RELAZIONE ATTIVITÀ ANNO 2009 SERVIZIO VETERINARIO AREA SANITÀ ANIMALE

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1 RELAZIONE ATTIVITÀ ANNO 2009 SERVIZIO VETERINARIO AREA SANITÀ ANIMALE Comunità europee,

2 Nella relazione tecnica di attività sono stati raccolti i risultati dell'attività pianificata di sorveglianza e controllo dell'area di Sanità Animale del Servizio Veterinario svolta nel La relazione é stata redatta dal sottoscritto sulla base dei dati registrati nel Sistema Informativo del Servizio Veterinario e degli esiti degli accertamenti diagnostici svolti dall'istituto Zooprofilattico della Regione Emilia-Romagna e della Lombardia. La relazione ha lo scopo di fornire le informazioni relative all'attività svolta e di fornire i dati necessari per la valutazione dello stato sanitario degli allevamenti della provincia. La presente relazione si vuole proporre anche come uno strumento che consenta agli operatori e colleghi del Servizio, ma anche agli amministratori, di avere una panoramica generale dell'impegno e dei risultati raggiunti e di poter confrontare i risultati con quelli ottenuti in altri ambiti territoriali, per utili paragoni e riflessioni. Dott. Enrico Stefani 2

3 1. PATRIMONIO ZOOTECNICO SANITÀ ANIMALE - DATI DI ATTIVITÀ GENERALI SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA SANITÀ ANIMALE - ATTIVITÀ ANAGRAFE ZOOTECNICA ATTUAZIONE DEI CONTROLLI CONTROLLO SISTEMA IDENTIFICAZIONE E REGISTRAZIONE BOVINI CONTROLLO SISTEMA IDENTIFICAZIONE E REGISTRAZIONE OVICAPRINI CONTROLLO SISTEMA IDENTIFICAZIONE E REGISTRAZIONE SUINI CONTROLLO SISTEMA IDENTIFICAZIONE E REGISTRAZIONE EQUIDI CORRETTA IDENTIFICAZIONE E REGISTRAZIONE ALLEVAMENTI IN BDN REGISTRAZIONE COORDINATE GEOGRAFICHE ALLEVAMENTI IN BDN PIANI OBBLIGATORI DI SORVEGLIANZA ED ERADICAZIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE DEL BESTIAME PROGRAMMI DI ERADICAZIONE E CONTROLLO DELLA BRUCELLOSI E DELLA TUBERCOLOSI BOVINA E BUFALINA, DELLA LEUCOSI BOVINA ENZOOTICA ATTIVITÀ DI CONTROLLO ATTUAZIONE DEI CONTROLLI PROGRAMMI DI ERADICAZIONE E CONTROLLO DELLA BRUCELLOSI OVICAPRINA ATTIVITÀ DI CONTROLLO ATTUAZIONE DEI CONTROLLI MALATTIE DEI SUINI SOGGETTE A CONTROLLO: MALATTIA VESCICOLARE, PESTE SUINA E MALATTIA DI AUJESZKY ATTIVITÀ DI CONTROLLO ATTUAZIONE DEI CONTROLLI PIANO DI SORVEGLIANZA ENCEFALOPATIA SPONGIFORME BOVINA O BSE SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA ATTIVITÀ DI CONTROLLO PIANO DI SORVEGLIANZA BLUE TONGUE PIANO DI SORVEGLIANZA INFLUENZA AVIARE ATTIVITÀ DI CONTROLLO PIANO DI SORVEGLIANZA PER LE SALMONELLOSI AVICOLE PIANO DI CONTROLLO DELLA SALMONELLA NEGLI ALLEVAMENTI DI RIPRODUTTORI DELLA SPECIE GALLUS GALLUS PIANO DI CONTROLLO DELLA SALMONELLA NEGLI ALLEVAMENTI DI GALLINE OVAIOLE PIANO DI CONTROLLO DELLA SALMONELLA NEGLI ALLEVAMENTI DI POLLAME DA CARNE PIANO DI SORVEGLIANZA ANEMIA INFETTIVA EQUINA PIANO DI SORVEGLIANZA DELLA LEISHMANIOSI PIANO MONITORAGGIO SANITARIO FAUNA SELVATICA TRICHINELLOSI WEST NILE DISEASE MALATTIE VIRALI DEI SUINI MONITORAGGIO ZECCHE SCAMBI DI ANIMALI E PRODOTTI DI ORIGINE ANIMALE SINTESI TRACES

4 1. PATRIMONIO ZOOTECNICO Le consistenze del patrimonio zootecnico provinciale tendono a decrescere, in particolare per i bovini si assiste ad una diminuzione del numero degli allevamenti ed una più lenta diminuzione del numero degli animali, frutto di una maggiore consistenza di animali per singolo allevamento. Le tabelle 1 e 2 indicano il numero dei capi e degli allevamenti di interesse zootecnico, ad esclusione degli allevamenti per l autoconsumo famigliare, presenti sul territorio dell Azienda USL di Modena. Tabella 1 Patrimonio Zootecnico Numero capi ANNO BOVINI BUFALINI SUINI OVICAPRINI EQUINI Tabella 2 Patrimonio Zootecnico Numero allevamenti (esclusi quelli destinati all autoconsumo) ANNO BOVINI BUFALINI SUINI OVICAPRINI EQUINI AVICOLI CONIGLI Nelle tabelle successive sono invece riportate le consistenze 2009 degli allevamenti per tipologia produttiva delle specie animali di maggior interesse zootecnico. Tabella 3 - Allevamenti bovini per tipologia produttiva N PRODUZIONE LATTE 797 RIPRODUZIONE DA LATTE 85 CARNE INGRASSO 332 CARNE LINEA VACCA VITELLO 337 TOTALE Tabella 4 - Allevamenti suini per tipologia produttiva N CICLO COMPLETO 22 CICLO APERTO E PRODUZIONE SUINETTI 66 RIPRODUTTORI 2 INGRASSO 191 TOTALE 281 4

5 Tabella 5 - Allevamenti ovicaprini per tipologia produttiva N PRODUZIONE LATTE 12 CARNE 198 TOTALE 210 Tabella 6 - Allevamenti equini per tipologia produttiva N CARNE 34 SPORT EQUESTRI 188 MANEGGI - CIRCOLI 40 ALTRI 957 TOTALE Tabella 7 - Allevamenti avicoli per tipologia produttiva N GALLINE DA RIPRODUZIONE 5 GALLINE OVAIOLE UOVA DA CONSUMO 5 POLLAME DA CARNE 9 TACCHINI DA CARNE 3 FARAONE 2 ANATRE 2 SELVAGGINA 2 RATITI 5 AVICOLI MISTI 2 TOTALE 35 5

6 2. SANITÀ ANIMALE - DATI DI ATTIVITÀ GENERALI Nelle tabelle seguenti sono riportati i dati generali relativi ai controlli ufficiali svolti nell area di Sanità animale, derivanti: dal piano delle azioni 2009 dell Area Dipartimentale di Sanità Pubblica Veterinaria; dalle richieste degli utenti; da situazioni di emergenza. Per controlli ufficiali s intendono tutti i controlli svolti per verifiche, ispezioni, prelevi di campioni, esecuzione di test diagnostici, visite cliniche individuali o di allevamento. Tabella 8 Controlli Area Sanità Animale - Allevamenti TIPOLOGIA ALLEVAMENTO ALLEVAMENTI BOVINI ALLEVAMENTI SUINI ALLEVAMENTI OVICAPRINI ALLEVAMENTI EQUINI ALLEVAMENTI AVICOLI ALLEVAMENTI CONIGLI APIARI ALLEVAMENTI SELVAGGINA ALLEVAMENTI ANIMALI DA PELLICCIA ALLEVAMENTI ANIMALI DA AFFEZIONE ALLEVAMENTI ITTICI TOTALE ALLEVAMENTI CONTROLLI ALLEVAMENTI PRESENTI CONTROLLATI EFFETTUATI In tabella 8, per allevamenti presenti, sono riportati anche quelli di animali destinati all autoconsumo familiare. Allevamenti che per tipologia produttiva non rientrano nei piani di controllo e sorveglianza sanitaria, ma sono soggetti a prestazioni su richiesta. Tabella 9 Controlli Area Sanità Animale - Strutture zootecniche STRUTTURE CONTROLLI TIPOLOGIA STRUTTURA STRUTTURE PRESENTI CONTROLLATE EFFETTUATI MERCATI BESTIAME FIERE CIRCHI ESPOSIZIONI ANIMALI IPPODROMI STALLE DI SOSTA STABULARI O ALLEVAMENTI ANIMALI ESPERIMENTO INCUBATOI IMPIANTI DI CURA DELL AZIENDA USL CANILI GATTILI NEGOZI VENDITA DI ANIMALI TOTALE

7 3. SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA Situazione Europea I sistemi informatizzati sviluppati dall Organizzazione Mondiale per la Sanità Animale (Office International des Epizoozie OIE) e dall'unione Europea, per favorire la trasmissione tra gli Stati delle informazioni relative alla condizione sanitaria degli allevamenti, ai focolai di malattia e facilitare le procedure di allerta per eccezionali eventi epidemici, consentono di disporre di una situazione costantemente aggiornata delle malattie che si riscontrano nelle diverse zone del mondo. La normativa dall'unione Europea dispone la notifica delle malattie degli animali e individua i criteri che gli Stati membri interessati devono adottare per la comunicazione alla Commissione europea e agli altri Stati membri dello stato sanitario degli animali. Dispone inoltre un elenco delle malattie per le quali è obbligatoria la notifica alla Commissione europea, inserendo, inoltre, tutte le informazioni che devono essere comunicate mediante il sistema informativo di notifica (Animal Disease Notification System ADNS). Anche l OIE prevede l obbligo di notificare l insorgenza di alcune malattie. Devono essere comunicate le informazioni relative ai focolai e le misure di controllo applicate. Tali informazioni ricevute dall OIE vengono inserite nel database (World Animal Health Information Database WAHID) al fine di disporre di un sistema trasparente sulla situazione sanitaria degli animali in ambito mondiale. Situazione Nazionale A livello nazionale nel 2009 sono da segnalare in particolare la persistenza della Blue-Tongue in tutti i distretti geografici già interessati negli anni precedenti con la comparsa dell infezione anche in Piemonte e la persistenza della malattia vescicolare nelle regioni centro meridionali. Tabella 10 Focolai malattie infettive in Italia segnalate tramite sistema ADNS MALATTIA FOCOLAI PESTE SUINA AFRICANA (suini domestici) 3 PESTE SUINA AFRICANA (suini selvatici) 1 ENCEFALOPATIA SPONGIFORME BOVINA 2 BLUE TONGUE 67 WEST NILE DISEASE 119 ANEMIA INFETTIVA EQUINA 145 NECROSI EMOPOIETICA INFETTIVA 1 INFLUENZA AVIARE A BASSA PATOGENICITÀ 37 MALATTIA DI NEWCASTLE 1 MALATTIA VESCICOLARE DEL SUINO 18 TOTALE 394 Situazione Provinciale Nel territorio provinciale, la salute delle popolazioni animali di interesse zootecnico è nel complesso buona. I dati riportati in tabella si riferiscono alle malattie infettive soggette a denuncia obbligatoria, riscontrate nel 2009 e comunicate al Centro Emiliano Romagnolo di Epidemiologia Veterinaria (CEREV). Tabella 11 Focolai malattie infettive Provincia di Modena MALATTIA SPECIE N FOCOLAI N PRESENTI N INFETTI N ABBATTUTI LEISHMANIOSI CANINA LEPTOSPIROSI BOVINA WEST NILE DISEASE EQUINA TOTALE

8 4. SANITÀ ANIMALE - ATTIVITÀ L attività dei Servizi nel 2009 è stata caratterizzata, oltre alla normale attività ordinaria ed al regolare andamento dei piani obbligatori di sorveglianza ed eradicazione delle malattie infettive del bestiame, dalla diffusione nella nostra provincia della West Nile Disease (WND). L infezione oltre a verificarsi negli stessi comuni compresi nell Area di Circolazione Virale (ACV) definiti nel 2008, si è diffusa anche nei comuni dell area di sorveglianza esterna a quella di circolazione virale (Figura 1). I primi segni clinici dovuti alla WND sono stati osservati il 2 agosto 2009 in un cavallo di un azienda di Formigine. L infezione è stata confermata dal Centro di referenza Nazionale per le Malattie Esotiche (CESME ) ed e inserita, quale focolaio clinico confermato, nel Sistema Informativo Malattie Animali Nazionale (SIMAN ). In seguito al riscontro del caso clinico ed al susseguirsi di nuovi focolai i Servizi sono stati impegnati in una serie di attività volte a definire l estensione della circolazione virale nei comuni dell area di sorveglianza. Nel territorio e nelle aziende sedi di focolaio delle zone a rischio, sono state effettuate: visite cliniche di tutti gli equidi presenti in azienda; prelievo di sangue e siero in tutti gli equidi presenti in aziende con casi sospetti, ripetuti a distanza 3 settimane, nel caso di esami di laboratorio di conferma ai casi clinici; prelievi in numero statisticamente significativo di equidi presenti nel raggio di 4 Km dall allevamento positivo; accurate indagini epidemiologiche negli allevamenti sospetti; scelta, identificazione e campionamento di equidi sentinella; incremento dell attività prevista dal piano regionale della fauna selvatica con catture di animali sentinella delle specie aviarie selvatiche, analisi dei capi rinvenuti morti nell area a rischio; catture di zanzare in azienda. Sulla base degli esami clinici e sierologici sui cavalli, degli esami virologici e di ricerca del genoma virale nelle zanzare e negli avicoli selvatici è stata ampiamente dimostrata l estendersi delle aree interessate dalla circolazione virale. Le indagini e le azioni di sorveglianza veterinaria, hanno poi consentito di evidenziare la presenza di altri casi sospetti e la denuncia di nuovi focolai (Tabella 11). Oltre alle azioni di sorveglianza veterinaria sono state incrementate anche le attività di sorveglianza nei settori inerenti la salute pubblica. Attività che hanno permesso di individuare 9 casi umani confermati di West Nile Disease in Emilia-Romagna. Tabella 12 Focolai West Nile Disease DISTRETTO COMUNE N FOCOLAI N EQUIDI CON N EQUIDI N EQUIDI SIERO SINTOMATOLOGIA PRESENTI POSITIVI CLINICA CAMPOGALLIANO CARPI CARPI SOLIERA CASTELFRANCO EMILIA BASTIGLIA MIRANDOLA SAN PROSPERO MODENA MODENA SASSUOLO FORMIGINE VIGNOLA CASTELNUOVO R TOTALE

9 Figura 1 West Nile Disease risultati della sorveglianza epidemiologica in Emilia-Romagna 2009 (Fonte Bollettino n 14 CEREV ) 9

10 Figura 2 Confronto tra le aree con circolazione virale WND accertata. Emilia-Romagna (Fonte Bollettino n 14 CEREV ). 10

11 5. ANAGRAFE ZOOTECNICA L anagrafe zootecnica rappresenta un elemento fondamentale nel controllo e sorveglianza delle malattie infettive degli animali, nella tracciabilità dei prodotti di origine animale, nella gestione e controllo dei premi comunitari destinati agli allevatori. All anagrafe nazionale bovina ( ), si sono aggiunte le anagrafi riguardanti gli animali della specie ovina, caprina, suina, avicola ed equina. Quest ultima gestita dal Ministero delle Politiche Agricole, ma con controlli di competenza dei Dipartimenti di Sanità Pubblica Veterinaria delle Aziende USL. Compito dei Servizi Veterinari nell ambito delle anagrafi animali, oltre alla gestione dei controlli, è anche quello di fornire assistenza a quegli allevatori che hanno deciso di delegare all AUSL, l attività di registrazione, nella Banca Dati Nazionale dell anagrafe zootecnica, degli eventi riguardanti la propria attività di allevamento. L attività ha comportato anche il completamento in Banca Dati Nazionale della localizzazione geografica delle aziende di tutte le specie animali, comprese quelle con allevamenti di equidi. Tabella 13 Deleghe ad operare in BDN media / anno ALLEVAMENTI BOVINI % - DI CUI CON DELEGA AUSL 70,95 - DI CUI CON DELEGA ASSOCIAZIONE 22,45 - DI CUI CON DELEGA DETENTORE 6,58 - DI CUI CON DELEGA VETERINARIO RICONOSCIUTO 0 - DI CUI CON DELEGA GESTITA DELLA BANCA DATI REGIONALE 0 ALLEVAMENTI OVICAPRINI % - DI CUI CON DELEGA AUSL 99,41 - DI CUI CON DELEGA ASSOCIAZIONE 0,57 - DI CUI CON DELEGA DETENTORE 0 - DI CUI CON DELEGA VETERINARIO RICONOSCIUTO 0 - DI CUI CON DELEGA GESTITA DELLA BANCA DATI REGIONALE 0 ALLEVAMENTI SUINI % - DI CUI CON DELEGA AUSL 84,79 - DI CUI CON DELEGA ASSOCIAZIONE 5,41 - DI CUI CON DELEGA DETENTORE 9,78 - DI CUI CON DELEGA VETERINARIO RICONOSCIUTO 0 - DI CUI CON DELEGA GESTITA DELLA BANCA DATI REGIONALE 0 ALLEVAMENTI AVICOLI % - DI CUI CON DELEGA AUSL DI CUI CON DELEGA ASSOCIAZIONE 0 - DI CUI CON DELEGA DETENTORE 0 - DI CUI CON DELEGA VETERINARIO RICONOSCIUTO 0 - DI CUI CON DELEGA GESTITA DELLA BANCA DATI REGIONALE 0 STABILIMENTI DI MACELLAZIONE % - DI CUI CON DELEGA AUSL 72,33 - DI CUI CON DELEGA ASSOCIAZIONE 0 - DI CUI CON DELEGA MACELLO 27,66 - DI CUI CON DELEGA VETERINARIO RICONOSCIUTO 0 - DI CUI CON DELEGA GESTITA DELLA BANCA DATI REGIONALE 0 Tabella 14 Passaporti stampati dall Azienda USL PASSAPORTI STAMPATI DA BDN N

12 Tabella 15 - Numero di operazioni registrate nella BDN bovina da operatori AUSL DISTRETTO N CARPI CASTELFRANCO EMILIA MIRANDOLA MODENA PAVULLO SASSUOLO VIGNOLA TOTALE Tabella 16 - Movimentazioni registrate nella BDN suina da operatori AUSL MOVIMENTAZIONI ALLEVAMENTI INGRESSI USCITE 5.1. ATTUAZIONE DEI CONTROLLI TOTALE PARTITE N CAPI CONTROLLO SISTEMA IDENTIFICAZIONE E REGISTRAZIONE BOVINI Obiettivo Azienda USL 2009: attuazione dei controlli su almeno il 5% degli allevamenti bovini di cui al Reg. 1082/2003. Tabella 17 Controlli sistema ID&R bovini ALLEVAMENTI PRESENTI AL 3/02/09 ALLEVAMENTI DA CONTROLLARE ALLEVAMENTI CONTROLLATI % CONTROLLATI AL 31/12/ CONTROLLO SISTEMA IDENTIFICAZIONE E REGISTRAZIONE OVICAPRINI Obiettivo Azienda USL 2009: attuazione dei controlli su almeno il 3% degli allevamenti ovicaprini di cui al Reg. CE 1505/2006. Tabella 18 - Controlli sistema ID&R ovicaprini ALLEVAMENTI PRESENTI AL 19/03/09 ALLEVAMENTI DA CONTROLLARE ALLEVAMENTI CONTROLLATI % CONTROLLATI AL 31/12/ , CONTROLLO SISTEMA IDENTIFICAZIONE E REGISTRAZIONE SUINI Obiettivo Azienda USL 2009: attuazione dei controlli su almeno l 1% degli allevamenti suini di cui al decreto legislativo 196/99 e succ. modifiche, secondo le indicazioni di cui alla nota del Ministero della Salute DGSA.II/12882 del 29 ottobre Tabella 19 - Controlli sistema ID&R suini ALLEVAMENTI PRESENTI AL 03/04/09 ALLEVAMENTI DA CONTROLLARE ALLEVAMENTI CONTROLLATI % CONTROLLATI AL 31/12/ ,65 12

13 CONTROLLO SISTEMA IDENTIFICAZIONE E REGISTRAZIONE EQUIDI Obiettivo Azienda USL 2009: attuazione dei controlli su almeno il 5% degli allevamenti di equidi di cui al D.M. 5/5/06 ed alla nota MS del 23/11/07. Tabella Controlli sistema ID&R equidi ALLEVAMENTI PRESENTI AL 3/04/09 ALLEVAMENTI DA CONTROLLARE ALLEVAMENTI CONTROLLATI % CONTROLLATI AL 31/12/ , CORRETTA IDENTIFICAZIONE E REGISTRAZIONE ALLEVAMENTI IN BDN Obiettivo Azienda USL 2009: corretta identificazione e registrazione di almeno il 99% degli orientamenti produttivi, nonché relativo aggiornamento degli allevamenti registrati in Banca Dati Nazionale, in conformità alla nota Rer del 15/11/07. Tabella 21 Corretta ID&R allevamenti ALLEVAMENTI PRESENTI IN BDN AL 31/12/08 ALLEVAMENTI REGISTRATI CORRETTAMENTE % REGISTRATI CORRETTAMENTE IN BDN AL 31/12/ REGISTRAZIONE COORDINATE GEOGRAFICHE ALLEVAMENTI IN BDN Obiettivo Azienda USL 2009: registrazione in Banca Dati Nazionale delle coordinate geografiche di almeno il 95% degli allevamenti di bovini, suini, ovi-caprini, avicoli con la sola esclusione di quelli per l autoconsumo. Tabella 22 Corretta registrazione coordinate geografiche ALLEVAMENTI PRESENTI IN BDN AL 31/12/08 ALLEVAMENTI REGISTRATI CORRETTAMENTE % REGISTRATI CORRETTAMENTE IN BDN AL 31/12/ * 2.903* 99,60 *compresi gli allevamenti di equidi non previsti dagli obiettivi regionali per le Aziende USL 13

14 6. PIANI OBBLIGATORI DI SORVEGLIANZA ED ERADICAZIONE DELLE MALATTIE INFETTIVE DEL BESTIAME La libera circolazione degli animali e dei loro prodotti in ambito comunitario presuppone la conoscenza dello stato sanitario delle popolazioni animali e l esistenza di livelli sanitari omogenei tra i paesi membri della Comunità Europea. Tale obbiettivo viene perseguito mediante l adozione di programmi di sorveglianza ed eradicazione comuni contro le malattie infettive del bestiame ritenute più pericolose o che sono trasmissibili dagli animali all uomo. I programmi di eradicazione e sorveglianza interessano anche quelle malattie infettive caratterizzate da elevato potere di diffusione e di particolare gravità, con possibilità di trasmissione oltre le frontiere nazionali, con conseguenze socioeconomiche e sanitarie gravi, con incidenza importante sul commercio internazionale di carne e di prodotti trasformati. I programmi di eradicazione prevedono l abbattimento dei singoli o di tutti i capi presenti nelle aziende, mentre la sorveglianza prevede l'effettuazione periodica di accertamenti diagnostici sugli animali allo scopo di verificare la presenza dell infezione. Alla luce della situazione europea e nazionale, sebbene siano stati fatti notevoli progressi nella attività di eradicazione e sorveglianza, il rischio di epidemia è sempre alto, per cui le attività di controllo e sorveglianza continuano ad essere mantenute ed incrementate. Anche per dimostrare che il territorio nazionale o regionale è libero da infezione e poter così garantire l esportazione della carne e dei prodotti derivati PROGRAMMI DI ERADICAZIONE E CONTROLLO DELLA BRUCELLOSI E DELLA TUBERCOLOSI BOVINA E BUFALINA, DELLA LEUCOSI BOVINA ENZOOTICA Tubercolosi Bovina Malattia infettiva di origine batterica, sostenuta da Mycobacterium bovis. Tutti i mammiferi sono sensibili alla malattia, ma il germe riconosce nel bovino il suo principale ospite. E' una zoonosi, è cioè una malattia trasmissibile anche all'uomo, direttamente attraverso lo stretto contatto con animali infetti e indirettamente attraverso il consumo di prodotti di origine animale contaminati. Malattia solitamente a decorso cronico i cui quadri clinici dipendono dalla fase evolutiva della malattia e dalla localizzazione, dalla natura e dall entità delle lesioni nei vari organi e tessuti colpiti. Malattia oggetto di piano nazionale di profilassi e risanamento fin dal 1964, modificato in piano obbligatorio di eradicazione dal Brucellosi bovina Malattia infettiva di origine batterica, sostenuta da Brucella abortus. Molti mammiferi sono sensibili alla malattia, ma il germe riconosce nel bovino il suo principale ospite, nella quale causa aborto, infezioni genitali, fenomeni di ipofecondità, diminuzione della produzione lattea. E' una zoonosi, è cioè una malattia trasmissibile anche all'uomo, direttamente attraverso lo stretto contatto con animali infetti, immediatamente dopo il parto o l'aborto e indirettamente attraverso il consumo di latte non pastorizzato e dei suoi derivati (latticini freschi o a breve stagionatura). Malattia oggetto di un piano nazionale di profilassi e risanamento fin dal 1968, modificato in piano obbligatorio di eradicazione dal Leucosi Bovina Enzootica La Leucosi Bovina Enzootica è una malattia infettiva di origine virale, sostenuta da un Retrovirus. La famiglia dei Retrovirus raccoglie virus in grado di causare forme tumorali nei mammiferi, negli uccelli e nei rettili. In questa famiglia è compreso anche il virus HIV dell'uomo. Solamente i bovini sono sensibili alla malattia in condizioni naturali. Non è una zoonosi. 14

15 Malattia a decorso solitamente cronico che può evolvere nella forma di linfocitosi permanente e nella forma tumorale di linfosarcomi. Si trasmette da animale ad animale per via venerea, attraverso la placenta o sangue infetto (iniezioni, trattamenti zootecnici, interventi chirurgici). Malattia oggetto di un piano nazionale obbligatorio di eradicazione dal La Regione Emilia-Romagna grazie ai risultati ottenuti nei programmi di eradicazione degli anni passati, è ufficialmente indenne da brucellosi bovina, leucosi bovina enzootica dal 2003 e da tubercolosi bovina dal Condizione sanitaria riconosciuta dall Unione Europea con le Decisioni Comunitarie 2003/164/CE, 203/177/CE e 2007/174/CE. Il programma di eradicazione prevede l effettuazione di test diagnostici, l identificazione e l abbattimento degli animali infetti o sospetti d infezione, nonché la disinfezione degli allevamenti. I proprietari degli allevamenti colpiti dall infezione vengono risarciti per i danni eventualmente subiti. L attribuzione della qualifica di territorio ufficialmente indenne è subordinata all esito favorevole di specifici controlli sugli allevamenti esposti ad infezione, da effettuarsi a scadenze precise in base al livello di indennità sanitaria del territorio. Per avere una maggiore efficacia delle misure da intraprendere la Regione periodicamente rivede il Piano dei controlli e attualmente è in applicazione la Delibera 612/2008 Modificazioni ed integrazioni al piano regionale di controllo della tubercolosi, della brucellosi bovina e della leucosi bovina enzootica ATTIVITÀ DI CONTROLLO L attività di controllo si esplica, per quanto riguarda la brucellosi e la leucosi: allevamenti con tipologia produttiva da latte: controllo annuale tramite tre campioni di latte di massa distanziati di almeno tre mesi; allevamenti con tipologia produttiva da riproduzione: controllo almeno biennale con prelievo di sangue individuale di tutti i capi presenti di età > 12 mesi. Per la tubercolosi negli allevamenti con tipologia produttiva da latte e da riproduzione: controllo almeno biennale su tutti i capi presenti di età > 42 giorni tramite intradermotubercolinizzazione. Il piano prevede inoltre il controllo delle movimentazioni degli animali da e verso altri allevamenti: in uscita verso allevamenti ufficialmente indenni, mercati, fiere o stalle di sosta: controlli sierologici ed intradermotubercolinizzazione nei 30 giorni precedenti l uscita; in ingresso: controllo documentale, di identità per tutti i capi di qualsiasi provenienza; in più per i capi di provenienza extraregionale o da stalle di soste controlli sierologici ed intradermotubercolinizzazione tra i 15 e i 45 giorni dalla uscita dall'azienda di provenienza. Tabella 23 Allevamenti soggetti al Piano TBC BRC LBE DISTRETTO ALLEVAMENTI DA CONTROLLARE % ALLEVAMENTI PER DISTRETTO CARPI 96 8 CASTELFRANCO EMILIA 51 4 MIRANDOLA 85 7 MODENA 60 5 PAVULLO SASSUOLO VIGNOLA TOTALE

16 Tabella 24 Capi da controllare soggetti al Piano TBC BRC LBE DISTRETTO CARPI CASTELFRANCO EMILIA MIRANDOLA MODENA PAVULLO SASSUOLO VIGNOLA TOTALE CAPI DA CONTROLLARE % CAPI PER DISTRETTO ATTUAZIONE DEI CONTROLLI Obiettivo Azienda USL 2009: attuazione di almeno il 98% dei controlli previsti dai piani Brucellosi, Leucosi Bovina Enzootica e Tubercolosi bovina Tabella 25 Piano di controllo Brucellosi e Leucosi Bovina Enzootica - Allevamenti Produzione Latte AZIENDE SOGGETTE AL PIANO AZIENDE CONTROLLATE % CONTROLLATE ,97 Tabella 26 Piano di controllo Brucellosi e Leucosi Bovina Enzootica - Allevamenti da riproduzione AZIENDE SOGGETTE AL PIANO NEI DUE ANNI AZIENDE CONTROLLATE NEI DUE ANNI % CONTROLLATE NEI DUE ANNI ,30 Tabella 27 - Piano di controllo Tubercolosi bovina - Allevamenti Produzione Latte e da Riproduzione AZIENDE SOGGETTE AL PIANO NEI DUE ANNI AZIENDE CONTROLLATE NEI DUE ANNI % CONTROLLATE NEI DUE ANNI ,92 Tabella 28 Piano eradicazione e controllo BRC LBE TBC - Controlli complessivi ACCESSI PER PROVE ESEGUITE ACCESSI PER PROVE PROVE CONTROLLI DI PER CONTROLLI CONTROLLI DI ESEGUITE ESEGUITE MALATTIA STALLA O DI STALLA O CAPI IN SU CAPI IN SU CAPI IN PARZIALI PARZIALI USCITA ENTRATA USCITA BRUCELLOSI BOVINA TUBERCOLOSI BOVINA LEUCOSI ENZOOTICA BOVINA

17 6.2. PROGRAMMI DI ERADICAZIONE E CONTROLLO DELLA BRUCELLOSI OVICAPRINA Brucellosi Ovicaprina La Brucellosi Ovicaprina è una malattia batterica, sostenuta da Brucella melitensis. Molti mammiferi sono sensibili alla malattia, ma il germe riconosce nella pecora e nella capra i suoi ospiti principali, nei quali causa aborto, infezioni genitali, fenomeni di ipofecondità, diminuzione della produzione lattea. E' una zoonosi, è cioè una malattia trasmissibile anche all'uomo, direttamente attraverso lo stretto contatto con animali infetti, immediatamente dopo il parto o l'aborto e indirettamente attraverso il consumo di latte non pastorizzato e dei suoi derivati (latticini freschi o a breve stagionatura). Malattia oggetto di un piano nazionale obbligatorio di eradicazione dal Il programma di eradicazione e sorveglianza della brucellosi ovicaprina è ancora su base nazionale e prevede l effettuazione di test diagnostici, l identificazione e l abbattimento degli animali infetti o sospetti d infezione, nonché la disinfezione degli allevamenti ed il risarcimento dei proprietari degli allevamenti colpiti dall infezione ATTIVITÀ DI CONTROLLO L attività di controllo si esplica con cadenza annuale su tutti gli allevamenti da latte, carne, lana, misto, autoconsumo (di consistenza superiore ai 5 capi), fattorie didattiche e agriturismi (nota Rer del 15/11/07). Sono sottoposti a prelievo di sangue tutti i capi presenti in allevamento di età superiore ai sei mesi. Il piano prevede inoltre il controllo delle movimentazioni degli animali da e verso altri allevamenti: in uscita verso allevamenti ufficialmente indenni, mercati, fiere o stalle di sosta: controlli sierologici nei 30 giorni precedenti l uscita; in ingresso: controllo documentale, di identità per tutti i capi di qualsiasi provenienza; Tabella 29 Allevamenti soggetti al Piano BRC ovicaprina DISTRETTO CARPI CASTELFRANCO EMILIA MIRANDOLA MODENA PAVULLO SASSUOLO VIGNOLA TOTALE N ALLEVAMENTI DA CONTROLLARE % ALLEVAMENTI PER DISTRETTO Tabella 30 Numero di capi da controllare soggetti al Piano BRC ovicaprina DISTRETTO CARPI CASTELFRANCO EMILIA MIRANDOLA MODENA PAVULLO SASSUOLO VIGNOLA N CAPI DA CONTROLLARE % CAPI PER DISTRETTO TOTALE

18 ATTUAZIONE DEI CONTROLLI Obiettivo Azienda USL 2009: attuazione di almeno il 98% dei controlli previsti dal piani Brucellosi Ovicaprina. Tabella 31 - Piano di controllo Brucellosi Ovicaprina AZIENDE SOGGETTE AL PIANO AZIENDE CONTROLLATE % CONTROLLATE ,19 Tabella 32 - Controlli complessivi Piano eradicazione e controllo BRC Ovicaprina ACCESSI PER PROVE ESEGUITE ACCESSI PER PROVE PROVE CONTROLLI DI PER CONTROLLI CONTROLLI DI ESEGUITE ESEGUITE MALATTIA STALLA O DI STALLA O CAPI IN SU CAPI IN SU CAPI IN PARZIALI PARZIALI USCITA ENTRATA USCITA BRUCELLOSI OVI-CAPRINA

19 6.3. MALATTIE DEI SUINI SOGGETTE A CONTROLLO: MALATTIA VESCICOLARE, PESTE SUINA E MALATTIA DI AUJESZKY La Malattia di Aujeszky o Pseudorabbia (MA). E una malattia infettiva, sostenuta da un Herpes virus a carattere contagioso soltanto nel suino, nel quale si manifesta in modo diverso in funzione dell età: encefalite acuta nei giovani, polmonite negli adulti, ipofertilità ed aborto nei riproduttori. Sempre nel suino sono inoltre dimostrate infezioni sub cliniche, asintomatiche e latenti. I suini domestici e selvatici sono gli unici serbatoi naturali dell infezione, gli altri mammiferi sono considerati ospiti a fondo cieco dell infezione nei quali la malattia si manifesta con un encefalite acuta, ad esito costantemente letale. La MA è oggetto di un piano nazionale di controllo dal 1997, basato essenzialmente su misure di profilassi igienico-sanitaria e sulla vaccinazione obbligatoria con vaccini markers inattivati per distinguere gli animali vaccinati non infetti da quelli infetti. Malattia Vescicolare del Suino (MVS). E una malattia infettiva e contagiosa ad eziologia virale caratterizzata da alta morbilità e bassa mortalità. Sostenuta da un Enterovirus correlato antigenicamente al patogeno umano Coxsackie B5. Quando si manifesta nella sua forma clinica si osserva ipertermia, zoppia, lesioni vescicolari sulla cute e sulle mucose. Clinicamente è difficilmente differenziabile dall'afta epizootica. Il suino viene considerato l unico animale che in natura manifesta sintomatologia clinica. Diffonde sia per contatto diretto che indiretto e la sua diffusione è fortemente condizionata dall elevata resistenza dell agente eziologico nell ambiente: gli animali si possono infettare anche in ambienti o con alimenti o oggetti. L Italia è considerata endemica per la MVS. Peste Suina Classica (PSC). E una malattia infettiva altamente contagiosa dei suini domestici e dei cinghiali caratterizzata da fatti degenerativi degli endoteli che provocano emorragie, necrosi ed infarti. In funzione dei caratteri di virulenza del virus può evolvere nelle forme acuta, subacuta e cronica. Gli stipiti virali a bassa virulenza provocano infezioni asintomatiche o atipiche. Nella forma acuta può raggiungere una morbilità e mortalità di quasi il 100 % in poco tempo. Il riscontro dei focolai di PSC in forma acuta è indicativo della presenza nel territorio di infezioni clinicamente inapparenti e fondamentali per la conservazione del virus. Il suino domestico rappresenta la fonte d infezione più importante, ma altrettanto importante è il ruolo svolto dai cinghiali, in particolare nella trasmissione ai suini domestici se allevati allo stato semi-brado. 19

20 Figura 3 - Situazione regione accreditate MVS 2009 Tabella 33 Focolai MVS 2009 N FOCOLAIO DATA CONFERMA REGIONE PROVINCIA ANIMALI PRESENTI 1 11/03/2009 CALABRIA CZ /03/2009 CALABRIA VV /03/2009 CALABRIA VV /03/2009 CALABRIA VV /03/2009 CALABRIA VV /03/2009 CALABRIA VV /03/2009 CALABRIA VV /03/2009 CALABRIA RC /03/2009 CAMPANIA NA /03/2009 UMBRIA PG /04/2009 CAMPANIA AV /04/2009 SICILIA CT /05/2009 CALABRIA RC /06/2009 CALABRIA RC /06/2009 CALABRIA RC /07/2009 CALABRIA CZ /10/2009 LAZIO FR /10/2009 LAZIO FR 22 20

21 Figura 4 Focolai Malattia Vescicolare del Suino in Paesi dell UE 21

22 Tabella 34 Focolai Peste Suina Classica in Italia CAMPANIA 1 EMILIA ROMAGNA LOMBARDIA 1 5 PIEMONTE 1 SARDEGNA TRENTO 2 1 UMBRIA 1 TOTALE Figura 5 Focolai Peste Suina Classica in Paesi dell UE 22

23 ATTIVITÀ DI CONTROLLO L attività di controllo si esplica tramite: accertamenti diagnostici a cadenza semestrale o annuale su campioni di sangue prelevati da un numero di riproduttori, statisticamente significativo, presenti in tutti gli allevamenti da riproduzione; accertamenti diagnostici cadenza semestrale su campioni di sangue prelevati da un numero di animali, statisticamente significativo, detenuti in allevamenti esclusivamente da ingrasso a loro volta scelti su determinati parametri di rischio; accertamenti diagnostici a cadenza mensile su campioni di sangue e feci prelevati da un numero di animali statisticamente significativo, detenuti nelle stalle di sosta. il controllo sulla movimentazione degli animali: visite cliniche degli animali introdotti o in uscita dagli allevamenti ed accertamenti diagnostici su campioni di sangue prelevati da un numero statisticamente significativo su capi provenienti da regioni non accreditate o da Paesi della UE ATTUAZIONE DEI CONTROLLI Obiettivo Azienda USL 2009: attuazione di almeno il 98% dei controlli previsti dai piani Malattia Vescicolare, Peste suina e Malattia di Aujeszky. Tabella 35 Piano di controllo MVS PSC MA AZIENDE SOGGETTE AL PIANO 116 AZIENDE CONTROLLATE % CONTROLLATE ,14 Tabella 36 - Allevamenti da ingrasso soggetti al Piano DISTRETTO N CARPI 3 CASTELFRANCO EMILIA 3 MIRANDOLA 5 MODENA 3 PAVULLO 5 SASSUOLO 4 VIGNOLA 4 TOTALE 27 Tabella 37 Allevamenti suini all aperto stabulazione brado o semibrado soggetti al piano DISTRETTO N PAVULLO 5 VIGNOLA 5 TOTALE 10 Tabella 38 Allevamenti suini da riproduzione ciclo chiuso soggetti al Piano DISTRETTO N CARPI 2 CASTELFRANCO EMILIA 1 MIRANDOLA 5 MODENA 3 PAVULLO 1 SASSUOLO 8 VIGNOLA 2 TOTALE 22 23

24 Tabella 39 - Allevamenti suini da riproduzione ciclo aperto soggetti al Piano DISTRETTO N CARPI 11 CASTELFRANCO EMILIA 6 MIRANDOLA 11 MODENA 5 PAVULLO 6 SASSUOLO 6 VIGNOLA 12 TOTALE 57 Tabella 40 Prelievi campioni di sangue effettuati per il Piano MVS PSC AUJ DISTRETTO N CARPI CASTELFRANCO EMILIA 771 MIRANDOLA MODENA 919 PAVULLO SASSUOLO 974 VIGNOLA TOTALE

25 6.4. PIANO DI SORVEGLIANZA ENCEFALOPATIA SPONGIFORME BOVINA O BSE L encefalopatia spongiforme bovina costituisce sicuramente un rischio per la salute pubblica in quanto è trasmissibile all uomo e l alimentazione resta la causa principale di infezione; i prodotti e i sottoprodotti di origine bovina sono suscettibili di trasmettere la malattia; la diffusione della malattia ha gravi ripercussioni sulla salute pubblica, la sanità animale e sul commercio dei prodotti di origine animale. La Comunità Europea (Reg. CE 999/2001) ha introdotto l obbligo della determinazione della qualifica sanitaria nei confronti della BSE dei Paesi membri o di loro Regioni istituendo una procedura per la determinazione della situazione epidemiologica, basandosi su una valutazione del rischio riguardante l ingresso, la propagazione e l esposizione umana. La determinazione di tale qualifica sanitaria, suddivisa in cinque classi crescenti di rischio, è affidata alla valutazione scientifica di dossier predisposti dalle Autorità nazionali o regionali. L assegnazione di un Paese o regione alle varie classi di rischio è effettuato in base alla valutazione di alcuni aspetti, trai quali assume particolare importanza l attuazione di un sistema di sorveglianza e controllo epidemiologico della BSE. Il sistema nazionale di sorveglianza attualmente in vigore è quello del D.M. 7 gennaio 2000 Sistema nazionale di sorveglianza epidemiologica della encefalopatia spongiforme bovina (BSE). Tale sistema prevede una sorveglianza attiva e passiva, nel 2009 consisteva in: una sorveglianza attiva al macello: prelievo di una porzione di cervello (obex) da sottoporre a test per la BSE, dei bovini macellati di età superiore ai 48 mesi di età; una sorveglianza attiva in allevamento: prelievo di una porzione di cervello (obex) da sottoporre a test per la BSE, dai bovini morti in allevamento di età superiore ai 48 mesi; una sorveglianza passiva in allevamento: visite ispettiva in tutti gli allevamenti nei quali esiste almeno un bovino da riproduzione e comunque ogni volta che si verifichi la presenza di proteine derivate da tessuti di mammiferi nei mangimi destinati ai ruminanti ed ogni qualvolta si riscontri la presenza di bovini con sintomi clinici tipici della BSE SITUAZIONE EPIDEMIOLOGICA In Europa si conferma l andamento favorevole della BSE con un netto calo di focolai: 322 nel 2006, 162 nel 2007, 97 nel 2008 e 71 nel Tabella 41 Focolai BSE in Europa Anno PAESE N FOCOLAI GRAN BRETAGNA 12 SPAGNA 20 PORTOGALLO 8 IRLANDA 9 FRANCIA 11 POLONIA 4 GERMANIA 2 REPUBBLICA CECA 2 DANIMARCA 1 ITALIA ( LAZIO - MOLISE) 2* TOTALE 71 *positività riscontrata su animali macellati 25

26 ATTIVITÀ DI CONTROLLO Obiettivo Azienda USL 2009: attuazione di almeno il 98% dei controlli previsti dalla sorveglianza attiva nei confronti della BSE in allevamento. Tabella 42 - Sorveglianza attiva BSE effettuata sui capi bovini di età superiore ai 48 mesi morti in allevamento BOVINI MORTI IN ALLEVAMENTO DI ETÀ > 48 MESI 932 N CAMPIONI N CAMPIONI NON % CONTROLLI PRELEVATI PRELEVATI* ,46 *avanzato stato di decomposizione, animali irraggiungibili, ecc. Tabella 43 Sorveglianza passiva BSE ispezioni allevamenti bovini con almeno 1 riproduttore DISTRETTO CARPI CASTELFRANCO MIRANDOLA MODENA PAVULLO SASSUOLO VIGNOLA ALLEVAMENTI SOGGETTI AL PIANO N ISPEZIONI TOTALE

27 6.5. PIANO DI SORVEGLIANZA BLUE TONGUE La Febbre Catarrale degli Ovini o Blue Tongue (Lingua Blu), è una malattia infettiva, non contagiosa, dei ruminanti trasmessa da insetti vettori del genere Culicoides. Il virus della Blue Tongue è trasmesso da insetti appartenenti al genere Culicoides, dove esistono le condizioni climatiche ed ambientali idonee al ciclo vitale degli stessi. Definita un tempo come malattia infettiva esotica, relegata all Africa ed all Asia, ha ormai colonizzato l Europa, favorita dai cambiamenti climatici, che hanno determinato un aumento delle temperature minime con inverni corti e meno rigidi. A temperature minori di +12 C i Culicoidi non sono attivi e muoiono quando la temperatura si mantiene vicina allo zero per una settimana. E stato provato che le uova e le larve possono sopravvivere per mesi a temperature sotto lo zero. Dal 2000 questa malattia è presente in Italia ed attualmente sul territorio italiano circolano cinque diversi, sierotipi del virus Blue Tongue, dei 24conosciuti: BTV-2, BTV-4, BTV-8, BTV-9, BTV-16. Dal 2001 la Blue Tongue è oggetto di un piano di controllo e sorveglianza basato su: Profilassi indiretta: vaccinazione obbligatoria, dei bovini e degli ovicaprini nelle aree infette e a rischio. Profilassi diretta: piano di sorveglianza entomologico e sierologico per definire le aree libere da infezione e quelle nelle quali le movimentazioni degli animali devono essere limitate. Il piano di sorveglianza prevede una: 1. Sorveglianza sierologica: con l utilizzo di una rete di animali sentinella, geograficamente localizzati, da sottoporre secondo regolare cadenza mensile, a controlli sierologici. 2. Sorveglianza entomologica: con l utilizzo di una rete di apposite trappole per gli insetti vettori, secondo regolari catture settimanali, per dare indicazioni sulla ripresa dell attività dei Culicoidi ed aggiornare le mappe della presenza dei Culicoidi. Per scegliere gli allevamenti con gli animali sentinella e posizionare le trappole fisse per la cattura degli insetti, il territorio nazionale è stato suddiviso in celle rappresentanti l unità geografica di riferimento. Per la Provincia di Modena le celle geografiche di riferimento sono riportate in figura 6. 27

28 Figura 6 Celle geografiche di riferimento Piano Blue Tongue AUSL di Modena Tabella 44 Piano Blue Tongue Piano sorveglianza sierologica DISTRETTO CARPI CASTELFRANCO MIRANDOLA MODENA PAVULLO SASSUOLO VIGNOLA TOTALE N N CAMPIONI ALLEVAMENTI SOGGETTI N ANIMALI SENTINELLA CAMPIONI ANIMALI AL PIANO PIANO MOVIMENTATI* * controlli sierologici su animali provenienti da zone a rischio Tabella 45 Piano Blue Tongue Piano sorveglianza entomologica DISTRETTO MIRANDOLA MODENA SASSUOLO VIGNOLA TOTALE * solo i campioni con insetti sono consegnati al laboratorio ALLEVAMENTI SOGGETTI AL PIANO N CAMPIONI CON INSETTI* N SOPRALLUOGHI PER CAMPIONI

29 Figura 7 Blue Tongue Zone di restrizione in Italia periodo 1/1/ /12/

30 Figura 8 Blue Tongue Zone di restrizione in Europa al 03/06/

31 Figura 9 Blue Tongue Zone infette e focolai in Europa periodo 1/1/ /12/

32 6.6. PIANO DI SORVEGLIANZA INFLUENZA AVIARE L Influenza Aviaria, a causa della panzoozia da virus H5N1 ad alta patogenicità, continua a rappresentare un problema serio in molti Paesi del mondo. Dal suo esordio, nel 2003 nel Sud Est Asiatico, l Influenza Aviaria da H5N1 si è progressivamente diffusa in altre regioni e continenti ed in alcuni paesi la malattia è diventata endemica in quanto il virus ha trovato un ecosistema ideale per diffondersi e diversificarsi in infinite varianti. La possibile veicolazione, anche su lunghe distanze, dei virus dell influenza aviare da parte degli uccelli migratori rappresenta un ulteriore fattore di rischio per la comparsa di nuove epidemie da virus influenzali nelle popolazioni domestiche. È quindi necessario assicurare un sistema di sorveglianza attiva che consenta l'individuazione precoce della circolazione virale nel pollame domestico, l'immediata adozione di misure di controllo adeguate, per ridurre i rischi per la salute, i costi, le perdite e le conseguenze negative per la società nel suo complesso. Inoltre per una corretta valutazione del rischio per la popolazione umana, è indispensabile l identificazione dei pericoli di trasmissione derivanti dalla situazione sanitaria presente nelle popolazioni avicole sia domestiche che selvatiche. Allo scopo di eseguire un costante monitoraggio sulla situazione sanitaria della popolazione avicola ogni paese membro della UE prepara ed applica tutti gli anni un piano di sorveglianza. Piano successivamente adeguato ed integrato a livello regionale, in quanto la selezione degli allevamenti da sottoporre ad esame è fatta in base alla popolazione presente. La sorveglianza è effettuata sia nei volatili domestici sia nei selvatici: selvatici: di competenza dell Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica e del Centro di Referenza Malattie Animali Selvatici volatili domestici: gli allevamenti intensivi e rurali a rischio sono di competenza dei Servizi Veterinari delle Aziende USL e del Centro Emiliano Romagnolo di Epidemiologia Veterinaria (CEREV). Nel 2009 il Piano di sorveglianza permanente prevedeva per le Aziende USL il monitoraggio: di tutta la popolazione avicola industriale: riproduttori, tacchini da carne, ovaiole da consumo, verranno monitorati principalmente in allevamento, mentre gli animali a breve vita (galletti, broiler, capponi, ecc.) verranno monitorati soprattutto al macello. il pollame introdotto in Regione a scopo macellazione provenienti da altre Regioni. Monitoraggio in allevamento. 3. Valutazione dello stato sanitario, della mortalità e di altri parametri produttivi nei singoli allevamenti mediante sopralluoghi e idonei prelievi di campioni per gli esami virologici e/o sierologici in caso di parametri produttivi anomali o al di sopra della norma, in assenza di diagnosi accertata e documentata; 4. Prelievi sierologici e virologici su un campione statisticamente significativo di animali: prima della macellazione o con cadenza mensile o trimestrale, in base alla specie avicola allevata ed alla categoria degli animali. Monitoraggio al macello. Prelievi sierologici da tutte le specie di animali macellati per tutti i conferenti regionali ed extraregionali, sulla prima partita inviata o nel caso di animali con evidente sintomatologia respiratoria. 32

33 Figura 10 Influenza aviaria - Zone infette e focolai in Europa Anno

34 ATTIVITÀ DI CONTROLLO Obiettivo Azienda USL 2009: attuazione di almeno il 98% dei controlli previsti dal Piano di Sorveglianza nei confronti dell Influenza Aviare. Tabella 46 Riepilogo Piano sorveglianza Influenza Aviare AZIENDE SOGGETTE AL PIANO AZIENDE CONTROLLATE % CONTROLLATE N CAMPIONI SANGUE ALLEVAMENTO N CAMPIONI TAMPONI / FECI ALLEVAMENTO N CAMPIONI MACELLO

35 6.7. PIANO DI SORVEGLIANZA PER LE SALMONELLOSI AVICOLE Il controllo della Salmonella negli allevamenti avicoli, in particolare dei sierotipi responsabili del maggior numero di episodi di infezione nell uomo (Salmonella Enteritidis e Salmonella Typhimurium), è un attività fondamentale della lotta alle zoonosi. Il numero elevato di riscontri di salmonellosi umana nei paesi membri della CE è rilevante ed ha indotto ad individuare questa infezione tra quelle che devono essere soggette a controllo e per la quale devono essere adottati adeguati programmi per ridurne la prevalenza. I più recenti atti normativi a livello europeo sulla sicurezza alimentare individuano nel controllo di filiera il metodo più efficace per garantire la salubrità degli alimenti per l uomo, indicando negli allevamenti un punto cardine per la sorveglianza e il controllo delle zoonosi. In ambito comunitario per i Paesi membri sono previsti piani di sorveglianza triennali negli allevamenti avicoli con l obiettivo di ridurre progressivamente il numero di animali infetti. I punti principali di questi piani sono: Profilassi diretta: ridurre i rischi di introduzione del patogeno in allevamento mediante l adozione di: corrette misure di biosicurezza: idonei requisiti strutturali e gestionali corretta prassi igienica di allevamento e buone pratiche di allevamento un piano di autocontrollo aziendale, comprensivo anche di controlli microbiologici. abbattimento o macellazione controllata dei gruppi di animali positivi Profilassi indiretta: utilizzo di vaccini solamente in situazioni di elevata prevalenza, con divieto di utilizzo di vaccini vivi non distinguibili dal ceppo di campo vietato l uso di antibiotici per il controllo della Salmonella spp. Controlli microbiologici: secondo determinate frequenze, per categoria di animali, per fasi di allevamento e per movimentazione degli animali. Controllo Ufficiale: periodiche ispezioni veterinarie per verificare le corrette misure di profilassi diretta messe in atto negli allevamenti; controlli microbiologici di verifica sui gruppi di animali allevati; accertamenti di conferma ufficiale delle segnalazioni di risultati sfavorevoli degli accertamenti microbiologici svolti in autocontrollo PIANO DI CONTROLLO DELLA SALMONELLA NEGLI ALLEVAMENTI DI RIPRODUTTORI DELLA SPECIE GALLUS GALLUS Obiettivi comunitari: mantenere la prevalenza di infezione dei primi 5 sierotipi di Salmonella isolati nell uomo (dati 2001): S. enteritidis, S. hadar, S. infantis, S. typhimurium e S. virchow, della specie Gallus Gallus ad una percentuale, calcolata a livello nazionale, inferiore all 1% (Reg. CE 2005/1003). Durata: triennale ( ) con verifica della percentuale di infezione da salmonelle pertinenti dei gruppi al 31/12/2009. Popolazione soggetta al piano: tutti i gruppi di riproduzione della specie Gallus Gallus superiori a 250 capi che producano uova da cova. Obiettivo Azienda USL 2009: attuazione di almeno il 98% dei controlli previsti dal Piano di Sorveglianza nei confronti della Salmonellosi nel pollame. 35

36 Tabella 47 Riepilogo Piano controllo salmonella nei riproduttori N AZIENDE SOGGETTE AL PIANO N AZIENDE CONTROLLATE % CONTROLLATE N ANIMALI CONTROLLATI N CAMPIONI N GRUPPI POSITIVI N CAPI IN MACELLAZIONE CONTROLLATA N UOVA DISTRUTTE/ OVOPRODOTTI * 0 0 *S. Kedougou PIANO DI CONTROLLO DELLA SALMONELLA NEGLI ALLEVAMENTI DI GALLINE OVAIOLE Obiettivi comunitari: diminuire la prevalenza di infezione da S. enteritidis e S. typhimurium nei gruppi di polli da carne (broiler) all 1 % Durata: triennale ( ) con verifica della percentuale di infezione da salmonelle pertinenti dei gruppi al 31/12/2011. Popolazione soggetta al piano: tutti i gruppi di galline ovaiole adulte superiori a 250 capi che producano uova da consumo. Obiettivo Azienda USL 2009: attuazione di almeno il 98% dei controlli previsti dal Piano di Sorveglianza nei confronti della Salmonellosi nel pollame. Tabella 48 - Riepilogo Piano controllo salmonella nelle ovaiole N AZIENDE SOGGETTE AL PIANO N AZIENDE CONTROLLATE % AZIENDE CONTROLLATE N ANIMALI CONTROLLATI N CAMPIONI N GRUPPI POSITIVI N CAPI IN MACELLAZIONE CONTROLLATA N UOVA DISTRUTTE/ OVOPRODOTTI * * S. enteritidis PIANO DI CONTROLLO DELLA SALMONELLA NEGLI ALLEVAMENTI DI POLLAME DA CARNE Obiettivi comunitari: diminuire la prevalenza di infezione da S. enteritidis e S. typhimurium nei gruppi di galline ovaiole della specie Gallus Gallus, dall 8% a meno del 6 %. Durata: triennale ( ) con verifica della percentuale di infezione da salmonelle pertinenti dei gruppi al 31/12/2010. Popolazione soggetta al piano: tutti i gruppi di polli da carne superiori in allevamenti con più di 250 capi che producano uova da consumo. Obiettivo Azienda USL 2009: attuazione di almeno il 98% dei controlli previsti dal Piano di Sorveglianza nei confronti della Salmonellosi nel pollame. Tabella 49 - Riepilogo Piano controllo salmonella pollame da carne N AZIENDE SOGGETTE AL PIANO N AZIENDE CONTROLLATE % CONTROLLATE N ANIMALI CONTROLLATI N CAMPIONI N ALLEVAMENTI POSITIVI N CAPI IN MACELLAZIONE CONTROLLATA * * S. Hadar - S. Thompson 36

37 6.8. PIANO DI SORVEGLIANZA ANEMIA INFETTIVA EQUINA L anemia infettiva equina è una malattia infettiva contagiosa sostenuta da un retrovirus, a diffusione mondiale, non trasmissibile all uomo, che colpisce tutti gli equidi. La principale via di trasmissione è dovuta agli insetti ematofagi che si comportano come vettori meccanici (tabanidi, mosche di stalla, zanzare, zecche, ecc.). Altre vie di trasmissione possono essere gli strumenti chirurgici o aghi non sterilizzati contaminati da sangue infetto e il sangue o gli emoderivati ottenuti da animali infetti. Un tempo responsabile di notevoli danni economici per l impiego dei cavalli nei lavori agricoli, negli ultimi anni la malattia ha assunto un nuovo aspetto epidemiologico incidendo maggiormente nella patologia del cavallo sportivo, visto le più frequenti segnalazioni negli ippodromi, nei circoli ippici, nei maneggi, ecc. La ricomparsa e diffusione della malattia a livello nazionale, determinato sicuramente da un insufficiente azione di monitoraggio e di profilassi sulla popolazione equina nazionale, in particolare nei confronti degli animali provenienti da paesi dell Europa dell Est e dall utilizzo di sacche di plasma infetto. Il Ministero della Salute allo scopo di controllare e verificare la prevalenza della malattia ha reso obbligatorio l esecuzione di un piano di sorveglianza nazionale nel 2006 con un ordinanza d emergenza. Visti i risultati nazionali, 356 focolai nel 2007, il piano è stato prorogato con nuova Ordinanza del 18 dicembre 2007 fino al 31 dicembre Tabella 50 Riepilogo Piano di sorveglianza Anemia infettiva Equina N AZIENDE SOGGETTE AL PIANO N AZIENDE CONTROLLATE N CAMPIONI N ALLEVAMENTI POSITIVI N EQUIDI POSITIVI

38 6.9. PIANO DI SORVEGLIANZA DELLA LEISHMANIOSI La Leishmaniosi è una malattia infettiva provocata da un protozoo, che si trasmette mediante la puntura di insetti ematofagi, i flebotomi comunemente chiamati pappataci. E una zoonosi che nell uomo può essere asintomatica o presentarsi con forme cutanee o viscerali gravi, talvolta mortali. Malattia a diffusione mondiale, in Italia l unico serbatoio domestico della Leishmaniosi Viscerale Zoonotica è rappresentato dal cane infetto da Leishmania infantum. La malattia, umana e canina, è da considerarsi in espansione in quanto l infezione dalle aree tradizionalmente endemiche rappresentate dai versanti tirrenici, ionici ed adriatici dell Italia centromeridionale, si è diffusa sul versante centro-settentrionale adriatico della penisola e in molte aree collinari prealpine e preappenniniche delle del nord Italia. L aumento dell incidenza e diffusione della malattia nell'uomo e nel cane, della mancanza nel cane di una profilassi vaccinale efficace nonché di una terapia risolutiva adeguata, ha determinato l attivazione in ambito regionale nel 2007 di un piano triennale di sorveglianza. Piano di sorveglianza che comporta - oltre all opportuna informazione degli operatori sanitari e sensibilizzazione dei liberi professionisti veterinari a denunciare casi di leishmaniosi canina - un programma di monitoraggio entomologico, per la rilevazione degli insetti vettori e sierologico sui cani detenuti nei canili. Piano di sorveglianza permanente che prevede: Una sorveglianza passiva sui cani detenuti basata sull individuazione clinica della malattia con relativa segnalazione di ogni caso sospetto o confermato. Controllo sierologico dei cani di nuova introduzione Controllo sierologico su animali sentinella sicuramente sieronegativi nel periodo dell anno antecedente la stagione di attività degli insetti vettori (febbraio-maggio) Sorveglianza entomologica: tramite apposite trappole di catture posizionate nel periodo di attività degli insetti vettori (giugno-ottobre) per l identificazione dei flebotomi presenti e la rilevazione negli stessi della Leishmania. Trattamento farmacologico di tutti i cani dichiarati infetti presenti nel canile e applicazioni di misure individuali contro gli insetti vettori. Tabella 51 Riepilogo Piano Leishmaniosi N CANILI SOGGETTI AL PIANO N CANI OSPITATI N CAMPIONI SIEROLOGICI N CANI POSITIVI N CANI SOSPETTI INFETTI ESITI MONITORAGGIO ENTOMOLOGICO * *identificazione si 15 flebotomi Phlebotomus perfiliewi 38

39 Figura 11 Distribuzione dei canili sul territorio regionale e esito dei monitoraggi sierologici e entomologici

40 6.10. PIANO MONITORAGGIO SANITARIO FAUNA SELVATICA Il monitoraggio e controllo degli agenti patogeni diffusi nella fauna selvatica è un attività di rilevante importanza per l impatto che alcune malattie infettive, diffuse anche nelle specie selvatiche, hanno sulla salute umana, sulla salute degli animali allevati e sulla salute delle popolazioni selvatiche stesse. Allo scopo quindi di tutelare la sanità pubblica ed il patrimonio zootecnico regionale, la Regione Emilia- Romagna realizza da tempo un piano di monitoraggio sanitario annuale individuando i pericoli da controllare in base alla situazione epidemiologica ed alle priorità stabilite. Il piano è svolto in accordo tra i Servizi Veterinari delle Aziende USL, gli Uffici faunistici provinciali e la Polizia provinciale, sono contemporanee allo svolgimento della stagione venatoria. Il piano di monitoraggio attuato nel 2009 ha riguardato le seguenti malattie infettive: Trichinellosi Peste Suina Classica Malattia Vescicolare del Suino Malattia di Aujeszky West Nile Disease. Per ciascuna di queste malattie sono stati individuati ed esaminati specifici animali selvatici indicatori. Inoltre il piano ha riguardato anche il monitoraggio sanitario sulle zecche rinvenute sui selvatici TRICHINELLOSI Ai sensi della normativa comunitaria al fine di riconoscere gli allevamenti suini esenti da trichinella, è obbligatorio attuare un piano di sorveglianza della fauna selvatica al fine di valutare il rischio connesso alla coesistenza di fauna selvatica ed aziende candidate alla qualifica di esenti da trichinella. In pratica, per poter dichiarare un allevamento suino domestico esente da trichinella deve essere attivo un programma di monitoraggio della trichinella in animali indicatori. Per la trichinella in Emilia-Romagna sono stati individuati come animali indicatori il cinghiale, la volpe e la cornacchia. Tabella 52 Risultati esami eseguiti per la ricerca di Trichinella in animali selvatici CINGHIALI VOLPI CORVIDI ESAMINATI POSITIVI ESAMINATE POSITIVI ESAMINATI POSITIVI WEST NILE DISEASE Il Piano nazionale di sorveglianza prevede che in determinati siti maggiormente a rischio per l introduzione e la diffusione del virus della West Nile Disease venga effettuata una sorveglianza passiva sui corvidi abbattuti nell ambito dei piani di controllo della popolazione e sugli avicoli trovati morti o deceduta presso i Centri di Recupero degli Animali Selvatici (CRAS). Tabella 53 - Risultati esami eseguiti per la ricerca del virus della West Nile Disease in uccelli selvatici CORNACCHIA GRIGIA GAZZA ALTRI CORVIDI ALTRI AVICOLI ESAMINATI POSITIVI ESAMINATI POSITIVI ESAMINATI POSITIVI ESAMINATI POSITIVI

41 MALATTIE VIRALI DEI SUINI In contemporanea con l esame trichinoscopico è stato ritenuto opportuno eseguire indagini sierologiche a campione sui cinghiali abbattuti. Dai campioni di sangue prelevati sono state effettuate indagini per la ricerca di Virus di malattie per le quali in Italia sono previsti piani nazionali di sorveglianza e controllo. Tabella 54 - risultati degli esami eseguiti per la ricerca di anticorpi per malattie virali dei suini PESTE SUINA CLASSICA MALATTIA VESCICOLARE MALATTIA DI AUJESZKY ESAMINATI 248 POSITIVI ESAMINATE POSITIVI ESAMINATI POSITIVI MONITORAGGIO ZECCHE A integrazione del piano di monitoraggio sanitario si è ritenuto opportuno anche raccogliere le zecche riscontrate sui selvatici abbattuti, raccolte nel 2009 ed esaminate dal Laboratorio Entomologico della Sezione di Reggio Emilia dell IZSLER. Tabella 55 - Campioni di zecche raccolte da selvaggina abbattuta in Emilia-Romagna PROVINCIA BOLOGNA FORLÌ - CESENA MODENA PIACENZA PARMA RAVENNA REGGIO EMILIA RIMINI TOTALE CAPRIOLO CERVO CINGHIALE DAINO LEPRE VOLPE ALTRO TOTALE Rispetto al 2008, si sono rilevate un numero di specie maggiore e nel caso di zecche che hanno un ruolo nella trasmissione di zoonosi, significativa il ritrovamento di Hyalomma marginatum, zecca possibile vettrice di Crimean-Congo Haemorragic Fever, su un cinghiale in provincia di Bologna (Fontanelice) Figura 12 - Distribuzione per specie delle zecche raccolte da selvaggina in Emilia-Romagna. Anno 2009 Nota RER del 31/03/10 41

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