DATI RELATIVI ALL ACCOGLIENZA DATI RELATIVI ALL OSPITALITA ATTIVITA SVOLTE DALL ASSOCIAZIONE LINEA ROSA NEL CORSO DELL ANNO 2005

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1 Prot. n. 139/2006 Ravenna, 30/10/2006 DATI RELATIVI ALL ACCOGLIENZA DATI RELATIVI ALL OSPITALITA ATTIVITA SVOLTE DALL ASSOCIAZIONE LINEA ROSA NEL CORSO DELL ANNO 2005 Redatto da Dr.ssa Sabrina Lupinelli La Presidente Dr.ssa Alessandra Bagnara

2 Indice Capitolo I L accoglienza nell anno Dati statistici dell accoglienza Ravenna dal dicembre 1991 al 31/12/ Dati statistici dell accoglienza a Ravenna nell anno Dati statistici dell accoglienza a Russi nell anno Commenti e riflessioni a proposito dei dati dell accoglienza Capitolo II L ospitalità nelle case rifugio nell anno I dati statistici dell ospitalità dall apertura della Casa Rifugio ad indirizzo segreto al 31 dicembre Dati statistici dell ospitalità nella Casa Rifugio ad indirizzo segreto nell anno Dati statistici dell ospitalità nella Casa Dafne nel Commenti riflessioni sui dati dell ospitalità a) La Casa Rifugio b) La Casa Dafne 5. Il nostro lavoro politico con le donne: a) L apertura della Casa Dafne b) Il Protocollo d intenti con l Azienda Usl di Ravenna 6. L intervento con i bimbi nella casa rifugio: Il progetto Ascoltare i minori maltrattati o abusati 7. Sull uscita dei bambini dalle case rifugio Capitolo III La formazione 1. Formazione esterna: a) Percorso Formativo di base per operatrici/volontarie di accoglienza di 1 livello b) Progetto formativo Lividi dentro c) Convegno Diritti Negati e violenza alla persona. Il fenomeno della violenza in famiglia: da questione privata a problema sociale (Foggia, 14 aprile 2005) d) Corso di formazione R.S.U. R.L.S.: la nuova dimensione sociale (20 aprile 2005) e) Corso di aggiornamento Abuso sui minori:rilevazione e interventi in ambito scolastico (11/04/2005) f) Il sé e l altro: alla scoperta della propria identità e delle differenze (ottobre-dicembre 2005) 2. Formazione interna: a) Percorso Formativo Specialistico di 2 livello per consulenti dei Centri Antiviolenza b) Corso di 2 livello: Metodologia attiva, teorico-pratica, basata sulla costruzione e analisi di autocasi c) Seminario internazionale di presentazione e discussione del manuale europeo per l apertura e la gestione di un centro antiviolenza (Bologna, 11 febbraio 2005) d) Seminario di approfondimento sulla Convenzione di New York e sulla Convenzione di Strasburgo (Ravenna, 8 febbraio 2005) e) Seminario Violenza assistita, violenza vissuta. La violenza domestica assistita dai bambini (Bologna, 21 gennaio 2005) f) Focus sull ospitalità. Progetti, metodologie, buone pratiche nei centri, Primo seminario di studi di Solidea Istituzione di Genere della Provincia di Roma per un confronto con la rete nazionale dei centri antiviolenza (Roma, maggio 2005) g) Convegno Per amore della differenza. Percorsi di uomini e donne per un altro rapporto fra i sessi (Parma, 25 giugno 2005) h) Corso di formazione Violenza contro le donne promosso dall Ausl di Lugo (Ravenna, settembre 2005) 2

3 i) Corso di psichiatria a cura dell Università per la formazione permanente degli adulti Giovanna Bosi Maramotti (Ravenna, novembre dicembre 2005) l) Conferenza internazionale Io mi cerco e mi trovo verso la costruzione di un approccio comune al contrasto alla violenza alle donne. Un confronto fra Italia e Svezia, organizzato dal Comune di Ravenna ed il Sern (Sweden Emilia Romagna Network) nel dicembre 2005 m) Corso di formazione per ausiliari nella testimonianza dei minori, organizzato dal Cismai (Milano, ottobre-dicembre 2005) n) Supervisione mensile delle operatrici e delle volontarie con una psicoterapeuta o) Incontri trimestrali con le avvocate che collaborano con Linea Rosa Capitolo IV Progetti 1. Coordinamento Regionale delle Case delle donne e dei Centri Antiviolenza dell Emilia Romagna a) Il progetto di ricerca: l Osservatorio delle Case delle donne e dei Centri antiviolenza dell Emilia Romagna. b) Il Coordinamento Regionale in occasione dell 8 marzo 2005 c) La campagna del Coordinamento Regionale in occasione della Giornata mondiale contro la violenza alle donne: 25 novembre Coordinamento Nazionale delle Case delle donne e dei Centri Antiviolenza: a) Pubblicazione degli Atti del convegno Le donne producono sapere, salute, cambiamento. Centri in movimento, il Movimento dei Centri Antiviolenza, tenutosi a Marina di Ravenna il novembre b) Le linee guida elaborate dal Coordinamento Nazionale delle Case delle Donne e dei Centri Antiviolenza 3. Altre iniziative di Linea Rosa a Ravenna in occasione del 25 novembre 2005: Convegno Dalla Casa al Rifugio (24 novembre 2005) 4. Progetto Sostenere la genitorialità, nell ambito del Programma Provinciale per la promozione delle politiche di accoglienza e tutela dell infanzia e dell adolescenza: azioni di contrasto agli abusi e di maltrattamento in danno ai minori. 5. Progetto Sportello di orientamento e accompagnamento al lavoro per donne che hanno subito violenza, realizzato nell ambito del programma Vie d Uscita, per-corsi di autonomia. 6. Presentazione del libro Il sé e l altro: alla scoperta della propria identità e delle differenze 7. Guida ai Diritti delle Donne Capitolo V Iniziative pubbliche 1. Manifestazioni in occasione dell 8 marzo, in collaborazione con il Comune di Ravenna 2. L aggiornamento del sito 3. Donne per il sì - Ravenna 4. Incontro pubblico con Lia Inama, autrice del libro Liberarsi dal troppo amore 5. Incontro pubblico La violenza contro le donne è vicina. Azioni e interventi (Coriano, 27 settembre 2005) 6. La Festa del Volontariato 7. 1 Raduno Nazionale Gold Wing (Ravenna, 3-5 giugno 2005) 8. Deportivo La Curnanza: 5 anni di cammino insieme 9. La pesca benefica di Natale a Ravenna in collaborazione con l associazione A.D.V.S. Appendice Allegato 1: Questionario di valutazione somministrato alla donna in uscita dalla casa rifugio Allegato 2: Depliant della Campagna di sensibilizzazione del Coordinamento Regionale dei Centri Antiviolenza assieme alla Regione Emilia Romagna. Allegato 3: Depliant del convegno Dalla casa al Rifugio Allegato 4: Guida ai Diritti delle donne Allegato 5: Curricula e Formazione dell Equipe di gestione delle Case Rifugio. 3

4 Capitolo I L accoglienza nell anno Dati statistici dell accoglienza Ravenna dal dicembre 1991 al 31/12/2005 Dall apertura del Centro sono state accolte 2330 donne. Di queste,1998 (85,7%) hanno subito una o più forme di violenza; e 390 (16.7%) sono le donne STRANIERE. L ETA delle donne accolte va da un minimo di 17 anni ad un massimo di 78 anni. La fascia di età più rappresentata è quella compresa tra i 20 e i 50 anni (attorno al 70% del totale). Nel periodo le percentuali per fasce d età sono così suddivise: (su un parziale di 1306 donne) anni % % % Sotto i % Sopra i % N.R % RESPONSABILI delle VIOLENZE (risposta multipla) Coniugi % Conviventi % Ex % Fidanzati/amanti % Altri familiari % Estranei % N.R % HA FIGLI/E circa il 70 % delle donne accolte. Nel periodo 2002/2005 oltre il 60% di tutti/e i figli/e risultavano aver subito una qualche forma di violenza (dato per difetto, essendo estrapolato dai colloqui di accoglienza svolti con le donne). 4

5 Le violenze ai figli/e sono così suddivise: Fisica 6.2 % Psicologica 22.4 % Economica 15.4 % Sessuale 2.5 % Assistita 44.3 % Altro 13.3 % RESPONSABILI delle violenze ai figli/e Padre 84.2 % Partner della madre 8.0 % Altri familiari (nonni, zii, fratelli,ecc.) 6.7 % Sconosciuti 0.5 % Madre 0.8 % 2. Dati statistici dell accoglienza a Ravenna nell anno 2005 Le donne accolte sono state 288, di cui 238 per la prima volta nell anno in corso, mentre altre 50 hanno continuato nel 2005 un percorso col Centro iniziato negli anni precedenti. Sul totale, 238 (82.6%) hanno subito una o più forme di violenza (fisica, psicologica, economica, sessuale); Sono 203 (70.5%) che hanno figli/e; e 72 (25.0%) le donne straniere. Quest ultime sono così suddivise: Area geografica Nr. Donne Percentuale Est Europa % Africa % Europa occidentale 3 4.2% Asia 3 4.2% Sud America % Nord America 1 1.4% N. R % La fascia d età più rappresentata è quella che va dai 20 ai 50 anni (63.2%) Età Nr. Donne Percentuale anni % % % sotto i % sopra i % N. R % 5

6 RESPONSABILI DELLE VIOLENZE (risposta multipla) Coniuge % Convivente % Ex % Fidanzato/amante 9 3.0% Altri familiari % Estranei/sconosciuti % N. R % 3. Dati statistici dell accoglienza a Russi nell anno DONNE ACCOLTE dall apertura della sede nel gennaio 2002 Residenti nel Comune di Russi 38 (73.1%) Residenti in altri Comuni 14 (26.9%) 2 N.R. Italiane 51 (94.4%) Straniere 3 Hanno subito violenza 47 (87.0%) 5 N.R. Dall apertura della sede è stata ospitata nella Casa Rifugio ad indirizzo segreto assieme al suo bambino 1 donna residente nel Comune Nell intero corso del 2005 sono state accolte 14 donne Nazionalità Nr. Donne Residenza Nr. Donne Italiane 14 Comune di Russi 11 straniere - Altri Comuni 3 L' Età media delle donne è di circa 40 anni (22 anni la più giovane, 63 la meno) Stato Civile Nr. Donne Occupazione Nr. Donne Coniugata 5 Occupata 6 Separata/divorz. 2 Non occupata 5 Convivente 3 Pensionata 2 Nubile 2 Studentessa - Vedova 1 N.R 1 N.R. 1 6

7 Violenze subite (Risposta multipla) Autori (Risposta Multipla) Fisica 8 donne Coniuge 7 Psicologica 13 Convivente 3 Economica 9 Ex 2 Sessuale 4 Fidanz./amante 1 N.R 1 Altri familiari 4 Età Figli/e Nr. Figli/e Violenze subite Nr. Figli/e dai figli/e (Risposta Multipla) 0-5 anni 9 Fisica anni 2 Psicologica anni 3 Assistita 15 > 18 anni 9 Economica 6 *In tutti questi casi l'autore delle violenze è il padre. 4. Commenti e riflessioni a proposito dei dati dell accoglienza Nella totalità dei dati in nostro possesso, al momento siamo in grado di estrapolarne solo alcuni di quelli che ogni anni mettiamo a confronto con quelli degli anni precedenti. Siamo infatti ancora in attesa che vengano elaborati tutti i dati all interno del Rapporto di Ricerca regionale realizzato dalle Case delle Donne e Centri Antiviolenza e finanziato per il 2005 dalla Regione Emilia Romagna. Dopo aver registrato un picco nell anno precedente, il numero totale delle donne accolte nel 2005 è tornato a seguire un trend più stabile. In graduale ma costante crescita è il numero delle donne straniere, in larga maggioranza provenienti dall Est Europeo, a seguire le donne africane, soprattutto originarie dell area maghrebina. La distribuzione per età non subisce variazioni di rilievo, essendo la fascia tra i 29 ed i 40 anni la più rappresentativa. Le donne con figli/e si attesta sempre su una percentuale intorno al 70%; ed è confermato il dato dal quale risulta che i tre quarti delle donne accolte ha subito contemporaneamente più forme di violenza. Per quanto riguarda il responsabile delle violenze, prevale la categoria dei partners e quella degli ex (mariti, conviventi, fidanzati, amanti), con una tendenza all aumento proprio di quest ultima categoria. 7

8 Capitolo II- L ospitalità nelle case rifugio nell anno 2005 I dati statistici dell ospitalità dall apertura della Casa Rifugio ad indirizzo segreto al 31 dicembre 2005 Dall apertura della Casa Rifugio ad indirizzo segreto (novembre 1998) al 31/12/ 05, sono state ospitate 50 donne (27 italiane, 23 straniere) e 63 bambini/e. Il periodo di ospitalità va da un minimo di 1 giorno 1 ad un massimo di 10 mesi Per 5 donne (oltre alle 50 ospitate a Ravenna) è stata richiesta ed ottenuta ospitalità in Centri Antiviolenza di altre città per motivi di sicurezza. D accordo con la donna, si è valutato troppo rischiosa, anche se in struttura segreta, la permanenza nella città di residenza. L età delle donne ospitate va da un minimo di 18 anni ad un massimo di 67 anni. Al momento dell ingresso nella casa: - 24 donne risultavano disoccupate - 20 occupate - 1 studentessa - 5 casalinghe Una volta inserite all interno della Casa Rifugio: - 5 donne sono state allontanate dalla Casa Rifugio per gravi violazioni del Regolamento (firmato per accettazione dalle donne stesse al momento di essere inserite): violazione della segretezza rispetto all indirizzo della casa rifugio (3 donne), consumo di alcool (1 donna) o sostanze stupefacenti (1 donna) all interno della casa. - 1 donna se ne è andata dalla Casa Rifugio perché non accettava la convivenza con le altre donne. VIOLENZE SUBITE (risposta multipla) Violenza psicologica 50 donne Violenza economica 34 Violenza fisica 45 Minaccia di morte 24 Violenza sessuale 15 Tentato omicidio 4 1 Dato riferito ad una donna che, lo stesso giorno del suo ingresso, ha abbandonato la Casa Rifugio senza lasciare traccia e senza rimettersi successivamente in contatto col Centro. 8

9 RESPONSABILI Partner (marito o convivente) 46 donne Padre 2 Figlio 1 estranei 1 RICHIESTE E BISOGNI DELLE DONNE al momento dell ingresso nella Casa Assistenza legale 33 donne Assegnazione della casa coniugale 8 Ricerca di nuova abitazione 30 Ricerca di lavoro 29 Richiesta di affidamento dei figli 23 Donne con figli affidati ai Servizi Sociali 9 SITUAZIONE DELLE DONNE DOPO IL PERIODO DI OSPITALITA Conseguimento separazione legale 13 Assegnazione casa coniugale 8 Reperimento di altra abitazione 21 Reperimento di nuova attività lavorativa 18 Ottenimento affido figli 13 Tornate col partner maltrattante 12 Realizzazione separazione di fatto 2 10 Allontanamento dal padre maltrattante 2 E molto importante sottolineare che per quanto riguarda la voce delle donne Tornate col partner maltrattante, al loro rientro a casa, per 9 di queste donne c è stato un miglioramento della relazione col partner. L allontanamento temporaneo, con la dimostrazione di essere in grado di interrompere la situazione violenta e la consapevolezza di poter contare su sostegno e aiuto, ha reso più forti le donne; essere state sostenute, vedere riconosciute da parte di altri le violenze subite, ha permesso loro di (ri)contrattare la propria libertà e il diritto al rispetto. E interessante notare, nonché spunto di riflessione, che la gran parte delle donne che sono tornate col partner maltrattante erano straniere, prevalentemente dell area maghrebina e centroafricana; l ipotesi è che ciò sia dovuto alla scarsa rete familiare ed amicale di sostegno nel reinserimento socioeconomico ma anche alle pressioni della comunità di riferimento. 2. Dati statistici dell ospitalità nella Casa Rifugio ad indirizzo segreto nell anno 2005 Nel corso dell anno 2005 sono state ospitate 7 donne (6 nuovi ingressi; e 1 donna che era entrata nell ultimo periodo del 2004). Donne italiane 2 Donne straniere 5 Bambini/e 10 2 Dato riferito a donne non coniugate ma conviventi 9

10 Età delle donne: dai 20 ai 67 anni Età dei figli/e: 0-6 anni annii 5 Oltre i 12 anni 1 Scolarità delle donne Nessun titolo - Elementari 1 Scuola media inferiore 5 Scuola media superiore 1 Formaz. parauniversitaria - Laurea - Occupazione Occupata 3 Disoccupata 3 casalinga 1 Stato civile Coniugate 4 Conviventi 1 Nubili 2 Violenze subite (risposta multipla) Violenza fisica 7 Violenza psicologica 7 Violenza economica 4 Violenza sessuale 1 Richieste e bisogni delle donne al momento dell ingresso nella casa (risposta multipla) Assistenza legale 6 Assegnaz.casa coniugale 3 Nuova abitazione 2 Lavoro 5 Affidamento figli/e 5 Donne con figli/e affidati/e ai 1 Servizi Sociali Responsabili delle violenze (risposta multipla) Coniuge 4 Convivente 1 Figlio 1 Estranei 1 Bambini/e ospitati/e che hanno subito violenza (risposta multipla) Violenza fisica 3 Violenza psicologica 5 Violenza sessuale - 10

11 Violenza assistita 10 Violenza economica - Conseguenze sui bambini/e (risposta multipla) Agitazione/irrequietezza 6 Comportamenti aggressivi 3 Enuresi - Paura 3 Ansia 4 Disturbi del sonno 1 Responsabili delle violenze ai bambini/e Padre 9 Partner della madre 1 3. Dati statistici dell ospitalità nella Casa Dafne nel 2005 Aperta a gennaio 2005, sono state ospitate 5 donne: Donne italiane 4 Donne straniere 1 Bambini/e 6 Età delle donne: dai 20 ai 40 anni Età dei figli/e: 0-6 anni anni 2 Oltre i 12 1 Scolarità delle donne Nessun titolo - Elementari - Scuola media inferiore 2 Scuola media superiore 2 Formaz. parauniversitaria 1 Laurea - Occupazione Occupata 2 Disoccupata 3 Casalinga - 11

12 Stato civile Coniugate 1 Conviventi 3 Nubili 1 Violenze subite (risposta multipla) Violenza fisica 4 Violenza psicologica 5 Violenza economica 3 Violenza sessuale 2 Richieste e bisogni delle donne al momento dell ingresso nella casa (risposta multipla) Assistenza legale 4 Assegnaz.casa coniugale 1 Nuova abitazione 4 Lavoro 3 Affidamento figli/e 4 Donne con figli/e affidati/e ai 2 Servizi Sociali Responsabili delle violenze (risposta multipla) Coniuge 1 Convivente 3 Zio 1 Estranei - Bambini/e ospitati/e che hanno subito violenza (risposta multipla) Violenza fisica 1 Violenza psicologica 4 Violenza sessuale - Violenza assistita 5 Violenza economica 1 Conseguenze sui bambini/e (risposta multipla) Problemi scolastici 1 Agitazione/irrequietezza 3 Comportamenti aggressivi 1 Enuresi 1 Paura 2 Ansia 2 Disturbi del sonno 1 Responsabili delle violenze sui bambini/e Padre 4 Partner della madre 2 12

13 4. Commenti riflessioni sui dati dell ospitalità a) La Casa Rifugio Il numero delle donne è fisiologicamente calato rispetto ai due anni precedenti (11 nel 2003, 7 nel 2005), e questo per l apertura della Casa Dafne, in cui sono convogliate le situazioni che non necessitavano di misure di assoluta protezione e segretezza (5 donne nel 2005, per un totale di 12 donne ospitate tra tutte e due le case). Nel 2005 per la prima volta la Casa Rifugio ha ospitato una donna anziana, che ha chiesto aiuto per sottrarsi alle violenze da parte del figlio. Per il resto, l età media delle donne ospitate ha seguito il trend usuale, dai 20 ai anni. In questo senso possiamo considerare eccezionale l anno 2004, quando la Casa Rifugio ha ospitato in prevalenza donne giovani. Il 2005 ha inoltre confermato il dato degli anni precedenti sulla scolarità, con un livello di istruzione meno elevato delle donne ospitate rispetto a quello delle donne accolte nel Centro di Prima Accoglienza. Non ha registrato nessuna variazione anche il dato sull occupazione: le donne che lasciano la propria casa sono sia occupate che disoccupate che casalinghe. Le donne che lavorano, hanno però un impiego stabile. Connesso a questo dato è quello sulle richieste ed i bisogni espressi dalle donne: sono aumentate le donne che necessitano di assistenza legale, quasi sempre gratuita, per le condizioni economiche in cui versano, soprattutto quando sono costrette a lasciare la propria casa, e questo anche nel caso abbiano una occupazione. Tutte le donne ospitate nella Casa Rifugio hanno dichiarato di aver subito violenza fisica, psicologica ed economica; poche ospiti hanno invece dichiarato di aver subito violenza sessuale. I responsabili delle violenze sono sempre i partners (mariti e conviventi). Invariati sono anche i dati sui bambini ospitati che hanno subito violenza: tutti hanno assistito alle violenze; molti di loro hanno subito personalmente violenza psicologica, alcuni violenze fisiche. In conseguenza di ciò, i piccoli ospiti hanno manifestato stati di irrequietezza, stati d ansia e spesso, se in età scolare, problemi di apprendimento e di socializzazione. I responsabili delle violenze sono, nella quasi totalità dei casi, i padri naturali. b) La Casa Dafne Gli obiettivi per i quali è stato realizzato il progetto della Casa Dafne, che a differenza della Casa Rifugio non ha come prima specificità la segretezza assoluta, sono stati raggiunti in maniera soddisfacente. La possibilità di fare entrare nella casa persone di fiducia delle donne, in accordo con le operatrici di Linea Rosa, ha permesso una migliore realizzazione o attivazione di alcuni percorsi di autonomia e di reinserimento socio-economico attraverso l utilizzo di modalità nuove (es.: servizio di babisitteraggio svolta da persone esterne all Associazione quando non dai familiari delle donne stesse). All interno della Casa Dafne, le donne ospitate non presentavano situazioni tali da necessitare strette misure di sicurezza, quindi, hanno sentito meno il peso dell isolamento e mantenuto più agevolmente le relazioni amicali precedenti. I percorsi nella Casa Dafne si sono contraddistinti sin ora per la particolarità dei tempi di permanenza: si va da periodi di ospitalità lunghi (6-7 mesi e oltre) a periodi brevi (anche poche settimane). La Casa Dafne è aperta ancora da troppo poco tempo per potere già adesso estrapolare dai dati in nostro possesso tendenze ed indicatoritori significativi. A parte il livello di scolarità, che ha visto donne in Casa Dafne mediamente più istruite rispetto a quelle ospitate nella Casa Rifugio, gli altri dati riprendono quelli medi individuati per la Casa Rifugio. 13

14 5. Il nostro lavoro politico con le donne a) L apertura della Casa Dafne Il progetto della seconda casa nasce dall esigenza di sostenere il percorso di uscita dalla violenza delle donne che si rivolgono al Centro nella fase in cui viene superata l emergenza e la necessità di offrire in primo luogo protezione alle donne minacciate nella loro incolumità fisica e psicologica. Quando la situazione di pericolosità lo richiede, le donne, con i/le figli/e, sono costrette a lasciare la propria casa ed a trovare ospitalità in strutture protette. Il cambiamento, pur presentando aspetti positivi in termini di messa in sicurezza, si rivela comunque traumatico sia per le donne che per i loro figli, che, per motivi legati alla loro sicurezza ed alla segretezza della struttura non possono, ad esempio, ricevere visite da parte di familiari ed amici. Se poi le donne trovano un lavoro, spesso in orari disagevoli e, comunque, al di fuori degli orari scolastici dei figli, non possono né far avvicinare, né tanto meno far entrare nella casa, persone che le aiutino nella gestione e nella cura dei figli. Cessata la situazione di pericolosità, per le donne diventa inoltre difficile osservare scrupolosamente il rigido regolamento che vige nella casa rifugio in quanto segreta. La Casa Dafne invece intende favorire il graduale reinserimento sociale delle donne offrendo loro un ospitalità temporanea (da 4 a 6 mesi), nonché la cura e la sorveglianza dei figli, inoltre da alle donne l opportunità di prendere coscienza delle proprie risorse, dei propri desideri e delle proprie necessità, attraverso l autogestione della vita quotidiana. Il progetto è stato realizzato in convenzione con l Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Ravenna e con il contributo economico per il primo anno da parte della Fondazione Cassa di Risparmio, per l acquisto dell arredamento. Gli obiettivi della Casa Dafne sono: Favorire un graduale reinserimento sociale durante l ospitalità temporanea Favorire la cura e la sorveglianza dei figli delle donne ospitate Conseguire sia la piena autonomia che la consapevolezza delle proprie risorse alle donne ospitate Aiutare la donna nella gestione del denaro Metodologia dell accoglienza prevede: Ospitalità temporanea nella Casa Dafne Colloqui con la donna ospite della casa Gruppi di sostegno fra le donne ospiti della casa e le donne accolte nel nostro Centro per favorire la maggiore integrazione sociale Autogestione della vita quotidiana b) Il Protocollo d intenti con l Azienda Usl di Ravenna Un nuovo Protocollo per la promozione di buone prassi negli interventi d aiuto a donne vittime di violenza, è stato siglato a Ravenna tra l associazione Linea Rosa, l Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Ravenna e l Azienda Usl. Il nuovo documento è stato presentato in occasione del convegno Dalla Casa al Rifugio (vedi al Capitolo IV paragrafo n. 3 della presente Relazione), organizzato da Linea Rosa per celebrare la giornata Onu contro la violenza alle donne. L obiettivo è quello di individuare procedure standardizzate che prevedano, pur nel rispetto dei codici di accesso alle prestazioni medico sanitarie, la possibilità di attesa in luoghi di sicurezza; la possibilità di individuare codificazioni con le quali riconoscere, già all accettazione, le donne ospiti nelle Case rifugio gestite da Linea Rosa; prevedere eventuali ricoveri anche di bambini assieme alle madri; ed assicurare percorsi intraospedalieri alle donne che hanno subito violenza, tali da garantire l accesso a prestazioni specialistiche nel rispetto della riservatezza. Si tratta di un ulteriore strumento per contrastare un fenomeno che, come è stato ampiamente rimarcato nel 14

15 corso del convegno, avviene soprattutto all interno delle mura domestiche, per mano di partners ed ex partners (il testo integrale del documento si può trovare sul sito 6. L intervento con i bimbi nella casa rifugio: Il progetto Ascoltare i minori maltrattati o abusati Nel momento di ospitalità di una donna che necessita di protezione da un partner violento, nel caso in cui vengano ospitati insieme a lei anche dei bambini, l associazione ha previsto specificatamente per loro un progetto di osservazione dovuto al fatto che l esperienza di ospitalità ci ha fatto imparare a non sottovalutare il vissuto dei bambini, che anche se non subiscono direttamente i maltrattamenti, sono vissuti in un ambiente violento, ne hanno respirato il clima, hanno visto con i loro occhi maltrattare, spesso anche fisicamente, le proprie mamme. La finalità di questo percorso, di cui la donna è informata sia dall operatrice di riferimento che dalle referenti del progetto, è quella di monitorare lo stato di salute psico-fisica dei bambini nel periodo di permanenza nella casa. Tra le finalità c è anche quella di aiutare le madri nella comprensione delle dinamiche legate alla situazione in cui i bambini si trovano; per fare questo vengono effettuati incontri mensili tra l operatrice di riferimento, le referenti del progetto e la madre. Lo stato di salute si evidenzia in particolare modo nelle: dinamiche relazionali che si sviluppano nel gruppo casa; modalità di manifestare lo stato emotivo (in sovraccarico o anche in congelamento delle dette emozioni), o un eventuale disagio, che ci evidenzia una richiesta d aiuto da parte del bambino e che ci porta a mettere in atto strategie di aiuto nei confronti di tale disagio. A livello metodologico utilizziamo l osservazione dei giochi spontanei, poiché il gioco è la situazione perfetta in cui il bambino si esprime a tutti i livelli (corporeo, psico-affettivo, relazionale, creativo, cognitivo). Con l aiuto di materiali facilitatori, lasciamo i bambini agire in libertà; la nostra supervisione è costante, l atteggiamento dell adulto è quello di garante della sicurezza e della giustizia. Questi materiali sono: una batteria di materiali simbolici come teli e foulard di stoffa, pupazzi archetipici (l eroe, il cattivo, i mostri, fattoria con animali, macchinine, ecc.) una batteria di giochi da tavola (memory, tombola, gioco dell oca, ecc. materiali per la rappresentazione simbolica (colori, pennarelli, plastilina ecc.) Nel caso di visite vigilate e/o telefonate vigilate, con il coinvolgimento dei Servizi Sociali, si è valutata la necessità di affiancare a questo progetto un lavoro individuale con la/il bambina/o. In un caso particolare si è valutata la necessità di offrire alla bambina un momento pensato per lei, degli incontri individuali dove poter esprimere liberamente le proprie emozioni, sentimenti, vissuti cercando di elaborarli assieme ad una psicoterapeuta. L intero progetto si è, quindi, sviluppato con osservazioni di gruppo e dei percorsi individuali. Sono stati previsti dei momenti di restituzione alla madre dei momenti di gioco e di osservazione della/l propria/o figlia/o, in cui la donna può confrontarsi e lavorare sull hic et nunc, sulle sue eventuali difficoltà interattive con la/il bambina/o. Le osservazioni di gruppo si sono svolte 2 volte a settimana, per due ore ciascuna. Non sempre è stato possibile vedere tutti i bambini nei due pomeriggi previsti per alcuni loro impegni (scolastico, sportivo o altro), tuttavia li abbiamo comunque visti almeno una volta a settimana. Principalmente le osservazioni si sono svolte all interno della casa, ma abbiamo proposto anche delle uscite in certi luoghi significativi per i bambini, come la biblioteca per ragazzi Casa Vignuzzi, il laboratorio La Lucertola, il centro multimediale dell emeroteca di Ravenna. Il lavoro individuale si è svolto una volta alla settimana presso l Associazione e quando è stato possibile un secondo incontro, alla settimana, presso la Casa Rifugio o la Casa Dafne. Le osservazioni sia di gruppo sia individuali si sono svolte da settembre 2005 e termineranno a settembre

16 Nel periodo settembre giugno 2006 abbiamo osservato 5 donne con 9 figli/e di età differente (8 maschi e 1 femmina di età varia). È stato previsto al momento dell uscita della donna un questionario di valutazione (cfr. Allegato 1) i questionari somministrati e dai colloqui con le donne sono emersi i seguenti dati: la permanenza nella casa Rifugio e casa Dafne è stata valutata ottima e discreta per aver ritrovato una tranquillità e per essersi messa in una situazione protetta. La restituzione delle attività di gioco e di ascolto effettuate sono stati utili. In seguito all inserimento nella casa Rifugio e casa Dafne vi è stato un cambiamento nella/l propria/o figlia/o, inizialmente a livello comportamentale la/il bambina/o era più aggressiva/o e agitata/o ma poi è diventata/o più rilassata/o e serena/o La relazione con le altre donne ospiti è stata ottima e discreta per un sostegno concreto e morale reciproco La relazione tra i bambini ospiti all interno della stessa casa è stato ottimo, si sono trovati bene. Quando ci sono più bambini nella stessa casa, entrano sempre in relazione tra di loro, non sempre in modo armonioso ma attivano risorse da rafforzare. I bambini spesso esprimono il disagio che hanno vissuto per la violenza assistita attraverso modalità caratteriali (atteggiamenti regrediti, urli per un non nulla, messa alla prova nei confronti dell adulto) e/o altre modalità come problemi legati al ritmo sonno-veglia, mal di stomaco, enuresi notturna etc. L offrire a loro uno spazio, un gioco, un attività dove esprimere il loro disagio permette di elaborarlo, di dare un senso alla sua esperienza. La vicinanza degli adulti permette di decolpevolizzare il bambino che invece si da la colpa di quanto accaduto; di dargli informazioni adeguate su cosa gli sta accadendo e su cosa potrà accadere. 7. Sull uscita dei bambini dalle case rifugio Il progetto con i/le bambini/e ospiti nelle case rifugio di cui al paragrafo precedente, ci ha indotte a definire la condotta da tenere nel momento in cui i bambini che vengono seguiti nel suddetto progetto, stanno per lasciare la casa rifugio. In effetti, anche il momento dell uscita dalla casa rappresenta un altro delicato passaggio che va opportunamente preparato dalle operatrici. Abbiamo così pensato ad un patto iniziale: spiegare ai bambini che il loro essere in casa rifugio è un tempo transitorio che avrà una fine. L ospitalità in casa rifugio non può essere collocata in un tempo predefinito (in genere è predefinito in partenza poi il periodo di permanenza può variare successivamente), ma i bambini sanno già in partenza che il loro tempo nella casa avrà una fine, quindi, diventa più facile per l operatrice dire che il momento di lasciare la casa sta per avvenire, preparandoli al distacco e alla fine di un rapporto. Questo è ovviamente possibile con i bambini di una certa età. Nel caso di bambini molto piccoli la nozione del tempo non essendo ancora integrata non si possono fare certi discorsi. Comunque anche con loro,nel momento in cui la madre decide di lasciare la casa da lì a poco, le operatrici che si occupano del progetto sui minori hanno il compito di dirlo al/alla bambino/a preparandolo/a all uscita. 16

17 Capitolo III La formazione 1. Formazione esterna a) Percorso Formativo di base per operatrici/volontarie di accoglienza di 1 livello Le Associazioni riunite nel Coordinamento Regionale dei Centri Antiviolenza dell Emilia Romagna, di cui fa parte anche l associazione Linea Rosa di Ravenna, hanno realizzato assieme all En.A.I.P. Ferrara un corso di formazione destinato a donne intenzionate a svolgere attività di volontariato presso i Centri Antiviolenza, prive di esperienza o che vogliono acquisire maggiore professionalità nell accoglienza a donne in situazione di grave disagio dovuto alla violenza. Il progetto formativo è nato sulla base di due precise motivazioni: la frequenza con la quale sempre più donne trovano il coraggio di rompere il silenzio sulla violenza, che colpisce loro stesse e i loro bambini, sia in ambito familiare che extrafamiliare; l aumentata disponibilità al volontariato e all impegno sociale da parte delle donne, così come dimostrano le numerose richieste rivolte alle associazioni no profit e ai centri antiviolenza in particolare. Le principali attività hanno riguardato: La conoscenza del fenomeno della violenza di genere e dei centri antiviolenza La metodologia di accoglienza alle donne e ai minori che subiscono violenza La conoscenza e l articolazione dei vari progetti attivi nei centri antiviolenza della regione Il corso è stato suddiviso in una parte teorica ed in una di tirocinio. La prima parte di si è articolata in 40 ore di lezione in aula (condotte nel periodo 3 settembre 29 ottobre 2006), nel corso delle quali sono stati illustrati i seguenti argomenti: Analisi delle motivazioni personali, politiche e professionali delle allieve Presentazione delle attività di Linea Rosa L esperienza delle Case e dei Centri Antiviolenza in Italia e all estero: la rete italiana ed europea La storia delle Case delle donne in Italia e all estero: pratiche politiche ed esperienze professionali Aspetti teorici della violenza di genere: fenomeno; dinamiche; gli attori coinvolti; le conseguenze mediche, sociali e psicologiche; l individuazione e i principi dell intervento di aiuto (tipologie, ciclo della violenza, conseguenze) Gli strumenti dell accoglienza (la scheda, la mappa delle risorse territoriali, gli strumenti di comunicazione interna ed esterna); la raccolta dati sull attività di accoglienza e ospitalità Colloquio telefonico con Simulate; il colloquio vis à vis con Simulate La metodologia dell accoglienza: l ascolto attivo e l empowerment Maltrattamento e l abuso ai minori; l intervento con i bambini ospiti nelle case rifugio Legislazione vigente in materia di diritto di famiglia (separazione, affidamento dei figli minori, ecc.) Il fenomeno della prostituzione coatta e legislazione vigente Il Centro di Documentazione sulla violenza di genere 17

18 Per quanto riguarda la seconda parte del corso, si è articolata in 60 ore di stage, finalizzate all acquisizione delle competenze necessarie a gestire autonomamente l accoglienza e l intervento all interno del Centro di prima accoglienza gestito da Linea Rosa. Questo è avvenuto attraverso il confronto e l interazione con le operatrici e le volontarie dell Associazione, in affiancamento alla gestione reale di casi o attività specifiche intraprese. Nello specifico le iscritte al corso hanno svolto le seguenti attività: sperimentazione dell effettivo funzionamento del Centro Antiviolenza attività di accoglienza telefonica, personale e di gruppo ospitalità attività con i minori e le loro madri attività di accoglienza e ospitalità delle donne straniere centro di documentazione attività di promozione del Centro e foundraising La metodologia e gli strumenti utilizzati sono stati: gestione dei casi e dei progetti in affiancamento schede statistiche di accoglienza apparecchiature telefoniche e telematiche Si sono iscritte al corso 14 aspiranti volontarie. Di queste, 2 si sono ritirate prima del termine. b) Progetto formativo Lividi dentro La violenza fa paura ma è anche possibile accostarvisi, soffermarsi ad osservarla ed a comprenderla; è soltanto attraverso ciò che si creano le premesse di base per generare processi di cambiamento. La violenza alle donne è un problema complesso e va contrastato su diversi livelli, a partire da quello preventivo e di informazione, operando sugli aspetti culturali e sociali che hanno determinato le differenze di genere e sulle diverse fasi del processo educativo e di formazione dell identità di genere. Il progetto ha voluto facilitare nelle/i ragazze/i, pensieri ed azioni consapevoli ed efficaci per sé e per gli altri, che si possono attivare anche in occasione di un fatto casuale, di una notizia dei media, o di una riflessione (ad esempio su quanto stanno bene con il proprio partner). Nello specifico si è trattato di: - Offrire percorsi di conoscenza della tematica della violenza di genere e promozione di concetti quali la parità, la cooperazione, il reciproco rispetto e la condivisione tra uomini e donne - Offrire percorsi di prevenzione e conoscenza della tematica della differenza di genere, promuovendo una cultura di consapevolezza e riconoscimento reciproco delle differenze. - Apprendere nuove modalità di approccio nella relazione, adottare nuovi modelli di comportamento e d intervento, promuovere l ascolto e l incontro con l altro. - Avviare processi di consapevolezza, comprensione e gestione delle proprie emozioni relativamente alle tematiche trattate. Questo progetto formativo è stato realizzato con una metodologia caratterizzata da un sistema integrato a diversi livelli in cui si sono alternati momenti teorici a momenti esperienziali, all interno dei quali, tuttavia, il percorso laboratoriale ha assunto particolare rilevanza. Si ritiene infatti che la metodologia dell apprendimento-cambiamento attivo, vissuto in prima persona e in un contesto di gruppo, sia da prediligere. E stato inoltre proiettato il cdrom La casa sul filo, opera multimediale che ruota attorno a 33 parole chiave e che rappresenta una proposta di percorso di educazione antiviolenta al fine di esplorare le differenze ed insegnare i valori della relazione, in modo particolare rispetto al confronto femminile-maschile. Ognuna delle 33 parole chiave è stata scelta da piccoli gruppi di 2/3 persone come spunto di riflessione e di approfondimento per la produzione di una tesina finale. 18

19 Il percorso si è comunque rivolto ad un numero massimo di 20 studenti/esse delle ultime classi è si articolato in 12 incontri durante i quali le volontarie ed operatrici di Linea Rosa hanno trattato i seguenti argomenti: 1 INCONTRO: Presentazione dell Associazione Linea Rosa, delle modalità e dei contenuti del percorso formativo, presentazione e aspettative dei partecipanti, proiezione del cdrom La casa sul filo 2 INCONTRO: La violenza di genere nella storia e nel mondo Alessandra Bagnara e Sabrina Lupinelli 3 INCONTRO: Le tipologie della violenza Monica Belogi 4 INCONTRO: Laboratorio Monica Belogi e Angela Gamberini 5 INCONTRO: La violenza domestica Monica Belogi e Angela Gamberini 6 INCONTRO: Laboratorio e questionario di verifica intermedia Monica Belogi e Angela Gamberini 7 INCONTRO: La violenza ai minori Monica Belogi e Angela Gamberini 8 INCONTRO: Laboratorio Monica Belogi e Angela Gamberini 9 INCONTRO: Violenza e mass media Sabrina Lupinelli 10 INCONTRO: Laboratorio Sabrina Lupinelli e Monica Belogi 11 INCONTRO: Aspetti giuridico-legali Cristina Morelli e Alessandra Bagnara 12 INCONTRO: Incontro conclusivo di confronto e valutazione dell esperienza c) Corso di formazione R.S.U. R.L.S.: la nuova dimensione sociale (20 aprile 2005) La Presidente di Linea Rosa è stata chiamata a condurre per il secondo anno una docenza nell ambito del corso di formazione La nuova dimensione sociale, organizzato dalla Filcams- Cgil della Provincia di Ravenna. La lezione si è incentrata sulle tipologie delle violenze e gli effetti sulle donne e sul lavoro. In particolare gli argomenti trattati sono stati i seguenti: - Presentazione di Linea Rosa - Le tipologie della violenza - Alcuni dati statistici - Pregiudizi e luoghi comuni - Gli effetti della violenza sulla donna e sul lavoro (assenze dal lavoro, distrazione, infortuni, perdita del lavoro a causa delle violenze, difficoltà di gestione dei tempi di cura e dei tempi di lavoro) 19

20 - La rete che Linea Rosa negli anni ha creato con le Istituzioni, i Servizi attivi sul territorio, il Terzo Settore. Al corso erano presenti 26 delegati (uomini e donne). d) Corso di aggiornamento Abuso sui minori: rilevazione e interventi in ambito scolastico (11/04/2005) Il corso è stato organizzato dall Istituto Comprensivo M. Montanari di Ravenna per dotare gli insegnanti degli opportuni strumenti e competenze nei casi sospetto abuso e maltrattamento dei minori. A tale scopo, la presidente di Linea Rosa, dr.ssa Alessandra Bagnara, è intervenuta al 4 incontro dal titolo Riflessioni su possibili percorsi di collaborazione e di gestione di un intervento in caso di sospetto abuso o maltrattamento. Analisi di casi indicati dai Servizi e dalla scuola. In quell occasione, la presidente ha presentato le attività del Centro di Prima Accoglienza di Linea Rosa e la gestione della Casa Rifugio ad indirizzo segreto e della Casa Dafne, focalizzando l attenzione sulle attività e le progettualità riferite ai minori. e) Il sé e l altro: alla scoperta della propria identità e delle differenze (ottobredicembre 2005) Il corso si è svolto nel periodo ottobre-dicembre 2005 e ha previsto 6 incontri per un totale complessivo di 12 ore. Il corso è stato condotto da Monica B., Astrid Cossutta e Cinzia Sintini e si è rivolto a 26 insegnanti di asilo nido e scuola dell infanzia. Questi gli argomenti affrontati: Principi teorici relativi alla costruzione dell identità sessuale e alla differenza tra identità sessuale e di genere Elaborazione degli stereotipi individuali e di gruppo legati all identità di genere Analisi di casi osservati dalle insegnanti nell ambito della propria attività Il percorso si è posto le seguenti finalità: Avviare processi di consapevolezza, comprensione e gestione delle proprie emozioni in relazione alla costruzione dell identità sessuale e di genere in bambini 0-6 anni Offrire un percorso di riflessione sulla differenza-relazione fra sé e l altro da sé Analizzare la ricaduta che costrutti e stereotipi hanno sull educazione dei bambini 2. Formazione Interna a) Percorso Formativo Specialistico di 2 livello per consulenti dei Centri Antiviolenza Il Percorso Formativo Specialistico di 2 livello è nato nell ambito della collaborazione che il Coordinamento Regionale dei centri Antiviolenza e delle Case delle donne ha stretto con l En.A.I.P. Ferrara. Il corso si è rivolto alle operatrici e volontarie che già da tempo prestano la loro opera presso i Centri Antiviolenza dell Emilia Romagna allo scopo di acquisire una maggiore professionalità nell ambito della progettualità dei centri, del dialogo con le istituzioni, della condivisione delle metodologie di fondo per la gestione delle case rifugio per donne che subiscono violenza. Il percorso formativo si è svolto nel periodo settembre 2005 aprile 2006, per un totale di 77 ore. Al corso hanno partecipato 22 tra operatrici e volontarie dei centri antiviolenza di Bologna, Faenza, Ferrara, Imola, Modena, Piacienza, Parma, Ravenna, Reggio Emilia (per Linea Rosa, hanno partecipato 3 operatrici). 20

21 Il programma del corso ha previsto una parte teorica ed una laboratoriale. Le lezioni sono state condotte da: dott.ssa Francesca Molfino, psicanalista e psicoterapeuta, per un confronto-riflessione sulla metodologia di accoglienza/ospitalità dei centri antiviolenza regionali, per ampliare la visione complessiva del lavoro di aiuto, individuando l interazione degli effetti della violenza subita con un eventuale disagio preesistente, e per consolidare e rafforzare il patrimonio professionale delle operatrici dei centri. Dott.ssa Teresa Bruno, psicoterapeuta (Ass. Artemisia di Firenze), sulle procedure impiegate nell accoglienza e nei percorsi con le donne che hanno subito violenza; la 1 valutazione e il progetto con la donna (cosa si valuta, come, con quali strumenti); valutazione del percorso e dei risultati. Kora Herrendorf, del Teatro Nucleo di Ferrara, per un laboratorio sul linguaggio del corpo. Al termine del corso, le partecipanti hanno ricevuto una Dichiarazione di competenza. b) Corso di 2 livello: Metodologia attiva, teorico-pratica, basata sulla costruzione e analisi di autocasi Al corso, tenuto dalla psicologa-psicoterapeuta Cinzia Sintini, hanno partecipato tutte le volontarie ed operatrici di Linea Rosa per analizzare assieme le problematiche che presentano le lunghe ospitalità (intendendo con ciò un ospitalità che supera i sei mesi), anche se le medesime questioni possono ritrovarsi nelle situazioni d accoglienza. Nel corso dei 3 incontri, che si sono svolti nel periodo ottobre-dicembre 2005, abbiamo osservato come, a volte, si venga a creare una sorta di spaccatura, frattura tra l operatrice referente ed alcune delle operatrici della casa rispetto: - al vissuto nei confronti della donna - alle diverse interpretazioni di uno stesso comportamento adottato dalla donna Questo ci porta ad avere posizioni e percezioni fortemente discordanti e rende piuttosto difficoltoso il confronto tra le operatrici, nel corso della riunione, nel prendere decisioni in merito ad interventi da fare o richieste della donna da valutare. E quindi ci chiediamo: - cosa fare per non correre il rischio di mettere ingiustamente in discussione l obiettività dell operatrice di riferimento nel seguire una lunga ospitalità? - come riconoscere quando lo stare dalla parte della donna, fare il tifo per lei, fa perdere obiettività all operatrice di riferimento? - è possibile che, in seguito a quanto detto sopra, l operatrice di riferimento di una lunga ospitalità possa correre il rischio di perdere di credibilità e non sentirsi più investita della stessa fiducia iniziale da parte delle altre operatrici? Inizialmente assieme alla docente, abbiamo individuato alcune possibili motivazioni che possono aver creato la spaccatura descritta sopra: Dover gestire una seconda struttura ha aumentato la mole di lavoro; il fatto che la Casa Dafne abbia regole, soprattutto rispetto alla sicurezza, più elastiche e flessibili ci pone per la prima volta di fronte a questioni nuove. La casa infatti è aperta e si apre ad altre relazioni. Il gruppo casa si è allargato, sono presenti operatrici nuove e questo può rendere più complesso il lavorare insieme. La lunghezza dell ospitalità può contribuire ad accentuare il conflitto tra operatrici. Rispetto alla differenza di interpretazione del comportamento delle donne da parte delle operatrici della casa e dell operatrice referente per la donna, abbiamo rilevato come la differenza di opinioni possa contribuire a favorire ricchezza di contenuti ma anche ostacolarla. Nello specifico il problema non è tanto stabilire chi ha ragione o chi ha torto rispetto alla donna in quanto tutte le 21

22 diverse posizioni delle operatrici potrebbero essere vere, avendo ognuna ha il proprio osservatorio. Ad esempio, l operatrice di riferimento ha un rapporto privilegiato con la donna e conosce lo spazio di esplorazione della motivazione in cui la donna si muove, quindi, si focalizza sulla relazione con l interno della donna; mentre le operatrici della casa pongono l attenzione alla relazione che la donna instaura con l esterno. E comunque deve essere scontata la reciproca fiducia tra le operatrici. Se il feedback che ci si scambia in riunione crea attrito tra due persone è ben diverso che se la discussione avviene tra una operatrice e tutte le altre. Uno dei compiti dell operatrice è certamente quello di comprendere ma anche, tenendo sotto controllo il progetto, restituire alla donna le cose sgradevoli e spiacevoli del suo comportamento, che possono impedirle la realizzazione del progetto. Il corso di II livello è stata un occasione per lavorare sull emozioni e vissuti che nascono quando si lavora con donne che subiscono o hanno subito violenza, attraverso casi pratici abbiamo potuto lavorare sull ascolto interiore, fornendo a tutte le operatrici e volontarie presenti al corso un apprendimento teorico e pratico. c) Convegno Diritti Negati e violenza alla persona. Il fenomeno della violenza in famiglia: da questione privata a problema sociale (Foggia, 14 aprile 2005) La presidente di Linea Rosa, dr.ssa Alessandra Bagnara, è intervenuta con una relazione intitolata Le Buone Prassi di Linea Rosa al convegno organizzato dall Associazione Donna di Foggia. Scopo del convegno è stato quello di far conoscere il fenomeno della violenza alle donne e l enorme lavoro svolto dai Centri Antiviolenza per l accoglienza e l ospitalità a donne sole o con figli/e che subiscono violenza. Altrettanto importante è stato il confronto ed il dibattito intorno alle reciproche esperienze anche in riferimento ai rapporti sinergici che si sono riusciti a creare con gli Enti Locali. Al seminario è intervenuta anche l avvocata Anna Maria Bernardini Pace, autrice del libro Calci nel cuore. d) Seminario internazionale di presentazione e discussione del manuale europeo per l apertura e la gestione di un centro antiviolenza (Bologna, 11 febbraio 2005) All interno del progetto Daphne Guidelines for settino up and running a women s refuge, è stato stilato Via dalla violenza. Manuale per l apertura e la gestione di un centro antiviolenza, secondo standard di qualità europei. La rete europea di centri antiviolenza Wave (Women Against Violence in Europe) in collaborazione con i centri antiviolenza del Portogallo, Romania, Ungheria, Germania, Austria, Grecia, Italia (Casa delle donne per non subire violenza di Bologna) con questo progetto ha inteso fornire uno strumento pratico, oltre che teorico, a chi intenda aprire un centro antiviolenza o migliorare i servizi di un centro già esistente. Pertanto, il seminario organizzato a Bologna dalla Casa delle Donne, e al quale hanno partecipato anche due operatrici di Linea Rosa, si è proposto l obiettivo, non solo di presentare il manuale, ma anche di discutere le pratiche di gestione dei centri antiviolenza italiani, approfondendole con il contributo di esperte europee - come Rosa Logar, curatrice del manuale, Judith Herman, dell associazione NaNe (Ungheria), partner del progetto - ed italiane. e) Seminario di approfondimento sulla Convenzione di New York e sulla Convenzione di Strasburgo (Ravenna, 8 febbraio 2005) Il seminario è stato organizzato dal Gruppo Abuso e Maltrattamento dell Azienda Usl di Ravenna per un approfondimento della Convenzione di New York e della Convenzione di Strasburgo. Vi ha partecipato, tra gli altri, una operatrice di Linea Rosa in qualità di uditrice. All incontro è intervenuto come relatore il dott. Andrea Pinna, responsabile Settore Tutela Minori e Affari 22

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