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2 Comune di Seravezza (LU) Piano attuativo (Particolareggiato) del Capoluogo comunale con contestuale Variante (di ri-perimetrazione cartografica) del R.U INDICE 1. QUADRO DI RIFERIMENTO GENERALE Riferimenti normativi e legislativi per la V.A.S Disposizioni e disciplina del P.S. e del R.U. vigenti Riconoscimento del Sito UNESCO e relativo Piano di Gestione QUADRO CONOSCITIVO E VALUTATIVO Risorse potenzialmente interessate in rapporto alla valutazione del R.U Specifici approfondimenti conoscitivi del P.A Elementi di coerenza in rapporto al Piano Paesaggistico regionale (P.P.R.) VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA DEL P.A Obiettivi, potenziali previsioni e conseguenti effetti del P.A Obiettivi e previsioni della contestuale Variante al R.U. vigente Caratteriste del P.A. (azioni) in rapporto ai criteri di legge Caratteristiche degli impatti (potenziali) in rapporto ai criteri di legge CONCLUSIONI Esclusione dalla V.A.S. del P.A. e della variante al R.U Verifica preliminare di conformità del P.A. e della variante al R.U. al P.P.R

3 1. QUADRO DI RIFERIMENTO GENERALE 1.1. Riferimenti normativi e legislativi per la V.A.S. I principali riferimenti legislativi, normativi e regolamentari da prendere in considerazione per la definizione dei contenuti e delle modalità di redazione del presente documento (verifica preliminare e di assoggettabilità alla V.A.S.) sono la Legge Regionale 10/2010 per quanto concerne il procedimento di Valutazione Ambientale e Strategica ed in particolare l articolo 5 (ambito di applicazione), così come risulta da ultimo modificato con la L.R. 6/2012. Tenuto conto che i Piani attuativi non sono obbligatoriamente assoggettati al procedimento di V.A.S. (articolo 5 comma 1), occorre considerare che per il sopracitato articolo, sono soggetti comunque a verifica preliminare di assoggettabilità al procedimento di V.A.S. (articolo 5 comma 3), consistente nella preventiva valutazione, effettuata dall autorità competente della significatività degli effetti ambientali, i piani e programmi (tra cui i Piani attuativi) nei seguenti casi: a) per i piani che determinano l uso di piccole aree a livello locale e le relative modifiche che definiscano o modifichino il quadro di riferimento per la realizzazione dei progetti; b) per le modifiche minori di piani quali il P.S. e il R.U.; c) per i piani diversi da quelli precedenti e per le loro modifiche, che definiscono il quadro di riferimento per l autorizzazione dei progetti. L articolo 5 bis (Strumenti della pianificazione territoriale ed atti di governo del territorio da assoggettare a V.A.S. ) della stessa legge regionale stabilisce altresì che in applicazione del principio di non duplicazione delle valutazioni non sono sottoposti a V.A.S. né a verifica di assoggettabilità i piani attuativi di cui all articolo 65 della L.R. 1/2005, nonché i piani di livello attuativo, comunque denominati, che non comportano varianti ai piani sovraordinati, a condizione che il piano sovraordinato sia stato oggetto di valutazione dei profili ambientali. In considerazione inoltre che il Piano attuativo di che trattasi comporta una variante al R.U. vigente (seppure di minima entità e relativa ad una rettifica di mero errore di tipo cartografico) e il R.U. vigente non è stato oggetto di V.A.S. ma esclusivamente di Valutazione Integrata, risulta evidente che a detto piano è da assoggettarsi a verifica di assoggettabilità alla V.A.S. in applicazione ai riferimenti normativi precedentemente richiamati. In questo caso quindi la preventiva valutazione (di cui all articolo 5 comma 3) è effettuata secondo le modalità di cui al comma 3 dell articolo 6 del D.LGS. 152/2006, tenendo a riferimento il procedimento specificatamente indicato all articolo 22 ed i criteri indicati all allegato I della stessa L.R. 10/2010. Ai fini dell assoggettabilità alla V.A.S. i criteri indicati dalla legge sono: 1. Caratteristiche del piano o programma, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi: - in quale misura il piano o programma stabilisce un quadro di riferimento per progetti ed altre attività, o per quanto riguarda l ubicazione, la natura, le dimensioni e le condizioni operative o attraverso la ripartizione delle risorse; - in quale misura il piano o programma influenza altri piani o programmi, inclusi quelli gerarchicamente ordinati; - la pertinenza del piano o programma per l integrazione delle considerazioni... Pag. 3...

4 ambientali, in particolare al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile; - problemi ambientali relativi al piano o programma; - la rilevanza del piano o programma per l attuazione della normativa comunitaria nel settore dell ambiente (ad es. piani e programmi connessi alla gestione dei rifiuti o alla protezione delle acque); 2. Caratteristiche degli impatti e delle aree che possono essere interessate, tenendo conto in particolare, dei seguenti elementi: - probabilità, durata, frequenza e reversibilità degli impatti; - carattere cumulativo degli impatti; - natura transfrontaliera degli impatti; - rischi per la salute umana o per l ambiente (ad es. in caso di incidenti); - entità ed estensione nello spazio degli impatti (area geografica e popolazione potenzialmente interessate); - valore e vulnerabilità dell area che potrebbe essere interessata a causa: delle speciali caratteristiche naturali o del patrimonio culturale; del superamento dei livelli di qualità ambientale o dei valori limite; dell utilizzo intensivo del suolo; - impatti su aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello nazionale, comunitario o internazionale. Nei successivi capitoli e paragrafi del presente documento, tenendo conto dei riferimenti regolamentari e normativi richiamati, sono dunque riportati i contenuti, le indicazioni conoscitive e propositive, le considerazioni e argomentazioni per la corretta formulazione delle decisioni circa l assoggettabilità (o meno) del Piano attuativo in oggetto ai procedimenti di V.A.S Disposizioni e disciplina del P.S. e del R.U. vigenti Il Regolamento Urbanistico (R.U.) del Comune di Seravezza (approvato e successivamente pubblicato sul BURT n 16 del 21 aprile 2010) individua e disciplina la formazione di diversi Piani attuativi, volti a dare concreta ed operativa esecuzione alle politiche e alle Strategie di Sviluppo Territoriale, nonchè alle disposizioni e alle conseguenti prescrizioni statutarie definiti dal Piano Strutturale (P.S.) comunale. In questo quadro è in particolare individuato, sostanzialmente in congruenza con la perimetrazione dell U.T.O.E. n 1 Seravezza (capoluogo) il Piano Attuativo (Particolareggiato) del Centro Storico del Capoluogo (articolo 24 delle N.T.A.), comprendente l area del centro storico di Seravezza (capoluogo del comune) circoscritta dal fiume Serra e dal fiume Vezza fino ad includere i tessuti urbani limitrofi ai due corsi d acqua caratterizzati da forme urbane dense e compatte del tutto analoghe a quelle di impianto storico. La definizione normativa specifica inoltre che i tessuti urbani trovano negli edifici a carattere monumentale, nei palazzi prospicienti strade e piazze gli elementi qualificanti di un più vasto insediamento definito dal tessuto fitto dell edilizia di base in cui si riscontrano gradi di conservazione fisica e tipologica differenziati... Al fine di dare attuazione operativa agli obiettivi stabiliti dal P.S., il R.U. stabilisce che il P.A. deve essere finalizzato a definire e a disciplinare in dettaglio le regole per la realizzazione degli interventi sul patrimonio edilizio esistente, degli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia, le conseguenti destinazioni d uso e funzioni ammissibili, le modalità di esecuzione delle opere e dei progetti per la riqualificazione degli spazi e delle attrezzature pubbliche.... Pag. 4...

5 I parametri dimensionali ed urbanistici, nonché le altre disposizioni regolamentari, tipologiche, ambientali, necessarie alla formazione del P.A., unitamente alle destinazioni d uso compatibili, sono indicati nella specifica scheda norma di cui all allegato A alle norme del R.U.. Nella stessa scheda norma sono inoltre fissate specifiche prescrizioni finalizzate a regolamentare le possibilità di trasformazioni degli immobili di proprietà e di uso pubblico anche mediante interventi da regolamentare con Piano Complesso di Intervento, di iniziativa pubblica, che potrà essere adottato e approvato anche come stralcio di anticipazione dello stesso Piano Attuativo. In particolare sono principali indicazioni della scheda norma precedentemente richiamata: - Ambito territoriale di riferimento: U.T.O.E. 1 Seravezza (Capoluogo). - Tipo di zona e identificazione: AC centro storico soggetto a Piano Particolareggiato. - Denominazione e localizzazione: Centro Storico del Capoluogo. - Obiettivo e finalità: Il Piano Particolareggiato ha come obiettivo prioritario la tutela, il recupero e la riqualificazione del Centro storico di Seravezza, anche attraverso: la valorizzazione e il restauro del patrimonio storico-culturale, la promozione degli ambiti contermini ai corsi d acqua, il riordino degli spazi pubblici, la riorganizzazione dei percorsi storici e pedonali, della viabilità, il potenziamento del sistema dei parcheggi; il tutto con la finalità di valorizzare il sistema insediativo secondo criteri rispettosi dell identità e delle risorse storico-culturali, fisiche, naturali e antropiche. - Modalità di attuazione: Piano Attuativo art. 65 l.r. 1/05 con i contenuti di cui all art. 67.Interventi ammessi: Fino alla Ristrutturazione Urbanistica di cui all art. 78 l.r. 1/05 - comma 1- lettera f), così come definita all art. 18 del R.U.. - Principali Parametri urbanistici ed edilizi: - Alloggi residenziali consentiti: n 20 da recupero di volumi di altro tipo - Volumetria residenziale massima: mc da recupero - Altra volumetria ammessa: 40 posti letto in mc di Turistico/Ricettivo da recupero; mc di Commerciale/Direzionale da recupero. - Destinazioni d uso ammesse: Pubbliche e di uso pubblico, residenziali, commerciali, ricettive, uffici, terziario, servizi e piccoli laboratori artigianali per lavorazioni di prodotti tipici locali, atelier ed ambienti per l attività artistica, sociale, assistenziale e la promozione culturale ed intellettuale, o per un utilizzo ai fini turistici. - Disposizioni per la redazione delle indagini geotecniche a supporto del P.A. e della progettazione esecutiva: In sede di predisposizione del Piano Attuativo si prescrive di indicare dettagliatamente la pericolosità dell area da un punto di vista sismico, geomorfologico ed idraulico, secondo le indicazioni dell Elaborato 6.2. (delle stesse indagini geologico tecniche). In relazione ad essa dovrà essere determinata la fattibilità degli interventi previsti secondo quanto indicato all articolo 87 del R.U. e dovranno essere osservate le prescrizioni e le limitazioni di cui agli articoli 87 e 88 dello stesso R.U.. La scelta di realizzare il Piano attuativo (particolareggiato) del centro storico di Seravezza si qualifica come passaggio cruciale e nodale tra la disciplina di P.S. e la sua declinazione in forma operativa (rappresentata dalla specifica scheda norma) del R.U., nel quale si individua come tema portante della dimensione strategica e statutaria dello strumento di pianificazione l idea del progetto pubblico, inteso nell accezione più... Pag. 5...

6 estesa del termine, ovvero quale prodotto articolato di previsioni, interventi e azioni volti a dare concretezza esecutiva alle politiche di governo per la valorizzazione e promozione del capoluogo. Occorre inoltre in questo quadro precisare che l intero centro storico è già stato oggetto, in epoca precedente a quella di formazione del P.S. e del R.U., di studi e approfondimenti di natura urbanistica conclusisi con la formazione di un Piano di Recupero (P.d.R.) redatto ai sensi della ex L.R. 59/1980. E per questi motivi che le disposizioni del R.U. stabiliscono tra l altro che in attesa del Piano Attuativo sono fatte salve le previsioni e la disciplina del P.d.R. vigente (redatto nell ambito dei Piani di Recupero dei centri di Antica formazione della montagna) approvato con deliberazione C.C. n 102 del 22/12/2003, pubblicato sul B.U.R.T. n 7 del 18/02/2004, con le modifiche alle N.T.A. e agli altri elaborati grafici e cartografici di progetto introdotti dal R.U. [ ] che mantengono la loro efficacia fino alla definitiva approvazione del piano attuativo. Resta pertanto inteso che le elaborazioni e il sistema delle conoscenze prodotte nell ambito del P.d.R., unitamente a quelle del P.S. e del R.U., sono state il naturale punto di partenza per l avvio dei lavori di redazione del P.A. di che trattasi. Come si evince da quanto sin qui descritto il P.S. prima e il R.U. poi producono un quadro di riferimento normativo ampio e complesso in cui le correlazioni tra lo strumento della pianificazione e l atto di governo del territorio definiscono in termini spaziali l area (oggetto di piano attuativo), gli obiettivi di carattere generale, i carichi ammissibili e i termini della declinazione dei contenuti strategici e statutari in azioni ed interventi, sottoponendo al contempo gli stessi strumenti ed atti (e quindi le relative disposizioni a previsioni) agli specifici processi valutativi (valutazione ambientale e strategica) previsti dalle normative vigenti, fornendo al contempo (sin dal P.S. e con maggiore dettaglio nel R.U) misure e prescrizioni, nonchè strumenti di controllo e verifica degli effetti (schede prescrittive di valutazione integrata descritte ne successivi paragrafi) da considerare al momento della redazione del P.A.. Il Piano corrisponde quindi ad un quadro normativo e valutativo di riferimento pensato secondo un processo di filiera che vede nello strumento attuativo la fase conclusiva e questo non solo nella definizione dei contenuti e degli obiettivi ma anche sotto il profilo dei controlli di coerenza e sostenibilità ambientale, ovvero degli aspetti di verifica degli effetti già considerati in forma sostanziale e generale nel P.S. e nel R.U.. Pertanto il P.A. corrisponde ad uno strumento attuativo (atto di governo del territorio) inserito in un quadro valutativo che per sua natura deve considerarsi coerente con il processo di formazione del complessivo piano comunale (P.S. e R.U.), compatibile con gli effetti (anche di natura cumulativa) eventualmente determinabili con la sua attuazione (anche in ragione degli esiti del processo di valutazione integrata già eseguiti alle diverse scale) e che vede negli articoli 110, 111 e 112 delle N.T.A dello stesso R.U. (meglio descritti nel successivo capitolo 2) i riferimenti di approfondimento degli aspetti valutativi ritenuti (ex ante) eventualmente necessari nella fase finale attuativa ed operativa Riconoscimento del Sito UNESCO e relativo Piano di Gestione Nel corso del 37 Committee World Heritage, svoltosi nel giugno 2013 a Phnom Penh, è stato approvato l'inserimento delle "Ville e giardini medicei in Toscana" (quale sito seriale) nella Lista del Patrimonio Mondiale dell UNESCO. Il Palazzo Mediceo di... Pag. 6...

7 Seravezza e i relativi spazi pertinenziali (compreso le scuderie granducali e gli spazi aperti contermini) sono parte inscritta del Sito, che risulta comunque esterno al perimetro dell area oggetto di P.A., mentre l intero centro storico del Capoluogo (oggetto specifico del P.A.) ricade invece all interno dell area tampone nell ambito della quale si promuovono le specifiche politiche e azioni conseguenti al riconoscimento UNESCO. Nel quadro del rafforzamento della politica di protezione del patrimonio mondiale l UNESCO a partire dal 2002 ha reso infatti obbligatoria per l iscrizione di nuovi siti la predisposizione di appositi Piani di Gestione mirati ad assicurare la conservazione nel tempo dei valori che sono alla base del loro riconoscimento. Conseguentemente il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha formalizzato le Linee Guida per la formazione dei Piani di gestione dei siti italiani; contemporaneamente nel 2006 è stata anche emanata la prima legge nazionale recante Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale posti sotto la tutela dell UNESCO che oltre a definire le finalità, i caratteri e le forme di sostegno propri di questo nuovo strumento, ha anche stabilito i suoi rapporti con gli altri piani, alle varie scale di interesse, regionale e locale, oggi vigenti. Per effetto di tali provvedimenti, tutti i siti candidati all iscrizione, come le Ville e i giardini dei Medici, sono stati chiamati a provvedere agli adempimenti previsti e, quindi a dotarsi di un Piano di Gestione (P.d.G.) rispondente alle disposizioni di legge (n 77/2006) e alle Linee Guida così come alle esigenze proprie dei valori del sito posti alla base della sua candidatura. Il P.d.G. predisposto per questo sito seriale si è mosso con tali intenti, strutturandosi come strumento di indirizzo strategico ed insieme di coordinamento operativo per la conservazione attiva dei valori esistenti, tenendo in specifica considerazione la sua natura distintiva di sito seriale composto da 14 diversi elementi, situati in 10 comuni di 4 diverse province toscane. Il P.d.G., pertanto, non rappresenta solo un apporto integrativo ai dispositivi di protezione in vigore ed alle prescrizioni della pianificazione territoriale ed urbanistica esistente, ma anche il primo documento programmatico del sito che trova un analisi in forma unitaria dei suoi caratteri e dei suoi scenari (parte prima e seconda), nonché una proposta - sempre in forma unitaria - sia dei diversi piani di settore da promuovere al suo interno o/e nei comuni di appartenenza(parte terza), la definizione dei programmi attuativi ed il loro monitoraggio nel tempo. Tenendo a riferimento le analisi svolte, mediante le quali sono state anche identificate le principali esigenze di conservazione attiva nel tempo dei valori distintivi del Sito seriale, il P.d.G. riscontra una articolazione attuativa e propositiva strutturata secondo diversi settori tematici (denominati Piani di settore) a cui corrisponde la definizione di obiettivi strategici e azioni fondamentali da perseguire e realizzare. Ciascuno dei suddetti Piani di settore è composto da apposite tabelle, che riportano gli obiettivi da raggiungere, le azioni da intraprendere, i luoghi interessati (gli elementi del sito o le altre ville medicee e/o gli altri territori dei comuni e delle province di appartenenza ), nonché i principali soggetti (stakeholder) coinvolti. Ognuna di queste tabelle è approfondita nelle Schede di attività che riportano in dettaglio, oltre alla descrizione delle azioni da programmare e dei soggetti coinvolti, le fasi ed i tempi di attuazione, i risultati attesi e d i relativi indicatori. In forma necessariamente sintetica di seguito sono indicate le strategie e gli obiettivi essenziali individuati dal P.d.G..... Pag. 7...

8 Settore A - Piano della Conoscenza Lo scopo principale di questo Piano settoriale è quello di realizzare, accanto all approfondimento e alla sistematizzazione delle conoscenze già esistenti su ciascuna componente del sito seriale proposto, il coordinamento delle ricerche e degli studi relativi al loro insieme e al più vasto complesso delle Ville e dei giardini medicei presenti in Toscana e in altre regioni italiane. Trattandosi di un sito seriale, questo obiettivo di coordinamento appare di particolare importanza e pone l esigenza di promuovere iniziative specificatamente mirate, tra le quali in particolare [si riportano solo quelle aventi attinenza con il P.A. in oggetto]: - l approfondimento della conoscenza della cultura medicea e di quella relativa a ciascuna componente del sito seriale proposto; - l approfondimento delle conoscenze sull organizzazione territoriale in Toscana nel periodo mediceo con particolare riferimento alla rete viaria di collegamento storico delle ville e dei giardini medicei ancora esistente e dello stato attuale di tutela e di conservazione; - la realizzazione di un Osservatorio permanente dedicato alle ville e giardini dei Medici con particolare riferimento alle 14 ville del sito seriale proposto. Settore B - Piano della Tutela e della Conservazione Lo stato di conservazione attuale, i programmi di intervento previsti e le misure di protezione in vigore sono alla base della definizione degli obiettivi e delle azioni di questo Piano di Settore. In particolare esso comprende le iniziative volte a rispondere alle esigenze messe in luce come prioritarie in sede analitica e valutativa e segnatamente [si riportano solo quelle aventi attinenza con il P.A. in oggetto]: - migliorare lo stato di conservazione del sito nel suo complesso dotandolo di un programma organico di restauro e di manutenzione (oggi ancora mancante); - adeguare gli strumenti di pianificazione territoriale e locale in funzione del potenziamento della conservazione non solo del bene ma anche della sua zona buffer e dell intero territorio di riferimento, ed in particolare adeguare gli strumenti provinciali e comunali al P.I.T. in riferimento a quanto da essi previsto per le Ville e giardini medicei. Settore C - Piano di Valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale e socio - economico Le Ville e i giardini medicei risultano essere oggetto in questi ultimi anni di iniziative di recupero e di valorizzazione. Si tratta di iniziative che hanno certamente contribuito a migliorare lo stato dei luoghi ed a consolidarne l identità ma che, condotte singolarmente, non sono riuscite ad innescare processi di valorizzazione del complesso dei loro territori di appartenenza. A questo riguardo è da ricordare come le Ville e i giardini medicei costituiscano un insieme di testimonianze culturali storicamente solidali tra loro, anche se geograficamente diffuse. Ai fini pertanto di una loro significativa valorizzazione appare del tutto essenziale promuovere il più ampio coordinamento e la più stretta interrelazione, non solo fra i singoli elementi interni alla serie proposta ma anche ai più significativi esempi di ville e giardini presenti in altre regioni italiane e/o europee. Accanto, quindi, alle attività già previste per estendere la conoscenza comune (vedi Piano di Settore A ), appare opportuno favorire la diffusione del valore di questi luoghi... Pag. 8...

9 ed accrescere la conoscenza sull influenza delle Ville e di giardini medicei sulla nascita e evoluzione dei principi e delle tecniche rinascimentali nel campo dell architettura e dell arte dei giardini in Italia ed in Europa, nonché del ruolo chiave svolto dalla famiglia dei Medici lungo l intero arco del suo sviluppo. In particolare emergono come prioritari i seguenti obiettivi specifici [si riportano solo quelle aventi attinenza con il P.A. in oggetto]: - il miglioramento del sistema di accessibilità ampliata del bene seriale proposto attraverso strategie di trasporto integrato, mitigando le attuali criticità ed anche attraverso apposite segnaletiche; - la valorizzazione e promozione di un sistema integrato di itinerari tematici, culturali e/o naturalistici, attraverso un piano generale di recupero degli antichi tracciati di collegamento fra il sistema delle ville medicee; - il miglioramento della fruizione turistica del sito attraverso [ ] il potenziamento delle attività ricettive [ ]; - il potenziamento delle iniziative di promozione nel settore delle produzioni tipiche e dell eno-gastronomia. Settore D - Piano di Promozione, Formazione e Comunicazione Il Piano di Settore D Promozione, formazione e comunicazione, si in centra sui seguenti obiettivi [si riportano solo quelle aventi attinenza con il P.A. in oggetto]: - promuovere l immagine e la comunicazione del sito seriale sia al suo interno che al suo esterno, valorizzandone gli aspetti culturali, storici e ambientali naturalistici attraverso la realizzazione di un apposito Marchio [ ]. Settore E - Piano di Monitoraggio Al fine di garantire una costante verifica dell efficacia delle azioni previste dal Piano di Gestione e del suo processo attuativo è necessario disporre di un sistema di controllo e monitoraggio capace di identificare per tempo gli effetti generati sul sito e pertanto di individuare per tempo i correttivi più opportuni da introdurre. Questo Piano di Settore risponde a tali intenti contemplando un sistema di monitoraggio in grado di valutare l effettiva realizzazione degli obiettivi programmati per stati di avanzamento e le conseguenti ri cadute attese sul territorio di ordine culturale, economico e sociale. Le attività di controllo e monitoraggio contemplate sono riconducibili a due principali tipologie tra loro interrelate: - il monitoraggio dello stato del sito sotto il profilo della conoscenza, della tutela e conservazione, della valorizzazione e della promozione; - il monitoraggio, mediante appositi indicatori di risultato, sia in itinere che ex post delle attività di realizzazione delle iniziative oggetto del Piano. 2. QUADRO CONOSCITIVO E VALUTATIVO 2.1. Risorse potenzialmente interessate in rapporto alla valutazione del R.U. Il R.U. in ottemperanza al quadro valutativo allestito ed espletato dal P.S. vigente predispone appropriate schede prescrittive di valutazione (V.A.S. e V.I.) relative alle singole e specifiche previsioni potenzialmente comportanti trasformazioni urbanistiche del territorio. Pertanto nel caso specifico del Piano (P.A.)... Pag. 9...

10 Particolareggiato del capoluogo è presente una specifica scheda valutativa di riferimento per la formazione del P.A., predisposta all interno della valutazione integrata (V.I.) del R.U., nonché un ulteriore matrice valutativa di livello generale riferita all intera U.T.O.E. e rappresentata dalla scheda AC Centro storico di Seravezza. Valutazione degli Effetti Ambientali. Le trasformazioni, ulteriori zone soggette a piano attuativo. La specifica Scheda si articola in diverse sezioni che prendono in considerazione, secondo passaggi consequenziali già stabiliti dal P.S., gli aspetti e i momenti di tipo analitico, quelli di carattere interpretativo e valutativo, quelli progettuali, nonchè quelli infine prescrittivi per l attuazione delle previsioni e l esecuzione degli interventi corredati delle specifiche misure di mitigazione, compensazione e perequazione definite sulla base delle indicazioni e delle direttive contenute nella disciplina del R.U.. In particolare la Scheda risulta articolata e organizzata con le seguenti sezioni tematiche: a) Riferimenti normativi del P.S. e caratteristiche dell intervento. Comprende, in funzione della specifica localizzazione cartografica della previsione urbanistica, la puntuale identificazione degli elementi di interazione e compatibilità con la disciplina del P.S. vigente, nonchè la sintesi dei principali riferimenti dimensionali definiti dalle schede norma del R.U. In particolare sono indicati: - per le previsioni di P.S.: Sistema territoriale e sub-sistema territoriale, U.T.O.E., Sistemi funzionali e sub-sistemi funzionali, Invarianti Strutturali, potenzialmente interessati dalla trasformazione. In questo quadro è indicato, per ogni elemento e contenuto del P.S. individuato, la sintesi dei livelli di coerenza raggiunti e desunti sulla base delle valutazioni strategiche di coerenza effettuate a livello generale. I... Pag

11 livelli di coerenza, individuati con appropriata simbologia, sono indicati secondo la seguente ponderazione scalare: molti soddisfacenti, soddisfacenti, insoddisfacenti; - per le previsioni di R.U.: Tipo di partizione spaziale, superficie territoriale, superficie fondiaria, superficie a standard urbanistici e spazi pubblici da cedere al comune, parametri del dimensionamento. La sezione riporta infine l estratto cartografico del quadro progettuale del R.U. nel quale risulta localizzata la previsione. b)riferimenti valutativi del P.S. (componenti ed elementi territoriali interessati). Comprende tre liste di controllo deducibili dalla disciplina della sostenibilità del P.S., volte ad individuare le componenti e gli elementi territoriali da prendere prioritariamente in considerazione ed eventualmente interessati dalle trasformazioni secondo l articolazione definita dal quadro progettuale e dagli elementi per la valutazione ambientale del P.S.. In particolare le liste di controllo presenti riguardano: - gli elementi e componenti territoriali indicati nella tavola n 1 del Quadro progettuale (tipologie di risorse dei Sistemi e Sub-sistemi territoriali) ritenuti risorse essenziali del territorio di Seravezza (territorio aperto e rurale, insediamenti e permanenze storiche, insediamenti recenti, rete infrastrutturale, strutture geologiche); - gli elementi e componenti territoriali, indicati nella tavola n 2 del Quadro progettuale, da prendere prioritariamente in considerazione, ai fini dell individuazione delle aree e dei beni di rilevanza ambientale e ritenuti elementi territoriali delle Invarianti Strutturali. Essi fanno riferimento a geologia e idrogeologia, territorio aperto, insediamenti e ai beni storico culturali, attrezzature pubbliche, infrastrutture per la mobilità; - gli elementi e le e componenti territoriali costituenti fattori criticità e/o degrado indicati sinteticamente nella tavola n 4 del Quadro progettuale (Elementi per la mitigazione delle criticità territoriali). Essi fanno riferimento a geomorfologia, idrogeologia, aspetti idraulici, territorio aperto, insediamenti. Le liste di controllo precedentemente sintetizzate sono munite di apposite colonne identificative che consentono di segnalare, tenendo e riferimento gli elaborati cartografici richiamati, le componenti, gli elementi e fattori interessati dalla previsione. In questo caso con apposita simbologia è inoltre indicato il livello e il probabile effetto di interferenza e relazione rispetto alla definizione localizzativa della trasformazione secondo le seguenti possibilità: interferenza con livello di attenzione, interferenza senza livello di attenzione. c) Gestione e controllo delle risorse. (fattori ed indicatori ambientali interessati). Comprende una lista di controllo redatta sulla base degli esisti del quadro conoscitivo di dettaglio svolto nell ambito del processo di formazione del R.U. ed in particolare del Rilievo Urbanistico del territorio. In questo quadro secondo l articolazione in risorse definita dalla L.R. 1/2005 sono indicati i fattori e gli indicatori ambientali eventualmente interessati dalla previsione articolati secondo le seguenti tipologie: aria e rumore, acqua, suolo, rifiuti ed energia, flora e fauna, città e sistemi degli insediamenti, sistemi infrastrutturali e tecnologici. Anche in questo caso come nel precedente con apposita simbologia è inoltre indicato il livello e il probabile effetto di interferenza e relazione rispetto alla definizione localizzativa della trasformazione secondo le seguenti possibilità: interferenza con livello di attenzione, interferenza senza livello di attenzione. Al fine di meglio cogliere ed individuare le interferenze sopradescritte la... Pag

12 sezione è inoltre corredata da estratti cartografici e ortofotografici dell area oggetto di potenziale trasformazione con rappresentati e sintetizzati i principali riferimenti desumibili dal quadro conoscitivo di dettaglio del R.U.. d) Sintesi della valutazione. Comprende una descrizione di sintesi (di natura interpretativa e valutativa) degli esiti della valutazione ambientale svolta alle due differenti scale (P.S. e R.U.) e la descrizione degli eventuali effetti potenzialmente indotti dalle trasformazioni eventualmente previste dal R.U. sia di natura strategica che di compatibilità ambientale. Allo stesso tempo sono indicati, anche ai fini di un corretto sviluppo delle progetto esecutivo o del Piano attuativo (il caso oggetto di questo documento) i vincoli sovraordinati (idraulici, idrogeologici, sanitari, paesaggistici, ambientali, tecnologici, ecc.) da tenere in considerazione e riferimento in fase di attuazione del R.U.. Nel caso specifico dell area soggetta a P.A (Particolareggiato). gli esiti del processo valutativo riportano la seguente sintesi (esiti della valutazione di coerenza): e) Conclusioni della valutazione. Comprende la parte di carattere progettuale e normativo del processo di valutazione ambientale e strategica (nonchè integrata) ed indica, sulla base di quanto emerso nelle sezioni precedenti ed in particolare nelle sintesi interpretative e valutative, le regole e prescrizioni da rispettare nell attuazione delle previsioni e nella realizzazione degli interventi urbanistico edilizi. In particolare secondo la metodologia adottata il R.U. può esprimere, ove ritenuto necessario dal processo valutativo svolto,: - approfondimenti di natura conoscitiva e valutativa da effettuare in sede di formazione dei titoli abilitativi convenzionati e/o dei piani attuativi; - misure di mitigazione e compensazione da realizzare une, con particolare attenzione per la qualità e la dislocazione delle dotazioni territoriali e degli spazi pubblici da cedere gratuitamente al comune, nonchè per la tutela e valorizzazione di eventuali risorse territoriali; - misure di perequazione da realizzare, con particolare attenzione per gli interventi e le opere da realizzare e cedere gratuitamente al comune, anche in ambiti esterni a quello oggetto di trasformazione; - indicazioni tipologiche e morfologiche, con particolare riferimento alla qualità e consistenza dei nuovi insediamenti; - fattibilità geologico-tecnica (sintesi delle schede di fattibilità definite nell ambito delle indagini geologico-tecniche). Nello specifico caso dell area soggetta a P.A., il processo valutativo del R.U. si esprime con le seguenti conclusioni, aventi valore prescrittivo: Vista la complessità dell intervento la valutazione del P.A. dovrà valutare attentamente le risorse, i beni, le criticità, evidenziati, tenendo conto di tutte le interferenze e di conseguenza dare misure di mitigazione, compensazione e perequazione. La V.I. dovrà inoltre dare atto del rispetto dei vincoli sovraordinati. In conclusione. L intervento prevede la tutela, il recupero e la riqualificazione del Centro storico di Seravezza, con la finalità di valorizzare il sistema insediativo secondo criteri rispettosi dell identità e delle risorse storico-culturali, fisiche, naturali e antropiche. In questo quadro occorre altresì precisare che la stessa scheda di valutazione, nel considerare le diverse potenziali interferenze, non individua alcuna conseguente misura... Pag

13 (di mitigazione, compensazione e perequazione), nonché alcuna indicazione tipologica e morfologica di tipo prescrittivo per il P.A.. Complessivamente pertanto la valutazione riscontra un sostanziale profilo di compatibilità (ambientale) della previsione di P.A. e un riscontro positivo della natura positiva degli effetti sul sistema delle risorse considerate. Entrando invece nel merito e nei contenuti della scheda di valutazione predisposta per l'u.t.o.e. n. 1 Seravezza (Capoluogo), l attività valutativa del R.U. si concentra sulla considerazione degli effetti cumulativi determinati dalla diverse previsioni di trasformazione urbanistica ricadenti nello stesso capoluogo (partendo dalla verifica del dimensionamento del P.S., del carico massimo ammissibile e delle relative dotazioni territoriali di spazi pubblici, Standard Urbanistici e Infrastrutture di rete) e sul controllo di coerenza e conformità tra obiettivi e strategie del P.S. e disciplina del R.U.. La sintesi delle attività valutative si conclude con la verifica puntuale espressa attraverso i seguenti fattori di cui si elencano i temi e le corrispondenti conclusioni espresse per la specifica U.T.O.E. dal processo valutativo: - La verifica della declinazione operativa delle direttive, indirizzi di carattere strategico e prescrizioni operative. Positivo, Si riscontrano significativi livelli di approfondimento del quadro progettuale relativamente agli obiettivi a), b) e c); corrispondenze e definizioni operative per gli obiettivi e), f) e g), parziali definizioni di scala per gli obiettivi d), g) e h). - La verifica delle modalità di attuazione. Positivo, Premesso che non ci sono interventi di nuovo impianto di tipo C le modalità di attuazione stabilite dal P.S. in termini di superficie a spazi pubblici e di uso pubblico, superficie coperta e superficie fondiaria sono rispettate.... Pag

14 - Il rispetto del dimensionamento complessivo previsto dal P.S.. Positivo, Il dimensionamento complessivo previsto dal P.S. è rispettato sia nel consumo di suolo libero che nel dimensionamento del primo R.U., nonché per l impronta naturale. - Il controllo del conseguimento degli standard Urbanistici. Positivo, Gli standard urbanistici minimi richiesti dal P.S. per l U.T.O.E. sono ampiamente soddisfatti. Circa le prescrizioni di incremento degli spazi dell istruzione è stato valutato quelli esistenti nel P.d.R. A (1200 mq) sono sufficienti al soddisfacimento delle esigenze abitative. Complessivamente, riscontrando l assenza di specifiche misure e prescrizioni individuate nell ambito delle attività di valutazione del R.U., ai fini della considerazione degli effetti di natura cumulativa, entro cui ricadono le stesse previsioni del P.A., si rileva ed accerta un quadro progettuale complessivo per l U.T.O.E. di sostanziale compatibilità (ambientale, in riferimento ai carichi insediativi) e di corretta coerenza e conformità rispetto agli strumenti di pianificazione territoriale sovraordinati 8per primo il P.S. vigente) Specifici approfondimenti conoscitivi del P.A. La definizione dei quadri conoscitivi allestiti per il centro storico del capoluogo di Seravezza vede nei materiali pregressi una base di riferimento su cui sono state sviluppate le attività di analisi ed indagine del Piano Particolareggiato. Infatti i materiali di quadro conoscitivo allestiti dall ufficio al momento del Piano di Recupero (P.d.R.) vigente, della formazione del P.S e del R.U., hanno messo in evidenza la necessità di indagare con attenzione le diverse forme di occupazione e utilizzazione di suolo costruito e di quello aperto, nonché di utilizzazione e articolazione (funzionale, compositiva, strutturale, ecc.) del patrimonio edilizio, connesse con i processi di stratificazione storica dell insediamento, con particolare riferimento all analisi delle tipologie che caratterizzano l edilizia di base e la morfologia dei tessuti urbani. Pertanto il progetto di ricerca, promosso nell ambito del Piano Particolareggiato, ha avuto come obiettivo generale la messa a punto di una metodologia di analisi e la redazione di studi per l interpretazione dell assetto insediativo e del paesaggio urbano, in considerazione che: - gli attuali assetti insediativi (componente pubblica specialistica e quella residenziale edilizia di base) intesi come componenti morfo - tipologiche dell insediamento sono considerati una componente strutturale del centro capoluogo; - l interpretazione e valutazione di tali assetti è essenziale per la formazione del quadro strategico: definizione delle scelte per la sostenibilità e rilancio dell insediamento di lungo periodo; - nella definizione degli assetti strutturali si rende necessaria anche l analisi delle forme del paesaggio urbano, delle componenti qualitative e dei fattori caratterizzanti, intese nella loro attuale conformazione e consistenza. Pertanto la formazione del quadro conoscitivo è stata indirizzata all interpretazione dell assetto insediativo, guidando e rielaborando i dati ed i materiali cartografici disponibili, anche attraverso la realizzazione di un apposito progetto G.I.S., che ha messo in relazione le strutture urbane già in parte indagate, con elementi e contenuti di approfondimento analitico orientati a definire e identificare le specifiche intrinseche caratterizzazioni dell insediamento: localizzazione delle funzioni, articolazione spaziale, consistenza e caratteri tipo - morfologici degli edifici, relazioni e interdipendenze tra... Pag

15 settori urbani e quadri paesistici di contorno. In questo quadro il quadro conoscitivo allestito per il Piano Particolareggiato si articola secondo la predisposizione di materiali grafici e cartografici così articolati: 1. Inquadramento territoriale ed ambientale 2. Riferimenti alla strumentazione urbanistica 3. Atlante storico cartografico parte a) 4. Atlante storico cartografico parte b) 5. Descrizione e caratterizzazione dello stato attuale; 6. Emergenze architettonico monumentali, funzioni pubbliche, spazi di identificazione collettiva e di valore identitario 7. Caratterizzazione paesaggistica e ambientale del capoluogo; 8. Infrastrutture viarie e rete della mobilità 9. Funzioni e destinazioni d uso del piano terreno degli edifici 10. Rilievo e caratterizzazione morfotipologica dei fronti urbani 11. Ricognizione del patrimonio edilizio e analisi morfotipologica degli edifici 12. Tessuti urbani e modalità di aggregazione dei tipi edilizi 13. Abaco degli elementi di arredo e di decoro urbano - Finestre e sistemi di oscuramento - Accessi e porte - Insegne, tende, gazebo - Parapetti, balaustre, cancelli - Pavimentazioni e illuminazione pubblica - Elementi di decoro, componenti architettoniche e arredi - Dettaglio degli arredi (cestini) e alloggiamenti delle utenze - Campanelli e targhe 14. Analisi del patrimonio edilizio: aggiornamento della schedatura degli edifici 15. Analisi della fruizione e percezione degli elementi connotativi del capoluogo - Fiume Versilia (Vezza e Serra) - Complesso Mediceo e i caposaldi dell insediamento L elenco delle indagini precedentemente enunciato, che complessivamente costituiscono il progetto di ricerca sul centro storico, propone un approccio metodologico che ancora il suo percorso al riconoscimento dei tipi edilizi e della formazione dei tessuti urbani, nel tentativo di recuperare quella logica di processo propria del modello insediativo storico, con la finalità di meglio definire le regole di conservazione e di trasformazione, attualizzandone i contenuti. In particolare la metodologia utilizzata nella ricerca è così sintetizzabile: - lettura (intesa anche nel dettaglio del rilievo urbanistico e della schedatura del patrimonio edilizio) dell assetto insediativo, delle forme e delle caratterizzazioni delle strutture urbane; - individuazione delle dinamiche insediative in atto (intesa anche nell individuazione degli elementi di criticità, vulnerabilità e degrado; ma anche di potenzialità, valore ed interesse); - determinazione, catalogazione e descrizione dei modelli tipo morfologici costitutivi e caratterizzanti l insediamento (storico e recente);... Pag

16 - individuazione della consistenza, della distribuzione e della caratterizzazione (fisica, tipologica, funzionale e qualitativa) degli spazi pubblici. L approccio adottato consente di proporre un sistema di dati integrato, più flessibile e sensibile a cogliere le dinamiche e le situazioni che caratterizzano gli assetti urbani, relativamente ai tipi edilizi di base e alle loro modalità di aggregazione, fino alla classificazione dei tessuti urbani. Pertanto l analisi si struttura intorno a dati qualitativi relativi alle tipologie edilizie di base, secondo un indagine dei tipi consolidata e tradizionale, che recupera la strutturazione storica dell insediamento corrispondente al campo di differenziazione tipologica nell organizzazione della residenza, dello spazio pubblico e di uso pubblico, delle funzioni specialistiche, ecc,, elaborati secondo le più innovative opportunità offerte dallo sviluppo dei sistemi informativi geografici. Ciò si completa con l analisi delle forme di degrado fisico e tipologico dell insediamento ancora rapportate ai singoli edifici e al sistema della cortina edilizia, agli elementi e alle componenti dello spazi pubblico e più complessivamente al sistema degli spazi aperti (comprensivi di quelli pertinenziali agli edifici. giardini, cortili, orti, ecc.). La formazione del quadro conoscitivo ha seguito dunque un percorso di indagine che attraverso elementi tecnici è stato orientato a cogliere le testimonianze di un sistema di rapporti sociali ed economici e di tipi di comunità che vanno lentamente scomparendo e si trasformano, le cui persistenze, parziali e residue, sono rintracciabili, in termini disciplinari, sia nelle forme urbane, che nella materialità degli edifici. Sono le tracce profonde e diffuse di un sistema originario che il piano codifica nella parte conoscitiva e reinterpreta in quella progettuale, rimettendole in gioco secondo azioni finalizzate a individuare forme di tutela che recuperino ed attualizzino quanto permane di quel modello storico, assunto come valore e pertanto meritevole di essere pensato come compatibile con gli spazi del vivere e le funzioni contemporanei. Fin dalle fasi ricognitive e nelle prime indagini il tema del recupero del centro storico si rapporta comunque con la vicenda storica dei luoghi e della comunità insediata. I temi che affiorano nelle analisi svolte per la formazione del quadro conoscitivo sono di fatto la conseguenza di vicende storiche antiche e recenti e molto devono anche alle scelte di pianificazione che hanno interessato il territorio comunale. Nello specifico caso di Seravezza, l insediamento deve la sua forma urbana e quindi la sua matrice più profonda alla conformazione del fondovalle dove confluiscono le due aste fluviali del Serra e del Vezza, da cui il toponimo (Seravezza) del capoluogo, così manifestatamente chiaro e inequivocabile da enunciare prima e al di là di ogni analisi il carattere dell insediamento e di evocarne la matrice di impianto. Infatti, anche di fronte alla tragicità degli eventi dell alluvione che nel 1885 costrinse alla deviazione parziale del fiume e quindi alla rimodellazione di una parte significativa della città, questo resta l insediamento dei due fiumi lungo la via dei marmi. Seravezza è dunque centro di confluenza e di attraversamento, di transito e di collegamento mare monti, ma anche presidio come testimonia e documenta il complesso del Mediceo - e punto tappa di scultori e intellettuali che riscoprendo qui il silenzio del fiume all ombra della villa medicea, riconoscevano e identificavano quegli elementi che fanno da caposaldo della storia della città, ma anche ne hanno plasmato la forma, determinato la consistenza, attribuito funzioni e caratterizzato la qualità e il tipo delle testimonianze che qui si sono accumulate. Vale qui la pena di riportare quanto scrive Aldous Huxley: La piccola città di Vezza sorge alla confluenza di due torrenti che dalle Alpi Apuane scendono in due profonde vallate. Turbolenti, come se ricordassero ancora la loro sorgente alpina, i due corsi d acqua riuniti attraversano tutta la città, e il silenzio a Vezza è il sussurrare... Pag

17 continuo di acque correnti. Poi, poco a poco il fiumiciattolo muta carattere; la valle si allarga e, lasciati indietro i monti, le acque, ora placide come un canale olandese, scorrono lentamente attraverso i prati della pianura costiera fino a mescolarsi con quelle del Mediterraneo... (Foglie secche -.Those Barren Leaves , ed. Einaudi, 1957, pag. 9.) Procedendo nel raffronto tra vicende storiche e determinazione delle forme urbane, un altro momento cruciale è quello della seconda guerra mondiale, intesa come fase della ricostruzione post- bellica che in questo caso segna la rottura tra le strutture antiche e moderne, ovvero la rottura di una continuità e una irrimediabile incapacità di integrazione e di raccordo, dove il contrasto tra nuovo e storico non è solo di natura formale (architettonica) ma è dovuto all incapacità di inserirsi in un processo urbano che evolveva in base a regole e modalità consolidate e da un certo momento in poi disconosciute, o non più ritenute funzionali dalla comunità che prima le aveva praticate. L analisi storica ha dunque indotto a procedere secondo una lettura dell organismo urbano che distingua le fasi di crescita e di formazione dell insediamento e al contempo ne comprenda le regole di aggregazione e di sviluppo degli edifici e dei tessuti urbani. La formazione del quadro conoscitivo, finalizzato alla formulazione del quadro interpretativo e progettuale del piano particolareggiato, ha anche approfondito in particolare i contatti funzionali e formali tra componenti urbane tipi edilizi da una parte e tipo e consistenza dello spazio pubblico. La somma delle sintesi parziali (definite nella fase finale di indagine e ricerca) conduce ad una lettura finale che costituisce l interpretazione (visione) di sintesi che guarda più direttamente al progetto di piano in quanto si selezionano gli elementi e le componenti urbane intorno ai quali esprimere azioni e misure di attenzione, tutela e conservazione, ovvero di trasformazione (nella direzione del ripristino, ricucitura, rigenerazione, integrazione, ecc.). Individuare i diversi caratteri delle parti di cui si compone l insediamento creando ancoraggi metodologici di vario profilo (dinamiche fruitive, aspetti paesistico percettivi; connotazione dei luoghi; analisi funzionale; analisi tipologica), permetterà nell ambito del quadro progettuale di delineare e argomentare differenti opzioni normative per una centro storico che nel suo complesso è considerato di valore, ma non è tutto uguale e si diversifica sia per i suoi differenti rapporti con le diverse parti omogenee di città e con l intorno paesaggistico ambientale di riferimento, sia per gli assetti funzionali e per il diverso grado di conservazione degli edifici, nonché per la differente distribuzione dello spazio pubblico. Il progetto di paesaggio diverrà lo strumento base per avviare un opportuno processo di chiarimento, mediazione e ricomposizione dei conflitti e delle tensioni e per rilanciare le potenzialità ravvisate nelle fasi analitiche e rimettere in gioco le regole che negli attuali strumenti urbanistici hanno mostrato difficoltà applicative e di efficacia operativa Elementi di coerenza in rapporto al Piano Paesaggistico regionale (P.P.R.) Con deliberazione di C.C. n. 58 del 2 luglio 2014 la Regione Toscana ha adottato la Variante di implemetazione ed integrazione del Piano di Indirizzo Territoriale (P.I.T.) vigente, con valenza di Piano Paesaggistico regionale (P.P.R.), non separando la questione e le tematiche paesistiche da quella strategiche e dunque il tema del paesaggio dal piano territoriale regionale. Poiché la variante al P.I.T. adottata nel 2009 non ha soddifatto le richieste della conferenza di copianificazione Stato Regione per poter... Pag

18 essere approvata, nel 2011 è stata avviata la redazione del nuovo P.P.R. ad integrazione del P.I.T., conservando l idea di tenere unite la dimensione territoriale (strategica e strutturale indicata dalla legge) e quella paesaggistica (indicata dal Codice pefr i Beni Culturali e il Paesaggio). Per la struttura stessa attribiita dalla legge regionale al P.I.T., ed in particolare la sua articolazione in Statuto del Territorio e Strategia dello Sviluppo, i contenuti del P.P.R. confluiscono prevalentemente nella parte a contenuto Statutario dello stesso P.I.T.. Nello specifico gli elaborati dello strumento di pianificazione così variato consistono di: - Disciplina di piano e relativi allegati ed appendici; - Carta topografica di base (in scala 1:50.000) e relativa descrizione testuale, estesa a tutto il territorio regionale e considerata uno degli elaborati di livello regionale; - Carte dei caratteri del paesaggio (in scala 1:50.000) e relativa descrizione testuale, estesa a tutto il territorio regionale e considerata uno degli elaborati di livello regionale; - Abachi (descrittivi) delle invarianti strutturali regionali; - Carta dei sistemi morfogenetici - Invariante I (in scala 1: e 1: ); - Carta della rete ecologica Invariante II (in scala 1: e 1: ); - Carta del sistema insediativo storico e contemporaneo; Carta dei morfotipi insediativi; Carta delle figure componenti i morfotipi insediativi III (tutte in scala 1: ) e relative all invariante III ( Il carattere policentrico e reticolare dei sistemi insediativi, infrastrutturali e urbani ). Ancora in relazione all invariante di cui sopra si ha la Carta del territorio urbanizzato (in scala 1:50.000); - Carta dei morfotipi rurali Invariante IV, (in scala 1: e 1: ); - I paesaggi storici della Toscana (cartografia ricognitiva in scala 1: ); - Iconografia della Toscana: viaggio per immagini; - Visibilità e caratteri percettivi. L insieme della cartografia elencata (che correda anche le schede dei 20 Ambiti di paesaggio in cui risulta articolato il territorio Toscano) si correla direttamente la disciplina e le disposizioni relative alle invarianti strutturali, definiti per ogni morfotipo (ed ulteriormente dettagliate nelle stesse schede degli ambiti di paesaggio): comprendente: - definizione e obiettivi generali (in relazione agli Abachi delle Invarianti Strutturali); - obiettivi specifici e disposizioni normative (riferiti agli Elaborati cartografici); - obiettivi di qualità e direttive correlate (riferiti alle singole schede d ambito). Per quanto riguarda invece la disciplina dei beni paesaggistici, allegato specifico alla disciplina generale del piano, oltre gli obiettivi e le direttive (definite nello stesso apposito allegato normativo), si hanno: a) per Beni ex art. 136 del Codice, le specifiche prescrizioni d uso come formulate nelle relative Schede e comprensive delle cartografie recanti l individuazione, delimitazione e rappresentazione degli immobili e delle aree dichiarate di notevole interesse pubblico (vincolo diretto); - Sezione 1 Identificazione del vincolo - Sezione 2 Analitico descrittiva del vincolo - Sezione 3 Cartografia identificativa del vincolo scala 1: Sezione 4 Disciplina articolata in Indirizzi, direttive e prescrizioni d uso b) per i Beni ex art. 142 del Codice, le specifiche prescrizioni d uso comprensive delle cartografie recanti l individuazione, delimitazione e rappresentazione delle aree... Pag

19 tutelate per legge (vincolo indiretto - ex Galasso, riferite alle cartografie ricognitive in scala 1:10.000): - Definizioni (riferite allo specifico elaborato denominato Ricognizione, delimitazione, rappresentazione a scala idonea ) - Disposizioni generali - Obiettivi (da perseguire negli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica) - Direttive (da recepire negli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica) - Prescrizioni (da rispettare negli interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia) Nel solo caso delle aree tutelate per legge appartenenti alla tipologia dei territori costieri si hanno ulteriori disposizioni di dettaglio (obiettivi e prescrizioni) contenute nelle apposite Schede dei sistemi costieri. c) la disciplina degli ulteriori contesti ai sensi dell articolo 143 (siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale universale dell Unesco) Ai fini del presente Piano Attuativo e della relativa Variante di R.U. (esclusivamente di riconfigurazione del perimetro cartografico) di specifico interesse risultano le determinazioni normative di efficacia del piano regionale e le norme transitorie e di salvaguardia, in particolare: a) Per quanto riguarda l efficacia del Piano rispetto agli altri piani (articolo 21), il P.P.R. dispone che alla data di pubblicazione sul BURT della delibera di approvazione, la disciplina relativa allo Statuto del territorio integra: - lo statuto dei P.T.C. delle province senza necessità di variante e prevale su eventuali disposizioni difformi; - lo statuto dei P.S. dei comuni senza necessità di variante e prevale su eventuali disposizioni difformi. Per questa disposizione quindi, stante la perentorietà del dispositivo normativo, mutuato dal Codice, non si ravvisano necessità, prima dell adeguamento generale del P.S. vigente, di specifiche operazioni di controllo e verifica, essendo (ex lege) il piano regionale integrativo dalla pianificazione territoriale locale. b) Per quanto riguarda invece la specifica disciplina dei beni paesaggistici, il P.P.R. dispone che alla data di pubblicazione sul BURT della delibera di approvazione, le prescrizioni contenute nella disciplina relativa ai beni paesaggistici prevalgono su eventuali disposizioni difformi contenute in: - Piani Regolatori Generali e Regolamenti Urbanistici; - Piani complessi di intervento e Piani attuativi non ancora convenzionati; - Atti di pianificazione degli enti gestori delle Aree naturali protette; - Piani e programmi di settore qualificabili come atti di governo del territorio. Anche in questo secondo caso quindi non si ravvisa la necessità di specifici strumenti ed operazioni di controllo e verifica essendo (ex lege) il piano regionale prevalente sulla pianificazione territoriale locale. c) Per quanto riguarda infine le misure di salvaguardia (articolo 38), il P.P.R. dispone che: - dall adozione del Piano e fino alla sua approvazione [ ] i R.U. e loro varianti, [...] ove approvati prima dell approvazione del Piano, non possono contenere previsioni in contrasto con gli obiettivi di qualità delle schede di ambito nonché, per le previsioni che comportano impegno di suolo non edificato, con le specifiche disposizioni correlate ai suddetti obiettivi di qualità, fermo restando il rispetto delle prescrizioni della disciplina dei beni paesaggistici del Piano... Pag

20 - gli atti di governo del territorio diversi da quelli precedenti sono adottati e approvati nel rispetto delle prescrizioni del Piano; - piani attuativi non ancora approvati [ ] che interessano beni paesaggistici, i comuni trasmettono i relativi atti alla Regione che entro sessanta giorni dal loro ricevimento indice apposite Conferenze di servizi con la partecipazione di tutti gli altri enti territoriali interessati, nonché dei competenti uffici del Ministero, allo scopo di verificare il rispetto delle prescrizioni della specifica disciplina dei beni paesaggistici anche al fine di semplificare il successivo procedimento autorizzativo. In considerazione del fatto che il Piano Attuativo e la relativa variante non risultano interessati da vincoli paesaggistici (diretti e/o indiretti), occorre in questo specifico caso fare diretto riferimento alle sole indicazioni contenute nella Scheda d ambito di paesaggio entro cui lo spesso P.A. ricade. Nello specifico la scheda di paesaggio relativa all ambito di paesaggio n 2 Versilia e costa apuana, mette a sistema elementi descrittivi e di sintesi (interpretativa) da un lato ed elementi progettuali dall altro (invarianti strutturali), concludendosi nella sezione Disciplina d uso in cui si pongono in relazione obiettivi di qualità e direttive. In particolare in relazione alla proposta di variazione normativa al R.U., tra tutti gli obiettivi espressi nella scheda, si rileva un potenziale livello di interrelazione con i seguenti obiettivi e le specifiche direttive correlate che evidentemente possono (per loro natura) essere semplicemente controllate e verificate con specifiche indicazioni e prescrizioni normative e, soprattutto, in sede attuativa e di formazione dei titoli abilitativi. N. Obiettivo Direttive correlate 2 Salvaguardare il paesaggio della montagna, contrastare i processi di abbandono delle valli interne e recuperare il patrimonio contrastare i processi di spopolamento dell ambiente montano e alto collinare delle valli interne con particolare riferimento alle valli del Vezza e del Rio Lombricese (M.te Matanna, M.te Prana) attraverso: insediativo e agrosilvopastorale della il recupero dei centri montani e collinari a fini abitativi e di ospitalità montagna e della collina diffusa; l aumento dell offerta di servizi alle persone e alle aziende agricole; il miglioramento dell accessibilità delle zone rurali anche rispetto ai servizi di trasporto pubblico; la riattivazione di economie agrosilvopastorali, la creazione di presidi agro-zootecnici e la promozione dei prodotti derivati; la promozione dell offerta turistica e agrituristica legata alla conoscenza 3 Recuperare e valorizzare le relazioni territoriali storiche fra montagna, collina, pianura e fascia costiera del paesaggio e dell ambiente collinare montano ricostituire la continuità ambientale e fruitiva del sistema idrografico che si riversa dalle Apuane al mare, quale struttura ambientale integrata ai collegamenti trasversali mare-montagna, attraverso: la riqualificazione e messa a sistema di percorsi e spazi aperti residuali anche con la creazione di parchi fluviali multifunzionali in particolare in corrispondenza del fiume Versilia, del torrente Beccatoio, del fiume Lucese di Camaiore; il miglioramento della qualità delle acque e delle prestazioni ecosistemiche complessive diversificare e destagionalizzare l offerta e i flussi turistici anche mediante l integrazione del turismo balneare con gli altri segmenti turistici - storico-culturale, naturalistico, agrituristico, rurale, museale - e con i circuiti locali delle produzioni agricole e artigianali di qualità. Per quanto riguarda invece la disciplina degli ulteriori contesti (articolo 17) occorre precisare che il Piano individua quali ulteriori contesti, ai sensi dell articolo 143, c.1, lettera e) del Codice, i Siti inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale Universale (WHL) dell'unesco. In questo quadro, fermo restando che le disposizioni relative a questa particolare fattispecie di beni paesaggistici, avranno efficacia dall approvazione... Pag

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