ASPETTI ECONOMICI DELLA PERIFERIA NAPOLETANA di Claudio Quintano *

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1 ASPETTI ECONOMICI DELLA PERIFERIA NAPOLETANA di Claudio Quintano * Introduzione La città di Napoli è, dopo Roma e Milano, la terza città italiana per numero di abitanti e la città più importante del Mezzogiorno. Di fatti, pur presentando una superficie tra le più piccole delle grandi città italiane, con ettari, fa registrare una densità abitativa più che doppia rispetto a quella dell intero Paese. Se è vero che tutte le grandi città del mondo presentano profonde contraddizioni e sono animate da diverse identità culturali, sociali, economiche, ecc., ciò vale per la città di Napoli in maniera particolare, per la coesistenza, nello stesso territorio, di contesti profondamente diversi, ma anche per la circostanza che i diversi ambiti che compongono il territorio, sia se si fa riferimento ai quartieri che alle municipalità, evidenziano diverse connotazioni, presentano ciascuno delle specificità proprie, tanto da essere spesso considerati delle città nelle città (Centro Studi Interistituzionale per l integrazione Socio-Sanitaria, 2007). Tale constatazione trova, in parte, risposta nella storia della città, che ha visto accrescere il proprio territorio cittadino, fino quasi a raddoppiare, in tempi relativamente recenti. Risale, infatti, solo agli anni 1925 e 1926 l inclusione, nel territorio cittadino, degli allora comuni, oggi quartieri periferici, di S. Pietro a Patierno (23), Barra (19), Ponticelli (18), S. Giovanni a Teduccio (20), Secondigliano (22), Chiaiano (25), Pianura (28) e Soccavo (27). Ciò spiega perché le periferie napoletane siano così diversificate, non solo morfologicamente, ma anche culturalmente e storicamente. La crescente attenzione che in questi ultimi anni si sta rivolgendo ai territori periferici deriva proprio dalle caratteristiche peculiari di tali periferie: se nel centro città determinati problemi sono avvertiti in modo dirompente, essi assumono connotazioni ancora più devastanti nelle periferie, flagellate sempre più dalle guerre di camorra, sommerse dai rifiuti, ecc. A tali fenomeni, riportati tutti i giorni nelle notizie di cronaca nera, occorre affiancare la considerazione che è proprio nelle periferie che si registrano i tassi di crescita della popolazione napoletana più elevati, che sono proprio queste periferie ad ospitare spesso le giovani coppie che a fatica riescono a dar vita ad una nuova famiglia, per cui lavorare per la riqualificazione delle periferie significa oggi lavorare * Dipartimento di Statistica e Matematica per la ricerca economica, Università degli Studi di Napoli Parthenope. Convegno Internazionale Periferie d Europa a confronto, organizzato dal Comitato per la qualità del vivere, insieme con l Università degli Studi di Napoli Parthenope, con l Università degli Studi di Napoli Federico II, con le Università spagnole, francesi,con il patrocinio della Regione Campania, della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea e l adesione del Segretariato Generale della Presidenza della Repubblica, nei giorni 30 novembre -1 dicembre 2007 presso l Università degli Studi di Napoli Parthenope via Acton e di Villa Doria d Angri. Devo alla dott.ssa Antonella Rocca l organizzazione non semplice del materiale di base e delle elaborazioni. È evidenziato in corsivo il quartiere di Secondigliano (22) mentre sono indicati in grassetto i rimanenti quartieri e l insieme delle municipalità periferiche. 1

2 per i giovani. È infatti dalle periferie che arriverà sempre più la richiesta di istruzione, formazione professionale, lavoro, abitazioni, modernità e uguaglianza (Caputi, 2002). Nel presente lavoro si esamineranno, in particolare, gli aspetti economici e sociali più significativi che caratterizzano le periferie da una parte, ed il centro, e specificamente i quartieri borghesi dall altra, in quanto presupposto indispensabile di qualsiasi processo di programmazione e di valutazione delle politiche sociali territoriali è la conoscenza del territorio e della popolazione che lo abita. È infatti solo dall analisi territoriale delle problematiche che è possibile far emergere le aree di priorità, pianificare i progetti di recupero più adeguati per le periferie, realizzare piani integrati di sviluppo socio-economico che coinvolgano l hinterland e migliorare i servizi per accrescere la vivibilità ambientale (Pannone, 2006). L importanza della riqualificazione urbana delle periferie Nell ambito dello sviluppo urbanistico delle città, nei decenni passati, era possibile individuare delle regolarità e caratteristiche grosso modo comuni a tutte le città: con il crescere del fenomeno dell industrializzazione, infatti, si formarono i quartieri industriali alle periferie delle città e con essi quelli residenziali degli operai. Il successivo processo di terziarizzazione di gran parte delle economie locali, invece, ha portato negli anni successivi ad una ridefinizione delle zone centrali per l accoglimento di funzioni nuove e di rappresentanza delle istituzioni. Attualmente, esauriti questi meccanismi, si assiste ad un processo di trasformazione delle città che si caratterizza per una crescita disordinata e priva di chiavi di lettura evidenti (Ministero dei Lavori Pubblici e Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, 2000). Un po tutte le metropoli europee costituiscono infatti scenari molto contrastanti, in cui le punte più eccelse dell innovazione e della creatività convivono, paradossalmente, con i più gravi problemi d esclusione sociale e di degrado ambientale e sociale (Mura, 2007). Nel caso particolare della città di Napoli, ove neanche il centro di città si è sviluppato sulla base di un adeguato Piano regolatore, l esigenza della riqualificazione delle periferie dovrebbe includere lo sviluppo dell economia locale, il miglioramento della vivibilità ambientale, il rafforzamento dei servizi sociali, in quanto nelle aree a rischio, in cui praticamente rientrano tutte e non solo quelle periferiche, si assiste ad una situazione urbana sempre più difficile, in cui la mancanza di prospettive professionali ed economiche ed i fenomeni migratori incontrollati favoriscono uno scadimento progressivo delle condizioni di vita, innescando una spirale perversa in cui le condizioni di degrado si accentuano sempre più. Non stupisce, pertanto, la totale disaffezione verso i luoghi di origine che caratterizza sempre più le giovani generazioni che vivono soprattutto, ma non solo, in periferia. Come, infatti, acutamente posto in evidenza dalla prof.ssa Arcidiacono, da tempo studiosa del fenomeno, si tratta di una realtà preoccupante in quanto Un territorio ritenuto poco attraente induce i suoi abitanti a non investire in esso, producendo un depauperamento delle risorse e delle opportunità (Cagnazzi, 2007). 2

3 Il contesto demografico I dati sulla distribuzione della popolazione residente nella città di Napoli (Tab.1) nei diversi quartieri evidenziano caratteristiche estremamente diversificate nei contesti territoriali in esame. Eterogeneità che non si riduce neanche quando si considera la distribuzione della popolazione nei quartieri all interno di alcune Municipalità. Naturalmente, queste informazioni devono essere lette considerando pure quelle sulla superficie territoriale, anch esse estremamente diversificate, con oscillazioni che vanno ad esempio dagli 11,45 kmq della superficie del quartiere Pianura (28) agli appena 0,39 kmq del più centrale ed abitato quartiere Mercato (4), e sintetizzati opportunamente nell indice della densità abitativa (Fig.1). Quest ultimo evidenzia una forte concentrazione della popolazione in corrispondenza dei quartieri centrali, nell ordine S. Lorenzo (12), Montecalvario (7), Avvocata (6), Pendino (5) e Mercato (4). In particolare, nel primo la densità abitativa risulta addirittura più di 14 volte superiore rispetto a quella registrata nel quartiere periferico di Chiaiano (25) e della Zona industriale (15). Anche in questo caso, i dati non si presentano omogenei neanche all interno delle varie municipalità. In linea del tutto generale, è possibile notare che i quartieri periferici si caratterizzano per una superficie maggiore e per una densità abitativa inferiore, sebbene da un analisi prospettica si evidenzi come, negli ultimi anni, si sia registrato un costante calo della popolazione nelle municipalità centrali ed una crescita costante dei residenti nei quartieri periferici. I dati più recenti, che emergono dalle anagrafi e che si riferiscono agli anni successivi a quello censuario del 2001, pongono in evidenza un costante calo della popolazione in tutte le municipalità, ad eccezione della n.ii, definita Centro, in cui l aumento della popolazione è da attribuirsi probabilmente alla componente migratoria. 3

4 Tab Superficie in kmq, popolazione residente e densità abitativa per ciascun quartiere e municipalità della città di Napoli al Censimento della popolazione Municipalità Quartiere Superficie (Kmq) Residenti Densità Abitativa NORD EST (VII) SECONDIGLIANO 2, MIANO 1, SAN PIETRO A PATIERNO 5, NORD EST 10, NORD (VIII) NORD OVEST (IX) EST (VI) OVEST (X) CENTRO (II) CENTRO EST (IV) CENTRO NORD (III) CENTRO OVEST (I) COLLINA (V) CHIAIANO 9, PISCINOLA 3, SCAMPIA 4, NORD 17, PIANURA 11, SOCCAVO 5, NORD OVEST 16, BARRA 7, PONTICELLI 9, SAN GIOVANNI A TEDUCCIO 2, EST 19, BAGNOLI 7, FUORIGROTTA 6, OVEST 14, AVVOCATA 1, MERCATO 0, MONTECALVARIO 0, PENDINO 0, PORTO 1, SAN GIUSEPPE 0, CENTRO 4, POGGIOREALE 4, SAN LORENZO 1, VICARIA 0, ZONA INDUSTRIALE 2, CENTRO EST 9, SAN CARLO ALL'ARENA 7, STELLA 1, CENTRO NORD 9, CHIAIA 2, POSILLIPO 5, SAN FERDINANDO 0, CENTRO OVEST 8, ARENELLA 5, VOMERO 2, COLLINA 7, NAPOLI Fonte: ISTAT (2001a). NAPOLI 117,

5 (*) In questa tavola è evidenziato in corsivo il quartiere di Secondigliano (22) mentre sono indicati in grassetto sia i rimanenti quartieri periferici sia l insieme delle municipalità periferiche. Comune di Napoli: Quartieri e Municipalità Legenda: Municipalità Centro-Ovest (I) Centro (II) Centro-Nord (III) Centro-Est (IV) Collina (V) Est (VI) Nord-Est (VII) Nord (VIII) Chiaia (1), Posillipo (2) San Ferdinando (3) Mercato (4), Pendino (5), Avvocata (6), Montecalvario (7), Porto (8) San Giuseppe (9) San Carlo all Arena (10) Stella (11) San Lorenzo (12), Vicaria (13), Poggioreale (14) Zona Industriale (15) Vomero (16) Arenella (17) Ponticelli (18), Barra (19) San Giovanni a Teduccio (20) Miano (21), Secondigliano (22) S. Pietro a Patierno (23) Piscinola (24), Chiaiano (25) Scampia (26) Quartieri 5

6 Soccavo (27) Nord-Ovest (IX) Pianura (28) Bagnoli (29) Ovest (X) Fuorigrotta (30) 6

7 L analisi della struttura per età della popolazione evidenzia, complessivamente, una consistente presenza di giovani nella città; le persone con meno di 15 anni rappresentano, infatti, il 17,1% di tutti i residenti, contro un dato nazionale del 14,2% ed una minore presenza di anziani. Se questi dati caratterizzano complessivamente tutti i quartieri della città, a causa, soprattutto, dei tassi di fertilità che, in città, si sono mantenuti superiori alla media fino a pochi anni fa, è nei quartieri periferici che si riscontra la più alta presenza di giovani: nelle Municipalità periferiche Est, Nord-Est e Nord (n. VI, VII e VIII) essi superano infatti il 20,54% dell intera popolazione mentre nelle Municipalità che racchiudono i quartieri bene della città, ovvero Centro-Ovest e Collina (n. I e n. V), essi costituiscono, rispettivamente, solo il 14,44% ed il 12,70% dell intera popolazione. I dati più recenti sulle dinamiche demografiche mostrano inoltre come i quartieri periferici siano destinati anche nel futuro ad ospitare proporzioni di giovani sempre maggiori, dato che in essi sono presenti oggi i tassi di fecondità più elevati e la più alta percentuale di donne in età fertile. Una componente demografica molto importante anche nella città di Napoli è costituita dagli stranieri immigrati, i quali tendono a stabilirsi nei quartieri centrali della città. I saldi migratori più elevati si riscontrano infatti nella Municipalità Centro (n.ii), con il maggior numero di immigrati per ogni mille abitanti, seguita a ruota da Centro Ovest (n.i). All estremo opposto della graduatoria si posizionano invece tutte le Municipalità periferiche ad eccezione della Nord-Est (n. VII), in cui la presenza degli stranieri immigrati si attesta sostanzialmente sul valore medio cittadino. Per contro, è nelle periferie, in particolar modo dalle Municipalità n. VII e n. VIII, zona Nord e Nord-Est della città, che si registrano i tassi di emigratorietà più elevati. Il contesto sociale: la condizione abitativa La città di Napoli, è noto, detiene numerosi primati negativi in relazione non solo alla qualità della vita, ma anche alle condizioni socio-abitative dei residenti. Le caratteristiche dell abitazione principale costituiscono un indicatore molto importante del benessere di una popolazione e la città partenopea spicca anche a livello nazionale come città in cui il numero delle case di proprietà presenta l incidenza più bassa mentre quello delle case in affitto la più alta in assoluto. Il numero medio di occupanti per stanza e per abitazione raggiunge inoltre a Napoli i valori più elevati. Se questa è una condizione che caratterizza grosso modo l intera città, quando l analisi scende a livello di dettaglio di quartiere (Tab.2), essa assume connotazioni piuttosto diverse, tanto da far emergere quasi due città diverse: da una parte, infatti, vi è la periferia nord e orientale e parte del centro storico (Municipalità n. VII, VIII, IV, VI e II, rispettivamente Nord-Est, Nord, Centro-Est, Est e Centro), in cui si manifestano le condizioni più disagiate, con la percentuale di case occupate in affitto massima mentre è minima quella delle case di proprietà (Fig.2) e in cui il numero medio di occupanti per stanza e per abitazione sono pure i più elevati. All estremo opposto, si posizionano i quartieri che costituiscono l altra parte del centro cittadino e l area occidentale della città (Municipalità V, I, X, IX e III, 7

8 rispettivamente Collina, Centro-Ovest, Ovest, Nord-Ovest e Centro-Nord), che evidenziano condizioni di minore disagio. Fig Densità abitativa (abitanti /kmq) dei quartieri della città di Napoli, al Censimento della popolazione 2001 (*). Fonte: ISTAT (2001a). (*) In questo grafico si è scelto di evidenziare, cerchiandolo in rosso, il quartiere di Secondigliano (22) mentre sono stati sottolineati in blu i rimanenti quartieri periferici. 8

9 Tab. 2. Distribuzione delle abitazioni occupate dalle persone residenti in base al titolo di godimento delle stesse (di proprietà e in affitto) ed al numero medio di componenti per stanza, al Censimento della popolazione 2001 (*). Municipalità Quartiere % case di proprietà % case in affitto n. medio componenti per stanza NORD EST(VII) SECONDIGLIANO 37,13% 58,24% 0,95 MIANO 29,33% 67,25% 0,95 SAN PIETRO A PATIERNO 33,63% 61,02% 1,02 NORD EST 34,20% 61,38% 0,96 NORD(VIII) NORD OVEST(IX) EST(VI) OVEST(X) CENTRO(II) CENTRO EST(IV) CENTRO NORD(III) CENTRO OVEST(I) COLLINA(V) CHIAIANO 50,06% 41,09% 0,86 PISCINOLA 31,24% 63,42% 0,91 SCAMPIA 28,92% 66,16% 0,85 NORD 35,70% 58,13% 0,87 PIANURA 57,47% 35,65% 0,96 SOCCAVO 49,63% 44,51% 0,82 NORD OVEST 53,78% 39,82% 0,89 BARRA 42,60% 51,54% 0,94 PONTICELLI 37,13% 57,38% 0,93 SAN GIOVANNI A TEDUCCIO 35,07% 61,48% 0,97 EST 38,47% 56,37% 0,94 BAGNOLI 56,21% 38,30% 0,81 FUORIGROTTA 61,73% 33,17% 0,75 OVEST 60,42% 34,37% 0,76 AVVOCATA 56,31% 37,84% 0,75 MERCATO 41,42% 54,89% 0,99 MONTECALVARIO 50,62% 45,06% 0,86 PENDINO 39,37% 56,18% 0,89 PORTO 42,91% 51,63% 0,72 SAN GIUSEPPE 51,09% 40,32% 0,62 CENTRO 49,51% 45,31% 0,80 POGGIOREALE 31,18% 64,80% 0,89 SAN LORENZO 36,10% 59,70% 0,87 VICARIA 49,72% 45,96% 0,79 ZONA INDUSTRIALE 49,49% 46,76% 0,86 CENTRO EST 37,97% 57,88% 0,86 SAN CARLO ALL'ARENA 54,44% 40,26% 0,78 STELLA 44,80% 51,28% 0,88 CENTRO NORD 51,56% 43,56% 0,81 CHIAIA 60,32% 29,44% 0,56 POSILLIPO 63,21% 26,74% 0,56 SAN FERDINANDO 49,71% 43,00% 0,73 CENTRO OVEST 58,86% 31,57% 0,59 ARENELLA 69,09% 24,41% 0,62 VOMERO 67,03% 25,07% 0,58 COLLINA 68,25% 24,68% 0,60 NAPOLI NAPOLI 50,06% 44,09% 0,79 Fonte: ISTAT (2001a). (*) In questa tavola è evidenziato in corsivo il quartiere di Secondigliano (22) mentre sono indicati in grassetto sia i rimanenti quartieri periferici sia l insieme delle municipalità periferiche. 9

10 Fig. 2. Percentuali delle abitazioni occupate dalle persone residenti in proprietà e in affitto nei vari quartieri napoletani, al Censimento della popolazione 2001 (*). Fonte: ISTAT (2001a). (*) In questo grafico si è scelto di evidenziare, cerchiandolo in rosso, il quartiere di Secondigliano (22) mentre sono stati sottolineati in blu i rimanenti quartieri periferici. Il grado di istruzione degli abitanti partenopei Investire in cultura è da sempre considerato lo strumento più efficace per poter fissare le basi per una società migliore. Il fattore formazione/istruzione diventa essenziale in particolare in un contesto, quale è quello di gran parte del territorio cittadino partenopeo, caratterizzato da grande degrado ed emarginazione e da tassi di disoccupazione altissimi. Gli ultimi 50 anni hanno fatto registrare in tutto il territorio nazionale un aumento notevole dei tassi di alfabetizzazione ed un accrescimento del livello di istruzione. Tale tendenza si è manifestata in tutta evidenza anche nel territorio partenopeo, in cui gli analfabeti sono scesi dal 15,2% all 1,7% della popolazione in età scolare mentre coloro che posseggono un titolo universitario sono passati dal 2,4% al Censimento del 1951 al 10,8% del Censimento 2001 e parallelamente sono scomparse anche le differenze di genere nei traguardi scolastici conseguiti. Un dato che però emerge in tutta la sua drammaticità, e che richiede senz altro oggi interventi mirati, riguarda la persistenza e, anzi, spesso, l aumento dei divari territoriali nel campo educativo-formativo, tanto che risulta comune l affermazione in base alla quale in questo aspetto Napoli è formata da più città, 10

11 ciascuna con un profilo formativo profondamente diverso da quello delle altre (Tab.3). In particolare, ai quartieri collinari della città (Municipalità Centro-Ovest e Collina, n.i e V), che presentano un incidenza dei laureati pari a 1 su 4 abitanti, si contrappone una buona parte del centro cittadino, caratterizzato dalle Municipalità Centro, Centro-Nord e Centro-Est (n.ii, III e IV), in cui il livello di laureati risulta molto basso. Ma la situazione risulta particolarmente drammatica nelle periferie, in cui il tasso del laureati è notevolmente più basso e raggiunge il livello minimo nella periferia Nord ed Est (VIII e VI), con solo il 3%. Tab. 3. Popolazione residente nel Comune di Napoli di 6 anni e più per livello di istruzione, al Censimento della popolazione Valori percentuali (*). Municipalità Quartiere % Laureati % diplomati NORD EST (VII) % licenziati alla scuola media % lincenziati alla scuola elementare % alfabeti senza titolo di studio % analfabeti SECONDIGLIANO 3,73% 16,71% 34,07% 30,77% 11,99% 2,73% MIANO 2,41% 12,28% 38,52% 31,06% 13,07% 2,66% SAN PIETRO A PATIERNO 2,45% 13,19% 32,89% 33,76% 14,60% 3,12% NORD (VIII) NORD OVEST (IX) EST (VI) OVEST (X) CENTRO (II) CENTRO EST (IV) CENTRO NORD (III) CENTRO OVEST (I) COLLINA (V) CHIAIANO 7,01% 26,13% 32,24% 24,09% 9,42% 1,12% PISCINOLA 3,38% 16,75% 34,47% 31,25% 11,79% 2,34% SCAMPIA 3,30% 14,09% 34,63% 31,25% 13,19% 3,53% PIANURA 3,93% 23,18% 35,07% 26,39% 10,19% 1,24% SOCCAVO 6,08% 23,99% 30,40% 27,95% 9,79% 1,79% BARRA 3,27% 16,68% 34,31% 30,28% 12,75% 2,71% PONTICELLI 4,17% 18,26% 33,55% 28,65% 12,54% 2,83% SAN GIOVANNI A TEDUCCIO 3,07% 15,61% 32,88% 32,40% 12,91% 3,13% BAGNOLI 7,45% 27,32% 30,20% 24,53% 9,20% 1,31% FUORIGROTTA 10,64% 30,77% 27,46% 22,31% 7,69% 1,14% AVVOCATA 13,90% 27,50% 27,42% 21,78% 8,24% 1,16% MERCATO 6,06% 17,55% 31,08% 31,27% 12,05% 2,00% MONTECALVARIO 13,30% 21,98% 29,16% 24,77% 9,29% 1,50% PENDINO 7,26% 17,11% 29,72% 30,00% 13,24% 2,67% PORTO 15,73% 24,74% 26,96% 23,24% 7,69% 1,63% SAN GIUSEPPE 24,08% 29,85% 23,11% 15,84% 6,24% 0,88% POGGIOREALE 5,45% 22,17% 31,43% 29,06% 10,38% 1,51% SAN LORENZO 7,86% 19,60% 31,64% 28,44% 10,41% 2,04% VICARIA 7,31% 26,99% 29,81% 25,30% 9,19% 1,40% ZONA INDUSTRIALE 4,67% 21,69% 33,43% 27,97% 10,58% 1,66% SAN CARLO ALL'ARENA 11,24% 28,39% 27,78% 22,76% 8,41% 1,41% STELLA 8,09% 20,51% 31,78% 27,97% 9,82% 1,83% CHIAIA 29,65% 30,74% 19,39% 12,95% 6,56% 0,70% POSILLIPO 31,46% 32,80% 17,31% 11,42% 6,37% 0,64% SAN FERDINANDO 16,42% 22,45% 27,04% 22,41% 9,72% 1,95% ARENELLA 21,96% 38,27% 21,08% 12,73% 5,54% 0,43% VOMERO 28,84% 36,23% 18,19% 10,82% 5,49% 0,43% 11

12 Fonte: ISTAT (2001a). (*) In questa tavola è evidenziato in corsivo il quartiere di Secondigliano (22) mentre sono indicati in grassetto sia i rimanenti quartieri periferici sia l insieme delle municipalità periferiche. Se l incidenza dei laureati sulla popolazione costituisce un segnale importante della qualità del capitale umano cittadino, occorre tener presente che, ai fini della considerazione delle emergenze sociali e quindi degli indicatori di degrado della città, molto più interessanti risultano i dati sull incidenza, nei diversi quartieri, della popolazione priva di titolo di studio (Fig.3). I dati più allarmanti riguardano i quartieri di Scampia (26), San Giovanni a Teduccio (20) e San Pietro a Patierno (23) in cui l incidenza di coloro che non sanno né leggere né scrivere raggiunge livelli significativi in tutte le classi di età considerate e nei quali il divario di genere tra coloro che non sono in possesso di alcun titolo di studio si accresce notevolmente a discapito delle donne, nel cui collettivo, infatti, coloro che sono senza titolo di studio superano in taluni casi anche il 20%. Accanto al fenomeno dell evasione e/o del ritardo scolastico, ne va considerato un altro, ancora più diffuso, che è quello della discontinuità della frequenza che, se da un lato sfugge all intervento dei servizi sociali e del Tribunale dei Minori, non sfugge, tuttavia, al grave insuccesso formativo, facendo crescere enormemente il tasso di dispersione scolastica nell area considerata (Filioli e De Angelis, 2005). I dati dell Osservatorio sulle Risorse per lo Sviluppo evidenziano un profilo di giovani residenti nei quartieri periferici delle città che crescono senza grandi prospettive, esclusi dalla vita associativa e partecipativa del quartiere, emarginati dalle associazioni e dai circoli che, a loro volta, essendo sorti nelle zone più malfamate del quartiere, sono isolati ed evitati perché pericolosi. 12

13 Fig. 3. Percentuale della popolazione residente nei vari quartieri del Comune di Napoli di 6 anni laureata e analfabeta, al Censimento della popolazione 2001 (*). Fonte: ISTAT (2001a). (*) In questo grafico si è scelto di evidenziare, cerchiandolo in rosso, il quartiere di Secondigliano (22) mentre sono stati sottolineati in blu i rimanenti quartieri periferici. La condizione occupazionale degli abitanti di Napoli L emergenza occupazionale, si sa, costituisce uno dei principali problemi della città partenopea, nonché una delle cause fondamentali del radicamento sul territorio della micro-criminalità e della criminalità organizzata. Se questo è un dato a tutti noto, più interessante risulta soffermarsi sulle specificità che il fenomeno (Tab. 4), sebbene sempre estremamente allarmante, presenta nei diversi contesti territoriali e sul tipo di relazione esistente tra lo stesso ed il genere, il livello di istruzione ed altre caratteristiche personali. Il tasso medio di attività dei cittadini partenopei si attesta intorno al 42,67%. Le fasce d età a maggior contributo si collocano tra i 30 ed i 49 anni, attestandosi al 64% nella fascia anni (Centro Studi Interistituzionale per l integrazione Socio-Sanitaria, 2007). Considerando tale tasso in un analisi di genere, si evidenzia un contributo differenziato, pari al 56,7% per i maschi ed al 30,2% per le femmine. I dati sulla disoccupazione mostrano la convivenza, sul territorio cittadino, di situazioni molto diverse. È nelle periferie che il fenomeno si presenta più grave: oltre il 51% del totale dei disoccupati risiede nelle Municipalità periferiche Est, Nord-Est, Nord e Nord-Ovest (n.vi, VII, VIII e IX), con tassi di disoccupazione che superano il 50%, in particolare, nei quartieri di Miano (21) e Scampia (26) e addirittura il 65% quando si considera il solo collettivo femminile. 13

14 Estremamente diversificata risulta però la gravità del problema disoccupazione in relazione al grado di istruzione: a fronte di un tasso di disoccupazione medio cittadino del 43,2% di coloro che posseggono la sola licenza media, si riscontra una flessione dello stesso al 6,1% per i laureati. Massimo il peso dei disoccupati senza titolo di studio, che sfiora il 6% del totale degli stessi, nei quartieri di Scampia (26) e S. Pietro a Patierno (23). Le statistiche sui livelli di disoccupazione vanno analizzate considerando le caratteristiche del tessuto economico partenopeo, fortemente dominato da imprese di dimensioni piccole e piccolissime, nelle quali il rapporto tra lavoratori regolari ed irregolari è spesso di uno a uno. Si tratta di imprese che, talvolta, operano addirittura nascoste, per evitare ingerenze da parte del fisco e della criminalità, che producono redditi, occasioni di lavoro, anche se irregolare, e rappresentano una risorsa da valorizzare per lo sviluppo cittadino (Comune di Napoli, 2002). Da tali evidenze, emerse da uno studio sperimentale condotto attraverso un indagine sul campo, che ha analizzato a tappeto un certo numero di strade dell intero territorio partenopeo, selezionate a campione, si evince come le statistiche ufficiali, quindi, non possano cogliere che solo una parte dei fenomeni socio-economici che animano la città. 14

15 Tab. 4. Popolazione residente nel Comune di Napoli, maschile e femminile, da 15 anni in poi, per condizione professionale, al Censimento della popolazione Valori percentuali (*). Municipalità NORD EST (VII) Quartiere Femmine Maschi Totale Tasso di Tasso di Tasso di Tasso di Tasso di attività disoccupaz. attività disoccupaz. attività Tasso di disoccupaz. SECONDIGLIANO 27,30 58,40 58,10 38,80 42,10 45,40 MIANO 28,90 69,90 60,30 49,60 44,10 56,50 SAN PIETRO A PATIERNO 27,20 65,40 58,50 38,20 42,40 47,20 NORD EST 27,70 63,20 58,90 41,90 42,70 49,10 NORD (VIII) NORD OVEST (IX) EST (VI) OVEST (X) CENTRO (II) CENTRO EST (IV) CHIAIANO 34,00 39,70 59,40 24,20 46,20 30,20 PISCINOLA 24,60 50,30 51,20 30,50 37,50 37,10 SCAMPIA 29,20 66,30 55,60 45,00 42,40 52,30 NORD 29,00 54,10 55,20 35,40 41,90 42,00 PIANURA 31,30 53,80 63,00 32,40 46,90 39,70 SOCCAVO 29,80 44,60 56,60 30,00 42,60 35,30 NORD OVEST 30,60 49,60 60,10 31,40 44,90 37,70 BARRA 23,30 56,10 55,70 32,00 38,80 39,50 PONTICELLI 25,00 53,60 53,20 31,80 38,70 39,10 SAN GIOVANNI A TEDUCCIO 22,40 56,80 53,00 35,70 36,60 42,60 EST 23,90 55,10 53,90 32,70 38,30 40,00 BAGNOLI 28,50 34,80 54,50 23,70 40,80 27,80 FUORIGROTTA 31,80 32,00 57,00 21,50 43,40 25,70 OVEST 31,00 32,60 56,40 22,10 42,80 26,10 AVVOCATA 33,00 31,60 56,60 22,50 43,80 26,20 MERCATO 22,70 49,70 51,90 32,30 36,50 38,00 MONTECALVARIO 27,20 37,10 50,10 25,90 38,10 30,10 PENDINO 28,50 50,20 55,80 34,80 41,40 40,40 PORTO 30,30 26,90 55,10 24,10 41,50 25,20 SAN GIUSEPPE 37,70 26,80 59,40 19,00 47,90 22,30 CENTRO 29,90 36,50 54,50 26,30 41,40 30,20 POGGIOREALE 26,90 41,90 55,40 29,60 40,70 33,80 SAN LORENZO 28,30 44,80 54,70 31,10 40,60 36,20 VICARIA 28,00 38,30 57,00 25,00 41,40 29,80 ZONA INDUSTRIALE 26,40 42,80 56,30 28,20 40,70 33,10 CENTRO EST 27,80 42,90 55,40 29,50 40,80 34,30 CENTRO NORD (III) CENTRO OVEST (I) SAN CARLO ALL'ARENA 30,20 32,00 56,00 22,90 42,30 26,40 STELLA 30,10 45,20 57,50 32,30 43,00 37,10 CENTRO NORD 30,20 35,80 56,50 25,70 42,50 29,60 CHIAIA 35,40 19,10 60,30 13,60 46,70 15,80 POSILLIPO 34,60 14,30 58,40 10,50 45,70 12,10 SAN FERDINANDO 32,40 33,50 58,70 22,50 44,80 26,70 CENTRO OVEST 34,50 20,70 59,40 14,70 46,00 17,10 COLLINA (V) ARENELLA 35,90 19,30 56,70 14,30 45,30 16,50 VOMERO 36,00 16,70 57,50 11,80 45,70 13,90 COLLINA 36,00 18,30 57,00 13,30 45,40 15,50 NAPOLI NAPOLI 30,20 38,60 56,70 27,10 42,70 31,40 Fonte: ISTAT (2001a). (*) In questa tavola è evidenziato in corsivo il quartiere di Secondigliano (22) mentre sono indicati in grassetto sia i rimanenti quartieri sia l insieme delle municipalità periferiche. 15

16 Fig. 4. Tassi di attività e tassi di disoccupazione della popolazione residente nei quartieri del Comune di Napoli, da 15 anni in poi, al Censimento della popolazione 2001 (*). Fonte: ISTAT (2001a). (*) In questo grafico si è scelto di evidenziare, cerchiandolo in rosso, il quartiere di Secondigliano (22) mentre sono stati sottolineati in blu sia i rimanenti quartieri periferici sia l insieme delle municipalità periferiche. I divari di genere nella condizione occupazione degli abitanti partenopei La Tab. 3 consente di operare altre considerazioni in merito alle differenti caratteristiche che il fenomeno della disoccupazione assume tra i due generi. Infatti, un analisi che si ritiene particolarmente interessante, in quanto connessa ai diversi modi di essere napoletani, ovvero per scorgere le diverse culture e modi di vivere che animano questa città così controversa, è quella che parte dai tassi di attività femminile. Ricordando, infatti, che il tasso di attività esprime il rapporto tra la popolazione di 15 anni e più appartenente alle forze lavoro ed il totale della popolazione della medesima classe di età, e che le forze lavoro comprendono le persone occupate e quelle in cerca di occupazione, il tasso di attività esprime dunque la quota di persone in attività lavorativa che si propongono sul mercato del lavoro. Pertanto, un elevato tasso di attività femminile esprime una forte propensione, da parte delle donne, di uscire fuori dalle mura domestiche e di fornire un contributo attivo e diretto all economia nazionale. Si ricorda, infatti, che la promozione della partecipazione attiva della donna al mercato del lavoro è tra gli obiettivi prioritari dell Unione Europea, in base ai quali, come sancito a Lisbona, nel 2005 il tasso di 16

17 occupazione femminile sarebbe dovuto attestarsi al 57% e raggiungere il 60% entro il Se l Italia presenta, rispetto agli altri Paesi europei, uno dei gap più elevati rispetto a tale obiettivo (Anonimo 2004; Del Boca e Pasqua, 2002), la situazione in alcuni territori, come quello partenopeo, risulta ancora più disastrosa. A Napoli, infatti, in base ai dati del Censimento 2001, il tasso di occupazione complessivo è pari solo al 29,3% e, in particolare risulta del 41,3% per gli uomini e solo del 18,5% per le donne (Centro Studi Interistituzionale per l Integrazione Socio-Sanitaria, 2007). Nei quartieri periferici di Barra (19), Pianura (28), Miano (21), San Pietro a Paterno (23), Secondigliano (22) e San Giovanni a Teduccio (20) il gap tra i tassi di attività maschile e femminile supera il 30%, con un differenziale medio comunale comunque molto elevato, pari al 26,5%. Oltre ad una tale differente propensione da parte dei napoletani e delle napoletane a proporsi sul mercato del lavoro, si assiste anche a differenziali nei tassi di disoccupazione molto elevati, ma il fenomeno presenta in questo caso una maggiore variabilità rispetto al territorio. A fronte di un differenziale medio nei tassi di disoccupazione, ovviamente a favore degli uomini, dell 11,5%, esso assume i suoi valori più bassi nei quartieri Porto (8), Posillipo (2), Vomero (16), Arenella (17) e Chiaia (1). Valori molto più elevati, oltre il 20%, si rilevano invece nelle circoscrizioni San Pietro a Patierno (23), Barra (19), Ponticelli (18) e Pianura (28). Una quota estremamente bassa di napoletane, dunque, si propone sul mercato del lavoro e, tra queste, solamente poche riescono a trovare un lavoro. A tali evidenze empiriche occorre aggiungere una serie di considerazioni che rendono il fenomeno ancora più grave. Se è vero che a Napoli, come in altri luoghi, vige spesso la pratica di intestare un attività alla moglie, solo per ottenerne vantaggi fiscali o per continuare a svolgere con tranquillità anche un secondo lavoro, per cui anche molte delle donne che ufficialmente sono inserite nel mondo del lavoro in realtà non lo sono, dall altra parte l economia napoletana risulta dominata da una miriade di piccole e piccolissime imprese, nelle quali trovano lavoro soprattutto le donne, ma a nero, senza diritti, senza alcun inquadramento professionale e pronte ad essere mandate via in qualsiasi momento, specie quando decidono di avere un figlio. Ancora una volta, quindi, al di là di ciò che le statistiche ufficiali sono in grado di mettere in evidenza, è possibile affermare che esistono varie tipologie di donne: quelle che volontariamente scelgono di non lavorare per dedicarsi alla famiglia, quelle che, scoraggiate da un mercato del lavoro chiuso e clientelare, rinunciano anche a cercare lavoro, venendo pertanto classificate tra la popolazione inattiva, pur desiderando lavorare. Tra le lavoratrici, poi, occorre distinguere tra quelle che godono di un regolare contratto di lavoro da quelle che svolgono la loro attività a nero, dove la flessibilità viene intesa solo come possibilità, da parte del datore di lavoro, di disporne a proprio piacimento. Innegabile, quanto evidente, la diversa casistica dei fenomeni di cui sopra nei vari quartieri cittadini e come tale realtà sia strettamente dipendente dal potenziale di capitale umano di cui si dispone, ovvero dal titolo di studio. 17

18 La caratterizzazione economica dei quartieri di Napoli I trenta quartieri che compongono la città di Napoli risultano estremamente diversi anche da un punto di vista economico (Tab. 5). In linea del tutto generale, è possibile affermare che la maggiore presenza di imprese si presenta nel quartiere di Chiaia (1), in cui si concentra oltre il 10% di tutte le unità locali della città. Le imprese di dimensioni maggiori, però, sembrano collocarsi soprattutto nel quartiere più periferico di Poggioreale (14). Per poter cogliere in modo più preciso la vocazione economica dei vari quartieri, è utile rapportare il numero delle imprese presenti in ciascun quartiere alla superficie dello stesso. I dati evidenziano una forte concentrazione delle imprese sul territorio soprattutto nei quartieri centrali, ed in particolar modo in quello di San Giuseppe (9), Pendino (5), San Ferdinando (3), S. Lorenzo (12) e Chiaia (1). La concentrazione delle imprese pubbliche presenta caratteristiche simili, con i valori più elevati in corrispondenza dei quartieri di San Giuseppe (9) e San Ferdinando (3). Poiché una buona parte delle Istituzioni pubbliche è costituita da imprese che svolgono servizi per i cittadini (scuole, ospedali, ASL, ecc.), è risultato interessante rapportare il numero delle istituzioni pubbliche anche a quello della popolazione residente in ogni quartiere. I risultati evidenziano valori molto meno variabili del numero delle istituzioni pubbliche, con l eccezione, ancora, dei quartieri Porto e San Giuseppe (4), in cui tale incidenza è altissima rispetto a quella degli altri quartieri. Questi quartieri, tra loro confinanti, sono quelli in cui sono ubicate le sedi storiche degli uffici comunali, provinciali, regionali, ecc. Non sembra spiccare, invece, il quartiere di Poggioreale (14), nonostante la forte concentrazione di imprese sia pubbliche che private del Centro Direzionale, probabilmente per la coesistenza, nello stesso quartiere, del Cimitero più grande della città e del carcere maggiore, che, assieme, occupano una grande quota del territorio del quartiere. 18

19 Tab. 5. Distribuzione delle imprese private e delle istituzioni pubbliche (unità locali) in base alla loro ubicazione nei differenti quartieri del Comune di Napoli (dati al Censimento dell industria e dei servizi 2001) e rapporto tra il numero dello stesse e la superficie territoriale (in kmq) di ciascun quartiere (*). Municipalità Quartiere n. imprese private imprese su superficie kmq n. istituzioni (pubbl./pop. res.)100 NORD EST (VII) SECONDIGLIANO ,06 MIANO ,06 SAN PIETRO A PATIERNO ,09 NORD EST ,07 NORD (VIII) NORD OVEST (IX) EST (VI) OVEST (X) CENTRO (II) CENTRO EST (IV) CHIAIANO ,2 PISCINOLA ,06 SCAMPIA ,08 NORD ,1 PIANURA ,04 SOCCAVO ,08 NORD OVEST ,06 BARRA ,1 PONTICELLI ,08 SAN GIOVANNI A TEDUCCIO ,15 EST ,1 BAGNOLI ,13 FUORIGROTTA ,12 OVEST ,12 AVVOCATA ,09 MERCATO ,07 MONTECALVARIO ,09 PENDINO ,19 PORTO ,12 SAN GIUSEPPE ,06 CENTRO ,22 POGGIOREALE ,32 SAN LORENZO ,14 VICARIA ,19 ZONA INDUSTRIALE ,25 CENTRO EST ,2 CENTRO NORD (III) CENTRO OVEST (I) SAN CARLO ALL'ARENA ,13 STELLA ,05 CENTRO NORD ,1 CHIAIA ,14 POSILLIPO ,07 SAN FERDINANDO ,3 CENTRO OVEST ,16 COLLINA (V) ARENELLA ,08 VOMERO ,09 COLLINA ,08 NAPOLI NAPOLI ,12 Fonte: ISTAT (2001b). (*) In questa tavola è evidenziato in corsivo il quartiere di Secondigliano (22) mentre sono indicati in grassetto sia i rimanenti quartieri periferici sia l insieme delle municipalità periferiche. La localizzazione delle imprese, unità locali ed addetti Il Comune di Napoli è caratterizzato da un tessuto imprenditoriale diffuso, completo, giovane e vivace, in continua evoluzione strutturale ed organizzativa (Filioli e De Angelis, 2004). La densità imprenditoriale (ovvero il rapporto tra il numero totale delle imprese registrate sulla popolazione residente) risulta del tutto in 19

20 linea con i valori nazionali. Inoltre, il sistema imprenditoriale napoletano si caratterizza per una percentuale di imprese nuove molto elevata e per una forte presenza di imprenditori molto giovani. Tale dato, se da una parte può risultare positivo, in quanto indicatore di vitalità e spiccata iniziativa giovanile, dall altro pone in evidenza l esistenza di un tessuto socio-economico molto fragile, caratterizzato da fenomeni di mortalità aziendale molto sostenuti (Quintano e Romano, 1997). L intera area comunale è infatti interessata da un degrado socio-economico diffuso, anche se di diversificata intensità, evidenziando un forte ritardo nel processo di sviluppo del tessuto economico con ripercussioni evidenti sulla struttura sociale. Esaminare come si distribuiscono sul territorio le imprese, le unità locali e gli addetti consente di caratterizzare da un punto di vista economico ciascun quartiere, specie quando tale analisi viene compiuta a livello di settore di attività economica. In linea del tutto generale, è possibile affermare che l economia napoletana presenta una vocazione spiccatamente rivolta al terziario. Esattamente tre lavoratori napoletani su quattro svolgono il loro lavoro in tale settore di attività economica, solo il 22,65% nell industria e una quota di poco inferiore al 2,5% nell agricoltura. È nelle periferie che risiede la quota maggiore di lavoratori del settore primario, che in ogni caso non supera il 4,23% registrato nella Municipalità Est (n.vi). La maggiore incidenza dei lavoratori nel settore industriale, intorno al 30%, si riscontra invece nelle Municipalità periferiche Est, Nord-Est e Nord (n.vi, VII e VIII), non distanti dallo storico quartiere più centrale Zona industriale (15), che, allo stato, appare come un immensa area in gran parte abbandonata e dominata da grandi edifici dismessi, che un tempo ospitavano numerosi stabilimenti. Altissima, invece, la percentuale di lavoratori che vivono nel centro cittadino dediti al settore terziario, che nella Municipalità Centro-Ovest (n. I) supera addirittura l 80%. Scendendo un po più nel dettaglio, mentre per il settore primario è da rilevare soltanto la presenza di alcune aziende di medie dimensioni nel campo della Pesca, soprattutto nei quartieri di Chiaia (1), S. Giuseppe (9) e Mercato (4), riguardo alle attività manifatturiere, esse fanno registrare una massiccia presenza un po in tutti i quartieri, con punte massime di oltre 400 unità a Chiaia (1) e S. Carlo all Arena (10). Le imprese manifatturiere di maggiore dimensione sono ubicate, nell ordine, a S. Pietro a Patierno (23) a Barra (19) e nella Zona industriale (15). Arenella (17), S. Lorenzo (12) e Soccavo (27) sono invece, nell ordine, i quartieri in cui il numero medio di addetti per unità è il più basso, con valori che si attestano appena intorno ai due addetti. Inoltre, mentre Chiaia (1), Arenella (17) e Fuorigrotta (30) spiccano per il maggior numero di imprese del settore delle Costruzioni, ancora Chiaia (1), ma stavolta affiancata dai quartieri di San Ferdinando (3) e San Lorenzo (12) emergono per presentare il maggior numero di strutture ricettive, ovvero Alberghi e ristoranti. Il settore in cui il numero delle imprese totali cittadine è massimo, con quasi imprese, che pertanto rappresenta la vera vocazione cittadina, è quello del Commercio. Si tratta in tutti i casi di aziende di piccolissime dimensioni, che raggiungono la maggiore presenza nei quartieri Arenella (17), Chiaia (1), Vomero (16) e Fuorigrotta (30). Altri dati importanti da segnalare riguardano la forte presenza di imprese di Trasporto, magazzinaggio e comunicazioni soprattutto nel quartiere 20

21 Porto (8) mentre Chiaia (1), Vomero (16) e Arenella (17) emergono anche per il maggior numero di aziende nei settori di Intermediazione monetaria e finanziaria e delle Attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca. In estrema sintesi, il quadro che emerge dalle specializzazioni economiche dei vari quartieri pone in evidenza una spiccata vitalità imprenditoriale nel settore terziario nei quartieri di Chiaia (1), Vomero (16), Arenella (17) e Fuorigrotta (30), una evidente concentrazione di quelle di trasporto nel quartiere Porto (8) mentre le periferie emergono essenzialmente con riferimento alle imprese manifatturiere. La seguente Tab. 6 riporta l indice medio di numerosità delle attività economiche, che rappresenta una sintesi del peso, in termini di importanza, che ciascun quartiere detiene in relazione ai diversi settori di attività economica. Analizzando i valori dei corrispondenti ranking, è possibile evincere quanto detto sopra, in particolare la forte incidenza del quartiere Chiaia (1) un po in tutti i settori, ad indicare, probabilmente, che in tale quartiere vi è la tendenza a concentrare le sedi di rappresentanza e di pregio delle aziende di ogni tipo. Accanto alla generalizzata scarsa presenza di imprese nelle periferie, si affianca anche una parte del centro cittadino altrettanto povero; ci si riferisce, in particolare, ai quartieri Mercato (4), Montecalvario (7) e Stella (11), in cui la carenza di servizi è piuttosto evidente. 21

22 Tab. 6. Caratterizzazione di ciascun quartiere partenopeo in base al peso assunto, nello stesso, dalle imprese private in relazione al numero delle unità locali, al numero degli addetti in esse occupati e al rapporto tra addetti e unità. Il ranking crescente si riferisce a ciascuno degli indici collocati a sinistra. Gli indici sono calcolati come rapporto contenente a numeratore la differenza tra il valore assunto dal fenomeno economico nel quartiere ed il valore minimo del tasso assunto nel collettivo dei quartieri e a denominatore la differenza tra i valori massimo e minimo. Gli indici riportati in tabella costituiscono la media aritmetica ponderata degli indici calcolati in base al numero, rispettivamente, di unità locali, di addetti e del rapporto addetti su unità calcolati su tutte le attività economiche e ponderati, rispettivamente, con il numero delle unità locali per la specifica attività economica in questione nel primo caso e con il numero degli addetti nella specifica attività economica nei rimanenti due casi. Dati al Censimento dell industria e dei servizi 2001 (*). Fonte: ISTAT (2001b). (*) In questa tavola è evidenziato in corsivo il quartiere di Secondigliano (22) mentre sono indicati in grassetto sia i rimanenti quartieri periferici sia l insieme delle municipalità periferiche. 22

23 La Fig. 5 pone in evidenza i valori delle graduatorie assunti dagli indici medi della numerosità delle unità locali di imprese private, della dimensione delle unità locali in termini di addetti e del grado di importanza secondo una misura che tiene conto allo stesso tempo del numero delle unità locali e del numero di addetti in esse impiegati. I quartieri sono ordinati rispetto a tale ultima grandezza. Si evidenziano, in particolare, i quartieri Zona Industriale (15) e Poggioreale (14) per la presenza di imprese dalle dimensioni mediamente maggiori mentre all estremo opposto si posizionano Avvocata (6), Posillipo (2), Chiaiano (25) e Piscinola (24) che presentano un numero ridotto di imprese, di dimensioni altrettanto contenute. Un discorso a parte, infine, merita il quartiere Chiaia (1), che presenta in assoluto il peso maggiore in termini di numero di unità locali ivi ubicate ed anche un peso molto forte per la dimensione aziendale, per cui una misura di sintesi che tiene conto di entrambi gli aspetti, ovvero che divide il numero di imprese per il numero di addetti, per quantificare la dimensione media delle imprese, fornisce un risultato che si colloca nella parte centrale della graduatoria. 23

24 Fig. 5 - Caratterizzazione di ciascun quartiere partenopeo in base al peso assunto, nello stesso, dalle imprese private in relazione al numero delle unità locali, al numero degli addetti in esse occupati e al rapporto tra addetti e unità. Il ranking crescente si riferisce a ciascuno degli indici di importanza calcolati come rapporto contenente a numeratore la differenza tra il valore assunto dal fenomeno economico nel quartiere ed il valore minimo assunto dal fenomeno nel collettivo dei quartieri e a denominatore la differenza tra i valori massimo e minimo. Gli indici in figura costituiscono la media aritmetica ponderata degli indici calcolati in base al numero, rispettivamente, di unità locali, di addetti e del rapporto addetti su unità calcolati su tutte le attività economiche e ponderati, rispettivamente, con il numero delle unità locali per la specifica attività economica in questione nel primo caso e con il numero degli addetti nella specifica attività economica nei rimanenti due casi. Dati al Censimento dell industria e dei servizi 2001 (*). Fonte: ISTAT (2001b). (*) In questo grafico si è scelto di evidenziare, cerchiandolo in rosso, il quartiere di Secondigliano (22) mentre sono stati sottolineati in blu i rimanenti quartieri periferici. Infine, per analizzare l affinità dei quartieri rispetto alle specializzazioni economiche, è sembrato interessante considerare, per ciascuno di essi, l importanza, in termini di graduatoria, delle diverse attività economiche considerate e quantificata dall indice medio di importanza delle attività economiche rispetto al range (Tab. 7). 24

25 Come misura del peso di ogni attività economica si è considerato l indice medio di importanza rispetto al numero di unità locali ed al numero di addetti operanti in ciascuna di esse. Dai valori di tale indice si è passati alle graduatorie di incidenza delle diverse attività economiche nel quartiere e su queste graduatorie, considerate per tutte le possibili coppie di quartieri, si sono calcolati i coefficienti di cograduazione di Spearman. La lettura di tali indici (Tab. 7) consente pertanto di mettere in evidenza i quartieri che presentano una vocazione economica simile, nel senso che in essi le diverse attività economiche sono presenti secondo un grado di importanza simile. Come era facile attendersi, le correlazioni dirette più significative si riscontrano tra i quartieri di Chiaia, Posillipo, Arenella e Vomero; tra Porto, San Ferdinando e San Giuseppe e tra San Carlo all Arena, Fuorigrotta, Arenella e Vomero, tutti quartieri del centro cittadino. Somiglianze altrettanto forti si riscontrano poi tra alcuni quartieri periferici. Presentano infatti un elevato grado di associazione diretta i quartieri di Ponticelli, con Piscinola, Scampia e Miano e San Pietro a Patierno con Barra e San Giovanni a Teduccio. Quando invece si vanno a considerare le correlazioni di tipo inverso maggiormente significativo, a contrapporsi sono sempre i quartieri del centro città con alcune delle periferie. Chiaia, ad esempio, si contrappone in modo significativo a San Pietro a Patierno, Piscinola e Scampia; San Ferdinando ancora a Piscinola, a Pianura e a Ponticelli, San Giuseppe a Ponticelli, Piscinola e Scampia e Arenella a San Pietro a Patierno, Miano e Secondigliano. 25

26 Tab. 7 - Matrice delle correlazioni calcolate su tutte le coppie derivanti dalle combinazioni binarie dei quartieri della città di Napoli sulla base delle graduatorie ricavate dagli stessi a partire dai valori per essi assunti dalla variabile numero di unità locali delle imprese private nei vari settori di attività economica. La misura dell associazione adoperata è il coefficiente di cograduazione rho di Spearman. Dati ai Censimenti della popolazione e dell Industria e dei Servizi (*). (*) In questa tavola è evidenziato in corsivo il quartiere di Secondigliano (22) mentre sono indicati in grassetto sia i rimanenti quartieri periferici sia l insieme delle municipalità periferiche. Fonte: ISTAT (2001a, 2001b). 26

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