all interno di queste aree rispetto a quelle esterne ad esse. A questo scopo il Valutatore ha elaborato, per ciascuna Misura, un indice composito, calcolato utilizzando la seguente metodologia: per ogni Comune sono stati raccolti i dati relativi a: superficie totale comunale; superficie comunale ricadente in SIC/ZPS; superficie beneficiaria della Misura ricadente nel territorio comunale e quota parte ricadente in SIC/ZPS; SAU totale presente nel territorio comunale e stima della quota parte di SAU ricadente in SIC/ZPS: in mancanza di dati specifici si è assunto che la % di SAU ricadente all interno di SIC/ZPS sia analoga al peso % di tali zone sul totale del territorio; È stato quindi calcolato un indice corrispondente alla % di superficie beneficiaria (ricadente in SIC/ZPS) rispetto al totale delle SAU (stimata) presente in quel Comune che ricade in SIC/ZPS 34. Si è voluto, cioè, verificare quanta parte della SAU potenzialmente disponibile all interno di SIC/ZPS sia stata effettivamente raggiunta dalla Misura. Il risultato delle elaborazioni condotte è riportato nelle figure seguenti, che illustrano la distribuzione a livello comunale dell indice così calcolato. 34 Tale approssimazione risulta necessaria in quanto non è al momento possibile stabilire la parte della SAU comunale ricadente dentro e fuori le aree Natura 2000, in quanto il dato ISTAT non è georeferenziato. 55

61 Figura 22 Indice di concentrazione delle superfici beneficiarie della Misura 211 rispetto a SIC e ZPS Fonte: elaborazioni Lattanzio VIC su dati Osservatorio Suoli Regione Marche Sappiamo che l incidenza media delle superfici finanziate dalla Misura 211 sulla SAU totale delle aree svantaggiate di montagna è del 24% ca. (il 24% della SAU ricadente in aree montane svantaggiate è, cioè, oggetto di finanziamento da parte della Misura). In quanti dei Comuni che hanno almeno una parte del territorio ricadente in SIC/ZPS si stima che questo rapporto sia maggiore ed in quanti minore? Dalle elaborazioni effettuate sui dati disponibili risulterebbe che la situazione sia abbastanza omogenea tra SIC e ZPS e vedrebbe 1/3 ca. degli 84 Comuni delle aree svantaggiate montane non avere territori ricadenti all interno di SIC/ZPS. Dei due terzi rimanenti vi è una suddivisione paritaria tra i Comuni aventi una % stimata di SAU finanziata maggiore o minore del 24%. Sembrerebbe, quindi, che il criterio non abbia favorito la concentrazione degli interventi in aree Natura 2000, in quanto la densità delle superfici beneficiarie dentro e al di fuori di queste zone di grande pregio ambientale risulta essere equivalente. 56

62 Per quanto riguarda la Misura 212, invece, la situazione è illustrata nella figura seguente: Figura 23 Indice di concentrazione delle superfici beneficiarie della Misura 212 rispetto a SIC e ZPS Fonte: elaborazioni Lattanzio VIC su dati Osservatorio Suoli-Regione Marche La metodologia di calcolo illustrata per la Misura 211 è stata replicata anche per la Misura 212, considerando che, l incidenza complessiva delle superfici beneficiarie rispetto alla SAU presente in aree con svantaggi naturali, diverse dalla zone montane (la porzione di territorio target di questa Misura), è pari al 9% ca. In questo caso, però, va considerato che il dato complessivo risulta ancora più condizionato dal fatto che sul già limitato numero di Comuni ricadenti nelle aree eleggibili a finanziamento dalla Misura 212 (37), solo il 50% ca. di essi ha all interno del proprio territorio SIC o ZPS. Dei 16 Comuni rimanenti, un ulteriore 50% non presenta beneficiari con terreni ricadenti all interno di SIC/ZPS, mentre gli ultimi 8 Comuni con aree beneficiarie in SIC/ZPS appaiono abbastanza equamente ripartiti in relazione alla quota di SAU finanziata (ricadente in SIC/ZPS) sul totale delle SAU in SIC/ZPS : 3 con % minore e 5 % maggiore del 9%. Analogamente a quanto detto per la Misura 211, non sembra, quindi, che il criterio sia risultato particolarmente efficace nel favorire una concentrazione di interventi in SIC/ZPS, anche considerando il fatto che vi è solo una limitata coincidenza tra le aree interessate dalla Misura 212 e le aree Natura 2000, quali SIC e ZPS. Aree protette Le carte riportate di seguito evidenziano la distribuzione dei beneficiari delle due Misure rispetto alle aree protette regionali. 57

63 Figura 24 Distribuzione degli interventi delle Misure 211 e 212 in aree protette Fonte: Osservatorio Suoli-Regione Marche Anche in questo caso si può osservare come il tasso di sovrapposizione tra aree beneficiarie e aree protette 35 sia limitato (e pressoché nullo nel caso della Misura 212). In relazione alle aree protette, per una verifica di tipo quantitativo della distribuzione delle superfici beneficiarie, il Valutatore ha reputato, però, non utilizzabile il metodo illustrato precedentemente per le aree Natura 2000: non appare, infatti, realistico assumere che la quota di territorio occupato da SAU sia la stessa all interno ed all esterno delle aree protette, in quanto queste ultime, generalmente, comprendono le zone più interne della Regione, zone montuose, boscate, che hanno sicuramente una percentuale di aree coltivate molto più bassa rispetto al resto del territorio. La sola verifica realizzabile, per ovviare alla mancanza di un dato statistico disponibile sulla quantità di SAU ricadente in aree protette, si basa sull utilizzo dei dati forniti dall Osservatorio Suoli, che indicano come, per la Misura 211, i ettari beneficiari ricompresi in un area protetta rappresentino il 17% ca. delle superfici complessivamente sovvenzionate, riuscendo a coprire poco più del 7% dell estensione totale delle aree protette marchigiane ( ha). Per la Misura 212, invece, sono solo 32 gli ettari beneficiari che ricadono in aree protette. Anche in termini assoluti il numero di beneficiari con priorità per le aree protette risulta abbastanza limitato (specie per la Misura 212, che presenta solo 19 beneficiari con superficie aziendale, del tutto o in parte, all interno di aree protette). 35 Sono state considerate le sole aree a parco (nazionali e regionali), con l esclusione quindi delle zone SIC/ZPS, che sono state considerate nel paragrafo precedente. 58

64 Si può quindi valutare come pur avendo avuto un ruolo positivo nel dare precedenza a beneficiari in possesso di questa priorità la Misura non abbia sortito effetti significativi nel concentrare i finanziamenti in queste zone. Conclusioni sul processo di selezione - Misure 211 e 212 Si registra, in definitiva, una corrispondenza abbastanza marcata tra le priorità stabilite dal Programmatore (attraverso i pesi previsti dai singoli criteri) e la formazione della graduatoria, con un netto vantaggio per le aziende zootecniche biologiche. Per entrambe le Misure in oggetto, quindi, il criterio di priorità C allevamento con metodo biologico è risultato determinante per il posizionamento in graduatoria e la quasi sicurezza, per i soggetti richiedenti, di essere ammessi a finanziamento. Meno decisivi per la finanziabilità delle aziende i criteri di priorità A ( ricadenza in aree protette ) e B ( ricadenza in aree Natura 2000 ), anche se essi si sono comunque dimostrati efficaci per selezionare aziende con porzioni significative di superficie agricola in zone ad elevata valenza ambientale, dove è fondamentale assicurare la permanenza di attività agricole e zootecniche con funzione di presidio del territorio. Sebbene i criteri premiali previsti per le aziende ricadenti in aree Natura 2000 o in aree protette siano risultati, comunque, funzionali alla loro inclusione nella lista dei soggetti finanziati, va evidenziato come questo fatto non sembra aver incentivato la concentrazione degli interventi sovvenzionati dalle due Misure in queste aree specifiche. In tal senso, le elaborazioni sviluppate mostrano come gli esiti più positivi siano stati registrati per gli interventi della Misura 211, mentre per la Misura 212 i risultati appaiono molto più limitati (e praticamente nulli in relazione alle aree protette). Da considerare, peraltro, che esiste solo una sovrapposizione molto limitata tra le aree eleggibili per la Misura 212 e le aree protette/aree Natura Mentre per la Misura 211 sono rientrati tra i soggetti finanziati anche tutti gli imprenditori (di entrambi i sessi) con età inferiore ai 40 anni, per la Misura 212 la quota di ammessi a finanziamento per tale categoria è stata pari al 62% 36. Vi è stata quindi, da parte della Misura 211, una elevata capacità di sostegno orientata a favore degli imprenditori più giovani presenti nelle zone di intervento, i quali, peraltro, risultano generalmente più sensibili all adozione di pratiche produttive rispettose dell ambiente ed alle esigenze di conservazione dello spazio naturale e del paesaggio, in linea con gli obiettivi strategici delle due Misure. La mancanza di un criterio premiale specifico rispetto all età dei proponenti ha però nel caso della Misura 212 ulteriormente limitato il già ridotto numero di imprenditori con meno di 40 anni (che rappresentano una quota inferiore al 15% del totale beneficiari). La pressione selettiva esercitata sulle due Misure è risultata naturalmente diversa, in conseguenza delle differenti dotazioni finanziarie previste dai rispettivi bandi. Essa è stata, quindi, più elevata per la Misura 212, che ha dovuto selezionare maggiormente la platea di soggetti ammissibili (sono state finanziate 74 domande su un totale di 274 dichiarate ammissibili). Ciò nondimeno, anche in questo caso è stato possibile far rientrare tra le aziende finanziate tutte quelle che avevano dimostrato di possedere criteri premiali. Tale scelta appare giustificata dalla maggior attenzione posta sulle aree svantaggiate in aree montane rispetto a quelle che, pur svantaggiate, ricadono in altri ambiti territoriali. Da notare, comunque, la presenza significativa per la Misura 211 delle aziende di grandi dimensioni (che hanno raggiunto il tetto massimo di contributo erogabile), che rappresentano il 16% in termini di numero aziende finanziate e quasi il 30% per quanto riguarda la spesa pubblica totale. Le aziende di grandi dimensioni sono ricomprese, altresì, tra quelle più performanti: per tali aziende il rapporto 36 In particolare sono rientrate tra i soggetti finanziati tutte le 53 giovani imprenditrici risultate complessivamente ammissibili per le Misure 211 e 212, in virtù della preferenza concessa a tale categoria di beneficiari in caso di parità di punteggio. 59

65 tra domande ammesse e presentate è pari all 85%; il 37% di queste ha ricevuto punteggio premiale, con un punteggio medio pari a 32 punti (contro una media di 24 punti per le aziende complessivamente finanziate e di 15 punti per quelle ammissibili al finanziamento). Di conseguenza l applicazione del tetto massimo alle erogazioni per singola azienda non ha limitato la partecipazione delle aziende di grandi dimensioni, che hanno invece raccolto una fetta importante delle risorse finanziarie disponibili. Non è stata rilevata alcuna differenza significativa neanche tra aziende finanziate e non finanziate nelle diverse Provincie della Regione. In relazione ai criteri di ammissibilità, invece, si ritiene che quello inerente alla superficie minima aziendale da assoggettare (3 ha) possa aver contribuito a selezionare in maniera efficace/positiva la platea dei beneficiari potenziali, in quanto sono state escluse dal finanziamento aziende (anche una quota rilevante rispetto al totale delle aziende ricadenti in zona svantaggiata non montana nel caso della Misura 212) che rappresentano, però, solo una porzione marginale della SAU complessiva ricadente nelle aree ammissibili. Realtà produttive così ridotte verosimilmente incentrate in maniera prioritaria sull autoconsumo non avrebbero probabilmente costituito comunque un incentivo sufficiente alla continuazione delle attività produttive in aree svantaggiate, per cui risulta condivisibile la scelta di destinare in maniera prioritaria i fondi disponibili su aziende maggiormente strutturate. Ad integrazione delle considerazioni sopra esposte, dalle indagini condotte sul campo risulta che i beneficiari lamentano un distacco tra i criteri di priorità e di ammissibilità previsti dalla Misura e i fabbisogni reali delle aziende, anche se non è possibile distinguere nel dettaglio le motivazioni di tali risposte. Va peraltro considerato che interventi di questo tipo, di supporto ad aziende in aree svantaggiate, probabilmente sono percepiti secondo una logica di sostegno pubblico di carattere anche sociale e si ha difficoltà ad accettare che non tutti possono essere sostenuti economicamente, pur operando in condizioni oggettivamente difficili. Le rimostranze relative all elevato costo di partecipazione alle Misure o alla presenza di vincoli ambientali troppo stretti per l ammissibilità a finanziamento sono nel complesso abbastanza limitate (attorno al 14%), anche considerando che nella quasi totalità dei casi i beneficiari si appoggiano alle organizzazioni di settore, che assicurano costi di partecipazione molto contenuti Analisi dei criteri di ammissibilità per le altre misure dell Asse 2 Misura 214b Per la Misura 214 è stato preso in considerazione il solo bando relativo alla Sottomisura b) Sostegno all agricoltura biologica per l annualità 2010 (di cui al Decreto del Dirigente del Servizio Agricoltura, Forestazione e Pesca N. 187/S10 DEL 27/04/2010). I criteri di ammissibilità elencati nel bando, al di là degli obblighi specifici previsti dalla normativa sull agricoltura biologica, sono i seguenti: la superficie minima per l impegno è di 2 ha, ma può essere ridotta a 0,5 ha nel caso di aziende con una superficie minima di 0,3 ha coperta con serre o tunnel, oppure coltivata con colture arboree da frutto od ortive; tutte le superfici oggetto dell aiuto devono essere nella disponibilità del richiedente per tutti e 5 gli anni di impegno. Nel caso di superfici in affitto il contratto deve essere registrato; l impegno deve estendersi a tutta la superficie di una Unità Tecnico Economica (OTE); deve essere presentata una relazione tecnica redatta e sottoscritta da un tecnico agricolo abilitato, per il rispetto dell uso, delle dosi e/o del numero di trattamenti dei prodotti fitosanitari; 60

66 deve essere effettuata un analisi del terreno, da utilizzarsi per la redazione di un piano di concimazione; occorre effettuare la taratura delle macchine irroratrici (verifica funzionale dell attrezzatura per l irrorazione con il rilascio di un attestato o dichiarazione almeno quinquennale emesso da officine specializzate o da tecnico abilitato). Il Bando precedentemente indicato non prevede limitazioni di tipo territoriale, in quanto la Sottomisura b) è attivabile su tutta le superficie regionale (esiste una priorità legata alla localizzazione in ZVN e nei siti Natura 2000, che non è stata, tuttavia, applicata poiché non è stato necessario predisporre la graduatoria delle domande ammesse a finanziamento). Criterio di ammissibilità: superficie minima da assoggettare all impegno In relazione al criterio di ammissibilità superficie minima da assoggettare all impegno di adozione delle tecniche biologiche, si riporta di seguito la situazione descritta dal VI Censimento Generale Agricoltura ISTAT 2010 per le aziende regionali: Tabella 28 Numero di aziende regionali e relativa SAU, per classi di superficie Aziende Aziende con superficie > 2 ha Aziende totali regionali Numero SAU (ha) Numero SAU (ha) Fonte: Elaborazioni Lattanzio VIC su dati VI Censimento Generale Agricoltura ISTAT 2010 Dall osservazione dei dati in tabella si evidenzia come il limite minimo dei 2 ha (che peraltro viene abbassato per alcuni gruppi di colture intensive) costituisca un filtro adeguato per la selezione della platea dei beneficiari potenziali: ben il 97% della SAU regionale risulta comunque eleggibile a premio, anche se rimane esclusa dalla possibilità di presentare domanda di aiuto a valere sulla Sottomisura 214b una quota pari al 31% delle aziende regionali, microimprese che, verosimilmente, hanno carattere non imprenditoriale e sono, piuttosto, vocate all autoconsumo. Altri criteri di ammissibilità Al fine di verificare l incidenza degli altri criteri di ammissibilità di cui al bando del 2010 (diversi da quello inerente alla superficie minima da assoggettare all impegno) sulla propensione all adesione alla Sottomisura 214b, possono essere utilizzate le risultanze delle indagini compiute dal Valutatore presso un campione rappresentativo di beneficiari di tale Sottomisura, relative alle difficoltà per la partecipazione alla stessa (ben il 70% dei soggetti del campione ha dichiarato di aver incontrato una qualche difficoltà nell aderire alla Sottomisura 214b). Le maggiori problematiche rilevate dai beneficiari sono descritte in ordine decrescente di importanza nella tabella che segue. Tabella 29 Indagini dirette: problematiche attuative rilevate per la Sottomisura 214 b) % di rispondenti Problematica rilevata (erano ammesse risposte multiple) Tempi lunghi e/o incerti di ricevimento del contributo 76,1% Costi connessi alla partecipazione (pagamento tecnici, progettisti, giornate uomo del personale dedicate ) 54,3% Complessità tecnica ed economica per la redazione della domanda /Progetto 41,3% 61

67 % di rispondenti Problematica rilevata (erano ammesse risposte multiple) (preventivi dettagli del progetto, elaborazione Business Plan etc.) Criteri di accesso e di priorità troppo restrittivi e non sempre coerenti con i fabbisogni dell azienda 34,8% Difficoltà nell utilizzare i sistemi informativi (Carta Raffaello, SIAR, fascicolo aziendale, etc.) 26,1% Obbligo di sottoscrivere impegni pluriennali 23,9% Vincoli troppo stringenti per il rispetto della normativa ambientale 13,0% Fonte: Elaborazioni Lattanzio VIC su dati indagine diretta presso un campione di beneficiari delle Misure 214 Considerando le problematiche attuative strettamente connesse ai criteri di ammissibilità, si evidenzia come la questione percepita come maggiormente critica, indicata da oltre la metà degli intervistati, riguardi i costi connessi alla partecipazione, che possono essere riferiti sia al pagamento del tecnico (per la preparazione della domanda di ammissione, ma anche per la redazione della relazione tecnica e del piano di concimazione), che alle spese vive da sostenere per le analisi del terreno e per la taratura delle macchine irroratrici, laddove presenti. Il 35% ca. del campione ritiene poi che i criteri di accesso e di priorità siano troppo restrittivi e non sempre coerenti con i fabbisogni dell azienda, anche se non è possibile determinare con esattezza se il commento sia relativo ai criteri di accesso o a quelli di priorità. Forse il riferimento è ai secondi (priorità territoriali alle aziende in ZVN o aree Natura 2000), ed in tal caso, quindi, essi non verrebbero percepiti come parametri di giudizio sufficientemente coerenti con i reali fabbisogni aziendali. Circa un quarto dei soggetti intervistati considera problematico il dover sottoscrivere impegni pluriennali, evidentemente per problemi legati alla redditività complessiva dell attività ed all incertezza sull opportunità o meno di continuare a produrre con il metodo biologico. Infine, vi è anche una quota piuttosto limitata di beneficiari (il13%) che considera troppo restrittivi i parametri da rispettare per poter accedere al premio: la loro partecipazione è forse maggiormente legata al sostegno economico percepito, piuttosto che all adesione convinta ad un metodo di produzione sostenibile dal punto di vista ambientale. In definitiva, i criteri di ammissibilità stabiliti per la Sottomisura 214b appaiono nel complesso adeguati alle esigenze regionali. La prescrizione più rilevante, concernente la superficie minima da assoggettare ad impegno, appare assolutamente giustificata dalla realtà della struttura aziendale delle Marche, permettendo di convogliare le risorse economiche esistenti sulla quota di aziende con le migliori prospettive produttive. Inevitabile appare anche la richiesta di impegni pluriennali, stante la natura degli obblighi richiesti. L unica componente che potrebbe prestarsi ad un miglioramento è quella riguardante la compressione dei costi di partecipazione, anche se, innanzitutto, andrebbe chiarito con i beneficiari che più che di costi si dovrebbe tratta, in molti casi, di investimenti, data l importanza nell economia aziendale di un piano di concimazione efficace o della la taratura di macchine, che possono assicurare consistenti risparmi economici ed ambientali. In ogni caso l utilizzo di convenzioni per i servizi di analisi dei terreni e la taratura dei macchinari potrebbe contribuire a risolvere, almeno in parte, il problema. Misura 215 In relazione alla Misura finalizzata al miglioramento del benessere degli animali nel 2009 è stato emanato un bando a condizione (D.DS. n. 139/S10 del 29/05/2009, dotazione finanziaria di 5 milioni di euro) per la presentazione delle domande di aiuto. Il D.D.S n. 186/S10 del 27/04/2010 ha 62

68 consentito poi la presentazione delle domande di conferma degli impegni per l annualità 2010, mentre nel corso del 2011, dopo l emanazione del decreto n. 166 del 12/05/2011 per la presentazione delle domande di conferma degli impegni per l annualità 2011, sono state diffuse nuove disposizioni attuative (DGR n. 916 del 27/06/2011) al fine di perfezionare le istruttorie delle domande già pervenute e la predisposizione della graduatoria dei beneficiari. Per la Misura 215 si prendono in considerazione i seguenti criteri e limitazioni alle condizioni di ammissibilità: il premio è corrisposto alle aziende che hanno consistenza media annuale di almeno 10 UBA per singola specie; sono ammesse a beneficiare dell aiuto le seguenti tipologie di allevamento: zootecnia da latte: specie bovina e ovina; zootecnia da carne: specie bovina, ovina e suina. Non vi sono, invece, limiti territoriali per l attuazione della Misura. I dati del VI Censimento Generale Agricoltura ISTAT 2010 permettono di ricostruire la situazione relativa al numero delle aziende zootecniche regionali ed alla consistenza degli allevamenti (cfr. tabella successiva). Tabella 30 Caratteristiche delle aziende zootecniche regionali Bovini Ovini Suini Caprini Avicoli Allevamenti (totale regionale) Aziende con più di 10 UBA % di Aziende con più di 10 UBA sul totale regionale aziende con Allevamenti Numero n. UBA Numero n. UBA Numero 36% 53% 35% 42% 28% n. UBA 88% 94% 97% 62% 99% Fonte: Elaborazioni Lattanzio VIC su dati VI Censimento Generale Agricoltura ISTAT 2010 Dall analisi dei dati riportati in tabella risulta che: in relazione alle specie eleggibili a finanziamento, la maggioranza dei capi presenti sul territorio regionale sono allevati in aziende che superano il limite minimo dei 10 UBA. Viene quindi confermata l analisi riportata nella scheda di Misura, che individua questa soglia come il limite tra sistemi produttivi di tipo imprenditoriale e quelli a conduzione familiare, principalmente per l autoconsumo: appare, altresì, giustificata la scelta di concentrare le risorse su allevamenti di queste dimensioni; l importanza complessiva dell allevamento caprino a livello regionale appare molto modesta, per cui risulta condivisibile la scelta di non considerare ammissibile a beneficiare dell aiuto della Misura 215 questa tipologia di allevamento; al contrario gli allevamenti avicoli, che rappresentano, invece, una realtà importante della zootecnia regionale sia in termini di numero aziende che di numero di capi allevati, non sono stati ricompresi tra quelli ammissibili al sostegno della Misura 215, anche se va considerato che 63

69 nei grossi allevamenti di tipo industriale la normativa sul benessere animale viene, in realtà, già applicata 37. Misura 221 Nel caso specifico del primo bando per questa Misura (D.D.S 163/S10 del 12/4/2010), l ammissione al finanziamento è stata subordinata al rispetto di una serie di condizioni di accesso, tra le quali la: superficie minima di impianto pari ad almeno 0,5 ettari accorpati nelle aree montane le superfici agricole devono ricadere totalmente nelle Zone Vulnerabili da Nitrati (ZVN) e nelle aree ad alto rischio di erosione superficiale; non sono ammessi impianti a rapido accrescimento (turno di taglio inferiore ai 15 anni) 38. In relazione a tale bando, però, la limitata adesione da parte dei beneficiari, più che da condizioni di acceso stringenti, è stata determinata, principalmente, dalla mancata inclusione, tra le spese ammissibili, dell acquisto di piantine micorizzate per la produzione del tartufo, nonché delle investimenti per la realizzazione di recinzioni 39. Il secondo bando per la Misura 221 (D.D.S 464/AFP del 24/11/2011) è quindi intervenuto per ovviare a tali criticità, introducendo la possibilità di ammettere all aiuto i costi sostenuti per le recinzioni e per la micorizzazione delle piantine, oltre che prevedendo, relativamente ad alcune tipologie di impianto, una maggiorazione dei massimali delle spese di manutenzione. Estensione minima delle aree imboschite A giudizio del Valutatore la condizione posta dai bandi relativamente all estensione minima dell area da imboschire (0,5 ha) 40 non pare possa risultare un fattore limitante per l adesione alla Misura da parte di potenziali beneficiari, in quanto al di sotto di tale soglia non risulterebbe economicamente conveniente, comunque, svolgere alcuna attività. Ammissibilità delle sole aree montane ricadenti in ZVN o in aree a rischio erosione Si ritiene, invece, che il Programmatore abbia correttamente posto dei limiti più stringenti rispetto alla localizzazione degli impianti, limitando fortemente quelli situati nelle aree montane (dove l indice di boscosità è già molto alto), ammettendo solo le ZVN e le aree a rischio erosione (livello di rischio dell area elevato, maggiore di 20 t/ha*anno). Nell analisi che segue si verifica quanta parte delle ZVN e delle aree a rischio erosione ricadano nelle aree svantaggiate montane, in maniera da quantificare la porzione di territorio regionale ammissibile in relazione alla Misura Questione da verificare anche in concomitanza con il recente deferimento (giugno 2013) dell Italia alla Corte di Giustizia europea in merito alle inadempienze relative alle norme sul benessere animale riscontrate a livello nazionale per gli allevamenti di ovaiole. 38 In relazione alla tipologia di impianto a). 39 Queste tipologie di spese sono state tra quelle più utilizzate dalla Misura H del periodo In altre Regioni (ad es. Lazio) il limite risulta essere più alto (2 ha). 64

70 Figura 25 - Carta delle ZVN ricadenti in area montana svantaggiata Fonte: Elaborazioni Lattanzio VIC su dati PSR Pur considerando come l area definita come svantaggiata di montagna sia leggermente sovrastimata rispetto alla realtà (una parte dei Comuni indicati ha solo una porzione di territorio ricadente in area svantaggiata), la quota di ZVN in area svantaggiata montana è molto ridotta: su un totale regionale di ha di ZVN, solo ha (pari al 10,3%) ricadono, infatti, in zona montana. Solo una quota pari al 2,8% dell estensione totale delle aree svantaggiate montane risulta, quindi, eleggibile a finanziamento per la Misura 221. Per quanto riguarda, invece, le aree a rischio erosione che ricadano nelle aree svantaggiate, comprese le zone montane, la situazione regionale è descritta nella tabella seguente. Tabella 31 Aree a rischio erosione ricadenti in zone svantaggiate Tipo area svantaggiata Superficie in ha per classe di Superficie erosione in t/ha*anno complessiva (ha) Rapporto C/A <20 t >20 t (A) (B) (C) Aree svantaggiate di montagna ,1% Altre aree svantaggiate ,0% Aree non svantaggiate ,9% Superficie totale ,2% Fonte: Osservatorio Suoli Regione Marche Anche supponendo che non vi sia nessuna sovrapposizione tra ZVN e aree a rischio erosione, la quota di aree montane ammissibili a finanziamento per la Misura 221 risulta, quindi, pari al 10% 65

71 ca. dell estensione totale delle aree montane svantaggiate della regione Marche (2,8% per le aree ZVN più 7,1% per le aree a rischio erosione). Sebbene sia assolutamente condivisibile la scelta programmatica di restringere in maniera sostanziale le aree montane ammissibili a finanziamento per la Misura 221, preme evidenziare come tale scelta abbia portato ad un ulteriore riduzione del numero di beneficiari potenziali, contribuendo quindi alla scarsa partecipazione ai bandi di questa Misura. Le limitazioni territoriali indicate potrebbero risultare poco funzionali, altresì, se si tiene conto che uno degli obiettivi più importanti della Misura è il sostegno agli impianti tartuficoli. Non ammissibilità degli impianti a rapido accrescimento La limitazione delle condizioni di accesso relativa alla non ammissibilità degli impianti a rapido accrescimento è sostanzialmente annullata, invece, dalla possibilità di realizzare tali tipologie di impianto mediante la Misura 121 (impianti SRF, Short Rotation Forestry). Misura 224 La Misura 224 (indennità Natura 2000 in terreni forestali) è stata attivata per quel che riguarda le indennità derivanti dal rispetto dei divieti in campo forestale disposti dallo Stato (e recepiti dalla Regione Marche ) con il bando D.D.S n. 142/S10 del 25/03/ e ss.mm.ii (indennità riconosciuta per il rispetto di tali divieti pari a 200 euro/ha in aree ZPS e 50 euro/ha in aree SIC). Nel corso del 2011 è stato emanato un ulteriore bando a condizione (D.D.S n. 152/AFP del 28/04/2011) per l attivazione dell azione b), volta a compensare l adozione di misure di conservazione obbligatorie degli Habitat 9260 di Castanea sativa nei siti Natura 2000 (interventi annuali di ripulitura del sottobosco, ricostituzione del cotico erboso, mantenimento di almeno 4 vecchi esemplari di castagno ad ettaro ad invecchiamento indefinito). L indennità riconosciuta è pari, in tal caso, a 200 euro/ha. Tra le condizioni di accesso si ricorda che: la superficie massima per intervento non può superare i 30 ha; gli aiuti previsti dalla Misura sono poi sottoposti, tra le altre, alle seguenti limitazioni (limitazioni alle condizioni di accessibilità): gli interventi selvicolturali realizzati nei siti Natura 2000 devono essere compatibili con le misure di conservazione del sito interessato ed essere sottoposti alla valutazione di incidenza nei casi previsti; non sono ammissibili le spese tecniche ed amministrative inerenti la relazione di incidenza ed il procedimento di valutazione di incidenza e qualsiasi altra spesa tecnica; non sono ammissibili i maggiori costi ed i mancati guadagni derivanti dall applicazione delle vigenti prescrizioni di massima e polizia forestale o di prescrizioni contenute negli atti autorizzativi riconducibili all applicazione del vincolo idrogeologico o di altri vincoli. Per nessuno dei due bandi emanati sono state presentate domande. La motivazione di tale scarso successo risiede, probabilmente, nel livello molto basso dell indennità prevista, nel non riconoscimento delle spese tecniche e burocratiche legate alle autorizzazioni richieste e nel tetto dei 30 ha fissati per intervento (che per un azienda in area SIC corrispondono ad un premio massimo complessivo riconoscibile di soli euro), a fronte di oneri come la realizzazione della valutazione d incidenza che da soli risultano maggiori del premio riconosciuto. A giudizio del Valutatore, però, il criterio di ammissibilità che pone come limite massimo di superficie boscata indennizzabile 30 ha in pratica risulterebbe poco influente sulla capacità di attrarre nuovi beneficiari 41 Bando relativo ad i cedui a regime. 66

72 ed anche nel caso in cui si dovesse elevare tale massimale non si sortirebbe, molto verosimilmente, alcun effetto positivo, stante che uno dei maggiori problemi del comparto forestale è rappresentato dalla gravità del fenomeno della frammentazione fondiaria. Misura 226 Il primo bando relativo all Azione a) di questa Misura ( Lavori forestali volti alla riduzione del rischio di incendio ) per la quale i beneficiari ammissibili sono le Comunità Montane è stato pubblicato nel 2008 (D.D.S n.441 del 22/12/2008, dotazione finanziaria 3,25 Meuro); la scadenza di tale bando è stata poi prorogata al 2010 con D.D.S n.2 del Sempre nel corso del 2010, con D.D.S 364/S10 del 23/08/10, è stato pubblicato un nuovo bando per l Azione a) con una dotazione di 3 Meuro per il quale sono state utilizzate le risorse residue resesi disponibili in relazione al bando del Per quanto concerne lo stato di attuazione di tale Azione, a fronte del bando attivato nel 2008 sono state approvate 12 domande (13 azioni sovvenzionate), cui si aggiungono 18 domande (25 azioni sovvenzionate) approvate in relazione al bando attivato nel Le principali difficoltà di attuazione dell Azione a) della Misura 226 sono legate alla funzionalità ed alle prospettive di sopravvivenza delle Comunità Montane, che di fatto hanno rallentato in maniera significativa l avanzamento dei lavori, nonché soprattutto con riferimento al primo bando a problematiche relative alla qualità, della progettazione esecutiva richiesta agli enti montani in conformità del d. lgs. n. 163/2006 e del DPR n. 207/2010 (Codice dei contratti pubblici e relativo Regolamento). Non esistono, a giudizio del Valutatore, particolari aspetti dei bandi, inerenti tanto alle condizioni di ammissibilità e alle loro limitazioni quanto all ambito territoriale di intervento, che abbiano potuto influire ulteriormente in maniera negativa sull accesso alla prima Azione della Misura 226. Per l Azione d) della Misura ( Installazione o miglioramento di attrezzature fisse per il monitoraggio degli incendi boschivi e di apparecchiature di comunicazione ) beneficiaria Regione Marche il relativo bando è stato attivato solo nel 2010: nel corso del 2011 è stato quindi finanziato 1 progetto per un importo richiesto pari all intera dotazione di risorse previste dal bando (1 Meuro). Misura 227 Il bando per l adesione alla Misura 227, che impegna tutte le risorse disponibili (3,59 Meuro), è stato emanato con D.D.S n. 533/AFP del 15/12/2011. Sono state presentate 13 domande, di cui 11 sono risultate ricevibili, per un importo complessivo di circa 2,5 Meuro. Dall analisi del bando, non sono riscontrabili a giudizio del Valutatore particolari disposizioni che potrebbero costituire un disincentivo alla partecipazione alla Misura (non vi sono neanche limiti di carattere territoriale). Si rileva, anzi, l adozione del criterio dei costo standard per la rendicontazione dei costi sostenuti, che dovrebbe costituire un apprezzabile semplificazione procedurale per i richiedenti. Conclusioni sull analisi dei criteri di ammissibilità per le altre Misure dell Asse 2 Per la Misura 214b il limite minimo dei 2 ha costituisce un filtro adeguato per selezionare la platea dei beneficiari potenziali, in quanto ben il 97% della SAU regionale risulta comunque eleggibile a premio. Utilizzando le indagini di campo è stato rilevato come in relazione all adesione alla Misura 214b il problema maggiore per oltre la metà degli intervistati siano i costi di partecipazione (pagamento del tecnico e per le spese vive da sostenere per le analisi del terreno e per la taratura delle macchine irroratrici), mentre un terzo circa dei soggetti interpellati ritiene che i criteri di accesso e/o di priorità siano troppo restrittivi e non sempre coerenti con i fabbisogni dell azienda. 67

73 In relazione alla Misura 215 appare giustificata la scelta di escludere gli allevamenti bovini con meno di 10 UBA, limite tra sistemi produttivi di tipo imprenditoriale e quelli di tipo familiare, per l autoconsumo. Giustificata anche la scelta di escludere gli allevamenti caprini, marginali nel quadro regionale, mentre rimane da verificare l opportunità di includere quelli avicoli. L estensione minima dell area da imboschire (0,5 ha) non è un fattore limitante per l adesione alla Misura 221, in quanto al di sotto di tale limite non risulterebbe comunque economicamente conveniente svolgere alcuna attività imprenditoriale. Il criterio di ammettere solo le aziende in aree montane ricadenti in ZVN o a in aree a rischio erosione ha limitato fortemente la platea di beneficiari potenziali, in quanto solo il 10% del totale delle aree montane ricade nelle tipologia di zone indicate. Tale limitazione non appare funzionale, però, al sostegno agli impianti tartufigeni. Le motivazioni dello scarso successo della Misura 224 sono da collegarsi, invece, al basso livello delle indennità previste, piuttosto che al criterio di ammissibilità relativo alla superficie massima indennizzabile (30 ha), anche considerando l alto grado di frammentazione delle proprietà forestali. Per quanto riguarda le Misure 226 e 227, infine, non sono state rilevate problematiche particolari legate ai criteri di ammissibilità che abbiano potuto influire sulla partecipazione dei potenziali beneficiari IL PROCESSO DI SELEZIONE DEGLI INTERVENTI LEADER In questo paragrafo vengono dettagliate le specificità che sono emerse sul ruolo dei GAL nel processo di selezione del parco progetti finanziati attraverso il metodo LEADER. Tra le considerazioni di carattere generale che risultano prodromiche e funzionali all intera analisi, occorre anzitutto osservare che, in linea generale, la tempistica per l approvazione dei PSL marchigiani ha rappresentato un elemento critico 42 : in particolare, l identificazione di idonei criteri di selezione da parte dei GAL, ha richiesto tempi relativamente lunghi ed ha visto il fattivo accompagnamento da parte dell Autorità di Gestione. Il processo di definizione dei criteri di selezione per le Misure attivate dai GAL si è completato con la formale approvazione degli stessi, in aggiunta ai criteri regionali, da parte del Comitato di Sorveglianza nel giugno Preme ricordare che il Regolamento 1698/2005 del FEASR all Art stabilisce che I Gal selezionano i progetti da finanziare nell'ambito della strategia. Rispetto all autonomia di scelta dei criteri di selezione dei beneficiari da parte dei GAL, il panorama italiano si presenta abbastanza variegato. La figura seguente traccia una prima mappatura di un indagine svolta dalla Rete Rurale 43 nel 2011 sulle modalità individuate dalle 21 Regioni e Province Autonome per definire i criteri di selezione delle iniziative promosse attraverso il metodo LEADER. 42 Su questo si può vedere il documento delle RRN, La selezione dei GAL e dei PSL italiani nei Programmi di Sviluppo Rurale , 2010, in cui si evidenzia che la tempistica per l approvazione dei PSL nelle Marche è stata in totale di 895 giorni, di questi 728 relativi alla fase di istruttoria e 137 per la fase di elaborazione e 30 per la pubblicazione, rispetto ad una media italiana di 715 giornate per concludere l intero iter di approvazione dei PSL. 43 D. Cacace e M. di Rienzo, La selezione dei beneficiari dei PSL quadro normativo e metodologie operative, presentazione Napoli 12/05/

74 Figura 26 Modalità di individuazione dei Criteri di Selezione da parte dei GAL Fonte: Rete Rurale Nazionale Dalla figura precedente si evidenzia come la Regione Marche, insieme ad altre 6 Regioni italiane, abbia optato per una modalità intermedia, in cui i GAL hanno potuto identificare alcuni dei criteri di priorità che ritenevano più rispondenti alle esigenze di intervento nei rispettivi territori, considerate le specifiche situazioni di partenza ed i contesti in cui agivano. Una scelta che ha rafforzato il carattere bottom up dell approccio LEADER e la c.d. autonomia decisionale dei GAL. A tale riguardo, si fa presente che dall indagine svolta direttamente con i rappresentati dei GAL marchigiani, nel mese di ottobre 2012, è emerso che solo 3 dei 6 GAL ritengono che i criteri di selezione siano efficaci rispetto alle priorità del PSL. Gli altri GAL hanno evidenziato che, in qualche caso, il peso di alcuni dei criteri identificati dall AdG del PSR Marche (in particolare quello relativo alla zonizzazione) hanno avuto effetti distorsivi nella formazione della graduatoria. Per ulteriori dettagli sull analisi svolta con i GAL si rimanda al capitolo 3.7 del presente Rapporto. L istruttoria delle domande relative alle Misure per l attuazione degli interventi con beneficiario diverso dal GAL, si svolge secondo le regole contenute nel Manuale delle Procedure approvato con DDS n. 429/S10 del 23/09/2010. Nell ambito del processo selettivo, i criteri di selezione stabiliti dai GAL per il proprio territorio si configurano come integrativi rispetto a quelli definiti a livello regionale, con un peso ponderato pari ad una percentuale sul totale variabile secondo la Misura di riferimento. Le domande ritenute ammissibili al finanziamento del Programma vengono dunque ordinate secondo il punteggio attribuito, calcolato sommando il punteggio attributo ai singoli criteri di priorità moltiplicato per il proprio peso percentuale. La sommatoria di tutti i valori così ottenuti rappresenterà il punteggio finale in graduatoria. L analisi valutativa intende fornire un quadro di riepilogo della coerenza dei criteri di selezione adottati dai GAL rispetto agli obiettivi delle singole Misure, cui si aggiunge un ulteriore confronto tra i criteri adottati dai 6 GAL marchigiani sulla stessa iniziativa allo scopo di dare evidenza alle priorità locali identificate. Come anticipato, in questa fase appare prematuro proporre un analisi sull efficacia dei criteri di selezione in considerazione del basso livello di avanzamento procedurale dei GAL. Dal grafico seguente si evince come l attività di selezione delle domande di aiuto sia ad oggi abbastanza limitata. Le 67 domande, ad oggi finanziate sulla Misura 413, rappresentano infatti un numero molto basso e 69

75 non adeguato a pervenire ad un analisi significativa, considerando che, com è noto, la Misura 413 in oggetto comprende tutte le Misure/Sottomisure dell Asse 3 attivate attraverso LEADER. Figura 27 - Domande di aiuto presentate e finanziate per GAL con la Misura 413 Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Analisi dei criteri di priorità - Misura 312 a La Misura 312 Azione A Sostegno alla creazione e sviluppo di microimprese ha l obiettivo generale di favorire il Miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali e promozione della diversificazione delle attività economiche. Tabella 32 - Obiettivi e azioni della Misura 312 Misura Obiettivi Azioni Chiave 312 Miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali e promozione della diversificazione delle attività economiche Valorizzazione e potenziamento dell esperienza LEADER Favorire la diversificazione delle attività rurali ed il miglioramento delle opportunità occupazionali Valorizzare le risorse endogene dei territori rurali marchigiani Fonte: PSR Marche 2007/2013, Versione 9 approvata con Deliberazione 34 del 15 novembre 2011, pag.489 Come si evince dalla tabella sopra riportata, la Misura si prefigge di favorire la creazione di occupazione nelle aree rurali attraverso il sostegno per iniziative imprenditoriali volte alla promozione del patrimonio locale. Uno dei temi centrali della Misura è di favorire la microimprenditorialità e, dunque, il dinamismo economico, puntando sulla valorizzazione delle risorse locali. A tale riguardo occorre ricordare che, proprio in ragione della natura degli interventi finanziati, la Misura concorre appieno alla valorizzazione dell indicatore di risultato numero 8 relativo alla creazione di posti di lavoro. L analisi sulla coerenza dei criteri di selezione intende porre in evidenza la correlazione tra i criteri di selezione individuati dalla Regione e dai GAL e gli obiettivi sopra menzionati. L analisi prosegue poi verificando la coerenza tra i criteri selezionati dai singoli GAL e la strategia definita all interno del Piano di Sviluppo Locale. 70

76 Il grafico successivo riporta il peso percentuale dei singoli criteri di selezione regionali e quelli introdotti dai GAL. Figura 28 - Distribuzione del peso percentuale dei criteri di selezione nella Misura 312 (valori in %) Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC sulla base delle Disposizioni attuative del PSR Marche Dalla tabella successiva si evince come la Regione Marche abbia fortemente puntato sulla localizzazione degli interventi, favorendo le aree più marginali. Nel caso del LEADER la maggior parte dei comuni già ricadono in queste aree, tuttavia tale criterio assicura una maggiore concentrazione delle risorse. Un altro criterio rilevante (15%) è quello connesso alla capacità di creare nuova occupazione coerentemente con le strategie definite. Anche la promozione dell utilizzo di TIC sicuramente intende promuovere un miglioramento generale della qualità della vita nelle aree rurali. In sintesi i 5 criteri di selezione identificati dalla Regione appaiono coerenti con gli obiettivi prioritari della Misura, mentre manca un riferimento chiaro alla selezione di iniziative che possano valorizzare l esperienza LEADER maturata nel corso degli anni, obiettivo che, come si vedrà nel seguito, è stato perseguito con alcuni criteri individuati dagli stessi GAL. Tabella 33 - Coerenza tra criteri di selezione regionali e obiettivi della Misura 312 Livello di Coerenza Criteri di selezione regionali Punteggio Obiettivi della Misura 312 (A,M,B) Investimenti nelle aree D e C3 35 A Qualità della vita nelle zone Investimenti realizzati nelle aree natura A rurali Investimenti con l utilizzo di TIC 5 M Investimenti destinati a creare occupazione nelle 15 Diversificazione delle A nuove imprese attività economiche Investimenti realizzati da imprenditrici 5 M Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC In relazione invece al contributo dei criteri di selezione individuati dai GAL si ricorda che l incidenza di questi sul totale del punteggio attribuito alla domanda di finanziamento è del 35%, pertanto i criteri di selezione identificati dalla Regione assumono un peso rilevante nella selezione delle domande di aiuto presentate sulla Misura 312. Nella tabella successiva sono stati aggregati, ove possibile, per temi omogenei tutti i criteri di selezione individuati dai 6 GAL e, attraverso gli stessi temi, correlati agli obiettivi della Misura. 71

77 Tabella 34 - Coerenza tra criteri di selezione GAL e obiettivi PSR Misura 312 GAL Descrizione criterio Punteggio Tema del criterio FLAMINIA CESANO PICENO Accordi commerciali turismo, agricoltura commercio Interventi con accordi di commercializzazione con produttori agricoli COLLI ESINI Accordi commerciali con agricoltori 5 MONTEFELTRO FERMANO FLAMINIA CESANO/ COLLI ESINI SIBILLA Accordi di commercializzazione di prodotti di qualità con agricoltori locali Accordi di commercializzazione con agricoltori Interventi su edifici storici o di pregio 4 Investimenti realizzati in edifici siti in centri/nuclei storici, o edifici di pregio FERMANO Interventi su edifici storici o di pregio 5 FERMANO COLLI ESINI FLAMINIA CESANO Investimenti all'interno di itinerari turistici esistenti Interventi ricadenti in aree progetto pilota PSL Investimenti nei comuni in ritardo di sviluppo (aree A, B, C dell'analisi) Interventi in aree a vincolo paesistico ai MONTEFELTRO 10 sensi D.L. 42/2004 COLLI ESINI Interventi connessi con la Misura COLLI ESINI PICENO Centro di degustazione integrativo attività ricettiva Interventi con strutture aggiuntive al servizio di accoglienza Accordi commerciali Valorizzazione patrimonio storico e culturale Itinerari turistici esistenti Integrazione degli interventi SIBILLA Giovani imprenditori 10 Imprenditoria FERMANO Giovani imprenditori 10 giovanile FLAMINIA CESANO Interventi con reti di imprese esistenti 4 COLLI ESINI Interventi con reti di imprese esistenti 5 FLAMINIA CESANO COLLI ESINI FLAMINIA CESANO FLAMINIA CESANO/ COLLI ESINI Edilizia sostenibile e abbattimento delle barriere architettoniche Interventi in bioarchitettura e risparmio energetico Progetti presentati da cooperative sociali di tipo B Reti di imprese Modalità di intervento Livello di coerenza (A, M, B) Possesso di titoli di studio specifici 4 M Altro SIBILLA Microimprese di nuova costituzione 10 M PICENO Interventi finalizzati alla valorizzazione di prodotti di qualità (BIO, QM,DOP,IGP) 2 6 A A A M A A M M 10 M Obiettivi della Misura 312 Rafforzamento del tessuto economico Rafforzamento del tessuto economico Esperienza LEADER Rafforzamento del tessuto economico Qualità della vita nelle zone rurali Rafforzamento del tessuto economico Qualità della vita nelle zone rurali Rafforzamento del tessuto economico 72

78 Si evidenzia che i punteggi maggiori sono stati attribuiti alle iniziative che prevedono accordi commerciali con agricoltori (fino al 25% nel caso del GAL Montefeltro che propone questo come criterio di selezione prioritario) e, dunque, il legame tra la tipologia di intervento individuata (i centri di degustazione e ristoro) ed i soggetti imprenditoriali attivi sul territorio. Un legame che si pone in piena sintonia con l obiettivo della Misura di promuovere il rafforzamento del tessuto economico, attraverso non solo la creazione di microimprese commerciali, ma anche favorendo altri settori economici delle aree rurali, con particolare riferimento al settore primario, secondo una logica coerente con la valorizzazione dei prodotti del territorio. Altri criteri con punteggi rilevanti sono direttamente connessi alla promozione di una strategia di sviluppo locale secondo le specificità proprie dell approccio LEADER, quali la valorizzazione delle risorse endogene del territorio, funzionale ad un percorso di sviluppo sostenibile. In tal senso è stata intesa la priorità riconosciuta ad alcune tipologie di intervento, quali gli interventi su edifici storici di pregio e le iniziative poste all interno di itinerari turistici già definiti. In tal modo è stato possibile anche dare continuità al percorso di sviluppo avviato con le precedenti esperienze LEADER, durante le quali sono stati realizzati e/o riqualificati alcuni degli itinerari turistici in questione. Inoltre l integrazione e la diversificazione delle attività e dei servizi sono valorizzate dai GAL Colli Esini e Piceno che riconoscono una priorità ai progetti che prevedono l introduzione di servizi aggiuntivi. Un ulteriore elemento che emerge è la eterogeneità dei criteri di selezione adottati dai singoli GAL: alcuni hanno puntato su un aspetto specifico, mentre altri hanno introdotto una pluralità di fattori con punteggi molto frammentati (è il caso del GAL Colli Esini e del GAL Flaminia Cesano), in maniera da suddividere il peso del 35% a disposizione su più priorità. Infine, si nota la scelta dei GAL Piceno e GAL Fermano, che invece hanno optato per l introduzione di un numero limitato di criteri con punteggi omogenei in grado di contribuire in maniera sicuramente più efficace ad indirizzare il parco dei progetti verso gli obiettivi definiti all interno delle proprie strategie di sviluppo locale. Infine, a chiusura di questa disamina, vengono riportate delle riflessioni, sintetizzate in forma tabellare per ciascun GAL, sulla coerenza dei criteri selezionati adottati dai singoli GAL e gli obiettivi della Misura 312 all interno di ciascun Piani di Sviluppo Locale. Per quel che concerne il GAL Flaminia Cesano, l obiettivo della Misura è di incrementare l occupazione nel territorio del GAL Flaminia Cesano, attraverso il rafforzamento del tessuto economico, promuovendo e sostenendo l imprenditorialità a livello di microimprese e contribuendo a favorire il riequilibrio territoriale 44. In questo senso l ipotesi di favorire soggetti svantaggiati (cooperative di tipo sociale B) o anche di favorire territori svantaggiati e sostenere la creazione di accordi commerciali con agricoltori appaiono coerenti rispetto a quanto previsto. Altri criteri, quali ad es. l edilizia sostenibile o gli interventi su edifici storici e di pregio, contribuiscono solo in via indiretta all obiettivo principale, favorendo rispettivamente la qualità delle iniziative progettuali e la valorizzazione del patrimonio locale. 44 Cfr. GAL Flaminia Cesano Piano di Sviluppo Locale, schede Asse III. 73

79 Tabella 35 - Coerenza tra criteri di selezione GAL FLAMINIA CESANO e Obiettivi PSL Misura 312 GAL Obiettivi della Misura 312 nel PSL del GAL FLAMINIA CESANO FLAMINIA CESANO Incrementare l occupazione nel territorio del GAL Flaminia Cesano, attraverso il rafforzamento del tessuto economico, promuovendo e sostenendo l imprenditorialità a livello di microimprese e contribuendo a favorire il riequilibrio territoriale Descrizione criterio Punteggio Livello di coerenza (A, M, B) Accordi commerciali turismo, agricoltura, commercio 6 A Interventi su edifici storici o di pregio 4 B Interventi con reti di imprese esistenti 4 A Possesso di titoli di studio specifici 4 M Edilizia sostenibile e abbattimento delle barriere architettoniche 7 B Investimenti nei comuni in ritardo di sviluppo (aree A B C dell'analisi) 4 A Progetti presentati da cooperative sociali di tipo B 6 A Nel caso del GAL Piceno l obiettivo è di promuovere l aggregazione e la qualificazione delle fasi a valle della catena del valore nei settori tipici dell economia rurale, ivi compreso il turismo, allo scopo di rafforzarne la competitività 45 e sicuramente i 3 criteri identificati - valorizzazione dei prodotti di qualità, creazione di servizi integrati e accordi con produttori agricoli - si muovono coerentemente rispetto a quanto si intende raggiungere. Tabella 36 - Coerenza tra criteri di selezione GAL PICENO e Obiettivi PSL Misura 312 GAL Obiettivi della Misura 312 nel PSL del GAL PICENO PICENO Promuovere l aggregazione e la qualificazione delle fasi a valle della catena del valore nei settori tipici dell economia rurale, ivi compreso il turismo, allo scopo di rafforzarne la competitività Descrizione criterio Punteggio Livello di coerenza (A, M, B) Interventi con accordi di commercializzazione con produttori agricoli 15 A Interventi con strutture aggiuntive al servizio di accoglienza 10 A Interventi finalizzati alla valorizzazione di prodotti di qualità (BIO, QM, DOP, IGP) 10 M Per il GAL Fermano invece l obiettivo previsto è di contribuire alla creazione di una rete territoriale e telematica di punti per l esposizione, la degustazione e vendita (anche on line) di prodotti agroalimentari di qualità, anche legati all economia solidale ed all accorciamento della filiera produttore-consumatore 46. Dei quattro criteri identificati, quelli a favore degli investimenti all interno degli itinerari turistici esistenti e di accordi commerciali con gli agricoltori contribuiscono in maniera diretta al raggiungimento dell obiettivo fissato in sede di programmazione e anche gli altri identificati concorrono, in forme diverse, alla corretta realizzazione della strategia identificata. 45 Cfr. GAL Piceno - Piano di Sviluppo Locale (Maggio 2010), pag Cfr. GAL Fermano Piano di Sviluppo Locale, pag

80 Tabella 37 - Coerenza tra criteri di selezione GAL FERMANO e obiettivi PSL Misura 312 GAL Obiettivi della Misura 312 nel PSL del GAL FERMANO FERMANO Contribuire alla creazione di una rete territoriale e telematica di punti per l esposizione, la degustazione e vendita (anche on line) di prodotti agroalimentari di qualità, anche legati all economia solidale ed all accorciamento della filiera produttore-consumatore Descrizione criterio Punteggio Livello di coerenza (A, M, B) Accordi di commercializzazione con agricoltori 10 A Interventi su edifici storici o di pregio 5 M Investimenti all'interno di itinerari turistici esistenti 10 A Giovani imprenditori 10 M Nel caso del GAL Colli Esini l obiettivo da raggiungere attraverso la Misura 312 è di Migliorare l offerta turistica del territorio, nel quadro della ricerca di una maggiore competitività sul mercato turistico e di incrementare le opportunità di reddito 47. In questo senso gli otto criteri introdotti sono tesi a contribuire al raggiungimento di questo traguardo. È importante osservare che la pluralità dei criteri selezionati non sembrerebbe agire a favore di una selezione forte, non indirizzando il parco progetti verso un unica direzione. Al contrario favorisce l attuazione di una molteplicità di iniziative in diversi ambiti e con diverse caratteristiche che tuttavia concorrono con intensità diverse all obiettivo identificato. Tabella 38 - Coerenza tra criteri di selezione GAL COLLI ESINI e obiettivi PSL Misura 312 GAL Obiettivi della Misura 312 nel PSL del GAL COLLI ESINI COLLI ESINI Migliorare l offerta turistica del territorio, nel quadro della ricerca di una maggiore competitività sul mercato turistico e di incrementare le opportunità di reddito Descrizione criterio Punteggio Livello di coerenza (A, M, B) Accordi commerciali con agricoltori 5 A Interventi con reti di imprese esistenti 5 A Interventi in bioarchitettura e risparmio energetico 2 M Interventi ricadenti in aree progetto pilota PSL 5 M Interventi connessi con la Misura A Centro di degustazione 5 A Interventi su edifici storici o di pregio 4 A Possesso di titoli di studio specifici 4 M Nel caso del GAL Montefeltro, l obiettivo della Misura previsto nel PSL, prevede di Aumentare la capacità produttiva e di attrazione del territorio migliorando la sostenibilità ambientale 48. La scelta di concentrare i punteggi a disposizione su due criteri di selezione li rende senz altro maggiormente selettivi ed efficaci. Entrambi poi presentano una diretta connessione all obiettivo identificato dal PSL. Infatti, da un lato si favoriscono interventi in aree a vincolo paesistico volti ad aumentare l attrattività dell intero territorio e, dall altro, si privilegiano accordi con i produttori locali in vista di un incremento della capacità produttiva dell area. 47 Cfr. GAL Colli Esini Piano di Sviluppo Locale, pag Cfr. GAL Montefeltro Piano di Sviluppo Locale, pag

81 Tabella 39 - Coerenza tra criteri di selezione GAL MONTEFELTRO e obiettivi PSL Misura 312 GAL Obiettivi della Misura 312 nel PSL del GAL MONTEFLETRO MONTEFELTRO Aumentare la capacità produttiva e di attrazione del territorio migliorando la sostenibilità ambientale Descrizione criterio Punteggio Livello di coerenza (A, M, B) Accordi di commercializzazione di prodotti di qualità con agricoltori locali 25 M Interventi in aree a vincolo paesistico ai sensi D.L. 42/ A Infine per quel che concerne il GAL Sibilla, nonostante siano stati previsti dei criteri di selezione per questa tipologia di intervento (Misura 312 a), dal PSL 49 si evince che tale Sottomisura non verrà attivata poiché non corrispondente ai fabbisogni della strategia stessa. Pertanto in questa sede non verrà effettuata l analisi di coerenza tra gli obiettivi della sottomisura ed i criteri identificati Analisi dei criteri di priorità - Misura 323b Interventi di recupero di beni culturali minori in funzione della fruizione turistica La Misura 323 Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale prevede attraverso l Azione B di realizzare Interventi di recupero di beni culturali minori in funzione della fruizione turistica e di raggiungere l obiettivo strategico del miglioramento dell attrattività delle aree rurali, favorendo la riqualificazione, il miglioramento e la valorizzazione del patrimonio storico e culturale presenti sul territorio. Tabella 40 - Obiettivi e azioni della Misura 323 Misura Obiettivi Azioni Chiave Miglioramento dell attrattività delle aree rurali Investimenti materiali ed immateriali destinati alla riscoperta, preservazione e diffusione della conoscenza 323 del patrimonio culturale regionale Riqualificazione, il miglioramento e la valorizzazione Manutenzione, restauro e riqualificazione del patrimonio del patrimonio storico e culturale presenti sul storico-culturale favorendone la fruizione pubblica territorio Fonte: PSR Marche 2007/2013, Versione 9 approvata con Deliberazione 34 del 15 novembre 2011, pag.504 Come si evince dalla tabella sopra riportata, la Misura nel suo complesso si propone di intervenire sul tema dell attrattività e della valorizzazione delle risorse endogene, in particolare attraverso la riqualificazione del cospicuo patrimonio storico, architettonico, culturale presente nelle aree rurali in cui operano i GAL. La Misura all azione A finanzia iniziative di carattere immateriale, nello specifico studi e ricerche funzionali alla valorizzazione del vasto patrimonio culturale diffuso nei tanti borghi minori che caratterizzano l entroterra marchigiano e sui quali realizzare poi gli interventi strutturali e di recupero, di cui all Azione B. Questa tipologia di interventi si rivolge a beneficiari pubblici e/o gestori del patrimonio culturale che vedono, attraverso la valorizzazione del patrimonio, la possibilità di aumentare l attrattività e la competitività complessiva di queste aree. L analisi sulla coerenza dei criteri di selezione intende porre in evidenza la correlazione tra i criteri di selezione individuati dalla Regione e dai GAL e gli obiettivi sopra menzionati. Il grafico successivo riporta il peso percentuale dei singoli criteri di selezione individuati dalla Regione Marche per questa tipologia di intervento, evidenziando che, rispetto ad altre Misure attivate 49 Cfr. PSL Sibilla schede di Misura Misura 4132 Incentivazione attività turistiche. 76

82 attraverso il metodo LEADER, il peso dei criteri regionali raggiunge il 50%. Pertanto in questo caso i GAL hanno la possibilità di condizionare in misura maggiore la selezione del parco progetti rispetto agli obiettivi specifici dei Piano di Sviluppo Locale. Figura 29 - Distribuzione del peso percentuale dei criteri di selezione nella Misura 323 (valori in %) Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC sulla base delle Disposizioni attuative del PSR Marche In relazione ai criteri di selezione individuati dall AdG, si osserva come questi diano valore alla integrazione con le iniziative finanziate dai Fondi Strutturali, in particolare con il FESR. Si tratta di un approccio coerente considerando che gli investimenti volti a valorizzare il patrimonio storico e culturale accrescono i propri effetti se agiscono in modo sinergici. Anche il vincolo geografico, per cui sono privilegiati interventi nelle aree montane e/o ricadenti in aree ad alto valore naturalistico, ha una forte rilevanza, una scelta che appare in linea con gli obiettivi propri dell Asse 3. La Tabella che segue evidenzia una sostanziale coerenza tra i criteri di selezione individuati a livello regionale e gli obiettivi della Misura 323, tuttavia preme osservare che il peso riconosciuto alla localizzazione geografica degli interventi influenza in maniera rilevante la formulazione della graduatoria, sebbene non condizioni in alcun modo la qualità della proposta progettuale. Tabella 41 - Coerenza tra criteri di selezione regionali e obiettivi della Misura 323 Livello di Coerenza Criteri di selezione regionali Punteggio Obiettivi della Misura 323 (A,M,B) Investimenti integrativi rispetto ad interventi Valorizzazione del patrimonio 25 M FESR storico culturale Investimenti nelle aree D e C3 15 M Attrattività delle aree rurali Investimenti realizzati nelle aree natura M Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC In relazione invece al contributo dei criteri di selezione individuati dai GAL, con riferimento alla sola Azione B, il Valutatore propone nella tabella che segue un aggregazione, ove possibile, per temi omogenei di tutti i criteri di selezione individuati dai 6 GAL e mette in correlazione i temi stessi con gli obiettivi della Misura. Tabella 42 - Coerenza tra criteri di selezione dei GAL e obiettivi PSR Misura 323 B GAL Descrizione criterio Punteggio Tema del criterio Livello di coerenza (A, M, B) Obiettivi della Misura 323 COLLI ESINI Investimenti siti in centri e nuclei 20 Identificazione/ A Valorizzazione del 77

83 GAL Descrizione criterio Punteggio COLLI ESINI FERMANO FLAMINIA CESANO FERMANO PICENO PICENO SIBILLA Tema del criterio Livello di coerenza (A, M, B) Obiettivi della Misura 323 storici Localizzazione patrimonio storico culturale Complementarità rispetto a itinerari 20 tematici e territoriali Investimenti riguardanti beni culturali o beni paesaggistici di cui al D.Lgs gennaio 2004, n. 42 interventi riguardanti il patrimonio artistico, storico ed archeologico delle 5 aree rurali Investimenti realizzati nelle aree protette o aree di elevato valore 15 ambientale Recupero del patrimonio culturale connesso alle attività agricole 20 Livello di progettazione dell intervento proposto 15 Attrattività aree rurali Livello di progettazione Stato di Valorizzazione del 15 B dell intervento proposto avanzamento patrimonio storico culturale FERMANO Stato della progettazione 15 COLLI ESINI Progetti integrati anche in ambito pubblico privato Progetti integrati anche in ambito MONTEFELTRO pubblico privato FLAMINIA Progetti integrati anche in ambito CESANO pubblico privato SIBILLA Struttura museale in una rete e o sistema esistenti Progetti di qualificazione dell offerta SIBILLA culturale e condivisione da parte di più strutture di figure professionali Fruibilità del bene oggetto di PICENO intervento anche da istituti scolastici o di ricerca Garanzia di apertura al pubblico ed MONTEFELTRO accessibilità del bene FLAMINIA Investimenti e partecipazione CESANO finanziaria del proponente Interventi che migliorino la sicurezza, FLAMINIA la accessibilità e la fruizione per i CESANO diversamente abili FLAMINIA CESANO FLAMINIA CESANO Interventi che prevedano dispositivi tecnologici (ICT) Investimenti attraverso attività di edilizia sostenibile Pubblico/privato A Attrattività aree rurali Rete di musei M Attrattività aree rurali Accessibilità A Attrattività aree rurali M 5 Qualità M progettuale 5 M 5 M Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Attrattività aree rurali Valorizzazione del patrimonio storico culturale Si evidenzia che, in considerazione della tipologia di intervento finanziato ovvero recupero del patrimonio storico culturale presente nelle aree di intervento, solo il GAL Flamina Cesano, ha previsto una premialità, seppur limitata, per l utilizzo di particolari tecniche di costruzione e privilegiando le modalità con cui l intervento di recupero verrà realizzato. Inoltre, in generale, si osserva che vi è un ampia eterogeneità di criteri e punteggi adottati dai GAL anche sulla base dei 78

84 proprio fabbisogni e della strategia di sviluppo di riferimento. Il tema dell identificazione/localizzazione dell immobile su cui realizzare l intervento di recupero è sicuramente centrale tutti i GAL favoriscono progetti che prevedono interventi su strutture già previamente identificate, e riservano a questo tema in media circa 17 punti sui 50 a disposizione. Altri aspetti rilevanti attengono invece all incremento della attrattività, attraverso la riqualificazione del patrimonio culturale presente. E c è chi, come i GAL Colli Esini, Montefeltro e Flaminia Cesano, vedono nei progetti promossi attraverso partenariati pubblico-privati un elemento di successo. Mentre invece, per il GAL Sibilla, l aspetto centrale è quello della creazione di una rete di strutture museali in maniera da incrementare e diversificare l offerta, secondo una logica atta a valorizzare un patrimonio diffuso tipico delle aree rurali. Con altre priorità i GAL hanno inteso favorire la qualità del parco progetti, sotto diverse forme (es. edilizia sostenibile, sicurezza, ecc.), aspetti a nostro avviso rilevanti e a cui si è ritenuto di assegnare una correlazione media, sebbene indiretta, agli obiettivi individuati. Il tema dello stato di avanzamento della progettazione assume particolare rilevanza per tali tipologie di interventi, per le quali occorre tenere in adeguata considerazione non solo i tempi di realizzazione, ma la stessa esecutività dell opera a fronte delle necessarie autorizzazioni da parte degli Organismi competenti. A tale riguardo si osserva che lo stato esecutivo della progettazione presenta una bassa correlazione con gli obiettivi della Misura, mentre costituisce un presupposto per la concreta fattibilità dell intervento, che avrebbe potuto essere assicurata più efficacemente se prevista quale criterio di ammissibilità delle domande presentate. Spostando l attenzione ai singoli PSL, di seguito si riporta una tabella di sintesi per ciascun GAL, degli esiti dell analisi di coerenza dei criteri selezionati adottati e degli obiettivi desunti dalla lettura dei Piani locali. Per quel che concerne il GAL Colli Esini, l obiettivo della Misura 323 all interno della strategia di Sviluppo Locale è quello di Rafforzare la competitività del territorio come destinazione turistica anche attraverso l aumento della qualità e della fruibilità delle risorse culturali ed ambientali presenti 50. In questo senso i criteri di selezione adottati dal GAL mirano a promuovere interventi su edifici/monumenti già identificati come patrimonio culturale e visibili nei centri storici. Infine vengono promosse, con un punteggio aggiuntivo del 10%, le iniziative che includono partenariati tra soggetti pubblici e privati, in linea con l approccio LEADER che mira a favorire la cooperazione e l integrazione tra soggetti istituzionali e gli operatori socio-economici che operano sul territorio. Tabella 43 - Coerenza tra criteri di selezione GAL Colli Esini e gli Obiettivi PSL Misura 323 GAL Obiettivi della Misura 323 del GAL Colli Esini COLLI ESINI Rafforzare la competitività del territorio come destinazione turistica anche attraverso l aumento della qualità e della fruibilità delle risorse culturali ed ambientali presenti. Descrizione criterio Punteggio Livello di coerenza (A, M, B) Investimenti siti in centri e nuclei storici 20 A Complementarità rispetto a itinerari tematici e territoriali 20 A Progetti integrati anche in ambito pubblico privato 10 A Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC In relazione al GAL Fermano, si osserva come nel PSL sia definito come obiettivo della Misura 323 quello della Conservazione, valorizzazione o riqualificazione del patrimonio di risorse identitarie particolarmente rappresentative, esemplificative e strategiche, favorendone la fruizione pubblica 50 Cfr. GAL Colli Esini Piano di Sviluppo Locale, pag

85 soprattutto ai fini della promozione turistica del territorio 51. A fronte di questi obiettivi, i criteri di selezione appaiono mediamente coerenti soprattutto per quel che riguarda la valorizzazione del patrimonio identitario del GAL. Con l introduzione del criterio sullo stato di avanzamento si intendono favorire i progetti esecutivi, ma, come evidenziato in precedenza, si tratta di aspetti non strettamente collegati agli obiettivi della Misura. Tabella 44 - Coerenza tra criteri di selezione GAL Fermano e gli Obiettivi PSL Misura 323 GAL Obiettivi della Misura 323 del Gal Fermano La conservazione, valorizzazione o riqualificazione del patrimonio di risorse identitarie FERMANO particolarmente rappresentative, esemplificative e strategiche, favorendone la fruizione pubblica soprattutto ai fini della promozione turistica del territorio. Descrizione criterio Punteggio Livello di coerenza (A, M, B) Investimenti riguardanti beni culturali o beni paesaggistici di cui al D.Lgs A gennaio 2004, n. 42 Investimenti realizzati nelle aree protette o aree di elevato valore 15 M ambientale Stato della progettazione 15 B Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Per quel che attiene al GAL Flaminia Cesano, il PSL prevede quale obiettivo della Misura 323 quello di Favorire la riscoperta, preservazione e diffusione della conoscenza del patrimonio culturale regionale legato alle tradizioni dei territori rurali e del patrimonio paesaggistico; e la manutenzione, restauro e riqualificazione del patrimonio storico-culturale e paesaggistico presente nelle aree rurali e sua valorizzazione, favorendone la fruizione pubblica 52. A fronte di questi obiettivi, il GAL ha individuato sei criteri di selezione che, in gran parte, vanno a premiare la qualità progettuale e della fruizione. Entrando nel merito, le priorità con punteggi più rilevanti attengono a interventi che prevedono un coinvolgimento di soggetti privati nell iniziativa finanziata. Tabella 45 - Coerenza tra criteri di selezione GAL Flaminia Cesano e gli Obiettivi PSL Misura 323 GAL Obiettivi della Misura 323 del GAL Flaminia Cesano FLAMINIA CESANO Favorire la riscoperta, preservazione e diffusione della conoscenza del patrimonio culturale regionale legato alle tradizioni dei territori rurali e del patrimonio paesaggistico; e la manutenzione, restauro e riqualificazione del patrimonio storico-culturale e paesaggistico presente nelle aree rurali e sua valorizzazione, favorendone la fruizione pubblica. Descrizione criterio Punteggio Livello di coerenza (A, M, B) Progetti integrati anche in ambito pubblico privato 20 A Investimenti e partecipazione finanziaria del proponente 10 A Interventi riguardanti il patrimonio artistico, storico ed archeologico delle aree rurali 5 A Interventi che migliorino la sicurezza, l accessibilità e la fruizione per i diversamente abili 5 A Interventi che prevedano dispositivi tecnologici (ICT) 5 A Investimenti attraverso attività di edilizia sostenibile 5 A Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC 51 Cfr. GAL Fermano Piano di Sviluppo Locale, pag Cfr. GAL Flaminia Cesano Piano di Sviluppo Locale, schede Asse III. 80

86 Il GAL Montefeltro ha invece previsto come obiettivo generale per le iniziative finanziate dalla Misura 323 quello di Rafforzare e qualificare l offerta integrata territorio-turismo nel rispetto della tutela e valorizzazione del patrimonio diffuso 53. In particolare i criteri di selezione, di seguito riportati, seppur limitati nel numero, solo 2, identificano in maniera chiara le tipologie di progetti che possono concorrere al citato obiettivo. In particolare, gli accordi con i privati favoriscono la creazione di un offerta integrata di servizi volti ad accrescere la qualità della fruibilità dei beni, a favorire la diffusione di modalità gestionali efficienti e, indirettamente, il coinvolgimento degli attori economici presenti sul territorio. Allo stesso modo prediligere progetti che possono garantire una fruibilità delle iniziative finanziate mira proprio alla valorizzazione del patrimonio oggetto di intervento. Tabella 46 - Coerenza tra criteri di selezione GAL Montefeltro e gli Obiettivi PSL Misura 323 GAL Obiettivi della Misura 323 del Gal Montefeltro MONTEFELTRO Rafforzare e qualificare l offerta integrata territorio-turismo nel rispetto della tutela e valorizzazione del patrimonio diffuso. Descrizione criterio Punteggio Livello di coerenza (A, M, B) Garanzia di apertura al pubblico ed accessibilità del bene 30 A Progetti integrati anche in ambito pubblico privato 20 A Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Il GAL Piceno ha definito come obiettivo delle iniziative promosse attraverso la Misura 323 Azione B quello di Migliorare l attrattività delle aree rurali, favorendo la riqualificazione, il miglioramento e la valorizzazione del patrimonio storico e culturale presenti sul territorio 54. I primi due criteri, di cui alla tabella seguente, appaiono maggiormente funzionali al perseguimento della valorizzazione e della fruizione dei beni. Meno diretto invece è il contributo del livello di progettazione. Tabella 47 - Coerenza tra criteri di selezione GAL Piceno e gli Obiettivi PSL Misura 323 GAL Obiettivi della Misura 323 del Gal Piceno PICENO Migliorare l attrattività delle aree rurali, favorendo la riqualificazione, il miglioramento e la valorizzazione del patrimonio storico e culturale presenti sul territorio. Descrizione criterio Punteggio Livello di coerenza (A, M, B) Recupero del patrimonio culturale connesso alle attività agricole 20 A Fruibilità del bene oggetto di intervento anche da istituti scolastici o di A ricerca 15 Livello di progettazione dell intervento proposto 15 B Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Per ultimo il GAL Sibilla ha previsto come obiettivo della Misura 323 quello di Consentire una migliore fruizione dei luoghi e del loro patrimonio artistico e naturale 55. Due dei tre criteri di selezione, mirano a valorizzare proposte progettuali che abbiano delle caratteristiche di rete o di sistema, che possono senz altro favorire una migliore fruibilità di un patrimonio diffuso sul territorio. Il collegamento tra il primo criterio, laddove premia la presenza di figure professionali specialistiche, e gli obiettivi della Misura appare tuttavia meno evidente. 53 Cfr. GAL Montefeltro Piano di Sviluppo Locale, pag GAL Piceno - Piano di Sviluppo Locale (Maggio 2010), pag Cfr. GAL Sibilla Piano di Sviluppo Locale Allegato schede di Misura pag

87 Come nei casi precedenti, si osserva che il contributo del livello di progettazione presenta un collegamento più debole rispetto alle finalità degli interventi. Tabella 48 - Coerenza tra criteri di selezione GAL Sibilla e gli Obiettivi PSL Misura 323 GAL Obiettivi della Misura 323 del Gal Sibilla SIBILLA Consentire una migliore fruizione dei luoghi e del loro patrimonio artistico e naturale. Descrizione criterio Punteggio Livello di coerenza (A, M, B) Inserimento della struttura museale in una rete/ sistema che attua progetti di qualificazione dell offerta culturale, come la condivisione da parte di più 20 B strutture di figure professionali specialistiche utilizzate per finalità comuni Livello di progettazione dell intervento proposto 15 B Inserimento della struttura museale in una rete e o sistema esistenti 15 A Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Analisi dei criteri di priorità - Misura 413g Promozione territoriale e certificazione d'area azione a Azioni di marketing territoriale La Misura 413g Promozione territoriale e certificazione d area è attivata attraverso il metodo LEADER ed è specifica del PSR Marche. L iniziativa prevede di rafforzare le sinergie, in termini di attrattività e propensione al consumo favorendo la promozione dei progetti finanziati anche attraverso la Misura 313 del PSR. Più in particolare l obiettivo che si vuole raggiungere prevede di aumentare l attrattività turistica dei territori regionali [..] garantire così standard di qualità ambientali di territori regionali attraverso l implementazione e la certificazione di sistemi di gestione ambientale d area di elevata qualità [..] integrare la dimensione sociale nelle strategie delle imprese delle aree LEADER 56. Tabella 49 Obiettivi e azioni della Misura 413 g Misura Obiettivi Azioni Chiave Miglioramento dell attrattività turistica Azioni promozionali per la valorizzazione turistica delle aree rurali specialmente nei segmenti del turismo culturale, storico, ambientale ed enogastronomico. 413 g Garantire standard di qualità ambientale Interventi connessi all implementazione ed alla certificazione di sistemi di gestione ambientale sostenibile d area. Integrare la dimensione sociale nelle strategie delle imprese delle aree LEADER Interventi connessi all implementazione della cultura della responsabilità sociale: Bilancio Sociale, Codice Etico, Certificazione Etica SA 8000, Cause Related Marketing. Fonte: PSR Marche 2007/2013, Versione 9 approvata con Deliberazione 34 del 15 novembre 2011, pag.518 Il tema centrale della Misura è quello di promuovere la qualità del territorio in un accezione piuttosto ampia, dove la qualità è legata non solo alla presenza di prodotti eno-gastronomici locali, ma anche all attenzione che gli operatori prestano sia al contesto ambientale in cui operano (certificazione ambientale) o anche in riferimento alle dinamiche delle relazioni sociali che le imprese attivano sul territorio (attraverso la valorizzazione di chi ha introdotto un codice etico). Questa tipologia di interventi si rivolgono a beneficiari pubblici e/o privati o entrambe le tipologie di soggetti. 56 Cfr PSR Marche 2007/2013, Versione 9 approvata con Deliberazione 34 del 15 novembre 2011, pag

88 L analisi sulla coerenza dei criteri di selezione intende porre in evidenza la correlazione tra i criteri di selezione individuati e gli obiettivi sopra riportati. Il grafico successivo evidenzia il peso percentuale dei singoli criteri di selezione individuati dalla Regione per tale tipologia di intervento. In questo caso il peso dei criteri regionali si ferma al 50%, lasciando pertanto ai singoli GAL una forte capacità di condizionare la selezione del parco progetti in relazione agli obiettivi specifici dei Piani di Sviluppo Locale. Figura 30 - Distribuzione del peso percentuale dei criteri di selezione nella Misura 413 g (valori in %) Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC sulla base delle Disposizioni attuative del PSR Marche In relazione ai criteri regionali adottati si osserva la volontà, da parte dell AdG, di favorire un azione congiunta tra le diverse iniziative promozionali che verranno promosse con la presente iniziativa. Questo ovviamente per cercare di valorizzare lo sforzo che, anche a livello regionale, si sta facendo per promuovere le aree rurali ed il patrimonio storico, culturale ed enogastronomico ivi presente. Pertanto la tipologia di criteri di selezione è coerente per quel che concerne l obiettivo relativo al miglioramento dell attrattività, mentre entrambi i criteri di selezione identificati non possano influenzare il raggiungimento degli altri obiettivi identificati dalla Misura ovvero la qualità ambientale e la dimensione sociale. La Tabella che segue evidenzia quindi la coerenza tra i criteri di selezione individuati a livello regionale e gli obiettivi della Misura 413g, dove si nota l assenza di criteri di selezione correlati con gli altri obiettivi (qualità ambientali e dimensione sociale) che la misura intende perseguire. Tabella 50 - Coerenza tra criteri di selezione regionali e obiettivi della Misura 413g Criteri di selezione regionali Punteggio Obiettivi della Misura 413g Livello di Coerenza (A,M,B) A Legame diretto con iniziative promozionali della Regione Marche 30 Iniziative che fanno riferimento a: bellezze naturali, patrimonio Attrattività turistica 20 A storico culturale e prodotti di qualità Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC In relazione invece al contributo dei criteri di selezione individuati dai GAL, nella tabella che segue si propone un aggregazione per temi omogenei di tutti i criteri di selezione individuati dai 6 GAL e, attraverso gli stessi temi, si mette in evidenza la correlazione con gli obiettivi della Misura presa in considerazione. 83

89 Tabella 51 - Coerenza tra criteri di selezione dei GAL e obiettivi PSR Misura 413g GAL Descrizione criterio Punteggio PICENO Coerenza degli interventi proposti con le tendenze dei mercati 10 SIBILLA Coerenza degli interventi proposti con le tendenze dei mercati 10 COLLI ESINI Coerenza dei prodotti promossi con il PSL 25 FLAMINIA Integrazione interventi con altre CESANO iniziative finanziate in atto 10 PICENO Integrazione con progetti di filiera 15 PICENO Numero di operatori associati privati 5 SIBILLA N enti soggetti privati coinvolti 20 COLLI ESINI N risorse turistiche coinvolte 12,5 MONTEFLETR O Presenza di operatori in forma associata 25 PICENO N di soggetti partecipanti alla partnership 10 SIBILLA N enti locali coinvolti 20 COLLI ESINI N soggetti coinvolti 12,5 FLAMINIA N di soggetti partecipanti alla CESANO partnership 15 MONTEFLETR O Rappresentatività del proponente 25 FLAMINIA CESANO Rappresentatività del proponente 10 FERMANO Rappresentatività del proponente 30 PICENO Esperienza del proponente 10 FLAMINIA CESANO PICENO FLAMINIA CESANO FERMANO Esperienza del proponente 10 Tema del criterio Coerenza con il contesto e integrazione degli interventi Operatori privati coinvolti N soggetti coinvolti Rappresentatività del proponente Esperienza professionale Livello di coerenza (A, M, B) Certificazione ISO dei soggetti 10 A partecipanti Standard di qualità e Progetti rivolati a diversamente abili 5 A dimensione Certificazione ISO 9001 dei soggetti sociale 20 M partecipanti A A M M M Obiettivi della Misura 413g Attrattività Turistica Attrattività Turistica Approccio LEADER Qualità ambientale e dimensione sociale Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC In merito alla tipologia di interventi finanziabili attraverso la presente Misura si ricorda che sono supportate attività di analisi e studio dei driver di sviluppo endogeno su cui i GAL possono puntare per un azione congiunta di marketing territoriale. Pertanto, appaiono rilevanti, alcuni criteri di selezione che si riferiscono alla rappresentatività, alla tipologia del soggetto proponente che deve quindi dimostrare ampia conoscenza del territorio in cui avverrà l intervento, nonché alla numero di soggetti coinvolti. A tali criteri, pur avendo un legame indiretto con gli obiettivi specifici della Misura, si riconosce un valore medio di correlazione essendo volti a favorire progetti che posseggano caratteristiche coerenti con le specificità dell approccio LEADER, quali il legame con il territorio e la valorizzazione delle risorse presenti, l integrazione e la multisettorialità. Per tale ragione l approccio LEADER è stato ricompreso tra gli obiettivi dei GAL. In generale si può osservare una sostanziale omogeneità tra le priorità individuate dai GAL, evidentemente in ragione del carattere trasversale della presente tipologia di intervento rispetto 84

90 all efficacia degli interventi promossi con le strategie di sviluppo. Tra gli aspetti maggiormente presi in considerazione vi è la coerenza della proposta progettuale con il contesto di riferimento (GAL Piceno, Sibilla, Colli Esini e Flaminia Cesano). Un tema individuato da tutti e 6 i GAL, sebbene da diversi punti di vista, è quello inerente alle caratteristiche del soggetto proponente, tra cui la composizione del partenariato, la rappresentatività a livello del territorio e/o i soggetti coinvolti e la possibilità di includere nella compagine affidataria anche soggetti privati. Infine viene presa in considerazione l esperienza professionale e altri criteri che trasversalmente possono garantire una miglior affidabilità del soggetto beneficiario del contributo. In conclusione, il Valutatore rileva come le due tipologie di criteri di selezione identificati, regionali e dei GAL, siano complementari rispetto agli obiettivi e come i GAL abbiano introdotto criteri volti a rafforzare il metodo LEADER. A valle di questa ricognizione il Valutatore riporta per ogni GAL, le informazioni sulla coerenza dei criteri selezionati adottati in riferimento agli obiettivi della Misura 413g all interno di ciascun Piano di Sviluppo Locale. Nel caso del GAL Colli Esini, si nota come l obiettivo identificato per la Misura sia Promuovere il territorio, la sua offerta culturale ed i suoi prodotti per rafforzarne l'attrattività come destinazione turistica 57. In questo senso il criterio, che prevede una premialità per le iniziative coerenti con il PSL, sembra ben rappresentare e promuovere interventi già preventivamente identificati e analizzati che possano segmentare l offerta turistica e caratterizzarne la tipologia, rafforzando così la capacità di attrattività del territorio anche rispetto agli altri competitor. Tabella 52 - Coerenza tra criteri di selezione GAL Colli Esini e gli Obiettivi PSL Misura 413g GAL Obiettivi della Misura 413g del Gal Colli Esini Colli Esini Promuovere il territorio, la sua offerta culturale ed i suoi prodotti per rafforzarne l'attrattività come destinazione turistica Descrizione criterio Punteggio Livello di coerenza (A, M, B) Coerenza dei prodotti promossi con il PSL 25 A N risorse turistiche coinvolte 12,5 A N soggetti coinvolti 12,5 M Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC In relazione al GAL Fermano si osserva come nel PSL è stato identificato come obiettivo della Misura 413g quello di Definire un quadro operativo e integrato finalizzato ad incrementare l attrattività turistica del territorio, comunicando agli utenti un immagine positiva dell area legata agli elementi di tutela dell ambiente, del paesaggio, della cultura, della qualità e delle eccellenze enogastronomiche 58. A fronte di questi obiettivi, i 2 criteri di selezione identificati dal GAL sembrano solo in parte capaci di indirizzare le iniziative verso le priorità sopra menzionate, che appaiono maggiormente funzionali a favorire alcune caratteristiche dei soggetti proponenti. 57 Cfr. GAL Colli Esini Piano di Sviluppo Locale, pag Cfr. GAL Fermano Piano di Sviluppo Locale, pag

91 Tabella 53 - Coerenza tra criteri di selezione GAL Fermano e gli Obiettivi PSL Misura 413g GAL Obiettivi della Misura 413 g del Gal Fermano FERMANO Definire un quadro operativo ed integrato finalizzato ad incrementare l attrattività turistica del territorio, comunicando agli utenti un immagine positiva dell area legata agli elementi di tutela dell ambiente, del paesaggio, della cultura, della qualità e delle eccellenze enogastronomiche Descrizione criterio Punteggio Livello di coerenza (A, M, B) Rappresentatività del soggetto proponente 30 M Certificazione ISO 9001:2008 dei soggetti partecipanti 20 B Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Per quel che attiene al GAL Flaminia Cesano, il PSL prevede come obiettivo della Misura 413g quello di Aumentare l attrattività turistica dei territori regionali comunicando agli utenti un immagine positiva delle aree legata agli elementi di rispetto dell ambiente, della cultura, della tutela dei diritti sociali, della qualità e delle eccellenze enogastronomiche; ed integrare la dimensione sociale nelle strategie delle imprese delle aree del GAL Flaminia Cesano 59. A fronte di questi obiettivi il GAL ha individuato cinque criteri di selezione che cercano di selezionare progetti coerenti con questi temi. Sicuramente l attenzione per soggetti svantaggiati emerge dagli obiettivi e dai criteri pertanto indirizza in maniera chiara il parco progetti ammessi. Tabella 54 - Coerenza tra criteri di selezione GAL Flaminia Cesano e gli Obiettivi PSL Misura 413g GAL Obiettivi della Misura 413g del Gal Flaminia Cesano FLAMINIA CESANO Aumentare l attrattività turistica dei territori regionali comunicando agli utenti un immagine positiva delle aree legata agli elementi di rispetto dell ambiente, della cultura, della tutela dei diritti sociali, della qualità e delle eccellenze enogastronomiche; ed integrare la dimensione sociale nelle strategie delle imprese delle aree del GAL Flaminia Cesano. Descrizione criterio Punteggio Livello di coerenza (A, M, B) N. di soggetti partecipanti alla partnership 15 M Integrazione interventi con altre iniziative finanziate in atto 10 A Rappresentatività del soggetto proponente 10 M Esperienza del proponente 10 M Progetti rivolati a diversamente abili 5 A Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Il GAL Montefeltro ha invece previsto come obiettivo per la Misura 413g di Esaltare le sinergie, in termini di attrattività e propensione al consumo, che si generano dal collegamento tra prodotti di mercato ed elementi di pregio del territorio, siano essi materiali (paesaggio, ambiente naturale, beni architettonici ed archeologici, ecc..), che immateriali (qualità della vita, tradizioni, cultura) 60. Rispetto a quanto previsto i due criteri di selezione di seguito riportati non sembrano essere direttamente correlati e si focalizzano esclusivamente sulle caratteristiche della compagine proponente pertanto mancano dei chiari riferimenti alla qualità della proposta progettuale mentre è premiata in maniera evidente la tipologia del soggetto beneficiario dell intervento. 59 Cfr. GAL Flaminia Cesano Piano di Sviluppo Locale, schede Asse I, pag Cfr. GAL Montefeltro Piano di Sviluppo Locale, pag

92 Tabella 55 - Coerenza tra criteri di selezione GAL Montefeltro e gli Obiettivi PSL Misura 413g GAL Obiettivi della Misura 413g del Gal Montefeltro MONTEFELTRO Esaltare le sinergie, in termini di attrattività e propensione al consumo, che si generano dal collegamento tra prodotti di mercato ed elementi di pregio del territorio, siano essi materiali (paesaggio, ambiente naturale, beni architettonici ed archeologici, ecc..), che immateriali (qualità della vita, tradizioni, cultura) Descrizione criterio Punteggio Livello di coerenza (A, M, B) Presenza di operatori in forma associata 25 B Rappresentatività del soggetto proponente 25 B Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Il GAL Piceno ha definito come obiettivo delle iniziative promosse attraverso la Misura 413g Coinvolgere le migliori energie e risorse disponibili sul territorio allo scopo di poter competere efficacemente sul mercato nazionale ed internazionale in un ottica di marketing territoriale 61. In funzione di tali obiettivi sono stati individuati 6 criteri di selezione, in particolare vengono premiate quelle iniziative che già di per sé rappresentano un valore del territorio perché aggregate in filiera in maniera trasversale. Tale criterio è sicuramente strategico per raggiungere i propositi prefissati. Gli altri elementi identificati contribuiscono sicuramente all obiettivo anche se in maniera minore. Tabella 56 - Coerenza tra criteri di selezione GAL Piceno e gli Obiettivi PSL Misura 413g GAL Obiettivi della Misura 413g del Gal Piceno PICENO Coinvolgere le migliori energie e risorse disponibili sul territorio allo scopo di poter competere efficacemente sul mercato nazionale ed internazionale in un ottica di marketing territoriale. Descrizione criterio Punteggio Livello di coerenza (A, M, B) Integrazione con progetti di filiera 15 A Coerenza degli interventi proposti con le tendenze dei mercati 10 A N di soggetti partecipanti alla partnership 10 M Esperienza del proponente 5 M Certificazione ISO dei soggetti partecipanti 5 M Numero di operatori associati privati 5 M Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Per ultimo si osserva il GAL Sibilla che ha definito come obiettivo specifico della Misura 413g quello di Rafforzare i fattori di attrattività del territorio attraverso la valorizzazione delle risorse locali, incrementando il potenziale turistico locale 62, a fronte di questo obiettivo sono stati individuati dal GAL tre criteri di selezione di seguito riportati. In relazione alla coerenza di questi rispetto all obiettivo definito, valgono le osservazioni del Valutatore già precedentemente riportate. Infatti anche in questo caso ben 40 punti sono attribuiti alle caratteristiche del soggetto proponente che, essendo maggiormente radicato o avendo una compagine più rappresentativa può senza dubbio garantire una conoscenza del potenziale endogeno; tuttavia non vengono presi in considerazione gli aspetti progettuali della campagna di promozione o le tipologie di investimento che verranno finanziate attraverso la Misura, ovvero le azioni di marketing. 61 Cfr. GAL Piceno - Piano di Sviluppo Locale (Maggio 2010), pag Cfr. GAL Sibilla- Piano di Sviluppo Locale, pag

93 Tabella 57 - Coerenza tra criteri di selezione GAL Sibilla e gli Obiettivi PSL Misura 413g GAL Obiettivi della Misura 413g del Gal Sibilla SIBILLA Rafforzare i fattori di attrattività del territorio attraverso la valorizzazione delle risorse locali, incrementando il potenziale turistico locale. Descrizione criterio Punteggio Livello di coerenza (A, M, B) Coerenza degli interventi proposti con le tendenze dei mercati 10 A N enti soggetti privati coinvolti 20 M N enti locali coinvolti 20 M Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Conclusioni sul processo di selezione - Asse LEADER L analisi sin qui svolta consente di restituire una visione di sintesi delle scelte adottate dall AdG e dai GAL nell identificazione i criteri di propria competenza. Una prima evidenza attiene al diverso peso attribuito ai criteri regionali nelle misure considerate nella presente analisi: nel caso della Misura 312 a tali priorità è stato attribuito un punteggio determinante, con un valore pari al 65%; al contrario per le Misure 323 e 413 g, tale valore è pari al 50%, e dunque con una distribuzione equa del peso dei criteri regionali e di quelli di competenza dei GAL. Dal punto di vista strategico, è stato riscontrato come l AdG abbia cercato di mantenere una coerenza di fondo tra i progetti finanziati attraverso il metodo LEADER e gli obiettivi del PSR attraverso un Azione specifica di carattere trasversale (Misura 413g) volta alla promozione delle risorse delle aree rurali. I criteri di priorità più ricorrenti identificati dalla Regione attengono alla localizzazione degli interventi, che, secondo le specificità della Misura, possono ricadere in aree D e C3, in aree Natura 2000 e/o altre aree protette e in Comuni con specifiche caratteristiche. Talvolta a tali criteri è stato associato un punteggio molto elevato: è il caso della Misura 312 che attribuisce 35 punti ad interventi ricadenti in aree D e C3. In generale, si osserva che un peso elevato associato a criteri che si basano sulla localizzazione degli interventi, pur garantendo l oggettività della selezione, potrebbe non garantire in adeguata misura la qualità della proposta progettuale. Occorre inoltre osservare che spesso le differenze tra aree C2 e C3 sono meramente statistiche e che, talvolta, l esclusione dei Comuni in C2 potrebbe pesare sulla efficacia del rafforzamento dell offerta di servizi commerciali e artigiani a garanzia della qualità della vita nell area LEADER interessata. In altri casi è emersa una forte complementarietà tra i criteri regionali e i criteri GAL. In particolare i criteri regionali della Misura 413g favoriscono la coerenza delle attività rispetto ad altre iniziative attivate sul territorio, una scelta coerente che appare coerente con l obiettivo di migliorare l attrattività, mentre i criteri dei GAL favoriscono il perseguimento degli altri obiettivi di Misura legati alla qualità ambientale ed alla dimensione sociale dei progetti. In generale si osserva che le priorità introdotte dai GAL tendono a premiare la progettualità coerente con le specificità del metodo LEADER (risorse endogene, multisettorialità, integrazione, ecc.) o che si ponga in continuità con le esperienze avviate nel precedente periodo di programmazione, come nel caso della Misura 312a. Tra le priorità individuate dai GAL, lo stato di avanzamento della progettazione assume particolare rilevanza per le opere infrastrutturali (Misura 323B), che, a parere del Valutatore, presenta una correlazione solo indiretta con gli obiettivi della Misura. A tale riguardo si osserva 88

94 che l esecutività di un progetto è un presupposto per la sua concreta fattibilità, motivo per cui si ritiene che essa avrebbe potuto costituire un criterio di ammissibilità delle domande di aiuto. In sintesi, il Valutatore ha riscontrato un buon livello coerenza tra i criteri di selezione proposti sia rispetto agli obiettivi identificati che in relazione alla tipologia di iniziative ammesse a finanziamento. Appare evidente lo sforzo della Regione di individuare criteri oggettivi legati alle caratteristiche specifiche di ciascuna Misura e, al contempo, si apprezza la scelta di assegnare ai GAL un buon livello di autonomia decisionale nella individuazione di propri criteri, generalmente finalizzati a valorizzare aspetti caratterizzanti l approccio LEADER e le peculiarità delle singole strategie di sviluppo locale. Occorre infine dare evidenza della positiva interazione e collaborazione tra la struttura dell AdG e i GAL nella definizione del set dei criteri di priorità locali, a garanzia di una sostanziale coerenza e complementarietà con i criteri regionali ANALISI DEI BENEFICIARI DEL PROGRAMMA L analisi operata sui beneficiari del PSR Marche intende proporre una fotografia dei soggetti aderenti al Programma, individuandone le principali caratteristiche, ossia il genere e l età dei conduttori, la localizzazione geografica e il modello di produzione adottato dell azienda beneficiaria. Inoltre, al fine di inquadrare i beneficiari del PSR Marche nel più ampio contesto regionale di riferimento, è stato operato un raffronto con l intero universo di agricoltori presenti sul territorio regionale 63. La tabella di seguito fornisce un quadro di insieme relativo alle categorie di beneficiari riconosciuti ammissibili dai bandi di attuazione delle Misure del PSR Marche Misura Soggetti Pubblici Tabella 58 - Tipologie di beneficiari riconosciuti ammissibili nelle Misure Consorzi o Associazioni di imprese agricole o forestali Imprenditori agricoli professionali (IAP) Imprenditori/impre se agricole o forestali a) b) a) b) Altri 63 I dati sul contesto regionale utilizzati nell ambito della presente indagine derivano dal 6 Censimento generale dell agricoltura 2010 (Istat). 64 Sono beneficiari della Misura 111 a) tecnici operanti nell ambito della consulenza aziendale e dell informazione per l intervento a); imprenditori agricoli e forestali per gli interventi b), c) ed e); operatori delle diverse filiere agroalimentari per l intervento d). 65 Sono beneficiari della Misura 112 i giovani che alla data della presentazione della domanda hanno una età superiore a 18 e inferiore a 40 anni, si insediano per la prima volta in una azienda agricola in qualità di capo dell azienda, presentano un piano aziendale per lo sviluppo dell attività agricola impegnandosi proseguimento dell attività per almeno 5 anni. 66 Sono beneficiari della Misura 124 le Associazioni o raggruppamenti temporanei di impresa composti: dalle imprese o loro associazioni che operano nel settore della produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli e forestali; dagli organismi pubblici o privati che operano nel campo della ricerca e sperimentazione agricola e forestale. 89

95 Misura Tabella 58 - Tipologie di beneficiari riconosciuti ammissibili nelle Misure Consorzi o Associazioni Imprenditori di imprese agricole o agricoli forestali professionali (IAP) Soggetti Pubblici Imprenditori/impre se agricole o forestali a) b) a) b) Altri L analisi che qui si presenta si concentra sulle Misure oggetto di indagine nell ambito del RVI 2012, prendendo a riferimento un universo statistico, che escludendo i beneficiari con impegni derivanti dal precedente periodo di programmazione, prende a riferimento un universo statistico di beneficiari costruito secondo le indicazioni di seguito riepilogate: Misure Asse 1 e 3 (111, 112, 114, 121, 311) sono stati presi in considerazione i beneficiari che al risultano titolari di una domanda di aiuto ammessa a finanziamento; Misure Asse 2 (211, 212, 214), visto il coinvolgimento pluriennale degli operatori, sono stati identificati come rappresentativi i beneficiari delle Misure 211 e 212 che hanno ricevuto almeno un pagamento nel corso del 2009 e i beneficiari della Misura 214 che hanno ricevuto almeno un pagamento nel corso del 2010; Progetti Integrati di Filiera sono stati presi in considerazione i beneficiari che al sono titolari di una domanda di aiuto ammessa a finanziamento (ovvero gli aderenti alla Filiera Consorzio Marche Biologico ). 67 Sono beneficiari della Misura 211 e 212 gli imprenditori agricoli singoli e associati che si impegnino a coltivare una superficie di almeno 3 Ha di SAU. 68 Possono accedere all aiuto della presente misura le seguenti categorie di beneficiari possessori di terreni agricoli: imprenditori agricoli professionali I.A.P., ai sensi del d.lgs. 99/2004, altri privati imprenditori agricoli, proprietari pubblici. 69 Sono beneficiari della Misura 227 le Comunità Montane le Associazioni e Unioni di Comuni per l azione a); i soggetti proprietari o possessori pubblici e privati delle superfici percorse da incendi per l azione b ); le Province, le Comunità Montane, le Associazioni ed Unioni di Comuni ed Enti Parco per l azione c); la Regione Marche per l azione d). 70 Sono beneficiari della Misura 313 gli Enti locali, associazioni no-profit, cooperative sociali e soggetti di diritto privato operanti nel settore turistico ed agrituristico, ad esclusione dei singoli operatori turistici o agrituristici. 71 Beneficiario finale delle azioni a), b) e c) è la Regione Marche. Beneficiari dell azione d) sono le pubbliche amministrazioni, le imprese e le popolazioni rurali o suo Ente delegato, che attuerà l intervento nel rispetto della normativa in materia di appalti pubblici. 90

96 Tale universo di riferimento rappresenta circa il 10% delle aziende agricole regionali attive e presenti nella banca dati di Infocamere 72 e l 8% delle aziende che nel 2009 hanno ricevuto un pagamento diretto dal primo pilastro della PAC (pari a ). Nella tabella che segue, si riporta la distribuzione per Misura dell universo di riferimento; preme fare osservare come nell ambito delle Misure selezionate si sia tenuto conto della presenza di beneficiari che hanno presentato domanda di aiuto a valere su più di una Misura tra quelle selezionate. Misura PSR Tabella 59 Numero di beneficiari che partecipano a più di una Misura B B * Le celle evidenziate in grigio mostrano il totale dei beneficiari nella Misura di riferimento Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati SIAR/AGEA Il quadro restituito fornisce un idea del numero di beneficiari che partecipano a più di una Misura: è il caso, in particolare, dei beneficiari che hanno partecipato alle Misure 111, 112, 114, 121 e 311 (che rappresentano i soggetti aderenti al Pacchetto Giovani ). Anche nel caso delle Misure dell Asse 2 è possibile evidenziare un elevato livello di interconnessione tra i beneficiari della Misura 214 e 211/212 dove si incrociano oltre il 20% dei soggetti. Infine si nota un elevato tasso di incidenza di beneficiari della Misura 214b che partecipano anche alle Misure strutturali (121 e 311) confermando la predisposizione all investimento da parte dei produttori biologici, rimanendo questo uno dei pochissimi settori che mostra tendenze nei consumi ancora in aumento 73. Dall analisi della composizione per genere dell universo di riferimento emerge che il 69% dei beneficiari del PSR sono di sesso maschile mentre il restante 31% sono donne, con una ripartizione lievemente superiore al complesso delle imprese regionali gestite da donne (29%). 72 Nel 2011 risultano registrate nella Regione Marche imprese afferenti ai codici Ateco A 01 Coltivazioni agricole e produzione di prodotti animali, caccia e servizi connessi, e A02 Silvicoltura ed utilizzo di aree foreste. Fonte: Infocamere 73 Una recente indagine di ISMEA condotta attraverso il Panel famiglie /GFK-Eurisko indica, che nel 2012, vi è stata una crescita della spesa bio del 7,3%, dopo il più 9% messo a segno nel 2011, cfr.report Prodotti Biologici Focus sulla domanda nazionale ( ). 91

97 Figura 31 Raffronto per genere tra i beneficiari del PSR Marche e il totale delle aziende agricole regionali Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati SIAR e ISTAT Censimento Agricoltura 2010 Adottando quale discriminante dell analisi la partecipazione delle donne alle diverse Misure è possibile rilevare una maggiore partecipazione delle stesse alle iniziative legate ad investimenti strutturali rispetto ai contributi a premio dell Asse 2, seppur con alcune eccezioni, come per la Misura 214. Tale Misura vede il coinvolgimento di ben il 36% di imprenditrici, pur in assenza di un criterio di selezione specificamente orientato alla implementazione di progettualità presentate da donne. Figura 32 - Suddivisione dei beneficiari per genere e Misura Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati SIAR e AGEA In realtà, avendo aderito alla Misura 214 una quota considerevole di beneficiari delle misure a investimento (il 31% della Misura 121, il 30% della 311, il 28% della 112) i criteri di selezione delle strutturali hanno avuto un effetto indiretto sulla Misura 214, con ricadute positive in termini di ringiovanimento del settore agricolo e apporto di nuove competenze e professionalità. Tali considerazioni sono suffragate dall incidenza delle donne nelle Misure 112 e 311 che vedono il più 92

98 alto tasso di partecipazione femminile: tale situazione conferma che la creazione di servizi nelle aree rurali (diversificazione verso attività non agricole) rappresenta, ancora oggi, un opportunità per le donne di partecipare attivamente alle iniziative del PSR 74. Per quanto riguarda invece la composizione dell universo di analisi per classi di età è possibile osservare che circa il 6% è costituito da giovani agricoltori fino a 29 anni; il 15% da soggetti di età compresa tra i 30 e i 39 anni; poco meno del 50% è rappresentato da adulti in età compresa tra i 40 e i 59 anni ed infine circa il 30% sono i beneficiari del PSR che hanno più di 60 anni. Il grafico di seguito riportato rappresenta quanto appena descritto, evidenziando, altresì, la distinzione per genere nelle diverse classi di età individuate. Figura 33 -Distribuzione dei beneficiari del PSR per classe di età e genere Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati SIAR/AGEA Da un raffronto più puntuale tra la distribuzione per classi di età dei beneficiari del PSR rispetto al totale degli imprenditori agricoli marchigiani si rileva la capacità del Programma di coinvolgere gli agricoltori compresi nella classe di età anni (47%) che, con buona probabilità, risultano maggiormente motivati ad investire su iniziative di lungo periodo. Il Valutatore rileva come il Programma contribuisca in maniera positiva al ringiovanimento del settore primario favorendo la partecipazione di imprenditori giovani e disposti ad investire nel settore, a conferma dell efficacia del sistema di premialità introdotto dal programmatore nelle Misure oggetto di approfondimento. La figura seguente mostra la composizione per classi di età dei conduttori di aziende agricole, raffrontando i beneficiari del PSR con i titolari delle aziende agricole presenti a livello regionale. 74 In particolare, per i primi due bandi emessi a valere sulla Misura 112 sono stati attribuiti 10 punti in più per l imprenditoria femminile, ridotti a 5 nelle due successive scadenze. 93

99 Figura 34 - Raffronto classe di età beneficiari del PSR Marche e totale delle aziende agricole regionali Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati SIAR/AGEA e ISTAT Censimento Agricoltura 2010 Occorre rilevare che, a fronte di una presenza regionale di giovani agricoltori under 30 pari a circa il 2% del totale dei conduttori di aziende agricole, i beneficiari del Programma della medesima classe di età sono pari al 6%. Seguendo tale linea di tendenza, a fronte di una presenza regionale di proprietari d azienda con età compresa tra i 30 e i 39 anni (circa il 5% del totale), i beneficiari del PSR compresi nella medesima classe di età rappresentano il 15% di tutti i beneficiari. Altresì, i soggetti ricadenti in età compresa tra i 40 e i 59 anni costituiscono poco meno del 50% dei beneficiari del Programma, a fronte di una presenza sul territorio regionale pari al 34%. Il raffronto per classi di età tra i beneficiari del PSR e i conduttori delle imprese agricole presenti sul territorio regionale consente di rilevare che il PSR si rivolge in misura consistente agli under 40, che rappresentano il 21% del totale dei beneficiari PSR rispetto ad un 7% delle imprese agricole regionali. Il grafico che segue evidenzia la suddivisione per classi di età all interno delle Misure oggetto di indagine. In linea generale la presenza di under 40 quali beneficiari delle Misure dell Asse 1 e 3 è significativa, attestandosi in media intorno al 30%, mentre le Misure che presentano beneficiari over 40 sono quelle relative ai contributi erogati ad imprese ricadenti in zone svantaggiate dove oltre il 40% dei partecipanti ha più di 60 anni. Figura 35 Classe di età dei beneficiari PSR per tipologia di Misura Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati SIAR/AGEA 94

100 Ulteriore elemento rilevante, al fine di individuare le principali caratteristiche dei beneficiari del PSR, è fornito dall analisi della loro localizzazione che consente di avere un quadro della distribuzione degli aiuti del PSR rispetto alla zonizzazione operata a livello di Programma. La classificazione delle aree rurali nella regione Marche si articola in 5 zone così individuate 75 : A: poli urbani; C1: zona rurale con problemi di sviluppo; C2: zona rurale intermedia a bassa densità abitativa; C3: zona rurale intermedia con vincoli naturali; D: zona rurale con problemi di sviluppo. Per le Misure a premio le aziende sono state localizzate prendendo a riferimento il comune del centroide aziendale; per le Misure strutturali è stato preso in considerazione il comune in cui ricade l investimento. La figura che segue evidenzia la distribuzione dei beneficiari del PSR, che, in larga misura (45%), si collocano nella Zona C2 Aree rurali intermedie a bassa densità abitativa con un valore che risulta coerente con la generale distribuzione delle aziende agricole regionali. I dati presenti nel grafico evidenziano la distribuzione dei beneficiari PSR rispetto alle aziende agricole regionali sulla base delle informazioni desunte dal 6 Censimento ISTAT relativo al comune in cui si localizzano i terreni delle aziende agricole. Figura 36 Raffronto tra beneficiari PSR e aziende agricole regionali per ubicazione in Zone PSR Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati SIAR/AGEA e ISTAT Censimento Agricoltura 2010 Si osserva, inoltre, (cfr. figura che segue) una considerevole presenza di aziende beneficiarie nelle Zone D e C3 per una quota rilevante di Misure del Programma, in linea con i criteri di selezione delle Misure 311 e 112 ed i criteri di ammissibilità delle Misure 211 e 212. Di contro si osserva un concentrazione più contenuta nelle predette zone di beneficiari della Misura 121, in quanto per accedere ai finanziamenti di tale Misura non sono previsti criteri di selezione di natura territoriale. 75 Cfr. Programma di Sviluppo Rurale della Regione Marche

101 Ciò rispecchia gli obiettivi della Misura e la necessità del PSR di soddisfare i fabbisogni di ammodernamento dell intero settore produttivo marchigiano e non di particolari areali geografici. La scelta operata dalla Regione Marche rispetto alla distribuzione geografica dei finanziamenti appare dunque coerente con gli obiettivi del Programma che svolge un importante ruolo redistributivo rispetto alle erogazioni del Primo Pilastro della PAC maggiormente concentrate nelle aree costiere. Come infatti emerso da una specifica indagine 76 condotta sui pagamenti diretti del Primo Pilastro della PAC nel 2009: i valori superiori si concentrano nelle province di Pesaro, Ancona e Macerata, mentre i valori inferiori si distribuiscono nelle province di Ascoli e Fermo e in particolare nella fascia montana. Figura 37 Distribuzione beneficiari PSR e per Zone PSR, per Misura Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati SIAR/AGEA In riferimento al modello di produzione si osserva che, dei beneficiari presi in considerazione per l analisi, circa risultano adottare il modello di produzione biologica, costituendo quasi la metà dell universo considerato. Inoltre, sulla base dei dati provenienti dall elenco Regionale degli operatori dell'agricoltura biologica Regione Marche (fonte ASSAM), è possibile rilevare che i beneficiari del Programma che adottano un modello di produzione biologico costituiscono oltre il 90% del totale delle aziende biologiche attive sul territorio regionale, testimoniando, dunque, un elevata capacità del PSR di coinvolgere il settore biologico regionale. Per quanto riguarda il settore di specializzazione aziendale, vale a dire l Orientamento Tecnico Economico (OTE), si evince che per una quota rilevante dei beneficiari delle Misure 112, 121 e 311 (36%) l attività produttiva prevalente è rappresentata dalle colture permanenti. Il dato caratterizza, in particolare, i beneficiari delle Misure strutturali del PSR Marche, rispetto alla ripartizione delle OTE regionali desunta dai dati Istat del Censimento Agricoltura 2010 che vedono una concentrazione prevalente (49% delle aziende) nei seminativi. Nel complesso, dal confronto tra l OTE dei beneficiari del PSR e delle aziende a censimento, si ravvisa nel PSR una redistribuzione dal settore dei seminativi e dalla policoltura a favore delle altre forme di specializzazione colturale. Tra i beneficiari delle Misure strutturali del PSR, emerge, inoltre, una 76 A chi vanno nelle Marche i pagamenti diretti e gli altri fondi del primo pilastro della PAC? F. Sotte, Agrimarcheuropa, n. 1, Marzo,

102 rilevante concentrazione di aziende miste (25%) rispetto al dato regionale (7%). Infine, seppur con concentrazioni inferiori, anche l allevamento trova nel PSR una certa rilevanza con ben il 9% delle aziende beneficiarie rispetto al 4% delle aziende regionali interessate dal settore. Passando a considerare nel dettaglio la composizione delle specializzazioni produttive, risulta dedito alla viticoltura il 42,0% dei beneficiari delle coltivazioni permanenti, con un incidenza di circa dieci punti percentuali superiore al dato regionale (33%). Figura 38 Orientamento tecnico economico delle aziende beneficiarie delle Misure rispetto alle aziende della regione Marche Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati monitoraggio e ISTAT Censimento Agricoltura 2010 Analizzando nello specifico le singole Misure, emergono alcune caratteristiche salienti come una maggiore concentrazione (45%) sulle coltivazioni permanenti, da parte dei beneficiari della Misura 121, rispetto a quelli delle Misure 112 e 311, nelle quali invece si concentra il 25% delle aziende. Per contro, nelle nuove aziende beneficiarie della Misura 112, prevalgono le aziende miste coltivazioni-allevamento (35%) mentre la maggioranza delle aziende finanziate da Misura 311 si concentra nei seminativi (35%). Dall analisi effettuata si desume un maggiore interesse delle nuove aziende verso attività produttive di tipo misto, mentre le aziende già insediate risultano maggiormente specializzate e ricercano nella diversificazione delle attività una soluzione per ridurre i rischi connessi alla forte instabilità legata al mercato dei cereali. Tale dinamica risulta sicuramente influenzata dalle strategie regionali adottate per i vari settori e territori Quanto intercorso è stato fortemente indirizzato dalle strategie regionali (Tab. 37 cap. 3.2 PSR Marche) dove per la Misura 121 e 112 è stata riposta una priorità alta, nei riguardi delle colture permanenti, e bassa per i cereali, mentre per la Misura 311 non sono state assegnate priorità settoriali ma solo territoriali, favorendo la concentrazione della Misura 311 nelle aree C2, C3 e D. 97

103 Figura 39 Orientamento tecnico economico generale - dettaglio Misure Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati di monitoraggio Le informazioni geografiche disponibili per le Misure 211 e 212 indicano che i tassi di copertura a livello regionale - considerando tutte le aziende localizzate in zona svantaggiata montana e le aziende delle altre zone svantaggiate con superficie superiore ai 3 ha 78 - sono stati, rispettivamente, del 13,7% e del 5,4%, visto il finanziamento di 934 soggetti per la Misura 211 e di 241 per la Misura 212. Tale parametro appare significativo in quanto la finalità delle Misure è di garantire la continuità e la sostenibilità economica dell attività agricola del complesso delle aree montane e di conservare lo spazio naturale ed il paesaggio. Se però consideriamo che i criteri di ammissibilità delle due Misure restringono, di fatto, il target complessivo (sono ammesse a finanziamento le sole aziende zootecniche e quelle per la castanicoltura da frutto), il tasso di copertura 79 risulta ovviamente più elevato: per la Misura 211 si arriva a quasi la metà dei beneficiari potenziali (circa 2.000), mentre per la Misura 212 questa percentuale è pari al 23% ca. (sono le aziende che potrebbero teoricamente presentare domanda a valere su questa Misura) (cfr. anche par ). Naturalmente le aziende beneficiarie risultano concentrate rispettivamente nelle aree C2, C3 e D (zone svantaggiate montane) e nelle aree C2 e C3 (altre zone svantaggiate), come visualizzato nella figura seguente Elaborazioni del Valutatore sulla base dei dati dell ultimo Censimento Generale Agricoltura ISTAT Che naturalmente varia di anno in anno, a seconda del numero di domande presentate. 80 In alcuni limitati casi i beneficiari risultano ricadenti anche in aree A e C1: ciò è dovuto al fatto che la distribuzione dei beneficiari avviene secondo il principio della prevalenza delle superfici, nel caso in cui le proprietà ricadano nel territorio di più Comuni. 98

104 Figura 40 Distribuzione Aziende agricole beneficiarie Misure 211 e 212 per Comune di localizzazione dei terreni Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Si evidenzia, in particolare, l elevato numero di adesioni alla Misura 211 nelle provincie di Pesaro- Urbino, Macerata e Ascoli Piceno, che peraltro sono quelle in cui ricade la maggior parte dei territori eleggibili per questa Misura. Le Provincie di Ancona e Fermo risultano, invece, relativamente sottorappresentate, in termini di beneficiari, rispetto al territorio a disposizione. Un caso a parte è rappresentato dai territori della Val Marecchia, passati alla Regione Emilia Romagna, dove esiste comunque una notevole concentrazione di aziende beneficiarie di indennità compensative degli svantaggi derivanti dalla ricadenza in area montana. Per la Misura 212 si registra un elevato numero di aziende beneficiarie soprattutto nella provincia di Macerata (dove ricade quasi il 60% dei territori ammissibili) ed una sostanziale proporzionalità tra territorio ed aziende per tutte le province, con la sola eccezione di quella di Fermo, per la quale si evidenzia una relativa maggiore concentrazione di aziende rispetto all estensione di territorio eleggibile. Nella tabella che segue viene presentato il raffronto tra l estensione del territorio provinciale e la distribuzione delle aziende beneficiarie delle Misure 211 e 212. Tabella 60 Ripartizione % dei beneficiari delle Misura 211 e 212 nelle diverse Province Aree svantaggiate montane Aree altri svantaggi Provincia % territorio % aziende beneficiarie N. comuni % territorio % aziende beneficiarie N. comuni Pesaro Urbino 36,8% 36,9% 35 20,6% 20,0% 11 Ancona 14,9% 8,3% 7 2,9% 1,3% 3 Macerata 25,5% 25,5% 23 57,8% 53,3% 17 Ascoli Piceno 12,1% 12,2% 10 15,6% 16,3% 4 99

105 Aree svantaggiate montane Aree altri svantaggi Provincia % territorio % aziende beneficiarie N. comuni % territorio % aziende beneficiarie N. comuni Fermo 7,0% 5,8% 4 3,2% 9,2% 2 Val Marecchia 3,7% 11,2% 7 0,0% 0,0% 0 Totale 100,0% 100,0% ,0% 100,0% 37 Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC La distribuzione geografica delle aziende finanziate dalla Misura 214b ( Sostegno alla produzione biologica ; cfr. figura di seguito) per comune di localizzazione dei terreni riflette, sostanzialmente, la distribuzione delle aziende biologiche marchigiane, che risultano diffuse su tutto il territorio regionale, ma con una concentrazione più elevata in alcune zone, come la provincia di Ascoli Piceno (circa 90 i beneficiari nel solo comune di Offida, su un totale di 108 aziende biologiche), in particolare lungo la fascia collinare litoranea, e le aree collinari interne delle altre province (soprattutto quelle di Macerata e Pesaro-Urbino): i agricoltori beneficiari della Misura 214b rappresentano, difatti, più del 90% dei produttori biologici regionali (pari a unità nell annualità 2010). L analisi cartografica consente comunque di evidenziare come le aziende beneficiarie della Misura 214b siano localizzate principalmente, oltre che nelle aree più sfavorite del territorio regionale (zone PSR C3 e D), nelle Aree rurali intermedie con vincoli naturali (zone PSR C2). Più limitato risulta il coinvolgimento di aziende delle zone PSR C1 81. Meno omogenea appare, invece, la distribuzione sul territorio regionale delle aziende agricole aderenti alla Misura 214, in relazione a quasi tutte le altre Sottomisure. Difatti, se i beneficiari delle Misure 214a ( Sostegno alla produzione integrata ) e 214c ( Tutela e miglioramento dei suoli ) sono localizzati, come è naturale aspettarsi, quasi esclusivamente nell area della Valdaso, interessata dall omonimo Accordo Agroambientale d Area (AAA 82 per la protezione del suolo e delle acque dall inquinamento da fitofarmaci e nitrati 83, l adesione alla Misura 214e ( Estensivizzazione degli allevamenti ) ha riguardato soltanto le province di Pesaro-Urbino e Macerata (e principalmente in relazione alle zone PSR D). Più diffuse sul territorio regionale, invece, le aziende beneficiarie della Misura 214d1 ( Sostegno alla coltivazione di specie minacciate di erosione genetica ed all allevamento di razze minacciate di abbandono ), che non risultano localizzate, però, in una porzione significativa della vasta provincia di Macerata. Complessivamente considerati, i beneficiari di Sottomisure diverse dalla 214b si sono concentrati soprattutto nelle zone PSR C2 e D delle varie province marchigiane (nel 68% e nel 53% dei casi, rispettivamente). È risultato marginale, ancora una volta, il coinvolgimento di aziende agricole delle zone PSR C1 ed A. 81 Ulteriori informazioni e commenti sulla distribuzione territoriale dei beneficiari della Misura 214b sono riportati al par Efficacia degli interventi della Misura 214b rispetto al sostegno al settore biologico. 82 La Valdaso è un vasto territorio che si apre, al centro del Piceno, lungo il corso del fiume Aso e si divide tra la Provincia di Ascoli Piceno e quella di Fermo. L AAA della Valdaso è attualmente l unico Accordo in fase di realizzazione, per cui i soli beneficiari di queste due Sottomisure sono localizzati in queste aree. 83 Tra le Misure attivate all interno di tale AAA anche la 214b, come conferma la distribuzione geografica della aziende finanziate riportata in figura. 100

106 Figura 41 Aziende agricole beneficiarie Misura 214 Sottomisura b produzione biologica Figura 42 Aziende agricole beneficiarie Misura 214 altre Sottomisure Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Al fine di avanzare un ipotesi sulle motivazioni che hanno determinato, in particolare, la distribuzione dei beneficiari della Sottomisura 214d1 illustrata nella figura precedente, sono stati raffrontati i dati ISTAT relativi alla distribuzione delle colture/allevamenti interessati dagli interventi con quelli inerenti la localizzazione dei beneficiari delle due Sottoazioni previste da tale Sottomisura. Nella figura a sinistra è illustrata quindi la situazione per la Sottoazione 1a (razze in via d estinzione o a rischio d erosione genetica), in riferimento agli allevamenti ovini ed equini (che sono le specie per le quali è previsto il premio), mentre la figura a destra si riferisce alla Sottoazione 1b (Sostegno alle coltivazioni di specie minacciate di erosione genetica), in relazione a fruttiferi e oliveti (la Sottoazione prevede premi per la coltivazione di varietà tradizionali appartenenti a queste due tipologie di coltura). 101

107 Figura 43 Aziende agricole beneficiarie delle SM 214 d1a e 214 d1b rispetto alla distribuzione delle colture/allevamenti oggetto dei finanziamenti Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Si può riscontrare che i beneficiari della Sottoazione 1b si localizzano prevalentemente nelle zone a più alta concentrazione di allevamenti ovini/equini, mentre il legame tra distribuzione di fruttiferi/ oliveti e beneficiari della Sottoazione 1a appare meno netto. Nel primo caso, quindi, la distribuzione dei beneficiari è legata probabilmente al posizionamento sul territorio del tipo di attività sovvenzionate con un collegamento più debole rispetto ai criteri di selezione/priorità adottati. Per quanto riguarda la Sottoazione 1a va tenuto in debito conto che la distribuzione evidenziata può essere influenzata anche dalla limitatezza delle superfici a premio (27 ha). Di seguito il riepilogo della ripartizione, tra le varie zone PSR, dei soggetti beneficiari e delle superfici sovvenzionate in relazione alla Misura 214 (con una distinzione tra la Sottomisura 214b e le altre Sottomisure). Tabella 61 Ripartizione % dei beneficiari e delle superfici beneficiarie della Misura 214 nelle diverse aree PSR Area PSR SAU totale 214B 214 Altre sottomisure Beneficiari SAU beneficiaria Beneficiari SAU beneficiaria UBA A 5% 5% 3% 2% 0% 6% C1 21% 13% 9% 3% 0% 2% C2 44% 53% 46% 45% 27% 10% C3 11% 14% 16% 17% 2% 18% D 19% 15% 26% 33% 71% 64% TOTALE 100% 100% 100% 100% 100% 100% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Prendendo come riferimento il parametro SAU, per la Misura 214b a fronte di una sostanziale corrispondenza nella distribuzione della SAU totale e della SAU beneficiaria per le aree A, C2 e C3 si evidenzia una maggiore concentrazione degli interventi, in termini relativi (quota di SAU beneficiaria rispetto alla quota di SAU totale) a carico delle zone D, mentre la zona C1 risulta largamente sottorappresentata in relazione agli interventi finanziati, rispetto alle potenzialità rappresentate dalla superficie agricola che vi insiste. 102

108 La concentrazione relativa (ma anche assoluta, in tal caso: quota di SAU beneficiaria rispetto al totale della SAU beneficiaria) degli interventi nelle aree D è ancora maggiore per le altre Sottomisure (anche prendendo a riferimento il parametro UBA ), ma in questo caso la distribuzione è condizionata dalla bassa numerosità dei beneficiari. Ulteriori informazioni riguardanti le problematiche legate all attuazione della misura 214 b sono presentate al paragrafo Efficacia degli interventi della Misura 214b rispetto al sostegno al settore biologico. 3.6 ANALISI DEI PRINCIPALI AMBITI TEMATICI TRASVERSALI AL PSR MARCHE 2007/ Formazione, informazione e consulenza Definizione dell ambito tematico analizzato e relative parole chiave L aumento della competitività del sistema agricolo, Obiettivo Prioritario dell Asse 1, trova nelle Misure preposte al rafforzamento del capitale umano gli strumenti fondamentali per l attuazione delle politiche di sviluppo rurale a livello regionale. Nelle intenzioni del programmatore, l articolazione della Misura 111 e l inserimento della Misura 114 tra le linee di intervento attivabili attraverso il pacchetto giovani, mira a favorire l innalzamento della capacità imprenditoriale e professionale degli addetti al settore agricolo e forestale regionale. Al fine di cogliere i primi effetti di tali politiche, il focus valutativo è stato incentrato, pertanto, sull analisi delle due Misure richiamate e, più precisamente, sulla valutazione del grado di diffusione delle conoscenze rispetto alle complesse esigenze delle aziende agricole marchigiane. Le misure afferenti al capitale umano scontano notevoli ritardi e difficoltà riconducibili, tra l altro, al complesso ruolo di stimolo che la Regione assolve nel campo della formazione in azienda, laddove, sovente, i beneficiari delle azioni di formazione non riescono a percepire i propri fabbisogni formativi. Anche alla luce delle difficoltà rilevate nel corso del precedente periodo di programmazione 84, nel PSR si è optato per rendere vincolante un livello base di formazione, lasciando poi alle aziende la possibilità di accedere ad un ampio repertorio di corsi avanzati di natura facoltativa. Individuazione delle Misure coinvolte rispetto al tema La Misura 111, Azioni nel campo della formazione professionale e dell informazione, oggetto del presente approfondimento, è articolata nella Sottomisura a) Attività formative per gli imprenditori agricoli e forestali e nella Sottomisura b) Attività informative nel settore agricolo e forestale 85. Al 31/12/2011, sulla Misura 111 (a-b) sono state presentate complessivamente 719 domande di aiuto (escludendo filiere e accordi agroambientali), pari all incirca al 27% di tutte le domande presentate a valere sull Asse 1 del PSR. Da un punto di vista procedurale (cfr. par. 5.3 e 5.4 sull analisi dei criteri di selezione), il processo selettivo è stato più accentuato nel caso delle Misura 111 a) 84 Nella Valutazione ex-post del PSR Marche 2000/2006 si legge che la Misura ha incontrato uno scarso interesse da parte dei potenziali beneficiari. [ ] Questo è dovuto ad una serie complessa di cause tra le quali vanno ricordate i) la scarsa attività di informazione e sensibilizzazione soprattutto per i tipi di interventi più innovativi (assegni formativi e tutoraggio); ii) una scarsa appetibilità delle modalità organizzative dei corsi (numero di ore, argomenti trattati). L insieme di tali criticità ha portato nella programmazione a solo un 31% di progetti conclusi e la conseguente elevata quota (67%) di progetti revocati. 85 Le attività formative della Sottomisura a) prevedono le seguenti tipologie di corsi: Tipologia 1) formazione obbligatoria prevista per le misure 121 e 311 (15 ore); Tipologia 2) formazione funzionale al conseguimento del requisito di conoscenza e competenza professionale per i giovani insediati (100 ore); Tipologia 3) formazione realizzata nell ambito di accordi agroambientali di area o progetti di filiera; Tipologia 4) altre azioni formative. Le attività informative della Sottomisura b) prevedono invece tre distinte azioni: a) beneficiario unico regionale ASSAM; b) informazione realizzata nell ambito di accordi agroambientali di area o progetti di filiera; c) altre iniziative informative. 103

109 Tipologia 2 all interno del Pacchetto Giovani 86. L incidenza delle domande finanziate su quelle presentate, infatti, è del 54%, valore nettamente inferiore a quanto riscontrato per le altre tipologie previste dalla Misura, in conseguenza delle modalità operative previste dal Pacchetto stesso in cui la finanziabilità della Misura risulta condizionata alla totale finanziabilità dell intero pacchetto aziendale a valere sulla Misura 112. Ciò premesso, al fine di valutare l efficacia delle azioni formative e informative nel rispondere alle aspettative delle aziende all interno del questionario di rilevazione sono stati posti dei quesiti specifici su tutte le tipologie di corsi (ad eccezione della terza tipologia inerente le filiere ed gli accordi di area), mentre, per le attività informative, l attenzione è stata rivolta esclusivamente all Azione a). Considerazioni valutative provenienti dall analisi delle fonti primarie e secondarie Sulla base delle indagini dirette, si ricava che i beneficiari delle Misure del PSR possiedono un tasso di scolarizzazione87 più elevato rispetto all universo delle imprese agricole marchigiane. Tra i beneficiari del PSR si evidenzia, in particolare, una elevata incidenza di conduttori in possesso del diploma di scuola media superiore, sia ad indirizzo agrario (12% contro il 3% dell universo Istat) che generico (34% contro il 16% dell universo Istat). Anche i soggetti laureati in discipline agrarie o altri indirizzi beneficiari del PSR risultano essere circa il doppio degli agricoltori laureati nell intera regione. Viceversa, nel caso dei livelli di istruzione di base, il numero dei soggetti con licenza di scuola elementare è maggiore nel totale delle aziende marchigiane (42%) rispetto ai beneficiari del PSR (7%). Figura 44 - N Confronto della ripartizione per titolo di studio del conduttore delle aziende beneficiarie del PSR rispetto al complesso de conduttori delle Marche Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su Indagine Diretta e su ISTAT Censimento Agricoltura 2010 Sulla base dei risultati delle indagini dirette è altresì possibile evidenziare come il tasso di scolarizzazione dei beneficiari delle Misure a superficie ( ), rispetto a quelli delle Misure strutturali ( singole e nel pacchetto giovani), risulti più basso con una netta prevalenza di soggetti in possesso di una formazione di base (licenza di scuola elementare: 12%; licenza di scuola media inferiore: 46%). Il dato, solo parzialmente influenzato dall inserimento delle Misure del Pacchetto Giovani tra quelle strutturali, 86 Diverso, invece, il caso della Misura 111 a) nelle altre sue forme applicative, dove la volontà di favorire un processo formativo specialistico, ma ad elevata diffusione, ha di fatto inibito il processo selettivo rendendo gli indici di sopravvivenza con valori prossimi al 100%. 87 Il raffronto è stato effettuato tra l universo dei conduttori di azienda (Istat 2010) e i 217 beneficiari delle Misure 112, 121, 311, e

110 può trovare una diretta giustificazione nel maggior peso degli investimenti, che sono normalmente effettuati da soggetti più giovani e, di conseguenza, con una scolarizzazione maggiore. Figura 45 - N Confronto della ripartizione per titolo di studio del conduttore delle aziende beneficiarie del PSR nelle Misure strutturali e a superficie Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su Indagine Diretta A livello di singola Misura sono poi presenti ulteriori differenze come, ad esempio, l elevato tasso di laureati nella Misura 311, al di fuori dal Pacchetto Giovani, e la totale assenza degli stessi nel campione delle Misure Tali differenze possono trovare molteplici giustificazioni, come la prevalente collocazione montana e la conseguente maggiore anzianità dei beneficiari delle Misure , nonché la possibile maggiore propensione ad effettuare interventi di diversificazione da parte di soggetti eterogenei con livelli di scolarizzazione più elevati. Tabella 62 - N Confronto della ripartizione per titolo di studio del conduttore delle aziende beneficiarie del PSR Titolo di studio Totale Licenza di scuola elementare 0% 5% 6% 7% 21% 7% Licenza di scuola media inferiore 12% 24% 17% 49% 41% 31% Diploma di scuola media superiore/indirizzo agrario 10% 17% 11% 12% 10% 12% Diploma di scuola media superiore/altro indirizzo 52% 38% 44% 19% 28% 34% Laurea o diploma universitario/indirizzo agrario 2% 7% 6% 4% 0% 4% Laurea o diploma universitario/altro indirizzo 20% 7% 17% 7% 0% 10% Specializzazione post laurea/indirizzo agrario 0% 0% 0% 0% 0% 0% Specializzazione post laurea/altro indirizzo 4% 2% 0% 0% 0% 1% Nessun titolo di studio 0% 0% 0% 2% 0% 0% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su Indagine Diretta 105

111 Sulla base di tale scenario vengono di seguito riportate le principali risultanze delle indagini dirette con riferimento a: Misura 111 Sottomisura a) nelle due tipologie principali (1 e 2); Misura 111 Sottomisura b) Azione a); Misura 114. Tipologia 1 Formazione obbligatoria 15 ore Da inizio programmazione sono 243 le aziende che hanno intrapreso corsi della Tipologia 1) della durata di 15 ore, coinvolgendo 194 beneficiari delle Misura 121 e 49 aziende della Misura 311. Dall indagine diretta sui beneficiari emerge, come prima indicazione di massima, una parziale insoddisfazione per la gestione del corso determinata sia dai vari vincoli cogenti sullo stesso che, in parte, per le tematiche trattate. Una prima criticità rilevata si riscontra nella obbligatorietà dei corsi per i beneficiari delle Misure 121 e 311 a fronte della possibilità di rimborso riconosciuta solo riconosciuta solo ai beneficiari della Misura 121, per un vincolo imposto dalla Commissione. A ciò si aggiunge che talvolta l avvio tardivo dei corsi rispetto ai tempi di realizzazione degli investimenti, ha determinato sia un ritardo della liquidazione del saldo finale delle Misure strutturali, connessa all espletamento del corso, che un inadeguato utilizzo delle informazioni apprese. Con riferimento all utilità dei corsi obbligatori, è emerso che una quota rilevante di formati non ha avuto modo di utilizzare le informazioni apprese e, in particolare, che solo il 10% dei soggetti se ne è avvalso per la redazione del business plan. L analisi di dettaglio, rivolta ai fruitori del corso articolati per singola Misura, individua tra i beneficiari della Misura 311 i soggetti che hanno maggiormente utilizzato quanto appreso, soprattutto in riferimento alla introduzione di strumenti di gestione (50%), contro il 43% della Misura 121. I fattori che hanno portato a tale situazione sono diversi, in primis il disallineamento temporale tra l espletamento dei corsi e la predisposizione del business plan. Nell intenzione del programmatore, i corsi avrebbero dovuto facilitare l introduzione in azienda di strumenti di gestione utili a valutare le potenzialità e le possibili ricadute degli investimenti promossi dalle Misure 121 e 311. Tuttavia, in alcuni casi, il suddetto disallineamento ha di fatto reso inefficace la formazione e l obbligatorietà del corso si è tradotta in un vincolo formale, sebbene non si possa escludere una qualche utilità delle informazioni apprese nel prosieguo dell attività aziendale. Figura 46 - Tipologia di utilizzo per misura delle informazioni ricevute dai corsi di breve durata Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC 106

112 Il giudizio dei soggetti beneficiari che hanno espletato il corso conferma quanto sopra esemplificato rispetto all utilizzo delle informazioni apprese. In tal senso, i beneficiari della Misura 121 esprimono i giudizi maggiormente negativi (31%) mentre quelli della Misura 311 si ritengono sufficientemente soddisfatti (45%). In estrema sintesi, la differenziazione dei giudizi su corsi che teoricamente sarebbero dovuti essere simili, evidenzia come le attività formative vengano percepite utili dalle aziende dove si avviano nuove attività, come l agriturismo, mentre per i beneficiari della Misura 121 l obbligo è stato percepito come non pienamente rispondente alle esigenze delle aziende. La soddisfazione del corso risulta pertanto maggiormente correlata ai suoi contenuti effettivi rispetto alla finanziabilità dello stesso. Figura 47 - Valutazione del corso formativo per singola Misura Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Tipologia 2) Formazione obbligatoria 100 ore Tra le condizioni di accesso alla Misura 112, la formazione 88 (100 ore) è considerata un elemento fondamentale in tutti quei casi in cui il beneficiario non disponga di un diploma di laurea o di scuola media superiore ad indirizzo agrario. Come emerge dall indagine campionaria il corso ha interessato la maggioranza dei beneficiari, risultando piuttosto contenuto (12%) il tasso dei conduttori aventi una formazione ritenuta idonea. A livello generale, l azione di formazione in oggetto ha favorito il miglioramento delle conoscenze e delle competenze specifiche per quanto riguarda la gestione di un impresa agricola: il 61% dei soggetti intervistati ha utilizzato gli strumenti di analisi di gestione aziendale e delle tecnologie di informazione e comunicazione (TIC), mentre le pratiche agricole rispettose dell ambiente (corretto uso dei fertilizzanti e dei prodotti per la protezione delle piante e l applicazione delle norme obbligatorie in agricoltura) sono state utilizzate dal 79% dei beneficiari. Soltanto il 16% dei discenti, pur avendo partecipato al corso, dichiara di non aver utilizzato le informazioni apprese, mentre il 21% ne ha usufruito in maniera parziale. 88 Al 31/12/2011 sono state 214 le domande finanziate a valere sul corso di 100 ore. 107

113 Figura 48 - Utilizzo delle informazioni apprese nei corsi di 100 ore Figura 49 - Tipologia di utilizzo delle informazioni ricevute dai corsi di 100 ore Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Il giudizio complessivo espresso dai soggetti beneficiari circa la bontà del corso evidenzia una prevalenza di giudizi positivi (sufficiente: 26%; discreto: 31%; ottimo: 18%). Soltanto il 10% dei soggetti risulta insoddisfatto e un ulteriore 15% esprime un giudizio negativo. Figura 50 - Valutazione del corso formativo di 100 ore Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Tipologia 4) Altre azioni formative Tra le altre azioni formative previste dal PSR Marche sono stati inseriti i corsi di natura facoltativa, che hanno visto un modesto coinvolgimento delle imprese agricole regionali. In base ai risultati emersi dall indagine diretta i corsi facoltativi sono stati utilizzati in prevalenza dai beneficiari del Pacchetto Giovani (57%), mentre la frequentazione da parte dei beneficiari delle Misure 311 e 121 risulta molto esigua (rispettivamente 14% e 16%). Come si evince dal grafico successivo tra le principali cause del mancato utilizzo di corsi di natura facoltativa, la maggior parte dei beneficiari intervistati dichiara di non aver individuato corsi di proprio interesse, mentre, in altri casi, ha pesato la distanza geografica rispetto alle aziende. 108

114 Figura 51 Principali cause sul mancato ricorso a corsi di natura facoltativa Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC In merito alla tipologia di corsi si è avuta una richiesta prevalente di formazione inerente le pratiche agronomiche, oltre che sui temi del marketing e della sicurezza in agricoltura con corsi della durata media di circa 30 ore. Nel complesso, le aziende intervistate e che hanno aderito ai corsi facoltativi ne hanno apprezzato la qualità e l utilità, anche in misura superiore rispetto a coloro che hanno beneficiato dei corsi obbligatori di 100 ore della Misura 112 e dei corsi obbligatori da 15 ore. Figura 63 Valutazione delle diverse tipologie di corsi formativi da parte delle aziende beneficiarie Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Informazione Le attività di informazione promosse sulla Sottomisura b) - Azione a) sono state valutate in maniera indiretta sondando la conoscenza, tra i beneficiari oggetto di indagine diretta, del bollettino agrometeorologico dell ASSAM. Per verificare l utilità dello strumento, che fornisce sia informazioni meteorologiche che agrometeorologiche, il Valutatore ne ha verificato il suo utilizzo presso le aziende agricole prevedendo una apposita domanda nel questionario di rilevazione. Il quesito, posto a ben 217 beneficiari del PSR, ha rilevato una prevalenza di soggetti che non utilizzano il servizio (56%) rispetto a chi lo ritiene uno strumento utile per le proprie attività (44%). In particolare, si nota un maggior utilizzo nei soggetti beneficiari delle Misure strutturali (49%). 109

115 Figura 52 - Tasso di utilizzazione del bollettino meteo da parte dei beneficiari delle Misure strutturali e delle misure a premio Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su Indagine Diretta Rispetto alla valutazione offerta dai soggetti intervistati, i giudizi più positivi sono stati formulati dai beneficiari delle Misure strutturali. Nel complesso, comunque, sembra emergere con evidenza la soddisfazione da parte degli utilizzatori del bollettino agrometeorologico anche tra i beneficiari delle Misure a superficie. Figura 53 - Valutazione delle informazioni del bollettino da parte dei beneficiari delle Misure a superficie e strutturali Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Le motivazioni sul mancato utilizzo risultano eterogenee con una netta prevalenza dei soggetti che dichiarano di non conoscere lo strumento (48%), rispetto ad un numero più contenuto (23%) di quelli che non lo ritengono utile per le attività svolte, seguito da quelli che utilizzano altri servizi meteo (15%), per concludere con chi non lo utilizza in quanto non usa internet (14%). Nello specifico, la mancata conoscenza, e il non utilizzo legato all uso di internet, contraddistinguono i beneficiari delle Misure a superficie, che, come evidenziato in precedenza, hanno un età media molto elevata e un basso livello di scolarizzazione. 110

116 Consulenza Misura 114 La Misura 114, con 302 domande finanziate al 31/12/2011, mostra uno stato di avanzamento fisico piuttosto soddisfacente. Ciò nonostante, i giudizi espressi nella RAE 2011 sulla Misura non sono molto entusiastici: Lo scarso successo della misura è da attribuirsi anche all esiguo massimale di contributo previsto a finanziamento per singola domanda (Euro 1.500,00); tale importo, insieme all idea delle procedure amministrative che l azienda dovrebbe affrontare per poter arrivare alla liquidazione della domanda di pagamento, spesso non incentivano l azienda agricola a presentare domanda per la misura. La seguente analisi, condotta su un campione di beneficiari delle Misure 112, 121 e 311, mira pertanto a verificare quali siano stati i fattori limitanti rispetto alle previsioni programmatiche. In particolare, il Valutatore ha cercato di stimare l interesse delle aziende agricole beneficiarie rispetto alle attività di consulenza con l intento di verificare se fossero presenti particolari avversioni di partenza dei beneficiari. Le risposte fornite sono state in media positive, con un picco tra i beneficiari della Misura 121 (71,3%), seguita dalla Misura 112 (66%) e dalla Misura 311 (50%). Verificato quindi l interesse per le attività consulenziali tra i beneficiari delle Misure coinvolte, è stato poi chiesto se fossero a conoscenza della Misura 114 del PSR e della possibilità di poter beneficiare di finanziamenti per le attività di consulenza. Dall analisi dei dati si ricava che soltanto i beneficiari della Misura 112 conoscono le finalità della Misura 114 (82% dei casi), mentre tale percentuale si aggira intorno al venti per cento per i beneficiari delle Misure 121 e 311. Sebbene tali dati confermino l incidenza dei beneficiari della 114 aderenti al pacchetto sul totale dei beneficiari della Misura 114 (69,2%), è possibile rilevare come a fianco delle limitate risorse finanziarie previste in termini di contributi, vi sia stato anche un notevole gap informativo. Dove infatti la Misura costituiva una priorità, come nel Pacchetto Giovani, sono state presentate domande, negli altri casi questo è avvenuto in situazioni molto rare. Figura 54 - Ritiene che la consulenza da parte di professionisti possa agevolare la sua attività d'impresa? Figura 55 - Ha utilizzato il contributo sulla consulenza mediante la Misura 114 del PSR? Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC 111

117 Le principali attività di consulenza, normalmente di natura plurima, hanno interessato il miglioramento della qualità delle produzioni, sia tra i beneficiari della Misura 112 che tra quelli della Misura 121, con una incidenza, rispettivamente, pari all 81% e all 89%. Nel caso delle attività afferenti alla Misura 311 sono invece prevalse le consulenze in materia di sicurezza sul luogo del lavoro (60%) e miglioramento della gestione delle risorse ambientali (40%). Infine, si ravvisano giudizi positivi da parte dei beneficiari della Misura 112 e 121 e ambivalenti da parte di quelli inerenti la Misura 311, dove il 50% di giudizi sufficienti si erge a spartiacque tra il 25% degli altamente insoddisfatti e il restante 25% che esprime un giudizio ottimo. Figura 56 - Ambiti di applicazione delle informazioni Figura 57 - Valutazione del servizio di consulenza da parte delle aziende beneficiarie Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Conclusione Nelle Marche i beneficiari delle Misure del PSR possiedono un tasso di scolarizzazione più elevato rispetto all universo delle imprese agricole regionali denotando una correlazione positiva tra il livello di istruzione e la propensione ad investire. Le attività formative di natura obbligatoria vengono percepite come utili dalle nuove aziende, soggetti beneficiari della Misura 112, o per l avvio di nuove attività, come l agriturismo, mentre per i beneficiari della Misura 121 i corsi obbligatori non sono risultati pienamente rispondenti alle esigenze delle aziende. I beneficiari della Misura 121 mostrano un forte interesse per le attività consulenziali pur evidenziando una scarsa conoscenza delle possibilità di finanziamento offerte dalla Misura 114. Il limitato ricorso ai finanziamenti offerti da tale Misura (cfr. grafico seguente) non è pertanto attribuibile in via esclusiva al contenuto contributo pubblico offerto per singola azienda, ma, come emerso dalle indagini dirette, anche da un notevole gap informativo. 112

118 Figura 64 Motivazioni che hanno portato le aziende a non utilizzare il contributo della Misura 114 Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Per quanto riguarda le attività informative, la maggioranza dei soggetti intervistati dichiara di non utilizzare il Bollettino ASSAM, mentre chi ne fa uso appare soddisfatto dal servizio offerto. In riferimento alla tipologia di corsi da attivare nel prossimo ciclo di programmazione i beneficiari 89 hanno espresso una preferenza verso tematismi connessi al miglioramento della gestione aziendale ed alla diversificazione in attività non agricole. infine, una ulteriore indicazione da tenere in considerazione nell ambito del PSR , afferisce alla opportunità di semplificare le procedure di attuazione della Misura 111, prevedendo, a titolo esemplificativo, di eliminare l obbligo di firma degli attestati di partecipazione ai corsi formativi da parte del Presidente della Regione Qualità e commercializzazione dei prodotti Definizione dell ambito tematico analizzato e relative parole chiave Come messo in evidenza da una recente indagine 90 della Commissione europea, la qualità del prodotto viene considerata la componente principale delle scelte di acquisto dei consumatori (65%), rispetto al prezzo (54%), alla provenienza locale (34%) ed alla marca commerciale (15%). Se la media europea non considera la provenienza come fattore determinante nelle scelte di acquisto, lo stesso non può dirsi in Italia dove i soggetti intervistati hanno attribuito a tale parametro un maggiore livello di importanza (88%). Tali dati portano a rafforzare la necessità di aumentare l offerta dei prodotti locali di qualità e rafforzano la richiesta, proveniente dall AdG, di verificare gli effetti incentivanti delle Misure del PSR rispetto al tema della qualità agroalimentare. L analisi valutativa di seguito proposta, prende in considerazione la qualità congiuntamente allo sviluppo di nuovi canali commerciali tesi a favorire i percorsi di filiera corta. 89 Tali aspetti sono stati indagati nelle Misure 211, 212 e European Commission, (2012) Eurobaromenter 389-Europeans attitudes towards food security, food quality and the countryside Conducted by TNS Opinion & Social at the request of the European Commission, Directorate-General for Agriculture and Rural Development Survey co-ordinated by the European Commission, Directorate-General for Communication (DG COMM Research and Speechwriting Unit). 113

119 Individuazione delle Misure coinvolte rispetto al tema Le aziende che effettuano produzioni di qualità trovano nel PSR Marche, al di là delle specifiche Misure a questo deputate Misura 132 Sostegno agli agricoltori che partecipano ai sistemi di qualità e 133 Sostegno alle associazioni di produttori per attività di informazione e promozione, uno strumento per consolidare e sviluppare le proprie attività anche all interno di altre Misure in considerazione del fatto che il Programma regionale ha posto una maggiore enfasi sulla necessità di migliorare il livello qualitativo delle produzioni agroalimentari al fine di contribuire, anche per tale via, all innalzamento del valore aggiunto agricolo. Inoltre, come si evince dalla RAE 2011, al 31/12/2011, non risulta ancora completato il processo di istruttoria delle domande presentate a valere sulla Misura 132; di contro, sulla Misura 133, risultano presentate due domande inerenti alla promozione del vino a valere su bandi del , mentre è ancora in fase di completamento l istruttoria sulle domande presentate sulle filiere locali e regionali. Di conseguenza, in considerazione del prematuro stato di avanzamento delle Misure 132 e 133 collegate all Obiettivo Prioritario del PSN Consolidamento e sviluppo della qualità della produzione agricola e forestale, si è ritenuto opportuno sviluppare l approfondimento sulla qualità in maniera trasversale con riferimento, in particolare, alle risultanze delle indagine dirette. Dove possibile, infine, i dati di natura primaria sono stati raffrontati con quelli provenienti da fonti di natura secondaria: Censimento generale dell Agricoltura 2010, Indagine Istat sui prodotti agroalimentari di qualità DOP, IGP e STG (2012) ed archivio Unioncamere Marche. Considerazioni valutative provenienti dall analisi delle fonti primarie e secondarie Le aziende che effettuano produzioni di qualità trovano nel PSR Marche uno strumento per consolidare e sviluppare le proprie attività anche all interno delle Misure strutturali, come emerge dalle indagine dirette effettuate sui beneficiari delle Misure 112, 121 e 311, così come nelle Misure a superficie (si pensi, ad esempio, al premio per l agricoltura biologica della Misura 214). Dai risultati delle indagini dirette effettuate si ricava che le aziende beneficiarie si dividono in maniera netta (50%) tra chi ha utilizzato il PSR per introdurre o sviluppare produzioni di qualità e chi continua a produrre in maniera convenzionale. Più in particolare, considerando i tassi di risposta forniti, risulta evidente come la qualità agroalimentare sia associata soprattutto alla produzione biologica (40% delle aziende) 92 cui fanno seguito, ma con quote più modeste, le aziende con produzioni DOP-IGP (29%), DOC-DOCG (25%) e QM (7%). Tale distribuzione non coincide precisamente con quella più generale delle aziende agricole marchigiane 93, dove prevalgono (con una incidenza del 57%) le aziende vitivinicole iscritte all albo dei vini a denominazione di origine, mentre le aziende biologiche si attestano al 20% (cfr. figura seguente). 91 Occorre in questa sede evidenziare che tali domande sono state presentate dai due Consorzi che rappresentano la totalità delle DOC regionali. 92 Per il biologico il dato campionario, pari al 40% dei 3096 beneficiari presi in considerazione per l Analisi, è in linea con quello fornito dal sistema di monitoraggio, pari al 51%. 93 Il dato è stato ottenuto attraverso la sommatoria delle imprese biologiche (1.801), rilevato dal Censimento dell Agricoltura del 2010, dei produttori DOP e IGP al 2010 (pari a 598) indagine Istat (Istat 2012), delle aziende iscritte all albo dei vini DOC e DOCG al 2008 (pari a 5160) e delle imprese aderenti al marchio Qualità Marche (pari a 1.435), mentre il numero delle aziende totali fa riferimento alle imprese attive iscritte presso le Camere di Commercio di fonte Infocamere - Movimprese al 2011 (32.251) che si discosta dal dato a Censimento (44.866). 114

120 Figura 58 - Incidenza delle aziende che a seguito degli investimenti strutturali hanno introdotto produzioni di qualità Figura 59 - Confronto tra le tipologie di produzioni di qualità nelle aziende beneficiarie delle Misure strutturali rispetto al complesso delle aziende Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Occorre precisare, data l eterogeneità delle fonti statistiche utilizzate, che il confronto tra le aziende beneficiarie del PSR con produzioni di qualità e il complesso delle aziende agricole regionali, fornisce soltanto delle indicazioni di massima, pur permettendo di evidenziare come il PSR risulti uno strumento di incentivo e di indirizzo per l accrescimento della qualità agroalimentare a livello regionale. A tal proposito, si pensi che ben il 50% delle aziende beneficiarie ha dichiarato che gli investimenti realizzati hanno favorito l introduzione di produzioni di qualità agroalimentare, dato nettamente al di sopra dell incidenza delle aziende che producono prodotti di qualità sul totale delle aziende agricole regionali (28%). Sembrerebbe, pertanto, che i contributi del PSR abbiano favorito lo sviluppo di produzioni di qualità che evidenziano altresì delle esternalità positive sull ambiente (in tal senso si fa riferimento alle produzioni biologiche). In aggiunta, gli investimenti promossi dai beneficiari hanno contribuito ad incrementare il peso della qualità sul fatturato aziendale: nella situazione post investimento, infatti, i soggetti con un valore delle produzione di qualità sotto il 25% del fatturato si sono ridotte al 16% (pre-investimento: 41% delle aziende), mentre si sono accresciute le quote di incidenza intermedie (passando dal 38% al 45%) e, in particolare, le aziende che hanno fatto delle produzioni di qualità una scelta esclusiva, passate dal 21% al 39%. La scelta di puntare sulla qualità in maniera esclusiva caratterizza pertanto un numero considerevole di aziende, mentre convive con quote variabili di produzioni convenzionali, nei restanti casi. 115

121 Figura 60 - Distribuzioni per classi di incidenza del valore delle produzioni di qualità sul reddito aziendale a seguito dell investimento Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Risulta altresì evidente come gli investimenti intercorsi, oltre ad aver incentivato la fase produttiva, abbiano rafforzato la fase a valle della filiera modificando fortemente le strategie e i canali di vendita: si pensi, infatti, che nelle misure strutturali gli investimenti hanno favorito l incremento della vendita diretta in azienda, passata dal 28% al 59%, e determinato una, seppur sensibile, contrazione delle aziende che conferiscono a grossisti, dal 40% al 38%. Parimenti, nelle aziende beneficiarie delle Misure a superficie, il PSR ha contribuito ad aumentare la diversificazione dei canali di vendita determinando il passaggio da una situazione (pre investimento) incentrata sull autoconsumo e sul conferimento a grossisti, ad una contraddistinta da una maggiore eterogeneità dei canali di vendita che vede, in particolare, nei negozi specializzati e nella ristorazione il principale sbocco commerciale delle produzioni aziendali. Figura 61 - Variazione del numero dei canali di vendita a seguito dell adesione al PSR dai beneficiari delle Misure strutturali Figura 62 - Variazione del numero dei canali di vendita a seguito dell adesione al PSR dai beneficiari delle Misure a superficie Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC 116

122 È possibile affermare che nelle aziende beneficiarie delle Misure 112, 121 e 311 si è assistito ad un vero e proprio effetto sostituzione, nel senso che la vendita ai grossisti è stata sostituita dalla vendita diretta, determinando un processo di accorciamento di filiera che ha interessato, non soltanto, la tipologia dei canali di vendita per singola azienda, ma anche l incidenza degli stessi sul fatturato. In generale, è intercorsa una radicale modifica dei rapporti commerciali che ha portato, grazie all apertura verso nuovi canali commerciali, la vendita diretta in azienda a detenere una maggiore incidenza sul fatturato (26%). Per le aziende beneficiarie delle misure a superficie si ravvisano invece delle dinamiche diverse e in parte contrarie. Il conferimento a grossisti conserva, infatti, le quote maggiori di fatturato (18%), seguito dalla vendita a negozi specializzati ed alla ristorazione (15%) e dalla vendita diretta fuori dall azienda (13%). Figura 63 - Variazione del fatturato per canale di vendita a seguito dell adesione al PSR dai beneficiari delle Misure strutturali Figura 64 - Variazione del fatturato per canali di vendita a seguito dell adesione al PSR dai beneficiari delle Misure a superficie Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Conclusioni Per valorizzare la qualità dei prodotti, oltre ad agire sulle pratiche colturali (fase a monte della produzione), come nel caso delle misure a superficie, sono solitamente necessari interventi strutturali sulla fase a valle del processo produttivo che permettono di favorire il processo di adeguamento dell azienda rispetto ai nuovi canali di vendita. La coltivazione biologica, che caratterizza i beneficiari della Misura 214, trova quindi dei potenziali vantaggi rispetto alla produzione convenzionale, favorendo la diversificazione dei canali di vendita per singola azienda, ma senza gli opportuni correttivi strutturali, capaci di favorire la trasformazione e la conseguente vendita diretta, trova nei grossisti e nelle cooperative il principale canale di sbocco commerciale delle proprie produzioni. In particolare l adesione al biologico in sé, non produce sostanziali variazioni, se non associata ad interventi strutturali. In tal senso, come si evince dalle figure seguenti, la quantità prodotta rimane stabile per il 48,7% delle aziende, ma favorisce un incremento di prezzo per una quota considerevole di aziende (41%) che trovano nel biologico un canale di vendita più remunerativo, seppur contenuto rispetto ai primi anni del duemila (gli incrementi non superano mai il 20% del prezzo). 117

123 Figura 65 - Tra i beneficiari della Misura 214 in seguito all'introduzione del biologico la quantità venduta dei prodotti è: Figura 66 - Tra i beneficiari della Misura 214 in seguito all'introduzione del biologico il prezzo dei prodotti è: Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Tutto ciò premesso, il Valutatore, ritiene opportuno evidenziare, di seguito, alcuni aspetti emersi dalle analisi. Il PSR è servito a rafforzare la qualità agroalimentare nel 50% delle aziende beneficiarie: nelle Misure strutturali gli investimenti hanno favorito l incremento della vendita diretta in azienda a discapito di quella verso cooperative e grossisti; nelle Misure a superficie si ha un incremento del fatturato proveniente dai grossisti per l incremento di prezzo ed una diversificazione dei canali di vendita (negozi specializzati e ristorazione) Congiuntura economica e accesso al credito Definizione dell ambito tematico analizzato Questo specifico focus si pone due principali finalità: da un lato, sondare in che misura lo stato di incertezza rispetto all attuale congiuntura economica abbia influenzato le scelte di investimento delle aziende, dall altro, approfondire il tema dell accesso al credito per valutare in che modo la stretta creditizia, possa aver condizionato la domanda di nuovi investimenti. A tal fine verranno utilizzate sia le informazioni derivanti dall indagine diretta (Misure 112, 121 e 311) che le fonti di natura secondaria 94. La congiuntura economica La crisi economica generale che, a partire dal 2008, ha colpito anche l Italia non ha risparmiato il settore agricolo, investendo soprattutto le regioni a specializzazione agricola, tra cui le Marche. A livello regionale, il picco in area negativa registratosi nel 2008 e proseguito, in termini tendenziali, fino al 2010, ha generato una contrazione superiore al 20% rispetto al 2005, evidenziando una 94 A titolo esemplificativo, si citano il Rapporto sul Sistema agricolo e alimentare delle Marche (INEA, 2012) e lo specifico approfondimento dell Osservatorio Agroalimentare delle Marche La crisi e l agricoltura marchigiana, L impatto sulle aziende e la percezione degli agricoltori (Esposti.R., Lobianco A., 2012). 118

124 variazione più che doppia rispetto al contesto italiano. Soltanto nel corso del 2011 si è invertita tale tendenza, che, tuttavia, non ha consentito di recuperare le quote perse e riportare l andamento del valore aggiunto verso un nuovo sentiero di crescita. Sebbene i dati sul inerenti la dinamica dei prezzi nella filiera dei cereali portino ad ipotizzare un ulteriore crescita del valore aggiunto regionale, considerata la forte specializzazione nel comparto, le previsioni di semina nelle colture erbacee del evidenziano una contrazione di circa il 10% nelle semine nelle regioni del centro Italia; pertanto, soltanto un incremento dei prezzi di vendita, potrà portare ad un accrescimento del valore aggiunto regionale. Il valore aggiunto è inoltre fortemente influenzato, oltre che dalla dinamica della produzione agricola, anche da quella dei consumi intermedi 97 i cui prezzi sono cresciuti più che proporzionalmente rispetto ai prezzi alla produzione ampliando la forbice rispetto all anno base. Figura 67 - Valore Aggiunto in agricoltura a valori correnti (Anno base 2005) Fonte: Elaborazioni Lattanzio V.I.C. su dati ISTAT Rispetto allo scenario pre-crisi, le aziende hanno visto profondamente modificarsi le condizioni di base, rendendo spesso poco rilevanti, se non totalmente ininfluenti, gli strumenti di analisi gestionale e di pianificazione strategica fortemente incentivati dal PSR Marche. Si pensi, infatti, che a causa di questo cambio di scenario, all incirca il 10% delle aziende beneficiarie intervistate ha individuato il business plan quale strumento capace di disegnare con esattezza le aspettative delle aziende. In tal senso, non sorprende che il 65% delle aziende recentemente intervistate per l Osservatorio Agroalimentare delle Marche 98 non abbia realizzato alcun investimento produttivo nel periodo ; il 24% non ha investito in quanto non intenzionato a farlo; la quota maggioritaria (55%) delle imprese non ha investito per prudenza o per difficoltà economiche o ha investito di meno rispetto a quanto avrebbero voluto; solo il 16% delle imprese dichiara di aver realizzato le scelte di investimento senza essere condizionati dalla congiuntura negativa. 95 Istat Il Valore aggiunto si ottiene come differenza tra Produzione e Consumi Intermedi 98 Questionario compilato da 111 imprese del campione costante RICA delle Marche nel 2010 per L Osservatorio Agroalimentare delle Marche (Roberto Esposti, Antonello Lobianco, (2012). 119

125 Nel complesso, le varie indagini evidenziano quale principale conseguenza della congiuntura negativa il prevalere di aspettative pessimistiche e atteggiamenti prudenziali tra gli operatori: un clima di sfiducia che può contribuire ad acuire gli effetti della crisi dilatando i tempi di ripresa. Accesso al credito Definite lo scenario macroeconomico di riferimento il Valutatore ha inteso approfondire il rapporto tra aziende ed istituti di credito. In prima analisi, dall indagine campionaria, emerge la sostanziale invarianza in termini di accesso al credito rispetto al periodo precedente: si pensi, infatti, che per il 66% degli intervistati il ricorso al credito è risultato difficile come al solito, mentre il 22% dichiara che non è mai stato facile e solo per il 12% si sono verificate delle condizioni tali per le quali il credito è stato più facile del solito. Rispetto ai periodi precedenti si ravvisa soprattutto una complicazione procedurale a causa della richiesta di maggiori garanzie e pratiche documentali: citando quanto riferito dai beneficiari è stato difficoltoso in merito alla mole di documentazione richiesta, presumo che se non avessi avuto la firma dei miei genitori le cose sarebbero completamente diverse. I beneficiari, tuttavia, non mancano di evidenziare come l eccessiva burocratizzazione del sistema bancario si sia sostituito nei fatti alla valutazione dei ritorni economici dell iniziativa progettuale ( Rifiuto delle banche a valutare la redditività del progetto valutando prevalentemente le garanzie proprie del richiedente ). In questo contesto, i beneficiari hanno rimarcato come il business plan sia stato poco utile come strumento di accesso privilegiato al credito (cfr. par Pianificazione degli investimenti nelle aziende beneficiarie). Tuttavia, nonostante la situazione sopra descritta, dall indagine diretta si evince che il 75% circa delle imprese beneficiarie (Misure 112, 121 e 311) hanno fatto ricorso ad un istituto di credito per finanziare l investimento e raramente questo non è stato concesso. Figura 68 - Ricorso ad un Istituto di credito per realizzare gli interventi Fonte: Elaborazioni Lattanzio V.I.C. su indagine diretta Al di là del ricorso al credito, le motivazioni dell autofinanziamento, possono essere di varia natura, spesso legate a investimenti di ammontare modesto oppure alla presenza di sufficiente disponibilità economica. Al contrario le neo aziende beneficiarie della Misura 112, ma, anche una quota rilevante delle aziende beneficiarie della Misura 311, trovano nel credito bancario l unica opzione possibile per effettuare gli investimenti previsti. In merito agli strumenti finanziari utilizzati, dal questionario si evince una prevalenza di ricorsi a prestiti bancari (45%) e mutui ipotecari (48%). Si registra, in particolare, tra i beneficiari delle Misure 112 (74%) e 311 (67%) una maggiore richiesta dei mutui, mentre i beneficiari della Misura 121 (10%) ne ricorrono con minore frequenza. 120

126 Figura 69 - Strumenti finanziari utilizzati per realizzare l investimento Fonte: Elaborazioni Lattanzio V.I.C. su indagine diretta Dai dati dell indagine si evince altresì un ruolo piuttosto marginale dei confidi (Confidicoop Marche), che ha interessato soltanto il 14% dei soggetti beneficiari della Misura 112 e l 11% della Misura 311. Rispetto alle aziende che hanno fatto ricorso ai mutui, i tassi di interesse risultano piuttosto variabili: si passa, ad esempio, da un valore minimo del 2% ad un massimo del 8%. Solitamente i tassi di interesse più elevati sono associati a prestiti di breve durata su capitali consistenti (il 44% delle aziende ha contratto prestiti con tassi superiori al 5%, mentre nei mutui tale quota si ferma al 32%). Figura 70 - Il costo del denaro. Ripartizione per classe di tasso interesse dei mutui e dei prestiti Fonte: Elaborazioni Lattanzio V.I.C. su indagine diretta Oltre il 78% del campione (la quasi totalità dei beneficiari delle Misure 121 e 311 e circa la metà di quelli della Misura121) risulta aver fatto ricorso ad anticipi 99. Le aziende che non hanno usufruito di tale opzione hanno preferito non vincolare l azienda alla garanzia fidejussoria a fronte di prestiti considerati contenuti ( somme esigue per l'anticipo ). 99 Tale opzione, presente nei vari bandi delle singole Misure del PSR Marche, prevedeva la possibilità di accordare un anticipo pari al 50% del premio concesso, dietro presentazione di polizza di garanzia fideiussoria stipulata, per un importo pari al 110% dell aiuto erogato in via anticipata. 121

127 I soggetti beneficiari hanno rilevato alcune difficoltà durante l iter di richiesta della garanzia fideiussoria: il 49% dei beneficiari ha messo in evidenza i costi troppo elevati della pratica, il 36% i tempi lunghi per l espletamento dell iter burocratico, mentre nel 14% dei casi le problematiche sono legate alla difficoltà di trovare un Istituto di credito disposto a concedere la fidejussione. Figura 71 - Difficoltà riscontrare nel richiedere la fidejussione da parte dei beneficiari dell anticipo Conclusioni Fonte: Elaborazioni Lattanzio VIC su indagine diretta Le aziende agricole beneficiarie hanno assistito in un lasso di tempo piuttosto breve (a partire dal 2008) ad un repentino mutamento dello scenario economico di base, rispetto al quale le aspettative formulate sugli investimenti si sono modificate. In tal senso, come già evidenziato, gli strumenti di analisi gestionale e di pianificazione strategica messi a punto dalla Regione (come, ad esempio, il business plan) hanno perso la loro valenza prospettica. Tuttavia, una quota rilevante di aziende beneficiarie non ha evidenziato difficoltà crescenti di accesso al credito per l ottenimento di mutui o prestiti bancari, rispetto a quanto intercorso nelle annualità pregresse. Risulta sostenuta, inoltre, la quota di soggetti che ha fatto ricorso all autofinanziamento. In questo caso pur trattandosi di investimenti medi più contenuti (circa ) rispetto ai soggetti che ricorrono al credito (circa ) si evidenzia una elevata variabilità, con valori compresi tra e Pertanto, il ricorso all autofinanziamento è solo in parte legato alla dimensione degli investimenti e le scelte dei beneficiari possono dipendere anche da variabili interne alle aziende. Ciò premesso, senza i finanziamenti del PSR, oltre il 65% delle aziende non avrebbe effettuato gli investimenti a valere sulle Misure oggetto di approfondimento, come rilevato nel corso delle indagini dirette. Più nel dettaglio, tra i beneficiari delle tre Misure considerate (112, 121 e 311) prevalgono i soggetti che non avrebbero effettuato l investimento senza il contributo pubblico; le situazioni appaiono comunque differenziate tra le tre Misure (ad esempio, nel caso della Misura 121, il 36% dei rispondenti avrebbe comunque effettuato gli investimenti registrando una maggiore propensione all autofinanziamento). Nel complesso risulta particolarmente significativo il ricorso alle forme di anticipo che ha permesso alle aziende di far fronte, in tempi rapidi, alle spese necessarie alla realizzazione dell investimento rispetto al normale flusso di avanzamento degli aiuti pubblici. 122

128 Figura 72 -Avrebbe realizzato gli investimenti anche senza il contributo del PSR Fonte: Elaborazioni Lattanzio V.I.C. su indagine diretta Aspetti amministrativi e procedurali Nell ambito delle indagini di campo, un ruolo trasversale è stato attribuito alla rilevazione di informazioni rilevanti ai fini della disamina dei principali aspetti amministrativi e procedurali del Programma. In particolare, coinvolgendo tutti i componenti del campione di indagine adottato 100, la ricerca valutativa si è concentrata sui seguenti aspetti: le modalità e/o gli strumenti che hanno favorito la conoscenza dell opportunità di aderire al Programma; le criticità e i punti di forza incontrati dai beneficiari per la partecipazione al Programma; le interazioni tra i beneficiari e gli uffici regionali; il ricorso, da parte dei beneficiari, all utilizzo del Sistema Informativo Agricolo Regionale per la gestione e il controllo delle domande di aiuto e/o pagamento e il grado di soddisfazione/utilità espresso dagli stessi beneficiari rispetto alle funzioni del Sistema. Riguardo al primo punto oggetto di analisi, le indagini di campo hanno consentito di rilevare le intensità con cui diversi strumenti e modalità comunicative/informative hanno contribuito alla diffusione della conoscenza delle opportunità offerte dal Programma. In tal senso, agli intervistati è stata posta la domanda Attraverso quali modalità e/o strumenti è venuto a conoscenza dell'opportunità di aderire al PSR?. La tabella di seguito riportata offre un quadro di sintesi delle risposte pronunciate dagli intervistati, sistematizzandole, altresì, per macro tipologie di strumenti informativi/comunicativi, che nella tabella seguente sono stati qualificati come canali di informazione. Tabella 65 Modalità e strumenti che hanno favorito la conoscenza dell opportunità di aderire al PSR Risposta % su tot delle risposte Sito Internet Regione Marche 13,02% Lettura di inserti/pubblicità su mezzi di comunicazione (stampa, tv, radio) 3,17% Canali di informazione Mass Media 100 Cfr. Par

129 Risposta Lettura di inserzioni/articoli su mezzi di comunicazione specialistici (bollettini, newsletter, riviste) Partecipazione a seminari, incontri, riunioni sul territorio organizzati dalla Regione Marche % su tot delle risposte 5,08% Canali di informazione 9,84% Eventi Informazioni fornite da Organizzazioni Professionali e/o CAA 46,03% Professionisti Informazioni fornite da Studi Professionali/Consulenti 17,14% del settore Altro 5,71% Altro Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Le risposte collezionate consentono di evidenziare che la conoscenza dell opportunità di aderire al PSR è stata veicolata in misura consistente, circa il 65%, dai professionisti del settore, ossia dalle organizzazioni professionali e/o CAA, dagli studi professionali e dai consulenti che si occupano delle tematiche inerenti il Programma. Per quanto riguarda, invece, la diffusione fornita dai mass media, che copre complessivamente circa il 20% del totale delle risposte, un ruolo importante è stato svolto dal sito internet della Regione Marche che ha contribuito per il 13% a favorire la conoscenza dell opportunità di aderire al PSR. Infine, la partecipazione a seminari, incontri e riunioni sul territorio, organizzati dalla Regione Marche, è stata indicata dagli intervistati con un intensità pari a circa il 10%. Analizzate le modalità e gli strumenti che hanno favorito l adesione dei beneficiari al PSR, si è inteso effettuare una disamina dei punti di forza e delle criticità indicati dai beneficiari come connessi alla loro partecipazione al Programma. A tal riguardo, il questionario somministrato agli intervistati ha previsto la seguente domanda: ha incontrato criticità per la sua partecipazione al PSR?. In merito al quesito posto, circa il 70% del campione ha dichiarato di aver incontrato delle criticità. Peraltro, il grado della ricerca è stato affinato invitando gli intervistati ad indicare quali, tra una gamma di criticità, siano stati i maggiori problemi riscontrati nel chiedere un contributo al PSR. Sulla base delle opinioni espresse, i maggiori problemi riscontrati sono stati ordinati in una sequenza decrescente, ossia da quelli che ha riscosso la più ampia percentuale di segnalazioni a quelli ritenuti meno rilevanti. La tabella di seguito riportata offre un quadro d insieme delle opinioni raccolte. Tabella 66 Maggiori problemi riscontrati nel chiedere un contributo PSR Risposte % su tot delle risposte Tempi lunghi e/o incerti di ricevimento del contributo 37,70% Costi connessi alla partecipazione (pagamento tecnici/progettisti, giornate uomo del personale dedicate, ecc.) 23,61% Complessità tecnica ed economica per la redazione della domanda/progetto (preventivi dettagli del progetto, elaborazione Business Plan, ecc.) 22,62% Criteri di accesso e di priorità troppo restrittivi e non sempre coerenti con i fabbisogni dell azienda 20,33% Difficoltà nell utilizzare i sistemi informativi (Carta Raffaello, SIAR, fascicolo aziendale, ecc.) 12,13% Obbligo di sottoscrivere impegni pluriennali 8,85% Vincoli troppo stringenti per il rispetto della normativa ambientale 6,89% Altro 5,57% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC 124

130 È possibile osservare che, tra i maggiori problemi riscontrati per l adesione al PSR, gli intervistati hanno indicato i tempi lunghi e/o incerti di ricevimento del contributo. Tale evidenza conferma la presenza di alcune criticità procedurali connesse ai flussi finanziari del Programma. Inoltre, la segnalazione in misura considerevole di criticità riguardanti i costi connessi alla partecipazione e la complessità tecnica ed economica per la redazione della domanda di aiuto può essere attribuita a fattori che in misura molto contenuta attengono il PSR Marche nella sua specificità, quanto piuttosto collegati sia alle peculiarità degli interventi previsti nell ambito dello sviluppo rurale che alle capacità e alle competenze dei beneficiari in materia di progettazione degli interventi. Per quanto riguarda, invece, la considerevole percentuale di opinioni che indicano i criteri di accesso e di priorità troppo restrittivi e non sempre coerenti con i fabbisogni dell azienda, va osservato che la definizione di tali criteri, pur contemplando esigenze peculiari ed istanze specifiche provenienti dai soggetti potenzialmente beneficiari del Programma, è effettuata al fine di rispondere a principi di equità e distributivi e, dunque, la percentuale rilevata risulta fisiologica degli obiettivi stessi della programmazione dello sviluppo rurale. Di contro, a valle dell analisi delle criticità riscontrate, sono stati indagati gli aspetti che hanno maggiormente funzionato nella fase di presentazione della domanda di aiuto e del relativo iter procedurale. Le indagini di campo hanno infatti consentito di rilevare le preferenze espresse dagli intervistati, che sono state ordinate in sequenza decrescente nella tabella di seguito riportata. Tabella 67 Aspetti che hanno maggiormente funzionato Risposte % su tot delle risposte Qualità del supporto ricevuto dai Centri di Assistenza Agricola/tecnico professionista 36,00% Qualità del supporto ricevuto dagli Uffici regionali 17,45% Capacità degli attori dello sviluppo rurale (GAL, Soggetti Promotori PIF, Soggetti Promotori AAA, Associazioni di Categoria, etc.) di coinvolgermi nella progettualità 14,18% Qualità delle attività di informazione e comunicazione sul programma e sulle opportunità ad esso connesse 9,45% Coerenza delle Misure e delle tipologie di intervento finanziate dal Programma con i fabbisogni dell azienda 8,73% Facoltà di accesso alla documentazione amministrativa e alla modulistica a supporto della predisposizione delle domande di aiuto e/o di pagamento 7,64% Informatizzazione delle procedure e degli oneri burocratici da sostenere 2,18% Altro 4,36% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Le preferenze espresse evidenziano il valore del supporto fornito ai beneficiari sia dai Centri di Assistenza Agricola, o da altri tecnici professionisti, sia dagli Uffici regionali. Allo stesso modo, il ruolo di animazione territoriale svolto dagli attori dello sviluppo locale, è stato segnalato tra gli aspetti che maggiormente hanno funzionato. Inoltre, uno tra gli aspetti segnalati come maggiormente efficaci, ossia quello inerente la qualità del supporto ricevuto dagli Uffici regionali, è stato approfondito rilevando la percentuale di intervistati che ha dichiarato di aver avuto un contatto diretto con gli uffici regionali e invitando gli stessi ad indicare la tipologia di ufficio (centrale, decentrato e territoriale) con cui è avvenuto tale interazione. Il riscontro ottenuto è rappresentato dalla figura di seguito riportata. 125

131 Figura 73 - Contatti diretti dei beneficiari con gli Uffici regionali con gli uffici centrali 14,8% No 35% Si 59% con gli uffici decentrati 44,5% Altro 6% con gli uffici territoriali 40,7% Fonte: Elaborazione LattanzioVIC Per quanto riguarda invece gli aspetti più specificamente inerenti gli strumenti di supporto alla gestione ed attuazione del Programma, agli intervistati è stata posta la domanda Utilizza il SIAR per la gestione ed il controllo delle domande di aiuto e/o di pagamento che presentato sul PSR?. Le risposte al quesito posto consentono di rilevare che il 25% degli intervistati ha dichiarato di utilizzare il SIAR. Tuttavia la gestione ed il controllo delle domande di aiuto e/o di pagamento è effettuata attraverso il SIAR esclusivamente per le domande a valere sulle Misure ad investimento. Pertanto, scomponendo le risposte ottenute secondo l appartenenza degli intervistati alle Misure ad investimento o meno, si rileva che circa il 37% degli intervistati ha dichiarato di utilizzare il Sistema ai fini del controllo e gestione della domanda. La tabella di seguito riportata sistematizza le risposte al quesito in esame, dando anche evidenza della quota del campione relativo alle Misura ad investimento o alle Misure a superficie/premio. Utilizzo del SIAR Tabella 68 Percentuale degli intervistati che dichiarano di utilizzare il SIAR Totale campione v.a % v.a di cui appartenente a Misure ad investimento % su tot Misure strutturali di cui appartenente a Misure a superficie/premio v.a % su tot Misure a premio Si 55 25,35% 41 37,27% 14* 25,45% No ,65% 69 62,73% 93 57,41% Totale risposte * i soggetti intervistati in qualità di beneficiari di una Misura a premio che hanno dichiarato di utilizzare il SIAR risultano essere anche beneficiari di una o più Misure ad investimento. Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Individuato l universo degli utenti del SIAR, agli stessi è stato proposto di esprimere il loro grado di soddisfazione/utilità rispetto ad alcune specifiche funzioni del Sistema, proponendo una scala di giudizio rappresentata dalle opzioni: alta, media, bassa, nulla. In particolare, agli intervistati è stato chiesto di indicare il grado di soddisfazione/utilità rispetto alle seguenti funzioni: riferimento di dati e di informazione di interesse; interazione con la PA senza il bisogno di recarsi fisicamente presso gli uffici regionali; 126

132 trasmissione di documenti e certificati per via telematica; verifica dello stato in cui si trova la domanda di aiuto e/o pagamento; altro. Il gradimento/utilità espresso dagli intervistati, rispetto a tutte le funzioni del SIAR sopra elencate, risulta attestarsi in misura prevalente sul livello medio. Livelli di gradimento/utilità alti e bassi si rilevano in una misura per lo più simile ed omogeneamente distribuita in tutti gli ambiti del SIAR, con un picco di gradimento alto per quanto riguarda la possibilità di verificare lo stato in cui si trova la domanda di aiuto e/o pagamento. Infine, risulta esiguo per tutti gli aspetti del SIAR il grado di soddisfazione/utilità nullo. La figura di seguito offre una rappresentazione grafica e maggiormente dettagliata di quanto sopra descritto. Figura 74 Grado di soddisfazione/utilità del SIAR rispetto ad alcuni aspetti specifici Verifica dello stato di in cui si trova la mia domanda di aiuto e/o pagamento Trasmissione di documenti e certificati per via telematica Interazione con la PA senza il bisogno di recarsi fisicamente presso gli uffici regionali Dati e informazioni di interesse 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% Nullo Basso Medio Alto Fonte: Elaborazione LattanzioVIC Incrociando le opinioni raccolte, e sistematizzate nella figura sopra riportata è possibile stimare il grado di soddisfazione/utilità generale del SIAR, ossia riguardo all insieme delle funzioni messe a disposizione dal Sistema. La figura di seguito riportata permette di mettere in evidenza che la metà del sotto campione di indagine, ovvero i componenti del campione che hanno dichiarato di utilizzare il SIAR, esprimono un grado di soddisfazione medio, solo il 5% un grado di soddisfazione nullo. La restante quota del campione, circa il 50%, si divide quasi omogeneamente tra coloro i quali dichiarano di ritenersi molto soddisfatti e coloro che, invece, si ritengono poco soddisfatti delle funzioni offerte dal SIAR. 127

133 Figura 75 Grado di soddisfazione/utilità generale del SIAR 5,26% 21,05% 23,16% 50,53% Alto Medio Basso Nullo Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Sulla scorta delle analisi realizzate a partire dall avvio del servizio di valutazione, esplicitate, oltre che nel presente documento, nell ambito della RVI 2010 e nel Rapporto tematico 2011 Progettazione Integrata di Filiera, il Valutatore dispone del portato informativo adeguato a fornire alcune conclusioni tese a descrivere i principali elementi di successo e di criticità inerenti agli aspetti organizzativi, procedurali e amministrativi del Programma. Le conclusioni espresse nel presente paragrafo sono corredate da suggerimenti e raccomandazioni volti a supportare la tesaurizzazione delle esperienze complessivamente condotte nell implementazione del sistema organizzativo e gestionale del PSR Marche , con l obiettivo di fornire elementi utili per rafforzare la capacità amministrativa della Regione, e, più in generale, degli attori della governance dello sviluppo rurale per il periodo di programmazione A tal riguardo si evidenzia che l assetto organizzativo di gestione ed attuazione del PSR risponde ai requisiti di efficienza amministrativa e gestionale. Tale elemento è garantito da: un sistema delle procedure connotato da un elevato grado di strutturazione; una chiara definizione dei ruoli, delle attività e delle responsabilità che assicura un completo grado di copertura funzionale del sistema ed il necessario coordinamento tra i diversi attori del Programma; un elevato livello di informatizzazione delle procedure che garantisce trasparenza e accesso a tutti coloro che presentano una domanda di aiuto a valere sulle risorse del PSR. L efficacia e l efficienza del modello organizzativo e del sistema delle procedure sono assicurate da diverse misure messe in campo dall Amministrazione, tra cui una delle principali è l adozione e l aggiornamento costante di un Manuale delle Procedure. Tale documento costituisce il principale strumento di gestione e organizzazione ed è articolato in modo tale da garantire: l opportuna strutturazione del assetto organizzativo - le Sezione I Aspetti organizzativi e gestionali e II Linee generali e comuni delle procedure che descrivono in forma chiara ed esaustiva le funzioni e le responsabilità dei diversi attori interni ed esterni all AdG impegnati nell attuazione e gestione del PSR; l effettiva adattabilità e flessibilità gestionale, rispetto alle caratteristiche specifiche delle Misure dei relativi strumenti di attuazione mediante l aggiornamento semestrale della Sezione III del Manuale delle Procedure Procedure specifiche per Asse e Misura. 128

134 Ulteriore strumento essenziale ai fini dell efficacia e dell efficienza del modello implementato è svolto dall informatizzazione delle procedure, assicurato dalla disposizione di un sistema di informativo - il SIAR - in grado di collezionare un ingente mole informativa. Tale sistema, a giudizio del Valutatore, è rispondente alle diverse esigenze di gestione e sorveglianza del Programma, ossia: il controllo dell avanzamento procedurale, sia agli Uffici regionale sia ai singoli beneficiari i quali possono costantemente essere informati circa lo stato in cui si trova la propria domanda di aiuto e di pagamento; il monitoraggio dell avanzamento fisico, finanziario e procedurale, adempiendo alla funzione di sorveglianza del Programma e supportando la redazione della RAE; la verifica delle performance amministrative dei diversi Uffici responsabili e dei relativi funzionari che effettuano le istruttorie; la gestione di informazioni utili alla valutazione dei risultati e degli impatti del PSR. Tuttavia, alcuni elementi di criticità si rilevano relativamente all integrazione del SIAR con il SIAN che per quanto riguarda le Misure a superficie e nell ambito dei progetti ibridi 101, pregiudicando l accuratezza, la tempestività, l adeguatezza e la sicurezza dello scambio dati e informazioni tra l AdG ed AGEA, producono inefficienze riguardo all erogazione dei pagamenti ed alla rendicontazione degli stessi. Ulteriore elemento di debolezza del SIAR è rappresentato dalla funzioni di reportistica che rende il rilevante patrimonio informativo non adeguatamente disponibile ai diversi attori del Programma. Un particolare ambito analitico affrontato dal Valutatore è attinente alla tematica della semplificazione dell azione amministrativa, che è stato approfondita sulla scorta di una specifica esigenza conoscenza espressa dall AdG. A tal riguardo, il Valutatore intende sottolineare come l informatizzazione delle procedure e degli aspetti organizzativi costituisca una buona pratica del modello marchigiano, con particolare riferimento a: la trasparenza dell azione amministrativa, garantita dal SIAR attraverso la puntuale identificazione dei soggetti attivi nella gestione ed attuazione, favorendo l agevole riconduzione degli stessi alle attività svolte e alle responsabilità assunte, nonché ai flussi informativodocumentali in cui sono coinvolti; la semplificazione amministrativa realizzata attraverso la dematerializzazione degli scambi documentali e informativi tra la PA e il sistema produttivo. Al contempo si riscontra un elemento ostativo ad una maggiore semplificazione del PSR, relativo all eccessivo carico di oneri amministrativi in capo ai Beneficiari. In particolare, sono state effettuate analisi sulla Misura 311, le cui risultanze hanno evidenziato rilevanti oneri amministrativi in capo alle imprese. Ciò significa che, a giudizio, del Valutatore lo sforzo dell AdG deve concentrarsi, non solo sulla semplificazione perseguita mediante l informatizzazione delle procedure, ma anche sulla sburocratizzazione, trovando le soluzioni funzionali alla riduzione degli oneri amministrativi. Va evidenziato come il giudizio circa l efficacia e l efficienza del modello organizzativo e procedurale sopra riportato vale soprattutto per l attuazione delle Misure ad investimento e a superficie attuate 101 La rigidità del sistema di pagamenti AGEA in questo periodo di programmazione ha fatto sì che i pagamenti relativi ad una singola domanda andassero tutti rendicontati o come normali o come Health Check impedendo pertanto di rendicontare la quota parte di Health Check dei progetti ibridi. 129

135 in forma singola, che fanno registrare performance di spesa soddisfacenti ed un generale rispetto della tempistica attesa e un tasso di copertura dei beneficiari attesi in linea con i target definiti in fase di programmazione. Viceversa, si riscontrano alcuni elementi di criticità riguardo l attuazione della progettazione integrata di tipo complesso (PIF, AAA, GAL, PIT) dove si osservano consistenti ritardi rispetto alla tempistica pianificata, un basso livello di attuazione finanziaria e in taluni casi un limitato coinvolgimento del partenariato, in particolare privato ANALISI TEMATICA DELLE MISURE OGGETTO DI INDAGINE Ricambio generazionale e accessibilità alla terra Definizione dell ambito tematico analizzato e relative parole chiave Analizzare congiuntamente il ricambio generazionale insieme ad un aspetto di natura trasversale come l accessibilità alla terra risulta una diretta conseguenza delle strette complementarità tra i due temi. L iniziativa avviata dall AdG Marche attraverso il PSR di favorire il ricambio generazionale trova infatti una potenziale barriera per l avvio di attività in agricoltura nelle dinamiche che caratterizzano il mercato fondiario, condizionando di fatto la portata delle politiche tese a favorire il ricambio generazionale. L esigenza valutativa trova pertanto fondamento nel cercare di isolare una componente esogena alle politiche (l accessibilità della terra) per verificare in che misura questa possa costituire una esternalità negativa per l insediamento di nuovi agricoltori, ma anche per il rafforzamento delle imprese esistenti beneficiarie delle Misure strutturali. Per capire in che misura l accessibilità alla terra possa costituire un freno per il rinnovamento dell agricoltura marchigiana sono stati utilizzati, in primo luogo, i dati di fonte secondaria provenienti dalle indagine annuale condotta dall INEA sul mercato fondiario 103 e i dati ISTAT intercensuari sulla modalità di conduzione dei terreni, ed in secondo luogo i dati di natura primaria desunti direttamente dall indagine campionaria con i beneficiari del PSR. Individuazione delle Misure coinvolte rispetto al tema Per la tipologia di analisi che qui il Valutatore affronta sono state prese in considerazione esclusivamente le Misure strutturali oggetto delle indagini dirette. In particolare non ci si è limitati ad indagare la rilevanza dell accessibilità alla terra per le aziende neo-insediate beneficiarie del Misura 112 Insediamento giovani agricoltori, ma anche per i beneficiari della Misura 121 Ammodernamento delle aziende Agricole e 311 Diversificazione aziendale fuori dal Pacchetto Giovani. Tale scelta è motivata dal fatto che la disponibilità di terra oltre ad essere un fattore limitante per il ringiovanimento delle imprese, costituisce anche un limite potenziale alla possibilità di estensione e di razionalizzazione dei costi e dell efficienza economica delle aziende già avviate. Per poter sondare l efficacia delle Misure analizzate nel perseguire gli Obiettivi previsti dal PSR, nella tabella che segue, viene riportata una disamina sullo stato di avanzamento delle Misure al 31/12/2011 rapportata alla precedente programmazione. Se durante il periodo di programmazione era stato offerto un maggiore stimolo, in termini di numerosità dei soggetti coinvolti, a sostegno dell ammodernamento 2894 domande finanziate rispetto alle 525 registrate al 31/12/2011 sulla Misura 121 e della diversificazione 466 contro 165 sulla Misura 311, nel presente ciclo di programmazione l effetto più significativo è da rintracciarsi nelle diverse modalità applicative tendenti a favorire un insediamento più strutturato. Bisogna inoltre ravvisare come, la contrazione 103 Cfr. INEA Banca dati valori fondiari, 130

136 dei soggetti finanziati è direttamente proporzionale alla diminuzione delle domande presentate; infatti, i tassi di incidenza delle domande finanziate su quelle presentate nell attuale PSR sono simili (come dettagliato nella tabella seguente), rispetto a quanto ravvisato nella precedente programmazione sia per la misura 121 che per la Misura 112, mentre si nota un certo depotenziamento della Misura 311 che vede dimezzarsi (dal 59,8% al 29,9%) il rapporto tra domande finanziate e ammesse. Misura 112 (B nel PSR ) 121 (A nel PSR ) Tabella 69 - N domande presentate e finanziate per le Misure coinvolte PSR al PSR a ) Presentate b) Finanziate a / b Finanziate su presentate a ) Presentate b) Finanziate a / b Finanziate su presentate , , , ,6 di cui singola ,6 Nd Nd Nd di cui Pacchetto Giovani ,4 Nd Nd Nd 311 (J2.1 nel PSR ) , ,8 di cui singola Nd Nd Nd di cui Pacchetto Giovani ,1 Nd Nd Nd Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati Sistema Monitoraggio Regionale e Valutazione Ex Post PSR Fin da questi preliminari dati di inquadramento generale e di raffronto con la precedente programmazione, la portata del ricambio generazionale incentivata dalla Misura 112 sembrerebbe essersi attenuata a causa della contrazione delle domande presentate e finanziate. Vi è tuttavia una sostanziale differenza di carattere qualitativo nelle progettualità avviate in questa programmazione rispetto alla precedente, volta a favorire una maggiore sostenibilità nel tempo degli investimenti effettuati dalle imprese neo insediate. In particolare le Misure 121 e 311 nella loro modalità attuativa all interno del Pacchetto Giovani 112, oltre a favorire il ricambio generazionale nel contesto produttivo marchigiano, sostengono un insediamento duraturo grazie agli investimenti strutturali attivati. Considerazioni valutative provenienti dall analisi delle fonti primarie e secondarie L obiettivo di favorire il ricambio generazionale non assume una valenza astratta e concettuale di mero principio, ma ambisce ad innescare nel contesto produttivo regionale un maggiore dinamismo e ad intercettare le aziende con le maggiori propensioni ad investire. L Azione Chiave del PSR Marche afferente alla Misura 112 di Favorire il ricambio generazionale nelle imprese agricole e forestali trova una forte connessione e coerenza con l Obiettivo prioritario inerente l Asse 1 di Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale per le modalità attuative che vedono la Misura 112 strettamente connessa alla Misura 121 e 311 e alle Misure inerenti il rafforzamento del capitale umano (Misure 112 e 114). Nelle Marche, il premio di primo insediamento ha incentivato una scelta imprenditoriale consapevole incoraggiando quei giovani che senza il contributo non avrebbero rinnovato le aziende agricole: soltanto il 30% dei soggetti intervistati avrebbe, infatti, effettuato gli investimenti anche senza il PSR, 131

137 mentre il restante 70% ritiene il PSR fondamentale per la propria attività. In tal senso, si conferma e si amplia quanto già evidenziato in sede di valutazione ex post dove il 48% dei soggetti, che avevano fatto richiesta del premio previsto dalla Misura B, non si sono poi insediati in seguito alla mancata concessione del contributo, mentre nel 52% dei casi, l insediamento è avvenuto riducendo l investimento previsto con il contributo del PSR. Si conferma, inoltre, un età media di primo insediamento, con un leggero scostamento rispetto al (da 31 a 30), non prossima ai massimali previsti dei 40 anni, chiaro segno di una scelta meditata e consapevole. Figura 76 Status dei beneficiari pre-insediamento (Misura 1.1.2) Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Note: Anello esterno valori in %, anello interno valori assoluti Dall indagine campionaria realizzata su 50 aziende beneficiarie del Pacchetto Giovani si evidenzia ulteriormente come il contributo abbia agito da leva per creare nuove attività tra i giovani che prima dell insediamento non erano occupati 56% (34% studenti e 22% in cerca occupazione) rispetto a quelli che svolgevano già un attività, 44%, che solo in casi rari era inerente l agricoltura (5 beneficiari su 50). Questo aspetto risulta di notevole interesse e mostra come il settore primario sia riuscito ad attrarre professionalità provenienti da molteplici esperienze lavorative capaci di apportare nel settore agricolo un rinnovato dinamismo. L apertura dell azienda agricola rappresenta un passaggio radicale nella maggioranza dei casi (64%), ma vede anche la presenza di soggetti (46%) che continuano a svolgere le precedenti attività in maniera complementare e residuale rispetto a quella agricola. Le tipologie di accesso alla terra dividono i giovani agricoltori in maniera decisamente netta tra chi si inserisce -ex novo- e chi continua le attività familiari. L insediamento in azienda deriva, infatti, da cessione da parte di un altro imprenditore nel 56% dei casi e dalla creazione di una nuova attività nel restante 44%. Nel caso di subentro aziendale sono rari i casi in cui si acquistano nuove terre (18% del 104 Il raffronto deve essere letto come una linea di tendenza non basandosi su un universo con caratteristiche similari (soggetti ammissibili e finanziabili dell attuale PSR, rispetto a soggetti ammissibili ma non finanziabili del PSR ) Per maggiori approfondimenti si veda Pag. 47 Rapporto di Valutazione ex-post PARTE II Analisi a livello di Misura Asse I. 132

138 campione) mentre, al contrario, nelle nuove realtà produttive, sono prevalenti gli acquisti (58%) che, normalmente, sono complementari e non sostitutivi con altre modalità di possesso come affitti e comodati, che coinvolgono oltre il 90% dei soggetti. In sintesi la nuova azienda viene costituita su terreni di proprietà, affiancati da una forte prevalenza di terreni in affitto, che permettono ai beneficiari di raggiungere una soglia dimensionale minima, capace di garantire un margine potenziale di sostenibilità economica. Proprio l affitto sembra contraddistinguere in maniera molto marcata le nuove aziende, come riportato nella tabella seguente, dove viene confrontata l incidenza delle superfici in affitto sulla Superficie Agricola Utile (SAU), sia per l universo campionario delle aziende beneficiari della Misura 112 sia per il totale dell universo campionario. Da tali dati, emerge infatti che l affitto copre oltre l 84% della Superficie Aziendale dei Beneficiari della misura 112, contro il 55% dei soggetti inclusi nell Universo Campionario. Le nuove aziende, fanno quindi ricorso in maniera prevalente agli affitti, anche all interno del nucleo familiare, e in maniera minore agli acquisti. Il paragone risulta ancora più evidente rispetto all intero universo delle aziende agricole marchigiane dove solo il 35% dei terreni è gestito attraverso la modalità dell affitto. Tabella 70 - Caratteristiche strutturali delle aziende beneficiarie della Misura 112 a confronto Misura Campione PSR al Universo campionario Censimento 2010 Regione Marche Aziende SAU (ettari) Dimensione media (ettari) 24,46 46,00 10,51 Incidenza affitto su proprietà (%) 84% 55% 39% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati SIAR ISTAT L affitto dei terreni costituisce la principale modalità di insediamento dei Giovani agricoltori e, più in generale, delle aziende che effettuano investimenti nel settore agricolo. Il ricorso all affitto trova la sua motivazione nell esistenza di un mercato fondiario di difficile accesso per via di prezzi molto elevati 106. In questo senso, la Regione potrebbe individuare in futuro strumenti per agevolare l accesso alla terra, anche verificando la possibilità di avvalersi di strumenti già definiti negli anni passati, come ad esempio le comunanza agrarie 107.Per valutare in che misura il mercato fondiario possa essere di ostacolo nelle pratiche di acquisto, a causa di prezzi eccessivamente elevati, si sono utilizzate le informazioni provenienti dalla Banca Dati sul mercato fondiario di INEA che, comunque, non sembrano evidenziare specifiche criticità a livello regionale. Con una media di 14 mila e cinquecento euro ad ettaro la regione Marche si colloca in una posizione mediana rispetto alle altre regioni italiane, con valori inferiori alla media nazionale, ma superiori a buona parte delle regioni del centro. Nelle Marche, il valore dei terreni non sembra essere artificialmente gonfiato da una domanda composita, dove la componente agricola è solo una componente minimale di interessi diffusi che vanno dal mondo dell edilizia a quello dell industria. Le variazioni intercorsa tra il 2000 e il 105 L analisi è stata fatta su dati SIAR inerenti un campione di 77 aziende beneficiarie della 112 e su 358 aziende beneficiarie di varie Misure. I dati non fanno riferimento all indagine diretta. 106 Il valore medio dei terreni nella Regione Marche in media è di /ha tuttavia questo valore è estremamente variabile, e per un attenta disamina si rimanda alla Banca Dati INEA. 107 Le Comunanze Agrarie (o Università Agrarie) sono antiche forme di proprietà collettiva dei terreni piuttosto diffusa nella regione Marche. La riscoperta di questa istituzione potrebbe contribuire a ridurre almeno in parte i problemi connessi all accesso alla terra. Occorrerà tuttavia verificare attentamente la compatibilità tra le regole che disciplinano il funzionamento delle Comunanze ed il quadro normativo che regola l attuazione delle misure del PSR. 133

139 2010, seppur superiori alla media nazionale (come riportato nella figura che segue), non evidenziano situazioni particolarmente allarmanti, ma in media con gli andamenti nazionali. La presenza di prezzi medi normali, unita alla elevata incidenza di aziende condotte da anziani, hanno portato negli ultimi anni ad un flusso crescente di aziende neo insediate, beneficiarie della Misura 112, derivanti da trasferimenti all interno della regione (6%) o da altri contesti regionali (6% 108 ). Figura 77 Prezzi medi in migliaia di euro ad ettaro al 2010 nelle Regioni Italiane Figura 78 Variazione percentuale dei prezzi medi dal 2000 al 2010 in Italia e Marche Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati INEA Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati INEA In questo contesto la fruibilità del mercato degli affitti, unita a prezzi non eccessivamente alti sembrerebbe quindi non porre un eccessivo freno alla piena attivazione della Misura 112. Definito il contesto di riferimento del mercato fondiario nelle Marche, al fine di sondare in che Misura l accessibilità alla terra potesse comunque essere uno ostacolo per le nuove aziende nell indagine diretta il Valutatore ha posto una specifica domanda volta a sondare le criticità presenti, del tipo: Per poter acquisire i suoi terreni quali sono state le principali criticità?. Le risposte ottenute sono state molto eterogenee delineando una complessità di fattori che intervengono nel mercato fondiario e solo in parte ascrivibili al prezzo molto elevato (12%), mentre in una situazione di sostanziale parità emerge la scarsa disponibilità nel ricevere un finanziamento (25%), così come nella scarsa disponibilità di terreni nella zona di interesse (25%). Nel 40% dei beneficiari che non dichiarano di aver affrontato criticità (40% altro) sono invece prevalenti le situazioni di vendita all interno del nucleo familiare, che rimangono di fatto la principale modalità di creazione di nuove aziende (successione). 108 Si tratta delle aziende che hanno risposto alla seguente domanda in maniera affermativa: Per intraprendere l attività agricola si è dovuto trasferire?. 134

140 Figura 79 - Fattori di criticità nell acquisto dei terreni Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati indagini dirette ottobre 2012 Considerando, pertanto, sia le informazioni di contesto sul mercato fondiario desunte dalle indagine INEA, sia i risultati provenienti dalle indagini dirette, l accessibilità alla terra rimane un ostacolo, come in altri contesti, che nelle Marche viene aggirato ricorrendo in larga prevalenza al mercato degli affitti. Inoltre i prezzi relativamente inferiori ad altri contesti regionali, stimolano una domanda da parte di soggetti extraregionali. Le principali difficoltà vengono invece ravvisate dalle aziende che provano ad estendere le maglie aziendali nei contesti di provenienza, normalmente le casistiche prevalenti, dove sono presenti dei fattori limitanti di carattere fisico, difficilmente sormontabili come la scarsa disponibilità di terreni nella zona di interesse. Analizzato l apporto al rinnovamento e le problematiche dell accesso alla terra da parte dei beneficiari della Misura 112 è opportuno chiudere questo approfondimento facendo riferimento anche ai beneficiari della Misura 121 in forma singola. Troppo spesso, infatti, in maniera sommaria la portata del rinnovamento viene attribuita solo ai beneficiari del Pacchetto Giovani, considerando solo il contributo netto dell insediamento delle nuove aziende, mentre alle altre Misure vengono generalmente attribuite altre valenze. La ripartizione dei conduttori d azienda per classi di età, emersa dall ultimo censimento dell agricoltura del 2010 dell ISTAT, confrontata con i beneficiari della Misura 121 in forma singola, evidenza con chiarezza la consistente presenza tra i beneficiari del PSR delle classi di età più giovani. Se infatti la struttura produttiva regionale è polarizzata negli ultra sessantenni che coinvolgono il 58,6% delle aziende a Censimento, nella stessa classe di età gli investimenti sulla Misura 121 sono solo del 13,1% delle aziende. Gli investimenti vengono realizzati in prevalenza (31,9%) da conduttori con un età compresa tra i 40 e i 50 anni, seguiti a breve distanza dalle classi immediatamente precedenti di età compresa tra 30 e 40 (27,2%) e sotto i 30 (11,6%). Non a caso il confronto è stato impostato con i beneficiari della Misura 121 in forma singola e non con i giovani beneficiari della Misura 121 all interno del Pacchetto Giovani, proprio per rimarcare come il ruolo incentivante del ricambio generazionale non è stato attivato solo mediante misure dedicate, come il Pacchetto Giovani, ma anche attraverso priorità trasversali che hanno favorito l interesse delle aziende condotte da giovani. In effetti le due Misure devono essere viste in un ottica complementare, dove la Misura 112 assume il ruolo di incentivo allo start up delle imprese e le altre Misure strutturali, Misura 121 e Misura 311, continuano a supportare le esigenze di investimento delle imprese anche dopo il primo periodo di insediamento. La presenza di queste Misure rivolte ad un target distinto di beneficiari, permette inoltre di dare continuità alle varie fasi della programmazione, consentendo 135

141 alle aziende che hanno ricevuto premi di primo insediamento nel periodo di avviare un ammodernamento aziendale nell attuale fase di programmazione. Figura 80 Ripartizione per classi di età del conduttore delle aziende beneficiari della Misura 121 singola rispetto al complesso delle aziende agricole rilevate ISTAT 2010 Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati SIAR e ISTAT Censimento Agricoltura 2010 Infine, per quanto riguarda il rapporto tra le aziende strutturate beneficiare della Misura 311 e 121 in forma singola rispetto all accessibilità della terra, dai 60 beneficiari coinvolti nell indagine è emersa con una netta prevalenza l assenza di necessità di ricorrere ad acquisti o affitti per intraprendere gli investimenti (72% dei casi), mentre solamente il restante 28% ha allargato la maglia aziendale, confermando come principale fattore limitante (64%) la scarsa disponibilità di terreni nelle zone di interesse, rispetto ai prezzi troppo elevati (36%), mentre non sono presenti casi di scarsa disponibilità nel ricevere un finanziamento che invece caratterizzano i giovani agricoltori della Misura 112. Conclusioni In questo periodo storico risulta evidente come il settore agricolo regionale stia svolgendo un importante ruolo di ammortizzatore sociale riuscendo ad attrarre un numero crescente di giovani provenienti da settori diversi da quello primario, che tuttavia in larga maggioranza si insediano su imprese di proprietà della famiglia di origine in quanto l elevato prezzo dei terreni è uno sbarramento all ingresso di soggetti non beneficiari delle Misure analizzate. In questo senso la Regione, per poter promuovere iniziative imprenditoriali in agricoltura ed incentivare l inserimento di una platea più vasta di beneficiari, può essere il soggetto idoneo per avviare nuovi meccanismi, anche attraverso azioni pilota, utili alla definizione di modelli per l utilizzo del patrimonio fondiario in abbandono o sottoutilizzato con il vincolo di utilizzo per la creazione di servizi nelle aree rurali. Questa opzione di Pacchetto Giovani potrebbe dunque prevedere oltre agli strumenti in conto capitale e di finanziamento, già previsti, anche la possibilità di accedere direttamente a dei terreni nella formula dell affitto vincolato favorendo così l insediamento anche di soggetti provenienti da altri settori. Infine, il Valutatore, rileva che nonostante il rinnovamento delle aziende agricole marchigiane sia stato attivato ad un tasso inferiore rispetto alla precedente programmazione attraverso la Misura 112, non si deve dimenticare l alta percentuale di giovani beneficiari all interno della altre Misure del PSR confermando così il buon appeal che il Programma nel suo complesso ha verso soggetti con un età inferiore ai 40 anni. Il percorso di ringiovanimento 136

142 imprenditoriale, avviato nelle Marche nei precedenti periodi di programmazione, è stato pertanto portato avanti con il PSR 2007/2013 anche nei confronti dei giovani soggetti che si erano già insediati. Non sembra invece destare eccessiva preoccupazione l accessibilità della terra per i soggetti beneficiari del contributo, o comunque, i problemi fisici di scarsità di terra nelle zone di interesse sono difficilmente risolvibili dalle politiche di sviluppo rurale, mentre possono innescare fenomeni migratori per realizzare le proprie idee progettuali negli areali dove tali limiti non sono presenti. Dal confronto con i prezzi medi di altre realtà regionali sembra comunque emergere come le Marche possano ancora attrarre un numero maggiore di imprenditori, rispetto alla tendenza inversa di favorire fenomeni migratori. In tale ottica, le numerose campagne di marketing territoriale attivate dalla Regione Marche potrebbero svolgere un ruolo fondamentale. Ad ogni modo sarebbe opportuno capire come l accesso alla terra possa essere da ostacolo, non tanto ai soggetti che ricevono il finanziamento, ma ai potenziali beneficiari che non partecipano al PSR a causa della difficoltà ad acquisire terreni con finalità agricole. Ciò nonostante la presenza di un mercato degli affitti molto dinamico, unito alla presenza di prezzi medi non eccessivamente elevati, tende ad attenuare la portata di un problema, che non trova nelle Marche degli aspetti cronici, ma che caratterizza tutti i contesti produttivi primari della penisola. Tutto ciò premesso, il Valutatore, ritiene opportuno evidenziare alcuni aspetti emersi: il ricambio generazionale delle aziende è fortemente dipendente dai contributi; elevata presenza di giovani anche all interno delle misure non dedicate come la 121 singola; l età media di primo insediamento lontana dai massimali di accesso; l incentivo all insediamento intercetta quote prevalenti di soggetti non occupati; prevalenza di creazione di nuove aziende per cessione all interno del nucleo familiare; le aziende neo insediate normalmente ricorrono al mercato degli affitti per accedere alla terra; criticità prevalenti di natura fisica legate alla scarsità di terra nelle zone di interesse Pianificazione degli investimenti nelle aziende beneficiarie Definizione dell ambito tematico analizzato e relative parole chiave La scelta di avviare un attività agricola o di ammodernare le imprese esistenti trova nei finanziamenti pubblici uno stimolo imprescindibile per la loro attivazione. La presente analisi valutativa verte sulla esigenza di indagare in che misura le scelte effettuate dalle aziende siano state correttamente pianificate e quanto il business plan sia stato percepito come uno strumento per favorire l adozione di scelte consapevoli. In tale ottica le indagini dirette condotte sui beneficiari del PSR hanno consentito di analizzare la conoscenza dello strumento da parte delle aziende fino a verificarne il suo utilizzo come potenziale strumento atto a favorire l accesso al credito ed a definire in maniera puntale gli obiettivi di sviluppo aziendale. L analisi è intercorsa sia all interno delle aziende neo insediate del Pacchetto Giovani che tra quelle beneficiarie delle Misure 311 e 121. Conoscenza e utilizzo del Business Plan La pianificazione degli investimenti da parte delle aziende è fortemente collegata alla possibilità di accedere ai finanziamenti erogati dal PSR: in assenza di tale contributo solo il 30% delle aziende avrebbe realizzato gli investimenti, mentre ben il 70% avrebbe di fatto rinunciato al progetto. Lo stimolo ad apportare piani di miglioramento aziendale nasce quindi dalla presenza di un cofinanziamento che veicola le esigenze aziendali verso le tipologie di investimento finanziabili dal 137

143 PSR. In tal senso i contributi erogati dal Programma svolgono un ruolo fondamentale di incentivo all investimento sia per le aziende avviate, beneficiarie della Misura 121 e 311 in forma singola, sia per le aziende neo insediate del Pacchetto Giovani. Figura 81 Aziende che avrebbero realizzato gli investimenti anche senza il contributo del PSR Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Il perfezionamento dell idea di investimento aziendale interviene dunque a seguito dell emissione dei bandi del PSR, che, come noto, vincola l erogazione del contributo alla pianificazione degli investimenti da realizzarsi nel quadro del Business Plan. Le indagini di campo hanno consentito di indagare, in via preliminare, la conoscenza dell obbligatorietà della presentazione di un Business Plan quale vincolo per la concessione dell aiuto da parte del PSR. Come emerge dai grafici seguenti oltre il 70% dei beneficiari delle Misure analizzate risulta essere a conoscenza dell obbligatorietà del Business Plan, con una lieve prevalenza (75%) nelle aziende già insediate beneficiarie delle Misure 121 e 311. Resta tuttavia elevato il numero di soggetti (25% per le Misure 121 e 311 e 30% per il Pacchetto Giovani) che dichiara di non essere a conoscenza dell obbligatorietà del Business Plan, potendosi ravvisare pertanto una criticità connessa alla delega da parte di alcuni imprenditori a tecnici e consulenti del settore per la presentazione delle domande di aiuto, pratica che, talvolta, rischia di allontanare l imprenditore dalla conoscenza del PSR e dai vincoli da esso imposti per accedere agli aiuti erogati. A riprova di tale considerazione le risposte al quesito: Da chi è stato elaborato il Business Plan da allegare alla domanda di aiuto? evidenziano l ampio ricorso ai tecnici e responsabili del CAA e la modesta quota di aziende (4% Giovani e 2% ) che dichiarano di averlo elaborato in maniera autonoma. 138

144 Figura 82 Conoscenza della necessità di predisporre il Business Plan per accedere alla domanda di finanziamento Figura 83 Soggetto che ha elaborato il Business Plan Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC In riferimento alla percezione dell utilità del Business Plan da parte delle aziende beneficiarie oltre il 72% delle imprese del Pacchetto Giovani ed il 60% delle aziende già insediate dichiara di trovare lo strumento molto utile per definire la fattibilità economica dell investimento ipotizzato e circoscrivere con maggiore chiarezza gli obiettivi previsti grazie alla realizzazione dell investimento. Di contro, le aziende che non hanno ravvisato l utilità della definizione di un Business Plan hanno dichiarato di aver utilizzato dati poco realistici (17% per le Misure 121 e 311 e 12% per il Pacchetto Giovani), lamentando i profondi e repentini mutamenti del contesto di base (20% per le Misure 121 e 311 e 30% per il Pacchetto Giovani) che, di fatto, hanno reso vane le previsioni finanziarie contenute nel Business Plan presentato. Il cambiamento del contesto economico ha colpito maggiormente le aziende neo insediate che si sono trovate ad effettuare cospicui investimenti con delle aspettative che sono state profondamente riviste al ribasso nell arco di un lasso di tempo molto ristretto. Tali evidenze hanno determinato che solo circa il 10% delle aziende che hanno richiesto il contributo a valere sulle Misure 121 e 311 ed il 12% di quelle del Pacchetto Giovani può dichiarare che le stime previsionali effettuate in sede di Business Plan si sono verificate senza margine di errore, mentre la gran parte dei beneficiari ha evidenziato la presenza di scostamenti significativi tra le stime economiche previsionali elaborate in sede di Business Plan e l effettiva situazione economica attuale. 139

145 Figura 84 Giudizio sull utilità del Business Plan in sede di domanda di aiuto Figura 85 Corrispondenza tra stime economiche previsionali elaborate in sede di Business Plan ed effettiva situazione economica attuale Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Occorre infine rilevare che il giudizio circa l utilità del Business Plan quale strumento per favorire l accesso al credito bancario e rendere le aziende maggiormente consapevoli degli effetti dell investimento non risulti particolarmente positivo. Il 59% degli imprenditori che hanno beneficiato del contributo a valere sulle Misure 121 e 311 ed il 39% dei beneficiari del Pacchetto Giovani non ravvisano l utilità del Business Plan quale strumento di supporto per l accesso al credito. Di contro, il Business Plan viene inteso in maniera più favorevole quale ausilio per individuare con maggiore chiarezza gli effetti degli investimenti effettuati. Figura 86 Giudizio sul Business Plan come strumento per facilitare l accesso al credito bancario Figura 87 Giudizio sul Business Plan come strumento per essere maggiormente consapevoli degli effetti dell investimento Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC 140

146 3.7.3 Motivazioni relative alla rinuncia al contributo Definizione dell ambito tematico analizzato e relative parole chiave L avanzata fase attuativa del PSR Marche consente di concentrare la ricerca valutativa su alcune realtà che evidenziano una variazione della disposizione dei soggetti beneficiari del Programma ad avviare gli interventi per cui hanno presentato domanda di aiuto. In particolare, è stato analizzato l aspetto relativo alla revoca e alla rinuncia del contributo, nell intento di verificare la misura del fenomeno, ricostruirne i nessi causali all origine dello stesso e, al contempo, stimarne la correlazione con i fattori esogeni ed endogeni al Programma. Il cambiamento del quadro di riferimento a livello globale ha avuto ripercussioni di varia natura anche su scala regionale e locale: l andamento dell economia mondiale e nazionale degli ultimi quattro anni è stato indubbiamente caratterizzato da una profonda crisi. Sembra persino superfluo sottolineare come tale contesto di grave difficoltà abbia determinato ricadute negative anche in ambito locale (l economia delle Marche) e settoriale (l agricoltura) 109. In tale contesto, a fronte di un accresciuto rischio di impresa, determinate previsioni di investimento hanno trovato concrete difficoltà di attuazione, inducendo gli imprenditori ad adeguare la propria strategia aziendale. In tal senso, il Valutatore ha inteso verificare gli elementi che hanno maggiormente influenzato il concretizzarsi delle revoche e delle rinunce, isolando le eventuali variabili sottese al fenomeno, in particolare ipotizzando due ordini di fattori: situazioni di c.d. forza maggiore, ossia relative ad un adattamento dei beneficiari alle condizioni del mutato contesto economico e produttivo di riferimento; elementi connessi all eccessiva complessità burocratica. Il livello analitico è stato affinato articolando la ricerca in ulteriori filoni di indagine, rilevando i principali problemi riscontrati dai beneficiari e gli esiti dell esperienza realizzata in termini di lezioni tratte e suggerimenti, nonché riguardo la propensione alla partecipazione al PSR. Individuazione delle Misure coinvolte rispetto al tema Le indagini svolte in tale ambito analitico hanno preso in considerazione esclusivamente le Misure strutturali oggetto delle indagini di campo 110. L universo dei beneficiari è costituito da coloro i quali, al , sono stati ammessi a finanziamento. Al fine di fornire una prima panoramica della consistenza numerica delle rinunce e delle revoche registrate sulle Misure prese a riferimento, la tabella di seguito riportata offre un quadro di sintesi dei beneficiari rinunciatari/revocati al , indicando, altresì, il tasso di rinuncia/revoca registrato da ciascuna Misura. 109 Esposti R., Lobianco A., La crisi e l agricoltura marchigiana, Impatto sulle aziende e la percezione degli agricoltori Osservatorio Agroalimentare Marche, Cfr. Par

147 Misura Tabella 71 - Beneficiari rinunciatari/revocati al PSR Marche 2007/2013 Universo beneficiari Di cui senza nessun pagamento Di cui rinunciatari Di cui revocati Tasso rinunce/revoche a b c d (d+c)/a ,3% 311 A ,5% 311 B.c ,1% pacch ,8% pacch ,1% Totale ,8% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati SIAR I dati riportati in tabella, evidenziano, in linea generale, un tasso di rinuncia/revoca del contributo pari al 6,8% e, dunque, non preoccupante. Peraltro, tale valore è notevolmente inferiore rispetto al tasso di rinuncia/revoca generalmente registrato nel corso della precedente programmazione dalle analoghe tipologie di iniziative prese in esame 111. Tuttavia, alcuni elementi meritevoli di particolare attenzione emergono in relazione alle rinunce/revoche per la Misura legata alla diversificazione (rispettivamente 9,5% per la 311 A e 9,1% per il pacchetto 311), trattandosi di interventi maggiormente legati alla contrazione dei consumi generali registrata nel corso degli ultimi anni. Tale tipologia di investimenti è, infatti, rivolta all incremento dei servizi legati all offerta turistica, settore che oggi, visto l andamento generale dell economia, ha in particolar modo risentito di una decisa contrazione. Infine si osserva che gli investimenti all interno dello start up di impresa (pacchetto 121) mostrano segnali di difficoltà, facendo registrare un tasso di rinuncia più elevato (8,8%), rispetto al valore medio delle rinunce (6,8%), questo a conferma delle difficoltà maggiori che si riscontrano nell avvio di attività nel settore primario. Infine si intende evidenziare che il tasso di rinunce/revoche potrebbe aumentare nel prosieguo dell attuazione del Programma, essendo presenti un consistente numero di domande di aiuto per le quali, al , non è stato emesso alcun pagamento. In tal senso, la dinamicità dell avanzamento del Programma, visto anche il limitato stato di avanzamento dei progetti, potrebbe influenzare un incremento delle potenziali rinunce/revoche. Considerazioni valutative provenienti dall analisi delle fonti primarie e secondarie Il comparto agricolo nella Regione Marche registra un andamento del proprio valore aggiunto coerente con il crollo della manifattura avvenuto nel La tabella di seguito riportata offre un quadro di sintesi del tasso di crescita (rispetto all anno precedente) del valore aggiunto settoriale registrato nell ultimo quinquennio nelle Marche. 111 Il Valutatore, pur conscio dei limiti e delle differenze sia di attuazione che di rilevazione dei dati, ha individuato come benchmark l andamento della precedente programmazione, che in media ha visto revoche/rinunce per il 20,5% dei progetti ammessi al finanziamento per tipologie di iniziative analoghe a quelle esaminate. Tale dato seppur parzialmente raffrontabile, viste le diverse condizioni di attuazione tra l attuale e la precedente programmazione, può comunque fornire una dimensione delle rinunce/revoche registrate nell ambito del PSR Marche Cfr. Rapporto di valutazione expost, di ATI Ecoter-Resco-Unicab, del 10 febbraio 2009, tabella pag

148 Figura 88 Tasso di crescita (rispetto all anno precedente) del valore aggiunto settoriale nell ultimo quinquennio nelle Marche (valori in %) 6,0 Agricoltura Industria Servizi PIL 4,0 2,0 0,0-2, ,0-6,0-8,0-10,0-12,0 Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati ISTAT Le variazioni che si osservano nel comparto primario sembrano essere dettate da ragioni interne al comparto stesso. La lettura dei dati di lungo periodo consente di evidenziare che anche nelle Marche il valore aggiunto agricolo si connota per una sostanziale stagnazione o, persino, debole diminuzione e, quindi, per una perdita di peso rispetto al resto dell economia che, al di là della crisi, è pur sempre avviata lungo un percorso di lenta crescita. Tali dati confermano la difficoltà di alcuni operatori nel continuare nei propositi di investimento preventivamente pianificati anche se supportati da un sistema di garanzie che vede da un lato il Primo Pilastro della PAC, che per gli operatori rappresenta una sorta di safety net, e dall altro il sistema di cofinanziamento pensato attraverso l attuazione del PSR. Nel lasso temporale preso a riferimento si manifesta un evidente cambio di tendenza con conseguente diminuzione della propensione all investimento, questo è confermata da indagini recenti 112 che rilevano per gli operatori del settore primario il prevalere di imprese che hanno investito di meno rispetto a quanto avrebbero voluto investire; principalmente per problemi di liquidità, non tanto legati alle difficoltà di acceso al credito, quanto invece alla fragilità delle relazioni commerciali e all incertezza legata ai tempi di pagamento. L analisi dei dati provenienti dal sistema di monitoraggio offre elementi di riflessione relativi al valore dell importo ammesso a finanziamento. In particolare, le analisi svolte hanno consentito di verificare una debole correlazione delle rinunce e delle revoche con eventuali dimensioni finanziaria elevate dei progetti su cui le stesse sono state registrate. Tali evidenza è confortata dai dati rappresentati nella figura di seguito riportata che descrive il valore del contributo medio ammesso a finanziamento per singolo progetto e, operando un raffronto con il valore del contributo medio ammesso a finanziamento per singolo progetto rinunciato/revocato, consente di verificare che la dimensione finanziaria dei progetti che hanno fatto registrare una rinuncia/revoca non è superiore rispetto a quella media dei progetti ancora in fase di attuazione. 112 Esposti R., Lobianco A., La crisi e l agricoltura marchigiana, Impatto sulle aziende e la percezione degli agricoltori Osservatorio Agroalimentare Marche, 2012, Pag

149 Figura 89 Importo medio ammesso a contributo per Misura (valori in migliaia di ) 250 Contributo medio ammesso a finanziamento Contributo medio ammesso a finanziamento e successivamente rinunciato/revocato a 311 b.c pacch 121 pacch 311 Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati SIAR Inoltre, il Valutatore, al fine di verificare eventuali concentrazioni territoriali delle rinunce e revoche registrate, ha inteso analizzare la localizzazione dei beneficiari, sia per zona PSR che per Provincia. In tal senso, le figure di seguito riportate offrono una rappresentazione grafica della localizzazione 113 dei soggetti ammessi a contributo e dei soggetti rinunciatari/revocati. 113 Per la localizzazione è stata adottata come proxy la sede legale del beneficiario. 144

150 Figura 90 Distribuzione territoriale beneficiari ammessi a contributo e rinunciatari/revocati (%) Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati SIAR Le figure sopra riportate rappresentano una omogenea distribuzione territoriale dei beneficiari rinunciatari/revocati rispetto a quelli ammessi a finanziamento. Tuttavia, è possibile notare un elevata percentuale di rinunce alle domande per i progetti da realizzare in zone rurali D Aree rurali con problemi di sviluppo, testimoniando le difficoltà che nelle aree più marginali si rilevano nel portare a compimento investimenti anche nel settore primario. Altresì, tale evidenza conferma che le premialità aggiuntive previste dal PSR (ad esempio l innalzamento della percentuale di cofinanziamento per progetti realizzati in zone D) non sono strumenti sufficienti a sostenere la realizzazione di iniziative in queste aree. Anche su scala provinciale la distribuzione dei progetti rinunciati/revocati risulta omogenea, con la sola eccezione delle province di Ascoli Piceno e Macerata che registrano maggiori rinunce/revoche rispetto ai progetti ammessi al finanziamento, tuttavia il peso di tale discordanza non sembra statisticamente rilevante. Al fine di raccogliere informazioni rilevanti ai fini dell analisi delle motivazione delle rinunce e revoche al contributo, sono state realizzate indagini di campo che hanno coinvolto il campione di soggetti appositamente selezionati così come descritto nel presente documento al Par Fonti informative primarie. La Tabella di seguito riportata descrive l identificazione del campione ed il relativo tasso di risposta che si è attestato al 63%, denotando un andamento coerente con l intera attività di indagine diretta svolta. Si ricorda che il 53% dei questionari sono stati compilati per via telefonica, un 35% invece sono stati ultimati direttamente dai beneficiari attraverso il sistema on-line messo a disposizione dal Valutatore ed i restanti sono sati compilati sia attraverso un incontro diretto sia inviati via mail. 145

151 Tabella 72 - Risultati delle indagini dirette con beneficiari rinunciatari/revocati del PSR Marche Campione Rinunciatari / Revocati Interviste realizzate Ottobre 2012 Tasso di copertura del campione Misura a b b/a % 311 a % 311 b.c 1 0 0% pacch % pacch % Totale % Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Nel merito dei quesiti posti agli intervistati, il Valutatore ha inteso rilevare in prima battuta le opinioni degli intervistati in relazione ai principali elementi che hanno limitato la possibilità di accedere al finanziamento. La figura di seguito riportata rappresenta le opinioni espresse dagli intervistati in merito al quesito posto. D: Secondo lei quali dei seguenti elementi hanno limitato (stanno limitando) la possibilità di accedere al finanziamento? Eccessiva complessità burocratica Mancanza di risorse proprie per il cofinanziamento 23% 23% Altro 19% L investimento ipotizzato risulta troppo elevato 16% Si sono modificate le prospettive di riuscita dell iniziativa 13% Difficoltà nell accesso al credito 6% 0% 5% 10% 15% 20% 25% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati indagine diretta La figura consente di osservare che i principali elementi che hanno limitato la possibilità di accedere al finanziamento sono inerenti la mancanze di risorse proprie per poter cofinanziare l iniziativa e l eccessiva complessità burocratica delle procedure. Inoltre, buona parte degli intervistati dichiara di aver rinunciato anche a causa di una previsione di investimenti troppo elevata, facendo emergere il limite nell utilizzo del Business Plan quale strumento non sufficiente a chiarire, nella fase di progettazione dell iniziativa, la dimensione adeguata dell investimento. Anche il mutare delle condizioni di contesto hanno evidentemente influenzato tale scelta e l insieme di una pluralità di fattori personali e/o accidentali hanno inciso nella rinuncia al contributo. Infine è importante notare che l accesso al credito, di per sé, non è stato un elemento determinante nella rinuncia al contributo ma anzi ha assunto un peso assolutamente limitato. Rilevanti sono state anche le motivazioni legate a fattori casuali o esterni al programma racchiuse nella tipologia altro. Un ulteriore quesito sottoposto agli intervistati è quello relativo alla richiesta del finanziamento per l avvio del progetto e alle principali problematiche riscontrate. Le opinioni raccolte sono 146

152 rappresentate nella figura successiva che mostra una quota di circa il 60% dei rinunciatari che dichiara di non essersi attivato alla ricerca di uno strumento di supporto finanziario e il restante 40% che dichiara di essersi attivato per la richiesta di diverse tipologie di finanziamento (prestito bancario, mutuo ipotecario, altro). Tra le principali problematiche riscontrate nel periodo successivo alla presentazione della domanda, invece, gli intervistati hanno segnalato la eccessiva burocrazia, la lungaggine dei tempi inerenti la presentazione della domanda di aiuto, nonché il costo elevato. Per quanto riguarda, invece, la voce altro i beneficiari hanno specificato nelle risposte di riferirsi a criticità connesse a nessuna convenienza economica e/o progetto non flessibile e troppo vincolante. D: È possibile conoscere quali strumenti finanziari ha richiesto? D: Quali principali problematiche ha riscontrato? Burocrazia 26% Costo elevato Tempi lunghi Altro 22% 22% 22% Nessun credito 9% 0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati indagine diretta Le indagini svolte hanno inteso analizzare anche gli effetti della rinuncia e della revoca del contributo, in particolare ponendo agli intervistati quesiti volti a rilevare sia i costi sostenuti per la predisposizione della domanda di aiuto, sia le lezioni tratte dall esperienza realizzata. Le figure di seguito riportate rappresentano graficamente le opinioni espresse dagli intervistati in merito ai quesiti posti. D: Potrebbe quantificare i costi sostenuti per la predisposizione del progetto di sviluppo aziendale? D: Che insegnamento ha tratto da questa esperienza? Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati indagine diretta 147

153 Il quesito sulle spese sostenute per la predisposizione della domanda di aiuto ha consentito di stimare che circa il 50% dei beneficiari rinunciatari o revocati ha sostenuto un costo inferiore ai 2.000, il 18% un costo compreso tra i e i euro e ben il 35% un costo superiore ai I costi sostenuti per la predisposizione di una domanda di aiuto variano in base alla tipologia di investimento richiesto. In particolare, la maggior parte dei soggetti che ha sostenuto costi superiori ai euro per la predisposizione della domanda di aiuto aveva presentato un istanza di partecipazione a valere su più Misure con progetti spesso complessi e articolati e, dunque, con oneri chiaramente maggiori rispetto agli altri. Inoltre, coloro che hanno sostenuto tali costi elevati sono per lo più giovani, a testimonianza di una loro maggiore propensione alla realizzazione di progettualità articolate. Riguardo agli insegnamenti tratti dall esperienza realizzata, una quota consistente degli intervistati, circa il 70%, dichiara di non aver tratto alcun insegnamento. Di contro, coloro i quali dichiarano di aver tratto insegnamenti a conclusione dell esperienza, si dividono in due categorie, ossia: il 18% degli intervistati esprime la volontà per il futuro di predisporre la domanda di aiuto in autonomia ed il restante 12% di essere disposto a ricorrere al contributo del PSR esclusivamente per stati di necessità. Tra gli esiti emersi dal quesito posto, al fine di supportate l esercizio di tesaurizzazione dell esperienza presso l Amministrazione del Programma, è interessante osservare la propensione dei beneficiari a presentare autonomamente la domanda. Tale evidenza potrà essere tenuta in considerazione nell ambito della prossima programmazione, per alcune tipologie di Misure, nell intento di favorire sia una maggior consapevolezza degli imprenditori rispetto alla tipologia di impegno che devono assumere sia la riduzione dei costi relativi alla predisposizione della pratica. Infine le ultime due domande poste ai beneficiari riguardano da un lato la disponibilità del rinunciatario/revocato a partecipare ad altre iniziative analoghe e dall altro a fornire suggerimenti e consigli all amministrazione regionale per evitare il ripetersi di tali situazioni. D: Se vi fosse l opportunità, presenterebbe nuovamente domanda per un finanziamento? D: Quali sono i suoi suggerimenti all amministrazione per evitare in futuro il ripetersi di questa situazione? Strumenti di supporto al credito Non so 17% 17% Altro 26% Poter modificare le domande di aiuto 39% 0% 10% 20% 30% 40% 50% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati indagine diretta I soggetti intervistati esprimono un alta propensione a partecipare nuovamente all iniziativa. Tale evidenza fa ipotizzare che la motivazione sottesa alla rinuncia o all instaurarsi di una condotta che ha indotto l Amministrazione a revocare il contributo, è da attribuirsi ad una motivazione di ordine contingente piuttosto che strutturale. Stante la buona disposizione a replicare esperienze analoghe, gli intervistati auspicano una maggiore flessibilità nella gestione delle domande di aiuto, ossia prevedendo la possibilità di modificare le 148

154 domande di aiuto. Tale possibilità consentirebbe, infatti, adeguamenti in itinere della domanda da realizzare sulla base del mutare delle esigenze e dei fabbisogni dei beneficiari. Tale esigenza rileva tanto più se si tengono in considerazione i lunghi tempi che intercorrono tra la data di presentazione della domanda di aiuto e la sua conclusione. Ulteriore aspetto segnalato quale rilevante dagli intervistati è relativo all attivazione di strumenti di supporto al credito in grado di sostenere e facilitare la realizzazione degli investimenti. A tal riguardo l esperienza del Confidi Coop Marche potrebbe risultare replicabile. Conclusioni sulle motivazioni alla base delle rinunce ai contributi L imprenditoria agricola marchigiana rappresenta una realtà solida caratterizzata da legami di continuità tra le diverse generazioni, punto di forza per l approfondita conoscenza del settore di riferimento e la consapevolezza delle oscillazioni dei mercati e del settore agricolo. Tale assunto potrebbe essere alla base della positiva disposizione del 73% degli intervistati di continuare a reinvestire in un nuovo PSR, pur rilevando l opportunità di apportare alcune modifiche e semplificazioni procedurali. Le indagini svolte consentono di delineare un quadro valutativo in cui risultano essere sottese alla revoca o alla rinuncia del contributo molteplici fattori, tra i quali rilevano: l impossibilità di adeguare la domanda di finanziamento, riducendone gli importi o limitandone le dimensioni; la dilatazione dei tempi connessa all espletamento degli iter procedurali; le mutate condizioni del contesto economico e finanziario; la localizzazione degli interventi, con riferimento alle Zone PSR D, mostrando ancora una volta la fragilità di queste aree. Di contro, sulla scorte delle evidenze emerse è possibile evidenziare che alcuni elementi ipoteticamente contribuenti alla rinuncia/revoca del contributo non risultano esercitare un ruolo rilevante. In particolare le dimensioni economiche non hanno inciso sulla rinuncia al contributo ed i progetti rinunciatari sono in linea con quelli in corso di realizzazione. Sulla base di tali evidenze, il Valutatore intende formulare alcuni suggerimenti volti ad aprire una discussione su eventuali revisioni degli iter procedurali nell intento di: ridurre i tempi di attuazione degli interventi; semplificare la predisposizione delle domande di aiuto da parte dei beneficiari; rendere maggiormente flessibili gli impegni assunti in sede di presentazione della domanda, per poter, sulla base di nuovi fabbisogni emersi modificare e/o ridimensionare l investimento proposto; incrementare il sistema degli incentivi per i progetti da realizzarsi nelle aree maggiormente remote/svantaggiate. L analisi sopra descritta va considerata quale attività di ricerca introduttiva al tema esaminato, tuttavia in grado di fornire un rilevante portato informativo per la definizione dei nuovi strumenti di programmazione da attivare nei prossimi anni. Inoltre, sulla base delle evidenze emerse e degli interessanti spunti di riflessione individuati, l analisi svolta potrà essere approfondita a conclusione del Programma, allorquando il Valutatore potrà disporre di un panorama definitivo dell avanzamento procedurale degli interventi. 149

155 3.7.4 Interventi del Programma per la sostenibilità ambientale Nel giugno del 2001 il Consiglio Europeo di Göteborg ha ritenuto prioritario utilizzare il principio della sostenibilità ambientale 114 come riferimento per tutti gli ambiti di intervento comunitari, compreso il settore agricolo-forestale e dello sviluppo rurale. Tale principio è stato integrato dal PSR Marche non solo nell ambito dell Asse 2, incentrato sull utilizzazione in chiave sostenibile delle risorse naturali e sulla promozione di un agricoltura ed una silvicoltura rispettose dell ambiente, ma anche nel contesto degli investimenti previsti dalle Misure degli altri Assi, soprattutto a seguito del rafforzamento nella strategia regionale delle nuove sfide ambientali dell Health Check. Nel presente paragrafo vengono proposte alcune considerazioni valutative sulla sostenibilità ambientale globale del Programma, effettuate avvalendosi di analisi sia di carattere trasversale, sia riguardanti alcuni ambiti tematici specifici, quali, più nel dettaglio, la difesa delle risorse idriche, la mitigazione dei cambiamenti climatici e la tutela del territorio, ricompresi tra gli obiettivi di sviluppo sostenibile per gli interventi in campo agricolo e forestale. Quindi, oltre ad alcuni riferimenti riguardanti la Misura 214 dell Asse 2, considerabile di tipo eminentemente ambientale, vengono proposti soprattutto i risultati delle indagini condotte presso un campione rappresentativo di beneficiari di alcune tra le più importanti Misure ad investimento : le Misure 121 e 311, nonché la Misura Le interviste sono state condotte allo scopo di valutare attraverso la previsione di una sezione ad hoc dei questionari elaborati per queste Misure la predisposizione dei beneficiari rispetto all attuazione di interventi inerenti principalmente alle tematiche summenzionate e verificare, dunque, in che misura l approccio sostenibile dal punto di vista ambientale sia stato incorporato nelle iniziative degli Assi 1 e 3. Per quanto riguarda, invece, l importante ruolo svolto dalle azioni di formazione, informazione e consulenza (oggetto delle Misure 111 e 114) rispetto all applicazione di principi gestionali sostenibili dal punto di vista ambientale, si rimanda al paragrafo 3.5.1, che riporta nel dettaglio le risultanze delle indagini dirette condotte anche su tale aspetto 116. Infine, come noto, una peculiarità del PSR Marche è costituita dalla scelta di attivare un approccio particolare rispetto alle pratiche agricole sostenibili gli Accordi Agroambientali d Area che dovrebbe permettere di massimizzare gli effetti ambientali positivi delle attività finanziate concentrandole su aree circoscritte (critiche e/o sensibili dal punto di vista ambientale) e di scongiurare così, assieme alla definizione di opportuni criteri di priorità e selezione, la dispersione in maniera casuale sul territorio delle risorse messe a disposizione del Programma per gli interventi a tutela dell ambiente agro-forestale. Sostenibilità ambientale in relazione alle misure ad investimento In relazione alle tipologie di intervento finalizzate a garantire la sostenibilità ambientale che sono state realizzate dai beneficiari delle Misure 112, 121 e 311 è possibile evidenziare (cfr. figura 114 Per sostenibilità ambientale si intende la capacità di preservare nel tempo le tre funzioni dell ambiente: fornitore di risorse, ricettore di rifiuti e fonte diretta di utilità. All interno di un sistema territoriale per sostenibilità ambientale si intende la capacità di valorizzare l ambiente in quanto elemento distintivo del territorio, garantendo al contempo la tutela e il rinnovamento delle risorse naturali. 115 Si sottolinea che i beneficiari indicati come appartenenti alle Misure 121 e 311 sono quelli non aderenti al Pacchetto Giovani, che fanno riferimento, invece, alla Misura In aggiunta a quanto già evidenziato, si segnala che, per quanto riguarda gli interventi del secondo Asse, la maggior parte dei beneficiari delle Misure 211/212 e della Misura 214 che ha partecipato a corsi di formazione (77% e 52%, rispettivamente) ha indicato che l argomento trattato come peraltro era logico aspettarsi ha riguardato tematiche ambientali (come ad esempio la gestione sostenibile delle risorse naturali, le tecniche di coltivazione ed allevamento migliorative per l ambiente e per il paesaggio rurale, ecc.). Il 35% dei beneficiari della Misura 214 ha inoltre indicato il rispetto della normativa sulla condizionalità come argomento di interesse per futuri corsi di formazione o incontri formativi. 150

156 seguente), in base alle risultanze dell indagine di campo condotta dal Valutatore, una diversificazione abbastanza marcata tra i soggetti aderenti alle diverse Misure 117. Figura 73 Ha effettuato uno o più dei seguenti investimenti finalizzati a garantire la sostenibilità ambientale? Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC I beneficiari della Misura 311 che effettuano principalmente attività di tipo agrituristico o di diversificazione aziendale risultano maggiormente indirizzati verso tipologie di intervento legate al risparmio energetico e/o alla produzione di energia rinnovabile, oppure finalizzate all avvio di nuovi servizi ambientali (come, ad esempio, la realizzazione di percorsi didattico/naturalistici) ed all attuazione di azioni che possano aumentare il valore aggiunto delle strutture di ospitalità (interventi di bio-edilizia, interventi non produttivi come siepi ed alberature). Al contrario, i beneficiari della Misura 121 indicano una rosa più vasta di interventi per la sostenibilità ambientale e legati principalmente al miglioramento dell efficienza tecnica dell azienda. Sono quindi maggiormente rappresentati, in tale contesto, gli impianti e le attrezzature che permettono la riduzione degli impatti ambientali ed il risparmio idrico, nonché il miglioramento del livello di benessere e delle condizioni di igiene degli animali. I beneficiari della Misura 112 indicano, invece, tipologie di investimenti intermedi, anche in funzione del fatto che possono aver aderito ad entrambe le Misure precedenti. Nella figura seguente sono poi rappresentate le motivazioni che hanno spinto i soggetti interpellati per le tre Misure ad attivare interventi con valenza ambientale. 117 Nelle analisi che seguono sono stati utilizzati sia dati provenienti dalle indagini dirette che quelli di monitoraggio (cfr. Considerazioni valutative provenienti dall analisi delle fonti primarie e secondarie ). 151

157 Figura 74 Quali sono le motivazioni che l hanno spinta a realizzare investimenti di carattere ambientale? Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Tra i beneficiari della Misura 121 prevalgono ragioni legate a fattori di tipo tecnico (in primo luogo la riduzione dei costi aziendali nel lungo periodo, ma anche il raggiungimento di migliori prestazioni dal punto di vista ambientale e la creazione di sinergie aziendali), mentre gli aderenti alla Misura 311 indicano motivazioni più vicine ad una sensibilità ambientale generale (lotta ai cambiamenti climatici, riduzione dell inquinamento atmosferico, miglioramento della qualità delle acque e del suolo, nonché motivi di tipo etico). I giovani imprenditori della Misura 112 uniscono questi due aspetti, assicurando, comunque, una forte attenzione alla riduzione dei costi aziendali. Sostenibilità ambientale in relazione alla tutela delle Risorse idriche Definizione dell ambito tematico analizzato e relative parole chiave Se si considerano gli aspetti quantitativi della tutela delle risorse idriche nel contesto della realtà produttiva agricola marchigiana, i metodi di irrigazione maggiormente utilizzati ( aspersione o a pioggia, utilizzati sull 80% della superficie irrigata) 118 risultano essere meno efficienti di quelli a goccia e microirrigazione, che sono però molto meno diffusi (interessando, rispettivamente, il 4% e l 1% della SAU irrigata) 119. Le reti irrigue soffrono inoltre di carenze strutturali che determinano elevate perdite. In questo quadro, le indagini condotte dal Valutatore hanno permesso di analizzare 118 Fonte: PSR Marche Fonte: PSR Marche

158 l entità degli interventi del Programma per il razionale utilizzo della risorsa acqua e la riduzione dei consumi idrici in agricoltura. Per quanto concerne, invece, la tutela qualitativa delle acque, si evidenzia come nell ultimo decennio vi sia una tendenza verso un diffuso miglioramento della qualità dei corpi idrici presenti nel territorio marchigiano, dovuto peraltro anche ad una diminuzione registrata negli anni recenti nell uso di fertilizzanti chimici, legata sia all aumento del prezzo di tali prodotti che alla riduzione delle superfici coltivate. Questo quadro non è però omogeneo per tutte le aree: si riscontra, infatti, un forte degrado lungo tutti i tratti terminali dei fiumi e sulla fascia costiera, dove si concentrano infrastrutture, popolazione ed attività economiche 120. Individuazione delle Misure coinvolte rispetto al tema e considerazioni valutative provenienti dall analisi delle fonti primarie e secondarie Gli investimenti finalizzati alla razionalizzazione dell uso della risorsa idrica e del suo risparmio 121 sono stati realizzati da una percentuale variabile, ma comunque interessante, di beneficiari delle Misure 112, 121 e 311 (rispettivamente il 29%, il 25% ed il 32%). Quote pari all 8% degli aderenti alla Misura 112 ed al 18% dei beneficiari della Misura 121, si sono impegnati, inoltre, nell adeguamento delle loro aziende agli standard ambientali previsti dalla Direttiva Nitrati (91/676/CEE) 122. Le principali motivazioni che hanno spinto i beneficiari di tali Misure ad occuparsi della tutela quantitativa della risorsa idrica sono egualmente ripartite tra le considerazioni di carattere ambientale e quelle connesse alla riduzione dei costi aziendali. Per quel che concerne gli interventi adottati (cfr. figura seguente), si segnala come più della metà di essi non abbia riguardato la diminuzione diretta degli impieghi di acqua, ma la sistemazione delle reti aziendali (minori sprechi dovuti a perdite sulle condutture). Interventi inerenti la realizzazione di impianti irrigui maggiormente efficienti, a basso volume e/o a goccia, sono stati effettuati principalmente dai beneficiari della Misura 311, mentre la tipologia di intervento i laghetti collinari o altri sistemi di raccolta delle acque ha riguardato in maniera omogenea i beneficiari di tutte e tre le Misure. 120 Fonte: PSR Marche Si noti come anche i beneficiari della Misura 311 abbiano asserito di aver effettuato alcuni investimenti di questo tipo, sebbene non previsti tra gli interventi ammissibili per questa Misura. Il riferimento è, in realtà, a progetti che hanno beneficiato, oltre che di finanziamenti della stessa Misura 311, anche di fondi provenienti dalla Misura Tra gli interventi ammissibili, definiti con diritto di priorità settoriale, sono indicati per il comparto delle carni suine quelli rientranti in questa categoria. 153

159 Figura 75 Tipologie di investimenti finalizzati alla razionalizzazione dell uso della risorsa idrica e del suo risparmio Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Dall analisi dei dati di monitoraggio emerge, però, che in termini assoluti il numero di iniziative finalizzate alla razionalizzazione dell uso della risorsa idrica (nonché del suo risparmio) e finanziate al 31/12/2011 risulta, nel complesso, molto contenuto. Per la Misura 121 si registrano 9 progetti specifici riguardanti la realizzazione di impianti a basso consumo idrico (tipo sistemi a goccia), per un costo ammesso complessivo pari a euro (e un ammontare del contributo pubblico di euro). Per la Misura 311 nell ambito degli interventi per le strutture agrituristiche si registrano poi solo 3 interventi per il recupero delle acque piovane e grigie, nonché per la loro fitodepurazione, per un totale di euro di costo ammesso e euro di contributo pubblico concesso. L apparente incongruità rispetto ai risultati dell indagine diretta effettuata presso un campione di beneficiari delle Misure 112, 121 e 311 può, comunque, essere ricondotta al fatto che nei dati di monitoraggio vengono registrati in questa categoria solo i progetti che hanno come finalità principale il miglioramento dei sistemi irrigui esistenti, mentre i soggetti intervistati per le tre Misure hanno indicato anche interventi simili, che vengono realizzati, però, all interno di progetti più vasti e compositi. A completamento dell analisi riguardante la tutela delle risorse idriche, non va dimenticato l importante ruolo del Programma anche in relazione al miglioramento qualitativo delle acque superficiali e profonde. Gli interventi più significativi per la tutela della qualità delle risorse idriche realizzati tramite il sostegno del PSR Marche sono, senza dubbio, quelli della Misura 214, ed in particolare l introduzione e/o il mantenimento dei metodi di agricoltura integrata (214a), ma soprattutto di agricoltura biologica (214b) 123. Escludendo i trascinamenti della passata programmazione, l estensione totale dell area sulla quale, complessivamente, le Misure 214a e 214b hanno contribuito alla data del 31/12/2011 ad influenzare positivamente il miglioramento della qualità delle acque 123 Una quota pari al 12% dei beneficiari appartenenti al campione di indagine per la Misura 214b ha dichiarato, peraltro, di essere interessato ad aderire, per la futura programmazione, ad interventi per un razionale utilizzo della risorsa idrica. 154

160 risulta pari a quasi ha 124, di cui ha ricadenti in Zone Vulnerabili ai Nitrati di Origine Agricola (ZVNOA). Un contributo, in tal senso, va riconosciuto, in particolare, agli interventi a basso impatto ambientale previsti nell ambito dell Accordo Agroambientale d Area della Valdaso 125. Naturalmente si tratta di interventi molto più limitati in termini quantitativi (e quindi in termini di effetti positivi forniti) rispetto a quelli della Misura 214 nel suo complesso, ma alquanto significativi perché concentrati su una porzione di territorio la Valdaso appunto che presenta criticità specifiche legate alla qualità delle acque 126. Sostenibilità ambientale in relazione alla mitigazione dei cambiamenti climatici Definizione dell ambito tematico analizzato e relative parole chiave Anche se il ruolo del settore agricolo rispetto all emissione di alcuni gas serra come la CO 2 (anidride carbonica) appare marginale se confrontato con quello di altri settori produttivi 127, vi sono altri gas climalteranti come N 2 O (protossido d azoto) o NH 4 (metano) per i quali, al contrario, l agricoltura rappresenta la fonte principale, seppure con un trend in diminuzione negli ultimi anni. In questo quadro, numerose sono le tipologie di intervento del PSR Marche che possono contribuire a mitigare gli effetti negativi delle emissioni di gas serra. Una riduzione delle quantità di CO 2 emesse può essere conseguita attraverso la produzione di energia da fonte rinnovabile (realizzazione di impianti solari fotovoltaici o termici, impianti a biogas e impianti a biomassa), o mediante il sostegno alle pratiche agricole e forestali sostenibili, (grazie all aumento dello stoccaggio del carbonio sotto forma di biomassa forestale e/o di sostanza organica nel terreno), o ancora rafforzando le misure per diminuire il rischio incendi (che permettono di evitare emissioni che si verificherebbero a seguito di incendi). In base al Rapporto Statistico sul Solare Fotovoltaico del GSE (2011), la produzione di energia da tale tipologia di fonte rinnovabile ha avuto negli ultimi anni un aumento esponenziale nel territorio regionale: alla fine 2011 si contavano ben impianti per una potenza complessivamente installata pari a 786 MW, con una dimensione media degli impianti (65 kw) tra le più alte in Italia. Il comparto agricolo, con oltre impianti, interessa il 13% di questo totale. Anche per quanto riguarda la produzione di biogas il trend rispetto all installazione di nuovi impianti risulta positivo, con un aumento relativo soprattutto alle tipologie di impianti che utilizzano materiali agro-zootecnici (gli altri impiegano materiale proveniente da discarica). Nel 2010 nelle Marche erano presenti 6 impianti alimentati con materiali di tipo agricolo (sui 13 totali), con una taglia media di circa 0,2 MW (Fonte: Politecnico di Milano Biomass Energy Report 2011). La produzione di N 2 O il cui effetto climalterante è ben maggiore della CO 2 è sostenuta, invece, dalla distribuzione di fertilizzanti azotati di sintesi sul terreno (una parte dell N presente a contatto con il terreno si trasforma in N 2 O). Ne consegue che incentivando l eliminazione di fertilizzanti di 124 Fonte: Lattanzio VIC. Valutazione indipendente PSR Marche Rapporto Quantificazione e analisi indicatori di risultato al 31/12/ L accordo agro ambientale della Valdaso è un progetto territoriale per la protezione del suolo e delle acque dall inquinamento da fitofarmaci e nitrati, attraverso il ricorso a metodi di produzione a basso impatto ambientale, tra cui quelli previsti da alcune sottomisure della 214, ovvero: la sottomisura a) azione 1)-produzione integrata; la sottomisura a) azione 2)-produzione integrata con difesa avanzata; la sottomisura b)-agricoltura biologica e la sottomisura c) tutela e miglioramento dei suoli azione a)-inerbimento permanente. 126 L area interessata dall accordo, difatti, contiene il 50,4% di territorio considerato come ZVN. 127 Sull insieme delle emissioni di gas serra in Italia, il comparto agricolo contribuisce per il 6,6%, escludendo emissioni e contributi LULUCF (Land Use, Land Use Change and Forestry). Fonte: Condor, Vitullo, Gaudioso e Colaiezzi The Contribution of Rural Development Programmes in Mitigating Greenhouse Gas Emissions in Italy (2008). 155

161 sintesi (come previsto dall agricoltura biologica) si ha una ricaduta positiva in termini di riduzioni di questo tipo di emissioni. La produzione di NH 4, infine, è legata agli allevamenti zootecnici. Un opportuno miglioramento dei sistemi di gestione e stoccaggio dei liquami può ridurre la volatilizzazione dell N o, addirittura, trasformare questo elemento in un beneficio economico, oltre che ambientale, attraverso la produzione di biogas. Individuazione delle Misure coinvolte rispetto al tema e considerazioni valutative provenienti dall analisi delle fonti primarie e secondarie Sono sostanzialmente due le Misure del Programma (la 121 e la 311) che prevedono finanziamenti specifici per il rafforzamento della produzione di energia da fonti rinnovabili obiettivo incluso anche tra le nuove sfide ambientali dell Health Check e per il risparmio energetico. Le risultanze delle indagini dirette mostrano una predisposizione molto diversa dei beneficiari di queste Misure, e conseguentemente anche di quelli della Misura 112, rispetto alla realizzazione di investimenti per la produzione di energia da rinnovabili (cfr. tabella seguente), con una quota molto elevata di soggetti aderenti alla Misura 311 che dichiara di aver optato per tale tipologia di interventi (più dell 80%). Tabella 76 - Inclusione della produzione di energia da fonti rinnovabili tra le tipologie di investimento dei beneficiari delle Misure 112, 121 e 311 Misura 112 Misura 121 Misura 311 Produzione/utilizzo/vendita di energia e calore da fonti rinnovabili 31,6% 12,5% 81,3% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC La valenza della Misura 121 rispetto alla capacità di incentivare la produzione di energia da fonti rinnovabili è teoricamente duplice, in quanto prevede il finanziamento sia di impianti SRF (Short Rotation Forestry), che dell acquisto di attrezzature come pannelli solari, caldaie a biomassa, impianti a biogas, impianti eolici e geotermici. In relazione a tale Misura, in base ai dati monitoraggio forniti dall AdG, mentre non risultano essere stati effettuati, al 31/12/2011, interventi per la produzione di biomassa da SFR, gli investimenti per la produzione di energia da fonte rinnovabile rappresentano una realtà sicuramente interessante nell ambito del Programma, come si evince dalla tabella successiva, che fornisce un dettaglio delle caratteristiche di tali investimenti anche per i beneficiari della Misura 121 aderenti al Pacchetto Giovani (che risultano, dunque, beneficiari della Misura 112). 156

162 Tabella 77 - Principali caratteristiche degli investimenti della Misura 121 relativi alla produzione di energia da fonti rinnovabili Misura 121 (Pacchetto Giovani) Misura 121 (altri beneficiari) Fonte: elaborazioni Lattanzio VIC su dati monitoraggio forniti dall AdG Totale Domande finanziate N. beneficiari solari fotovoltaici N. impianti realizzati solari termici eolici geotermici biomassa Contributo ammesso Costo complessivo ammesso A C Distribuzione progetti C per area PSR C D Distribuzione per classi di ampiezza aziendale <2 ha ha ha ha ha ha >100 ha Dall analisi di dettaglio dei dati sopra riportati si ricava come la produzione di energia da fonti rinnovabili sia una tipologia di investimento molto diffusa tra i giovani agricoltori. In generale si privilegia il solare fotovoltaico (stante anche il regime di incentivi molto favorevole in tale ambito), mentre le altre tipologie di impianti risultano essere secondarie. Vi è una concentrazione abbastanza netta di impianti realizzati nell area PSR C2, ma la distribuzione nelle diverse classi d ampiezza aziendale appare più omogenea, con una lieve preponderanza delle aziende di taglia media, dai 20 ai 50 ha. Per quanto riguarda la Misura 311 risultano ammissibili a finanziamento investimenti per la produzione di energia da fonti rinnovabili sia all interno della Sottomisura a) sul settore agrituristico 128, sia all interno dell Azione d sulle agroenergie nell ambito della Sottomisura b) che esclude, tuttavia, la sovvenzione di impianti che utilizzano l energia solare. In base ai dati di monitoraggio riferiti al 31/12/ , nel primo caso si registrano 23 domande relative a impianti solari (termici e fotovoltaici) e caldaie a biomassa per il riscaldamento dei locali, per un costo ammesso complessivo pari a euro (e un contributo pubblico ammesso di euro). Per 128 Più nel dettaglio, sono ammissibili a finanziamento le spese per l acquisto di impianti per la produzione di energia rinnovabile nell ambito delle realizzazioni di agriturismi. 129 Per la Misura 311, come nel caso della Misura 121, i dati di monitoraggio complessivi riportati si riferiscono anche ai beneficiari aderenti al Pacchetto Giovani (e includono, quindi, i beneficiari della Misura 112 che si sono avvalsi della Misura 311 per il co-finanziamento di investimenti finalizzati alla produzione di energia rinnovabile). 157

163 l Azione sulle agroenergie della Sottomisura b), invece, sono stati riconosciuti finanziabili 13 progetti, tutti riguardanti impianti a biogas, per un investimento complessivo pari ad oltre 22,5 Meuro (il contributo pubblico concesso è stato, in tal caso, di 6,8Meuro) 130. La valenza positiva di quest ultima tipologia di impianti è legata sia all incremento di energia prodotta da fonte rinnovabile, che alla riduzione di gas climalteranti come il NH 4. Al fine di aumentare la sostenibilità ambientale degli interventi è stato poi disposto che per gli impianti alimentati a biomassa almeno l 80% della materia prima debba essere prodotto all interno dell azienda o di aziende associate, evitando così le emissioni di gas serra dovute al trasporto. I risultati conseguiti appaiono dunque rilevanti, soprattutto se confrontati con il limitato numero di impianti a biogas già operanti nelle Marche (cfr. box precedente). Sempre in relazione agli interventi finalizzati alla mitigazione dei cambiamenti climatici, significativo risulta anche il sostegno del Programma alla promozione di tecniche di coltivazione che permettono di mantenere o migliorare la capacità del suolo agricolo di immobilizzare la CO 2 attraverso l aumento del tenore di sostanza organica. Rispetto a questa finalità il ruolo principale è stato esercitato dalla Misura 214, in particolare sui ha finanziati dalla Sottomisura sull agricoltura biologica (214b) per la nuova programmazione. Come già detto, il metodo biologico, peraltro, interviene positivamente sulle emissioni di gas serra anche in quanto previene il rilascio di N 2 O che si ha nel caso delle coltivazioni tradizionali, come conseguenza della distribuzione di fertilizzanti azotati di sintesi. Sostenibilità ambientale in relazione alla Tutela del territorio Definizione dell ambito tematico analizzato e relative parole chiave Il concetto di tutela del territorio implica diverse accezioni, che comprendono sia la necessità di preservare il bene fisico suolo, mantenendone caratteristiche come struttura e fertilità complessiva, che quella di assicurare opportune forme di sistemazioni idraulico-agrarie-forestali, in maniera da contrastare fenomeni erosivi e di dissesto idrogeologico. L incidenza dell erosione idrica superficiale dei suoli risulta molto limitato per gran parte del territorio regionale, mentre la classe di rischio medio d erosione del suolo è piuttosto diffusa nelle aree collinari. Tabella 78 - Le classi di erosione del suolo sul territorio regionale Classe di erosione del suolo % della superficie regionale interessata Rischio basso (0 5 t/ha/anno) 68,7 % Rischio medio (5 20 t/ha/anno) 24,1% Rischio elevato (>20 t/ha/anno) 7,3% Fonte: JRC, Regione Marche, Implementazione a livello regionale della proposta di direttiva quadro sui suoli in Europa 2007 Relativamente al problema del dissesto idrogeologico le porzioni di territorio regionale interessate dal rischio di esondazioni sono limitate (poco più del 2%), mentre più significativa è la quota di superficie soggetta a frane (17%), anche se con una categoria di rischio abbastanza bassa. 130 Ad oggi, tuttavia, dei 13 progetti riconosciuti come finanziabili alla data del 31/12/2011, 2 sono stati revocati (per un importo di oltre 4 Meuro di investimento e di 1 Meuro di contributo pubblico). 158

164 Per quanto riguarda, invece, la dotazione di sostanza organica, si evidenzia come i terreni marchigiani ricadano normalmente in classi di valore molto basso (<1%) o basso (1-2%) 131. Individuazione delle Misure coinvolte rispetto al tema e considerazioni valutative provenienti dall analisi delle fonti primarie e secondarie La Misura 214 ha esercitato un ruolo fondamentale per la tutela del territorio, sia per il mantenimento della fertilità dei suoli, dato il sostegno fornito a sistemi produttivi che mettono in primo piano il miglioramento delle caratteristiche chimico-fisiche e biologiche dei terreni agricoli, sia per quanto riguarda, invece, il problema specifico dell erosione dei suoli, attraverso l utilizzo di pratiche agricole che limitano i danni provocati dal ruscellamento delle acque di superficie. Grazie alle indagini dirette condotte presso i beneficiari di questa Misura (più nel dettaglio: 214a e 214b) è stato possibile approfondire l attitudine di tali soggetti rispetto all adozione di alcuni metodi colturali sostenibili finalizzati al mantenimento della fertilità e/o al contrasto all erosione dei suoli. Figura 79 Percentuale di intervistati che utilizza metodi colturali sostenibili Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Dall analisi di dettaglio, fornita dalla figura precedente, emerge con evidenza come la pratica più diffusa sia quella relativa all inerbimento dei terreni, ma va altresì sottolineato come i beneficiari utilizzino anche altre pratiche come il sovescio e/o il compostaggio della materia organica (per una quota dell ordine del 25% e del 20%, rispettivamente), che ricordiamo non sono obbligatorie ai fini del riconoscimento del premio, ma fanno comunque parte delle buone pratiche agricole, in grado di migliorare la qualità dei terreni, che l agricoltura biologica e quella integrata promuovono. 131 Fonte: European Soil Database. 159

165 Figura 80 Grazie al premio ha realizzato interventi finalizzati a ridurre l erosione del suolo? Si, altro Si, pratiche agricole (lavorazioni ridotte, tipi specifici d irrigazione, inerbimenti, ecc.) Si, barrire e/o deviazioni (terrazzamenti, siepi, ecc.) No 0% 10% 20% 30% 40% 50% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC In relazione poi agli interventi finalizzati a contrastare i fenomeni erosivi (cfr. figura sopra riportata) più di un beneficiario interpellato su tre dichiara di utilizzare pratiche agricole specifiche come l inerbimento, indicato come metodo colturale sostenibile anche in relazione al quesito precedente. Molto poco diffuse risultano, invece, strutture specifiche come terrazzamenti, siepi e realizzazioni analoghe: d altra parte simili investimenti non produttivi sarebbero oggetto di finanziamenti specifici da parte della Misura 216, prevista però solo all interno degli Accordi Agroambientali d Area. Tra la tipologia altro vengono indicate dai beneficiari della Misura 214 (a e b) tipologie di intervento quali, in particolare, le sistemazioni idrauliche dei terreni. Si segnala come ai beneficiari della Misura 214 (a e b) sia stato posto anche un quesito inerente all eventuale variazione del contenuto di sostanza organica rilevabile dalle analisi chimiche del terreno da essi effettuate 132 : è stata fornita una risposta positiva da una percentuale molto elevata di soggetti (il 44%), a dimostrazione dell efficacia delle tecniche utilizzate per mantenere/aumentare la fertilità complessiva dei suoli agrari. Si evidenzia, infine, come l obiettivo della tutela del territorio sia comunque presente tra le finalità perseguite, grazie agli investimenti effettuati, anche dai beneficiari delle Misure 112, 121 e 311, specialmente per quanto concerne il miglioramento della qualità del suolo (cfr. la seconda figura presente nel paragrafo Sostenibilità ambientale in relazione alle misure ad investimento ). Conclusioni e raccomandazioni La strategia messa in campo dal PSR Marche rispetto al tema della sostenibilità ambientale vede una concentrazione delle risorse sulla Misura 214 (che da sola assorbe la metà dei finanziamenti dell Asse 2 ed il 20% dell intero Programma), supportata da una serie di investimenti strutturali ricompresi tra gli interventi ammissibili dalle Misure 121 e 311, e realizzabili quindi anche dai beneficiari della Misura 112 nell ambito del Pacchetto Giovani. I positivi risultati raggiunti in tale ambito che appaiono più direttamente influenzati dalla Misura 214 (e più in particolare dall agricoltura integrata e biologica) sono quelli relativi al miglioramento della 132 Il Bando di adesione alle due Sottomisure della Misura 214 prevede obbligatoriamente l effettuazione di analisi chimiche del terreno per la redazione del piano di concimazione. 160

166 qualità delle acque, alla tutela del territorio tramite il contrasto all erosione dei suoli agrari ed il mantenimento della loro fertilità, alla lotta ai cambiamenti climatici mediante il rafforzamento dello stoccaggio della CO 2 nella sostanza organica dei suoli e la riduzione delle emissioni di N 2 O. In base alle risultanze delle indagini dirette condotte dal Valutatore, tra i beneficiari delle Misure ad investimento una maggiore attenzione rispetto al tema della sostenibilità ambientale degli interventi pianificati ed al raggiungimento, quindi, degli obiettivi ad esso associati, si riscontra nel caso dei soggetti aderenti alle Misure 311 e 112, mentre i beneficiari della Misura 121 sembrerebbero dimostrare un interesse relativamente minore in relazione a tale aspetto. Per i primi (e marcatamente per i beneficiari della Misura 311) le motivazioni addotte per giustificare la scelta di investimenti di carattere ambientale sono più vicine ad una sensibilità ambientale generale (che include anche motivazione di ordine etico), mentre per i secondi si riconducono principalmente alla riduzione dei costi aziendali nel lungo periodo. Tra le principali tipologie di intervento per la sostenibilità ambientale che hanno riguardato le Misure ad investimento assumono una particolare rilevanza quelle relative alla produzione di energia da fonti rinnovabili, che risultano in grado di contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2 nell atmosfera e quindi alla mitigazione del fenomeno, sempre più preoccupante, dei cambiamenti climatici. La Misura 121 (fuori e dentro il Pacchetto Giovani ) ha permesso investimenti complessivi, in tale ambito, per circa 2,5 Meuro (1 Meuro di contributo pubblico), concentrati sul solare fotovoltaico. L apporto più consistente è stato fornito, però, dalla Misura 311 (anch essa fuori e dentro il Pacchetto Giovani ). Essa ha coperto il settore degli impianti a biogas attraverso l Azione sulle agroenergie della Sottomisura b): 13 i progetti finanziabili al 31/12/2011 (dei quali ad oggi, tuttavia, 2 risultano revocati), per 22,5 Meuro di investimenti ammessi complessivi, di cui circa 6,8 Meuro di contributo pubblico. L entità di tali progetti risulta, peraltro, molto significativa rispetto al limitato numero di impianti a biogas già esistenti nelle Marche. All interno della Sottomisura a) sul settore agrituristico, invece, sono stati supportati investimenti sia per impianti solari termici e fotovoltaici che per impianti di riscaldamento alimentati a biomassa legnosa (circa 0,87 Meuro il costo ammesso complessivo, di cui 0,41 Meuro di contributo pubblico). Altri importanti esiti positivi di carattere ambientale associati all attuazione delle Misure ad investimento sono quelli relativi all adozione di metodi di irrigazione più efficienti ed agli interventi per il risparmio delle risorse irrigue (ad es. recupero acque piovane), in grado di assicurare risparmi idrici rispetto ai metodi tradizionali (e quindi la tutela quantitativa della risorsa acqua ), che hanno interessato, nell ambito degli investimenti complessivi effettuati, circa il 30% dei soggetti appartenenti al campione di indagine in relazione alle Misure 112, 121 e 311. Decisamente meno rilevante, infine, il ruolo degli investimenti realizzati nell ambito di quest ultime Misure in relazione alla tutela del territorio Efficacia degli interventi della Misura 214b rispetto al sostegno al settore biologico Definizione dell ambito tematico analizzato e relative parole chiave La produzione biologica è un sistema globale di gestione dell azienda agricola e di produzione agroalimentare basato sull interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e una produzione confacente alle preferenze di taluni consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali 135. Viste tutte le ricadute positive che derivano dalla loro applicazione, il sostegno ai metodi di produzione sostenibili ed in particolare, quindi, all agricoltura biologica rappresenta una delle principali priorità comunitarie. In tale contesto, anche la Regione Marche ha inteso dare centralità al 135 Reg. (CE) N. 834/

167 metodo di produzione biologico (che è l oggetto di una delle Azioni Chiave del Programma) 136, sostenendo l agricoltura e l allevamento biologico tramite la Sottomisura b della Misura 214 (214b) del PSR Marche Il Programma riconosce un ruolo fondamentale alla Misura 214 (complessivamente considerata) nella diffusione e nel sostegno a metodi e pratiche ecosostenibili, conferendole una dotazione finanziaria importante (100,7 Meuro), che corrisponde a circa il 50% dell intera assegnazione dell Asse 2 ed al 20% di quella totale del PSR. A fine 2011 praticamente tutte le risorse finanziarie programmate per la Misura 214 risultavano impegnate. Nel dettaglio, anche se non dotata di un budget specifico, la Sottomisura 214b rappresenta la componente più significativa dell intera Misura sui Pagamenti agro ambientali : l 89% del totale dei beneficiari della Misura 214 è relativo, difatti, alla Sottomisura b. In questo senso, nell ambito del presente paragrafo verranno analizzate le caratteristiche delle aziende beneficiarie della Misura 214b rispetto alle tipologie colturali biologiche praticate, così come in relazione alle caratteristiche della zootecnia biologica oggetto del supporto della Misura, evidenziando, altresì, la continuità tra il precedente periodo di programmazione e quello attuale. Altri aspetti che verranno presi in considerazione sono quelli inerenti alla distribuzione sul territorio degli interventi, sia rispetto ai diversi comuni marchigiani che alle varie aree PSR, nonché alla concentrazione delle attività biologiche nelle zone ad alta criticità/sensibilità ambientale (Zone Vulnerabili dai Nitrati, Zone agricole ad alta valenza naturale, Aree naturali protette, Aree Natura 2000), in maniera tale da verificare, in quest ultimo caso, se ed in che misura gli interventi ricadono nelle aree che maggiormente potrebbero beneficiare dei vantaggi assicurati dall applicazione del metodo biologico. Vengono poi sviluppate alcune analisi relative all interconnessione tra la Misura 214b ed altre Misure del PSR ed all integrazione tra attività prettamente agricole con altre attività aziendali, per constatare il grado di multifunzionalità delle aziende beneficiarie del sostegno all agricoltura ed all allevamento biologico. Da ultimo verrà indagata la predisposizione dei beneficiari della Misura 214b alla continuazione nell applicazione del metodo biologico. In definitiva nel presente paragrafo, dopo una breve e propedeutica disamina della situazione complessiva del comparto della produzione biologica nelle Marche, verrà analizzata l efficacia degli interventi del Programma rispetto al sostegno che esso ha fornito a tale settore, in maniera tale da fornire delle utili indicazioni soprattutto rispetto alla massimizzazione degli impatti ambientali positivi assicurati dalla Misura 214b 137. Situazione complessiva del comparto biologico nelle Marche Le aziende che operano in regime biologico nelle Marche sono oramai una realtà significativa, dal momento che rappresentano il 6% delle aziende attive e l 11% della SAU regionale 138. Analogamente al trend nazionale, anche nelle Marche il comparto biologico ha visto verificarsi un aumento significativo del numero di operatori nel periodo , con un picco massimo di operatori biologici nel 2007, seguito da un lieve decremento negli anni successivi, come visualizzato nella figura seguente. 136 Favorire l adozione di tecniche di coltivazione e di allevamento biologico. 137 Si rimanda al paragrafo per ulteriori riferimenti alla sostenibilità ambientale degli interventi della Misura 214 (compresa la Sottomisura b) e si ricorda che gli aspetti legati alla commercializzazione dei prodotti biologici vengono, invece, analizzati al paragrafo del presente documento. 138 Fonte: RRN Bioreport L agricoltura biologica in Italia. 162

168 Figura 91 Variazioni del numero di operatori biologici nella Regione Marche nel periodo Fonte: SINAB 139 Dei operatori biologici presenti complessivamente sul territorio marchigiano nel 2011 in base ai dati SINAB, la suddivisione tra produttori, preparatori e importatori all interno della filiera dei prodotti biologici è quella illustrata nella tabella seguente (anche in relazione alle annualità 2009 e 2010). Anno Tabella 81 - Ripartizione delle tipologie di operatori del comparto biologico (annualità 2009, 2010, 2011) Produttori esclusivi Preparatori esclusivi Importatori esclusivi Fonte: SINAB Produttori/ preparatori Prod/Imp Prep/Imp Prod/Prep/Imp TOTALE Nel 2011, a fronte di una diminuzione del numero di produttori esclusivi, vi è stato un aumento degli operatori delle altre categorie, in particolar modo di preparatori esclusivi e produttori/preparatori 140. In termini, invece, di superfici certificate biologiche, la situazione regionale per il periodo è descritta (sempre in base a dati SINAB) nella tabella seguente. 139 Il numero produttori biologici rilevati dal SINAB (1.783) è di poco inferiore rispetto alle imprese biologiche rilevate dal Censimento ISTAT individua imprese biologiche. 140 Ricordiamo come gli operatori possono accreditarsi al sistema di certificazione bio non solo come produttori, ma anche per i segmenti di trasformazione dei prodotti o di importazione di prodotti bio da altri Paesi (con un sistema di certificazione riconosciuto dall UE), nonché per categorie miste, che comprendono più di una delle precedenti specializzazioni. 163

169 Tabella 82 - Superfici certificate biologiche nella Regione Marche (ha)- annualità Fonte: SINAB Si riscontra quindi, anche nel caso delle superficie agricole interessate dal metodo biologico, una riduzione dal 2008 al Sebbene altre fonti, come l Albo Regionale degli Operatori Biologici, riportino cifre leggermente inferiori ai dati SINAB per le superfici certificate come biologiche (per il 2011 esse risultano pari a ha), la percentuale di superfici a biologico sul totale della SAU regionale per il periodo risulta essere, comunque, dell ordine del 10-11%. Come per le produzioni vegetali, anche la zootecnia biologica costituisce una realtà interessante nelle Marche, sebbene per tale settore permangono problemi legati al carattere altalenante del mercato dei prodotti biologici di origine animale ed alla loro limitata competitività, specie se raffrontati ad altri marchi di qualità come l IGP. Anche in questo caso le statistiche disponibili indicano, però, valori differenti a seconda della fonte. In base ai dati SINAB il numero di aziende zootecniche biologiche regionali (che rappresentano il 3,2% del totale nazionale) risulta stabile in tutto il triennio (e pari a unità). Secondo il Registro Regionale dei produttori biologici (PAP su Produzioni animali) sono presenti sul territorio marchigiano, nell annualità 2010, 291 allevatori biologici (il 4,5% degli operatori zootecnici regionali), che risultano avere, tra l altro, un numero medio di capi maggiore di quello degli allevamenti regionali nel loro complesso. In relazione alle specie bovina, caprina ed ovina, le UBA biologiche rappresentano quote significative del totale delle UBA regionali, che per il 2010 sono ricomprese nell intervallo 11%-27% (cfr. tabella seguente). Tabella 83 - Confronto tra consistenza zootecnica complessiva e allevata con metodo biologico annualità 2010 Specie UBA totali regionali UBA bio totali regionali Rapporto UBA bio/uba totali Bovini ,6% Caprini ,6% Ovini ,6% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati Censimento Agricoltura 2010, Registro Regionale Operatori Biologici Nel complesso, quindi, i dati relativi alle ultime campagne mostrano come il comparto produttivo biologico della Regione Marche ha comunque ben risposto alle dinamiche non positive fatte registrate in generale dal settore primario. Persiste, però, una certa frammentazione dell offerta, che spesso determina difficoltà nel soddisfare le esigenze del sistema di distribuzione dei prodotti del comparto agroalimentare odierno. Individuazione delle Misure coinvolte rispetto al tema Come premesso nella definizione dell ambito tematico oggetto di analisi, nel presente paragrafo viene presa in considerazione la sola Misura 214, e più nel dettaglio, la Sottomisura b (214b), inerente al sostegno all introduzione e/o al mantenimento dell agricoltura biologica. Al fine di evitare ambiguità interpretative dei dati legate alla specificità proprie delle misure a superficie, che ricevono un premio annuale per un quinquennio e per rendere l analisi compatibile con le 164

170 elaborazioni cartografiche realizzate, viene esaminata una singola annualità (il 2010), in maniera da tale fornire una istantanea della situazione in termini di beneficiari e superfici. Non viene considerata la differenziazione tra gli interventi della Misura 214b attivata in forma singola o nell ambito degli Accordi Agroambientali d Area (AAA), in quanto questi ultimi sono oggetto di analisi specifiche. Considerazioni valutative provenienti dall analisi delle fonti primarie e secondarie Gli esiti delle indagini dirette realizzate presso un campione rappresentativo di beneficiari della Misura 214b, insieme all analisi delle altre fonti informative disponibili, hanno permesso di evidenziare alcuni aspetti significativi del ruolo di questa Misura rispetto al supporto complessivo fornito al comparto biologico regionale. Caratteristiche delle aziende aderenti alla Misura 214b e continuità tra il precedente periodo di programmazione ( ) e quello attuale ( ). Rispetto al totale dei produttori biologici esclusivi regionali (1.783 nel ) i agricoltori beneficiari della Misura 214b rappresentano una quota molto elevata, pari al 90,7%. La dimensione media delle aziende biologiche marchigiane (25,6 ha) è sensibilmente superiore a quella delle aziende convenzionali, che si attesta sui 10,5 ha. I beneficiari della Misura 214b fanno registrare, in tal senso, un valore leggermente inferiore rispetto alle aziende biologiche regionali (21,4 ha), che risulta, peraltro, decisamente minore anche di quello riscontrato nella passata programmazione (quasi 27 ha) 142. Si rileva, inoltre, una sostanziale continuità tra i beneficiari del PSR Marche e quelli che hanno aderito alla Misura 214 per l attuale periodo di programmazione Il 46% del totale dei beneficiari intervistati per la Misura 214b ha, infatti, dichiarato di aver aderito alla Misura F2 ( Agricoltura biologica ) del precedente PSR. Il legame tra vecchia ed attuale programmazione viene confermato anche dall analisi dei dati relativi alla variazione annuale del numero di beneficiari complessivi della Misura A partire dal numero di beneficiari della Misura F2 per l ultimo anno della passata programmazione, circa il 93-95% di essi aderisce alle annualità successive per la Misura 214. La progressiva diminuzione del numero di beneficiari, poi, è in linea con il trend decrescente degli agricoltori biologici totali regionali, come visto in precedenza. Tipologie di colture biologiche praticate Nella tabella successiva vengono sintetizzati i risultati delle elaborazioni effettuate dal Valutatore sulla base dei dati forniti da AGEA in relazione all estensione delle superfici a premio della Misura 214b, suddivise per tipologia colturale praticata. Tabella 84 - Colture praticate sulle superfici a premio della Misura 214b Tipologia di coltura Superfici a premio della 214b ha % Cereali % Medica e altre foraggere in rotazione % Foraggere con bovini bio (az. zootecniche con bovini bio) % 141 Fonte: RRN Bioreport L agricoltura biologica in Italia. 142 Dati provenienti da indagini dirette condotte nel Non sono disponibili dati specifici per la sola componente agricoltura biologica, che rappresenta comunque la maggioranza dei beneficiari complessivi della Misura

171 Foraggere con ovicaprini bio (az. zootecniche con ovicaprini bio) % Proteiche da granella % Ortaggi e piccoli frutti / Oleaginose % Oleaginose 696 2% Vite % Olivo % Altre colture % Totale % Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati AGEA Le tipologie colturali maggiormente rappresentate (il 55% del totale delle superfici a premio) fanno riferimento a colture a basso utilizzo di input come quelle foraggere: categoria medica e altre foraggere in rotazione + categorie foraggere con bovini e foraggere con ovicaprini bio (quest ultime sono quelle collegate alle superfici a premio della zootecnia biologica). Rispetto al periodo i premi per la tipologia colturale medica/altre foraggere in rotazione sono stati ridotti (nel erano pari a 118 /ha in aree montane e 145 /ha nelle altre aree, contro gli attuali /ha) ed è stata introdotta una categoria specifica per le foraggere collegate agli allevamenti bio che, invece, beneficiano di premi superiori (250 /ha per bovini bio e 150 /ha per ovicaprini bio). Nonostante ciò, la maggioranza relativa delle superfici a premio riguarda proprio la categoria medica/altre foraggere in rotazione. Posto che appare assolutamente condivisibile la decisione di assicurare un supporto agli allevamenti bio (mediante il collegamento con la categoria colturale foraggere con bovini/ovicaprini bio ), è abbastanza realistico supporre, d altronde, che l interesse dimostrato, invece, per le foraggere svincolate dagli allevamenti bio sia legato più alla riscossione del premio comunitario che non alla volontà di attuare il metodo di coltivazione biologica (a sostegno di questa ipotesi, si veda anche la tendenza a commercializzare i foraggi ottenuti fuori dalla filiera biologica - cfr. più avanti nell ambito di questo paragrafo). In tal senso, a giudizio del Valutatore, non può risultare dissuasiva neppure la diversificazione del premio tra aziende localizzate in area montana (90 /ha) o in altre aree (100 /ha), mentre potrebbe risultare funzionale, invece, collegare il premio per medica ed altre foraggere alla produzione di sementi foraggere biologiche, di cui vi è cronica mancanza sul mercato. Vi è poi un dato riguardante le colture orticole (in base ai dati AGEA esse rappresenterebbero il 7% delle superfici a premio complessive), che farebbe pensare ad un discreto coinvolgimento di colture intensive ad elevato impatto ambientale, per le quali l applicazione delle pratiche agricole biologiche è auspicabile. Appare probabile, però, che tale dato sia sovrastimato. Infatti, a seguito delle verifiche effettuate, si è riscontrato come in base alla metodologia applicata da AGEA vengano ricompresi nella categoria ortaggi e piccoli frutti anche alcune tipologie di coltura che invece ricadono, secondo la classificazione adottata dal Registro Regionale degli operatori biologici 144, nella categoria proteiche da granella. Incrociando i dati tra queste due fonti appare realistico supporre che la superficie a premio effettiva riferibile alle colture orticole non superi qualche centinaio di ettari (rappresentando, quindi, una quota della superficie totale a premio in relazione alla Misura 214b ben inferiore al 7%). Si è quindi preferito riportare in maniera congiunta le due categorie di colture ortaggi/piccoli frutti e oleaginose, al fine di evitare interpretazioni fuorvianti dei dati. Anche i risultati dell indagine svolta dall ASSAM/Università delle Marche 145 per il periodo confermano i dati suesposti, evidenziando come le colture che hanno beneficiato della maggior parte delle indennità della Misura F2 siano state l erba medica (in particolare nella provincia di Pesaro e 144 Il Registro Regionale degli operatori biologici rileva la totalità delle colture biologiche regionali. 145 Valutazione quantitativa delle misure agro ambientali del piano di sviluppo Rurale delle Marche - Università Politecnica delle Marche e ASSAM. (Op. cit. nel Rapporto di Valutazione ex post PSR Marche

172 Urbino) e la vite delle aree collinari (in particolare nella provincia di Ascoli), mentre le colture a maggior impatto ambientale (mais, colture ortive, barbabietola) non sono state interessate dai premi per l agricoltura biologica. Nella figura che segue, invece, viene rappresentato il confronto, per tipologia colturale, tra le superfici beneficiarie della Misura 214b e le superfici biologiche regionali complessive. Da evidenziare, ancora una volta, l elevata concentrazione delle superfici a premio nella categoria foraggere (il 91% delle superficie biologiche foraggere regionali riceve il premio della Misura 214b). Figura 92- Superfici a premio della Misura 214b e superfici bio regionali per tipologia di coltura (*) Altre colture Pascolo Olivo Vite Foraggere Ortaggi / piccoli frutti e proteiche da granella Cereali Sup. bio regionali Sup. benef. 214b Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati AGEA (*) Considerata la diversa metodologia di classificazione delle superfici adottata da AGEA rispetto a quella del Registro Regionale degli Operatori Biologici, i dati riguardanti Ortaggi e piccoli frutti e Proteiche da granella sono stati accorpati. Nell ambito dell analisi sulle tipologie colturali E stata condotta un analisi statistica sull esistenza biologiche praticate, un ulteriore considerazione di un legame tra estensione delle superfici a di particolare interesse riguarda l utilizzo finale foraggio e numero dei capi di bestiame allevati dai che viene fatto degli importanti volumi di beneficiari della Misura 214b. Dai dati a foraggio biologico: dal momento che solo le disposizione emerge una correlazione poco superfici foraggere con bovini e ovicaprini bio significativa (r=0,5 p=0,38) tra consistenza del sono legate alla presenza di bestiame di proprietà bestiame ed estensione delle foraggere biologiche aziendale, se ne deduce che i quantitativi di nelle diverse province. Ugualmente, si ritrova una debole correlazione (r=0,66 p=0,22) tra il numero di erba medica e altre foraggere dovrebbero, in capi e gli ettari a foraggere (intesi come somma teoria, essere venduti sul mercato per soddisfare degli ettari a medica e foraggere avvicendate e le richieste di altre aziende zootecniche foraggere con bovini e ovicaprini bio ) biologiche (forse anche extra regionali). appartenenti a beneficiari della Misura 214b, Dei circa ha di colture foraggere che mentre si riscontra una forte correlazione (r=0,94 ricevono il premio per la Misura 214b, solo p=0,016) tra gli ettari di superfici rientranti ha ricadono in aziende con allevamenti biologici. unicamente nella categoria foraggere con bovini e Il rapporto tra superfici a foraggio e numero di ovicaprini bio e numero di animali allevati. UBA biologiche presenti nelle aziende beneficiarie risulta molto alto; per ogni UBA ci sono, infatti, 6,7 ha di foraggere a disposizione. 167

173 Anche considerando tutte le oltre UBA di bestiame biologico regionali, il rapporto tra superfici foraggere/capi presenti risulta essere pari a 2,1 ha per ogni UBA biologico presente sul territorio regionale. Da questi dati si potrebbe dedurre che molti beneficiari della Misura 214b che non possiedono animali biologici producono grandi quantità di foraggio, probabilmente destinato alla vendita o all alimentazione di bestiame non biologico. Ricordiamo che ciò è quanto emerge anche dalle interviste condotte su un campione di beneficiari della Misura 214b, i quali affermano che buona parte dei prodotti aziendali biologici vengono commercializzati come prodotto convenzionale. Si rimarca, inoltre, il fatto che nella passata programmazione la percentuale di foraggere a premio era ancora maggiore (64% in totale), così come quella relativa ai cereali (25%). Un ulteriore informazione proveniente dalle indagine dirette condotte in relazione ai beneficiari della Misura 214b riguarda, infine, le variazioni delle superfici coltivate a seguito dell adozione del metodo biologico: si registra un aumento in quasi il 20% delle aziende, con un incremento medio della SAU pari a circa il 7%. Distribuzione sul territorio degli interventi (per Comune e area PSR) Al fine di comprendere in quali aree si siano concentrati gli interventi finanziati dalla Misura 214b, la distribuzione complessiva sul territorio regionale del numero di beneficiari e delle relative superfici coltivate (anche per tipologia colturale) può essere analizzata facendo riferimento ai singoli Comuni o al loro insieme nell ambito delle diverse zone PSR. Nelle figure che seguono viene rappresentata la distribuzione a livello comunale delle superfici a premio, considerando i valori assoluti espressi in ha per Comune (a sinistra) e la loro incidenza in percentuale sulla SAU complessiva (a destra). Figura 93- Incidenza delle superfici beneficiate dalla Misura: a sx. in valore assoluto (n. ha), a dx in % sulla SAU (dati aggregati a livello comunale) Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati AGEA 168

174 Si possono notare concentrazioni significative di superfici beneficiarie della Misura 214b nell Ascolano e lungo la fascia collinare interna, in particolar modo nella zona di Urbino. Nel quasi il 55% delle superfici finanziate dalla Misura sul sostegno all agricoltura biologica ricadeva nella provincia di Pesaro-Urbino, mentre questa quota risulta ridimensionata nel presente periodo di programmazione a favore della Provincia di Macerata, come si può evincere dalla figura seguente. Figura 94- Distribuzione delle superfici finanziate dalla Misura 214b nelle varie Province Ascoli Piceno 12% Fermo 6% Val Marecchia 5% Pesaro Urbino 28% Macerata 33% Ancona 16% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati AGEA Per quanto riguarda, invece, la distribuzione delle superfici beneficiarie della Misura 214b tra le diverse aree PSR (cfr. tabella di seguito), considerando i valori assoluti espressi in ha per ciascuna zona e la loro incidenza in percentuale sulla superficie complessivamente sovvenzionata, si evidenzia una forte polarizzazione tra le aree rurali intermedie a bassa intensità abitativa (C2) e quelle con vincoli naturali o con problemi di sviluppo (C3 e D). AREA PSR Tabella 85 - Distribuzione delle superfici a premio tra le diverse aree PSR Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati AGEA Superfici colture a premio Ha % Area A ,1% Area C ,2% Area C ,7% Area C ,4% Area D ,6% TOTALE % Oltre il 40% delle superfici sovvenzionate, quindi, ricade totalmente in aree svantaggiate (montane o con altri svantaggi); vi sono poi le superfici a premio rientranti nell ambito della quota parte di territorio dell area C2 ugualmente ricompresa tra le aree svantaggiate. Queste zone beneficiano di una situazione abbastanza favorevole dal punto di vista ambientale: le attività agricole e zootecniche, difatti, sono tipicamente estensive ed a basso utilizzo di input chimici. Al contrario, è nelle aree C1 che coprono il 16% della superficie regionale che ricade la maggior parte delle zone con i maggiori problemi ambientali, come le Zone Vulnerabili dai Nitrati: in queste zone, dove l applicazione dei metodi biologici porterebbe notevoli vantaggi ambientali, la presenza di superfici che beneficiano del sostegno della Misura 214b è, invece, molto limitata, con la parziale eccezione della zona della 169

175 Valdaso (il 50% di questo territorio ricade in Zona Vulnerabile dai Nitrati), dove l Accordo Agroambientale d Area concentra gli interventi previsti da diverse Sottomisure della Misura 214, che hanno permesso di mettere sotto impegno, però, solo poche centinaia di ettari di colture. Figura 95- Distribuzione delle superfici beneficiarie della M. 214 per area PSR Fonte: Osservatorio Suoli Regione Marche A titolo di raffronto, possiamo ricordare come nella programmazione la concentrazione delle superfici sovvenzionate dalla Misura F2 in zone svantaggiate risultasse ancora maggiore (54%; il 37,9% in area montana). Tale distribuzione determina quindi una decisa attenuazione dei positivi effetti ambientali derivanti dall applicazione dei protocolli previsti dalla agricoltura biologica, in quanto in queste aree le tipologie di agricoltura normalmente praticate sono già di tipo più estensivo, con un uso molto più limitato di fertilizzanti /antiparassitari di sintesi. 170

176 Sempre con riferimento alla distribuzione a livello di area PSR delle superfici a premio, nella tabella sottostante si confronta poi l incidenza percentuale della SAU beneficiaria in ciascuna zona con la quota di SAU regionale che in essa ricade. Tabella 86 Ripartizione % delle superfici beneficiarie della Misura 214b nelle diverse aree PSR e confronto con la SAU totale Area PSR SAU totale SAU beneficiaria A 5% 3,1% C1 21% 9,2% C2 44% 45,7% C3 11% 16,4% D 19% 25,6% TOTALE 100% 100% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC Dall osservazione dei dati è possibile evidenziare come, a fronte di una sostanziale corrispondenza nella distribuzione della SAU totale e della SAU beneficiaria per le aree A, C2 e C3 vi è una maggiore concentrazione di superficie a premio, in termini relativi (quota di SAU beneficiaria rispetto alla quota di SAU totale), a carico delle zone D, mentre la zona C1 risulta largamente sottorappresentata. Se prendiamo come riferimento, invece, il numero di beneficiari della Misura 214b, la concentrazione degli interventi nelle varie aree PSR è quella riportata nella figura seguente. Figura 96- Distribuzione dei beneficiari (n. aziende) per area PSR Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati AGEA Raffrontando poi il dato sul numero dei beneficiari con la distribuzione delle superfici a premio tra le diverse aree PSR, si deduce come la superficie media delle aziende finanziate nelle zone C3 e D risulti maggiore rispetto a quella delle altre aree. Infine, un altro parametro utilizzabile per analizzare la concentrazione sul territorio degli interventi è quello relativo alla distribuzione delle diverse colture biologiche finanziate dalla Misura 214b tra le varie aree PSR. La figura successiva mostracome le superfici a premio per la parte zootecnica si 171

177 concentrino quasi totalmente nelle aree C3 e D, mentre l olivicoltura, ma soprattutto la viticoltura, ricadono prevalentemente in area C2. Figura 97- Distribuzione delle principali categorie colturali per area PSR Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati AGEA Concentrazione delle attività agricole biologiche nelle aree ad alta criticità e/o sensibilità ambientale Esistono porzioni di territorio che possono essere definite ad alta criticità e/o sensibilità ambientale : si tratta, nello specifico, di quelle aree Aree naturali protette, Aree Natura 2000, Zone agricole ad alta valenza naturale o, ancora, Zone Vulnerabili dai Nitrati che presentano delle caratteristiche peculiari dal punto di vista ambientale. In particolare, le Zone Vulnerabili dai Nitrati sono aree nelle quali, visto l elevato livello di criticità ambientale, si auspica l applicazione di tutti i possibili metodi di produzione agricola più sostenibili e con impatti sulla qualità delle acque ridotti. Purtroppo, come già evidenziato, buona parte delle superfici beneficiarie della Misura 214b ricadono nelle aree PSR C2, C3 e D, vale a dire in quelle porzioni di territorio regionale dove l incidenza delle Zone Vulnerabili dai Nitrati è nettamente minore. Dall osservazione della figura che segue si può verificare come le maggior concentrazioni di superfici a premio della Misura 214b interessino aree al di fuori dalle zone più sensibili al problema dei nitrati. 172

178 Figura 98- Distribuzione delle superfici beneficiarie rispetto alle Zone Vulnerabili dai Nitrati Fonte: Elaborazione Osservatorio Suoli Regione Marche Peraltro si stima che nelle Zone Vulnerabili dai Nitrati l incidenza delle aree coltivate sia piuttosto elevata. In mancanza, per la Regione Marche, del dato specifico sulla SAU ricadente nelle Zone Vulnerabili dai Nitrati, il Valutatore ha effettuato una proxy di tale valore, considerando che nei 171 comuni in cui sono ricompresi i ha di territorio regionale classificato come Zona Vulnerabile dai Nitrati sono stati censiti, complessivamente, ha di SAU, corrispondenti a circa il 60% dell insieme della superficie comunale: applicando la stessa percentuale all estensione della superficie regionale in Zone Vulnerabili dai Nitrati come risultato si ha che, per le Marche, all interno di tali aree ricadrebbero ha di SAU Fonte: Elaborazioni Lattanzio VIC su dati contenuti in Prima individuazione delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola - Decreto D.S. n. 10/TAM del 10 settembre Allegato A, Relazione e tavole cartografiche. 173

179 Un altra zonizzazione significativa dal punto di vista ambientale è quella riguardante le cosiddette Zone agricole ad alta valenza naturale, che fanno riferimento ad alcune classi Corine Land Cover considerate come di primario interesse ambientale 147. Nella figura successiva, quindi, viene visualizzata proprio la localizzazione delle aziende finanziate dalla Misura 214b rispetto alle aree agricole ad alta valenza naturale. Figura 99- Distribuzione delle superfici beneficiarie rispetto alle Zone agricole ad alta valenza naturale Fonte: Osservatorio Suoli Regione Marche Altre categorie significative dal punto di vista ambientale sono quelle delle Aree Natura 2000 (SIC/ZPS) e delle Aree naturali protette; le distribuzioni delle superfici beneficiarie della Misura 214b rispetto a tali zone (ed in particolare alla componente agricola di esse) sono illustrate nella figure di seguito riportate: 147 Aree prevalentemente occupate da coltura agrarie con presenza di spazi naturali importanti (codice Corine 2.4.3); aree agroforestali (codice Corine 2.4.4); prati stabili (codice Corine 2.3); zone agricole eterogenee (codice Corine 2.4); aree a pascolo naturale e praterie (codice Corine 3.2.1); zone umide interne (codice 4.1). 174

180 Figura 100- Distribuzione delle superfici beneficiarie rispetto alle Aree Natura 2000 (SIC/ZPS) ed alle Aree naturali protette Fonte: Osservatorio Suoli Regione Marche Risulta interessante quantificare l entità in cui le superfici coltivate a biologico sovvenzionate dalla Misura 214b si sovrappongano alle aree ad alta criticità e/o sensibilità ambientale definite precedentemente. Nella tabella che segue, quindi, viene riportata l incidenza di tali superfici rispetto alle aree particolarmente significative dal punto di vista ambientale. Il valore relativo alle superfici beneficiarie della Misura 214b che ricadono in questa tipologia di aree è stato parametrato: i) rispetto al totale di ogni categoria di area ad alta criticità e/o sensibilità ambientale e ii) sugli oltre ha totali di superfici beneficiarie della Misura. 175

181 Tabella 87 - Incidenza delle superfici beneficiarie Misura 214b rispetto alle aree ad alta criticità e/o sensibilità ambientale Categoria di area ad alta criticità e/o sensibilità ambientale Superficie totale (ha) SAU presente (ha) Aree beneficiarie ricadenti nelle Aree ad alta criticità/sensibilità ambientale (ha) % (a) (b) (b/a) % di Aree beneficiarie ricadenti in Aree ad alta criticità/sensibilità ambientale sul totale delle Aree beneficiarie Zone Vulnerabili ai Nitrati ,6% 8% Aree agricole ad alto valore naturale ,5% 39,5% Aree naturali protette n.d ,2% 7,6% SIC (Aree Natura 2000) ,9% 10,8% ZPS ( Aree Natura 2000) ,3% 14,1% Fonte: Elaborazioni Lattanzio VIC su dati forniti dall Osservatorio Suoli della Regione Marche (c) 148 In definitiva si nota (cfr. parametro c della tabella precedente) come una parte consistente delle superfici oggetto di sostegno da parte della Misura 214b ricada in Aree agricole ad alto valore naturale (anche se quest ultime interessano vaste porzioni del territorio regionale), mentre l incidenza si riduce fortemente se consideriamo le Aree Natura 2000 (SIC e ZPS), le Aree naturali protette e le Zone Vulnerabili dai Nitrati. L indice (b/a) mostra, invece, come le superfici finanziate dalla Misura 214b riescano a coprire solo una parte relativamente limitata di ciascuna delle aree definite come ad alta criticità e/o sensibilità ambientale, pari ad appena il 2,6% nel caso delle Zone Vulnerabili dai Nitrati. D altra parte, però, se si vogliono analizzare gli effetti ambientali complessivi sul territorio regionale, occorre considerare l insieme della superficie di tali aree che risulta interessata dagli interventi della Misura 214b. Da sottolineare, comunque, come esistano limiti oggettivi di intervento da parte di tale Misura, che può intervenire, ovviamente, solo sulla superficie agricola delle aree in questione. Se la quota di SAU ricadente all interno di queste aree risulta bassa 149, automaticamente le possibilità di incidere sul contesto ambientale sono proporzionalmente limitate. Questo è probabilmente il caso delle Aree naturali protette caratterizzate, in larga parte, da boschi mentre, come visto precedentemente, l incidenza della SAU nelle Zone Vulnerabili dai Nitrati risulterebbe elevata (nei Comuni interessati dalle ZVN, il 60% del territorio è utilizzato come SAU): volendo quindi raffrontare la superficie beneficiaria della Misura 214b ricadente in Zone Vulnerabili dai Nitrati (2.918 ha) con la SAU complessiva presente in tali aree ( ha), il rapporto rimane, comunque, abbastanza basso, meno del 4% del totale. Per quanto riguarda invece le aree Natura 2000 esiste uno studio del che quantifica a circa ha la SAU ricadente nei SIC/ZPS: rispetto a questo totale i ha ca. beneficiari del PSR rappresentano quindi una porzione notevole, pari ad oltre il 30%. 148 Tale indice rappresenta il rapporto tra gli ettari beneficiari della Misura che ricadono all interno delle ZVN, AAVN, SIC, etc. sul totale degli ettari beneficiari della Misura, quanta parte cioè delle aree beneficiarie ricade in queste aree. Il rapporto precedente (b/a) invece è relativo a quanta parte delle aree ad alta criticità ambientale viene coperta dalla Misura. 149 Ricordiamo come non siano comunque disponibili dati relativi alla quota parte di SAU ricadente in alcune delle aree ad alta criticità ambientale considerate e come per la SAU in Zone Vulnerabili dai Nitrati sia stata prodotta una stima da parte del Valutatore. 150 Elaborazione ASSAM su dati PAC 2004 di AGEA, vedi grafico 51, pag. 63 dell Analisi di contesto PSR Marche. 176

182 La zootecnia biologica finanziata dalla Misura 214b Vale la pena esporre, nell ambito dell analisi dell efficacia degli interventi della Misura 214b, anche alcune considerazioni relative, in maniera specifica, alla componente zootecnica del comparto biologico: La ripartizione dei beneficiari della Misura 214b rispetto all attività zootecnica (aziende senza allevamento, aziende con allevamenti biologici, aziende con allevamenti convenzionali) è riassunta nella figura successiva. Le aziende che non hanno alcun tipo di attività zootecnica risultano essere l 87% del totale dei beneficiari della Misura 214b, mentre una quota pari al 9% risulta beneficiaria dei premi previsti per l attività zootecnica biologica ed il rimanente 4% alleva bestiame in convenzionale. La ripartizione delle aziende zootecniche beneficiarie per tipologia di bestiame allevato indica come i beneficiari con capi esclusivamente bovini sono il 54% del totale, quelli con soli ovicaprini il 29%, mentre i beneficiari con aziende miste risultano pari al 17%: Figura 101 I beneficiari della Misura 214b: situazione al 2010 N. beneficiari totali: 1618 N. beneficiari con bestiame bio: 143 N. beneficiari senza bestiame bio: N. beneficiari con bovini bio: 78 N. beneficiari con ovicaprini bio: 41 N. beneficiari con aziende miste bovini-ovicaprini bio: 24 N. beneficiari senza allevamenti: N. beneficiari con bestiame allevato in convenzionale: 71 N. beneficiari con bovini allevati in convenzionale: 30 N. beneficiari con ovicaprini allevati in convenzionale: 24 N. beneficiari con aziende miste bovini - ovicaprini allevati in convenzionale: 17 Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati monitoraggio Il bestiame allevato in regime biologico risulta avere una significatività abbastanza elevata sul totale regionale, specie per quanto riguarda il comparto ovicaprino. Se consideriamo la porzione di capi allevati da soggetti beneficiari della Misura 214b rispetto al totale biologico regionale che arriva ad oltre il 90% per i bovini ed attorno al 60% per gli ovicaprini possiamo notare come l incidenza complessiva della Misura 214b sull intero comparto zootecnico regionale risulti essere di tutto rispetto (cfr. tabella successiva). Tabella 88 - Incidenza della Misura 214b sul totale regionale biologico e sui capi totali regionali allevati (n. di UBA) Parametri Bovini Ovini Caprini UBA totali allevati da beneficiari della Misura 214b UBA Misura 214b/UBA biologici totali regionali 91,3% 63,6% 59,2% UBA biologici totali regionali/totale UBA regionali 11,6% 26,6% 27,6% UBA Misura 214b/totale UBA regionali 10,6% 16,9% 16,3% Fonte: Elaborazione Lattanzio Vic su dati Censimento Agricoltura 2010, dati AGEA, Registro Regionale Operatori Biologici Se consideriamo poi anche le altre specie allevate quelle cioè che non rientrano nelle categorie ovicaprini e bovini, le sole ammissibili a finanziamento da parte della Misura 214b si evidenzia come una larga parte dei capi sia comunque allevata in aziende beneficiarie del Sostegno all agricoltura biologica. In questo caso il ruolo della Misura 214b risulta 177

183 preponderante rispetto al complesso degli animali allevati con il metodo biologico (anche di quelli che non ricevono direttamente contributi da parte del PSR).I capi delle altre specie allevati da beneficiari della Misura 214b costituiscono, però, una parte molto ridotta rispetto all insieme totale dei capi allevati nella Regione (facendo riferimento, quindi, anche a quelli allevati in convenzionale). Tabella 89 - Incidenza dei capi delle altre specie allevati da beneficiari della Misura 214b e rapporto percentuale dei capi biologici sul totale regionale Parametro Suini Avicoli Equini Bufalini Conigli Rapporto tra n. capi beneficiari Misura 214/n. capi bio totali Rapporto n. capi beneficiari Misura 214 /n. capi allevati nelle Marche 78% 35,5% 64,1% 100% 100% 0,3% 0,6% 3,3% 6% 0,02% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati Censimento Agricoltura 2010, dati AGEA, Registro Regionale Operatori Biologici Come atteso, si assiste ad una maggiore concentrazione di capi di bestiame biologico finanziati dalla Misura 214b in aree svantaggiate (circa nell 89% dei casi), ovvero nelle zone PSR C3 e D e nelle porzioni delle altre zone rientranti in tale macro-categoria di area territoriale. La provincia di Ancona è quella dove risulta la concentrazione maggiore di allevamenti ovicaprini, mentre quelli bovini sono distribuiti tra le Province di Ancona, Ascoli Piceno e Pesaro-Urbino. Figura 102- Ripartizione % per Provincia del numero di UBA bovini e ovicaprini beneficiarie della Misura 214b Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati Censimento Agricoltura 2010, dati AGEA, Registro Regionale Operatori Biologici Dalle indagini dirette condotte su un campione di beneficiari della Misura 214b emerge come l adesione a tale Misura non abbia sempre coinciso con un aumento della consistenza zootecnica aziendale. Al contrario, a fronte di un 10% di aziende che dichiara un aumento del numero complessivo di capi, per una quota identica si registra una diminuzione degli animali allevati. 178

184 Misura 214b: interconnessioni con le altre Misure del PSR ed integrazione con altre attività aziendali Esiste una forte interconnessione tra i beneficiari della Misura 214b e quelli delle altre Misure: dall analisi dei dati di monitoraggio risulta che su beneficiari totali ben 775 (il 48%) hanno aderito anche ad altre Misure del Programma. Tabella 90 - Interconnessioni tra beneficiari della M214b e beneficiari di altre Misure Misura N. beneficiari della Misura 214b che aderiscono anche alla Misura : % rispetto al totale beneficiari Misura 214b 214, altre Sottomis % 4% 2% 6% 0,1% 12% 12% 4% 1% 1% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati monitoraggio 311 Come si evince dalla tabella precedente, le maggiori sovrapposizioni sono quelle relative alle Misure per le aree svantaggiate (montane o caratterizzate da altri svantaggi naturali) ed alla Misura 132 sulle produzioni di qualità. In quest ultimo caso si tratta degli operatori che hanno aderito alla filiera bio. In totale all interno del PIF regionale sui prodotti bio che è quello più importante in termini finanziari sono state ammesse a finanziamento 228 domande, di cui 219 relative alla sola Misura 132: pressoché tutti i beneficiari di questa Misura hanno aderito anche alla Misura 214b. Rispetto al totale dei beneficiari della Misura 214b (1.618 nel 2010), tali soggetti rappresentano, quindi, una quota pari al 14%, ma se consideriamo solamente le 684 aziende cerealicole bio beneficiarie della Misura 214b (il PIF regionale riguarda i cereali bio), questa percentuale supera il 30%. L approfondimento valutativo condotto in maniera specifica dal Valutatore in relazione alla Progettazione Integrata (cui si rimanda per ulteriori dettagli 151 ) mostra come vi sia stata una risposta molto positiva da parte degli operatori del settore per quanto concerne l adesione al PIF regionale ConMarcheBio : per molti soggetti, difatti, l adesione rappresenta un supporto importante per i problemi di commercializzazione dei prodotti bio e per posizionare le proprie produzioni di qualità all interno di nuovi mercati, con quantitativi e modalità che consentono di partecipare a sfide maggiormente competitive Se consideriamo poi anche quelle aziende che hanno presentato domanda a valere sulle Misure 111, 114, 121 e 311, si registra un numero ragguardevole di soggetti che operano non solo per beneficiare del premio previsto dalla Misura 214b, ma in quanto evidentemente pienamente addentro al sistema produttivo biologico. Le indagini condotte sui beneficiari della Misura 214b hanno consentito di verificare, inoltre, l incidenza in azienda di altre attività, più o meno direttamente correlate alle produzioni biologiche. La percentuale di aziende che conduce qualche tipo di attività extra agricola è molto alta, quasi il 60% del totale dei beneficiari, a dimostrazione di una elevata multifunzionalità delle aziende biologiche: a titolo di raffronto, i dati del VI Censimento Generale dell Agricoltura (ISTAT 2010) indicano che solo il 6% delle aziende marchigiane svolge attività connesse a quella agricola principale. 151 Vedi Analisi delle modalità organizzative e procedurali per l attuazione della progettazione integrata. 179

185 Figura 103- Tipologia di attività extra agricola dei beneficiari intervistati Fonte: Indagini dirette Lattanzio VIC Rilevamenti 2012 Risulta molto significativa, in particolare, la porzione di produttori che praticano la vendita diretta (44%), così come quella di coloro che vendono prodotti trasformati in azienda. Incrociando questi dati con quelli presentati nella tabella precedente, si delinea un quadro che mostra come vi sia una quota interessante di beneficiari attivi anche nella parte di commercializzazione del prodotto biologico aziendale. Preme evidenziare, inoltre, che sebbene il 73% dei soggetti beneficiari intervistati dichiari di disporre, all interno delle superfici aziendali complessive, di aree occupate da boschi, solo l 1,5% comprende le attività forestali tra quelle svolte a complemento dell attività agricola principale. La predisposizione dei beneficiari rispetto alla continuazione nell applicazione dell agricoltura biologica In occasione delle indagini dirette condotte nel 2012 dal Valutatore presso un campione di beneficiari della Misura 214b, è stato chiesto: In assenza di supporto pubblico, avrebbe continuato ad applicare in azienda il metodo biologico?. Mettendo a confronto gli esiti delle rilevazioni del 2012 con quelli delle indagini condotte nel 2008 sempre sulla stessa questione nell ambito della Valutazione ex-post del PSR Marche (cfr. figura successiva), si evidenzia come nel corso degli anni diminuisca di circa il 10% la quota di coloro che si dichiarano propensi alla continuazione della produzione biologica. In sostanza, in assenza dei contributi del Programma, oramai 2 coltivatori su 3 rinuncerebbero a coltivare in biologico, ad ulteriore conferma della crescente dipendenza del comparto rispetto al sostegno pubblico. Questo non è sicuramente un dato positivo, ed avvalora la necessità di rafforzare la natura imprenditoriale dell agricoltura biologica, oltre che quella ambientale. 180

186 Figura 104- Percentuale di beneficiari che, in assenza di contributo pubblico, continuerebbe ad applicare il metodo biologico Raffronto dati 2008 e 2012 Fonte: Indagini dirette Lattanzio VIC Rilevamenti 2012 A tal proposito si ricorda, inoltre, come dalla Valutazione ex-post del PSR Marche risulti anche che i premi della Misura F2 hanno rappresentato per quasi la metà delle aziende beneficiarie (in relazione a quel periodo di programmazione) più del 30% della PLV aziendale, incidendo, quindi, in maniera significativa sul bilancio aziendale. Conclusioni Le fasi di espansione e di contrazione dei beneficiari della Misura 214b e del comparto biologico regionale in generale sono strettamente interconnesse. Negli ultimi anni, a fronte di un progressivo, ma limitato, calo degli operatori si è registrata, comunque, una sostanziale tenuta in termini di superfici dedicate ed una elevata continuità con il periodo di programmazione precedente. Le tipologie colturali maggiormente utilizzate dai beneficiari della Misura 214b sono quelle di tipo estensivo, come le foraggere (nel 55% dei casi), anche se occorre distinguere tra quelle direttamente collegate agli allevamenti bio (il 18% del totale) e la categoria Medica e altre foraggere in rotazione, che rappresenta ben il 37% delle superfici beneficiarie. Con ogni probabilità, però, l interesse per tale ultima categoria è legato maggiormente al beneficio economico ritraibile dal premio che non all effettiva volontà di attuare il metodo biologico. Non risulta neppure che tra gli sbocchi commerciali della coltivazione di foraggere svincolate dagli allevamenti bio vi sia la produzione di sementi biologiche foraggere, che potrebbe, rappresentare, invece, una significativa potenzialità produttiva per le Marche (esiste una elevata domanda sul mercato per questo tipo di prodotti); Una quota pari ad oltre il 40% delle superfici beneficiarie è localizzata nelle aree più sfavorite del territorio regionale (aree PSR C3 e D), mentre il 45% ricade in area C2. Risulta marginale, invece, il coinvolgimento delle aree C1, dove sono concentrate le Zone Vulnerabili dai Nitrati. Il grado di sovrapposizione tra le superfici sovvenzionate e quest ultime zone risulta piuttosto limitato (solo l 8% delle superfici ricade in Zone Vulnerabili dai Nitrati). Il sostegno della Misura 214b, quindi, riesce a coprire appena il 2,6% del totale delle superfici interessate dal problema dei nitrati presenti nelle Marche. Anche raffrontando la superficie beneficiaria della Misura 214b ricadente in Zone Vulnerabili dai Nitrati (2.918 ha) con la SAU complessiva presente in tali aree (stimata in ha), il rapporto rimane, comunque, abbastanza basso, meno del 4% del totale. 181

187 Quasi il 40% delle superfici beneficiarie è localizzato, invece, nelle Zone agricole ad alto valore naturale; l 8% nelle Aree naturali protette e circa l 11-14% in SIC/ZPS appartenenti alla rete Natura Anche in questo caso, però, le percentuali di queste porzioni di territorio regionale coperte dagli interventi della Misura 214b risultano molto basse (tra il 3 ed il 4%): ciò dipende anche dal fatto che spesso in queste aree la superficie agricola non è molto rilevante (ad es. i boschi caratterizzano molta parte delle Aree protette). In quest ultimo caso non risulta possibile calcolare l incidenza della SAU beneficiaria sul totale della SAU presente, non essendo disponibili dati georeferenziati specifici sulla SAU presente in queste aree. Il calcolo di tale rapporto risulta invece possibile per le aree Natura 2000, per le quali sono disponibili dati specifici: le superfici beneficiarie rappresentano il 30% ca. della SAU totale presente. I beneficiari della Misura 214b che svolgono attività zootecniche rappresentano circa il 9%. del totale; essi detengono il 90% dell intera consistenza zootecnica bovina biologica regionale e circa il 60% del totale dei capi ovicaprini biologici. Le superfici dedicate ai foraggi da parte dei beneficiari della Misura 214b risultano molto superiori ai fabbisogni alimentari del bestiame aziendale presente. E realistico pensare, quindi, che una parte consistente della produzione di foraggi biologici venga venduta o utilizzata per gli allevamenti convenzionali (tesi, peraltro, confortata dalle risultanze delle indagini dirette compiute). Circa la metà delle aziende beneficiarie ha aderito anche ad altre Misure del PSR Marche Significativo risulta essere il numero di quelle che hanno partecipato anche alla Misura 132 sui sistemi di qualità, circostanza che testimonia l adesione alla filiera sulla commercializzazione dei cereali bio da parte di circa 1/3 dei cerealicoltori biologici regionali; risulta una spiccata multifunzionalità delle aziende biologiche beneficiarie: molte di esse (circa il 60%) svolgono attività extra agricole, come la vendita diretta e/o la prima trasformazione dei prodotti aziendali Efficacia degli interventi per il comparto forestale Definizione dell ambito tematico analizzato L importanza del comparto forestale nel suo complesso risulta essere largamente superiore al suo modesto peso espresso come contributo al PIL regionale, senza considerare, quindi, l apporto delle esternalità e dei servizi non monetizzabili. Il patrimonio di aree boscate della regione Marche è, difatti, largamente sottoutilizzato: il tasso di utilizzazione medio dei cedui a regime è inferiore all 1% annuo sui ha complessivi di bosco ed il 76% dei cedui risulta essere in abbandono colturale ultradecennale 152. Le produzioni forestali sono essenzialmente a basso valore aggiunto (il 97% della produzione è legna da ardere), le proprietà estremamente frammentate ed i costi di produzione, già di per sé elevati, risentono negativamente della forte concorrenza dei prodotti d importazione. Ciò nondimeno l importanza delle aree boscate è assolutamente primaria tenendo conto del fatto che le foreste ricoprono circa il 30% del territorio regionale e svolgono molteplici funzioni ambientali, sia in termini di difesa dei suoli dall erosione e di attenuazione dei cambiamenti climatici (essendo naturalmente sink di carbonio) che come luoghi per la conservazione della biodiversità e per l arricchimento del paesaggio rurale. In prospettiva, le foreste potrebbero poi rappresentare una fonte reddituale interessante, specie per le popolazioni che gravitano nell area montana, a patto che si possa ritornare ad una gestione attiva sostenibile di questo patrimonio, anche attraverso la 152 Sulle fustaie addirittura non si interviene, se non in demanio regionale (cfr. Sviluppo rurale e foreste: Stato e problematiche attuali nelle Marche, Giulio Ciccalè, Regione Marche, Agrimarcheuropa, n. 3, Settembre, 2012). 182

188 revisione di alcune politiche di sviluppo del settore 153. L attuale legislazione regionale, nazionale e comunitaria che regola l utilizzazione dei boschi ha fissato normative stringenti per assicurare gli indispensabili aspetti protezionistici, determinando però anche una sempre maggiore diseconomicità delle attività selvicolturali, in quanto sono stati posti severi margini agli utilizzi produttivi delle aree forestali, anche attraverso limitanti prescrizioni contenute negli atti autorizzativi adottati dalle autorità competenti. Di conseguenza si è avuto nelle Marche, ma anche in tante altre regioni italiane un progressivo abbandono delle attività selvicolturali, che ha limitato anche l adesione alle Misure di carattere forestale del PSR L Autorità di Gestione del PSR Marche è interessata a comprendere le cause specifiche che possano aver determinato questa situazione, in maniera tale da individuare strategie adeguate per aumentare l interesse degli operatori forestali verso le iniziative del Programma e rilanciare il settore nel suo complesso. Il Valutatore ha deciso, quindi, di approfondire questa problematica, cercando di individuare i colli di bottiglia che penalizzano lo sviluppo del comparto forestale. Viene dunque di seguito riportato un estratto dell approfondimento tematico prodotto dal Valutatore 154, nel quale, adottando un approccio di tipo pragmatico, viene delineato un quadro complessivo della situazione riguardante le criticità/punti di debolezza, così come alcuni punti di forza, del comparto forestale regionale individuando le varie questioni chiave legate allo sviluppo del settore per poi analizzare il ruolo di supporto del PSR Marche ed avanzare, infine, delle ipotesi operative finalizzate a migliorare l incisività degli interventi comunitari a favore del settore forestale regionale. In sintesi, i quesiti valutativi ai quali si cerca di dare una risposta sono essenzialmente due: 1. Quali sono i fattori critici più significativi che limitano lo sviluppo del comparto forestale regionale nel suo complesso? 2. Cosa ha fatto e cosa può fare il PSR per superare tali criticità? Le ipotesi di risposta ai quesiti summenzionati sono state anche presentate e discusse durante un Focus Group (FG) che si è tenuto in data 4 marzo 2013, presso la Sala Agricoltura del Servizio Agricoltura Forestazione e Pesca della Regione, con il coinvolgimento dei rappresentanti delle organizzazioni di categoria, dei tecnici forestali che operano sul territorio, delle Amministrazioni centrali e periferiche incaricate della gestione degli interventi del PSR e di altri stakeholder identificati di concerto con l Autorità di Gestione del PSR. le Strategie di intervento delle politiche regionali in campo forestale ed il ruolo del PSR nel superamento delle criticità e nella valorizzazione dei punti di forza del settore La politica forestale regionale è stata definita e normata attraverso la legge forestale regionale n. 6/2005 ed il Piano Forestale Regionale (PFR, D.A. n. 114/2009). L obiettivo principale del Piano che esplicita sia i punti di forza esistenti per il settore forestale marchigiano che le diverse criticità ambientali, gestionali e strutturali per esso riscontrabili (punti di debolezza) è l attuazione di una gestione attiva sostenibile, delle foreste e del comparto forestale, per garantire la rinnovazione naturale e la tutela degli ecosistemi forestali, lo sviluppo socio-economico dello stesso comparto, per 153 Nelle Marche è stato coniato lo slogan siamo ricchi di boschi poveri che spiega come negli anni si sia verificato il progressivo abbandono delle zone marginali e di montagna, dove i boschi o i soprassuoli boschivi hanno aumentato la loro superficie, ricolonizzando via via i terreni marginali, mentre i pochi boschi da legna da ardere sono stati abbandonati perché non più economici. 154 Lattanzio VIC: Approfondimento tematico sul settore forestale marchigiano. 183

189 dare continuità e certezza occupazionale nel settore. La Gestione Forestale Sostenibile (GFS) deve coniugare i tre principali obiettivi collegati alla multifunzionalità delle foreste (la tutela ambientale, la valorizzazione e lo sviluppo economico, le implicazioni e gli impatti positivi di carattere socioculturale), tenendo conto che l obiettivo primario di una cosciente e moderna politica forestale regionale, in cui l indice di boscosità è più che sufficiente ed in costante aumento, non è quello di estendere la superficie boscata 155. L aumento delle superfici boscate derivante dall abbandono delle attività agricole risulta già dell ordine dei 300 ha/anno 156, che hanno determinato una aumento dai ha del 1910 agli attuali ettari (Inventario Forestale Nazionale e dei Serbatoi Forestali di Carbonio, INFC, superficie boscata delle Marche calcolata secondo la definizione internazionale FAOFRA 2005). In questo quadro interviene il PSR che, in linea generale, riprende ed applica i principi di azione indicati dal PFR. Fattori esterni al PSR Marche che influenzano lo sviluppo del comparto forestale regionale Vi sono diversi fattori, esterni alla possibilità di intervento del Programma, che possono influire sul comparto forestale nel suo complesso condizionandone lo sviluppo (principalmente, ma non esclusivamente, in termini negativi) e che, quindi, possono avere dei riflessi anche sull avanzamento delle Misure forestali del PSR. Normativa forestale Gli interventi in foresta sono soggetti a norme comunitarie, nazionali e regionali spesso particolarmente complesse e di non semplice applicazione, specie nelle aree con vincoli ambientali (esiste, ad esempio, la necessità di effettuare una Valutazione d incidenza per il ripristino di piste forestali in aree Natura 2000 e per qualsiasi intervento in alcuni habitat forestali). Inoltre le interpretazioni di tali norme da parte dei vari organismi preposti al controllo sono spesso eterogenee, e comunque quasi sempre limitanti l attività selvicolturale. Viene da più parti sottolineata la necessità di una semplificazione procedurale e autorizzativa per talune tipologie di viabilità ed intervento forestale, oltre all esigenza di un ampliamento delle epoche e, soprattutto, del turno stabiliti per il taglio dei boschi cedui. Anche il PFR indica tra le priorità d azione la revisione e modernizzazione delle prescrizioni di massima e polizia forestale e delle norme di gestione dei boschi marchigiani, rendendole conformi al Piano, cioè agli strumenti di politica e programmazione forestale ed ambientale sovraregionali. Il Progetto UTIL.FOR 157 ha permesso di centralizzare le informazioni relative al monitoraggio delle attività di taglio sul territorio regionale. Rimane comunque difficoltoso l iter per la raccolta delle molteplici autorizzazioni/pareri/nulla osta che devono essere richiesti per il taglio. Non esiste, infatti, una adeguata struttura tecnica unificata, con competenze proprie e autonome in materia di assistenza specialistica e rilascio di titoli abilitativi forestali (una sorta di sportello unico per le autorizzazioni forestali), né è in previsione, data la distribuzione agli enti locali ed ai gestori delle aree protette delle deleghe statali e regionali nelle diverse materie e vincoli interessati (vincolo idrogeologico, vincolo paesaggistico, aree naturali protette e siti della Rete Natura 2000). Ciò 155 PFR, pag Fonte: Inventario Forestale Regionale. 157 Il Controllo UTIL.FOR., nato formalmente nel 2000 e svolto dal Corpo Forestale di Stato (CFS), è un attività di polizia forestale dedicata al settore delle utilizzazioni forestali, condotta sulla base di uno specifico progetto, con metodologie innovative e consistente nel controllo a campione dei cantieri di taglio, nonché nella memorizzazione delle informazioni risultanti. Con tale attività pianificata di controllo del territorio è stato possibile, oltre che organizzare l attività di polizia forestale del CFS, dare un contributo sostanziale al processo di chiarimento della ripartizione delle competenze e delle funzioni tra i soggetti deputati alla gestione amministrativa e quelli incaricati del controllo. 184

190 nondimeno, durante il FG sul Ruolo del PSR nell ambito del comparto forestale regionale i partecipanti hanno comunque espresso un parere positivo rispetto alla creazione di una simile struttura, che permetterebbe di uniformare su tutto il territorio regionale l applicazione delle normative esistenti, riducendo la difformità applicativa talvolta registrabile in riferimento ai singoli enti territoriali competenti. Mancanza di sostegno comunitario all imprenditore/proprietario forestale per il servizio pubblico reso come gestore del bene pubblico bosco L imprenditore/proprietario dei boschi fornisce un servizio pubblico in termini di gestione del territorio, ma non sono previsti, allo stato attuale, indennizzi per i minori ricavi ed i maggiori costi ed oneri amministrativi e burocratici connessi con la gestione delle foreste. La bozza di regolamento relativa al sostegno comunitario allo sviluppo rurale per il considera questa problematica e sottolinea, quindi, la necessità di prevedere in merito un supporto specifico nel quadro degli interventi per il nuovo periodo di programmazione. In mancanza di un simile sostegno unitamente ad una sempre più limitata competitività dell attività silvocolturale si aggrava ulteriormente l abbandono generalizzato della gestione dei boschi 158. Si deve però considerare che politiche di intervento pubblico di questo tipo potrebbero risultare estremamente onerose e che, di conseguenza, le risorse economiche allo scopo utilizzate dovrebbero essere sottratte ad altri settori. Mutamento delle condizioni socio-economiche generali e delle modalità produttive in aree montane - certificazioni di prodotto Le evoluzioni delle abitudini di vita delle popolazioni delle aree rurali, nonché di quelle delle aree urbane e periurbane, possono avere delle ripercussioni anche in termini di modifiche delle tipologie di prodotti forestali richiesti dal mercato. Nonostante il problema dello spopolamento delle aree marginali, ed in particolare montane, vi sono ad esempio segnali di ritorno alla biomassa legnosa come fonte energetica (legno, ma soprattutto pellet e/o cippato). In tale ambito un importante sostegno potrebbe essere fornito dal recente Conto Energia Termico, che garantisce un supporto finanziario per l installazione di caldaie a biomassa, analogamente a quanto fatto negli ultimi anni per il settore fotovoltaico. Da considerare altresì la diffusione, seppur graduale, delle certificazioni di prodotti forestali, ad esempio secondo gli standard del Forest Stewardship Council (FSC) e/o del Programme for Endorsement of Forest Certification schemes (PEFC), insieme ad una maggior attenzione versi i prodotti a km zero. Vi è anche una richiesta sempre maggiore di prodotti non legnosi (tartufi, funghi, frutti), specie in connessione con attività turistiche e agrituristiche, così come di servizi erogabili in foresta (vedi escursionismo o percorsi didattico-ricreativi). 158 La sola parziale risposta in relazione all attuale programmazione è rappresentata dalla Misura 225 ( Pagamenti silvoambientali ), che intende promuovere l assunzione volontaria, da parte dei proprietari forestali, di impegni silvoambientali più onerosi rispetto a quanto stabilito dalla normativa forestale vigente e finalizzati ad enfatizzare il ruolo svolto dalle foreste in materia di tutela ambientale e conservazione della biodiversità. Tali impegni comportano però un costo aggiuntivo a loro carico (senza fornire alcun tipo di reddito), che dovrebbero essere compensati dagli aiuti previsti dalla Misura 225. La Regione Marche ha comunque deciso di non attivare questa Misura. 185

191 Da segnalare, infine, accenni di rivalutazione del legname da opera, come legname pregiato e da imballi. Criticità gestionali degli enti pubblici e forme convenzionate di gestione pubblico-privato Gli enti pubblici locali e non economici (Comunanze e Università agrarie) dispongono attualmente di limitatissime risorse per investimenti nel settore forestale. D altra parte essi detengono anche un patrimonio boschivo che, opportunamente sfruttato, potrebbe contribuire a migliorare la loro situazione economica e finanziaria: il 24% delle superfici boscate regionali è di pubblica proprietà (di cui il 12% delle Comunanze ed Università agrarie, il 6,5% della Regione ed il 5% circa di proprietà dei Comuni). L efficienza operativa per la gestione delle proprietà forestali è, comunque, generalmente bassa. Al fine di limitare, per quanto possibile, gli sforzi economici richiesti per la realizzazione di interventi in grado di valorizzare le risorse forestali esistenti 159, si potrebbe prendere in considerazione la possibilità di ricorrere all associazionismo tra Comunità Montane, Comuni, Province o Enti parco, che al momento risulta poco praticato (l associazionismo tra privati è del tutto inesistente). In alternativa, si potrebbero incentivare forme convenzionate di gestione dei patrimoni forestali pubblici da parte di privati, come le recenti iniziative riguardanti tre società di gestione del demanio che sono nate dalla collaborazione tra enti pubblici ed imprese. Strategie di intervento delle politiche comunitarie di sviluppo rurale in campo forestale L attuale impostazione delle politiche comunitarie per il sostegno allo sviluppo rurale prevede una suddivisione alquanto netta tra Misure a carattere ambientale (proprie dell Asse 2) e quelle di natura più produttiva (a carico degli altri Assi, e principalmente del primo). Anche per quanto riguarda il settore forestale è stata attuata una separazione abbastanza marcata tra gli interventi per il miglioramento della competitività del settore (Misura 122 per la valorizzazione economica delle foreste, Misura 125 per le infrastrutture forestali e Misura 123 Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali ) e gli interventi a finalità ambientale come gli imboschimenti, le azioni per la prevenzione degli incendi e/o di altre calamità naturali e gli investimenti non produttivi (previsti ad esempio dalle Misure 221, 226 e 227). Questa visione rischia di non considerare che anche gli interventi di conservazione e miglioramento delle foreste a finalità ambientale non possono comunque prescindere da una convenienza economica complessiva da parte dei proprietari/imprenditori nella gestione dei boschi, in mancanza della quale difficilmente tali soggetti saranno incentivati ad intervenire sulla protezione e/o miglioramento delle risorse forestali, basandosi solo sugli incentivi offerti da un seppur importante strumento finanziario come il PSR 160. Va comunque sottolineato che per il periodo di programmazione verrà superata la dicotomia tra interventi produttivi e interventi ambientali, in quanto sarà abolito l attuale sistema degli Assi (con l introduzione, in loro luogo, di 6 priorità). Frammentazione fondiaria e dimensione ridotta delle imprese forestali La frammentazione delle proprietà forestali private (che rappresentano il 76% delle superfici complessive) risulta essere piuttosto elevata nella Regione Marche. Le ridotte dimensioni medie dei boschi e quindi le limitate prospettive di guadagno ritraibile rappresentano un disincentivo importante per una larga fetta di proprietari (spesso residenti extra Regione), che si disinteressano 159 Vedi anche il problema dell indetraibilità dell IVA per gli interventi comunitari realizzati dagli enti pubblici. 160 In particolare, i soli premi previsti dal Programma non sono spesso sufficienti per garantire alcune tipologie di intervento forestale di tipo eminentemente ambientale come quelle di cui alle Misure 224 e

192 completamente della gestione delle loro proprietà forestali. Problema analogo per le ditte boschive: nella Regione sono presenti circa 250 imprese dedite ad attività selvicolturali, molte delle quali, però, di ridotta o ridottissima dimensione, a parte le imprese costituite in società cooperativa a.r.l. Forte incidenza del sommerso nelle attività economiche svolte in ambito forestale Le ridotte dimensioni delle imprese boschive si accompagnano anche ad una forte incidenza dell economia sommersa per il comparto forestale. Non sono rari i casi di ditte boschive che dichiarano solo una parte delle attività svolte e che operano, peraltro, con mezzi forestali non registrati. Oltre alle numerose ricadute negative per la collettività (mancati introiti fiscali, mancata applicazione delle norme di sicurezza, utilizzo di manodopera irregolare, etc.) conseguenti a tale fenomeno, si deve considerare che le ditte che operano secondo queste modalità hanno anche maggiori difficoltà a partecipare ad iniziative pubbliche di finanziamento del settore. Problemi legati alla ridefinizione del ruolo delle Comunità Montane e delle Province La Legge Finanziaria del 2008 ha decurtato i fondi destinati alle Comunità Montane (CCMM), con l implicito stimolo da parte del Governo Nazionale alle Regioni per la loro soppressione. La Regione Marche ha optato per un riordino delle CCMM, ed il conseguente accorpamento di alcune di esse 161, che però continuano ancora a svolgere le attività nel quadro delle competenze loro attribuite in passato. Rimane da verificare se, ed in quale entità, il taglio delle dotazioni finanziarie delle CCMM e/o il loro accorpamento abbia determinato problemi gestionali e/o autorizzativi rispetto alle funzioni ad esse attribuite in materia forestale, come ad esempio quelli legate alla gestione della Misura (problematiche, quest ultime, che dovrebbero essere in via di soluzione). Criticità analoghe possono presentarsi, per il settore forestale, in relazione alla ridefinizione del ruolo delle Province. Altre questioni Possono essere ricordati, infine, altri fattori esterni al PSR che limitano, in tal caso, lo sviluppo del settore forestale regionale; si tratta quindi o di criticità di tipo generale, come il forte esodo delle popolazioni dalle aree marginali ed i problemi di carattere fitosanitario in ambiente forestale (soprattutto a carico del castagno), oppure di criticità di tipo più specifico, come il problema dell indetraibilità dell IVA per gli interventi comunitari realizzati dagli enti pubblici, le limitazioni alla partecipazione delle imprese al Programma derivanti dal regime de minimis, ed infine l obbligo di notifica, anche nell ambito del PSR, della scheda di Misura in quanto ritenuto sempre e comunque quale aiuto di Stato, dato che la selvicoltura ed i prodotti forestali non sono presenti nell allegato I del Trattato dell Unione Europea: ciò ha comportato, in particolare, un aggravio dei tempi di attivazione delle Misure 226 e 227. Il ruolo del PSR: macroaree di intervento individuate A partire dalla considerazione dei fattori critici (anche esterni all ambito di intervento del PSR) e delle opportunità per lo sviluppo del settore forestale regionale nel suo complesso (punti di forza), è stato possibile identificare alcune macroaree di intervento ritenute rilevanti per la realtà marchigiana, rispetto alle quali sono state compiute le analisi valutative sia di tipo documentale che attuate attraverso l interscambio con testimoni privilegiati del comparto inerenti all efficacia delle iniziative in campo forestale previste dal PSR Marche per il periodo Le 6 macroaree di intervento individuate sono: 1. Formazione ed informazione degli addetti al settore forestale; 161 Per ora ne sono state soppresse due, con il relativo territorio di competenza in parte accorpato in CCMM limitrofe. 162 Cfr. a tal proposito RAE

193 2. Aumento della competitività attraverso la riduzione dei costi di produzione; 3. Valorizzazione energetica delle biomasse forestali; 4. Valorizzazione degli altri prodotti legnosi e dei prodotti non legnosi (compresi i servizi in ambito forestale di carattere ambientale, sociale e culturale); 5. Miglioramento delle infrastrutture forestali; 6. Miglioramento della qualità delle foreste. Di seguito vengono quindi riportate per ognuna di queste macroaree le principali problematiche esistenti ed i relativi fabbisogni, il ruolo che le varie Misure del PSR hanno avuto sino ad ora, o che potranno avere nel prosieguo delle attività, in relazione al raggiungimento degli obiettivi espressi nell ambito della macroarea individuata, nonché, infine, gli esiti delle discussioni tenutasi durante il FG del 4 marzo Formazione ed informazione degli addetti al settore forestale La situazione attuale Esiste un problema di basso livello di qualificazione dei proprietari di boschi (produttori) e degli operatori del settore forestale regionale (ditte boschive comprese), che si acuisce in considerazione del generale ricorso a manodopera senza regolare contratto (a volte anche immigrati irregolari) operante oltretutto in precarie condizioni di sicurezza e delle mancate contrattualizzazioni e relative fatturazioni di ciò che si acquista (es. boschi in piedi, legname all imposto) e si vende (legna da ardere). È necessario, quindi, investire nella qualificazione e responsabilizzazione degli addetti al settore forestale, fornendo un adeguata professionalità e sicurezza tramite la formazione e l informazione diversificando tra i fabbisogni degli operatori forestali e quelli dei proprietari di boschi: per i primi occorrerebbero, in particolare, corsi di formazione professionale veri e propri, di breve durata e con una connotazione fortemente pratica, anche sugli aspetti della sicurezza nei cantieri o dell ingegneria naturalistica, mentre per i secondi potrebbero risultare più adeguati temi come la contrattualizzazione del lavoro e la fiscalità connessa alla produzione ed al commercio del legname e degli altri prodotti forestali non legnosi, nonché la gestione delle tartufaie. Il contributo delle Misure del PSR In relazione alla necessità di aumentare il livello professionale degli addetti al settore forestale (anche in attinenza all Azione Chiave del PFR ricerca, formazione, informazione ), il PSR prevede il sostegno ad attività di formazione, informazione e consulenza nell ambito delle Misure 111 e 114. Misura 111 Azioni nel campo della formazione e dell informazione: attualmente le iniziative formative (Sottomisura a) ed informative (Sottomisura b) finanziate fanno riferimento a tipologie di corsi non attinenti alle tematiche forestali; la maggior parte degli interventi è relativo ai corsi obbligatori per i beneficiari delle Misure 112 e 121. Per i corsi non obbligatori (nei quali rientrano le tematiche forestali) il tasso di partecipazione è stato, d'altra parte, molto basso. Misura 114 Servizi di consulenza: a partire dal 2010 sono stati attivati i primi servizi di consulenza previsti dalla Misura 114, che hanno coinvolto 287 beneficiari. Nessuno di questi, però, risulta essere un imprenditore forestale (la Misura ha, peraltro, un obiettivo molto limitato in relazione al settore forestale: si intendono raggiungere solo 18 proprietari di boschi). 188

194 Gli esiti della discussione durante il Focus group È stata riconosciuta l importanza che le attività di formazione/informazione/consulenza rivestono per il rilancio del settore 163, in considerazione dell insufficiente livello medio di specializzazione delle maestranze impiegate (viene argomentato, peraltro, che esiste anche una parte di personale già formato che non è opportunamente valorizzato). Si è sottolineato come non vi sia la possibilità di far partecipare anche le maestranze delle ditte forestali alle attività formative previste dalla Misura 111, in quanto la partecipazione è riservata ai soli imprenditori dotati di partita IVA e iscrizione alla Camera di Commercio. L AdG ha fatto comunque presente che, pur in presenza di risorse disponibili a valere sulla Misura 111, non sono stati presentati, da parte delle organizzazioni di settore, progetti formativi in favore del personale forestale, ad eccezione di due iniziative che non hanno, però, avuto esito positivo (la prima è risultata non ammissibile, mentre la seconda è stata ritirata). Grado di priorità di intervento indicato: medio Aumento della competitività attraverso la riduzione dei costi di produzione La situazione attuale La gestione e l utilizzazione forestale è un attività che presenta costi elevati (oltre certe soglie incomprimibili) e guadagni ridotti, a fronte di investimenti anche rilevanti. La limitata redditività dell attività forestale e le ridotte dimensioni delle imprese boschive operanti nella regione Marche sottoposte anche alla forte concorrenza esercitata da soggetti che lavorano in nero rispetto alle imprese regolari rendono problematica anche un adeguata dotazione di macchinari ed attrezzature tecnologicamente avanzati, che però sono indispensabili per rimanere competitivi sul mercato. Il contributo delle Misure del PSR Il Programma interviene in maniera diretta, attraverso la riduzione dei costi di produzione, per contrastare la progressiva diminuzione dei margini economici sulle attività legate alla gestione ed all utilizzazione della risorsa bosco. Misura 122 Migliore valorizzazione economica delle foreste: questa Misura è concepita espressamente per rispondere all esigenza di ottimizzare le dotazioni tecnologiche aziendali (Tipologia 5 degli interventi ammissibili) e, di conseguenza, di migliorare la produttività anche attraverso la riduzione dei costi di produzione. La Misura 122 ha ricevuto una dotazione finanziaria pari a 2,96 Meuro, ma fino alla fine del 2012 sono stati finanziati solo interventi inerenti agli impegni della passata programmazione (25 i progetti interessati), che hanno assorbito circa la metà del budget a disposizione (1,38 Meuro). Nel dicembre 2011 è stato emanato un bando (D.D.S n. 534/AFP del 15/12/2011, con scadenza giugno 2012) che ha messo a disposizione 1,32 Meuro ed in relazione al quale sono state introdotte alcune modifiche che avrebbero dovuto facilitare l adesione da parte dei potenziali beneficiari (come, ad esempio, la possibilità di richiedere il contributo anche per le sole macchine ed attrezzature forestali, a patto di essere proprietari di bosco). Tutte le 8 domande pervenute in risposta a tale bando sono risultate, però, irricevibili/non ammissibili. L AdG del PSR Marche ha, quindi, riproposto un nuovo bando (emanato con DDS n. 527/AFP del 163 In relazione al periodo di programmazione , è stato richiesto che il nuovo PSR possa contribuire alla valorizzazione delle risorse umane impiegate nella gestione forestale attraverso la promozione di iniziative di formazione ad hoc su aspetti di specifico interesse per aziende e singoli tecnici forestali. 189

195 20/09/2012, scadenza 17 dicembre 2012) con dotazione di 1,19 Meuro, che ha raccolto 32 domande di aiuto in fase di analisi della ricevibilità (contributo richiesto: 0,64 Meuro). Va sottolineato come l interesse dei richiedenti sia sinora totalmente rivolto proprio alle macchine ed alle attrezzature forestali (Tipologia 5) e che, comunque, gli obiettivi fissati in termini di aziende forestali da sostenere in relazione alla sola nuova fase di programmazione (21) risultano piuttosto limitati. Misura 123b Aumento del valore aggiunto dei prodotti forestali: la Sottomisura b) della Misura 123 finanzia la realizzazione di investimenti strutturali finalizzati all accrescimento del valore aggiunto dei prodotti forestali primari. Gli obiettivi specifici relativi all aumento della competitività ed al miglioramento dell efficienza produttiva delle microimprese forestali sono perseguiti attraverso la riduzione dei costi di produzione e, contestualmente, mediante l aumento della sicurezza nei cantieri e la diminuzione degli impatti ambientali della fase di concentramento ed esbosco. I target fissati per questa Misura prevedono il finanziamento di 28 aziende forestali 164 e l attivazione di investimenti complessivi per un importo pari a 3,8 Meuro. I fondi erogati a tutto il 2012 risultano, però, totalmente impiegati per la Sottomisura a), per cui il settore forestale non beneficia sino ad ora se consideriamo le sole risorse per la nuova programmazione di alcun supporto da parte di questa Misura (registrati pagamenti per 0,3 Meuro sulla vecchia programmazione). Nel settembre 2012 è stato aperto un bando per la Sottomisura b) con scadenza febbraio 2013 che prevede un contributo economico di 0,5 Meuro (poi portato a 1 Meuro) da impiegare in investimenti aziendali (sono state presentate 28 domande, per un contributo richiesto pari a 1,348 Meuro). A causa del limitato importo a disposizione è stato deciso di escludere i progetti di filiera. Gli esiti della discussione durante il FG In relazione all obiettivo di incrementare la competitività del comparto forestale attraverso la riduzione dei costi di produzione, le richieste avanzate al Programmatore da parte dei partecipanti all incontro hanno riguardato essenzialmente la necessità di eliminare le pastoie burocratiche, che limitano in maniera non funzionale le attività delle imprese forestali, piuttosto che l esigenza di supporto finanziario diretto del PSR. In altre parole si è convenuto sul fatto che le imprese del settore sarebbero in grado di affrontare gli investimenti necessari in maniera relativamente autonoma, purché sia garantito loro un contesto produttivo adeguato, non aggravato da un apparato normativo inefficace e inutilmente limitante. Grado di priorità di intervento indicato: basso Valorizzazione energetica delle biomasse forestali La situazione attuale Aumento della disponibilità di biomassa forestale utilizzabile a fini energetici e attrezzature per la trasformazione della materia prima legnosa La produzione di legna da ardere rappresenta, attualmente, la fonte di reddito più importante per il proprietario forestale. Oltre all utilizzo tal quale, c è poi la possibilità di trasformare la biomassa legnosa sotto forma di pellet, cippati o brichetti. Questi ultimi prodotti, oltre ad avere il vantaggio di poter utilizzare materia prima anche di non elevata qualità, sono sempre più richiesti dal mercato per la loro maggiore praticità rispetto alla legna da ardere. I limiti di questo tipo di produzione sono legati ai costi per la trasformazione: gli impianti industriali necessari per l ottenimento di pellet (oltre che di cippati o brichetti) risultano molto costosi e necessitano di un costante e consistente approvvigionamento di materia prima per poter essere economicamente convenienti. Il continuo aumento dei prezzi dei prodotti fossili sta rendendo, tuttavia, sempre più competitivi tali impianti, pur se la concorrenza legata alle massicce importazioni da Est Europa, Sudest Asiatico ed America 164 Target come da versione PSR del novembre

196 Latina deprime fortemente la capacità di inizio e sviluppo della filiera bosco-legno-energia. Tale forte concorrenza (per i trasformati, ma anche per la legna da ardere 165 ), rende quindi indispensabile massimizzare l efficienza produttiva e puntare sulla certificazione di prodotto, in maniera da garantire il consumatore che il prodotto locale deriva da boschi a gestione sostenibile, con un impatto ambientale drasticamente ridotto rispetto al prodotto importato. Attrezzature per l utilizzo della biomassa legnosa e la produzione di energia rinnovabile Naturalmente la convenienza a produrre biomasse forestali è strettamente collegata anche alla diffusione degli impianti termici che utilizzano questa fonte energetica rinnovabile (e che, a seconda della taglia, possono produrre calore/elettricità/raffrescamento). Oltre che per impianti individuali (molto diffusi nell area montana), l utilizzo di biomassa legnosa sarebbe particolarmente conveniente per impianti centralizzati (anche di teleriscaldamento). Questa tipologia di impianti andrebbe incentivata in maniera prioritaria presso quegli enti pubblici locali che, disponendo in proprietà di aree boscate, potrebbero realizzare una filiera corta bosco-energia, anche se l attuale situazione finanziaria dei vari enti locali lascia poco margine alla possibilità di effettuare investimenti, ancorché produttivi. Il contributo delle Misure del PSR Il supporto che il Programma può fornire in termini di valorizzazione energetica delle biomasse forestali regionali può riguardare: a) l aumento della disponibilità di biomassa utilizzabile ai fini energetici; b) l acquisto di attrezzature che permettono la trasformazione della materia prima legnosa (produzione di cippato, pellet e simili); c) l acquisto di attrezzature per la produzione di energia da biomassa legnosa (caldaie a biomassa). In generale le Misure di carattere forestale ricomprese nell ambito dell Asse 2 potrebbero determinare un aumento della disponibilità di biomassa forestale utilizzabile a fini energetici, a seguito delle attività di diradamento ed abbattimento legate alla realizzazione degli interventi finanziati; lo stesso dicasi per la Misura 122 (Tipologie di intervento ammissibili 1, 2, 3 e 4) 166. In ragione dei quantitativi di prodotto ritraibile, molto limitati in termini assoluti, l apporto di queste Misure in tale ambito non viene però quantificato. Alcune Misure degli Assi 1 e 3 prevedono, invece, investimenti per l acquisto di caldaie a biomassa o, addirittura, il cofinanziamento di impianti per la produzione di cippato e pellet (Misura 123b) e di impianti SRF (Short Rotation Forestry) nel caso della Misura 121. Misura 121 Ammodernamento delle aziende agricole: la Misura 121 prevede sia il finanziamento di impianti SRF, ovvero della coltivazione di specie arboree caratterizzate da rapidità di crescita che vengono ceduate per la produzione di cippato da destinare prevalentemente alla trasformazione energetica, che l acquisto di attrezzature come le caldaie a biomassa, per poter utilizzare questo materiale per il riscaldamento e la produzione di acqua calda. Non risultano essere stati sovvenzionati, però, progetti del primo tipo, mentre sono solo 3 gli interventi finanziabili finalizzati all acquisto di caldaie a biomassa (tutti per il settore olivicolo), di cui solo uno ha ricevuto erogazioni per un costo totale ammissibile pari a euro (contributo di euro). Misura 123b Aumento del valore aggiunto dei prodotti forestali: la Sottomisura b) della Misura 123 potrebbe intervenire per il finanziamento di impianti per la produzione di cippato, pellet e simili. Alla 165 L Italia è il primo importatore mondiale di legna da ardere ed il quarto di cippato e scarti di legna (FAO) ed un terzo del suo fabbisogno viene coperto dalle importazioni. 166 Anche tale Misura prevede, infatti, finanziamenti per tipologie di interventi che possono determinare un aumento di disponibilità di biomassa legnosa utilizzabile per fini energetici. Si tratta di interventi di recupero, miglioramento e potatura di castagneti, diradamenti di boschi di latifoglie di alto fusto, diradamenti e conversioni di boschi cedui in alto fusto, etc. 191

197 data del 31 dicembre 2011 tale Sottomisura non era stata, però, ancora attivata. Il relativo bando è stato pubblicato solo nel settembre del 2012 (data di scadenza per la presentazione delle domande febbraio 2013, 28le domande presentate). Misura 311 Diversificazione in attività non agricole: la Sottomisura b) della Misura 311 prevede, attraverso l Azione d ( Realizzazione di impianti di produzione, utilizzo e vendita di energia o calore da fonti rinnovabili ), finanziamenti anche per la produzione di energia da biomassa. Per tale Azione, al 31/12/2011, sono state riconosciute finanziabili 13 domande, ma nessuna di esse riguarda impianti per l utilizzo di prodotti forestali attraverso caldaie a biomassa. Misura 321 Avviamento dei servizi essenziali per l economia e la popolazione rurale: tale Misura può contribuire ad incentivare la filiera bosco-legno-energia attraverso l Azione 1 della Sottomisura a) Servizi alle popolazioni. Dei quasi 10 Meuro complessivamente a disposizione per la Misura 321, circa un terzo sono destinati alla banda larga (fondi Health Check), mentre si prevede di utilizzare la restante quota anche per finanziare la realizzazione da parte di enti locali e per scopi di pubblica utilità di impianti ed infrastrutture per la produzione di energia termica o termica ed elettrica da fonti rinnovabili di origine agricola o forestale. Questa componente della Misura verrà attivata solo nell ambito dei Piani Integrati Territoriali presentati dalle Amministrazioni Provinciali. Non si registrano, ad oggi, finanziamenti per progetti di questo tipo. Gli investimenti per impianti di produzione di energia da fonti di origine agricola o forestale di cui alla misura 321 az. b) sono gestiti dai GAL. Ad oggi sono stati messi a bando oltre 0,6 Meuro, i progetti pervenuti sono 13 per un contributo richiesto di oltre 0,8 Meuro, per cui la misura sembra riscuotere un elevato interesse. Non vengono registrati ancora, però, pagamenti. Gli esiti della discussione durante il Focus group Secondo i partecipanti al Focus il grado di competitività dei prodotti da biomassa forestale per scopi energetici è attualmente inferiore rispetto a quelli importati e la sola strategia che viene percorsa dai produttori locali è quella di operare in regime di sommerso, in maniera da arginare, per quanto possibile, i costi di produzione. Occorre quindi, innanzitutto, eliminare i fattori critici evidenziati per la situazione attuale in relazione al tema della valorizzazione energetica delle biomasse forestali 167 per poter abbassare i costi di produzione e ritornare su un mercato che comunque offre potenzialmente delle prospettive di sviluppo notevoli. Per raggiungere questo obiettivo è necessario, però, attivare interventi di filiera energetica, che integrino la componente produttiva (raccolta delle disponibilità delle biomasse legnose presenti), con quella di trasformazione (produzione di pellet o cippati ad es.), con quella di utilizzazione finale (impianti per la produzione di calore/energia elettrica a partire dalla biomassa legnosa). Tale approccio appare ancora più indispensabile se le amministrazioni pubbliche vengono individuate come obiettivi prioritari 168. Grado di priorità di intervento indicato: alto 167 Un ulteriore criticità segnalata in tale ambito dai partecipanti al FG è la scarsa manutenzione/inadeguatezza della viabilità forestale, che rallenta l implementazione della filiera energetica forestale. 168 Per un uso più redditizio dei boschi, in relazione al periodo di programmazione , è stato richiesto che il nuovo PSR possa contribuire a finanziare e realizzare impianti di trasformazione, promuovere la produzione di legna da ardere di qualità, nonché sviluppare in maniera adeguata prodotti da biomassa. Per i partecipanti al FG il nuovo Programma dovrebbe favorire lo sviluppo di impianti a rapido accrescimento volti alla produzione di agro-energie. Allo stesso modo, esso dovrebbe prevedere la promozione di interventi volti a migliorare l esistente e ad incentivare metodi e produzioni ritenute di successo (ad esempio, teleriscaldamento). 192

198 Valorizzazione degli altri prodotti legnosi e dei prodotti non legnosi (compresi i servizi in ambito forestale di carattere ambientale, sociale e culturale) La situazione attuale Oltre all utilizzo del legname per scopi energetici (considerati nel paragrafo precedente), anche altri prodotti legnosi e non legnosi (compresi i servizi ambientali, sociali e culturali delle foreste) potrebbero rappresentare una fonte di reddito integrativo importante, in grado di fornire, in numerose situazioni e per vaste aree, un contributo determinante per assicurare al bene bosco la necessaria redditività. Si tratta quindi di indurre gli imprenditori a trovare, a seconda del contesto e dell area in cui si opera, la soluzione che risulta essere più adatta nella situazione specifica. Tra le alternative più interessanti possono essere ricordate le produzioni di tartufi, funghi, castagne, piccoli frutti, legname per imballi, come anche la fornitura di servizi di tipo turistico e/o ricreativo in foresta. In stretto collegamento con le prime due tipologie di produzione citate possono essere considerate le attività di trasformazione dei prodotti freschi (prodotti sott olio e/o preparati a base di funghi e tartufi). Per quanto riguarda la valorizzazione dei percorsi didattico-ricreativi in ambiente forestale e degli immobili ad uso escursionistico (esistono, tra l altro, diverse esperienze anche in altre Regioni che potrebbero utilmente essere replicate), nelle Marche è stato stanziato circa 1 Meuro per la fruizione pubblica delle foreste tramite il Programma Attuativo Regionale del FAS 169 (PAR FAS Marche ), che risulta in fase di avvio. Per questo motivo non sono state attivate le Azioni a) e b) della Misura 227, volte proprio alla fruizione pubblica delle foreste. Il contributo delle Misure del PSR Il Programma potrebbe assicurare diverse forme di supporto relativamente alla valorizzazione, non solo economica, dei prodotti forestali, sia dei prodotti legnosi diversi dalla biomassa utilizzabile per scopi energetici, sia dei prodotti non legnosi, che comprendono anche i servizi realizzabili in ambiente forestale per finalità ambientali, sociali e culturali, ed in particolare turistico-ricreative. Misura 123b Aumento del valore aggiunto dei prodotti forestali: la Sottomisura b) della Misura 123, cui è destinata peraltro solo una piccola parte dei fondi complessivamente stanziati per la Misura (bando del settembre 2012, dotazione pari a 0,5 Meuro, poi portata a 1 Meuro), potrebbe fornire un valido sostegno in tale ambito, ma riguarda la valorizzazione dei soli prodotti forestali legnosi (in base alla tipologia di interventi ammessi a finanziamento), mentre esclude il finanziamento di progetti per la produzione e/o trasformazione di tartufi, funghi e prodotti simili. Misura 221 Primo imboschimento di terreni agricoli: l impianto di specie autoctone micorizzate, previsto dalla nuova versione della Misura 221, permette di valorizzare la produzione di tartufi. Nel primo bando attivato per la Misura questa tipologia di impianto non era, invece, ammissibile a finanziamento e, di conseguenza, le 27 domande che risultano ammesse e finanziabili al 31/12/2011 (per un totale di 64 ha di superficie boscata), non possono essere considerate in grado di contribuire alla valorizzazione dei prodotti forestali non legnosi. Nei nuovi bandi tale tipologia di spesa è stata, invece, ritenuta ammissibile: 71 le domande presentate (ed in corso di istruttoria) in relazione a tale bando, per un contributo totale richiesto pari a 2,18 Meuro. Misura 222 Primo impianto di sistemi agroforestali su terreni agricoli: la Misura 222, non ancora attivata, potrebbe contribuire non solo allo sviluppo della produzione di tartufi (tramite il sostegno all impianto di specie arboree di latifoglie micorizzate con tartufo), ma anche alla valorizzazione di altri prodotti non legnosi (concedendo aiuti per l impianto di arbusti a frutti eduli per confetture, di specie mellifere o per altre produzioni eduli). Nel corso del 2013 è prevista l attivazione di tale Misura, con l emanazione di un bando per complessivi 1,27 Meuro. 169 Il Fondo Aree Sottoutilizzate (FAS), ora rinominato Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC), ai sensi del D. LGS. del 31 maggio 2011 n. 88, rappresenta il principale strumento finanziario a disposizione del Governo nazionale e delle Regioni per il riequilibrio economico e sociale, in attuazione dell'articolo 119, comma 5, della Costituzione. 193

199 Misura 227 Investimenti non produttivi in campo forestale: per la Misura 227 è stata attivata la sola Azione c) Mantenimento od incremento della biodiversità forestale (anche in considerazione del fatto che il 2011 è stato proclamato dall ONU Anno Internazionale delle Foreste ), con l allocazione di tutte le risorse a disposizione, pari a 3,59 Meuro; non è rilevabile, pertanto, alcun apporto all obiettivo in oggetto da parte di tale Misura che, invece, avrebbe potuto contribuire fortemente allo sviluppo di servizi in ambiente forestale per finalità sociali e culturali finanziando, attraverso le Azioni a) e b), la realizzazione di immobili ad uso escursionistico e di percorsi didattico-educativi 170 (interventi comunque demandati al PAR FAS Marche ). Gli esiti della discussione durante il FG La discussione si è incentrata soprattutto sulla valorizzazione del prodotto tartufo, in relazione al quale le Marche rappresentano comunque un punto di riferimento a livello nazionale 171. E stata quindi sottolineata l importanza della nuova normativa regionale in materia (entrata in vigore nel marzo 2013), che dovrebbe favorire lo sviluppo dell intero settore tartuficolo (la produzione del tartufo viene riconosciuta come attività agricola vera e propria), anche consentendo l inclusione di questi prodotti tra quelli ammissibili in relazione agli impianti di trasformazione finanziati dalla Misura 123 (i tartufi sono finora esclusi, oltre che dalla Misura 123b, anche dalla Sottomisura 123a, in quanto non ancora rientranti tra le produzioni agricole di cui alla categoria merceologica ortofrutta ). E stata infine proposta l introduzione, tra gli interventi ammissibili dal nuovo PSR, del reimpianto delle vecchie tartufaie e di azioni finalizzate alla recinzione dei luoghi di produzione dei tartufi 172. Grado di priorità di intervento indicato: alto Miglioramento delle infrastrutture forestali La situazione attuale Le categorie di infrastrutture che vanno prese in considerazione in maniera prioritaria sono quelle relative alla viabilità forestale, alla prevenzione del rischio di incendi ed alla lotta al dissesto idrogeologico. Per quanto riguarda la viabilità forestale va evidenziato come l infrastrutturazione delle aree forestali regionali sia abbastanza sviluppata, nonostante condizioni orografiche molto sfavorevoli (netta prevalenza di versanti calcarei molto acclivi e rocciosi), e come, in generale, non sussistano significativi problemi di accessibilità, con l esistenza di una rete di strade e piste forestali piuttosto estesa. Sussiste, però, la problematica relativa allo stato di manutenzione di tali infrastrutture che, essendo state trascurate (al pari delle utilizzazioni boschive) negli ultimi decenni, non risultano, in molti casi, più funzionali. Tale situazione è da addebitarsi principalmente al processo di abbandono generalizzato delle attività selvicolturali, oltre che alla complessa normativa vigente che prevede il rilascio di autorizzazioni specifiche anche per semplici operazioni di manutenzione ordinaria, scoraggiando di fatto i proprietari ad assicurare interventi per il miglioramento della viabilità forestale. Questa difficoltà è particolarmente avvertita all interno delle aree naturali protette e nei siti della Rete Natura 2000, zone per le quali alcune delle procedure previste risultano particolarmente gravose (richiesta di rilascio di Valutazione d incidenza per ogni operazione, previa 170 Rivolti anche ai diversamente abili e per la cura e la riabilitazione terapeutica dei malati psichici e fisici. 171 Più in generale poi, i partecipanti al FG ritengono necessaria la valorizzazione del comparto boschivo per la produzione alimentare (con riferimento, ovviamente anche alla tartuficoltura). 172 I portatori d interesse, oltre a porre particolare attenzione alle potenzialità di sviluppo della tartuficoltura e alle nuove opportunità derivanti dalla nuova legge regionale sulla tartuficoltura, hanno comunque evidenziato alcune criticità, inerenti tanto alla scarsa tutela del tartufo come prodotto tradizionale (in particolare tartufo bianco tipico del territorio), quanto alla necessità di favorire maggiormente l associazionismo tra i produttori del settore per la gestione delle tartufaie. 194

200 presentazione di un dettagliato e quindi costoso Studio d incidenza). Gli interventi del PSR in materia di prevenzione degli incendi boschivi sono poi complementari a quelli previsti dal PFR e dal Piano Regionale per la programmazione delle attività di previsione e prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi 173. Le infrastrutture per la lotta al dissesto idrogeologico in ambiente forestale, infine, assumono nelle Marche un importanza particolare, in considerazione del fatto che il rischio di erosione dei suoli il ed il rischio di frane riguardano porzioni elevate del territorio regionale (rispettivamente il 25% ed il 17%), anche se il rischio di erosione colpisce in prevalenza le aree agricole collinari. Il contributo delle Misure del PSR Le principali categorie di opere infrastrutturali di cui il Programma ha previsto la realizzazione sono quelle per la prevenzione del rischio di incendi boschivi, per la lotta al dissesto idrogeologico e per la viabilità forestale (per scopi produttivi, protettivi e antincendio, influenzando indirettamente anche le finalità di tipo didattico-ricreative). Misura Migliore valorizzazione economica delle foreste: gli interventi previsti dalla Misura 122 per il miglioramento delle infrastrutture forestali riguardano il ripristino e l adeguamento della viabilità forestale esistente (Tipologia di intervento 4), fino ad un ammontare massimo del 25% della spesa totale. Come detto precedentemente, a tutto il 2012 la Misura ha finanziato solo interventi relativi ad impegni della vecchia programmazione. In ogni caso, per la nuova programmazione, i risultati attesi in termini di aziende forestali raggiunte dal sostegno della Misura (21) sono piuttosto limitati e non in grado di incidere, quindi, sulla situazione infrastrutturale del vasto patrimonio boschivo regionale. Misura 125 Infrastrutture per lo sviluppo dell agricoltura e della selvicoltura: nell ambito dell Azione 3 della Misura 125 sono previsti incentivi per il miglioramento delle infrastrutture forestali (cofinanziamento di investimenti per opere di viabilità di servizio forestale interaziendale costituite dalla realizzazione e/o ripristino funzionale di strade e piste forestali esistenti). Per tale Azione è stato pubblicato un primo bando nel 2010, che prevedeva una dotazione finanziaria di 0,9 Meuro. Tuttavia, il riscontro da parte dei beneficiari è stato molto limitato (1 solo progetto presentato e risultato ammissibile, per il quale sono stati pagati euro), anche a seguito della restrizione dell intervento alla sola viabilità ricadente all interno di foreste classificate come produttive e produttive-protettive. Nell agosto 2011 è stato emanato un secondo bando per l Azione 3 della Misura 125 (scadenza a fine gennaio 2012), in relazione al quale è stata rimossa la limitazione di cui al primo bando e sono stati messi a disposizione altri 0,6 Meuro. Per quest ultimo bando risultano ammessi a finanziamento 5 progetti di viabilità forestale viabilità forestale, per una spesa pubblica impegnata pari a euro. Data la limitatezza delle risorse a disposizione e l elevato costo unitario degli interventi infrastrutturali, gli effetti sulla realtà forestale regionale non possono, comunque, che essere limitati. Misura 226 Ricostituzione del potenziale forestale ed interventi preventivi: delle 4 tipologie di azioni di intervento previste dalla Misura 226, l Azione a) Lavori forestali volti alla riduzione del rischio di incendi che comporta anche il ripristino di invasi e di punti acqua, nonché il ripristino ed il miglioramento della viabilità forestale esistente di interesse antincendio, può essere considerata tra quelle che contribuiscono alla realizzazione di opere di carattere infrastrutturale in ambito forestale. Per quanto concerne lo stato di attuazione di questa Azione per la sola fase di programmazione , sono stati sovvenzionati nel complesso 38 interventi, che hanno interessato una 173 L atto fondamentale che stabilisce le linee di indirizzo di tutte le attività connesse con la lotta contro gli incendi boschivi nella Regione Marche è la Delibera della Giunta regionale n del 2/8/2002 e ss.mm.ii. (adottata in attuazione della legge 353 del 21/11/2000), con la quale si approva il Piano Regionale per la programmazione delle attività di previsione e prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi (Fonte: 195

201 superficie di circa 600 ettari (per il bando 2011 sono state considerate ricevibili 19 domande, per un valore complessivo di 3,6 Meuro, vale a dire tutta la disponibilità del bando). Il processo attuativo dell Azione a) risulta rallentato dai problemi gestionali degli enti locali e da problemi autorizzativi, oltre che dai processi di riordino delle Comunità Montane, beneficiarie di tale Azione con conseguenti ripercussioni sul loro funzionamento e dall iniziale scarsa qualità dei progetti esecutivi presentati (per cui si sono avuti diversi casi di inammissibilità).la Misura 226 dispone ancora, nel suo complesso, di un discreto ammontare di risorse finanziarie utilizzabili fino al termine del periodo di programmazione (3,4 Meuro disponibili per il quarto bando del 2013, tenuto conto anche della devoluzione di risorse PSR alle zone colpite dal terremoto dell Emilia-Romagna). L Azione c) Lavori forestali destinati a ridurre il rischio idrogeologico non è stata, invece, attivata. Gli esiti della discussione durante il FG I partecipanti al dibattito hanno sottolineato più volte la strategicità degli interventi infrastrutturali riguardanti specificamente la viabilità forestale 174 (non sono stati fatti accenni specifici ad altre tipologie di infrastrutture). A fronte della richiesta dei partecipanti all assemblea di rafforzare la rete di viabilità esistente, l AdG ha argomentato che sebbene siano stati stanziati, nell ambito del Programma, fondi consistenti per la realizzazione di opere di carattere infrastrutturale, non sono state presentate, tuttavia, richieste in numero sufficiente per poter assorbire le risorse disponibili: probabilmente ciò è dipeso principalmente dalla normativa esistente, che disincentiva in maniera determinante i potenziali beneficiari ad aderire a misure di sostegno inerenti l infrastrutturazione per la viabilità forestale. Grado di priorità di intervento indicato: alto Miglioramento della qualità delle foreste La situazione attuale I parametri gestionali ottimali proposti nel PFR della Regione Marche (ripresi dai criteri di Gestione Forestale Sostenibile, GFS) fanno riferimento ad interventi che assicurano, oltre che un miglioramento della qualità del patrimonio boschivo 175, anche una maggiore resilienza e resistenza agli incendi delle aree forestali. Dal momento, però, che simili interventi non permettono una redditività economica positiva al proprietario forestale nel breve-medio periodo (il valore di macchiatico per tali operazioni selvicolturali è, infatti, negativo), è difficile che vengano realizzati senza il sostegno di finanziamenti pubblici. Il contributo delle Misure del PSR Vengono di seguito prese in considerazione tutte le attività finanziate dal Programma che risultano in grado di determinare un miglioramento dei parametri gestionali del patrimonio forestale regionale definiti nel PFR, ivi comprese le iniziative legate alla certificazione forestale e quelle relative alla prevenzione degli incendi boschivi. Misura 122 Migliore valorizzazione economica delle foreste: alcune tipologie di intervento previste da questa Misura (Tipologie 1, 2 e 3) comportano un miglioramento della qualità delle foreste: si tratta, più nel dettaglio, delle conversioni di boschi cedui in alto fusto e della trasformazione di 174 Nell ottica di uno sfruttamento più remunerativo delle potenzialità dei boschi, per gli stakeholder è necessario conferire maggiore importanza all accessibilità e sviluppare la viabilità forestale anche in ragione della crescente domanda di servizi turistico-ricreativi proveniente dal territorio. 175 La qualità del patrimonio boschivo fa riferimento all insieme di tutte le caratteristiche ecologiche e strutturali del bosco, quali la diversificazione delle specie presenti, l assenza di specie alloctone e di zone degradate e/o con problemi fitosanitari etc. 196

202 popolamenti artificiali di conifere per favorire l insediamento e lo sviluppo di specie di latifoglie autoctone di maggio pregio, oltre che di alcuni interventi selvicolturali di manutenzione (interventi che risultano finanziati, però, solo in relazione ai trascinamenti della passata programmazione). La Misura 122 sostiene, inoltre, investimenti materiali funzionali all ottenimento della certificazione forestale. Dai dati di monitoraggio e dall analisi delle domande relative all ultimo bando emanato non risultano però finanziamenti per tali tipologie di investimenti. Le domande di aiuto ad una prima valutazione (ricevibilità) sembrano riguardare esclusivamente investimenti per l acquisto di macchinari ed attrezzature forestali (Tipologia 5). Misura 226 Ricostituzione del potenziale forestale ed interventi preventivi: l apporto dell Azione d) Installazione o miglioramento di attrezzature fisse per il monitoraggio degli incendi boschivi e di apparecchiature di comunicazione, è considerato tra quelli che contribuiscono alla realizzazione di opere di carattere infrastrutturale in ambito forestale. In relazione a questa Azione è stato finanziato, a favore della Regione Marche, un unico progetto presentato dal Dipartimento regionale della Protezione civile (in quanto struttura dell Amministrazione competente in materia) per un importo richiesto (1 Meuro) pari all intera dotazione di risorse previste dal bando del Misura 227 Investimenti non produttivi in campo forestale: la Misura è stata attivata solo alla fine del 2011 (scadenza del bando luglio 2012, prorogato a ottobre 2012) ed esclusivamente in relazione all Azione c) Interventi non produttivi finalizzati alla tutela e all incremento della biodiversità per i motivi sopra richiamati (2011 come Anno Internazionale delle Foreste e presenza di fondi del PAR FAS Marche per l aumento della fruizione pubblica delle foreste), che ha assorbito l intero importo previsto per la Misura (3,59 Meuro). L obiettivo di tale Azione è proprio quello della conversione o diradamento dei boschi coetanei tesi alla loro strutturazione, all aumento dell indice di biodiversità con particolare cura ed attenzione nei confronti della salvaguardia, dello sviluppo e del rinnovo delle specie accessorie arbustive ed arboree di interesse pabulare e faunistico, anche tramite loro sotto piantagioni. Al 31 dicembre 2012 il grado di implementazione (sia finanziario, che fisico) dell Azione c) è nullo, ma il bando attivato ha prodotto risultati più che discreti (in qualche maniera inattesi) in termini di adesioni da parte di proprietari o gestori di foreste. Sono state infatti presentate 13 domande (in corso di istruttoria) per un contributo totale richiesto pari a 2,89 Meuro. E stato inoltre pubblicato un secondo bando con una dotazione pari a 0,7 Meuro, scadenza 14 marzo Si può quindi supporre che il contributo di questa Misura potrà risultare significativo ai fini del miglioramento della qualità dei boschi marchigiani. Misura 224 Indennità Natura 2000 in terreni forestali: la Misura 224 avrebbe potuto contribuire al miglioramento generale della qualità dei boschi regionali (finanziando interventi di ripulitura del sottobosco dalle specie invadenti, nonché il mantenimento di vecchi esemplari di castagno), ma non sono state presentate domande in risposta al bando pubblicato nel 2011, per cui non è ravvisabile alcun supporto effettivo della Misura in relazione al raggiungimento dell obiettivo espresso nell ambito della macroarea in oggetto. Gli esiti della discussione durante il FG Non si sono registrati interventi degli stakeholder del settore sulla necessità di un supporto per migliorare la qualità del patrimonio forestale esistente (tramite, ad esempio, la sostituzione di conifere con latifoglie), se non in termini generali, nel quadro di una valorizzazione complessiva delle superfici boscate in vista dello sviluppo di attività inerenti, per esempio, alla fornitura di servizi sociali e ricreativi nell ambiente bosco (escursionismo, percorsi didattici, etc.), nonché in 197

203 considerazione della valenza delle foreste per i servizi ecosistemici che esse sono in grado di fornire 176. Grado di priorità di intervento indicato: basso Budget complessivo del PSR dedicato al settore forestale Al fine di sintetizzare il quadro complessivo delle risorse finanziarie del Programma dedicate al settore forestale (fondi previsti ed effettivamente erogati), è stato necessario, innanzitutto, definire alcune ipotesi di distribuzione dei budget delle singole Misure tra le varie macroaree precedentemente identificate (gli interventi di una singola Misura, difatti, possono avere influenza su più macroaree). Nel caso delle Misure specifiche per il comparto forestale è stata semplicemente stimata la ripartizione del budget complessivo tra le varie macroaree, mentre per quelle non specifiche è stato definita in primo luogo e laddove possibile la quota parte di fondi direttamente collegabili al settore forestale, per poi provvedere alla ripartizione tra le varie macroaree, analogamente a quanto fatto per le Misure specifiche. Non essendo possibile effettuare stime di questo tipo in relazione alle macroareee Formazione e Valorizzazione energetica, non sono state indicate le relative percentuali per le Misure 111, 114, 121, 311 e 312, che sono esclusive per queste macroaree. Nella tabella seguente sono quindi indicate sia le stime sulle allocazioni di fondi per il comparto forestale per le Misure non specifiche, che quelle sulla ripartizione, all interno delle singole Misure ( specifiche e non), tra le diverse macroaree. Misure Tabella 91. Stime sulla ripartizione delle dotazioni finanziarie delle singole Misure tra le macroaree individuate Dotazione finanziaria complessiva Dotazione finanziaria per forestazione Meuro Meuro % 111 7,4 nd Nd 114 1,35 nd Nd ,12 nd Nd Formazione Competitività Macroaree individuate Valorizzaz. Valorizzaz. Altri energetica prodotti Infrastrutture Qualità 122 2,96 2,96 100% 60% 10% 30% ,08 0,88 4% 100% ,22 1,32 10% 100% ,55 20,55 100% 100% 222 1,27 1,27 100% 100% 224 0,48 0,48 100% 100% ,95 15,95 100% 20% 80% 227 3,59 3,59 100% 20% 80% ,64 nd Nd 321 9,80 nd Nd Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC 176 Al tal proposito, preme evidenziare come i partecipanti al FG si dimostrino ben consapevoli delle importanti funzioni ambientali che i boschi esercitano, ad esempio per il mantenimento dell assetto idrogeologico, ed enfatizzino la necessità di coniugare il più possibile aspetti ambientali e forestali, attivando processi virtuosi e prevedendo contributi per la gestione dei boschi considerati come bene pubblico di tipo ambientale. In tal senso va interpretata, a giudizio del Valutatore, anche la richiesta alle Istituzioni di garantire aiuti più al bosco che ai produttori, nonché di prevedere, per il periodo di programmazione , dei riconoscimenti (in forma di indennità) a qui soggetti che avendo cura delle aree boscate concorrono alla tutela degli ecosistemi (un ipotesi potrebbe riguardare l estensione, anche a tali soggetti, delle indennità compensative riconosciute dall attuale PSR agli agricoltori delle zone montane che praticano la zootecnia estensiva). 198

204 Nella tabella successiva vengono invece quantificate sulla base delle stime indicate precedentemente le risorse complessive previste dal Programma per il comparto forestale, rispetto a quelle effettivamente erogate (a fine 2012), a livello di ciascuna macroarea. Macroarea d intervento Tabella 92 PSR Marche: raffronto tra programmato ed erogato per gli interventi in campo forestale Misure correlate Programmato Programmato al netto trascinamenti vecchia programmazione Erogato al 31/12/12 MEURO % MEURO % MEURO % Formazione 111, 114 N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. Competitività delle imprese 122 (Tip. 5), 123 (SMb) 1,68 3,6% 1,37 5,5% 0,30 1,4% Valorizzazione 121, 123b, 311 (SMb), 321 energetica biomasse (SMa) N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. Valorizzazione altri prodotti 221, 222, 227 (Az. A e B) 22,54 47,9% 6,27 25,3% 14,73 68,7% Infrastrutture 122 (Tip. 4), 125 (Az. 3), (Az.a) 4,81 10,2% 3,84 15,5% 1,21 5,6% Qualità delle foreste 122 (Tip. 1, 2, 3), 227 (Az. C), 224, 226 (Azione d) 17,98 38,3% 13,27 53,6% 5,20 24,2% TOTALE 47,01 100,0% 24,75 100,0% 21,44 100,0% (53% del Tot. Programmato) Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati di monitoraggio di cui NP: 1,80 In base ai dati riportati nelle tabelle precedenti si può considerare che: le risorse complessive destinate al comparto forestale vengono stimate nell ordine di circa 47 Meuro di budget dedicato, che corrispondono al 9,7% dell intera dotazione finanziaria del PSR. Non considerando i 22,25 Meuro preventivati per i pagamenti riferiti ai trascinamenti della passata programmazione (che incidono sulla dotazione complessiva prevista per il 47,3%), il peso finanziario del comparto foreste risulta pari al 5,1% dello stanziamento complessivo di risorse per il Programma della Regione Marche; i trascinamenti risultano particolarmente significativi per la Misura 221 (imputati alla voce Valorizzazione altri prodotti, in quanto hanno finanziato principalmente impianti con essenze micorizzate per la produzione di tartufi); al netto dei trascinamenti, gli interventi per la qualità delle foreste assorbono la quota maggiore della dotazione complessiva riservata al comparto forestale, ma viene assicurato un forte impegno anche sugli imboschimenti (legati agli impianti per la produzione di tartufi); il sostegno diretto alla competitività delle imprese appare, invece, piuttosto limitato, sia per quanto riguarda le risorse stanziate che per quanto concerne quelle erogate; in relazione al budget complessivamente erogato vi è una netta differenziazione tra l attuale e la vecchia programmazione: mentre nel primo caso sono stati spesi solo 1,80 Meuro (circa il 7% dei fondi previsti), i pagamenti per i trascinamenti sono stati decisamente superiori (19,64 Meuro sui quasi 23 Meuro previsti). Se si considera poi il rapporto tra pagamenti destinati al settore forestale (1,80 Meuro) e pagamenti totali (102,8 Meuro) per l attuale fase di programmazione, la percentuale che ne risulta (1,7%) rende l idea del limitato supporto fornito dal Programma alle nuove iniziative imprenditoriali forestali. Al contrario, i pagamenti per la passata 199

205 programmazione relativi al settore forestale rappresentano circa il 20% del totale dei pagamenti a valere sui trascinamenti; sempre rispetto alla spesa pubblica erogata, si evidenzia come le Misure che hanno fatto registrare dei pagamenti siano soltanto la 123b, 221, 122, 125, e 226; per le prime tre Misure i pagamenti riguardano esclusivamente i trascinamenti della passata programmazione, mentre per le Misure 125 e 226 sono stati erogati, rispettivamente, circa 0,08 e 1,72 Meuro in relazione ai nuovi impegni. CONCLUSIONI Non esistono singoli interventi risolutivi per un problema così complesso come quello di ridare vigore al comparto forestale nel suo insieme, soprattutto in ambiente mediterraneo-montano. Anzi, non prendendo in considerazione tutti i fattori che limitano il suo sviluppo si rischia di concentrare gli sforzi, organizzativi ed economici, su una parte limitata del problema, approccio che però non determinerebbe un miglioramento della situazione complessiva. Le risultanze degli interventi di interesse forestale del PSR Marche rappresentano un esempio pratico di questa situazione: sebbene siano state messe a disposizione risorse anche significative per il finanziamento del settore forestale, la risposta degli operatori è stata largamente al di sotto delle aspettative (e la situazione nelle Marche risulta essere analoga a quella di tante altre zone, in Italia e negli altri paesi dell Unione Europea). I margini di manovra per questo periodo programmatico sono limitati, ma risulta importante impostare in maniera efficace la programmazione forestale per il periodo , anche tenendo in debito conto le opinioni espresse da testimoni privilegiati del comparto in relazione ad alcune macrocategorie di intervento, quali: formazione e informazione degli addetti al settore forestale; competitività delle imprese e riduzione dei costi di produzione; valorizzazione energetica delle biomasse forestali; valorizzazione degli altri prodotti legnosi e dei prodotti non legnosi (compresi i servizi ambientali, sociali e culturali in foresta); infrastrutture forestali; qualità delle foreste. Fattori esterni al PSR che influenzano le attività forestali Alcuni fattori esterni al PSR possono influire in maniera anche significativa sulla dinamicità del comparto forestale nel suo insieme, condizionando quindi anche il successo delle Misure del Programma. Va innanzitutto sottolineato, in tal senso, il ruolo della normativa in campo forestale e del coordinamento tra i vari enti coinvolti nelle competenze forestali. Uno dei motivi della scarsa attrattività delle attività selvicolturali risulta essere una normativa di settore che abbisogna di un processo di revisione, semplificazione e modernizzazione, in quanto gli interventi in foresta sono soggetti ad una stratificazione di norme comunitarie, nazionali e regionali, spesso particolarmente complesse e di non semplice applicazione, specie nelle aree con vincoli ambientali (come ad esempio la necessità della Valutazione di Incidenza per il ripristino di piste forestali in aree Natura 2000). A ciò vanno aggiunte interpretazioni di tali normative, da parte dei vari organismi preposti al controllo, spesso eterogenee tra loro. Anche se non dotate di poteri specifici in merito, le Autorità di Gestione dei PSR potrebbero comunque assumere il ruolo di facilitatori di interscambi tra le autorità comunitarie (in primis la DG Environment per le problematiche relative ai siti della Rete Natura 2000), nazionali (innanzitutto il Ministero dell Ambiente per le problematiche relative sia ai siti della Rete Natura 2000 che alle aree naturali protette statali) e regionali competenti in materia forestale, per cercare di adottare i necessari correttivi. Il contrasto all abbandono delle attività selvicolturali attraverso il supporto alle popolazioni residenti in aree marginali deve rientrare in una politica complessiva di sostegno alla montagna e alle zone svantaggiate e non si può basare solo sulle indennità peraltro importanti riconosciute dalle Misure 211 e

206 Un altro punto critico settoriale che limita non poco la partecipazione degli operatori alle iniziative del PSR riguarda la generalizzazione del fenomeno che vede molte ditte del settore operare (in parte o completamente) al di fuori di un inquadramento contrattuale (acquisti di boschi/lotti di legname), lavorativo, previdenziale e fiscale definito e trasparente. D altra parte gli stretti margini operativi (dovuti anche alla concorrenza dei prodotti esteri) potrebbero deprimere ulteriormente il settore, qualora le ditte fossero costrette a far emergere completamente e compiutamente le loro attività. Il contributo specifico del PSR Il PSR rappresenta uno dei principali strumenti di intervento a favore del settore forestale regionale. È stata effettuata, quindi, un analisi dell efficacia del Programma in relazione ad alcune macroaree d intervento che si ritiene possano essere considerate come tra le più significative per lo sviluppo complessivo del comparto forestale regionale. Il Programmatore aveva previsto, in sede di progettazione del PSR, di destinare alle iniziative forestali fondi dedicati stimati nell ordine di 25 Meuro, oltre a circa 22 Meuro per il pagamento dei trascinamenti della vecchia programmazione. Andrebbero considerate peraltro anche altre risorse non quantificabili con esattezza utilizzate a favore del settore forestale. I risultati fin qui raggiunti dal Programma in termini di fondi effettivamente erogati per iniziative di interesse forestale (circa 21 Meuro) appaiono nell'insieme importanti, ma va considerato che solo 1,80 Meuro sono relativi al presente periodo di programmazione, mentre la restante quota risulta a carico dei trascinamenti. Con la pubblicazione (nel corso dell annualità 2013) del quarto bando per la Misura 226 e del primo bando per la Misura 222 tutti i fondi previsti saranno praticamente messi a disposizione dei potenziali beneficiari. Tra i risultati raggiunti possono essere menzionati quelli riguardanti l aumento della competitività delle aziende forestali, obiettivo in relazione al quale è intervenuta la Misura 122, che ha finanziato 25 progetti per una spesa complessiva di 1,38 Meuro anche se si tratta di impegni presi nella passata programmazione. Da considerare poi che ci sono 32 nuove domande in fase di istruttoria in relazione all ultimo bando emanato per tale Misura, anche se il contributo complessivo richiesto è pari a circa il 50 % dell importo bandito. Relativi al miglioramento infrastrutturale sono, invece, gli interventi della Misura 226, che si è concentrata solo sulle azioni di prevenzione del rischio di incendi boschivi (le azioni di ricostituzione delle aree distrutte dal fuoco e quelle per la limitazione del rischio idrogeologico non sono state attivate). Risultano già erogati fondi per quasi 5 Meuro, di cui 1,72 a valere sull attuale fase di programmazione. Pressoché nulli risultano, invece, gli interventi sulla viabilità forestale finanziati dalla Misura 125. Per quanto riguarda la valorizzazione energetica delle biomasse forestali non si registrano contributi significativi da parte della Misura 121, né per progetti di impianti SRF, né per l acquisto di caldaie a biomassa. Anche la Misura 311 (Sottomisura b, Azione d) è stata attivata per incentivare l incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili, ma nessuna delle domande presentate riconosciute finanziabili riguarda impianti per l utilizzo di prodotti forestali attraverso caldaie a biomassa.. La Sottomisura 123b, specifica per il comparto forestale, avrebbe potuto finanziare impianti di prima trasformazione del legno (ad es. cippati), ma è stata attivata per la nuova programmazione solo nel settembre 2012, con un bando scaduto nel febbraio Anche in merito agli interventi per la valorizzazione dei prodotti non legnosi si registrano segnali positivi derivanti, in prospettiva, dalla sola Misura 221: si spera infatti, per l attuale fase di programmazione, di replicare i risultati positivi per la tipologia di investimenti più gettonati nel periodo , vale a dire gli imboschimenti con piantine micorizzate per la produzione di 201

207 tartufi. Sono stati erogati 14,7 Meuro a favore di circa beneficiari, ma anche in questo caso si tratta di pagamenti per impianti realizzati prima del 2007: il primo bando per la presente programmazione non ha, infatti, riscosso l interesse degli operatori (solo 27 le domande ammesse a finanziamento), ma si spera che l inclusione tra le spese ammissibili della micorizzazione delle piantine per la produzione del tartufo, prevista dal secondo bando, possa assicurare risultati migliori (al momento sono in corso di istruttoria le 71 domande presentate, per un contributo totale richiesto pari a 2,18 Meuro). La Misura 227 avrebbe potuto assicurare una maggiore fruizione del bene pubblico bosco ed una fonte di redditi complementari alle attività tradizionali, ma le Azioni a) e b), che prevedono la realizzazione di sentieristica attrezzata, di immobili ad uso escursionistico e di percorsi didattico/ricreativi, non sono state attivate in quanto sono allo scopo disponibili altri e cospicui fondi di provenienza statale. Non risultano interventi relativi alla formazione ed informazione degli addetti forestali, in quanto sia le attività della Misura 111 che il supporto consulenziale previsto dalla Misura 114 hanno riscosso poco interesse e le 2 domande presentate non sono andate a buon fine. Si registrano risultati molto limitati anche per attività di miglioramento delle qualità delle foreste, in particolare poichè non sono stati finanziati investimenti per la certificazione forestale, previsti dalla Misura 122: questa Misura ha provveduto al solo pagamento dei trascinamenti, mentre i bandi della nuova programmazione hanno riguardato solo gli investimenti aziendali individuali e non quelli di filiera, in relazione ai quali era previsto il sostegno alla pianificazione e certificazione forestale. La Misura 227, poi, che con l Azione c) sostiene interventi non produttivi finalizzati alla tutela e all incremento della biodiversità dei boschi marchigiani, è partita soltanto a metà del 2012 e non si potranno avere risultati tangibili, quindi, prima del Va tuttavia considerato che vi è stata una discreta risposta al primo bando (sono state raccolte 13 domande attualmente in fase istruttoria per un contributo totale richiesto pari a 2,89 Meuro) e che è stato emanato un secondo bando scaduto a marzo Gli esiti della discussione durante il Focus Group Non si ritiene realistico pensare che il solo PSR possa determinare un inversione di tendenza rispetto alla limitata convenienza dei proprietari/imprenditori forestali nella gestione del patrimonio forestale. Le risorse finanziarie attuali, ed ancor più quelle che presumibilmente saranno a disposizione per il prossimo periodo, non potranno verosimilmente produrre drastici cambiamenti sul patrimonio boschivo regionale. Pur tuttavia il PSR può e deve giocare un ruolo importante di sostegno ed indirizzo al settore forestale, puntando in prospettiva su una rosa di obiettivi magari più ristretta di quella attuale. Al riguardo durante il Focus Group che si è tenuto in data 4 marzo 2013, rappresentanti delle organizzazioni di categoria, dei tecnici forestali che operano sul territorio, delle Amministrazioni centrali e periferiche incaricate della gestione degli interventi del PSR, nonché di altri stakeholder del settore, hanno espresso un elevato grado di priorità solo per alcune tematiche o iniziative in campo forestale, inerenti, più nel dettaglio, macroaree di intervento quali la valorizzazione energetica delle biomasse forestali, la valorizzazione di altri prodotti legnosi e non legnosi (compresi servizi in foresta), il miglioramento delle infrastrutture forestali. Un livello medio di priorità di intervento è stato accordato, poi, alla categoria formazione e informazione, mentre gli obiettivi relativi tanto ad una maggiore competitività complessiva del comparto (che potrebbe portare comunque i singoli proprietari, a giudizio del Valutatore, a provvedere in proprio ad una migliore gestione complessiva del patrimonio forestale, rimettendo in moto una gestione attiva delle aree boscate regionali), quanto al miglioramento della qualità delle foreste, sembrano registrare, invece, un basso livello di interesse da parte dei testimoni privilegiati interpellati. 202

208 3.7.7 Rivitalizzazione del tessuto socio-economico e miglioramento della gestione dell ambiente e del territorio nelle zone di montagna/caratterizzate da svantaggi naturali, diverse dalle zone di montagna Definizione dell ambito tematico analizzato e relative parole chiave Le aree svantaggiate (zone di montagna o con altri svantaggi naturali) 178 sono definite da un insieme di caratteristiche (orografiche, climatiche, inerenti alla qualità del terreno, etc.) che comportano, in generale, una minore resa delle produzioni agricole e una minore redditività complessiva. In queste zone, in cui il comparto agricolo rappresenta una componente fondamentale del tessuto socio-economico locale, si riscontrano, inoltre, una carenza generalizzata di servizi e infrastrutture e densità abitative molto basse; si rileva, poi, un alta incidenza del fenomeno dello spopolamento, dovuto soprattutto alle scarse opportunità di lavoro che queste aree, decentrate rispetto al contesto produttivo regionale, offrono. Nell ambito delle zone svantaggiate gli obiettivi principali degli interventi del Programma sono relativi alla continuazione dell uso agricolo del suolo ed al mantenimento di una comunità rurale sostenibile. Dei 239 comuni delle Marche, 79 ricadono in zone montane svantaggiate e comprendono tutti quelli localizzati nell area PSR D ed alcuni comuni dell area C3. Nelle zone svantaggiate diverse dalle aree montane rientrano altri 37 comuni: si tratta dei restanti comuni dislocati nella zona PSR C3 e di alcuni di quelli ricadenti nell area C2, oltre ad Ascoli Piceno, che si trova in area A. Ogni comune può avere la totalità od anche solo una parte del proprio territorio definito come svantaggiato. Le caratteristiche principali del tessuto socio-economico delle aree svantaggiate (montane e non) riferite, sostanzialmente, al settore agricolo, sono riassunte nella seguente tabella: Tabella 93 Parametri socio-economici delle aree svantaggiate montane e altre aree svantaggiate 179 Parametri Aree svantaggiate montane Aree con altri svantaggi Tot. Aree svantaggiate Totale Marche Totale Aree svantaggiate/totale Marche Popolazione (ab.) ,4% Densità abitativa (ab./km 2 ) 47,6 169,2 65,3 164,7 -- N. aziende agricole ,1% SAT ,1% SAU ,1% Di cui: Seminativi ,2% Vite ,6% Olivo ,8% Foraggere avvicendate ,9% Prati permanenti e pascoli ,7% Fruttiferi ,4% Superficie media SAU aziendale 20,1 7,7 13,4 10,5 -- Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati Censimento ISTAT Da un punto di vista giuridico gli art. 18 e 19 del Regolamento CE n. 1257/99 definiscono, rispettivamente, le zone montane svantaggiate e le zone svantaggiate diverse dalle aree montane, mentre i Comuni rientranti in tali zone sono individuati dall art. 3, par. 3 (aree montane) e dall art. 3, par. 4 (altre aree svantaggiate) della Direttiva CEE n. 268/ L elaborazione proposta in tabella è stata realizzata utilizzando i dati del Censimento Agricoltura ISTAT 2010 e del Censimento Popolazione 2011 disponibili a livello comunale (considerando,quindi, tutti i comuni ricadenti nelle due tipologie di aree considerate). 203

209 Nella tabella che segue, invece, vengono messe a confronto le variazioni che si registrano tra i dati del Censimento Agricoltura 2000 e 2010 in relazione ad alcuni parametri (riferiti, in primo luogo, a tipologie colturali) che caratterizzano la realtà agricola/zootecnica delle aree montane e dell insieme del territorio regionale (e inerenti sia all estensione delle superfici coltivate che al numero di aziende presenti). Si evidenzia come, in tal caso, si faccia riferimento non alle zone svantaggiate montane come da Direttiva CEE n. 268/75, ma alle sole aree definite come montane, secondo criteri altimetrici, dal Censimento ISTAT 180. Tabella 94 Variazione di alcuni parametri tra il 2000 ed il 2010: confronto tra le aree montane (zona altimetrica ISTAT) e l insieme del territorio regionale Parametri Aree montane (zona altimetrica ISTAT) Marche Per superficie Per n. aziende Per superficie Per n. aziende SAU/N. aziende -14% -47% -4,2% -26,1% Aziende con seminativi -8% -38% -4,2% -24,8% Aziende con vite -24% -55% -14,0% -48,6% Aziende con prati e pascoli +39% -71% -5,6% -52,0% Aziende con allevamenti bovini -40% Nd Nd Aziende con allevamenti -66,6% -68% Nd Nd ovicaprini Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati Censimenti ISTAT 2000 e 2010 Dal confronto dei dati registrati a distanza di 10 anni si riscontra, per le aree montane, un calo significativo sia nel numero di aziende (-47%) che nell estensione dei terreni coltivati (-14%), che risulta maggiore di quello già rilevante in valore assoluto registrato per il resto del territorio regionale. Si sottolinea come le diminuzioni più significative siano a carico delle aziende comprese nella fascia fino a 10 ha, a conferma di un processo di accorpamento delle superfici coltivate in aziende di dimensioni maggiori. Nei territori montani fenomeni quali l abbandono delle attività agricole possono aggravare ulteriormente i problemi legati al dissesto idrogeologico, alla conservazione del paesaggio ed all impoverimento di zone spesso naturalisticamente molto rilevanti. Volendo fornire, in definitiva, un identikit delle aziende agricole localizzate nel complesso delle aree svantaggiate rispetto alla totalità delle aziende marchigiane, le principali caratteristiche 181 sono: dimensione media maggiore, minore incidenza di seminativi e colture legnose agrarie (es. vite ed olivo), maggiore diffusione di foraggere, prati/pascoli e concentrazione di aree boscate all interno delle aziende. Individuazione delle Misure coinvolte rispetto al tema Sebbene il PSR Marche non individui una precisa strategia di intervento e specifiche Azioni Chiave per le aree montane/svantaggiate, all interno del Programma vengono comunque identificate le numerose problematiche collegate a tali zone, che hanno come conseguenza principale l abbandono da parte della popolazione rurale e la marginalizzazione delle terre. 180 I Comuni montani ISTAT rappresentano solo una metà circa di quelli definiti dalla normativa vigente come ricadenti in aree svantaggiate montane. E stato necessario fare riferimento alle aree montane secondo la definizione del Censimento ISTAT in mancanza di dati a livello di singolo comune in relazione al Censimento Agricoltura 2000 che siano paragonabili a quelli disponibili per l anno Tali caratteristiche risultano più marcate nelle aree montane rispetto alle altre aree svantaggiate. 204

210 Per contrastare tali fenomeni, nell ambito dell Asse 2 è previsto l intervento da parte delle Misure 211 e 212, e quindi il sostegno alle aziende agricole operanti in zone marginali per colmare il gap di redditività riconducibile agli svantaggi naturali, con la concessione, più nello specifico, di un supporto alla zootecnia estensiva delle aree svantaggiate quale attività favorevole alla tutela dell ambiente e della biodiversità. Il PSR Marche, consapevole dell importanza del mantenimento, in tali zone, delle comunità rurali sia da un punto di vista ambientale e paesaggistico che sociale dedica alla Misura 211 circa il 20% delle risorse a disposizione per il secondo Asse e l 8,5% dell intero Programma. Più modesto risulta, invece, il peso della Misura 212, che assorbe l 1,7% della dotazione finanziaria dell Asse 2 e lo 0,7% dell intero PSR. Il sostegno all attività agricola nelle aree svantaggiate nel contesto degli interventi dell Asse 1 (attuato, in particolare, attraverso la Misura 121) fa riferimento, invece, all individuazione dei settori considerati come maggiormente strategici per ciascuna area PSR, premiando le iniziative sviluppate nell ambito di tali settori attraverso appositi criteri di priorità. Per le aree svantaggiate sono stati riconosciuti prioritari e, quindi, incentivati, i settori produttivi carni bovine, latte e prodotti lattiero-caseari ed i settori di nicchia. In aggiunta a questo meccanismo premiante, viene comunque riconosciuto un maggiore grado di contribuzione per tutti gli agricoltori ricadenti in aree montane/svantaggiate. L Asse 3 contribuisce poi al miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali svantaggiate attraverso vari interventi, tra i quali, in particolare, quelli in grado di favorire lo sviluppo multifunzionale delle aziende agricole e la diversificazione delle loro attività (agriturismo, produzione di energia rinnovabile), nonché quelli in grado di ovviare alla limitata diffusione delle tecnologie di informazione e comunicazione e quelli che permettono di sviluppare e tutelare i siti di grande pregio naturale al fine di incentivarne la fruizione. Molti di questi interventi concorrono all incremento dell affluenza turistica nelle aree interne e, soprattutto, all aumento delle possibilità occupazionali in tali zone. Per le Misure dell Asse 3 (tra le quali la più significativa è la Misura 311), inoltre, il tasso di finanziamento viene maggiorato per interventi ricadenti in aree montane e svantaggiate. Infine, anche gli interventi previsti in maniera più o meno specifica per il comparto forestale nell ambito di tutti gli Assi del Programma e localizzati per la massima parte in aree svantaggiate, possono essere ritenuti in grado di contrastare le criticità correlate a tali zone, anche se il loro apporto è, però, di tipo più indiretto. Nella presente analisi vengono quindi prese in considerazione le Misure del PSR che si reputa abbiano delle ricadute significative sulle aree montane svantaggiate o con altri svantaggi naturali, ossia: le Misure 211 e 212, che prevedono la concessione di un premio per ettaro per alcune tipologie colturali. Si intende così rinforzare la continuità e la sostenibilità economica dell attività agricola, promuovendo al tempo stesso la tutela del paesaggio e dello spazio naturale. Le Misure sono state progettate, più nel dettaglio, per incentivare gli agricoltori a proseguire l attività zootecnica e la castanicoltura da frutto (in quest ultimo caso soltanto in relazione alla Misura 211); la Misura 214, presa in esame in quanto una porzione importante degli interventi complessivamente realizzati ricade nelle aree oggetto di indagine ed esiste una forte sovrapposizione tra i beneficiari di tale Misura e quelli delle Misure 211 e 212. In particolare circa il 70% del totale delle superfici finanziate dalla Misura 214 ricade in aree svantaggiate; una quota pari, rispettivamente, al 20% dei beneficiari della Misura 211 ed al 29% di quelli della Misura 212 ha presentato domanda di aiuto anche a valere sulla Misura 214. Tale concentrazione di interventi si è verificata nonostante il fatto che per la Sottomisura sul biologico (214b) i premi erogati nelle aree montane risultino naturalmente inferiori rispetto a quelli concessi nelle altre zone (essendoci un minor costo aggiuntivo derivante dall applicazione del metodo biologico). Nel caso della Misura 214 non è previsto, comunque, un riconoscimento di priorità territoriale alle 205

211 zone svantaggiate, se non di tipo indiretto, attraverso l attribuzione di una priorità alle aree Natura 2000, che ricadono in buona parte in aree montane/con altri svantaggi naturali; la Misura 121, che concede sia quote di contribuzione maggiorate agli agricoltori ricadenti in aree montane/svantaggiate, che priorità di intervento alle iniziative ricadenti in zone D e C3 in relazione ad alcuni settori produttivi ritenuti strategici per queste zone; la Misura 311, in relazione alla quale, parallelamente a quanto avviene per la Misura 121, è concessa una percentuale di contribuzione più alta per gli interventi realizzati in aree montane e svantaggiate ed esiste, inoltre, un criterio di priorità per le zone C3 e D; la Misura 112, presa in considerazione (sommando le iniziative finanziate dalle Misure 121 e 311 ricadenti nel Pacchetto Giovani ) per evidenziare anche l incidenza dell imprenditorialità giovanile nelle aree svantaggiate. Considerazioni valutative provenienti dall analisi delle fonti primarie e secondarie Gli esiti delle indagini dirette realizzate presso un campione rappresentativo di beneficiari del Programma, in primo luogo delle Misure 211 e 212, insieme all analisi delle altre fonti informative disponibili sia per quest ultime Misure che per le Misure 112, 121 e 311, hanno permesso di evidenziare alcuni aspetti significativi del ruolo del PSR Marche in relazione alla rivitalizzazione del tessuto socio-economico ed al miglioramento della gestione dell ambiente e del territorio nelle zone di montagna e/o caratterizzate da svantaggi naturali, diverse dalle zone di montagna. Caratteristiche delle aziende beneficiarie di indennità compensative e distribuzione degli interventi del Programma nelle aree svantaggiate Vengono innanzitutto riportate alcune informazioni specifiche riguardanti le aziende agricole beneficiarie delle Misure 211 e 212, in maniera tale da evidenziarne anche le peculiarità rispetto alle altre aziende regionali. Per queste due Misure il numero di beneficiari annuali di cui all attuale periodo di programmazione è rimasto sostanzialmente costante fino a tutto il 2011, con un calo abbastanza sensibile solo nell anno 2010, quando, a causa della mancanza di sufficienti risorse finanziarie, è stato possibile sovvenzionare solo una parte dei soggetti che avevano fatto richiesta di aiuto. Successivamente una modifica al Piano Finanziario ha permesso di rafforzare la dotazione complessiva. Se si considera, comunque, il dato medio sul numero di aziende annualmente beneficiarie per l insieme delle Misure 211 e 212 (circa 1.200), si osserva come queste rappresentino una quota pari al 40% del target potenziale di beneficiari (sostanzialmente le aziende zootecniche presenti in tutte le aree svantaggiate ed aventi una superficie maggiore di 3 ha, di numerosità pari a in base ai dati del Censimento Generale Agricoltura ISTAT 2010). Confrontando tale dato con quello relativo al numero di beneficiari per il passato periodo di programmazione (1.589 al 31/12/2006), si evidenzia una diminuzione nel passaggio tra il periodo ed il periodo Da registrare, altresì, una diversa composizione della platea di beneficiari: per la fase le aziende che ricadevano in area svantaggiata montana erano il 78% del totale di quelle complessivamente sovvenzionate, mentre per la fase questa percentuale è salita a quasi il 92%. Per l insieme delle Misure 211 e 212, si riscontra una maggiore concentrazione di aziende beneficiarie nella Provincia di Pesaro-Urbino, dove si colloca una quota pari al 42,8%; seguono Macerata con il 31,2%, Ascoli Piceno con il 12,6%, Fermo con l 6,8% ed Ancona con il 6,6% (cfr. figura seguente, che riporta anche una rappresentazione della distribuzione delle superfici finanziate nelle diverse province marchigiane). 206

212 Figura 105 Misure 211 e 212: distribuzione del numero di beneficiari e delle superfici sovvenzionate nelle diverse province 182 Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati AGEA Si evidenzia, inoltre, che sebbene tra i beneficiari ammissibili per la Misura 211 siano ricomprese sia le aziende con allevamenti bovini e ovicaprini che quelle che praticano la castanicoltura da frutto, non risultano, tuttavia, aziende beneficiarie di tale Misura in relazione a quest ultima attività produttiva. Per le altre Misure prese in considerazione nella presente analisi, invece, è stata indagata la distribuzione degli interventi sul territorio regionale (utilizzando i parametri entità degli investimenti per le Misure 112, 121 e 311, e superficie sovvenzionata per la Misura 214), in maniera tale da verificare l esistenza o meno di una loro concentrazione significativa nelle aree montane/svantaggiate. Preme evidenziare come per le Misure 121 e 311 siano stati considerati sia gli interventi all interno del Pacchetto Giovani (PG) che quelli fuori dal PG, mentre i dati relativi alla Misura 112 fanno riferimento alla sommatoria degli investimenti realizzati mediante le Misure 121 e 311 all interno del PG. Dall osservazione delle figure che seguono è possibile ricavare come una parte significativa delle operazioni finanziate ricada effettivamente in aree montane/svantaggiate Le barre indicano le superfici, i rombi il numero di beneficiari. 183 Altre carte, riportate in parti diverse del presente Rapporto, visualizzano la distribuzione degli interventi di tali Misure su tutto il territorio regionale, parametrandola alle aree PSR. 207

213 Figura 106 Localizzazione degli interventi delle Misure 112, 121, 214 e 311 in aree montane/svantaggiate 208

214 Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati di monitoraggio 209

215 Sempre in relazione agli interventi di cui alle Misure precedenti, nella figura seguente viene rappresenta la quantificazione della quota parte di investimenti ammessi/superfici finanziate che attiene alle aree montane o alle altre aree svantaggiate: essa risulta decisamente elevata (il 60-70% del totale) per le Misure 112, 214 e 311, mentre per la Misura 121 si attesta attorno al 45%, valore comunque consistente nell ambito del totale degli investimenti ammessi in tutto il territorio marchigiano. Considerando che le aree montane/svantaggiate rappresentano, rispetto al totale regionale, il 51% in termini di SAU ed il 40% in termini di numero di aziende agricole, si comprende come possa essersi verificata un effettiva maggiore concentrazione delle attività finanziate dal Programma in queste zone. Figura 107 Quota parte degli investimenti/superfici delle Misure 112, 121, 214 e 311 nelle aree montane/svantaggiate 210

216 Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati di monitoraggio Le principali risultanze delle indagini dirette 2012 Attraverso le indagini di campo è stato possibile indagare non solo il ruolo delle Misure 211, 212, 112, e 311 per l economia complessiva delle aziende operanti in aree svantaggiate, ma anche le prospettive per il periodo di programmazione Si sintetizzano, di seguito, le principali risultanze delle indagini condotte in relazione a tali aspetti. Principali modificazioni a livello aziendale intervenute a seguito dell adesione alle Misure 211 e 212 Dimensione aziendale: non si registra un effetto significativo dei contributi erogati sulla dimensione delle aziende aderenti alle due Misure. A fronte di un 20% di soggetti beneficiari che dichiara un aumento della SAU aziendale, vi è infatti un 10% che, al contrario, sostiene di aver subito una diminuzione di tale parametro. Forza lavoro: si evidenzia un lieve aumento della manodopera familiare femminile, insieme ad uno, più contenuto, della manodopera maschile extrafamiliare. Nel complesso, comunque, sembrerebbe che l adesione alle due Misure abbia perlomeno contribuito a stabilizzare la forza lavoro presente. Attività extra agricole: indubbiamente le attività agricole rappresentano la principale fonte di guadagno per i beneficiari di indennità compensative; a fronte di un 73% di soggetti che trae da tali attività il 100% del proprio reddito, la restante quota dichiara di svolgere, invece, anche attività extra agricole, riferite principalmente alla vendita diretta dei prodotti, all attività agrituristica/bed & breakfast e al contoterzismo (per 1/3 di tali soggetti il reddito extra agricolo è predominante rispetto a quello agricolo). Percezione del supporto fornito dalle Misure 211/212 e prospettive future per la continuazione dell attività agricola/zootecnica, anche nell ottica del prossimo periodo di programmazione Il sostegno economico fornito dalle Misure 211 e 212 è ritenuto, dalla grande maggioranza dei beneficiari, abbastanza importante come reddito integrativo aziendale o addirittura determinante per il proseguimento dell attività agricola/zootecnica. Tuttavia il dato risulta molto diversificato tra le due Misure, con una quota significativa di soggetti beneficiari della Misura 212 che considera il premio ricevuto come ininfluente (cfr. figura di seguito). 211

217 Figura 108 Come considera il premio ricevuto a seguito dell adesione alla Misura? Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati indagini dirette 2012 Una differenziazione ancora più marcata tra le aziende beneficiarie delle due Misure si registra in relazione alle prospettive di continuazione dell attività agricola/zootecnica in assenza del sostegno fornito dal Programma (cfr. figura seguente). Figura 109 In assenza del Programma, continuerebbe l'attività agricola/zootecnica? Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati indagini dirette 2012 Per la grande maggioranza di beneficiari residenti in aree montane il supporto pubblico costituisce l elemento imprescindibile per decidere di continuare ad esercitare l attività agricola/zootecnica, discrimine che non si incontra, invece, nei soggetti che vivono nelle altre aree svantaggiate, dove evidentemente le condizioni generali sociali e produttive sono migliori. In base agli esiti delle indagini dirette risulta, inoltre, che tutti i beneficiari della Misura 212 che producono con il metodo biologico sono propensi ad applicare anche in futuro tale pratica agricola sostenibile, mentre circa 1/4 dei produttori biologi beneficiari della Misura 211 esprime delle perplessità in relazione a tale evenienza. Tipologie di intervento a cui i beneficiari delle Misure 211 e 212 intendono aderire per la programmazione In relazione a tale aspetto spicca l interesse per gli aiuti sul miglioramento del benessere degli animali (in particolar modo tra i beneficiari della Misura 211), nonché, come è naturale aspettarsi, per i premi volti a compensare i minori ricavi o i maggiori costi derivanti dall esercitare, anche in 212

218 futuro, l attività agricola/zootecnica nelle aree svantaggiate (soprattutto, in tal caso, per i beneficiari della Misura 212, nonostante tali soggetti si dichiarino comunque, come già visto, meno vincolati alla presenza di un sostegno pubblico). Figura 110 Potrebbe indicare 3 tipologie di intervento alle quali potrebbe aderire nel nuovo PSR per la programmazione 2014/2020? Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati indagini dirette 2012 Priorità di intervento per il periodo di programmazione secondo i beneficiari delle Misure 211 e 212 In relazione alle questioni prioritarie che dovrebbero essere inserite nel PSR , per i beneficiari delle Misure 211 e 212 gli obiettivi di carattere economico ed occupazionale risultano maggiormente significativi rispetto a quelli collegati a tematiche di tipo ambientale o alla diversificazione della produzione. Il mantenimento dei livelli reddituali ed occupazionali appare come base di partenza comune ai beneficiari delle due Misure, laddove i soggetti aderenti alla Misura 212 considerano molto importante anche il contrasto all aumento dei costi di produzione. Vi è poi una quota di beneficiari di indennità compensative (25-35%, a seconda della Misura) che ritiene prioritario, per il prossimo periodo di programmazione, il miglioramento delle condizioni di vita nelle aree rurali (cfr. figura successiva). 213

219 Figura 111 Quali sono le questioni prioritarie che dovrebbero essere inserite nel prossimo PSR ? Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati indagini dirette 2012 Interventi per il miglioramento dell attività agricola nelle aree montane secondo i beneficiari di tutte le Misure oggetto di indagine diretta Con riferimento non solo ai beneficiari delle Misure 211 e 212, ma anche a quelli delle altre Misure oggetto di indagini diretta (112, 121, 214 e 311), è stato possibile evidenziare quali siano gli interventi specifici che, secondo tali soggetti, dovrebbero essere maggiormente incentivati ai fini di un sostegno efficace alle attività agricole nelle aree montane. Le attività di diversificazione produttiva e le attività integrative non rappresentano la priorità più importante per i beneficiari delle Misure dell Asse 2; opposto il giudizio dei beneficiari delle altre Misure, che indicano proprio queste tipologie di intervento come quelle che potrebbero contribuire in maggior misura a migliorare la redditività dell attività agricola nelle aree montane. L esigenza dei produttori biologici e degli operatori agricoli delle aree svantaggiate rappresentata anche da una quota consistente di beneficiari della Misura 311 (il 56%) riguarda soprattutto il supporto a sbocchi commerciali innovativi, ritenuto, invece, molto meno significativo dai soggetti aderenti alla Misura 121, che sono interessati invece alla stregua dei beneficiari della Misura 214 al sostegno alla produzione di prodotti di qualità. Benché poi la maggior parte dei soggetti beneficiari interpellati dichiari di avere superfici boscate all interno dei propri terreni (addirittura l 83% per le Misure 211/212 ed il 73% per la Misura 214), la valorizzazione dei prodotti legnosi e non legnosi come possibile fonte di integrazione del budget aziendale viene presa in considerazione solo dai beneficiari delle Misure 112, 121, e 311, nonché da una quota estremamente limitata di beneficiari della Misura 214 (il 4%). Probabilmente le cause vanno ricercate nelle scarsa convenienza complessiva che deriva dall implementazione di attività forestali e nelle difficoltà di penetrazione nel mercato di nicchia dei prodotti non legnosi. La tabella che segue riassume le indicazioni dei beneficiari delle Misure 112, 121, 211/212, 214 e 311 in merito agli interventi che, anche in vista del periodo di programmazione , risultano in grado di supportare maggiormente le attività agricole nelle aree montane. 214

220 Tabella 95 Quali potrebbero essere secondo lei gli interventi più importanti per migliorare la redditività dell attività agricola in area montana? Tipologia di intervento Diversificazione produttiva e attività integrative (agriturismo, servizi ricreativi, ecc.) 59% 59% 35% 25% 32% 75% Valorizzazione prodotti legnosi ed extra-legnosi (tartufi, ecc.) 23% 27% 0% 0% 4% 13% Migliorare la logistica e/o il sistema dei trasporti per una migliore distribuzione/commercializzazione Supportare sbocchi commerciali innovativi (farmer markets, Gruppi di Acquisto Solidale, ecc.) 23% 24% 30% 12% 26% 25% 32% 18% 43% 37% 46% 56% Favorire la produzione di prodotti di qualità (bio, DOP, IGT) 30% 47% 35% 25% 56% 25% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati indagini dirette 2012 Le interconnessioni delle Misure 211 e 212 con le altre Misure del Programma L analisi dei dati di monitoraggio disponibili per le Misure 211 e 212 ha permesso, infine, di evidenziare un altro aspetto inerente al ruolo del PSR Marche in relazione alla rivitalizzazione del tessuto socio-economico ed al miglioramento della gestione dell ambiente e del territorio nelle zone svantaggiate, ovvero le interconnessioni delle Misure 211 e 212 con le altre Misure del Programma. Nella tabella seguente, infatti, sono riportati i dati relativi ai beneficiari di indennità compensative che hanno presentato domanda di aiuto anche a valere su altre Misure del PSR: si tratta di 479 soggetti per la Misura 211 (il 50% del totale), per 294 dei quali (il 30% dei beneficiari complessivi) si registrano pagamenti su tali altre Misure, mentre per la Misura 212 il loro numero è pari a 178 (il 74%, addirittura, del totale), di cui 108 (il 45% dei beneficiari complessivi) con pagamenti sulle diverse Misure alle quali hanno aderito. Tabella 96 Beneficiari delle Misure 211 e 212 che aderiscono anche ad altre Misure del Programma Misura N. % N. % ,3% 11 4,6% ,0% 7 2,9% ,0% 9 3,8% ,8% 17 7,1% ,2% 6 2,5% (294)* 100,0% 48 20,0% ,0% 240 (108)* 100% 214 B ,5% 69 28,8% 214 (Altre SM) 45 4,7% 7 2,9% ,4% 4 1,7% (*) tra parentesi i beneficiari delle Misure 211 e 212 per i quali si registrano pagamenti su altre Misure Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati monitoraggio 215

221 Dall analisi dei dati sopra riportati si evidenzia, per entrambe le Misure, un ampia sovrapposizione con gli interventi della Misura 214, in particolare con la Sottomisura sul sostegno al metodo biologico (214b): si veda, a tal proposito, anche quanto riportato al paragrafo in merito alla quota consistente di superfici finanziate da tale Sottomisura che ricadono in aree montane/altre aree svantaggiate. Relativamente all adesione alle altre Misure indicate in tabella, si osserva soltanto come non vi siano differenze significative tra i beneficiari delle Misure 211 e 212. I progetti regionali in essere specifici per le aree montane/svantaggiate: il Progetto Appennino La rivitalizzazione del tessuto socio-economico ed il miglioramento della gestione dell ambiente e del territorio non solo delle zone montane ma anche delle altre aree svantaggiate, non può che passare attraverso interventi coordinati, che comprendano il contributo di tutti i fondi del Quadro Strategico Comune (QSC) e non solo del FEASR. Appare significativo ricordare in questo senso l esperienza di iniziative esistenti, tra cui quella del Progetto Appennino. Nel marzo 2013 la Giunta regionale delle Marche ha deliberato l avvio della sperimentazione di questo Progetto, mettendo a disposizione fondi provenienti dalla programmazione PAR FAS Marche , fondi FSE e fondi regionali. L avvio di questa sperimentazione consente l attuazione degli impegni assunti dalla Regione con la firma della Carta di Fonte Avellana e porta a compimento un programma di azioni a favore dell Appennino marchigiano. Il Progetto Appennino prevede interventi per la messa in sicurezza del patrimonio forestale e naturale e, più in generale, dell ambiente e del territorio montano. Viene altresì promossa la valorizzazione delle potenzialità turistiche ed ecologico-ambientali del territorio con particolare riferimento alle aree ricreative, ai sentieri turistici, alle aree di sosta e alle ulteriori infrastrutture turistiche a basso impatto ambientale. Conclusioni La base produttiva delle aziende agricole che operano in aree svantaggiate è fondata sulla zootecnia e sulle colture estensive collegate (foraggere e pascoli). Quasi tutte le aziende dispongono anche di superfici boscate. Nel periodo la riduzione delle attività agricole (sia in termini di numero di aziende che di superfici coltivate) ha colpito le aree svantaggiate (specie le piccole aziende), in maniera più grave di quanto non sia avvenuto sul complesso del territorio regionale. Anche se non è stato identificato dal PSR Marche un preciso piano di sviluppo delle aree marginali, sono stati attivati, però, interventi di sostegno specifici (indennità compensative di cui alle Misure 211 e 212) e sono stati individuati criteri di priorità e premialità associate alle aree montane/svantaggiate nell ambito di Misure importanti, come la Misura 121 e la Misura 311. Vi è poi, da parte della Misura 214 con riferimento, in particolare, alla Sottomisura b un sostegno di tipo indiretto (come nel caso degli interventi previsti per il comparto forestale nell ambito di tutti gli Assi del Programma e localizzati prevalentemente in aree svantaggiate), dal momento che una quota significativa di agricoltori delle aree svantaggiate opera in regime di agricoltura biologica o riceve, comunque, un supporto economico in relazione ad altri interventi ricompresi nella Misura sui Pagamenti agro-ambientali (il 20-30% dei beneficiari delle Misure 211 e 212 ha aderito anche alla Misura 214). L insieme delle Misure 211 e 212 ha permesso di raggiungere circa il 40% del target potenziale di beneficiari, rappresentato dalle aziende zootecniche operanti in aree svantaggiate ed aventi una superficie maggiore di 3 ha. Per tali Misure si è registrato, tuttavia, un certo calo nel numero di 184 Efficacia degli interventi della Misura 214b rispetto al sostegno al settore biologico. 216

222 beneficiari (circa 1.200) rispetto alla programmazione (quando erano pari a unità). L analisi della distribuzione, sul territorio regionale, degli interventi delle Misure , 121, 214 e 311 (effettuata utilizzando i dati di monitoraggio) ha mostrato come la quota parte di investimenti ammessi/superfici finanziate che attiene alle aree montane o alle altre aree svantaggiate risulti decisamente elevata, dell ordine del 60-70% del totale, per le Misure 112, 214 e 311, mentre per la Misura 121 si attesta attorno ad un valore minore, pari al 45%. Il comparto agricolo/zootecnico specie quello delle aree montane risulta fortemente dipendente dal sostegno pubblico. In base agli esiti delle indagini dirette condotte su un campione rappresentativo di beneficiari delle Misure 211 e 212 è emerso, infatti, che circa il 60% dei soggetti, in relazione alla Misura 211, non continuerebbe ad esercitare l attività produttiva in assenza dei contributi messi a disposizione dal Programma. Il dato risulta ridimensionato, invece, con riferimento alla Misura 212 e quindi, alle altre aree svantaggiate. I beneficiari interpellati per le Misure 211 e 212 si sono dichiarati poi interessati, per il prossimo periodo di programmazione, oltre che alla prosecuzione di impegni simili a quelli previsti dalle attuali Misure, ad aderire a tipologie di intervento riguardanti il benessere animale. Sempre nell ottica del periodo , le questioni prioritarie che, per tali soggetti, dovrebbero essere inserite nel PSR, sono relative a tematiche di carattere economico ed occupazionale (oltre che al miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali), mentre meno significativi appaiono gli obiettivi ambientali. Con riferimento ai beneficiari di tutte le Misure oggetto di indagine diretta (non solo quindi delle Misure 211 e 212), è stato possibile evidenziare quali siano, per tali soggetti, gli interventi in grado di contribuire maggiormente a migliorare la redditività dell agricoltura montana. I beneficiari delle Misure ad investimento (121 e 311) e della Misura 112 hanno indicato come più importanti le attività di diversificazione produttiva e le attività integrative (agriturismo, servizi ricreativi ecc.), con quote comunque significative di beneficiari delle Misure 311 e 121, che hanno optato, rispettivamente, per il sostegno a sbocchi commerciali innovativi (farmer markets, GAS, ecc.) ed alle produzioni di qualità (bio, DOP, IGT). I beneficiari delle Misure a superficie dell Asse 2 (Misure 211, 212 e 214,) hanno posto maggiormente l accento, invece, sul supporto a sbocchi commerciali innovativi e, nel caso della Misura 214 anche alle produzioni di qualità. Il ruolo di tipologie di intervento per la valorizzazione dei prodotti legnosi e non legnosi è stato giudicato abbastanza importante soltanto dai beneficiari delle Misure 112 e ANALISI DELL APPROCCIO LEADER Obiettivi dell analisi e approccio metodologico Con il ciclo di programmazione , l iniziativa Leader è stata inserita in modo organico nei Programmi di Sviluppo Rurale. Il Reg. (CE) n. 1698/2005 (artt ) ha previsto la presenza di un Asse specifico, l Asse 4, che si configura come un Asse metodologico funzionale all attivazione di Misure PSR tramite il metodo Leader 188. In particolare l art. 62 attribuisce ai Gruppi di Azione Locale (GAL) il compito di elaborare una strategia integrata di sviluppo locale, che comprenda una serie di elementi caratterizzanti, elencati all art. 61. Rispetto al precedente periodo di programmazione, si 185 Si ricorda che la Misura 112 è stata presa in considerazione nella presente analisi, sommando gli interventi sovvenzionati dalle Misure 121 e 311 ricadenti nel Pacchetto Giovani, per evidenziare l incidenza dell imprenditorialità giovanile nelle aree svantaggiate. 188 Sul piano dell impostazione della strategia, va sottolineata la possibilità per i GAL di poter attingere, per la realizzazione di strategie locali di sviluppo e la costruzione del proprio piano di sviluppo, al menu delle misure ammesse a finanziamento in ciascuno dei tre Assi, da quelle più tradizionalmente agricole a quelle di diversificazione economica (Zumpano, 2005). Tale possibilità lascia poi alle singole Regioni la decisione in merito a quali Misure del PSR siano concretamente selezionabili dai GAL, e l eventuale facoltà di attivare Misure ad hoc extra-psr. 217

223 riafferma il ruolo dei GAL come soggetti promotori ed attuatori della strategia di sviluppo locale, ma con i vincoli derivanti dall inserimento nel PSR e nel rispetto delle regole generali, finanziarie e di rendicontazione attuali (Zumpano, 2005). Se da una parte, quindi, si è accresciuta l importanza dell approccio Leader nelle politiche di sviluppo rurale trasformandolo da iniziativa comunitaria specifica a metodo per la programmazione e attuazione dello sviluppo sostenibile delle zone rurali a livello locale, dall altra, proprio tale impostazione ha evidenziato una serie di elementi di criticità derivanti dalla difficoltà di integrare i principi fondanti della logica bottom-up 189 nel complesso sistema regolativo costituito dalla disciplina delle Misure dello sviluppo rurale e dalle relative disposizioni attuative. A tali considerazioni si lega la domanda valutativa espressa dall AdG del PSR Marche con la quale si chiede al Valutatore di verificare la bontà delle scelte organizzative e gestionali adottate per l attuazione della progettazione complessa (in cui rientra anche l Asse Leader). Pertanto in questa fase di aggiornamento dell analisi presentata nella RVI 2010, il Valutatore si è soffermato su alcuni dei Quesiti Valutativi previsti dal QCMV inerenti l Asse 4 che, per molti versi, racchiudono al proprio interno le questioni sollevate dall AdG, trattando, tra l altro, di aspetti legati alla corretta gestione amministrativa e alla capacità dei GAL di attuare le strategie di sviluppo locale 190. Come si è detto il Valutatore approfondisce le questioni sottostanti alla domanda valutativa dell AdG, restituendo informazioni e spunti di riflessione rispetto a punti di forza e di debolezza del sistema gestionale, nonché ad eventuali buone pratiche, anche in vista del prossimo ciclo di programmazione. L analisi prende in esame l organizzazione che ogni GAL si è dato e le modalità di attuazione poste in essere per il corretto svolgimento delle funzioni assegnate agli stessi GAL, tenendo conto che tali scelte sono condizionate dal modello organizzativo posto in essere dalla Regione, oltre che legate ai vincoli posti dai regolamenti comunitari. Nello svolgimento delle analisi, il Valutatore si pone altresì l obiettivo di dare evidenza, ove possibile, al valore aggiunto del metodo Leader rispetto alle modalità convenzionali di attuazione delle misure del PSR, per quanto possibile a questo stadio di attuazione dei PSL. Come riportato dalla Corte dei Conti europea 191, infatti, «rispetto ai metodi di finanziamento tradizionali l approccio Leader comporta costi e rischi più elevati, dovuti alla presenza di un livello supplementare di attuazione ed al fatto che il controllo dei fondi UE viene assegnato ad una moltitudine di partenariati locali (i GAL). I rischi e i costi supplementari del Leader sono giustificati dal valore aggiunto che dovrebbe derivare dall approccio dal basso verso l alto e basato sul partenariato, per esempio la migliore individuazione di esigenze e soluzioni locali, il maggiore impegno degli operatori locali e più opportunità di innovazione». A tale riguardo si sottolinea che gli stessi QV dell Asse 4, a differenza dei QV previsti per le misure degli altri Assi, hanno l obiettivo di porre in evidenza le differenze, in termini di efficacia, tra l attuazione di una Misura a livello locale (attraverso la strategia Leader, appunto) e la realizzazione della stessa a livello regionale. In altre parole lo stesso sistema normato dal QCMV intende misurare il valore aggiunto del Leader, compito affidato al Valutatore che, a tal fine, ha previsto il diretto coinvolgimento dei GAL nel processo valutativo. A tal riguardo si evidenzia come le tecniche di valutazione partecipata, come l interlocuzione con i soggetti direttamente coinvolti nell attuazione, in particolare con i GAL, rappresentino gli strumenti principali per incrementare la 189 Presupposto della strategia bottom-up è che non esista un unico percorso di sviluppo valido per tutte le aree rurali, ma che ciascun territorio si caratterizzi per potenzialità e criticità che possono essere riscoperte solo dal basso, valorizzate o eliminate. 190 Si rimanda al Disegno di Valutazione del maggio 2011 ed alla Relazione di Valutazione Intermedia per la descrizione dell intero percorso logico (e delle specifiche attività) che caratterizza la valutazione dell Asse 4 del Programma regionale. 191 Attuazione dell approccio Leader per lo sviluppo rurale (2010), Relazione speciale n. 5, Corte dei Conti europea. 218

224 consapevolezza dell efficacia delle scelte operate attraverso la diffusione della cultura della valutazione (e dell autovalutazione). Nella figura che segue si illustrano gli ambiti di analisi 192 e gli strumenti e le tecniche adottati per la valutazione dell Asse Leader, sopra descritto. Figura 112 Schema metodologico per la valutazione dell Asse Leader Ambiti di analisi - Sistema di gestione e organizzazione del LEADER - Analisi dell' attuazione - Prime riflessione sulla nuova programmazione 2014/ Analisi di coerenza dei criteri di selezione LEADER ANALISI ASSE LEADER Tecniche e Strumenti - Analisi documentale (PSL, bandi, etc.) - Analisi dati monitoraggio (avanzamento procedurale, fisico e finanziario) - Questionario di valutazione rivolto ai GAL Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC L analisi condotta va ad aggiornare quanto esaminato già nel RVI 2010 e si articola come segue: a) la prima parte restituisce un quadro complessivo dell Asse Leader del PSR della Regione Marche e riporta una sintesi delle principali caratteristiche della strategia regionale, un analisi delle procedure definite per l individuazione dei GAL e dei rispettivi Piani di Sviluppo Locale (PSL), con attenzione alle fasi ed ai tempi occorsi per completare i diversi step procedurali, e infine la descrizione della situazione attuativa al 15/10/2012 in termini di avanzamento fisico, finanziario e procedurale; b) la seconda parte approfondisce le scelte organizzative e procedurali inerenti la programmazione e l attuazione dell Asse Leader e le attività di animazione intraprese dai GAL. I diversi ambiti di analisi sono sviluppati attraverso le risposte ai QV comuni del QCMV riferiti alle Misure 413 e 431. c) le principali evidenze emerse dall analisi e i suggerimenti valutativi, che pongono attenzione anche al prossimo ciclo di programmazione, sono raccolti nell ultima sezione del capitolo. 192 Si fa presente che l analisi di coerenza dei criteri di selezione è riportata al Capitolo 3.3 del presente Rapporto. 219

225 L Asse Leader nella strategia del PSR Marche Con riferimento alle scelte strategiche e programmatiche della Regione Marche, le aree di intervento dei 6 GAL selezionati sono distribuite come riportato nella seguente figura. Figura 113 I 6 GAL marchigiani nel periodo di programmazione 2007/2013 Fonte: Regione Marche RAE 2009 del PSR 2007/2013 La dotazione finanziaria dell Asse 4 del PSR Marche ammonta a 27,59 M, pari al 6% delle risorse complessive del PSR Marche per il periodo 2007/2013. Le Misure previste per l attivazione delle strategie integrate dell Asse 4 sono le seguenti: Strategie di sviluppo locale: qualità della vita e diversificazione Cooperazione interterritoriale e transnazionale Gestione dei gruppi di azione locale, acquisizione di competenze ed animazione. Oltre alle Misure previste nell Asse 4, i GAL marchigiani possono attivare, nell ambito della Misura 413, quelle relative al terzo Asse (ad eccezione della Misura 311), una scelta del Programmatore che va a favore di una forte concentrazione di azioni e di risorse, sebbene a fronte di una delimitazione dell ambito di azione dei GAL che possono rispondere ad un numero più ristretto di istanze provenienti dal territorio. Va aggiunto poi che, mentre alcune Misure sono attivabili esclusivamente attraverso il metodo Leader, altre possono essere inserite in altri strumenti di progettazione integrata territoriale, i PIT Progetti Integrati Territoriali (il cui soggetto promotore è la Provincia competente per territorio), rispetto ai quali l azione dei PSL dovrà essere complementare e sinergica (cfr. tabella che segue). 220

226 Tabella 97 - Le Misure attivabili con la 413 e con i PIT Misure attivabili nei PSL Piani di Sviluppo Locale - Leader Progetti Integrati Territoriali 312 Sostegno alla creazione e allo sviluppo di imprese 313 Incentivazione di attività turistiche 321 Servizi essenziali per l economia e la popolazione rurale 322 Sviluppo e rinnovamento dei villaggi 323 Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale 331 Formazione ed informazione Intervento di promozione territoriale e di certificazione d area Procedure di selezione dei Gruppi di Azione Locale e di identificazione e approvazione dei Piani di Sviluppo Locale Il livello attuativo dei PSL, nel presente ciclo di programmazione, è stato condizionato nelle Marche, come nelle altre regioni italiane, dai tempi mediamente lunghi necessari a completare il processo di selezione dei GAL e di definizione delle strategie di sviluppo locale. Per tale ragione, prima di passare all analisi dell avanzamento procedurale e finanziario del Leader, appare opportuno soffermarsi sulla fase di selezione dei GAL e di identificazione e approvazione dei PSL, al fine di comprendere quali fattori possono, più di altri, aver ostacolato l avvio dei piani in tempi congrui. La procedura adottata dalla Regione Marche per selezione dei GAL e delle rispettive strategie di sviluppo locale, come riportato nella tabella che segue, è articolata in tre fasi successive (cfr. DGR n.1376 del 26/11/2007, poi sostituita dalla DGR n del 7/12/2007): 1. Individuazione dei GAL. Verifica dei parametri di ammissibilità e del possesso dei requisiti di partecipazione e delle caratteristiche della struttura organizzativa di GAL a sostegno della capacità di gestione delle risorse assegnate. Al termine dell istruttoria sono individuati i GAL da ammettere alla seconda fase. 2. Valutazione delle strategie. Valutazione delle proposte strategiche e programmatiche elaborate a partire dall analisi del contesto e delle sue potenzialità. A seguito della valutazione, si passa alla definizione di una graduatoria di merito, in base alla quale procedere al finanziamento dei primi 6 GAL per le attività di informazione e animazione necessarie alla redazione dei PSL. 3. Approvazione dei PSL. Invito ai GAL selezionati a presentare i propri PSL, da elaborare a seguito di una fase di animazione e coinvolgimento della popolazione locale. A valle della presentazione dei PSL, viene avviata una fase di negoziato con gli uffici regionali preposti alla valutazione, fino a pervenire all atto di approvazione e finanziamento dei Piani. Nella tabella successiva si riporta una quadro di sintesi con le tappe della selezione e del negoziato, con l indicazione degli scostamenti tra la tempistica effettiva e quella definita (seppur indicativamente) dal bando di selezione dei GAL (DGR n. 1376/2007). 221

227 Tabella 98 - Le fasi di approvazione dei GAL e dei PSL del PSR Marche Fase di selezione Date Atto amministrativo N. giorni previsti N. giorni effettivi Scostamento Approvazione del PSR 15/02/2008 Decisione C(2008)724 del 15/02/ Individuazione dei GAL 1.1. Bando per la selezione dei GAL 26/11/2007 DGR n.1376 del 26/11/2007, poi sostituito dalla DGR n del 7/12/ Istruttoria e individuazione dei GAL 10/03/2008 DDPF n.36/dmc_10 del 10/03/ /08/2008 DDPF n. 113/DMC_10 del 08/08/ Valutazione delle strategie 2.1. Bando per la selezione delle proposte strategico - programmatiche 2.2. Approvazione proposte strategico -programmatici 09/12/2008 DDS n. 243/DMC_10 del 09/12/ Approvazione documenti strategico programmatiche e assegnazione delle risorse per la Misura di cui 20 per la presentazione delle domande (GAL) 20 per l istruttoria (RM) 27/05/2008 DDS n. 59/DMC_10 del 27/05/ /07/2009 DDPF n. 44/DMC_10 del 15/05/2009 DDPF n. 64/DMC_10 del 19/06/2009 DDPF n. 76/DMC_10 del 16/07/ Approvazione dei PSL Assegnazione risorse Misura /07/2009 DDPF n. 76/DMC_10 del 16/07/2009 di cui 3 mesi per la presentazione delle proposte (GAL) 3 mesi per la valutazione delle proposte (RM) Approvazione indirizzi per la presentazione dei PSL 12/05/2009 DDPF n. 110/S10 del 12/05/ Valutazione dei PSL ed eventuale richiesta 09/11/ adeguamenti 3.4. Valutazione adeguamenti prodotti n.d Approvazione PSL e assegnazione delle risorse finanziarie 18/11/ DDPF n.66/dmc_10 del 18/11/2010 n.d. 374 n.d. Totale Fase Totale procedura Con il DDPF n.36/dmc_10 del 10/03/2008 sono stati individuati i primi 5 GAL. Successivamente è stato approvato il bando che riapriva i termini per la presentazione di nuove domande di ammissibilità alla prima fase di selezione (DDPF n. 96/DMC_10 del ), che ha consentito di procedere all ammissione del 6 GAL alla seconda fase di selezione. 194 L approvazione degli indirizzi regionali per la presentazione dei PSL dà avvio alla terza fase, ma i 4 mesi, entro i quali i GAL dovranno presentare i propri piani, decorrono dall atto di approvazione documenti strategico programmatiche e attribuzione delle risorse per l animazione e la gestione. 195 Il PSL del GAL Montefeltro è stato l ultimo approvato in data 18/11/2010, Cfr. DDPF n.66/dmc_10 del 18/11/

228 Dalla lettura della tabella si evince che la Regione Marche ha intrapreso un percorso chiaro e ben delineato nei contenuti, nei compiti assegnati a ciascuno (GAL o Regione) e nella tempistica. Si sottolinea, inoltre, quale buona pratica, che la procedura per la selezione dei GAL è stata avviata con largo anticipo, circa 3 mesi prima dell approvazione del PSR 196. A ciò vanno aggiunte le attività di informazione ed il costante supporto offerto dagli uffici regionali ai GAL durante tutto il percorso programmatico e attuativo, un affiancamento ritenuto dagli stessi GAL efficace e qualificato. Tuttavia, nonostante gli accorgimenti adottati, ciascuna delle fasi descritte ha accumulato dei ritardi da ricondurre principalmente alle attività negoziali tra la Regione e i GAL, e volte a rafforzare la coerenza interna ed esterna, che nell attuale programmazione andava garantita non solo rispetto agli altri strumenti di programmazione, ma soprattutto all interno del quadro programmatico e procedurale del PSR. La prima fase è stata completata nel mese di agosto 2008 (dopo 256 giorni) con la selezione dei 6 GAL da sostenere nell ambito del PSR In realtà 5 dei 6 GAL che avevano presentato domanda sono stati ammessi alla seconda fase di selezione in poco più di 3 mesi, mentre ne sono occorsi circa altri 5 mesi per completare la selezione del sesto GAL 197. Tale aspetto mette in evidenza una diversa capacità dei singoli GAL, che come si vedrà ricorre in tutte le fasi di selezione, nel presentare proposte coerenti con le richieste dei bandi regionali e dei vincoli posti dal PSR, come pure di adeguarle in tempi congrui rispetto alle indicazioni fornite dagli uffici regionali. Pertanto la tempistica complessiva di ciascuna fase / step è fortemente condizionata da questi elementi di criticità ascrivibili ad alcuni GAL e talvolta, come in questo caso, ad uno solo. Con l approvazione dei documenti strategico-programmatici dei 6 GAL e l assegnazione delle risorse per la Misura 431 Gestione e animazione è stata completata la seconda fase. Anche in questo caso i tempi occorsi (235 gg. in più rispetto a quelli programmati) per l adeguamento delle proposte presentate hanno sensibilmente contribuito a dilatare il periodo necessario a giungere all approvazione dei documenti strategici e programmatici funzionale ad avviare la fase successiva. Nel maggio 2009 con l approvazione degli indirizzi per la presentazione dei Piani di Sviluppo Locale è stato dato avvio alla terza fase. I Piani sono stati presentati nel settembre 2009, in largo anticipo rispetto alla scadenza indicata nel bando, mentre l approvazione dei PSL si è completata il 18/11/2010. L intera fase ha richiesto circa 555 gg., un tempo molto lungo legato soprattutto alla revisione dei criteri di selezione, a seguito di puntuali osservazioni della Commissione europea, e che ha determinato l avvio di un intenso confronto da una parte tra gli uffici regionali e i GAL, al fine di pervenire alla definizione di criteri oggettivi e coerenti con le finalità del PSR e dei PSL; dall altra con la stessa Commissione europea. I criteri di selezione per la misure Leader sono stati poi approvati in via definitiva nel corso della riunione del CdS del giugno Da un raffronto con le tempistiche di selezione dei GAL e di approvazione dei PSL in Italia 198, emerge che i tempi impiegati dalla Regione Marche sono superiori alla media nazionale (715 giorni): sono occorsi circa tre anni (1.007 giorni) dall approvazione del PSR con Decisione C(2008)724 del 15/02/2008, per completare l intera procedura ed approvare i PSL. Questo ritardo è stato abbastanza generalizzato a livello nazionale: infatti i giorni necessari all avvio del metodo Leader vanno da un minimo di 397 giorni fino ad un massimo di giorni. A fronte di un ritardo generalizzato, i tempi richiesti da ciascuna fase procedurale sono molto diversificati tra una Amministrazione e l altra. Nel caso della Regione Marche la fase più critica è 196 Per tale ragione, la Regione ha previsto per la richiamata Delibera la condizione sospensiva dell approvazione del PSR e, nella prima fase, nessun impegno finanziario a proprio carico. 197 Al termine dell azione istruttoria, con DDPF n.36/dmc 10 del sono stati ammessi alla seconda fase di selezione 5 dei 6 GAL che avevano presentato domanda. Successivamente, con DDPF n. 113/DMC 10 del si è approvata l ammissione del sesto GAL alla seconda fase di selezione. 198 RRN- Dossier La selezione dei GAL e dei PSL italiani nei PSR Metodi, risultati, riflessioni, gennaio

229 quella legata alla valutazione e approvazione dei PSL. Tale fase ha infatti visto un ampliamento dei tempi anche a seguito delle problematiche emerse nella fase di definizione e approvazione dei criteri di selezione degli interventi che, su richiesta della Commissione europea sono stati oggetto di revisione al fine di rafforzarne l efficacia e la chiarezza interpretativa. A tale riguardo va rilevato positivamente il supporto offerto dalla struttura dell AdG ai GAL nell operare una revisione in linea con le osservazioni formulate dalla Commissione. Dalle indagini dirette rivolte ai GAL è emerso anche un secondo aspetto che avrebbe contribuito ad allungare i tempi di approvazione dei PSL e legato alla demarcazione territoriale delle aree dei GAL Piceno e Fermano (quest ultimo di nuova costituzione), anche in relazione ai confini amministrativi della Provincia di Fermo, di recente istituzione. I dati confermano che nell attuale ciclo di programmazione la scelta di includere il metodo Leader all interno del PSR, e la conseguente necessità di seguirne gli schemi attuativi e procedurali, non ha facilitato l avvio dell Asse 4. Il ritardo accumulato è stato infatti determinato, almeno in parte, dalla complessità degli aspetti gestionali ed amministrativi da mettere a punto, non ultimo la strutturazione dei circuiti finanziari ed amministrativi e la definizione dei meccanismi procedurali che vedono il coinvolgimento di una pluralità di soggetti: Autorità di Gestione, Organismo Pagatore, GAL e altri beneficiari 199. A tale riguardo si osserva che l avvio delle attività è stato condizionato anche dai tempi necessari agli Organismi centrali preposti al coordinamento e/o titolari di funzioni specifiche per definire procedure e indirizzi gestionali, e mettere a punto / adeguare i propri sistemi informativi (MIPAAF, AGEA) Avanzamento procedurale, fisico e finanziario al 15/10/2012 A partire dal secondo semestre 2011, il sistema Leader marchigiano è entrato in piena operatività e nel corso del 2012 sono stati emanati i bandi. Sulla base dell andamento finanziario dell Asse 4, si nota come al 15/10/2012 solo la Misura 431 Gestione del GAL, acquisizione di competenze e animazione ha registrato dei pagamenti (42,5% della spesa prevista), mentre le altre Misure dell Asse 3 e 4, gestite con il metodo Leader, presentano avanzamenti esclusivamente in termini di impegni 200. Tabella 99 Avanzamento finanziario Asse 4 PSR Marche al 15/10/ Misure Totale Asse 4 PSR Marche GAL Gal Colli Esini Gal Flaminia Cesano Gal Fermano Gal Montefeltro Programmato Impegnato Programmato Programmato Impegnato Speso Programmato (a) Impegnato (b) ,5% ,8% ,3% ,2% Gal Piceno ,1% b/a 199 Già nel 2009 l Autorità di Gestione ha avviato con AGEA incontri per la predisposizione di un manuale delle procedure per fornire indicazioni specifiche sulle competenze di ciascun soggetto coinvolto nell attuazione dell Asse 4 Leader (AdG, GAL, AGEA OP), sia per le domande di aiuto, che di pagamento. Tale manuale è stato predisposto e successivamente approvato con il DDS n. 429/S10 del 23/09/ RRN Report Trimestrale Q Avanzamento della spesa, pag Piano finanziario del PSR Marche Versione

230 Misure Totale Asse 4 PSR Marche GAL Programmato Impegnato Programmato Programmato Impegnato Speso Programmato (a) Impegnato (b) Gal Sibilla ,8% TOTALE GAL b/a ,7% Premialità ,0% Totale ASSE Fonte: Elaborazioni a cura di Lattanzio VIC su dati SIAR e Rete Rurale Nazionale ,4% Nel corso del 2012, i GAL hanno provveduto all emanazione dei bandi sulle Misure inserite nei propri PSL. Nella Tabella che segue vengono riportati i valori messi a bando da ogni GAL rispetto alla dotazione finanziaria prevista per la Misura 413, da cui emerge che, alla metà di ottobre 2012, oltre il 74% delle risorse sono state messe a bando. In particolare 2 GAL hanno disposto l allocazione a bando del totale delle risorse a loro disposizione, mentre altri 2 ne hanno bandito rispettivamente l 82 e il 74%. L emanazione dei bandi e l assegnazione delle risorse al completamento delle procedure istruttorie rappresentano non solo un auspicato avanzamento attuativo dell Asse 4, ma anche i requisiti funzionali all ottenimento della premialità di cui alla DGR n del 1/08/2012, secondo le modalità stabilite dall AdG attraverso il DDS 429/S10 del 22/09/ Le maggiori risorse finanziarie stanziate sono pari all 1% dei fondi complessivamente stanziati dal PSR per l Asse Leader e che andrebbero ad incrementare per un massimo del 20% la dotazione iniziale di ciascun GAL ai sensi della DGR n. 1483/2007. Tabella Avanzamento finanziario dei 6 GAL per la Misura 413 al 15/10/2012 GAL Spesa pubblica prevista Importo tot. messo a bando Importo richiesto Importo Impegnato Capacità di impegno Capacità di impiego a b c d d/a b/a Gal Colli Esini , % 74% Gal Flaminia Cesano , % 105% Gal Fermano , % 82% Gal Montefeltro , % 43% Gal Piceno , % 42% Gal Sibilla , % 101% Totale , , % 74% Fonte: Elaborazione Lattanzio-VIC su dati SIAR I ritardi accumulati hanno influenzato il raggiungimento dei requisiti che ciascun GAL avrebbe dovuto soddisfare entro il 31/12/2012. Infatti alla data di riferimento della presente analisi (15/10/2012) non risultava ancora pienamente soddisfatto nessuno dei criteri definiti per l attribuzione delle risorse 202 L 1% sarà assegnato a metà periodo di programmazione, quale quota premiale da assegnare ai GAL sulla base di parametri di efficienza della realizzazione, DDS 429/S10, pag

231 premiali, come descritto di seguito: 1. Bandi emanati a valere sulla Misura 413 con assegnazioni di risorse pari al 100% della dotazione della Misura in oggetto: al 15/10/2013 l obiettivo è stato raggiunto solo dai GAL Sibilla e Flaminia Cesano; 2. Impegni di spesa assunti per almeno il 50% dell intero piano finanziario del PSL: nessun GAL ha soddisfatto tale criterio, attestandosi tra un minimo del 20% ad un massimo del 35% di impegni sul totale delle risorse stanziate; 3. Graduatorie approvate sulle sottomisure della 413 che prevedono una spesa pubblica ammissibile complessivamente superiore alla dotazione finanziaria totale delle medesime sottomisure; alla data di riferimento non si dispone di un valore significativo. Un quadro più esauriente dell avanzamento finanziario e procedurale può essere ricostruito attraverso le informazioni raccolte attraverso l indagine diretta, dalla quale è emersa una sostanziale conferma delle informazioni deducibili dai dati di monitoraggio (cfr. tabella seguente). Tabella Avanzamento procedurale dei PSL in relazione alla emanazione dei bandi ed alla pubblicazione delle graduatorie Avanzamento finanziario Bandi/ Graduatorie Graduatorie completate per il 30% degli importi a bando Graduatorie completate sino al 70% degli importi a bando Graduatorie completate oltre il 70% degli importi a bando Bandi emanati per il 30% delle risorse complessive Bandi emanati sino al 70% delle risorse complessive Bandi emanati per oltre il 70% delle risorse complessive Fonte: Elaborazione Lattanzio-VIC su dati indagine diretta I risultati poco soddisfacenti in termini di avanzamento finanziario dell Asse 4 Leader del PSR Marche appaiono in linea con un ritardo generalizzato a livello nazionale, la cui gravità appare più evidente se si fa riferimento ai livelli di avanzamento raggiunti dopo lo stesso lasso di tempo nella precedente programmazione. Tabella 102 L avanzamento finanziario: confronto tra Leader e Asse 4 del PSR (spesa/ programmato) Italia (giugno 2005) Regione Marche (giugno 2012) Leader ,6% 36,8% Asse ,9% 8,5% Fonte: Elaborazioni RRN TF Leader su dati MIPAAF, Regioni, Rete Leader I ritardi attuativi possono essere imputati, secondo i GAL intervistati, principalmente a due fattori: a) le rigidità ascrivibili alle regole del PSR e ai tempi necessari a definire le procedure gestionali e 226

232 attuative, che hanno di fatto ingessato la programmazione locale, con conseguenti ritardi accumulati già in fase di selezione dei PSL e una non tempestiva definizione e adeguamento delle procedure e del sistema di monitoraggio regionale (SIAR) rispetto alle specifiche esigenze del metodo Leader; b) i maggiori oneri a carico dei GAL per lo svolgimento delle attività istruttorie delle domande di aiuto e pagamento. La scelta di delegare una parte delle funzioni amministrative effettuata dalla Regione Marche, come anche da altre Amministrazioni regionali, ha pesato sull efficienza di strutture con risorse limitate come i GAL. Inoltre, accanto all impegno burocratico maggiore rispetto alle precedenti esperienza, c è stata anche la necessità della formazione all utilizzo dei programmi gestionali (SIAR) ed il tempo per l implementazione dello stesso. c) la diminuzione dell interesse da parte dei beneficiari dei GAL. In particolare nel caso dei soggetti privati sono stati registrati alti tassi di rinuncia a causa sia del tardivo avvio dei bandi, sia degli oneri amministrativi. Viceversa per gli Enti pubblici i principali problemi sono connessi all inammissibilità dell IVA, secondo quanto stabilito dall art. 71 del Reg. (CE) 1698/2005. Occorre aggiungere che la capacità finanziaria degli Enti locali è stata resa ancor più problematica a causa delle minori disponibilità legate ai tagli operati alle risorse pubbliche degli ultimi anni (2010/2011). Per completare la disamina sul quadro generale di avanzamento finanziario del Leader nelle Marche, è interessante osservare all interno della Misura 413, le iniziative che stanno riscuotendo maggior successo. Nella Tabella, che segue, viene riportato lo stato di avanzamento per singola tipologia di intervento. Codice Misura Descrizione Misura Sostegno alla creazione e allo sviluppo di microimprese Incentivazione delle attività turistiche Servizi essenziali per l economia e la popolazione rurale Sviluppo e rinnovamento dei villaggi Tutela e riqualificazione dei territorio rurale Tabella Avanzamento finanziario Misura 413 al 15/10/2012 Spesa pubblica Importo messo a bando Importo richiesto Importo ammesso Importi impegnati a b c d e Formazione e informazione Promozione territoriale e certificazione d area Totale Misura Fonte: Elaborazione Lattanzio-VIC su dati SIAR Si evidenzia in primo luogo il ridimensionamento nei bandi attivati delle risorse destinate ad alcune tipologie di iniziative, come ad es. nel caso dell offerta di servizi essenziali per l economia e la popolazione rurale previste dalla Misura 321, per la quale i GAL hanno infatti posto a bando solo il 15% delle risorse previste, in vista di una rimodulazione dei fondi a favore di altre Misure, per le quali in questi anni è accresciuto l interesse. È il caso delle iniziative che vedono come beneficiari gli Enti locali, in particolare le Misura 322 e 323, per i quali la riduzione delle risorse pubbliche rende i fondi 227

233 comunitari maggiormente strategici. In merito ai progetti rivolti al settore privato, il dato parziale (le istruttorie in molti casi sono ancora aperte) rivela situazioni diversificate: da una parte il grande interesse espresso verso gli interventi a favore di microimprese artigiane e commerciali, dall altra le scarse richieste pervenute, rispetto alle somme stanziate, per le iniziative di sviluppo delle attività turistiche previste dalla Misura 313. Con riferimento alla situazione descritta, nel corso dell indagine diretta è emerso che molti GAL prevedono di effettuare, o hanno effettuato, una rimodulazione finanziaria in maniera da poter utilizzare al meglio le risorse a disposizione in considerazione del modificarsi dei fabbisogni locali rispetto al momento in cui è stata definita la strategia locale di sviluppo. Al 15/10/2012 non si registrano pagamenti per le iniziative a valere sulla Misura 413, pertanto l analisi valutativa ha preso in considerazione indici di avanzamento procedurale. La capacità di impegno delle risorse, dato dal rapporto tra le risorse impegnate (e) dai GAL rispetto alla dotazione finanziaria prevista (a), si attesta intorno al 17%, un valore che evidenzia un forte ritardo attuativo anche rispetto alla media italiana (46,7% 203 ) al 31/06/12. Il tasso di approvazione rappresenta invece il rapporto tra il valore ammesso a contributo (d) rispetto al valore delle risorse messe a bando (b). In media questo si attesta al di sotto del 40%, mettendo in evidenza le potenziali problematiche legate alla qualità progettuale, che tuttavia potrà essere verificata con certezza solo in una fase più avanzata visto che in molti casi le graduatorie sono in corso di pubblicazione e pertanto tale valore risulta in continuo aggiornamento. La domanda potenziale, data dal rapporto tra il valore dell importo richiesto (c) ed il valore a disposizione sul Piano Finanziario (a) per l intero periodo come spesa pubblica prevista, rappresenta l interesse del territorio verso le iniziative Leader. Molte Misure presentano valori intorno al 100%, mentre nel caso della Misura 322, il valore dei progetti presentati è circa 1,5 volte le risorse disponibili. Nella figura che segue si evidenziano gli indici sopra descritti in relazione a ciascuna delle Misure attivate nell ambito della Misura 413. alcuni principali aspetti in particolare i ritardi delle Misura specifica attivata per l Asse Leader Marche - Promozione territoriale e certificazione d area - che proprio per alcune difficoltà oggettive di costituire i partenariati idonei alla gestione ed attuazione della stessa presenta forti ritardi nell attuazione. Nel caso del GAL Piceno, tale tipologia di iniziativa è fortemente strategica come si evince anche dalle cospicue risorse stanziate, pari a oltre 1 milione di euro, che pesano poco meno del 50% dell intera dotazione della Misura 413. Si osserva ancora il buon andamento di alcune Misure, in primo luogo la 312 Sostegno e sviluppo delle Microimprese e le due Misure rivolte agli Enti pubblici, la 322 Sviluppo e rinnovamento dei villaggi e la 323 Tutela e riqualificazione del territorio rurale. 203 Cfr. presentazione di D. Cacace Lo stato di avanzamento del Leader in Italia al 30/06/2012, RRN- Task force Leader, Roma 16/10/

234 Figura 114 Indici di avanzamento finanziario Misura 413 al 15/10/ % 200% 150% 100% 50% 0% Totale Misura 410 Capacità di impegno Tasso di approvazione Domanda potenziale Fonte: Elaborazione Lattanzio-VIC su dati SIAR In sintesi al 15/10/2012 l avanzamento finanziario del Leader nelle Marche appare in ritardo anche rispetto alla media nazionale. L avanzamento procedurale di alcune Misure mostra comunque un significativo interesse per le iniziative Leader nei territori di riferimento, facendo rilevare una buona capacità di mobilitare risorse endogene su determinati ambiti di intervento. In particolare appare in tutta evidenza l attenzione alla qualità della vita per i residenti delle aree rurali, attraverso il mantenimento e/o il rafforzamento delle attività commerciali ed artigiane, ed alla riqualificazione dei centri rurali da favorire con gli interventi rivolti ai beneficiari pubblici Analisi dei quesiti valutativi comuni inerenti alle modalità organizzative-procedurali e alle attività di animazione dei GAL Per descrivere l intero percorso organizzativo/procedurale intrapreso dai GAL marchigiani per l attuazione del metodo Leader, il Valutatore ha ritenuto opportuno seguire la metodologia definita all interno del QCMV. Pertanto, sulla base del Disegno di Valutazione del maggio 2011 e a partire dai fabbisogni informativi emersi durante gli incontri con l AdG ed i Responsabili di Misura, è stato elaborato un questionario ad hoc per i 6 GAL marchigiani che ha accolto al proprio interno le esigenze valutative emerse. La logica valutativa che segue riprende i QV definiti in sede di QCMV per analizzare gli effetti generati dall attuazione del metodo Leader e per ciascun quesito preso in considerazione vengono evidenziati: i temi posti dalla domanda, i criteri di giudizio, gli indicatori ad essi correlati, secondo la struttura proposta nel Disegno della valutazione. Per la presente disamina sono stati selezionati, tra gli 8 QV definiti dal QCMV esclusivamente i 5 QV in linea con l ambito di interesse della presente relazione, ovvero il sistema organizzativo/procedurale del Leader, e che mostrano un avanzamento significativo rispetto alla RVI 2010 e su cui il Valutatore ritiene di poter apportare un contributo migliorativo rispetto a quanto già affrontato due anni fa. I quesiti esaminati e la relativa articolazione sono riportati nella successiva tabella. 229

235 Tabella 104 Quesiti Valutativi (QV) relativi al sistema organizzativo procedurale dei GAL e relativi criteri ed indicatori QV 1) In che misura l'approccio Leader ha contribuito a migliorare la corretta gestione amministrativa nelle zone rurali? 2) In che misura l'approccio Leader ha contribuito a mobilitare il potenziale di sviluppo endogeno delle zone rurali? 3) In che misura l'approccio Leader ha contribuito a introdurre approcci multi settoriali e a promuovere la cooperazione per l'attuazione di programmi di sviluppo rurale? Le questioni poste dalla domanda a) È stata promossa un adeguata partecipazione del partenariato alla costruzione della strategia e durante la fase attuativa? b) È stato definito un adeguato livello di autonomia decisionale e funzionale dei GAL? c) È stato definito un adeguato livello di gestione dei GAL? a) La dimensione territoriale risulta adeguata in termini di massa critica e di omogeneità? b) La composizione del partenariato rappresenta i componenti rilevanti del sistema socioeconomico locale? a) In quale misura i PSL hanno favorito l attivazione di un approccio multisettoriale? b) In quale misura si è sviluppata la cooperazione tra i diversi attori? Criteri Rappresentatività del partenariato Grado di autonomia decisionale Grado di autonomia funzionale dei GAL Efficacia ed efficienza delle procedure di attuazione e delle risorse tecniche e umane Il territorio individuato garantisce una domanda di intervento rilevante e una mobilitazione di risorse significativa Livello di rappresentatività degli attori socioeconomici locali in relazione alla dotazione di risorse endogene del territorio Autonomia dei GAL circa l attuazione di progetti multisettoriali Grado di collaborazione tra pubblico e privato Indicatori Composizione del partenariato Variazioni dei partenariati rispetto a Leader + Livello di partecipazione dei partenariati in fase di programmazione e attuazione Grado di autonomia decisionale dei GAL nella definizione del PSL N. e/o % di criteri di selezione proposti dai GAL adottati in fase di selezione dei progetti N. e tipologia delle funzioni delegate ai GAL N. e qualità risorse umane a disposizione del GAL N. di Comuni coinvolti N. di abitanti Quota e tipologia di partner privati nella compagine del GAL N e tipologia di iniziative multisettoriali attivate Accordi/convenzioni pubblico e privato 7) In che misura il sostegno ha permesso di rafforzare le capacità dei gruppi di azione locale e di altri partner coinvolti nell'attuazione delle strategie di sviluppo locale? a) Le azioni di formazione hanno accresciuto la professionalità del personale operante presso il GAL? b) Gli studi hanno consentito una migliore conoscenza del territorio ai fini dell elaborazione della strategia di sviluppo locale Efficacia delle azioni formative sovvenzionate dalla Misura in relazione alle funzioni progettuali, di assistenza tecnica ed alle altre funzioni delegate Efficacia degli studi realizzati N. e tipologia delle azioni di formazione N. di formati N. e qualità degli studi realizzati 230

236 QV 8) In che misura il sostegno ha contribuito a rafforzare le capacità di attuazione dell'iniziativa Leader? Le questioni poste dalla domanda c) Le azioni di animazione e informazione hanno favorito una migliore consapevolezza delle potenzialità del territorio e prodotto interesse per le azioni promosse dai PSL? d) I GAL sono un punto riferimento per le azioni di sviluppo del territorio anche al di fuori del Leader? a) I risultati attuativi sono soddisfacenti, anche rispetto a Leader+? b) Quali implicazioni attuative e gestionali sono derivate dall inserimento del Leader come Asse 4 all interno del PSR, dal ricorso a nuove procedure, dalla presenza di nuovi interlocutori (es. AGEA OP)? Criteri Efficacia delle azioni di animazione e informazione Il ruolo dei Gal in qualità di agenzie di sviluppo locale Efficiente utilizzo delle risorse finanziarie ed efficacia di attuazione Qualità del sistema di pagamento, dei flussi informativi e di monitoraggio Indicatori M) Soggetti (cittadini, rappresentanze istituzionali, sociali ed economiche del territorio) contattati N. (e tipologia) azioni di informazione e di animazione N. di partecipanti agli eventi Percezione del ruolo dei GAL da parte della popolazione beneficiaria Quota di progetti conclusi sul numero di progetti previsti e ammessi, livello di spesa dei PSL Qualità complessiva del sistema organizzativo e procedurale [descrittivo] Per le risposte ai QV, il Valutatore ha fatto ricorso sia a fonti primarie che secondarie ed ha fatto ricorso ai metodi di analisi riportati nella tabella che segue. Fonti primarie e secondarie utilizzate Minute degli incontri con AdG e RdM Questionari ad hoc individuali rivolti ai 6 GAL marchigiani Dati del sistema di monitoraggio SIAR Indicatori aggiuntivi del Programma Quadro normativo regionale inerenti il Leader Documenti di programmazione regionale e locale (PSR, PSL) Bandi pubblicati dai GAL sulle singole Misure Dati della Rete Rurale Nazionale Modalità di analisi Analisi con confronto temporale (interventi /interventi ) Valorizzazione del giudizio di esperti e stakeholder mediante tecniche di valutazione partecipata Elaborazioni per avanzamento finanziario e procedurale su dati di monitoraggio SIAR Analisi grado raggiungimento target attesi Analisi dati secondari e primari Analisi documentale Misura 413 Attuazione delle strategie di sviluppo locale: qualità della vita e diversificazione Le strategie di sviluppo locale promosse dall Asse Leader sono attuate attraverso la gestione delle Misure dell Asse 3, con l esclusione della Misura 311. La Misura 413 è quindi indirizzata a favorire la diversificazione delle attività rurali ed il miglioramento delle opportunità occupazionali nonché a promuovere il miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali al fine di arginare lo spopolamento. La Misura è stata programmata a completamento ed integrazione delle Misure attivate nell Asse 3, con la Sottomisura g Promozione territoriale e certificazione d area, questa finanzia interventi di promozione territoriale e di certificazione territoriale per aumentare l attrattività turistica dei territori, garantire standard di qualità ambientali dei territori regionali attraverso l implementazione e la certificazione di sistemi di gestione ambientale d area di elevata qualità e integrare la dimensione sociale nelle strategie delle imprese delle aree Leader. 231

237 Analisi e risposta quesiti valutativi QV 1: In che misura l'approccio Leader ha contribuito a migliorare la corretta gestione amministrativa nelle zone rurali? Il tema della corretta gestione amministrativa è sicuramente complesso e prende in considerazione una molteplicità di ambiti di analisi che idonei criteri identificati permettono di affrontare su più livelli. La tabella seguente riporta i valori degli indicatori associati alle questioni sollevate dalla domanda valutativa, mentre nel prosieguo del paragrafo si riporta un analisi di dettaglio degli effetti connessi all attuazione dell approccio Leader rilevabili ad oggi. Indicatori Valore Fonte Composizione del partenariato In media 30 soci per GAL di diversi settori PSL Variazioni dei partenariati rispetto a Leader + Livello di partecipazione dei partenariati in fase di programmazione e attuazione Grado di autonomia decisionale dei GAL nella definizione del PSL N. e/o % di criteri di selezione proposti dai GAL adottati in fase di selezione dei progetti Da 143 a 180 soci aderenti ai 6 PSL nelle Marche. L attuale programmazione prevede l esistenza di un nuovo GAL Buon livello di partecipazione, si rimanda al testo per una descrizione analitica Indicatore descrittivo si rimanda al testo Peso variabile dal 30% al 50% a seconda delle Misure N. e tipologia delle funzioni delegate ai GAL 1) predisposizione bandi 2) acquisizione domande di aiuto 3) istruttoria domande di aiuto N. e qualità risorse umane a disposizione del GAL In media 4 risorse, di cui 2 part-time per GAL più due consulenti ad hoc; si rimanda al testo per le considerazioni qualitative PSL Indagine diretta 2012 Manuale delle procedure Leader Indagine diretta 2012 PSL Manuale delle procedure Leader Indagine diretta 2012 Con riferimento alla capacità dell approccio di Leader di promuovere modelli di gestione amministrativa innovativi e rispondenti alle esigenze di sviluppo delle aree rurali, una prima questione di interesse riguarda il livello di partecipazione del partenariato locale al processo di definizione della strategia sottesa al Piano di Sviluppo Locale. Da questo punto di vista, l analisi svolta conferma come il metodo Leader rappresenti una modalità efficace per sostenere processi di aggregazione amministrativa funzionali ad una migliore gestione dei territori rurali. Un primo elemento che rende plausibile tale giudizio è dato dalle informazioni e dai dati forniti dagli stessi GAL. La fase di ascolto, attivata soprattutto attraverso incontri diretti con gli attori delle aree coinvolte, ha permesso, pur all interno dei vincoli posti dalla strategia del PSR, di pervenire a dei PSL condivisi dai vari portatori di interesse e potenziali beneficiari incontrati. Ulteriori elementi sul livello di partecipazione del partenariato e sul ruolo in termini di supporto al processo decisionale, anche di natura quantitativa, sono riportati nell analisi del QV n. 2. Per quel che concerne il primo indicatore relativo alla composizione del partenariato, come già osservato nel RVI 2010, nell attuale programmazione i soci dei GAL marchigiani sono passati da 143 a 180. Sebbene questo risultato debba tener conto della creazione di un nuovo GAL (GAL Fermano) avvenuta per il periodo , si conferma il ruolo dei GAL quali soggetti capaci di aggregare a livello locale le diverse istanze sociali ed economiche. Il confronto diretto con i GAL nel corso del 2012, ha permesso di osservare, oltre alla composizione del partenariato, anche il livello di partecipazione dei vari soggetti. Nel complesso tale partecipazione viene giudicata positivamente dai GAL. Secondo 4 GAL il livello di partecipazione è da considerarsi come buono, mentre solo un GAL riferisce un livello di partecipazione ottimo. Il 232

238 grafico che segue mette in evidenza il livello di partecipazione (valore medio all interno dei 6 GAL) per settore di appartenenza. Figura 115 Livello di partecipazione del partenariato (valore max 5 e valore min 1) Fonte: Elaborazione Lattanzio-VIC Il contributo al processo decisionale, unitamente al livello di partecipazione dei soggetti del partenariato è illustrato nel grafico che segue. Figura 116 Partecipazione e contributo al processo decisionale del partenariato dei GAL (valore max 5e valore min. 1) partecipazione potere decisionale Fonte: Elaborazione Lattanzio-VIC 233

239 L ampia partecipazione dei soggetti pubblici presenti nelle aree rurali, in particolare le Province ed i Comuni ricadenti nelle aree di intervento dei PSL, mostra una relazione più intensa in fase di attuazione dei PSL con le istituzioni pubbliche presenti e, in misura appena inferiore, con alcuni partner del settore privato: i rappresentanti dell Agricoltura, del Turismo e della Cultura. Come emerso anche dalle indagini svolte, si tratta dei settori di intervento prioritari su cui agiscono i progetti promossi dai GAL. Al contrario appare debole il coinvolgimento degli istituti di credito, che spesso si è limitato all acquisizione delle quote societarie, senza portare in nessun caso vantaggi in termini di migliori condizioni di accesso al credito per i beneficiari dei progetti promossi dai GAL. La capacità di contribuire al processo decisionale all interno dei CdA dei GAL, riflette il medesimo andamento, con una presenza più attiva dei soggetti pubblici (Province e Comuni), seguiti poi dai rappresentanti di categoria del Turismo e dell Agricoltura, confermando il minore coinvolgimento di alcuni soggetti del settore privato (cultura, ambiente ed industria). Ovviamente, il dato di sintesi non riflette le differenze esistenti tra i GAL: è il caso del settore Industria nei GAL Montefeltro e Piceno, i cui rappresentanti risultano fortemente attivi, mentre tale partecipazione è quasi nulla nel caso dei GAL Colli Esini e Flaminia Cesano. Il generale sbilanciamento di interesse verso il settore pubblico, anche secondo alcuni GAL, è legato in parte alla tipologie di iniziative finanziabili attraverso il Leader che hanno visto prevalere le misure dell Asse 3 per la creazione di servizi/infrastrutture in aree rurali con beneficiari pubblici (in particolare le Misure 321, 322, 323), che in media raccolgono la maggior dotazione finanziaria 204. Dalle indagini dirette, è emerso poi che i rappresentanti del partenariato in molti casi non sono stati promotori delle iniziative dei GAL tra i loro soci, limitando così quell effetto di cassa di risonanza che proprio il partenariato istituzionale dovrebbe svolgere a garanzia di un maggior coinvolgimento dei soggetti presenti sul territorio. Infine, si riporta nella figura che segue il numero e la tipologia degli incontri con il partenariato organizzati dai GAL nel corso degli ultimi 3 anni: mentre all inizio sono state numerose le convocazioni del CdA, per la definizione del sistema di gestione/procedurale del PSL, successivamente per la definizione dei bandi sono aumentati gli incontri su temi specifici e le attività di divulgazione delle iniziative promosse, che a partire dal 2011 hanno maggiormente occupato il personale dei GAL. Il numero delle assemblee dei soci invece rimane pressoché costante. Figura 117 N di incontri istituzionali organizzati dai GAL nel corso degli ultimi tre anni Fonte: Elaborazione Lattanzio-VIC 204 Dal Piano Finanziario risulta che le Misure rivolte agli Enti pubblici dispongono di circa il 44% del totale, mentre alle Misure rivolte a soggetti privati è stato assegnato il 33%. Le altre risorse finanziarie sono destinate a beneficiari sia pubblici che privati. 234

240 In sintesi, alla luce delle informazioni precedentemente riportate, il Valutatore ritiene che i GAL abbiano promosso un buon livello di partecipazione del partenariato locale nel corso del presente periodo di programmazione; in merito alla tipologia dei soggetti coinvolti, pur se variabile da GAL a GAL, ha visto una prevalente partecipazione degli Enti pubblici locali. A tale riguardo il Valutatore ravvisa l opportunità di rafforzare il coinvolgimento degli operatori privati, affinché possano essere effettivamente valorizzate tutte le risorse endogene esistenti nelle aree rurali interessate. La corretta gestione amministrativa è fortemente legata al grado di autonomia decisionale e funzionale definito dall AdG del Programma, che nel disegnare il sistema ha dovuto tenere in debito conto i vincoli connessi all inclusione del Leader all interno del PSR. Il Manuale delle procedure Leader 205 approvato nel settembre 2010 ha definito un sistema trasparente e chiaro dell intero processo di selezione ed attuazione degli interventi, tenendo conto anche delle indicazioni formulate dalla Corte dei Conti Europea 206, con particolare riferimento ai provvedimenti necessari a limitare i potenziali conflitti di interesse 207. Il Manuale ha permesso di organizzazione al meglio il flusso gestionale migliorandone senz altro la trasparenza dell intero sistema decisionale dei GAL, attraverso la tracciabilità dei flussi e delle responsabilità di funzione. Ovviamente l attribuzione della responsabilità delle attività di istruttoria delle domande di aiuto in capo ai GAL, ne ha sensibilmente accresciuto il carico di lavoro ed ha richiesto l acquisizione di competenze specifiche da parte dei funzionari. La tabella che segue riporta la distribuzione delle funzioni per soggetti competenti per l attuazione e la gestione del PSR Marche Tabella 105 Distribuzione delle funzioni per l attuazione del Leader per soggetto competente Funzione Soggetti Esecutore Competente Delegato Predisposizione Bandi GAL Acquisizione domande di aiuto Istruttore GAL Istruttoria domande di aiuto Istruttore / Commissione GAL Acquisizione domande di pagamento Istruttore AGEA OP GAL Istruttoria domande di pagamento Istruttore / Commissione AGEA OP GAL Verifica programmazione AdG AdG Monitoraggio AdG AdG Valutazione AdG AdG Indirizzi attuativi e procedurali AdG AdG Sistema informativo Staff SIAR AdG Revisione domanda di pagamento Funzionario ADG AGEA OP Regione Marche Controlli in loco (5%) Funzionario PF controlli Agea OP Regione Marche Autorizzazione, erogazione e contabilizzazione pagamenti OP AGEA Fonte: Manuale delle procedure domande di aiuto e pagamento Leader Sulla base di queste informazioni, si rileva che l autonomia funzionale, in termini di delega di funzioni ai GAL, è piuttosto ampia, anche rispetto ad altre amministrazioni regionali, impegnando i GAL in tutte le fasi di istruttoria delle domande di aiuto e di pagamento, mentre l AdG svolge un ruolo di supervisione e valutazione dell intero percorso amministrativo. Dall altro lato, è utile anche vedere 205 Con DGR 429/S10 del 23/09/2010 sono state approvate le procedure per l istruttoria delle domande di aiuto e pagamento a valere sull Asse IV 206 A tal riguardo si può vedere Attuazione dell approccio Leader per lo sviluppo rurale (2010), Relazione speciale n. 5, Corte dei Conti europea. 207 Cfr. Per evitare la possibilità del verificarsi di situazioni di conflitto di interessi, si specifica che tali i soggetti che sono coinvolti nel procedimento istruttorio non possano partecipare a valutazioni di progetti presentati da imprese, ditte, enti con le quali abbiano in corso rapporti di collaborazione, dipendenza, incarichi, ecc. per lo specifico contenuto del progetto sottoposto a valutazione - Manuale delle procedure Leader p

241 quali sono per i GAL le funzioni maggiormente strategiche per il raggiungimento degli obiettivi propri dell approccio Leader. La figura che segue riporta i compiti svolti dai GAL secondo la loro scala di priorità, definita sulla base media delle risposte fornite dai 6 GAL intervistati. Talune funzioni assumono priorità equivalente per tutti e 6 i GAL, ed è il caso delle funzioni tipiche quali: le attività di animazione e coinvolgimento del partenariato. Un ulteriore aspetto di riflessione è quello relativo al forte peso (in termini di impegno) assunto dalle funzioni legate alla gestione delle domande di aiuto e all iter procedurale ad esse correlato. È interessante inoltre il forte coinvolgimento dei GAL nella promozione dello sviluppo turistico inteso questo appunto l elemento chiave per lo sviluppo endogeno della aree coinvolte dal Leader ed in questo senso unanime è stato il consenso dei vari GAL 208. Emerge infine un limitato coinvolgimento verso iniziative più mirate alla sperimentazione e introduzione di elementi di innovazione e ricerca tipici delle esperienze Leader passate, identificata dai GAL come una grave carenza nell attuale programmazione per un metodo che invece si è caratterizzato negli anni come volano per la creazione e il sostegno ad iniziative sperimentali e di ricerca sia nei metodi che nei contenuti. Inoltre preme osservare il peso attribuito alla funzione di comunicazione, che se dal punto di vista della programmazione non è stato definito come ambito funzionale a sé stante, occupa comunque una parte rilevante delle attività dei GAL. A tale riguardo, nel corso delle indagini dirette, è emersa evidente una diffusa consapevolezza della strategicità del saper utilizzare modalità diversificate per comunicare con la propria audience e rafforzare così il proprio ruolo di sportello sul territorio per le iniziative di sviluppo. Proprio in vista della nuova programmazione, il Valutatore suggerisce pertanto di attivare un supporto ai GAL, anche in termini formativi, per favorire un migliore e più diffuso utilizzo degli strumenti di comunicazione. Figura 118 Priorità delle funzioni svolte dal GAL (Valore Max 5-Min 1) Fonte: Elaborazione Lattanzio-VIC su dati indagine diretta 208 Proprio l introduzione della Misura 4137 Promozione territoriale e certificazione d area rappresenta l elemento distintivo del metodo Leader nelle Marche e indica la volontà dei GAL di puntare sulla promozione turistica delle proprie aree. 236

242 Un altro indicatore preso in considerazione nell analisi del primo QV attiene all autonomia decisionale espressa attraverso la definizione dei criteri di selezione da parte dei GAL, con l obiettivo di favorire la selezione di un parco progetti più rispondente alle peculiarità del contesto locale. Nel caso delle Marche, alla domande se la selezione degli interventi è stata coerente rispetto alle priorità del PSL? i GAL, per il 50%, hanno risposto in maniera positiva. Il tema dei criteri di selezione è piuttosto complesso anche per il protrarsi dei tempi di approvazione dei criteri di selezione Leader da parte del CdS. L AdG con la volontà di garantire la coerenza delle iniziative finanziate con gli obiettivi del PSR, ha previsto che una parte dei criteri fosse definita a livello regionale, con un peso in termini di punteggi assegnati che varia dal 65% al 35% del totale secondo le Misure 209. Nel complesso si ravvisa il riconoscimento ai GAL di un adeguata autonomia decisionale nella definizione dei criteri, sebbene il loro peso sia variabile secondo la tipologia di intervento. In vista della nuova programmazione, il Valutatore rileva una maggiore complessità legata alla pluralità di obiettivi Leader. Se nel ciclo tali obiettivi sono coincisi con quelli dell Asse 3 del PSR, nel periodo appare più elevato il rischio di incongruenze, poiché agli obiettivi propri dello sviluppo rurale si potranno aggiungere quelli inerenti agli altri Fondi Strutturali, a cui i PSL plurifondo concorreranno. Infine, altro elemento rilevante ai fini della valutazione del contributo alla corretta gestione amministrativa, attiene all adeguatezza delle risorse umane a disposizione dei GAL. Dalle informazioni raccolte emerge un giudizio sostanzialmente positivo sul capitale umano a disposizione per l attuazione dei PSL, che si basa sulla significativa esperienza pregressa. Si tratta di un risultato apprezzabile anche in termini di mantenimento e valorizzazione delle conoscenze acquisite, peraltro a fronte delle difficoltà legate alla discontinuità finanziaria tra i diversi cicli di programmazione. Nel dettaglio, l indagine diretta ha permesso di evidenziare la composizione della forza lavoro a disposizione di ciascun GAL che vede il coinvolgimento in media di uno staff composto di 4 risorse per GAL, spesso su base part-time, per lo svolgimento delle diverse funzioni, cui si aggiungono il più delle volte dei consulenti esterni che si occupano di questioni specifiche (es. aspetti giuridici, consulenze fiscali, ecc.). La distribuzione del carico di lavoro per tipologia di funzione identificata (cfr. figura seguente) mostra che le attività maggiormente onerose in termini di tempo, fino ad oggi sostenute dai GAL, attengono alla organizzazione degli incontri sul territorio con i vari stakeholder per la definizione del PSL e per le iniziative di informazione sui bandi. Inoltre, anche le attività di comunicazione ed i rapporti con il partenariato occupano una sfera rilevante delle task da svolgere da parte del personale dei GAL. 209 Il Valutatore ha sviluppato l analisi di coerenza dei criteri con gli obiettivi del PSR, per il cui dettaglio si rimanda al Paragrafo 3.3 del presente Rapporto. 237

243 Figura 119 Utilizzo risorse umane del GAL per tipologia di funzione (in % di tempo) Fonte: Elaborazione Lattanzio-VIC su dati indagine diretta In relazione alla selezione del personale del GAL, il Valutatore ha rilevato, così come riportato nella figura che segue, come uno degli elementi essenziali presi in considerazione per la scelta del gruppo di lavoro è stato quello di una precedente esperienza di Leader, in particolare per la selezione degli animatori e del personale di segreteria. Altro aspetto rilevante nella selezione del personale dei GAL è stata la conoscenza del territorio e, in particolare per i consulenti esterni, la conoscenza dei meccanismi di funzionamento dei Fondi Strutturali. Dall altro canto, un peso limitato hanno assunto invece: la conoscenza delle lingue straniere e un esperienza specifica in attività di mediazione/facilitazione. Proprio la definizione di questi criteri ha portato alla conferma sostanziale dei gruppi di lavoro precedentemente coinvolti nella gestione del Leader. Figura 120 Criteri di valutazione del personale GAL Fonte: Elaborazione Lattanzio-VIC su dati indagine diretta A conferma di quanto emerso sull analisi dei criteri di selezione del personale GAL, nella figura che segue, si osserva come in media il personale svolge attività in questo ambito da oltre 11 anni. Questo elevato livello di esperienza è assai variabile da GAL a GAL. Infatti il GAL Fermano, quello di recente costituzione, dispone di un età media del personale più bassa, anche se già con precedenti 238

244 esperienze di gestione del Leader. Questo dato conferma la solidità dei GAL marchigiani che in questi anni (oltre 20) sono riusciti a mantenere e valorizzare le proprie risorse umane capitalizzando così le esperienze acquisite. Proprio questo elevato livello di expertise in termini di gestione del Leader ha limitato il ricorso ad eventuali attività di formazione e/o specializzazione. Infatti il ricorso ad assistenza esterna, è stato relativo esclusivamente all acquisizione di competenze per l utilizzo del sistema di monitoraggio regionale SIAR. Tutti GAL, pertanto, hanno identificato un responsabile al proprio interno, che ha ricevuto una formazione ad hoc, in grado di poter gestire l interfaccia di monitoraggio con l AdG. Figura 121 Media di anni di esperienza del personale GAL in ambito Leader (Valore in Anni) Fonte: Elaborazione Lattanzio-VIC su dati indagine diretta La grande esperienza dei vari gruppi di lavoro dei GAL su ambito Leader e anche il ridotto numero di risorse umane a disposizione (in media 4 persone per GAL, di cui almeno 2 part-time) fa si che vi sia una trasversalità / flessibilità di ruoli e compiti, come emerge dalla figura che segue. Ciò è vero in particolare per il Direttore, che svolge un ruolo trasversale e di coinvolgimento rilevante per ogni task attribuita al GAL. Ne emerge un quadro di forte flessibilità e complementarità del Gruppo di Lavoro fondata su una collaborazione pluriennale che permette quindi una gestione organica delle varie attività che gravano sul GAL. Questo modus operandi è comunque funzionale rispetto agli obiettivi prefissati, visto che per ben 4 GAL su 6 la ripartizione dei compiti e delle funzioni all interno del Gruppo di Lavoro è ritenuta buona, mentre solo 2 GAL si ritengono organizzati in maniera soddisfacente e vedono pertanto margini di miglioramento nel proprio assetto organizzativo. Tuttavia, appare evidente al Valutatore, che una maggior specializzazione dei compiti e delle funzioni potrebbe garantire un ottimizzazione delle tempistiche e dei servizi erogati da ciascun GAL. Figura 122 Distribuzione delle funzioni tra il personale del GAL Fonte: Elaborazione Lattanzio-VIC su dati indagine diretta 239

245 Sempre con riferimento all organizzazione interna, il confronto con i GAL ha fatto emergere come molto tempo sia dedicato alla gestione delle attività delegate (adempimenti istruttori e le procedure collegate), comprimendo e limitando la possibilità da parte dei GAL di occuparsi maggiormente delle attività strategiche quali l animazione e l ascolto del territorio. In altre parole i GAL si sentono sempre più un elemento dell apparato regionale, il che condiziona e limita una corretta e piena attuazione del metodo Leader in termini di servizi agli operatori locali pubblici e privati. QV 2: In che misura l'approccio Leader ha contribuito a mobilitare il potenziale di sviluppo endogeno delle zone rurali? La tabella seguente riporta i valori degli indicatori associati alle questioni sollevate dalla domanda valutativa, mentre nel prosieguo del paragrafo si riporta un analisi di dettaglio degli effetti connessi all attuazione dell approccio Leader. Indicatori Valore Fonte N di comuni coinvolti 32 i comuni ricadenti in ciascun GAL, in media PSL N di abitanti abitanti in media per GAL PSL Con riferimento all adeguatezza della dimensione territoriale in termini di massa critica e di omogeneità, come già riportato nel RVI 2010, nell attuale ciclo di programmazione la Regione Marche ha provveduto ad una nuova perimetrazione delle aree Leader, che ha condotto ad una espansione del territorio eleggibile di circa il 15%, in termini di superficie, mentre i Comuni interessati sono passati da 158 a 190. L indagine condotta ha poi permesso di verificare che la fase di ascolto degli attori territoriali si è protratta oltre la definizione dei PSL. Infatti per la totalità dei GAL sono state previste delle procedure per verificare / aggiornare la strategia in termini di fabbisogni locali e di risorse endogene effettivamente attivabili nella successiva fase di implementazione delle iniziative. Tale fase di ascolto sta portando infatti ad una rimodulazione e, in qualche caso, anche di revisione di molti PSL, sulla base dei cambiamenti intervenuti negli ultimi anni e che hanno in parte modificato le priorità e la capacità di investimento degli operatori pubblici e privati, che potrà essere ulteriormente affinata sulla base delle risposte pervenute dal territorio ai bandi. Le cause sono molteplici e possono essere ricercate negli effetti della crisi economica, che condizionano negativamente la propensione ad investire degli operatori privati, e nei tagli delle risorse pubbliche degli Enti locali, per i quali di conseguenza accresce la strategicità delle risorse europee per attivare i propri investimenti sul territorio. Va aggiunto che anche altri fattori hanno pesato su questo processo di revisione, quale il ritardo attuativo che, sebbene in misura minore, avrebbe inciso sulla scelta di attivare alcune tipologie di intervento, riducendone i tempi a disposizione per realizzare gli interventi nel rispetto dei vincoli temporali del PSR. Un altra ragione va ricercata nella volontà di coordinarsi con gli altri strumenti di sviluppo locale previsti dal PSR e che ha portato a rivedere le strategie individuate in fase di programmazione. È quanto è accaduto nel caso del GAL Sibilla, che ha scelto di non attivare la misura per i servizi alle popolazione previsti dalla Misura 321 all interno del PSL, la cui attuazione è prevista all interno del PIT di competenza dell Ente Provincia. La flessibilità e l adattabilità dei GAL al mutare dei fabbisogni, in una situazione in cui il contesto di riferimento ha avuto dei cambiamenti rilevanti da un anno all altro, è sicuramente un elemento positivo. Tuttavia gli effetti prodotti dalla rimodulazione delle risorse e dalla revisione delle strategie locali vanno seguiti con attenzione, specialmente rispetto alla capacità di mantenere gli obiettivi definiti in fase di programmazione. 240

246 In relazione all indicatore aggiuntivo di risultato M N di soggetti coinvolti attraverso le attività di animazione dei GAL si riporta il valore dell indicatore già quantificato all interno della RAVI Tipologia indicatore Valore raggiunto al dai singoli GAL Flaminia Fermano Sibilla Montefeltro Colli Esini Piceno Totale N. soggetti coinvolti dalle attività di animazione di cui cittadini di cui imprenditori agricoli di cui Organizzazioni Professionali di cui Enti Locali di cui altri soggetti Fonte: RAVI PSR Marche 2012 Le informazioni riportate nella tabella evidenziano come rispetto al valore target al vi sia un avanzamento del 40%, mostrando che l iniziativa LEADER continua il suo processo di ascolto e feed back sul territorio, volto alla promozione del potenziale di sviluppo presente nell area di intervento. Anche dall analisi di questo indicatore di risultato aggiuntivo emerge la preponderanza dell ascolto e del confronto costante che i GAL svolgono con i soggetti pubblici presenti nel proprio territorio. QV 3: In che misura l'approccio Leader ha contribuito a introdurre approcci multisettoriali e a promuovere la cooperazione per l'attuazione di programmi di sviluppo rurale? La tabella seguente riporta i valori degli indicatori associati alle questioni sollevate dalla domanda valutativa, mentre nel prosieguo del paragrafo si riporta un analisi di dettaglio degli effetti connessi all attuazione dell approccio Leader. Indicatori Valore Fonte Accordi/convenzioni pubblico e privato Descrittivo si rimanda al testo Indagine diretta 2012 N e tipologia di iniziative multisettoriali attivate 4 iniziative a valere su altri fondi comunitari: FEAMP, POR CREO, PIT Indagine diretta 2012 La scelta della Regione Marche di consentire l attivazione nei PSL delle sole Misure dell Asse 3, oltre alle Misure proprie dell Asse 4 e riconducibili al sostegno alla gestione dei PSL da parte dei GAL, fa emergere una chiara volontà di promuovere una forte concentrazione di progetti e risorse sulle tematiche afferenti alla diversificazione dell economia e al rafforzamento della qualità della vita nelle aree rurali. Tale indirizzo programmatico, pur riconoscendo un sufficiente margine di libertà nella costruzione dei PSL, non consente di sfruttare appieno tutto il potenziale che il PSR mette a disposizione, riducendo la possibilità di promuovere approcci multisettoriali basati su un ampio ventaglio di tipologie di interventi in termini di ambiti di intervento. A ciò si aggiunge che la scelta, promossa in una prima fase, di favorire un coinvolgimento dei GAL in qualità di Soggetto Promotore nell approccio integrato definito in sede di PSR Marche (Filiere) non è stata poi sostenuta in fase attuativa dall AdG. A tale riguardo si rileva come l attività del Soggetto Promotore degli accordi di Filiera (Cfr. Par successivo) sia simile a quella di animazione che svolge il GAL sul proprio territorio e, in un ottica di ottimizzazione delle risorse, il contributo dei GAL avrebbe forse favorito il buon esito delle Filiere grazie alla esperienza maturata in tanti anni di programmazione, consolidando al tempo stesso la vocazione multisettoriale del Leader. Tale riflessione appare diffusa anche presso gli Enti Parco, i soggetti promotori degli Accordi Agroambientali d Area (cfr. Capitolo 3.8). 241

247 Per quel che concerne la capacità dei GAL di promuovere un approccio multisettoriale sul territorio anche al di fuori del PSR, l indagine con i GAL ha messo in evidenza che nell attuale programmazione ben 4 GAL su 6 hanno attivato progetti ricorrendo a risorse extra PSR. La partecipazione ad iniziative esterne al PSR in linea generale appare piuttosto dimensionata, non superando mai il 10% dell impegno del personale. In particolare i GAL marchigiani sono stati coinvolti in progetti di varia natura dal supporto alla costituzione dei Gruppi di Azione Costieri (GAC) previsti in ambito del FEAMP, al supporto dei PIT per le Comunità Montane, ad attività di animazione all interno dell Asse V del POR. Limitate invece sono state le iniziative in ambito internazionale e/o a carattere Europeo ad eccezione di quelle previste all interno della Misura 421. Emerge quindi una propensione contenuta dei GAL marchigiani ad attivare servizi di animazione locale anche a valere su altre linee di finanziamento, soprattutto rispetto ad ambiti di intervento indicati come prioritari come la promozione turistica e l attrattività. In questo senso unanime è stato il commento dei GAL nell affermare che il sistema organizzativo del PSR non ha favorito la capacità dei Gruppi Locali di essere sul settore della progettazione/animazione. In particolare è stato riconosciuto un forte vincolo nella regola secondo la quale, al momento della richiesta del saldo inerente le spese di gestione riconosciuta dalla Misura 431, verrà applicata una decurtazione del 3% del fatturato ottenuto dall erogazione dei servizi forniti dal GAL e che esulano dall attuazione del PSL 210. Tale disposto avrebbe limitato nell attuale programmazione la possibilità di promuovere altre iniziative, che avrebbero piuttosto favorito i GAL nel promuoversi come agenzie territoriali, così come auspicato anche dalla futura programmazione comunitaria. In conclusione si auspica, visto anche il desiderio dei GAL, che per la nuova programmazione si possano trovare delle forme più snelle sia di gestione del contributo a valere sul PSR e sia di capacità dei GAL di poter attivare iniziative su altri fondi andando così a valorizzare il ruolo dei GAL come il punto di riferimento per la promozione locale nel proprio territorio. In relazione al secondo criterio sul grado di collaborazione pubblico/privato è emblematico il caso della Misura 4137 Promozione territoriale e certificazione d area. Infatti, questa particolare tipologia di intervento è stata vista dai GAL come lo strumento di congiunzione e di raccordo tra soggetti pubblici e privati della aree Leader per la creazione di distretti rurali vocati alla valorizzazione delle qualità in molteplici settori: in ambito enogastronomico, dell accoglienza, della promozione culturale coinvolgendo la pluralità di soggetti ivi presenti. Tuttavia la differenziazione dei tassi di aiuto PSR e l obbligo a sottostare alle regole del pubblico (rispetto dei tempi e delle procedure per appalti, affidamenti, ecc.) ha molto scoraggiato questa unione. Inoltre, in questo momento, molti soggetti pubblici non si trovano nelle condizioni di investire nel settore delle promozioni. Alla situazione descritta occorre aggiungere che il PSR si confronta per la prima volta con le attività promozionali e che, per l occasione, si è dovuta dotare di regole e riferimenti, mentre in altre misure il quadro normativo e di riferimento è consolidato e conosciuto. Dal punto di vista attuativo, la situazione, alla data di riferimento del presente lavoro, si registrano forti ritardi di attuazione di questa Misura 211 e non ci sono ancora elementi per esprimere un giudizio sull efficacia dell intervento. Questo conferma che se da un lato, vi è la volontà di un ampia collaborazione tra la pluralità dei soggetti pubblici e privati, tuttavia dall altro, nell attuazione del PSL il settore privato è stato coinvolto solo parzialmente, come già visto nelle risposte ai precedenti quesiti. In conclusione, anche sulla base di quanto emerso dal confronto con i rappresentati dei GAL, nell attuale programmazione la dimensione multisettoriale non è stato un elemento trasversale all attuazione del Leader nelle Marche. Anzi la possibilità di promuovere iniziative su più settori è stato il risultato di occasioni sporadiche in cui i GAL hanno cercato di attivare dei percorsi virtuosi di 210 Cfr. DGR n. 486/2012 del 10/04/2012, par lett. A Ammissibilità delle spese. 211 Al solo il 22% delle risorse previste è stata messo a bando dai GAL Colli Esini, Fermano, Flaminia Cesano e Montefeltro. 242

248 promozione dello sviluppo locale sulla base delle possibilità offerte. Se da un lato, le scelte del Programmatore, seppur motivate, non hanno favorito la multisettorialità (ad es. a favore della concentrazione delle risorse nella scelta delle misure attivabili o del coinvolgimento di nuovi operatori locali nel caso delle filiere); dall altro i GAL, con le dovute differenze da caso a caso, hanno comunque colto alcune opportunità di affermarsi come delle vere e proprie Agenzie di Sviluppo Locale, in grado di erogare una pluralità di servizi alla popolazione rurale Misura Gestione del GAL, acquisizione di competenze e animazione Descrizione Misura La Misura prevede il finanziamento di azioni funzionali alla gestione amministrativa dei GAL direttamente connesse all attuazione dei Piani di Sviluppo Locale di ciascun territorio, quali: elaborazione e redazione del PSL attività di informazione e comunicazione delle popolazioni residenti concertazione e incontri con le rappresentanze, istituzionali, sociali ed economiche del territorio predisposizione e definizioni atti statutari e regolamenti predisposizione Bandi istruttorie attività di verifica e controllo di primo livello monitoraggio attività tecnico amministrative di gestione del GAL. La Misura appare pertanto strategica e decisiva per la efficace attuazione dell Asse Leader, anche in ragione del fatto che la programmazione dal basso e l accompagnamento delle successive fasi gestionali, richiede una partecipazione attiva degli operatori locali, che può essere garantita solo da una capillare azione di animazione sul territorio. Domanda 7: In che misura il sostegno ha permesso di rafforzare le capacità dei gruppi di azione locale e di altri partner coinvolti nell'attuazione delle strategie di sviluppo locale? La tabella seguente riporta i valori degli indicatori associati alle questioni sollevate dalla domanda valutativa, mentre nel prosieguo del paragrafo si riporta un analisi di dettaglio degli effetti connessi all attuazione dell approccio Leader. Indicatori Valore Fonte N e tipologia delle azioni di formazione 1: formazione specifica per l utilizzo del SIAR Indagine diretta 2012 N di formati 6, una persona per GAL Indagine diretta 2012 N e qualità degli studi realizzati 6, uno per GAL PSL/Indagine diretta 2012 N e tipologia delle azioni di informazione e animazione N partecipanti agli eventi Percezione del ruolo dei GAL da parte della popolazione beneficiaria 7 diverse tipologie. si rimanda al testo per maggior dettaglio 3.016, si rimanda al testo per maggior dettaglio Indagine diretta 2012 Indagine diretta 2012 Descrittivo, si rimanda al testo Indagine diretta 2012 Con riferimento alla tipologia di azioni attivate dai GAL per accrescere la propria capacità operativa, si evidenzia che nessun GAL ha attivato percorsi formativi/informativi per il personale interno. La scelta operata appare coerente con la pluriennale esperienza delle risorse umane selezionate per l attuazione dei PSL (cfr. QV 1). Nella presente programmazione le uniche attività di acquisizione di 243

249 competenze su cui si è investito sono state quelle inerenti alla gestione ed al monitoraggio attraverso il corretto utilizzo del Sistema Informativo SIAR. Gli studi e analisi di contesto funzionali alla predisposizione dei Piani e le azioni di animazione territoriale sono risultati, a giudizio dei GAL, utili in quanto hanno consentito di destinare all elaborazione del PSL risorse umane specializzate, aventi competenze non presenti all interno della struttura del GAL e di focalizzare meglio gli ambiti di intervento prioritari del PSL 212. Un giudizio positivo si esprime rispetto alla capacità delle azioni di informazione e animazione realizzate dai GAL sia in fase di definizione delle strategie locali, per favorire una migliore focalizzazione degli ambiti di intervento prioritari dei PSL, sia per le iniziative di promozione delle iniziative finanziate dai PSL per sostenere un ampia partecipazione ai bandi. Le azione di animazione hanno preso in prevalenza la forma di incontri mirati sul territorio con enti locali, rappresentanti delle associazioni di categoria e operatori privati, mentre tutti i bandi sono stati pubblicati sul sito internet dei GAL. La tabella che segue illustra le tipologie di iniziative realizzate nel corso dei 3 anni di attuazione dell Asse Leader. Tabella Attività di animazione intraprese dai 6 GAL delle Marche (N ) Anno Eventi organizzati per presentare i bandi Sportelli informativi territoriali creati Forum territoriali promossi Partecipazione del GAL a eventi a carattere locale/ regionale/ nazionale Diffusione su media (passaggi su stampa, radio, tv, ecc.) Brochure informative (Manifesti e depliant con sintesi del Documento strategico) Incontri individuali diretti Altro contatti (mail, etc..) Fonte: Lattanzio VIC su dati indagine diretta 2012 Si evidenzia l andamento altalenante del numero e della tipologia delle iniziative per anno: se infatti il 2009 è stato il periodo dedicato all ascolto del territorio per la definizione del PSL, il 2010 è invece stato l anno della definizione dei PSL e dell attesa dell approvazione degli stessi per poi arrivare al 2011, anno di pubblicazione e promozione dei primi bandi. I GAL hanno quindi intrapreso sul territorio una serie di iniziative, attivando le diverse formule di partecipazione e coinvolgimento del partenariato e della popolazione. La numerosità di queste iniziative è senz altro molto elevata e mostra il dinamismo che gli animatori e l intero staff dei GAL mette nell attivare processi di condivisione e di partecipazione della popolazione locale alla realizzazione del PSL. Gli stessi GAL valutano in generale buono il lavoro di animazione svolto anche attraverso l aggiornamento dei siti web o, come quasi tutti hanno fatto, la predisposizione di una newsletter in grado di aggiornare i potenziali beneficiari sulle iniziative promosse. In generale, in termini di efficacia, a detta degli intervistati, le modalità maggiormente fruttuose di scambio di contenuti sono da attribuirsi agli incontri diretti individuali con i potenziali beneficiari che poi, quasi sempre, si traducono in un attività di assistenza per la predisposizione delle domande di aiuto. Proprio sul ruolo che il GAL ha assunto sul territorio come riferimento per azioni di sviluppo può essere utile la tabella seguente, che riporta la percezione che questi hanno sulla propria vocazione e anche su quale ruolo i GAL stessi si sono ritagliati nel proprio contesto territoriale nel corso degli anni. Si evidenzia in primis l aspetto della diversità, ovvero che ciascun GAL è diventato punto di 212 Manca a riguardo la documentazione che verrà prodotta anche a seguito dell attuazione della Misura

250 riferimento per una specifica tematica, proprio perché al di la delle rigidità del PSR, dei vincoli imposti dalla normativa comunitaria e regionale per l attuazione del metodo Leader, la differenza è costituita dalle esigenze specifiche di ciascun territorio. Questa varietà è parte del valore aggiunto di Leader in termini di maggiore prossimità tra il soggetto attuatore e gli operatori locali: ciascun territorio ha bisogno del GAL per la valorizzazione di determinate potenzialità e opportunità in forma molto eterogenea. Tabella 107 Risposta alla domanda Nel contesto territoriale in cui operate, per quali settori/attività il GAL è diventato un punto di riferimento? (Max 5 e minimo 1) GAL/Area di intervento Mobilitazione governance locale Progettazione comunitaria Iniziative innovative e/o sperimentali Agenzia di sviluppo del territorio Turismo enogastronomico Turismo culturale Turismo ambientale Colli Esini Fermano Flaminia Cesano Montefeltro Piceno Sibilla Fonte: Lattanzio VIC su dati indagine diretta 2012 In sintesi quella dell Agenzia di Sviluppo è un ambizione, un obiettivo verso cui i 6 GAL marchigiani, ormai dopo tre cicli di programmazione hanno raggiunto solo in parte e su questo può essere utile anche confrontare il punto di vista dei beneficiari. A tale riguardo, nell ambito delle indagini di campo condotte nel mese di ottobre 2012, è stata effettuata un analisi rivolta a un gruppo di imprenditori agricoli che hanno partecipato al PSR Marche 2007/2013 (misure non attivate dai PSL) allo scopo di indagare la conoscenza e la percezione del territorio rispetto all azione dei GAL e, più in generale, dell iniziativa Leader. In premessa è utile osservare che le interviste condotte hanno avuto come target solo una parte dei potenziali beneficiari delle iniziative Leader. Infatti i GAL operano con una pluralità di soggetti presenti sui territori delle aree rurali e non solo le imprese agricole ascoltate in questa sede che, per tipologia di misure attivabili con il PSR , sono poco coinvolte dalle iniziative Leader. La presente analisi rappresenta un primo tentativo di verifica del grado di penetrazione del Leader rispetto potenziale platea raggiungibile dai GAL sugli effetti del proprio operato. Sicuramente, nel proseguo delle attività valutative (in particolare in sede di valutazione ex-post) potrà essere utile ascoltare anche gli altri stakeholders (partner istituzionali, Enti locali, imprenditori delle aree rurali) per avere un quadro più complessivo del servizio di delivery posto in essere dai GAL nel corso dell attuazione del presente Programma. L indagine ha, in primo luogo, verificato la conoscenza della presenza di un GAL nella zona in cui opera l impresa agricola. In questo senso solo il 29% degli intervistati ha confermato di ricadere in un area dove è attivo un GAL. Questo valore è inferiore al valore della popolazione ricadente in area Leader nella regione Marche (pari al 38,2% 213 ) e conferma quindi che il tasso di copertura delle iniziative attivate con metodo Leader in regione coinvolge poco più di un terzo della popolazione. 213 Cfr. Rete Rurale Nazionale in 245

251 Successivamente l intervista è proseguita con i soli beneficiari che hanno dichiarato di essere a conoscenza dell esistenza dei GAL e di aver avuto una qualche forma di relazione con essi. Più nello specifico è stato chiesto se il beneficiario ha mai partecipato ad iniziative di formazione/informazione (convegni, riunioni, seminari, attività di animazione) organizzate dal GAL?. In questo caso è stato possibile verificare che solo il 31% degli intervistati ha risposto in maniera affermativa, mostrando così una parziale capacità di penetrazione delle iniziative Leader sui territori di propria competenza. In particolare dividendo questo dato per provincia si evidenza come il sud delle Marche abbia avuto, sul campione intervistato un maggior tasso di penetrazione attraverso le iniziative di animazione messe in campo. Figura 123 Partecipazione ad iniziative di animazione organizzate dal GAL per provincia (in %) Fonte: Lattanzio VIC su dati indagine diretta 2012 Infine l ultima questione affrontata con i beneficiari è stata relativa ad un giudizio sull operato dei GAL. Oltre il 40% dei soggetti, che conferma di conoscere i GAL, sebbene non sia in grado di esprimere un giudizio particolare in merito. Oltre 1/3 degli intervistati reputa tali organismi come un soggetto che duplica le funzioni dell amministrazione regionale, in particolare questa visione è espressa dai beneficiari che risiedono nelle province di Ascoli, Macerata ed Ancona. Infine vi è un 26% degli intervistati che riconosce un valore positivo ai GAL ed al loro modo di promuovere lo sviluppo locale, attraverso personale affidabile e competente. Figura 124 Risposta alla domanda Cosa pensa delle iniziative organizzate dal GAL e del suo ruolo sul territorio? (valori in %) Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC In conclusione il Valutatore ha avuto modo di rilevare che il sostegno ha rafforzato la capacità dei GAL marchigiani di operare nelle aree rurali, tuttavia al momento è difficile valutarne l efficacia non avendo a disposizione informazioni relative alla tipologia dei progetti finanziati attraverso il metodo Leader e questa disamina sarà rimandata in sede di valutazione ex-post. Il risultato ottenuto dalla 246

252 Misura 431 è stato quindi quello di sostenere 6 GAL in grado di offrire servizi alla popolazione residente nelle aree elegibili, ai quali è peraltro demandata l onerosa gestione amministrativa delle domande di aiuto e di pagamento. In generale il Valutatore auspica per il futuro la definizione di un modello organizzativo del Leader maggiormente orientato al raggiungimento degli obiettivi piuttosto che alla gestione amministrativa del PSL, riducendo ad esempio le funzioni delegate ai GAL, e sviluppandone le potenzialità insite nelle competenze specifiche dei GAL, la cui azione di promozione dello sviluppo locale andrebbe estesa con più determinazione anche al di fuori del Leader. Domanda 8: In che misura il sostegno ha contribuito a rafforzare le capacità di attuazione dell'iniziativa Leader? La tabella seguente riporta i valori degli indicatori associati alle questioni sollevate dalla domanda valutativa, mentre nel prosieguo del paragrafo si riporta un analisi di dettaglio degli effetti connessi all attuazione dell approccio Leader. Indicatori Valore Fonte Quota di progetti conclusi su numero di progetti previsti e ammessi 0% SIAR Livello di spesa del PSL 26,4% SIAR Qualità complessiva del sistema organizzativo e procedurale (descrittivo) Descrittivo si rimanda al testo SIAR/Indagine diretta 2012 Come già visto nel paragrafo precedente, al il Leader nelle Marche ha registrato pagamenti esclusivamente a valere sulla Misura 431, mentre ancora non esiste un parco progetti finanziato. Appare quindi prematuro in questa sede esprimere un commento sulla qualità della spesa per le Misure 410 e 421, e soprattutto non ci si può ancora pronunciare sull efficacia e sulla qualità delle attività di animazione messe in campo dai GAL. Per quel che attiene all avanzamento finanziario dell Asse 4, il raffronto con le altre Regioni mette in evidenza che il ritardo nell avvio dell Asse Leader, seppur con qualche differenza, è generalizzato. Al 15/10/2012 i livelli di avanzamento della spesa evidenziano un ritardo diffuso a livello nazionale che si attesta sul 10,9% per l Asse Con riferimento all ultimo indicatore, va osservato che i ritardi attuativi possono essere solo in parte determinati dal modello di gestione definito da ciascuna Regione. Come mostra la figura successiva, i diversi modelli gestionali ed attuativi identificati dalle Regioni italiane sono associati a diversi avanzamenti della spesa delle Misure attivate attraverso il metodo Leader, ma con situazioni in realtà molto diversificate. In linea generale, una maggiore delega ai GAL nella definizione dei criteri di selezione è associabile ad una maggiore spesa, mentre appare netto il vantaggio per le Amministrazioni che si avvalgono di propri Organismi Pagatori rispetto a quelle nelle quali opera l OP nazionale, sebbene al riguardo vada osservato che si tratta per lo più di Regioni del Centro Nord, mediamente (e storicamente) più performanti. 214 Cfr. RRN Rivista Approccio Leader AL- dicembre 2012 gennaio

253 Figura 125 Circuiti amministrativi e velocità della spesa dell Asse 4 nei PSR italiani Programmato Speso Velocità spesa I GAL scelgono i criteri di selezione? Si ,8% Parzialmente ,8% Opzi one Ma rche No ,9% I GAL Istruiscono le domande di aiuto? Si ,2% Opzi one Ma rche Parzial. / No ,5% Chi istruisce le domande di pagamento? GAL ,2% Opzi one Ma rche AdG ,8% OP ,4% Qual è il livello di prossimità dell OP? OP nazionale ,5% Opzi one Ma rche OP regionale ,8% Fonte: Rete Rurale Nazionale (elaborazioni a cura di Ecosfera VIC) Nel caso della Regione Marche si è optato per un modello operativo ad alto livello di leaderabilità (nell accezione usata dalla RRN 215 ) in cui parte sono state affidate ai GAL tutte le funzioni delegabili. Come emerge anche dalle interviste dirette condotte dal Valutatore, la gestione dell istruttoria delle domande di aiuto e delle domande di pagamento rappresenta un onere amministrativo di non poco peso per la struttura organizzativa dei GAL, per il cui adempimento è necessario sottrarre risorse alle attività promozionali e partenariali, particolarmente strategiche per la riuscita dell approccio proposto. Infine si osserva come in generale tutti gli attori coinvolti dal Leader e ascoltati dal Valutatore hanno rilevato le difficoltà di gestire il Leader all interno del PSR e che lo schema organizzativo/procedurale definito a livello regionale non ha funzionato al meglio per una serie di concause, descritte nei precedenti paragrafi, che hanno di fatto rallentato il processo di attuazione tout court. Conclusioni dell analisi dell approccio Leader nel PSR Marche Il Valutatore, a valle della disamina dei 5 QV presi in considerazione per la verifica del modello organizzativo e procedurale posto in essere per l attuazione del metodo Leader, ritiene utile evidenziare i principali aspetti emersi. In generale va precisato come non vi sia una soluzione unica che possa soddisfare la totalità delle esigenze emerse nel corso dell analisi da tradurre in miglioramento del modello gestionale del Leader, a causa della notevole eterogeneità riscontrata in ciascun GAL preso in considerazione. È indubbio infatti che, al di là del sistema normativo procedurale, in strutture organizzative di limitate dimensioni, il fattore umano sia una variabile che determina, a volte anche in maniera sostanziale, il buon esito delle attività gestionali organizzative. Tuttavia vale la pena evidenziare alcuni punti di forza, debolezza e le buone pratiche osservate all interno di questa disamina del sistema procedurale e gestionale dell Asse Leader del PSR Marche. 215 Rete Rurale Nazionale La valutazione dell Approccio Leader nei programmi di sviluppo rurale : un contributo metodologico (2010). 248

254 Punti di forza Trasparenza dei metodi e procedure: come più volte sottolineato, l inclusione del Leader all interno del PSR ha implicato l adozione da parte dei GAL del sistema gestionale regionale basato sul Manuale delle procedure Leader e realizzato attraverso il supporto del SIAR. Questo ha implicato un aumento della trasparenza e della tracciabilità dei procedimenti rafforzando quindi il sistema di delivery anche a livello locale. Capacità di gestione: l indagine diretta ha evidenziato l elevato profilo di expertise in termini di capitale umano a disposizione dei 6 GAL. Questo sicuramente è un ottimo punto di partenza per consolidare anche nella prossima programmazione tale modello di attuazione delle politiche regionali. Conoscenza dei fabbisogni locali: i GAL, attraverso le molteplici attività di animazione intraprese e la rimodulazione delle risorse in ragione delle mutate condizioni di contesto, mostrano un elevata conoscenza delle necessità e delle potenzialità di sviluppo esistenti nella propria area di intervento. L utilizzo del SIAR per i GAL rappresenta una buona pratica grazie alla possibilità di strutturare l intero iter di approvazione delle istruttorie (domanda di aiuto) su una piattaforma gestionale, che va nella direzione della maggiore trasparenza richiesta dalla Corte dei Conti Europea. Il sistema andrebbe pertanto riproposto anche per la prossima programmazione dei fondi comunitari. Punti debolezza Scarso coinvolgimento / adesione dei soggetti privati alle iniziative Leader. Si tratta di una problematica di carattere trasversale che mostra un inadeguato coinvolgimento in molti casi dei rappresentanti del settore privato nelle attività di indirizzo e, conseguentemente, nelle azioni promosse dai GAL. Ciò si lega in parte alla tipologia misure attivabili attraverso l approccio Leader nella programmazione Il quadro strategico delineato dal programmatore regionale, teso a favorire la concentrazione di risorse su un numero ristretto di azioni, ha di fatto delimitato la capacità dei GAL nella definizione delle strategie locali (autonomia decisionale) con riflessi anche sul carattere multisettoriale ed innovativo del metodo Leader. La percezione di dei GAL marchigiani è in realtà diffusa e si lega in buona parte all inserimento del Leader nel PSR. A tale riguardo il Valutatore suggerisce di verificare la capacità di azione dell approccio Leader all interno della strategia di sviluppo regionale, anche in ragione delle ulteriori possibilità prospettate nel prossimo ciclo di programmazione. Tutto ciò mantenendo il prezioso ruolo svolto dall Amministrazione regionale per favorire la convergenza tra la strategia locale e quella regionale, come è avvenuto ad esempio per la identificazione dei criteri di selezione. I GAL marchigiani, fatte le dovute eccezioni, non agiscono pienamente come Agenzie di sviluppo locale. L analisi effettuata attraverso l indagine condotta con i GAL, ha mostrato le difficoltà di questi soggetti ad erogare servizi alla popolazione locale al di fuori del Leader, il che forse spiega in parte la percezione che ne hanno molti dei beneficiari ascoltati, quali organismi che duplicano le funzioni della Regione (situazione dovuta anche ai vincoli imposti dal quadro normativo nazionale e regionale di riferimento). Si suggerisce dunque di favorire un inversione di rotta, rimovendo gli ostacoli che si frappongono a quella che dovrebbe essere un auspicabile evoluzione del ruoli di tali soggetti. Ad esempio, appare utile definire una procedura che agevoli una trasparente rendicontazione delle attività svolte dai GAL per l attuazione dei PSL, che 249

255 tuttavia non costituisca un disincentivo all attivazione delle risorse extra PSR 216, che ovviamente non potranno essere a carico della M Va sottolineata ancora una volta la strategicità insita nella diversificazione delle risorse e degli interventi attivabili dal GAL, che consente di rafforzarne il ruolo e la riconoscibilità sul territorio, di accrescerne la capacità di agire secondo un approccio multisettoriale e, non ultimo, di sopravvivere tra un ciclo di programmazione e l altro, scongiurando il rischio di disperdere, per ragioni finanziarie, il prezioso patrimonio di conoscenze e competenze maturate. Troppo tempo tra la fase di individuazione dei fabbisogni e quella di attuazione, fattore che ha indebolito l efficacia dell azione di animazione operata dai GAL ed ha reso poco coerenti le strategie definite rispetto ai mutamenti sopraggiunti nei contesti socio-economici di riferimento Leader nel ciclo di programmazione L esperienza del metodo Leader, iniziata nel 1991, trova nel prossimo periodo di programmazione un nuova conferma e affermazione. Infatti, consci dei limiti generati in questa programmazione di attuare i PSL solo nell ambito del FEASR, la Commissione ha proposto il ritorno ad un approccio multifondo per i GAL come avvenuto in precedenti cicli programmazioni. La proposta di regolamento sui Fondi Strutturali presentate dalla Commissione Europea 217 per la nuova programmazione 2014/2020, estende tale approccio anche agli altri fondi con la nuova formula CLLD - Community-Led Local Development (Sviluppo locale di tipo partecipativo). Questa concezione pone nuove sfide per quanto concerne il coordinamento trasversale dei fondi del Quadro Strategico Comune (QSC). Il CLLD potrà essere applicato nell'ambito del FESR, del FSE, del FEASR o del FEAMP e sarà necessario stabilire centri di decisione e i meccanismi di coordinamento comuni per il capacity-building, la selezione, l'approvazione e il finanziamento di strategie di sviluppo locale e gruppi di azione locale. Per il prossimo periodo, le nuove tematiche per il CLLD saranno: la connessione orizzontale con gli altri fondi del QSC che dovrà essere illustrata in una sezione specifica dell'accordo di partenariato. Per l'attuazione del CLLD, è prevista una Commissione congiunta che coinvolga i rappresentanti dei fondi coinvolti. Laddove é stato indicato un fondoguida per ogni tipologia di territorio in cui si prevede di operare attraverso i GAL, il fondo-guida coprirà i costi di gestione e di animazione dei GAL stessi. Inoltre, deve essere segnalato il contributo di ciascun fondo per le azioni previste dal GAL. Infine, il monitoraggio deve essere armonizzato attraverso modalità comuni; le relazioni verticali tra l Autorità di Gestione, il Comitato di selezione congiunto, enti intermedi (possibilmente) e i territori rurali. Queste riguardano i criteri e i meccanismi utilizzati per la selezione dei gruppi di azione locale, il monitoraggio degli output e dei risultati e la valutazione degli impatti delle azioni svolte nell'ambito di Leader. Nella proposta di Regolamento sullo sviluppo rurale, il metodo Leader conserva la sua denominazione e contribuisce alla Priorità n. 6 Incentivare l inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali e nello specifico alla Focus Area 6B Stimolare lo sviluppo locale nelle zone rurali. Occorre sottolineare che il alle focus area di altre priorità. 216 Cfr. Paragrafo Misura 413 Attuazione delle strategie di sviluppo locale: qualità della vita e diversificazione, QV n Cfr. art.28 e successivi della Proposta di Regolamento UE COM. (2012) 496 Final del

256 La proposta di regolamento FEASR stabilisce anche per il una soglia minima di risorse finanziarie da allocare all attuazione del metodo Leader pari al 5%. Per quel che concerne il punto di vista dei GAL marchigiani si osserva che la possibilità di attuare i PSL attraverso il plurifondo appare un opportunità importante anche in relazione alla possibilità di creare una sorta di concertazione di azioni ad alto valore aggiunto territoriale. In particolare questa sinergia viene auspicata dai GAL per quel che concerne il Fondo FESR dove si intersecano interventi che vedono beneficiari che hanno un ruolo rilevante anche per lo sviluppo rurale: microimprese, imprese di promozione culturale o di settori creativi ed artigianali ANALISI DELLE MODALITÀ ORGANIZZATIVE E PROCEDURALI PER L ATTUAZIONE DELLA PROGETTAZIONE INTEGRATA Premessa Il Valutatore Indipendente del PSR Marche ha prodotto, nell annualità 2011, uno specifico Rapporto Tematico con oggetto la Progettazione Integrata di Filiera (PIF) quale strumento di promozione dell aggregazione del sistema agroindustriale marchigiano. Nel suddetto Rapporto 2011, il Valutatore ha individuato nella Progettazione Integrata di Filiera, attuata attraverso il finanziamento alla costituzione e allo sviluppo di macrofiliere regionali di qualità, di filiere locali di qualità e di progetti integrati di micro filiera, un apposito ambito di indagine oggetto di attività valutative on-going in corrispondenza con i diversi stati di attuazione dello strumento. Nel Rapporto Tematico 2011, il Valutatore, di concerto con l AdG ed in funzione dello stato di avanzamento ancora limitato dei progetti, ha focalizzato le attività di osservazione, di analisi e di giudizio sugli aspetti progettuali, gestionali ed attuativi delle Macrofiliere Regionali Agroalimentari di Qualità. Nella presente RVI 2012 viene quindi proseguita l analisi seguendo la linea metodologica già impostata nel suddetto Rapporto Tematico 2011 e tenendo conto dell avanzamento procedurale e finanziario intervenuto tra i due momenti della valutazione. Nella proposta metodologica presentata all AdG ad ottobre 2012, il Valutatore ha suggerito di rendere omogenee tra loro le analisi valutative relative alla progettazione integrata con quelle inerenti la progettazione territoriale affidata ai Gruppi di Azione Locale nell ambito del LEADER e quindi, in un orizzonte temporale di medio periodo, di poter operare raffronti su alcuni elementi comuni. Questa scelta è stata motivata dal fatto che, seppur con i necessari distinguo, entrambe le iniziative sono caratterizzate da elementi di aggregazione e da finalità di sviluppo integrato. Inoltre, per quanto riguarda gli aspetti organizzativi, è interessante osservare che l elemento comune nell ambito delle differenti tipologie di attuazione dei programmi integrati e territoriali è il ruolo del promotore in qualità di soggetto incaricato di stimolare gli interessi di un ambito territoriale o settoriale e mobilizzare risorse e strumenti per perseguire gli obiettivi individuati attraverso attività di animazione e concertazione con i portatori di interesse ed i singoli imprenditori. È proprio sulla capacità dei Soggetti Promotori di stimolare gli operatori ed i territori e sulla loro abilità progettuale, intesa come capacità di cogliere le esigenze individuali e trasformarle in progetti a valenza comune, che il Valutatore ha voluto porre un particolare accento nella presente analisi valutativa. Le conclusioni e raccomandazioni riportate nel presente documento mirano a completare ed aggiornare il quadro valutativo già impostato nell Approfondimento Tematico 2011 in linea con le domande di valutazione aggiuntive della Regione Marche relative all approccio integrato di filiera. In particolare, sono ulteriormente approfonditi gli aspetti inerenti alla capacità del PIF di favorire la partecipazione e l aggregazione degli operatori in una logica di filiera e di stimolare la partecipazione degli agricoltori ai sistemi di qualità. Dato il breve lasso di tempo intercorso tra l Approfondimento 251

257 2011 e la RVI 2012, il quesito valutativo nr. 6 riguardante l assetto organizzativo e il sistema di gestione definito dall AdG per i PIF, non è stato oggetto di ulteriori indagini in quanto già ampiamente analizzato nel primo documento. L analisi effettuata in occasione dell Approfondimento 2011 può infatti ritenersi esaustiva ai fini della formulazione di un giudizio in merito ai meccanismi posti in essere dall AdG per l avvio e la gestione dei PIF nelle Marche. In aggiunta, un giudizio complessivo, che vada oltre le valutazioni già svolte nel 2011, potrà essere dato solo in un ottica expost, cioè non potrà prescindere dall esame degli effetti e degli impatti che la progettazione integrata nel suo complesso sarà stata in grado di produrre. Oltre alla progettazione integrata di filiera sono state avviate, in questa fase, le prime analisi inerenti gli Accordi Agroambientali d Area (AAA) nel quadro della progettazione integrata e complessa. La motivazione è che questi ultimi condividono, di fatto, con gli altri strumenti della progettazione integrata, sia l aspetto dell aggregazione di più soggetti diversi, sancito da un contratto/accordo formalmente sottoscritto, sia la ricerca di un effetto sinergico ed un maggiore valore aggiunto, di tipo prevalentemente ambientale e di conservazione per gli AAA, rispetto agli interventi attuati in maniera puntuale. In particolare, in questo documento è stato preso in considerazione l assetto organizzativo istituzionale degli Accordi Agroambientali d Area per la biodiversità esaminando l iter procedurale che, dalla costituzione di un Tavolo sulla Agro-biodiversità tra il Servizio Ambiente ed il Servizio Agricoltura della Regione Marche, l animazione a livello territoriale e la concertazione con i portatori d interesse ha portato, da una parte, all individuazione ed approvazione delle misure di conservazione cogenti per i singoli siti della rete Natura 2000 e, dall altra, alla formalizzazione di 7 Accordi. Si sono poi analizzati i dati relativi alla presentazione delle singole domande di aiuto da parte degli agricoltori sulle misure aziendali e, da parte degli enti preposti, sulle misure di sistema. La metodologia valutativa adottata per l analisi degli AAA è in larga parte conforme a quella già utilizzata nell Approfondimento Tematico 2011 per i PIF limitatamente agli aspetti relativi al Quesito Valutativo 6: In che misura gli aspetti organizzativi, procedurali e gestionali definiti dall AdG hanno influenzato la realizzazione degli AAA e degli interventi in essi contenuti? La Progettazione Integrata di Filiera nel PSR Marche Al fine di completare il quadro informativo, in questa sezione vengono riportati, in forma sintetica, alcuni elementi descrittivi della progettazione integrata a completare quanto già presentato nel Rapporto Tematico L approccio integrato di filiera rappresenta una delle principali novità della programmazione dello sviluppo rurale per il periodo ed è stato introdotto dal Piano Strategico Nazionale (PSN) fra le modalità di accesso agli investimenti, con l obiettivo di garantire maggiore efficacia alla programmazione, gestione e attuazione degli interventi finalizzati alla competitività. Nel disegno del Programmatore nazionale, i PIF sono tali in quanto declinano, a livello settoriale, una pluralità di interventi capaci di rispondere in maniera sistematica a specifiche esigenze espresse dagli operatori. Nei diversi PSR regionali, i PIF, ove introdotti, assumono specifiche connotazioni sia in termini di modalità attuativa, sia in termini di assegnazione finanziaria. Nel PSR della Regione Marche il tema dell aggregazione è un elemento centrale. Il Programmatore ha ritenuto infatti la progettazione integrata lo strumento adeguato ed efficace a contrastare e moderare l estrema frammentazione del sistema produttivo marchigiano identificato come uno dei principali fattori di debolezza del settore agricolo ed agroalimentare regionale che va ad incidere sulla competitività delle filiere agroalimentari e sulla limitata quota del valore delle produzioni agroalimentari a livello di settore primario. In aggiunta, con lo strumento dell integrazione di filiera il Programmatore ha inteso favorire il miglioramento dell efficienza del comparto agro-alimentare tra tutti i livelli compresi tra la produzione ed il consumo ricercando una complessiva riduzione dei costi organizzativi e di transazione. 252

258 Rispetto alle diverse finalità attribuite alla progettazione integrata di filiera, nel PSR Marche viene posto l accento soprattutto su due aspetti: la competitività delle filiere agroalimentari: La promozione della competitività delle imprese agricole e forestali, può essere realizzata con forme di aiuto diretto al sistema azienda, ma può anche essere utilmente perseguita attraverso l integrazione lungo le filiere produttive dei diversi operatori economici interessati ; la redistribuzione del valore aggiunto agricolo: La partecipazione degli agricoltori, in varie forme, alle fasi di trasformazione e distribuzione dei prodotti agroalimentari è infatti il più potente strumento per poter acquisire, a livello di settore primario, una maggiore quota di valore aggiunto delle produzioni agroalimentari. Con lo strumento dell integrazione di filiera si intende inoltre favorire il miglioramento dell efficienza del comparto agro-alimentare e dei suoi diversi stadi, compresi tra la produzione ed il consumo, ricercando una complessiva riduzione dei costi organizzativi e di transazione. Nell ambito del PSR sono distinte le macrofiliere regionali e le filiere locali, ed individuati i relativi settori di interesse: Figura 126 Settori di interesse per la progettazione integrata di filiera nel PSR Marche Nel PSR sono individuate le Misure attivabili attraverso la progettazione di filiera: Misure aziendali a) Attività formative per gli imprenditori agricoli az.1 Investimenti strutturali nelle aziende agricole strettamente finalizzati al raggiungimento degli obiettivi di filiera a) Investimenti strutturali per l accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli strettamente collegati al raggiungimento degli obiettivi di filiera az.1 Sostegno agli agricoltori per la partecipazione a sistemi di qualità alimentare b) Diversificazione dell attività delle aziende agricole ed avvio di nuove attività Misure di sistema b) az. c Azioni informative rivolte agli imprenditori agricoli ed ai tecnici operatori dei settori produttivi in cui interviene la macrofiliera a) Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie az. 1 Sostegno alle attività di promozione ed informazione riguardanti i prodotti di qualità 253

259 Infine, nel PSR sono definite alcune dimensioni che caratterizzano le specificità dell approccio marchigiano alla progettazione integrata di filiera. In sintesi, i PIF: si costruiscono attorno ad un business plan di filiera, in cui sono individuate le strategie scelte per raggiungere gli obiettivi; sono coordinati da un Soggetto Promotore, incaricato di effettuare le attività di animazione e di coinvolgimento delle aziende, e responsabile delle attività di elaborazione del Progetto e di attuazione/monitoraggio degli interventi in esso contenuti; sono attuati da beneficiari diretti ed indiretti, i cui rapporti sono regolati da un apposito contratto di filiera Metodologia valutativa e strumenti di indagine La metodologia proposta per la valutazione della Progettazione Integrata di Filiera è stata definita di concerto tra il Valutatore e l AdG nell ambito del documento sulle Condizioni di valutabilità del Luglio Un Proposta metodologica di dettaglio, relativa alla RVI 2012, è stata presentata ad Ottobre In sintesi, la metodologia proposta consta di analisi desk sui documenti di programma e di analisi di campo con l obiettivo di valorizzare gli specifici indicatori di coerenza, efficacia, efficienza ed adeguatezza correlati ai 6 quesiti valutativi espressi dall AdG. La quantificazione di tali indicatori avverrà secondo una tempistica articolata e differenziata, avviata sin dalla redazione dell'approfondimento valutativo (2011), proseguita nella fase di aggiornamento della valutazione intermedia (2012) e che si concluderà nel quadro della valutazione ex post (2015). La tempistica di valorizzazione qui di seguito riportata è stata aggiornata rispetto al documento sulle condizioni di valutabilità in funzione dello stato di avanzamento dei progetti integrati. In particolare, è stata posticipata alla valutazione ex-post la valorizzazione di tutti quegli indicatori la cui misurazione richiede la piena attuazione dei PIF che nel 2012 non si è realizzata. Allo stesso tempo, con l acquisizione dei dati relativi ai PIF locali, sono stati aggiornati gli indicatori che erano stati valorizzati nel Rapporto Tematico 2011 con i soli dati relativi ai PIF regionali. Quesiti valutativi In che misura il PIF ha compreso in un unico strumento gli interventi finanziabili con più Misure del PSR? In che misura lo strumento PIF ha favorito l aggregazione a livello di singola impresa così come di filiera? Indicatori Capacità dei PIF di agire come strumento di integrazione tra più interventi Tempistica di valorizzazione RT 2011 Grado di attivazione delle Misure attuate in via esclusiva attraverso strategie di aggregazione RT 2011 Aumento del legame produttivo tra imprese e territorio Valutazione ex post Coinvolgimento multisettoriale delle imprese a livello regionale RT 2011 Incidenza delle tipologie di criticità relative alla propensione all aggregazione indicate dagli attuatori dei PIF RT 2011 Vantaggi percepiti dalle imprese agricole ad aderire ad un Progetto Integrato di Filiera Grado di raggiungimento delle aspettative delle imprese aderenti RT 2011 Valutazione ex post In che misura i PIF hanno favorito lo sviluppo complessivo di un territorio/settore? Incremento dell occupazione a seguito dell attuazione dei PIF (campione) Efficacia delle attività formative attuate nell ambito della Progettazione di filiera Innovazioni tecnologiche e di processo sviluppate attraverso i PIF Ambiti di competitività valorizzati dalla Progettazione Integrata di filiera Valutazione ex Post Valutazione ex post Valutazione ex post 254

260 Quesiti valutativi In che misura i PIF hanno stimolato la partecipazione degli agricoltori ai sistemi di qualità? In che misura i PIF hanno trasferito al settore primario una maggiore quota di VA per le produzioni agroalimentari? In che misura gli aspetti organizzativi, procedurali e gestionali definiti dall AdG hanno influenzato la realizzazione dei Progetti Integrati di Filiera e degli interventi in essi contenuti? Indicatori Numero di imprese che aderiscono ai sistemi di qualità a seguito della partecipazione ad un PIF Rapporto tra numero di imprese che richiedono l adesione a sistemi di qualità sul totale degli aderenti Rapporto tra numero di imprese che richiedono l adesione al sistema Si.Tra sul totale degli aderenti Valorizzazione indicatore R4 Valorizzazione delle produzioni agricole con certificazione di qualità Incremento del Valore Aggiunto Lordo (VAL) per le imprese agricole beneficiarie dei PIF (campione) Redistribuzione del VAL complessivo nel PIF rispetto al settore (campione) Tempistica di valorizzazione RT 2011 RT 2011 Valutazione ex post Valutazione ex post Valutazione ex post Adeguatezza del modello organizzativo regionale di gestione dei PIF RT 2011 Valutazione ex post Efficacia dei sistemi informativi a supporto (SIAR) RT 2011 Efficacia e rilevanza delle attività informative realizzate dalla Regione Marche RT 2011 Efficacia e rilevanza delle attività informative realizzate dai Soggetti Promotori in fase di preparazione delle Manifestazioni di RT 2011 interesse Qualità dei servizi di supporto ed accompagnamento alla preparazione delle Manifestazioni di interesse e al Progetto RT 2011 integrato di filiera Efficacia del modello di gestione implementato dai Soggetti Promotori Valutazione ex post Capacità progettuale della filiera RT 2011 Efficacia attuativa Valutazione Ex post Strumenti di indagine Con l obiettivo di acquisire dati ed informazioni di carattere primario e rilevanti circa le analisi valutative da svolgere e di coinvolgere le aziende aderenti alla progettazione integrata di filiera nel percorso di valutazione dell adeguatezza, dell efficacia, dell efficienza e della qualità del sistema di gestione ed attuazione definito dall AdG, il Valutatore ha predisposto ed utilizzato appositi strumenti: un Questionario ai Soggetti Promotori, per condurre le interviste in profondità ai referenti dei progetti relativi alle macrofiliere di qualità; un Questionario alle aziende aderenti, somministrato via telefono ad un campione di imprese che hanno presentato almeno una domanda di aiuto nell ambito dei PIF presentati ed attualmente oggetto di istruttoria da parte degli uffici regionali. Entrambi gli strumenti hanno consentito di arricchire il quadro conoscitivo di supporto alla valutazione della progettazione integrata di filiera, ed in particolare di: acquisire informazioni aggiuntive circa: a) le modalità di comunicazione ed animazione; b) le modalità di raccolta delle adesioni e di definizione della Manifestazione di interesse e del PIF; c) il modello di gestione che le organizzazioni promotrici si sono date per gestire il Progetto integrato e l Accordo di filiera; raccogliere in maniera omogenea e strutturata le considerazioni dei responsabili dei Soggetti Promotori circa le forze e le debolezze del modello marchigiano di attuazione dei PIF. 255

261 Analisi e valutazione della progettazione integrata di filiera Analisi dello stato di attuazione procedurale e finanziario La data di cut-off di aggiornamento dei dati di avanzamento fisico, procedurale e finanziario per la presente analisi valutativa è il 30/06/2012. A questa data, dai dati del SIAR risultano essere presentati e giudicati ricevibili 5 PIF regionali e 4 locali, e, come si evince dalla tabella che segue, soprattutto per le filiere locali, si osserva una forte riduzione tra il numero di manifestazioni di interesse presentate ed i progetti risultati ricevibili. Uno dei 5 PIF regionali (carne suina) valutato ricevibile è risultato non ammissibile al finanziamento nell istruttoria condotta in fase successiva alla data di cut-off. Sempre con riferimento alle filiere regionali, alla data di cut-off risultava completata solo l istruttoria per le domande presentate nell ambito del progetto Con Marche Bio. Le istruttorie degli altri 3 PIF regionali, per quanto non completate formalmente non hanno rilevato problematiche tali da poter inficiare la loro approvazione. Tabella 108 Istruttoria dei PIF Regionali e Locali Manifestazioni di interesse Progetti Integrati di Filiera Presentate Ammissibili Presentati Ricevibili Macrofiliere regionali di qualità Filiere locali di qualità Tabella 109 Macrofiliere Regionali di qualità approvate Denominazione progetto Soggetto promotore Settore Futuro cereali delle marche Il Biroccio Cereali Territorio + lavoro + maiale = Marche (*) Suinmarche Carne suina Carne bovina di qualità Bovinmarche Carne bovina Con Marche Bio Consorzio Marche Biologiche Prodotti biologici Latte bovino Cooperlat Latte bovino (*) Questo progetto è risultato non ammissibile al finanziamento nell istruttoria condotta in fase successiva alla data di cutoff. Con riferimento alle filiere locali, i progetti presentati ed ammissibili sono 4, per i quali tutte le domande sono in corso di istruttoria al 30/06/2012. Tabella 110 Filiere Locali di qualità approvate Denominazione progetto Soggetto promotore Settore Le produzioni del Conero, la qualità che tutela l'ambiente Conero agr. E ambiente soc. Coop Cereali Valle del Foglia: i prodotti di qualità che valorizzano il territorio Associazione di produttori agricoli della Valle del Foglia Ortofrutticolo Vinea qualità picena Vinea società cooperativa agricola Vitivinicolo Pesca del Valdaso Nuova agricoltura Ortofrutticolo Dotazione finanziaria dei Progetti Integrati di Filiera presentati Il totale del contributo richiesto dalle aziende, al netto dei risultati dell istruttoria che è ancora in 256

262 corso alla data di cut-off, è di per i PIF regionali e di per i PIF locali. Mentre il contributo richiesto per i PIF regionali è prossimo alla dotazione finanziaria prevista a bando, il contributo totale richiesto dai 4 PIF locali giudicati ammissibili è inferiore al 40% della dotazione finanziaria disponibile. Analizzando invece il dato relativo al contributo medio richiesto su tutte le Misure, vale a dire il rapporto tra la dotazione finanziaria complessiva richiesta ed il numero delle operazioni pianificate per PIF, si evidenzia che i PIF presentati hanno strategie progettuali notevolmente differenti tra loro. Tale elemento si evince anche dal confronto tra il peso percentuale del numero di domande e quello degli importi richiesti. Questo è soprattutto rilevabile tra i PIF delle filiere regionali mentre, tra i PIF delle filiere locali, vi è maggiore omogeneità d intervento, intesa come rapporto tra le diverse Misure attivate, seppure il PIF Vinea abbia una dimensione progettuale notevolmente superiore rispetto agli altri progetti in quanto, da solo, cuba il 54% del contributo totale richiesto. In linea generale, sia per i PIF regionali che quelli locali, le Misure di sistema (124, 132 e 133) hanno assorbito il 55% circa del richiesto, quindi una quota leggermente superiore alle risorse assorbite dalle Misure che finanziano gli investimenti diretti. La Misura 132 rappresenta il 73% nei PIF regionali e il 66% nei PIF locali in termini di percentuale di domande presentate sul totale ma incide solo per 8% e 10% rispettivamente in termini finanziari. Ciò è insito nella natura della Misura stessa che prevede la concessione di un incentivo economico finalizzato ad incoraggiare la partecipazione degli agricoltori a sistemi di qualità alimentare di prodotto e/o di processo. Nello stesso tempo, l aiuto è concesso sulla base dei costi fissi di certificazione, intesi come i costi effettivamente sostenuti e con una intensità di aiuto del 70% fino ad un limite di 3.000,00 l anno per 5 anni. La Misura 133 pesa per il 32% e 37% nei PIF regionali e nei PIF locali rispettivamente e per entrambi rappresenta la Misura che ha la maggiore incidenza sul contributo richiesto. Ciò è ampiamente comprensibile considerando che la Misura mira a fornire un sostegno alle associazioni di produttori per le attività di promozione ed informazione riguardanti i prodotti che rientrano nei sistemi di qualità alimentare. Nei PIF locali il contributo totale richiesto per questa Misura è molto prossimo (91%) alla dotazione finanziaria messa a bando a differenza di tutte le altre Misure per le quali il contributo richiesto è notevolmente inferiore alla dotazione. La Misura 124 Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie è stata attivata in tutti i PIF regionali e locali. Nei primi l incidenza dell aiuto richiesto è pari al 15% del totale e le attività proposte sono di ampio respiro e con una maggiore enfasi sugli aspetti di cooperazione. Nei PIF locali la percentuale del richiesto sul totale scende al 9% ma le iniziative sono più mirate sullo sviluppo dei prodotti e tecnologie. Le Misure relative agli investimenti aziendali (121 e 311) hanno assorbito il 14% ed il 28% rispettivamente nei PIF regionali e in quelli locali. La Misura 311 ha avuto un incidenza marginale in tutti i PIF regionali e non è stata attivata da alcun PIF locale. Gli investimenti nella trasformazione (Misura 123), al contrario, hanno assorbito il 28% ed il 14% rispettivamente nei PIF regionali e in quelli locali. Questo dato conferma che i PIF locali sono iniziative dove è maggiore il peso dei produttori primari mentre nei PIF regionali vi è una più forte presenza di aziende di trasformazione e commercializzazione. Questo dato, ulteriormente confermato dalla natura stessa dei Soggetti Promotori dei PIF regionali e locali, dimostra un approccio prevalentemente top-down dei primi contrapposto ad una maggiore propensione all approccio bottom-up dei secondi. Va segnalato che, nei PIF regionali la partecipazione alla Misura 121 è stata limitata, secondo quanto affermato dagli intervistati, soprattutto da ragioni legate alla tipologia degli interventi ammissibili previsti nel bando. Gli investimenti in attività di formazione ed informazione (111a e 111b) sono stati molto contenuti per tutti i PIF regionali sia in termini di budget richiesto sia, con esclusione del PIF Prodotti Biologici, 257

263 in termini di numero di domande presentate. Al contrario, nei PIF locali Conero e Vinea il numero delle domande di aiuto per la formazione (Misura 111a) ha rappresentato circa il 33% e 22% del totale delle domande presentate ed il contributo per le attività di formazione ed informazione tra tutti i PIF locali ha raggiunto quasi il 3% del totale del contributo complessivo richiesto. Figura 127 Numero di domande e peso finanziario per Filiera e Misura Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati SIAR Analisi dei Soggetti Promotori e degli aderenti I PIF regionali e locali presentati mostrano una significativa capacità di aggregazione, sia in termini di adesioni delle aziende e degli enti, sia in termini di natura giuridica dei Soggetti Promotori, che sono nella totalità dei casi essi stessi società cooperative di primo e secondo livello, organismi associativi ed aggregativi. 258

264 I Soggetti Promotori dei PIF Regionali sono in prevalenza società cooperative e di tipo consortile già operative, prima della presentazione delle domande di adesione al PSR, nell ambito delle filiere oggetto di finanziamento e con un forte radicamento nel territorio e nel settore produttivo di riferimento. Solo per il PIF Con Marche Bio, il bando ha stimolato la creazione di un nuovo soggetto giuridico. D altro canto esso risulta dall aggregazione, in un unico organismo, di alcuni tra i principali soggetti cooperativi del biologico già operanti nella regione. Per quanto riguarda invece i PIF locali, i Soggetti Promotori sono realtà molto diverse tra loro e che, seppure il numero esiguo dei casi non permette di estrapolare un risultato che abbia una valenza statistica, mostra che i territori interessati hanno reagito con risposte diverse alle sollecitazioni del bando. In particolare il Soggetto Promotore del PIF Vinea è una società cooperativa a mutualità prevalente preesistente al PIF e con forte radicamento nel territorio. Essa raggruppa circa soci vitivinicoltori ai quali offre un ampia gamma di servizi di assistenza tecnica, consulenza, formazione e promozione dei prodotti. Il PIF Valle del Foglia è stato promosso dalla Associazione dei Produttori Agricoli Della Valle Del Foglia, un associazione di produttori sorta con lo scopo di dare una cornice istituzionale alle iniziative avviate, tra cui il PIF, e coglierne appieno le potenzialità. Il Soggetto Promotore del PIF Valdaso è una nuova associazione d imprese facente riferimento ad una preesistente cooperativa di produttori agricoli che già stanno partecipando ad un Accordo Agroambietale d Area promosso sullo stesso territorio. Infine il Soggetto Promotore PIF Conero del è una ATI appositamente formata tra un soggetto pubblico, l Ente Parco Conero, e un soggetto privato, la Società Cooperativa Agricola costituita da produttori cerealicoli e viti-vinicoli della zona. Il numero di soggetti coinvolti dai PIF presentati ed attualmente in fase di istruttoria è di per quanto riguarda i PIF regionali e 392 nei PIF locali. Vi è comunque una grande variabilità nel numero degli aderenti ai diversi PIF. Il PIF Futuro e Cereali ha un numero di aderenti superiore alle unità mentre il PIF Latte Bovino ha solo 26 aderenti complessivi. Più omogeneo è invece il numero di aderenti tra le quattro filiere locali ammesse e ciò è dovuto in parte anche alla stessa natura, locale appunto, dei progetti presentati. Le imprese agricole sono quelle che partecipano maggiormente in qualità di partecipanti diretti, infatti solo 7 di loro, su un totale di 1.074, hanno aderito ai PIF regionali senza presentare una domanda di aiuto collegata, mentre diverso è il discorso per le aziende di trasformazione e di commercializzazione dove, rispettivamente, solo il 29% ed il 14% sono partecipanti diretti. Figura 128 Numero domande di aiuto per Filiera Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati SIAR 259

265 Il dato relativo ai partecipanti diretti per PIF è coerente con quello relativo agli aderenti complessivi, dove il progetto Futuro Cereali delle Marche si conferma quello con maggiore capacità di aggregazione. Diverso il discorso relativo all elaborazione dei partecipanti indiretti per PIF, che segnala come soprattutto nel progetto Carne bovina di qualità vi siano un elevato numero di partecipanti indiretti, soprattutto aziende di commercializzazione. Figura 129 Partecipanti diretti e indiretti per Filiera Futuro Cereali 59% Partecipanti diretti per filiera Carne suina 3% Prodotti biologici 22% Carne bovina 14% Latte bovino 2% Futuro Cereali 23% Partecipanti indiretti per filiera Carne suina 21% Carne bovina 56% Fonte: Elaborazione Lattanzio VIC su dati SIAR Per quanto concerne le filiere locali di qualità si evidenzia nel partenariato di progetto, rispetto ai PIF regionali, una netta prevalenza delle aziende agricole accompagnata da una minore integrazione delle aziende di commercializzazione e di trasformazione e, di conseguenza, una adesione indiretta alle iniziative quasi marginale Indagini dirette per l analisi della progettazione integrata di filiera Sintesi della metodologia operativa Nell ambito della RVI 2012 sono state condotte indagini dirette che hanno mirato a completare quelle condotte nell ambito del Rapporto Tematico sui Progetti Integrati di Filiera del In particolare oggetto delle indagini dirette sono state le quattro Filiere Locali di Qualità risultate ammissibili nell istruttoria condotta dalla Regione. L approccio adottato per l analisi delle Filiere Locali ricalca quello già adottato nel 2011 per l analisi delle Macrofiliere Regionali ponendo una maggiore enfasi sull analisi dell approccio dal basso che i Soggetti Promotori hanno posto nella concezione e redazione delle proposte progettuali. Per la rilevazione dei dati primari il Valutatore ha predisposto due questionari valutativi da sottoporre ai Soggetti Promotori e ai partecipanti. Nel caso dei Soggetti Promotori dei 4 PIF locali, il questionario, composto da due sezioni, è stato utilizzato come traccia per le interviste individuali in profondità condotte di persona presso i locali della Regione Marche nel mese di gennaio La prima sezione, relativa all organizzazione, pone l accento sulla capacità progettuale all interno del partenariato che ha portato alla preparazione ed alla stesura di un progetto finanziabile e sul modello di gestione inteso come l organizzazione dell insieme delle funzioni e dei ruoli. La seconda parte è quella relativa all analisi delle attività di comunicazione ed animazione intesa come capacità di mobilitare le risorse endogene di un settore o di un territorio verso un progetto comune. 260

266 Un secondo questionario è stato impiegato per l indagine presso le aziende e le altre organizzazioni aderenti alle filiere locali. Esso ha permesso di rilevare il livello di coinvolgimento dei partecipanti nella concezione e predisposizione dei progetti oltre che il grado di condivisione e di partecipazione degli aderenti alle scelte strategiche operate a livello di progetto. Dal punto di vista della metodologia statistica, il valutatore ha provveduto ad estrarre, in maniera casuale, un campione di 40 soggetti e, vista la relativa esiguità dell universo dei partecipanti, non sono state usate variabili di stratificazione (es. dimensione aziendale, settore, etc.) limitandosi ad escludere dal campione i soggetti già campionati e contattati per le ulteriori rilevazioni o interviste effettuate nell ambito della presente RVI Con il supporto dei funzionari regionali i soggetti campionati sono stati preventivamente contattati per via telefonica ed informati circa l indagine in corso. Successivamente è stato inviato loro il questionario valutativo in versione elettronica e le relative istruzioni di compilazione e restituzione. Il tasso di risposta è stato di oltre il 65% (tutte imprese agricole), fornendo un campione di analisi significativo rispetto all intero universo dei partecipanti ai PIF. Le informazioni contenute nei questionari restituiti dai soggetti intervistati sono state elaborate nel loro complesso e, su taluni aspetti e problematiche, è stato operato un confronto tra le risposte fornite dai Soggetti Promotori e quelle provenienti dalle aziende partecipanti, consentendo così di raffrontare le diverse aspettative e percezioni degli attori coinvolti. Risultati rilevati Seppur non compresa nelle tematiche previste nel questionario valutativo, durante le interviste con i Soggetti Promotori dei PIF locali, il Valutatore ha rilevato informazioni relative alle motivazioni che hanno spinto gli stessi a promuovere la presentazione dei progetti ed il livello di informazione che essi hanno ricevuto da parte dei soggetti preposti. In quest ottica i Soggetti Promotori dei PIF locali hanno agito sulla base di input diversi tra cui, soprattutto, la sollecitazione da parte del territorio. In questo essi si distinguono nettamente dai Soggetti Promotori dei PIF regionali in quanto questi ultimi trattandosi di enti prevalentemente di tipo consortile/cooperativo e di rappresentanza associativa, nella scelta di presentare un PIF e di proporsi come Soggetto Promotore hanno agito prevalentemente in attuazione della mission stessa dell organizzazione e del ruolo che questa svolge nella filiera. In conseguenza di ciò, le aspettative attese dai Soggetti Promotori dei PIF regionali e da quelli locali sono sostanzialmente diverse. Mentre quelle dei primi sono legate soprattutto all opportunità di sviluppare il proprio ruolo istituzionale e di rafforzare la propria capacità di interazione, i Soggetti Promotori dei PIF Locali auspicano di inquadrare le iniziative già avviate in una cornice istituzionale, mettendosi in condizione di cogliere maggiori opportunità sia per gli operatori aderenti che per i territori rappresentati. Per i Soggetti Promotori delle filiere regionali e locali risulta invece rilevante l obiettivo di aumentare la capacità competitiva della filiera. Da questo punto di vista, si segnala come elemento positivo la prevalenza di motivazioni e di aspettative legate al perseguimento degli obiettivi del progetto di filiera sotto il profilo dell aggregazione e del rafforzamento della rete degli attori piuttosto che rispetto alle specifiche finalità delle Misure correlate e della possibilità di avere accesso al contributo pubblico. In questo senso si può affermare che i Soggetti Promotori hanno colto lo spirito e gli obiettivi dell'iniziativa, così come concepita dal Programmatore. Le motivazioni che hanno spinto le imprese a partecipare ai PIF sono più direttamente connesse ad esigenze prettamente aziendali, legate in primo luogo ad obiettivi di aumento della capacità competitiva (interesse alto per il 64% degli intervistati dei PIF regionali e per l 80% dei PIF locali) e di 261

267 stabilizzazione del contesto produttivo e di mercato (interesse alto per il 47% degli intervistati dei PIF regionali e per il 52% degli intervistati dei PIF locali). Tra i partecipanti ai PIF regionali e quelli locali vi è una netta differenza di motivazioni legate all interesse verso le dimensioni dell integrazione e del partenariato. Mentre nei primi tale motivazione è bassa, tra i secondi il 63% degli intervistati ha dichiarato un interesse elevato in relazione a questo aspetto. Con riferimento alle aspettative delle aziende in termini di benefici attesi dall adesione ai PIF, queste si concentrano soprattutto sugli aspetti commerciali. Per i PIF regionali il 69% degli intervistati si aspetta un migliore collocamento dei propri prodotti sul mercato ed il 45% una maggiore redditività per le proprie attività agricole. Le attese sono simili a livello di PIF locali dove, per gli aspetti nominati in precedenza, le risposte sono state il 65% e 58% rispettivamente. Tra questi ultimi vi è inoltre una discreta aspettativa relativa all incremento/miglioramento delle interazioni con altre aziende della filiera (42%) e con i clienti e fornitori (35%), aspetti che non sembrano essere particolarmente rilevanti per gli aderenti ai PIF regionali (14% e 18%). Figura 130 Benefici attesi dalla partecipazione ai Progetti Integrati di Filiera Fonte: Elaborazioni Lattanzio VIC su dati dall indagine campionaria condotta presso le aziende partecipanti dirette In riferimento all analisi della struttura organizzativa adottata dai Soggetti Promotori dei 4 PIF locali che ha portato alla preparazione ed alla stesura di un progetto finanziabile, i dati rilevati sono, in larga parte, già stati analizzati nel capitolo relativo allo stato di attuazione dei PIF ed AAA ed analisi dei soggetti promotori e degli aderenti. Qui di seguito sono riportate ulteriori informazioni rilevate in relazione agli elementi di criticità, alla dotazione di risorse umane ed alla capacità gestionale delle strutture attivate. Per quanto riguarda le principali criticità rilevate in relazione alle funzioni che i Soggetti Promotori sono chiamati a svolgere, vi è stata una coincidenza di indicazioni tra tutti gli intervistati che hanno riconosciuto come maggiormente critiche le funzioni collegate in primis alle attività di comunicazione e gestione dei rapporti con il partenariato e, in seconda battuta, le attività di animazione e promozione del territorio. A livello di risorse umane impiegate, i 4 PIF analizzati presentano strutture similari. I rappresentati legali/presidenti sono attivamente coinvolti nelle attività di promozione, comunicazione e gestione e, per gli aspetti prettamente tecnici gestionali, sono affiancati da un gruppo di consulenti ed esperti senior con esperienza ultra decennale. A giudizio degli intervistati, le strutture attivate sono efficienti o comunque appropriate per svolgere le funzioni loro affidate; in particolare essi fanno molto affidamento sulla coesione del 262

268 gruppo e motivazione dei partecipanti e sul supporto di consulenti esterni per le attività gestionali e di rendicontazione. Nella metà dei casi è già stato attivato un sistema di monitoraggio interno dei PIF per raccogliere i dati procedurali, fisici e finanziari con cadenza trimestrale. È auspicabile che con l avvio delle attività finanziate anche gli altri PIF adottino un sistema di monitoraggio omogeneo e compatibile con il SIAR sia come fonte di informazione che come interfaccia. L ottimo, a nostro avviso, sarebbe l attivazione sullo stesso Sistema regionale di un monitoraggio ad hoc dei PIF che possa essere alimentato dai Soggetti promotori e che restituisca le informazioni utili all attuazione da parte dei gestori e dei responsabili regionali sia a livello di PIF che di singola iniziativa. La seconda parte del questionario, relativa all analisi delle attività di comunicazione ed animazione, è stato sottoposto sia ai Soggetti Promotori che ad un campione di beneficiari dei PIF locali al fine di mettere in evidenza l approccio dal basso ed il coinvolgimento o meno dei partecipanti nella concezione e predisposizione dei progetti oltre che il grado di condivisione e di partecipazione degli aderenti alle scelte strategiche compiute. I Soggetti Promotori dei PIF locali intervistati hanno dichiarato, analogamente a quanto già rilevato nell indagine diretta riguardante i PIF regionali, che lo strumento di comunicazione e animazione più efficace da essi impiegato sono stati gli incontri informativi che gli stessi hanno organizzato con i potenziali partecipanti. Nell ambito di un PIF sono stati adottati anche strumenti di concertazione partecipata (focus group). In alcuni sono stati utilizzati mezzi di comunicazione di massa quali stampa e radio e la partecipazione ad eventi a carattere locale e regionale per la promozione dei progetti di filiera. Il dato è confermato anche dai partecipanti che per il 69% riconoscono che sono venuti a conoscenza dei PIF attraverso seminari e riunioni sul territorio organizzati dal Soggetto Promotore. Figura 131 Strumento di conoscenza iniziale dei PIF Fonte: Elaborazioni Lattanzio VIC su dati dall indagine campionaria presso le aziende partecipanti dirette Mentre per i Soggetti Promotori dei PIF regionali le attività di informazione e comunicazione sono state utili soprattutto ad aumentare il numero delle imprese aderenti, secondo i Soggetti Promotori dei PIF locali, questi seminari e riunioni sul territorio, insieme ad altri incontri svolti a livello individuale, sono stati molto utili per meglio comprendere le esigenze del territorio e per fare emergere idee e proposte da parte degli stessi partecipanti. A detta dei SP il livello di partecipazione alle attività di animazione e consultazione è stato molto elevato e ciò ha contribuito alla redazione di progetti con un elevato grado di rilevanza rispetto alle esigenze dei vari soggetti che compongono il 263

269 partenariato e dei rispettivi territori. È interessante osservare che il 73% dei partecipanti ha dichiarato di aver preso parte a più di 5 incontri pubblici o individuali con il Soggetto Promotore e il 88% di essi ritiene di essere stato adeguatamente coinvolto nella preparazione del PIF. L informazione è confermata, come evidenziato nel grafico che segue, dalle rilevazioni inerenti il grado di conoscenza e condivisione dei progetti e degli obiettivi dei PIF da parte dei partecipanti. La quasi totalità di essi (96) ritiene di essere stata adeguatamente informata dal soggetto promotore circa i contenuti, i vantaggi e gli obblighi che avrebbero assunto aderendo ad un PIF locale. Questi elementi tendono a confermare un forte approccio bottom-up nella progettazione dei PIF locali. Figura 132 Conoscenza dei Progetti Integrati di Filiera e condivisione dei suoi obiettivi da parte dei partecipanti Fonte: Elaborazioni Lattanzio VIC su dati dall indagine campionaria presso le aziende partecipanti dirette Tra gli elementi di criticità che hanno influito sulla scelta dei Partecipanti di aderire al PIF il 52% ha evidenziato la complessità della procedura amministrativa e tempi lunghi e/o incerti per accedere ai contributi. Moderatamente critici sono stati invece gli aspetti relativi ai criteri di accesso e di priorità (15%), la complessità tecnica ed economica per la redazione del progetto individuale (21%) ed i vincoli contenuti nel contratto di filiera o nell Accordo (19%). Al contrario nessuno degli intervistati ha indicato come altamente critici gli aspetti legati all obbligo di aderire ad un sistema di qualità e di tracciabilità o la necessità di doversi aggregare con altri operatori per accedere ai finanziamenti. Figura 133 Criticità per l adesione ai Progetti Integrati di Filiera Fonte: Elaborazioni Lattanzio VIC su dati dall indagine campionaria presso le aziende partecipanti dirette 264

270 Per concludere, il 100% del campione ritiene generalmente positiva la sua esperienza di partecipazione e il 73% di questi ritiene che l inizitiva debba essere ulteriormente promossa senza necessità di particolari correttivi. Interesse verso la progettazione integrata di filiera Nell ambito delle indagini di campo funzionali alla redazione della presente RVI 2012 condotte nel mese di ottobre 2012, il Valutatore ha elaborato una specifica sezione del Questionario Valutativo tesa a rilevare l interesse dei beneficiari delle Misure 112, 121 e 311 nei confronti della progettazione integrata di filiera ovvero la propensione degli stessi a partecipare in maniera diretta o indiretta ai PIF e le motivazioni che sottendono a tale scelta. In linea generale la Progettazione Integrata di Filiera suscita un discreto interesse da parte delle imprese in quanto va a toccare temi sensibili per i produttori. Nonostante ciò, l integrazione di filiera non è percepita come una soluzione applicabile a tutti i modelli produttivi. La possibilità di poter partecipare ad iniziative di Progettazione Integrata di Filiera è ben nota tra i beneficiari del PSR: oltre il 65% 218 degli intervistati conferma, infatti, di essere venuto a conoscenza di questa tipologia progettuale. Tuttavia solo il 41% 219 dei beneficiari ha partecipato ad attività di animazione (ad esempio, convegni incontri seminari presentazioni del progetto ecc.) promosse nel corso di questi anni dalle Organizzazioni Professionali e dai Soggetti Promotori dei PIF. Ad un maggior livello di dettaglio, i beneficiari coinvolti nelle iniziative di animazione realizzate dalle Organizzazioni Professionali e dai Soggetti Promotori, hanno espresso, nella quasi totalità dei casi, un giudizio complessivamente positivo in merito agli incontri svolti. Interessanti sono le motivazioni che stanno a monte di questo giudizio positivo relativamente soprattutto a quali opportunità possono offrire le Filiere per le aziende: permettono di avere nuove visioni imprenditoriali anche attraverso l attivazione di nuovi canali commerciali, o ancora le attività di animazione stanno facilitando la creazione di reti di imprese. Secondo il Valutatore sono altresì interessanti le motivazioni di quanti non sono rimasti soddisfatti da tali incontri che mettono in evidenza i punti di debolezza di iniziative complesse come queste, in cui, spesso, il fattore umano svolge un ruolo chiave. Chi non ha trovato soddisfacenti gli incontri promossi dalle Organizzazioni Professionali riferisce tra le altre cose che è mancato il coinvolgimento diretto delle aziende agricole o ancora se si valuta la Filiera e si tralascia l azienda si creano delle strutture che poi non generano ricadute. Un ulteriore aspetto indagato è stato quello relativo al tasso di adesione dei beneficiari intervistati ai PIF, riportato nella Tabella che segue. Tabella Tasso di adesione dei beneficiari intervistati a Progetti Integrati di Filiera Di cui aderenti ad accordi % beneficiari intervistati Universo beneficiari Campione intervistato Misura di Filiera aderenti a PIF A b C c/b % % 311 A % Totale % Fonte: Elaborazioni Lattanzio VIC su dati dall indagine campionaria 218 Percentuale di risposte positive alla domanda: È a conoscenza dell esistenza di alcuni bandi del Programma di Sviluppo Rurale sulle Filiere Regionali e Locali? 219 Percentuale di risposte negative alla domanda: È stato coinvolto dalle attività di animazione degli organismi promotori (ad esempio, seminari convegni incontri sulle opportunità offerta dalle filiere)? 265

271 In sostanza circa il 20 % dei soggetti a cui è stato sottoposto il questionario già partecipa ai Progetti Integrati di Filiera promossi dalla Regione Marche, avendo pertanto cognizione di causa diretta sulla tipologia di questi interventi. Più interessante risulta vedere la dimensione e la localizzazione delle 20 aziende aderenti ai PIF come riportato nella Tabella successiva dove si nota un elevata incidenza di aziende di dimensioni medio/grandi (almeno sopra i 10 ettari) e preferibilmente localizzate in zone accessibili e non troppo distanti dai mercati principali (Zone PSR A e C). Infine, in riferimento all Orientamento Tecnico Economico, si nota una prevalenza di soggetti beneficiari provenienti dal settore Vitivinicolo. Ciò è giustificato dal fatto che questo settore, più di altri, offre interessanti spazi di crescita per le aziende che operano in forma aggregata. Tabella Caratteristiche delle aziende intervistate aderenti ai PIF Classi di SAU Numero aziende del campione Di cui aderenti a PIF (%) Zone PSR Numero aziende del campione Di cui aderenti a PIF (%) OTE Numero aziende del campione Di cui aderenti a PIF (%) Fino a 5 Ha 9 0 A 6 67% Animali da pascolo 11 15% Tra 5 e 10 Ha 23 0 C % Aziende miste 31 30% Tra 10 e 25 Ha 40 27% C % Grandi colture 25 10% Tra 25 e 50 Ha 23 23% C % Coltivazioni permanenti 19 15% Oltre 50 Ha 15 30% D 19 11% Vitivinicolo 16 30% Totale % Totale % Altre 8 0% Totale % Fonte: Elaborazioni Lattanzio VIC su dati SIAR L indagine diretta ha permesso di fare emergere anche le motivazioni di chi ha deciso di non aderire ai PIF. Tra queste il 33% dei non aderenti dichiara di non avere alcun prodotto da conferire alla Filiera o perché ha già venduto direttamente tutta la produzione, o perché le quantità prodotte non sono ritenute idonee per poter rientrare all interno di un accordo di queste dimensioni. Un altro 31% degli intervistati riporta come non sia utile per la propria azienda aderire ad un PIF o per le condizioni offerte troppo basse o perché non condivide la natura dell iniziativa. Tali elementi di criticità mostrano con chiarezza come gli operatori, per poter partecipare a tali progetti, abbiano bisogno di essere motivati tanto dalla convenienza economica dell investimento quanto dalla necessità di raggiungere economie di scala adeguate rispetto alle esigenze delle proprie aziende, evidenziando, ancora una volta, il ruolo di primo piano giocato dai SP. Infine circa 1/4 degli intervistati riferisce di non essere a conoscenza di questa tipologie di progetti ed un rimanente 12% si dice disponibile a partecipare in futuro a tali iniziative. I dati sono sintetizzati nel grafico che segue. 266

272 Figura Motivazioni della mancata adesione ai Progetti Integrati di Filiera (in %) Fonte: Elaborazioni Lattanzio VIC su dati Indagine Campionaria Per quanto riguarda le motivazioni di coloro che hanno aderito ai PIF sono emerse, in primo luogo, la personale propensione alle iniziative di aggregazione: credo nell'unione tra più forze per poter entrare e competere sui mercati, e quelle di natura economica. Un forte impulso a partecipare è stato dato anche dalla possibilità di offrire un servizio in più ai clienti attraverso il sistema Sis.Tra. di tracciabilità Per dare un valore aggiunto alla mia produzione e un maggiore trasparenza per il consumatore. Conclusioni e raccomandazioni Le indagini ed analisi condotte fino ad oggi hanno permesso al Valutatore di integrare ed aggiornare il quadro valutativo già impostato nell Approfondimento Tematico 2011 in materia di progettazione integrata di filiera in linea con le domande di valutazione aggiuntive della Regione Marche. Grazie all acquisizione di una serie di dati primari sulle Filiere Locali di Qualità, rispetto al precedentemente Approfondimento Tematico è stato possibile approfondire ulteriormente l aspetto relativo alla capacità del PIF di favorire la partecipazione e l aggregazione degli operatori in una logica di filiera e di stimolare la partecipazione degli agricoltori ai sistemi di qualità. La verifica e la quantificazione degli effetti prodotti in termini di occupazione e di trasferimento del valore aggiunto alle aziende del settore primario potranno essere elaborate in maniera esaustiva e completa solo dopo che i PIF saranno conclusi e dunque in fase di valutazione ex-post. Le prime conclusioni e raccomandazioni desumibili dalle analisi effettuate sulle Macrofiliere regionali e sulle filiere locali di qualità sono di seguito riepilogate sotto forma di risposte ai quesiti valutativi formulati nell Approfondimento Tematico 2011 (Cfr. par Metodologia valutativa e strumenti di indagine). Domanda di valutazione 1: In che misura il PIF ha compreso in un unico strumento gli interventi finanziabili con più Misure del PSR? Capacità dei PIF di agire come strumento di integrazione tra più interventi I PIF regionali analizzati nell Approfondimento Tematico 2011 avevano mostrato una buona capacità di integrazione multi misura, e sono risultati guidati da una logica di progettazione coerente e definita. Allo stesso tempo, nessun PIF regionale aveva richiesto l attivazione di tutto il set di Misure disponibili per questi strumenti. Nei PIF locali il livello di integrazione tra i diversi interventi risulta essere maggiore. Nel complesso tutte le Misure sono state attivate con esclusione della Misura 311 che non è stata attivata da nessun PIF locale. Due PIF (Conero e Foglia) non hanno attivato la Misura 123 e due PIF (Valdaso e Foglia) non hanno attivato la Misura 111a. 267

273 Grado di attivazione delle Misure attuate Il grado di attivazione delle singole Misure nell ambito dei PIF regionali e locali è piuttosto differenziato, come si evince dalle tabelle che seguono. In particolare, nei PIF locali, risulta molto ridotto l importo richiesto sulla dotazione stanziata. Tabella 113 Attivazione delle Misure - Sintesi PIF Regionali Misura Totale richiesto Peso sul totale (%) Dotazione (bando) Richiesto su dotazione 111 a % % 111 b % % % % % % % % % % % % % % ,66% Fonte: Elaborazioni Lattanzio VIC su dati SIAR Tabella 114 Attivazione delle Misure - Sintesi PIF Locali Misura Totale richiesto Peso sul totale (%) Dotazione (bando) Richiesto su dotazione 111 a % % 111 b % % % % % % % % % % % % 311-4% % ,89% Fonte: Elaborazioni Lattanzio VIC su dati SIAR Rispetto a quanto già evidenziato in sede di Approfondimento Valutativo 2011 anche nei PIF locali si conferma lo scarso tiraggio della Misura 111a il cui peso relativo sul totale richiesto si è ulteriormente contratto rispetto al già modesto risultato mostrato a livello di PIF regionali. Sia gli importi richiesti per la Misura 111a che per la Misura 111b sono largamente al di sotto della dotazione stanziata (solo 8% e 33% rispettivamente) a dimostrazione che i Soggetti Promotori non hanno colto l importanza che il programmatore aveva assegnato alle misure di formazione ed informazione nell ambito della progettazione integrata di filiera. Il Valutatore conferma la raccomandazione già riportata nell Approfondimento Valutativo 2011 circa la necessità di operare dei correttivi per aumentare l attrattività della Misura 111 sottomisure a e 268

274 bc che, per loro natura potrebbero essere funzionali ad una piena attuazione dei processi aggregativi che sono un obiettivo dei PIF. Come nei PIF regionali anche nei PIF locali hanno avuto notevole successo le Misure di sistema (Misure 124, 132 e 133) che, nel complesso, mostrano un dato sovrapponibile sia nelle filiere regionali che in quelle locali in termini di peso sul totale richiesto (circa 56%). L elevato peso che assumono le Misure 132 e 133 relative alla promozione e certificazione delle produzioni (oltre il 43% delle risorse richieste) conferma che, anche all interno delle Filiere, l accesso al mercato e la collocazione del prodotto risultano essere tematiche centrali. In questo senso, l aggregazione diventa lo strumento strategico per facilitare il posizionamento delle produzioni di qualità all interno di nuovi mercati con quantitativi e modalità che consentono di partecipare a sfide maggiormente competitive. Per quanto riguarda la Misura 121, mentre nei PIF regionali il numero dei beneficiari risulta essere estremamente ridotto (29), concentrato quasi esclusivamente nel PIF Carne Bovina (24), nei PIF locali il numero dei beneficiari è più alto sia in valore assoluto (51) sia sul totale delle domande presentate (13%). Relativamente alla Misura 123 il Valutatore evidenzia che, nei PIF regionali, la domanda di finanziamento delle imprese di trasformazione, di per sé non bassa (27%), mostra un limitato importo totale richiesto rispetto a quanto previsto dal Programmatore (75%). Nei PIF locali il peso della Misura 123 sul totale del progetto si è ulteriormente contratto (14%) e rappresenta solo il 17% di quanto programmato. Questi numeri sembrano confermare che, a differenza di quanto ipotizzato in fase di programmazione, i PIF a respiro regionale ed ancora di più quelli locali non hanno previsto lo sviluppo della fase di trasformazione dei prodotti agricoli quale elemento cardine attorno al quale sviluppare le filiere. Aumento del legame produttivo tra imprese e territorio Le precedenti positive considerazioni riportate nell Approfondimento Valutativo 2011 in relazione al forte legame funzionale stretto nell ambito dei PIF regionali tra il mondo produttivo ed il mondo accademico e della ricerca sono confermati anche dall esame dei PIF locali. Sarà quindi interessante osservare nella Valutazione ex-post quali effetti avrà prodotto questa interazione sia a livello regionale che a livello locale in termini soprattutto di diffusione dell innovazione verso le aziende e di stimolo al mondo accademico per una ricerca orientata alle esigenze dell agricoltura e dell industria agroalimentare. Domanda di valutazione 2: In che misura il PIF ha favorito l aggregazione a livello di impresa così come di filiera? Coinvolgimento multisettoriale delle imprese Nei PIF regionali l obbligo da parte dei partecipanti di sottoscrivere un Accordo di Filiera ha rappresentato un elemento fondamentale di impulso all aggregazione anche tra realtà che non avevano legami preesistenti tra loro e che, nell ambito del PIF si sono integrate con vincoli di carattere contrattuale. L Accordo di Filiera, infatti, ha portato a definire i reciproci obblighi e responsabilità in merito alla fornitura di prodotti agricoli destinati alla trasformazione ed alla commercializzazione agroindustriale, all attivazione di Misure di sistema che determineranno investimenti finalizzati al raggiungimento di obiettivi complessivi di filiera, ecc. Da quanto emerso dall indagine condotta a livello di PIF locali risulta che, pur mantenendo l importanza formale di un contratto vincolante tra le parti, l Accordo di Filiera abbia in questi contesti una valenza secondaria rispetto alla volontà dei singoli associati di raggiungere obbiettivi 269

275 condivisi sulla base dei quali impegnarsi ed investire risorse finanziarie e personali. Al contrario, nei progetti di filiera il coinvolgimento multisettoriale è, complessivamente, più limitato e solo in parte riesce a superare la dimensione regionale. Vantaggi percepiti dai partecipanti dall adesione ai PIF La motivazione prevalente espressa sia dai promotori che dai beneficiari dei PIF regionali quale leva per aderire ai progetti, seppure con le dovute differenze, è stata quella di definire un quadro stabile di operatività per l azienda intesa come accresciuta sostenibilità dei business individuali nell ambito di un quadro di riferimento che presenta un minor grado di volatilità e variabilità. Le attese sono simili a livello di beneficiari dei PIF locali, con una discreta aspettativa relativa all incremento/miglioramento delle interazioni con altre aziende della filiera e con i clienti e fornitori, aspetti che non sembrano essere particolarmente rilevanti a livello di PIF regionale. Si può concludere quindi che sia i promotori che i partecipanti ai PIF regionali e locali hanno colto in fase di adesione l essenza dello strumento PIF nella accezione che il Programmatore ha inteso dare ed hanno una discreta aspettativa circa gli effetti nel breve e medio periodo di questo strumento di sviluppo. Domanda di valutazione 3: In che misura i PIF hanno favorito lo sviluppo complessivo di un territorio/settore? Pur prevedendo di rispondere a questa domanda valutativa in sede di Valutazione ex-post, ad oggi è possibile impostare una prima riflessione in merito al perseguimento di uno degli obiettivi precipui delle filiere, ossia quello di rafforzare il radicamento e soprattutto la riconoscibilità territoriale delle produzioni. In tale direzione l attivazione della Misura 111, con particolare riferimento all azione b relativa all informazione, ha consentito di dare ampia evidenza degli aspetti che caratterizzano le produzioni all interno delle filiere. In particolare il ricorso a tale Misura da parte delle filiere locali e micro denota chiaramente la volontà degli aderenti di trasferire il valore che sottende alle produzioni, non sempre immediatamente rilevabile. Tuttavia, nel complesso, occorre rilevare il limitato tasso di adesione alla Misura 111b (solo il 33% delle risorse a disposizione sono state impegnate) che potrebbe potenzialmente ridurre la capacità di raggiungere gli obiettivi prefissati. Allo stato attuale non risulta possibile effettuare un analisi compiuta in merito all efficacia delle attività di informazione intraprese, potendosi prevedere un approfondimento di tale tematica solo a valle della realizzazione delle iniziative e quindi in una fase successiva delle attività di valutazione. Domanda di valutazione 4: In che Misura i PIF hanno stimolato la partecipazione degli agricoltori ai sistemi di qualità? Numero di imprese che aderiscono ai sistemi di qualità e tracciabilità in seguito ai PIF I valori obiettivo relativi al numero di aderenti alla Misura 132, al valore delle produzioni in qualità ed al numero di aziende che hanno adottato sistemi di qualità così come previsti sono pienamente raggiunti dal parco progetti selezionato sia per le filiere regionali che per quelle locali. Domanda di valutazione 5: In che misura i PIF hanno trasferito al settore primario una maggiore quota di valore aggiunto per le produzioni agroalimentari? La risposta potrà essere fornita in sede di Valutazione ex-post. Appare comunque evidente già dall analisi dei progetti presentati che i Soggetti Promotori dei PIF regionali e locali hanno interpretato in maniera compiuta lo scopo che il Programmatore ha inteso dare ai PIF nell ambito del PSR Marche e così facendo hanno sviluppato strategie di aggregazione complesse che mirano, oltre che al miglioramento del risultato economico degli operatori agricoli, anche alla sostenibilità nel tempo delle azioni proposte. Ciò appare evidente dal mix delle misure attivate che vedono una prevalenza delle azioni trasversali e di sistema rispetto a quelle a supporto dei singoli investimenti aziendali. 270

276 Si conferma a questo scopo quanto già proposto in sede di Approfondimento Valutativo 2011 circa l utilità, per la valutazione ex-post, di individuare, oltre alla variazione del Valore Aggiunto Agricolo per le imprese agricole partecipanti, uno o più indicatori che permettano di meglio definire come e quanto i PIF abbiano contribuito alla definizione di un quadro di maggiore stabilità operativa. Domanda di valutazione 6: In che misura gli aspetti organizzativi, procedurali e gestionali della Progettazione integrata di filiera definiti dall AdG hanno influenzato la realizzazione dei PIF? L assetto organizzativo definito dall AdG per la gestione dei PIF si caratterizza come modello di tipo bottom up, con la previsione di un ruolo rilevante per i Soggetti Promotori non solo in fase di progettazione ed attuazione dei PIF, ma anche nella fase di animazione/comunicazione e di coinvolgimento/selezione dei partecipanti. Come segnalato dai SP nel corso delle interviste in profondità, un ruolo maggiormente proattivo da parte dell AdG in fase di comunicazione e di informazione avrebbe potuto rimuovere alcuni degli ostacoli e delle criticità che hanno determinato lo slittamento dei tempi ed impedito un pieno coinvolgimento dei potenziali beneficiari. Tale indicazione è supportata dall analisi degli aspetti organizzativi, procedurali ed attuativi della progettazione integrata già trattati in forma compiuta nell ambito dell Approfondimento Valutativo 2011 in termini di: a) adeguatezza del modello organizzativo; b) efficacia dei sistemi informativi a supporto; c) efficacia e rilevanza delle attività informative; e d) qualità dei servizi a supporto ed accompagnamento alla preparazione del PIF. Nell ambito dell attuale esercizio valutativo non sono state svolte ulteriori indagini a riguardo pertanto si rimanda a quanto già riportato all interno di quel documento per la risposta al presente quesito valutativo Gli Accordi Agroambientali d Area nel PSR Marche Una considerazione a parte meritano gli Accordi Agroambietali Territoriali o d Area (AAA). Il Valutatore ha ritenuto di inserire questi strumenti utilizzati ai fini dell attuazione di una serie di misure ambientali del PSR Marche nell ambito dell analisi inerente la progettazione integrata in quanto ha riconosciuto l intento del programmatore nel cercare di cogliere gli effetti sinergici sull ambiente di operazioni a respiro territoriale piuttosto che interventi puntuali realizzati a livello di singole aziende. Gli AAA, così come indica la normativa regionale, sono strumenti innovativi finalizzati a promuovere, in un ambito territoriale delimitato, un insieme di misure che convergono verso un comune obiettivo specifico. Esso è inteso come insieme degli impegni sottoscritti dagli imprenditori agricoli di un particolare limitato territorio a fronte di compensazioni effettuate a valere sulle misure aziendali e di sistema del PSR. Agli Accordi possono partecipare, oltre alle aziende agricole, anche Enti Locali quali Comuni, Comunità Montane, Enti Parco. Questi ultimi sono stati individuati, seppur in via non esclusiva, quali Soggetti Promotori dell Accordo. L adesione agli Accordi da parte degli agricoltori è volontaria ed avviene a seguito di azioni di promozione e sensibilizzazione da parte dei Soggetti Promotori. La progettazione e attuazione degli Accordi Agroambientali d Area si articola secondo uno specifico modello organizzativo e gestionale finalizzato all implementazione di un progetto integrato collettivo coinvolgente molteplici soggetti pubblici e privati beneficiari e coordinato e integrato attraverso il Progetto Agroambientale d Area. In particolare, il PSR individua le seguenti due tipologie di AAA: Accordo Agroambientale d Area per la tutela delle acque e dei suoli da fitofarmaci e nitrati Accordo Agroambientale d Area per la biodiversità 271

277 L analisi che segue ha lo scopo di tracciare gli elementi salienti della procedura di attuazione degli AAA per mettere in evidenza, in via preliminare, una serie di elementi di criticità, che saranno in seguito monitorati al fine di formulare, nella valutazione di impatto, un giudizio complessivo sull efficienza ed efficacia di questi strumenti attuativi nel promuovere la conservazione, tutela e valorizzazione dei territori delle aree in cui essi sono realizzati. Analisi dello stato di attuazione procedurale e finanziario Le procedure attuative definite dall AdG La presente analisi riguarda la seconda tipologia di AAA che prevede l attivazione di un pacchetto di misure rivolte alla preservazione delle risorse della biodiversità naturale con particolare riferimento alla rete dei siti Natura 2000 in attuazione della direttiva Habitat (692/43/CEE) e Uccelli (409/79/CEE). La rete Natura 2000 è costituita nelle Marche dagli 80 Siti di Importanza Comunitaria (SIC) ai sensi della Direttiva Habitat e da 29 aree Zone di Protezione Speciale (ZPS) ai sensi della Direttiva Uccelli. La superficie complessivamente occupata dalla Rete Natura 2000 nelle Marche è pari al 14% della superficie regionale e ricade soprattutto nell area montana della regione. Per queste aree, l analisi di contesto ha evidenziato la necessità di promozione del ripristino degli elementi di naturalità a supporto della biodiversità e della tutela nei confronti di alcune specie forestali autoctone più a rischio di estinzione. Per far fronte a tali criticità la strategia individuata dal PSR riguarda il supporto ai metodi di produzione agricola compatibili con la tutela ed il miglioramento dell ambiente, del paesaggio e della biodiversità, il mantenimento del paesaggio agrario tradizionale e il pagamento di indennità agli agricoltori per far fronte ai maggiori costi connessi all implementazione delle misure di conservazione cogenti previste per i siti Natura Attraverso gli AAA il Programmatore ha inteso intervenire su aree preferenziali contigue coprendo una adeguata estensione territoriale funzionale al raggiungimento degli specifici obiettivi ambientali. Le misure che possono essere attivate nell ambito dell AAA sono: Misure aziendali (211a, 213a, 214b, 214d1, 216aa e 21ab) Misure di sistema (111bb e 215a2) Per quanto riguarda la Misura 213a, che è centrale nell attuazione degli AAA, la sua attuazione prevede, come precondizione necessaria, l individuazione delle misure di conservazione minime ed obbligatorie per le singole aree Rete Natura 2000 e dei relativi piani di gestione. Infatti, mentre per l adozione delle misure minime non è prevista alcuna indennità agli agricoltori, per le seconde invece, essi ricevono l indennità prevista dalla Misura per far fronte ai maggiori costi connessi alla loro attuazione. Il soddisfacimento di tale condizione ha influenzato l avanzamento procedurale della Misura 213, non solo nel PSR Marche, ma nella maggior parte dei PSR attuati dalle regioni Italiane in quanto vi sono stati ritardi generalizzati nell adozione delle misure obbligatorie di conservazione la cui competenza è in capo al Servizio Ambiente e quindi al di fuori dell Autorità di Gestione dei PSR. Nella Regione Marche, tale separazione di responsabilità è stata ricomposta con la costituzione, nel 2009, di una Tavolo Tecnico della Biodiversità nell ambito del quale il Settore Ambiente e quello Agricoltura della Regione, attraverso il dialogo con gli Enti Gestori, hanno promosso iniziative atte a favorire l individuazione e l adozione, sia a livello dei singoli Siti Natura 2000 sia a livello normativo, delle sopra menzionate misure di conservazione. 272

278 Attorno al Tavolo Tecnico ha operato il gruppo di lavoro misto agricoltura-ambiente nel pieno rispetto degli interessi di cui i due settori della Regione Marche sono portatori cioè l agricoltura e lo sviluppo rurale da una parte e la conservazione dell ambiente e della biodiversità dall altro. Questo approccio rispecchia a pieno lo spirito delle Direttive Habitat ed Uccelli che hanno rappresentato una forte innovazione nella politica del settore in Europa. Esse infatti, mirano a favorire l integrazione della tutela di habitat e specie animali e vegetali con le attività economiche e con le esigenze sociali e culturali delle popolazioni che vivono all interno delle aree che fanno parte della rete Natura Nell ambito del Tavolo Tecnico è stata promossa l attività di due consulenti esterni, già collaboratori dell Ente Parco del Conero, i quali, oltre ad un analisi dei dati locali, hanno svolto un azione di animazione e di concertazione con gli agricoltori a livello territoriale nei singoli siti. Questa attività ha permesso di identificare una proposta di misure obbligatorie per ciascun sito che successivamente sono state adottate dai relativi Enti Gestori. Dal punto di vista normativo, tra agosto 2011 e gennaio 2012, le misure di conservazione sono state recepite dal Settore Ambiente che, per sette siti Natura 2000, ha provveduto con relativa Deliberazione della Giunta Regionale, all approvazione delle misure di conservazione degli habitat naturali e delle specie animali di interesse comunitario ricadenti al loro interno. Nello stesso tempo, i dati di base raccolti nella fase di animazione dei territori hanno permesso al Settore Agricoltura una revisione delle priorità indicate nella scheda della Misura 213, la modifica delle stesse ed infine, le disposizioni attuative per il Bando corrispondente pubblicato ad Aprile L istruttoria degli AAA presentati e delle relative domande a valere sulle Misure 211, 213, 214 e 111b è stata svolta in maniera collegiale da parte dei due Servizi regionali. L approvazione degli AAA e la presentazione delle misure di aiuto è avvenuta a fine Seppure la Regione abbia fornito tutte le informazioni necessarie, ad oggi, presso il sistema AGEA, non è ancora disponibile la procedura necessaria all acquisizione delle domande. In particolare, non è stato ancora finalizzato l algoritmo che dovrebbe consentire di verificare le condizioni espresse nel bando in relazione alle priorità ed al tetto massimo dell aiuto nonché alle condizioni di ammissibilità per la Misura 211 che prevedono l esistenza anche di una domanda di aiuto/pagamento ammissibile a valere sulla Misura 213 nell ambito dello stesso bando. Inoltre, non sono state ancora risolte le problematiche legate ai controlli e alla verifica degli elementi (tecnici) di condizionalità con l effetto di determinare un blocco dell istruttoria delle domande. Nell intento di realizzare una prima analisi delle procedure e del modello organizzativo prescelto per la realizzazione degli Accordi Agroambientali d Area, il Valutatore ha effettuato una ricognizione degli atti amministrativi finora adottati a tal riguardo, rilevando che la regolamentazione del modello gestionale e organizzativo degli AAA è individuata nel Manuale delle Procedure dell Autorità di Gestione del PSR 2007/2013 Sezione III Procedure specifiche per Asse e Misura 220. Altresì, con Deliberazione della Giunta Regionale, sono state adottate le Disposizioni Attuative che, relativamente alle finalità finora perseguite dalla Regione mediante gli AAA, ne definiscono i principali elementi costituenti. Infine, sulla base di quanto definito nel Manuale delle Procedure del Programma e nelle Disposizioni Attuative, l AdG del PSR Marche approva in attuazione di queste ultime i bandi per la realizzazione degli Accordi Agroambientali d Area. Dal punto di vista dell iter procedurale, l approvazione degli AAA è articolata nelle fasi definite nel Manuale delle Procedure, di cui di seguito se ne riporta una rappresentazione grafica. 220 Ai fini della presente indagine è stata considerata la versione del Manuale delle Procedure approvata con Decreto del Dirigente del Servizio Agricoltura Forestazione e Pesca N.419/S10 del 20/09/

279 Figura Le fasi del procedimento per l'approvazione degli AAA L osservazione dello stato di attuazione procedurale del PSR in materia di AAA ha imposto la ricostruzione degli atti amministrativi finora adottati dall Amministrazione del Programma, i cui esiti sono contenuti nella tabella di seguito riportata che offre un quadro sinottico dei bandi finora approvati dall AdG del PSR Marche, evidenziandone, altresì, la relazione con le specifiche Disposizioni Attuative emanate relativamente agli AAA. Tabella Bandi approvati in materia di AAA nell ambito del PSR Marche 2007/2013 Disposizione attuative Numero Bando Data Descrizione Note esplicative DGR 514 del 16/04/2012 DGR 490 del 04/04/2011 D.D.S. 241/AFP D.D.S. 207/AFP D.D.S. 491/AFP D.D.S. 308/AFP 09/05/ /04/ /12/ /09/2011 D.D.S 168/AFP 12/05/2011 Bando di accesso a condizione per le domande di aiuto/pagamento a superficie (misure ), a valere sugli accordi agroambientali d area per la tutela della biodiversità Campagna Asse: 2 Misure: 2.1.1, 2.1.3, Bando di accesso per accordi agroambientali d area per la tutela della biodiversità. Asse: 1 - Misure: Bando di accesso per accordi agroambientali d area per la tutela della biodiversità. Presentazione progetti esecutivi. Asse: 1 - Misure: Asse: 2 - Misure: 2.1.1, 2.1.3, Proroga consegna domande cartacee di aiuto/pagamento misure , a valere sia sugli accordi agro ambientali d area (tutela delle acque e biodiversità) che sulle domande singole Campagna 2011 Asse: 2 - Misure: 2.1.4, 2.1.3, Bando di accesso a condizione per le domande di aiuto/pagamento a superficie (misure ), a valere sugli accordi agroambientali d area per la tutela della biodiversità Campagna Asse: 2 - Misure: 2.1.3, 2.1.1, Bando per la presentazione delle domande di aiuto/pagamento a superficie (M ) Modifiche dell Allegato al Bando di cui al DDS 491/AFP relativamente agli Organismi richiedenti Bando progetto esecutivo e domande misure non a superficie Proroga presentazione domande di cui al DDS 168/AFP e DDS 167/AFP Bando relativo alle domande di aiuto (a superficie) 274

280 Disposizione attuative DGR 251 del 09/02/2010 DGR 551 del 30/03/2009 Numero D.D.S. 167/AFP D.D.S. 141/AFP D.D.S. 113/AFP D.D.S. 192/S10 D.D.S. 196/S10 DDS 105/CSI_10 Bando Data 12/05/ /04/ /04/ /04/ /04/ /04/2009 Descrizione Bando di accesso a condizione per le domande di aiuto-pagamento a superficie (misure 214), a valere sugli accordi agroambientali d area per la tutela delle acque e dei suoli da fitofarmaci e nitrati Campagna 2011 Asse: 2 - Misure: Bando di accesso per accordi agroambientali d area per la tutela della biodiversità. Asse: 2 - Misure: 2.1.6, 2.1.3, Asse: 1 - Misure: Bando di accesso per accordi agroambientali d area per la tutela della biodiversità. Asse: 2 - Misure: 2.1.6, 2.1.3, Asse: 1 - Misure: Bando per la realizzazione di Accordi agro ambientali d area per la tutela delle acque e dei suoli da fitofarmaci e nitrati Asse: 1 - Misure: Asse: 2 - Misure: Istruzioni generali per la presentazione, delle domande per superfici ai sensi del Reg. (CE) 1698/2005 Modalità di presentazione delle domande di pagamento Campagna Accordi Agroambientali d area; Asse: 2 - Misure: Bando per la realizzazione di Accordi agro ambientali d area per la tutela delle acque e dei suoli da fitofarmaci e nitrati. Asse: 2 - Misure: Fonte: Note esplicative Bando relativo alle domande di aiuto (a superficie) Proroga al per la presentazione del progetto di massima Bando per presentazione progetti di massima scadenza Fissati i termini della presentazione del progetto di massima ed esecutivo e delle domande Il Bando fissa i termini per la presentazione del progetto di massima, delle domande di aiuto/pagamento e del progetto esecutivo Gli atti finora adottati dall Amministrazione del PSR Marche 2007/2013 hanno consentito di addivenire all approvazione di 7 progetti esecutivi di Accordi Agroambientali d Area, di cui 6 finalizzati alla tutela della biodiversità e 1 finalizzato alla tutela delle acque e dei suoli dai fitofarmaci e dai nitrati. Ricostruiti gli esiti delle procedure poste in essere, il Valutatore ha realizzato una analisi dei principali step per l approvazione degli AAA per la tutela della biodiversità. 275

281 Tabella Principali step dell iter procedurale degli Accordi Agroambientali d Area per la tutela della biodiversità Fase/Attività Soggetti responsabili Atto Inizio Conclusione Durata Pubblicazione Bando DDS 113/AFP 07/04/ /04/ Predisposizione del progetto di massima Proroga alla scadenza fissata dal DDS 113/AFP Approvazione graduatoria definitiva progetti di massima Pubblicazione Bando progetti esecutivi Predisposizione progetto esecutivo Approvazione graduatoria definitiva progetti esecutivi Soggetto promotore AAA 07/04/ /04/ gg AdG del PSR DDS 141/AFP 26/04/ /05/ gg Commissione di Valutazione 9/PSD 09/05/ /12/ gg AdG del PSR DDS 491/AFP 02/12/ /12/ Soggetto promotore AAA Commissione di Valutazione 02/12/ /12/ gg 8/PSD 31/12/ /05/ gg TOTALE 393 gg L iter di approvazione degli AAA presenta differenze tra le due tipologie di accordi distinti per finalità. In particolare, per quanto riguarda l Accordo Agroambientale d Area (Valdaso) per la tutela delle acque e dei suoli dai fitofarmaci e dai nitrati, la tempistica per la presentazione delle proposte del Progetto di massima, delle domande di aiuto e del Progetto esecutivo è stata definita in un unico bando (DDS 105/CSI_10 del 02/04/2009). In questo caso il completamento dell iter procedurale dalla pubblicazione del bando all approvazione della graduatoria definitiva dei progetti esecutivi ha richiesto 327 giorni. Diversamente, per l approvazione dei 6 Accordi Agroambientali d Area per la tutela della biodiversità, sono stati pubblicati bandi separati che hanno definito le scadenze per la presentazione del progetto di massima, delle domande di aiuto e del Progetto esecutivo. In questo caso il completamento dell iter procedurale dalla pubblicazione del bando all approvazione della graduatoria definitiva dei progetti esecutivi ha richiesto 393 giorni. Ciò è dovuto al fatto che il PSR prevede per gli AAA per la tutela della biodiversità che la procedura di attuazione sia costituita da due fasi distinte: la fase di progettazione preliminare (progetto agroambientale d area di massima) e la fase di progettazione esecutiva. Il progetto di massima è condizione necessaria per dimostrare l esistenza di un progetto di aggregazione territoriale frutto di un attività di informazione. Tale attività, rivolta a tutti gli operatori agricoli dell area oggetto dell accordo ha lo scopo di portare alla individuazione delle misure di conservazione obbligatorie sopra menzionate e per le quali gli agricoltori possono accedere agli aiuti a valere sulla Misura 213. Inoltre, entro la data di presentazione del progetto agroambientale d area di massima tali misure devono essere adottate in via preliminare da parte dell Organismo gestore delle aree Natura 2000 e trasmesse dallo stesso alla Regione ai fini della loro pubblicazione sul Bollettino ufficiale della Regione. I tempi che sono stati necessari per completare l approvazione della graduatoria definitiva dei progetti di massima per la biodiversità, che hanno richiesto complessivamente 66 giorni in più rispetto a quelli necessari per l approvazione dell AAA della Valdaso, evidenziano la complessità di questa procedura, pur non consentendo di individuare elementi di particolare criticità. 276

282 Analisi dei Soggetti Promotori e degli aderenti Per quanto riguarda gli Accordi Agroambientali d Area per la biodiversità, alla data di cut-off risultano essere stati approvati i seguenti 6 Progetti esecutivi. Tabella 117 Progetti esecutivi approvati (AAA per la tutela della biodiversità) Denominazione AAA Numero di aderenti beneficiari Importo totale richiesto 2011 e 2012 (Euro) Parco Conero Parco Sasso Simone Parco Sibillini Parco Gola Rossa Catria Nerone Riserva Torricchio Il panorama degli AAA sopra-riportato descrive una situazione molto diversa nelle 6 diverse realtà rappresentate. In particolare salta agli occhi l enorme differenza in termini di numero di partecipanti (53) dell AAA Riserva Torricchio, che corrispondono a circa l 80% delle aziende zootecniche operanti sul quel territorio, nei confronti di tutti gli altri AAA per cui il numero dei partecipanti è, ove più ove meno, molto contenuto. Seppure il Valutatore non sia in grado di esprimere un giudizio compiuto a riguardo, appare evidente che minore è il numero dei partecipanti e minore sarà l atteso effetto sinergico di un intervento coordinato su aree preferenziali contigue che coprono una adeguata estensione territoriale funzionale al raggiungimento degli specifici obiettivi ambientali. In particolare per quanto riguarda il Parco Sibillini, la partecipazione di solo 5 agricoltori sembra, ad una prima valutazione, non essere sufficiente per cogliere effetti sinergici e di continuità territoriale su un area che nel documento progettuale è descritto essere complessivamente di 8.643,70 ettari di cui una larga parte ricadente nella riserva naturale. Oltre a ciò, la partecipazione di solo 5 beneficiari non giustificherebbe nemmeno lo sforzo progettuale prodotto nella redazione del Progetto d Area, le 5 risorse umane che l Ente Parco sostiene che saranno impiegate, seppure part-time, nel progetto e l impegno amministrativo ed economico collegato alle attività di animazione e di gestione svolte e da svolgere da parte di tutti gli enti e le organizzazioni professionali e di rappresentanza coinvolte. I Soggetti Promotori dei due Accordi sopra menzionati sono stati intervistati dal Valutatore al fine di meglio comprendere, attraverso il punto di vista degli operatori locali, come si è articolato il complesso meccanismo procedurale che ha portato alla presentazione degli Accordi e delle domande d aiuto individuali degli agricoltori oltre che identificare con gli stessi gli elementi di criticità emersi. Entrambi gli interlocutori concordano nell affermare che l attività informativa e di supporto messa in atto dalle strutture della Regione Marche, sin dalle fasi di avvio della procedura di identificazione delle misure di conservazione e poi di attivazione degli Accordi, sono state buone. Alta è stata anche la frequenza di interazione tra funzionari regionali e Soggetti Promotori. Anche i territori hanno risposto in maniera molto positiva alle sollecitazioni. Nel caso del Torricchio il rapporto tra soggetto promotore ed agricoltori, anche se non ha escluso gli altri soggetti e le rappresentanze di categoria, è stato molto diretto e l ente parco si è attivato in qualità di soggetto promotore degli accordi nell ottica di innovare la gestione e la conservazione del territorio attraverso l aggregazione dei singoli operatori. Nel caso del Parco dei Sibillini, le organizzazioni professionali ed ambientaliste hanno avuto un ruolo più attivo e oltre ad aver promosso l iniziativa già nelle fasi più precoci, a quanto rilevato, svolgono un ruolo di mediazione tra soggetto promotore e beneficiari finali. Questo più diretto contatto tra soggetto promotore e singoli beneficiari è confermato anche dal fatto che, tra le modalità di coinvolgimento del territorio, il soggetto promotore del Torricchio ha 277

283 indicato, oltre all organizzazione di riunioni pubbliche e con le organizzazioni di categoria, anche incontri individuali con aziende operanti sul territorio. In entrambi i territori, l interesse principale degli agricoltori ad entrare nell Accordo è stato suscitato dalla possibilità di migliorare la redditività aziendale, in un ottica di medio periodo, attraverso l adozione di principi di un agricoltura a più basso impatto ambientale. A questo riguardo gli agricoltori sembra abbiano compreso appieno gli obiettivi dell iniziativa. Il processo di identificazione delle misure di conservazione da attuare nelle singole aree è avvenuto in un clima di fattiva collaborazione tra tutti i portatori d interesse e tra questi i più attivi sono stati proprio gli agricoltori. Le principali difficoltà sono iniziate a sorgere con la redazione e presentazione dei progetti. Per quanto riguarda il Torricchio il principale problema è collegato alla struttura troppo rigida dei bandi che male si adattano alle specifiche esigenze dei singoli territori imponendo vincoli che non sempre sono applicabili a tutte le condizioni. In particolare, l area della riserva è caratterizzata da un attività di zootecnica che viene praticata su di un territorio diffuso, spesso non esattamente coincidente con i terreni in proprietà o possesso delle stesse aziende per cui alcuni vincoli imposti dal bando risultano difficilmente applicabili. Analoga indicazione è venuta dal Parco Sibillini che, oltre a quanto indicato dal primo interlocutore ha sottolineato che il ruolo richiesto agli enti parco nell ambito della presentazione dei progetti d area esula dalle normali funzioni e competenze degli stessi e questo li ha posti di fronte ad una serie di difficoltà di ordine tecnico e funzionale in relazione alla complessità progettuale richiesta dalla procedura indicata dai bandi (informazioni tecniche, dati cartografici e catastali, etc.). Il Parco Sibillini ritiene che tali limitazioni strutturali dell ente parco, potranno rappresentare degli elementi di criticità anche in fase attuativa degli accordi. Il ritardo dei pagamenti delle indennità rispetto alla data di presentazione delle domande di aiuto e, soprattutto, rispetto all attuazione di alcune misure attive di conservazione già attuate dagli agricoltori, potranno rappresentare un problema per la prosecuzione dell accordo. In conclusione, entrambi gli enti intervistati ravvisano che il ruolo che oggi essi sono chiamati a svolgere come soggetti promotori nell ambito degli AAA debba essere in qualche modo rivisto. In particolare essi segnalano un certo disagio legato, sostanzialmente a due aspetti. Da una parte essi rivendicano la necessità di una maggiore autonomia nelle scelte tecniche di organizzazione e gestione degli Accordi. Dall altra essi ritengono di non disporre di strutture e risorse adeguate a svolgere funzioni che vanno oltre quelle propriamente tecniche per le quali sono stati istituiti. In sintesi, se da una parte essi sono disponibili ad un loro maggiore coinvolgimento dal punto di vista tecnico e ad un più incisivo ruolo nell ambito di un tavolo di concertazione con le strutture regionali e locali, essi ravvisano la necessità di delegare o essere supportati, almeno in parte, da strutture più idonee per lo svolgimento delle funzioni più propriamente procedurali. Conclusioni e raccomandazioni Nel quadro di un analisi degli AAA limitata agli aspetti organizzativi e procedurali e di un esame preliminare dei Progetti d Area approvati, il giudizio sul quadro istituzionale messo in atto da parte della Regione Marche e, più specificatamente da parte dell AdG del PSR, per l attuazione degli AAA sulla biodiversità è inequivocabilmente positivo. Nell ambito del Tavolo Tecnico sulla Agro-biodiversità istituito dalla Regione Marche la collaborazione tra i Settori Ambiente ed Agricoltura ha permesso di trovare una modalità di attuazione degli AAA sulla biodiversità capace di fondere e soddisfare gli interessi apparentemente conflittuali tra agricoltura e conservazione. Tale approccio ha permesso il superamento di una logica di confronto e, come si dice in gergo negoziale, ha portato a prospettare una soluzione win-win in linea con lo spirito con il quale le Direttive Habitat ed Uccelli sono state concepite. Va qui 278

284 ricordato che sono molti i PSR in ambito nazionale ed europeo dove, per effetto della mancanza di definizione delle misure di conservazione obbligatorie e/o dei piani dei parchi nelle zone Natura 2000, non è stata ancora avviata alcuna azione attuativa della Misura 213. Anche l iter procedurale impostato in via sperimentale dall AdG è risultato, nel suo insieme e nell ottica della progettazione territoriale, non particolarmente complesso e lungo. Probabilmente sarà utile esaminare quali siano stati gli elementi critici che hanno determinato, da parte della Commissione di Valutazione, i 205 giorni necessari per l approvazione della graduatoria definitiva dei progetti di massima ed i 127 per l approvazione dei progetti esecutivi al fine di trovare soluzioni che permettano una più rapida fase di istruttoria e, ove possibile, introdurre i conseguenti emendamenti. A fronte di tali elementi positivi emergono tuttavia alcuni elementi di criticità degni di essere evidenziati. A livello locale i risultati non sono ancora emersi in maniera univoca in tutti i territori. In particolare il numero degli aderenti alla maggior parte degli AAA non sembra tale da determinare un impatto consistente sulle rispettive aree d intervento. Da un punto di vista valutativo, la scarsa adesione da parte degli operatori, soprattutto degli agricoltori, inficiare la possibilità di cogliere i prospettati effetti sinergici in termini di conservazione che sarebbe dovuta scaturire da una serie di azioni coordinate e congiunte attuate sullo stesso territorio nel promuovere la conservazione, tutela e valorizzazione dei territori delle aree in cui essi sono realizzati. In aggiunta, la scarsa partecipazione da parte degli agricoltori non permette il perseguimento della strategia individuata dal PSR per la preservazione delle risorse della biodiversità naturale delle aree Natura Tale strategia infatti, si basa sul ruolo attivo degli agricoltori che, attraverso l impiego di metodi di produzione agricola compatibili con la tutela ed il miglioramento dell ambiente, del paesaggio e della biodiversità, mantengono il paesaggio agrario tradizionale. In conclusione, il Valutatore ritiene che sia necessaria la messa in atto di misure di informazione, sensibilizzazione e, più in generale, animazione degli agricoltori che operano nelle aree oggetto degli interventi al fine di ottenere una più numerosa partecipazione degli stessi a progetti d area. A questo scopo, il Valutatore ritiene che vada rafforzata la partnership tra gli uffici regionali che gestiscono il PSR e tutti gli enti locali, non solo gli Enti Parco, dei territori su cui insistono le aree Natura Per quanto riguarda gli Enti Parco, che comunque hanno svolto un azione molto efficace nella fase di animazione dei territori e concertazione con i portatori di interesse per la identificazione ed attuazione delle misure di conservazione, ad una prima analisi, sembrano manifestarsi alcuni elementi di criticità legati alla natura del loro ruolo negli AAA. Il ruolo degli Enti nell ambito degli AAA presenta infatti degli elementi di ambiguità legati principalmente a due aspetti. Il primo aspetto è collegato al fatto che essi si trovano ad essere al contempo beneficiari dell accordo e, vis-a-vis la Regione, gestori dello stesso. Per fare un paragone con gli altri Soggetti Promotori della progettazione territoriale gli enti parco si trovano in una posizione a cavallo tra quella dei Soggetti Promotori dei PIF, cioè entità con finalità ed operatività di natura privatistica che ricavano un beneficio in maniera più o meno diretta dalla loro partecipazione al progetto, ed i GAL che, al contrario sono soggetti di natura pubblica che svolgono funzioni a beneficio di terzi ricadenti nel territorio di loro competenza e, nel fare questo, ricevono un contributo economico previsto dalla Misura 431 che permette loro di strutturarsi adeguatamente. Il secondo aspetto, anch esso a nostro avviso meritevole di considerazione, è legato alla natura stessa degli enti parco che, in quanto tali, svolgono funzioni ed hanno competenze prevalentemente tecniche tutte ricollegabili alla gestione delle risorse naturali. 279

285 Tali capacità solo in parte coincidono con quanto richiesto dal PSR per l attuazione di progetti territoriali quali gli AAA che presentano, oltre a problematiche di natura tecnica, anche quelle collegate agli aspetti di gestione di risorse economico-finanziarie quali sono i fondi di sviluppo comunitari. In un ottica di programmazione futura, il valutatore ritiene che il ruolo degli enti parco quali soggetti promotori degli AAA possa essere rivisto nella prospettiva di un ottimizzazione delle funzioni. In particolare, si ritiene che, ove il territorio del parco rientri in quello di pertinenza di un GAL, gli AAA possano essere rinquadrati sotto il cappello delle iniziative gestite da questi ultimi con il coinvolgimento degli enti parco nel partenariato. In quest ambito infatti l ente parco potrà svolgere con maggiore autonomia ed efficacia quelle azioni di tutela dei valori naturali ed ambientali capaci di conciliare gli obiettivi di conservazione della natura con quelli di sviluppo socio-economico così come previsti dalle direttive comunitarie e dal programmatore del PSR Marche nel concepire gli AAA per la biodiversità. In aggiunta, poiché il programma Leader nella futura programmazione tornerà ad avere la valenza di un programma pluri-fondo, l eventuale ricollocazione degli AAA nell ambito di competenza dei GAL apre la porta alla possibilità di accedere a fondi ulteriori rispetto a quelli relativi allo sviluppo rurale per il finanziamento delle aree protette e delle attività sostenibili che su di esse sono svolte. Conclusioni dell analisi delle modalità organizzative e procedurali per la progettazione integrata La progettazione integrata riveste un ruolo primario nel PSR Marche e nel Programma sono definiti e sono in corso di implementazione diversi strumenti di attuazione di tale approccio, che il Programmatore ha inteso proporre al sistema agricolo marchigiano con l obiettivo di superare alcune criticità specifiche dell assetto economico produttivo regionale e di massimizzare l efficacia delle Misure, a livello settoriale (progettazione integrata di filiera) e/o a livello territoriale (Accordi agro ambientali d area e Progetti integrati di filiera locale). L Autorità di Gestione ha espresso una specifica domanda valutativa in tema di progettazione integrata e, in ragione dello stato di avanzamento dell attuazione, le indagini e le analisi del Valutatore sono state finalizzate a verificare l efficacia e l adeguatezza delle modalità attuative e dell assetto organizzativo e procedurale che l AdG ha adottato. Le principali evidenze emerse dalle analisi condotte sono di seguito evidenziate: l AdG ha definito ruoli e procedure specifiche per la gestione dei diversi bandi che hanno e/o stanno finanziando progetti integrati complessi. Le modalità di gestione risultano funzionali sia sotto il profilo dell assetto organizzativo (definizione di organismi e di ruoli responsabili e delle relative aree di competenza) sia sotto il profilo della progettazione delle procedure (descrizione degli iter e dei flussi di attività, delle tempistiche e degli output intermedi e finali di procedura). in particolare, la struttura organizzativa prevista dall AdG, anche nell opinione dei testimoni intervistati, appare adeguata a supportare l attuazione della progettazione integrata complessa, considerando come particolarmente efficace l istituzione di figure di integrazione ad hoc per tipologia di intervento, sia di tipo operativo i Responsabili di istruttoria che supportano i lavori della Commissione sia di tipo direzionale i Responsabili regionali di Strumento; l approccio integrato ha comportato la sperimentazione, dal punto di vista delle pratiche di lavoro e di interazione tra gli uffici, di modalità innovative rispetto alla routine organizzativa che caratterizza la macchina amministrativa regionale. Si segnalano da questo punto di vista le esperienza di collaborazione inter organizzativa, che hanno consentito di superare i limiti del settorialismo, come nel caso del Tavolo sulla Agro-biodiversità tra il Servizio Ambiente ed il Servizio Agricoltura della Regione Marche; 280

286 le indagini di campo hanno evidenziato, a giudizio dei beneficiari e dei Soggetti promotori degli interventi integrati, un non ottimale livello di omogeneità nella conoscenze degli interlocutori della Regione circa le caratteristiche distintive delle Misure attuate con la progettazione integrata, che si è tradotto in un giudizio non soddisfacente circa la qualità e l utilità dell interazione con gli Uffici regionali; Si è riscontrato un generale e consistente ritardo nella gestione degli iter procedurali di attuazione dei bandi dedicati alla progettazione integrata, sia di filiera che degli Accordi Agroambientali d area, che si concentra soprattutto nella fase di preparazione e di istruttoria dei progetti integrati. A giudizio del valutatore, tale elemento, che rappresenta un nodo critico in termini di efficacia organizzativa, è stato determinato da diversi fattori: i) i modelli organizzativi di gestione che hanno previsto l istituzione di organismi collegiali responsabili dell istruttoria dei Progetti (Commissione Regionale di Valutazione) e delle domande di aiuto a questi collegati appaiono poco efficaci. Tali organismi, infatti, sono di difficile gestione, specie quando sono composti da funzionari e dirigenti apicali; ii) gli iter procedurali progettati appaiono eccessivamente articolati e frammentati, con la previsione di diverse macro fasi di esecuzione della procedura (Manifestazione di interesse, Progetto di Massima, Progetto esecutivo), che, unitamente ad altri fattori, hanno determinato lo slittamento della tempistica, e comportato la rinuncia a partecipare al bando da parte di numerosi aderenti; iii) con particolare riferimento ai Progetti Integrati di Macro filiera regionale, l analisi ha evidenziato la sostanziale inefficacia di taluni passaggi procedurali, come dimostrato dall elevato tasso di turnover tra i partecipanti alla fase della Manifestazione di Interesse rispetto alla fase di adesione al Progetto integrato di filiera; il modello di attuazione della progettazione integrata, che prevede il trasferimento di compiti e funzioni dall AdG al soggetto promotore è risultato poco efficace ed efficiente. Appare quindi da rivedere l ampiezza del decentramento di funzioni che l AdG ha delegato ai Soggetti attuatori della progettazione integrata complessa e le modalità attraverso cui tale delega è esercitata, con particolare riferimento alle attività di animazione territoriale e del partenariato. Tale considerazione deriva dall osservazione de: i) il differenziale in termini di efficacia ed efficienza nel livello di esecuzione del Programma, che dove si riscontra una elevata capacità amministrativa dell AdG nella gestione ed esecuzione delle Misure attuate in forma singola ed a titolarità regionale; ii) il mancato rispetto della tempistica e, in taluni casi, la bassa capacità di impegno (PIF locali) nella gestione degli strumenti della progettazione complessa. A giudizio del Valutatore, tale evidenza dipende da un lato dalla bassa (o comunque diversificata) capacità di aggregazione e di progettazione degli attori coinvolti sul territorio e nei diversi comparti produttivi del settore agricolo regionale e, da un altro lato, dalla difficoltà da parte degli uffici regionali di svolgere un ruolo non solo di tipo regolativo - amministrativo ma anche di coordinamento, stimolo e supporto all attivazione dei meccanismi e dei processi di aggregazione che sono alla base dello sviluppo economico e/o territoriale. una ulteriore criticità è costituita dalla non preventiva progettazione ed attivazione di un sistema di verifica ex ante ed in itinere strutturato della capacità amministrativa del Soggetti Promotori della progettazione integrata e delle modalità e strumenti con i quali questi si interfacciano con gli aderenti ai PIF e/o agli AAA. Tale elemento appare rilevante soprattutto per garantire efficacia nella fase di attuazione delle operazioni/interventi finanziati e nel monitoraggio della 281

287 spesa ed è centrale proprio in ragione del forte decentramento di funzioni che l AdG ha trasferito a questi soggetti. riguardo ai sistemi informativi a supporto della gestione della progettazione integrata, valgono, in riferimento agli AAA, le riflessioni proposte a riguardo della cooperazione applicativa tra il SIAN ed il SIAR. Per la gestione dei PIF è stata creata una apposita Sezione nell area riservata del SIAR, denominata Filiere. Il sistema presenta diverse difficoltà all utilizzo, sia rispetto al grado di copertura informativa, essendo i dati relativi ai PIF difficilmente fruibili e frammentati in diverse Sezioni del sistema, sia rispetto al grado di copertura funzionale, con particolare riferimento alle attività di monitoraggio e di valutazione. Quest ultimo aspetto risulta penalizzato dal fatto che non sono disponibili adeguate funzionalità di reportistica, rispetto alle elaborazioni di sintesi sull avanzamento procedurale, sui beneficiari e le loro caratteristiche nonché sulle Misure/Tipologie di intervento da essi attivate. Le indagini di campo hanno, inoltre, evidenziato difficoltà da parte dei referenti dei Soggetti Promotori nell utilizzo dei sistemi informativi, rispetto in particolare all accesso e al caricamento dei dati. nell ambito delle indagini di campo è, inoltre, emersa una generale domanda di semplificazione da parte di imprese e soggetti promotori sia rispetto al carico degli oneri amministrativi da sostenere per partecipare ai bandi sia riguardo alla complessità della progettazione richiesta. I risultati delle attività di animazione territoriale sono complessivamente soddisfacenti, avendo i progetti integrati coinvolto un elevato numero di aderenti, sia in termini assoluti che in termini percentuali rispetto alla consistenza dei diversi settori produttivi e/o aree territoriali interessate. Tuttavia, la capacità di aggregazione è risultata fortemente differenziata nei diversi contesti di progettazione. Le indagini di campo hanno inoltre evidenziato come, in taluni casi, la qualità del coinvolgimento nella definizione di Accordi e/o di PIF sia risultata inadeguata. Ad esempio, diversi beneficiari dichiarano di non conoscere il Soggetto Promotore e/o di non essere stati fattivamente coinvolti nella individuazione delle Misure e degli interventi inserti nei Progetti e/o Accordi Aspettative e opportunità della nuova programmazione Definizione dell ambito tematico analizzato e relative parole chiave Nel mese di ottobre 2011 la Commissione europea ha adottato un progetto di pacchetto legislativo volto a definire le linee della Politica di coesione dell Unione Europea per il periodo di programmazione La struttura legislativa prevede/comprende la proposta di Regolamento COM(2011) 615 che definisce le norme comuni per i c.d. Fondi del Quadro Strategico Comune (QSC), ossia il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo, il Fondo di coesione, il Fondo europeo agricolo di sviluppo rurale e il futuro Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca. In particolare, la proposta di regolamento delinea gli elementi comuni dei Fondi QSC per la loro pianificazione e programmazione strategica, prevedendo una forte integrazione tra di essi in vista dell implementazione degli obiettivi tematici connessi con la strategia Europa In tale quadro legislativo, si inserisce la proposta di Regolamento COM(2011)627, adottata dalla Commissione per quel che concerne il sostegno allo sviluppo rurale nel periodo da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale. Il documento, pur muovendosi in sostanziale continuità con gli strumenti adottati questi negli ultimi anni, introduce alcuni elementi di innovazione e delinea le sei priorità che la politica di Sviluppo Rurale perseguirà nel periodo 2014/ Comunicazione della Commissione Europa 2020, COM(2010)

288 Tabella Le sei priorità della Politica di Sviluppo Rurale N Priorità Parole Chiave Promuovere il trasferimento delle conoscenze e l innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali (priorità orizzontale ) Potenziare la competitività dell agricoltura in tutte le sue forme e la redditività delle aziende agricole Incentivare l organizzazione della filiera agroambientale e la gestione dei rischi nel settore agricolo Preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi dipendenti dall agricoltura e dalle foreste Incoraggiare l uso efficiente delle risorse e il passaggio ad una economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale Promuovere l inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali Capitale umano, reti, innovazione, ricerca Ristrutturazione, mercato, ricambio generazionale Integrazione, promozione, qualità, gestione del rischio Biodiversità, paesaggio, risorse idriche, suolo Uso efficiente delle risorse idriche ed energetiche, energie rinnovabili, emissioni di gas serra, sequestro CO 2 Diversificazione, lavoro, inclusione sociale, sviluppo locale Fonte: Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) - COM(2011) 627 definitivo Per ogni priorità sono state successivamente individuate diverse Misure in grado di concorrere al raggiungimento previsto degli obiettivi posti. Di seguito, in estrema sintesi, vengono riportate le principali innovazioni introdotte dalla priorità delineate per il nuovo periodo di programmazione. Trasferimento di conoscenze: introduzione di un iniziativa trasversale volta alla promozione dell innovazione e al trasferimento della conoscenza attraverso una rete di livello europeo (European Innovation Partnership 222 ), che avrà il compito di collegare i progetti di ricerca scientifica (previsti dall iniziativa Horizon ) con i progetti finanziati attraverso il PSR. Competitività: supportare le imprese agricole attraverso un pacchetto di Misure che ricalcano quelle attivabili nell ambito della presente programmazione attraverso l Asse 1 e che mirano a supportare le aziende negli investimenti strutturali. Filiere: accrescere il valore aggiunto attraverso le filiere alimentari, attivando strumenti volti al rafforzamento dei gruppi di produttori e supportando la cooperazione per l accorciamento delle filiere, nonché introducendo eventuali specifici sottoprogrammi tematici (ad esempio Filiere Corte) a supporto di tali iniziative. Gestione del rischio: introdurre dei premi, in conto capitale, volti a cautelare i rischi dovuti a calamità naturali e a calmierare gli effetti negativi dovuti all oscillazione dei prezzi sui mercati globali. Per gli Stati membri con sistema di gestione dei Programmi regionalizzato (è il caso dell Italia) tali Misure potrebbero prevedere delle modalità di attuazione su base nazionale. Biologico: proseguire il sostegno agli interventi che prevedono contributi per la conversione all agricoltura biologica o per il suo mantenimento, in risposta al crescente interesse della collettività per le pratiche agricole ecocompatibili. Le principali innovazioni si riscontrano nelle proposte di riforma sia del primo che del secondo pilastro della PAC 224. Nell'ambito dello sviluppo rurale è 222 Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio Portare avanti il piano strategico di attuazione del partenariato europeo per l'innovazione nell'ambito dell'invecchiamento attivo e in buona salute, COM (2012) Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni - Programma quadro di ricerca e innovazione "Orizzonte 2020", COM (2011) 808; Proposta di Regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il Programma Quadro di Ricerca e Innovazione ( ) - Orizzonte 2020, COM (2011) 809 Konc. 224 Nell ambito della proposta di regolamento sui pagamenti diretti è previsto che gli agricoltori che soddisfano le condizioni stabilite dal regolamento (CE) 834/07 devono beneficiare della componente greening senza essere sottoposti ad ulteriori obblighi, dati i benefici ambientali riconosciuti ai sistemi di agricoltura biologica. 283

289 prevista una misura specifica per il biologico che viene eletta da azione a misura svincolata dalle misure agro ambientali propriamente dette. Come per queste ultime, è prevista però la possibilità di stipulare contratti collettivi o la collaborazione tra agricoltori in modo da coprire aree adiacenti più vaste, così come i pagamenti devono contribuire a compensare i costi aggiuntivi e il mancato guadagno derivanti dagli impegni assunti, limitatamente agli impegni che vanno al di là dei pertinenti criteri e requisiti obbligatori. Condizionalità: razionalizzare il quadro regolamentare degli obblighi di condizionalità. Si prevede una lista di 21 disposizioni (13 CGO e 8 BCAA) riconducibili a 2 obiettivi generali (ambiente e cambiamento climatico; salute pubblica e benessere degli animali) nei quali compare per la prima volta il nuovo obiettivo sui cambiamenti climatici, fortemente enfatizzato. Tra i nuovi standard introdotti, figura la BCAA 7: mantenimento delle aree umide e dei terreni con alto tenore in sostanza organica e divieto di aratura. Inoltre è prevista l'inclusione nella lista degli obblighi anche della direttiva quadro sulle acque e di quella sull'uso sostenibile dei fitofarmaci, che saranno valide ai fini della condizionalità solo dal momento in cui tutti gli Stati membri le avranno recepite. La condizionalità mantiene, infine, la funzione di baseline per l'accesso alle misure agroambientali dei PSR 225. Settore forestale: introduzione di molteplici e rilevanti innovazioni introdotte nell ambito della riforma del sostegno allo sviluppo rurale con la previsione di uno specifico set di Misure per tale comparto. Di seguito vengono elencate le principali innovazioni previste: si enfatizza il ruolo delle foreste per quanto riguarda la conservazione della biodiversità, la tutela del paesaggio rurale e delle risorse idriche; il ruolo dei gestori forestali viene esplicitamente equiparato a quello degli agricoltori; il sostegno all adozione di pratiche selvicolturali sostenibili è inteso non più solo come compensazione per mancati redditi, ma come una vera e propria remunerazione per i servizi ambientali forniti alla collettività; anche a seguito dell abolizione del sistema degli Assi, si rivede l approccio utilizzato per il periodo , vale a dire si rimarca con maggiore intensità la necessità di far convivere le esigenze ambientali con le funzioni economiche nella gestione delle foreste; il ventaglio di beneficiari ammissibili viene ampliato a tutte le forme associative (associazioni di proprietari, reti d imprese, ecc.). In relazione all attuazione del metodo Leader la proposta di Regolamento prevede la riattivazione del meccanismo plurifondo. Altresì, i Programmi dovranno prevedere la possibilità di proporre soluzioni innovative rispetto ai fabbisogni locali. Infine è prevista nella proposta di Regolamento la possibilità di poter attivare determinati sottoprogrammi tematici in riferimento ad un particolare target di beneficiari: Giovani agricoltori, Piccole aziende agricole, Zone montane 226, Filiere corte. Le proposte di Regolamento sono tuttora al vaglio delle istituzioni dell Unione Europea 227 e potranno, pertanto, subire modifiche anche sostanziali visto la fase non avanzata del dibattito. Sulla base degli elementi brevemente descritti e alla luce della dinamicità del quadro legislativo che si va delineando, l Autorità di Gestione ha raccomandato l opportunità di indagare, presso i beneficiari 225 Così come lo diventa anche per l'accesso al greening nel primo pilastro PAC. 226 I Sottoprogrammi Aree Montane, peraltro, potrebbero concorrere a rafforzare ulteriormente lo sviluppo del settore forestale. 227 Dal 1 dicembre 2009, con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, il Parlamento Europeo (PE) assume a tutti gli effetti il ruolo di co-legislatore anche in materia agricola. 284

290 dell attuale programmazione, quali interventi potranno essere maggiormente utili e rilevanti per il futuro Programma. Considerazioni valutative provenienti dall analisi delle fonti primarie: i beneficiari del PSR Le riflessioni di seguito proposte rappresentano il frutto dell analisi effettuata sulla base delle opinioni raccolte presso il campione di soggetti selezionati per la realizzazione delle indagini di campo in tale ambito analitico 228. In prima battuta tali indagini sono state volte ad effettuare una verifica della disponibilità dei beneficiari ad aderire ad accordi di Filiera nella futura programmazione. Le opinioni espresse dagli intervistati consentono di evidenziare che ben il 73% degli intervistati conferma la propria disponibilità ad aderire agli accordi di filiera nel corso del prossimo ciclo di programmazione. Adottando come criterio di perfezionamento dell analisi l appartenenza dei beneficiari a diverse classi costituite sulla base della localizzazione degli stessi, nonché della loro partecipazione alle Misure strutturali o alle Misure a premio, è interessante notare che i beneficiari delle Misure a premio e quelli localizzati in aree più remote (Zone rurali D e C3) dichiarano una maggiore disponibilità a partecipare ad accordi di filiera rispetto ai beneficiari delle Misure strutturali. La motivazione sottesa alla maggiore propensione rilevata presso tali classi di beneficiari è riconducibile alle maggiori difficoltà di accesso ai mercati riscontrate dagli stessi. Tra le principali motivazioni sottese alla disponibilità a partecipare ad accordi di filiera, gli intervistati indicano le seguenti: la ricerca di sinergie con altre imprese, reti di vendita più dirette con il consumatore, dare più valore ai propri prodotti incrementare le vendite. Viceversa coloro i quali si sono mostrati scettici rispetto alla partecipazione agli accordi di filiera nella prossima programmazione, attribuisce il proprio scetticismo a motivazioni eterogenee, principalmente riconducibili a: interesse per Filiera diretta e corta che consente di chiudere il proprio ciclo produzione/vendita, l ingresso in Filiera è ritenuto vincolo per le autonomie decisionali dell impresa. La figura di seguito riportata rappresenta graficamente la disponibilità dei beneficiari intervistati ad aderire agli accordi di filiera nella nuova programmazione, sistematizzando le opinioni raccolte anche per classi di beneficiari. Figura Beneficiari disposti ad aderire accordi di Filiera nella Nuova Programmazione 2014/2020 Fonte: Elaborazione Lattanzio Vic su dati indagine campionaria ottobre 2012 Anche la propensione all adesione agli Accordi Agroambientali d Area risulta elevata sia tra i beneficiari di indennità compensative che di pagamenti agro ambientali (il 64% del campione per le 228 Cfr. Par

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