Fusioni e acquisizioni di imprese nella Francia del duemila Riflessi in seno all Unione Europea di AMALIA SCIALÒ

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1 I. SAGGI Fusioni e acquisizioni di imprese nella Francia del duemila Riflessi in seno all Unione Europea di AMALIA SCIALÒ Il capitalismo francese, negli ultimi 20 anni, ha registrato profonde modifiche. Prima con i movimenti di nazionalizzazione (anno 1980) e poi, con ondate di privatizzazioni (anni e, infine, dal 1993), ha favorito la complessa nascita della struttura dell azionariato nazionale. Le piccole e medie imprese, che, negli anni Ottanta, erano circa 600, hanno raggiunto nel 1995 il considerevole numero di oltre Costituitesi in imprese gruppo (unione, detta dominante, che concentra quasi la totalità dell attività) o gruppi di imprese (composte di parecchi poli di attività), hanno avuto l obiettivo di essere leader nel mercato, di competere nel migliore dei modi con la concorrenza europea e di mirare ad avvicinamenti e ristrutturazioni, come base di una maggiore crescita delle loro attività; finalità che hanno portato a generalizzare e consolidare la tecnica delle fusioni e acquisizioni per affrontare una concorrenza internazionale dirompente. Con l unificazione monetaria europea, la Francia, come gli altri stati membri, per rafforzare la propria economia, quindi l economia delle comunità, sulla scia di quanto era stato praticato in USA, negli anni antecedenti al 97, ha incoraggiato le fusioni, le aggregazioni ed altre forme di associazione, prima nell ambito delle pareti domestiche, poi, con altri stati. Anche se vi è stato un rallentamento, alla fine dell anno 2000, le operazioni di Mergers and Acquisitions hanno avuto una escalation in Europa a partire dall anno In realtà, il fenomeno delle fusioni era apparso una trentina di anni fa. Negli anni Settanta, vi furono molte fusioni finalizzate a ridurre il rischio e diversificare gli investimenti e ciò produsse conglomerati industriali. Negli anni Ottanta, le finalità erano le conoscenze sul valore, la cosiddetta integrazione verticale. Negli anni Novanta, l obiettivo di una fusione divenne quello di concentrare le competenze più importanti, sperando di diventare leader di un determinato mercato 1. Con la com- 1 R.E. Breur, Eurofusioni e Concentrazioni, in Rivista di Politica Economica, anno XC, serie III, fasc. II, febbraio 2000, pp

2 binazione fra due o più società che dà luogo ad una nuova entità o alla incorporazione di una delle due nell altra si mira ad ottenere il taglio dei costi, l eliminazione delle attività sovrapposte e l attivazione di sinergie. Si spera di ottenere un aumento dei profitti aziendali e un ritorno sul capitale degli azionisti 2. Nel 1999, il valore delle transazioni cross border (transfrontaliere) ha raggiunto, secondo Kpmg Corporate Finance, i 798 miliardi di dollari (+ 47 per cento rispetto all anno precedente) principalmente nel settore telecomunicazioni, seguito dai settori chimico-farmaceutico, petrolifero e bancario-finanziario. Riportiamo le prime dieci fusioni per acquisizione avvenute nel mondo negli anni 1999/ Imprese Settore Data Ammontare in miliardi di dollari# Vodafone (Royaume Uni)-Mannesmann (Allemagne) Telecomun. Febbraio Aol (Etats-Unis)-Time Warner (Etats-Unis) Comunicazioni Gennaio Pfizer (Etats-Unis)-Warner-Lambert (Etats-Unis) Farmaceutica Febbraio Glaxo-Wellcome (Royaume Uni)-Smithkline Beecham (Royaume-Uni) Farmaceutica Gennaio Olivetti(Italie)-Telecom Italia (Italie) Telecomun. Febbraio AT&T (Etats-Unis)-MediaOne (Etats-Unis) Telecomun. Maggio Vodafone (Royaume Uni)-AirTouch (Etats-Unis) Telecomun. Gennaio ,5 Elf Aquitaine (France)-TotalFina (France) Petrolifero Luglio ,5 General Electric (Etats-Unis)-HoneyWell (Etats-Unis) Ind. elettr. Ottobre France Télécom (France)-Orange (RoyaumeUni) Telecomun. Maggio Source: Agence France Presse *Montant de la transaction à la date de l annonce ne comprend pas la reprise de la dette. Al 16 posto si colloca la fusione Vivendi-Seagram. La Kpmg riporta la seguente graduatoria (anno 1999) di fusioni e acquisizioni per paesi, nel mondo, in miliardi di dollari, precisando i primi 10 stati acquirenti ed i primi 10 stati venditori. Paese Importo Primi 10 acquirenti Paese Importo Primi 10 venditori 1 Regno Unito 245,59 1 Usa 293,42 2 Usa 154,64 2 Regno Unito 123,03 3 Germania 92,74 3 Svezia 59,20 2 T.J. Galpin, M. Herndon, Complete guide to Mergers and Acquisitions, Jossey Bass, gennaio Ch. David, Après l année des fusions, voici venu le temps des cyberalliances, in L Expansion, n. 633 du 23 nov. au 6 déc. 2000, p

3 4 Francia 92,23 4 Germania 42,37 5 Olanda 43,75 5 Francia 35,60 6 Spagna 25,44 6 Canada 28,93 7 Giappone 20,22 7 Olanda 26,86 8 Italia 19,95 8 Italia 24,40 9 Belgio 17,46 9 Argentina 20,56 10 Canada 16,34 10 Belgio 16,44 Fonte: Kpmg Corporate Finance 4 Nella prima metà dell anno 2000, fusioni e acquisizioni hanno toccato picchi mai raggiunti sia in valore sia in termini di transazioni portate a termine. Mentre l anno 1999 si è contraddistinto per l alta percentuale di scalate ostili (61 per cento) coronate da successo e per l alto premio pagato dagli acquirenti, l anno 2000, almeno nella prima parte, ha visto meno iniziative ostili. Secondo i dati della Kpmg Corporate Finance, nel primo semestre del 2000, Mergers and Acquisitions globali sono aumentate del 60 per cento in valore sullo stesso periodo dell anno precedente, toccando la cifra di 643 miliardi di dollari. Ecco le classifiche per valore, relative al primo semestre 2000, in miliardi di dollari. CHI COMPRA E CHI VENDE PAESE VALORE PAESE VALORE Regno Unito 254,16 Germania 208,87 Francia 112,82 Stati Uniti 133,17 Stati Uniti 95,48 Regno Unito 118,13 Germania 23,27 Canada 33,38 Canada 23,10 Francia 18,83 Spagna 22,66 Belgio 17,08 Olanda 20,13 Svezia 13,16 Italia 12,15 Danimarca 11,96 Finlandia 10,40 Brasile 7,87 Svezia 9,88 Messico 7,10 Fonte. Kpmg Corporate Finance A livello di volumi, le operazioni globali hanno raggiunto un massimo storico con operazioni, in aumento del 20 per cento sulla prima metà dell anno 1999 (dati Kpmg). Per valore, il volume totale di Mergers and Acquisitions, in Europa, nel primo trimestre del 2000, aumenta a 414 miliardi di dollari 5. La mergermania tra società europee ha determinato una elevata crescita della diffusione dell Euro tra le imprese. Varie sono le ragioni che spingono le aziende a crescere non solo attraver- 4 E. Scarci, La Spinta della new Economy, in Il Sole 24 ore, 6 giugno J.P. Morgan Thomson Financial, in Il Sole 24 ore, 14 maggio

4 so le fusioni ma anche attraverso le acquisizioni: appropriazione, cioè, di una società da parte di un altra, per mezzo dell acquisto di una quota azionaria che ne consenta il controllo. Considerando tutti i settori in cui le fusioni avvengono, si nota che le più efficaci risultano quelle in cui è presente un azienda dominante. Gli investitori istituzionali, per sfruttare il trend di consolidamento, puntano sui vincitori, cioè sui grandi gruppi, che, alla fine, emergeranno dalla mischia. Le fusioni tra eguali difficilmente arrivano in porto. La realtà dei mercati dimostra che la dimensione vince 6. Plus c est grand, plus c est mieux, per dirla alla francese, oppure Bigger is better, (più grande è meglio) come si ripete nelle sale operative degli uffici studi degli Stati Uniti; oppure global gorillas buy pygmy gorillas (i grandi gorilla comprano i piccoli gorilla), come amano recitare i maghi di alcune blasonate case di investimento. Il premio in borsa cresce in proporzione alle dimensioni della preda. Secondo Alan Greenspan: il notevole aumento delle fusioni e acquisizioni ed in particolare il forte aumento delle alleanze strategiche, incluse quelle stipulate tra compagnie di paesi diversi, sta modificando radicalmente la struttura delle imprese nel tentativo di adeguarsi all imperativo delle nuove tecnologie. L introduzione di molte tecnologie alternative ha portato ad una situazione caratterizzata da alti rischi e alte remunerazioni per gli ideatori. Il desiderio di condividere il rischio e la volontà di rinunziare alla filosofia del chi vince piglia tutto ha incoraggiato la creazione di un numero notevole di alleanze mirate alla condivisione delle tecnologie 7. La tecnologia è diventata oggi uno strumento di lavoro e una cultura. La Francia, negli ultimi anni, sta facendo un notevole sforzo per diffondere le nuove tecnologie. Secondo uno studio redatto dall INSEE 8, le nuove tecnologie dell informazione e della comunicazione (NTIC) avrebbero contribuito nel 1998 per lo 0,4 per cento alla crescita del PIL francese. In mancanza, il PIL si sarebbe fermato al 2,7 per cento anziché al 3,1 per cento. L investimento nella nuova economia ha portato, nell ultima decade del Novecento alla creazione di nuovi posti di lavoro, pari al 2,9 per cento dell occupazione totale. Secondo uno studio, pubblicato nel primo semestre del 2000, dalla Arthur Andersen, nel periodo 2000/2003 le nuove tecnologie dovrebbero generare, in Francia, un aumento del 2,3 per cento del PIL, pari a 228 miliardi di franchi, ossia lo 0,6 per cento in più di crescita annuale 9. La Francia e l Europa, come hanno fatto gli Usa, devono saper sfruttare questa opportunità, cercando 6 A. Bouayad, P.Y. Legris, Les alliances stratégiques, Dunod, Paris, 1996; C. Freidheim, Les Entreprises géantes, Maxima, Paris, 2000, p A. Greenspan, Tecnologia ed economia, in Rivista di Politica Economica, fascicolo I, gennaio 2000, pp L INSEE, L Economie française, édition 2000/ M. Calcaterra, La new economy dà una spinta dello 0,4% alla crescita francese, in Il Sole 24 Ore, 22 giugno

5 di acquisire il meglio del modello americano. Non è, tuttavia, facile eguagliare i livelli dell economia degli Stati Uniti d America raggiunti nell ultimo decennio. L economia americana, anche se di recente ha registrato un lieve calo, è cresciuta perché è facile fare impresa. Il mercato è più grande e più omogeneo; c è flessibilità nel lavoro, facilità ed economicità per la distribuzione dei prodotti e, soprattutto, è più semplice fare ricerca. In Europa, esistono tanti diversi mercati, con diverse lingue, con leggi e burocrazie differenti e complicate. In Europa deve rafforzarsi la voglia del rischio e della competitività. Il rischio incidente ad esempio sta anche in terra Usa. Quando la crisi investe il sistema economico e finanziario degli Stati Uniti, se ne avvertono le conseguenze a livello mondiale. L Europa fa ogni sforzo per affrancarsi da tale rischio, favorendo fusioni e acquisizioni più qualitative che quantitative. Si mira, inoltre, di recente, a fare più alleanze strategiche o tattiche che fusioni 10. In Francia, parecchi esempi confermano quest ultimo dato: Renault e Nissan; Alcatel e Fujitsu; Michelin e GoodYear. Questo capovolgimento di tendenza non intacca la fiducia che sostiene gli investitori. Il successo di una fusione o un alleanza dipende dal numero delle persone che ci credono. Inoltre chi decide deve avere una capacità analitica della strategia adatta; in mancanza di questa, la fusione o alleanza non potrà realizzarsi. Anche gli investitori devono convincersi che la strategia adottata da chi guida l impresa è nel loro interesse, per cui bisogna superare la diffidenza verso il gigantismo di quelle Mergers and Acquisition (M.&A.), che rappresentano, spesso, una minaccia per la concorrenza tra le imprese, determinando condizioni meno favorevoli per i consumatori. Un accordo, insomma, deve coinvolgere tutti i partecipanti, ossia gli azionisti, i lavoratori e i consumatori. La strategia deve essere chiara e concordata fra le società fuse o alleate 11. La rivista Fortune ha formulato una classifica 12 di quelle imprese che, nel settore di competenza, hanno saputo attuare strategie saggiamente a cavallo tra le esigenze della old e della new economy. I parametri per la valutazione presi in esame sono: la qualità del management che li guida, la qualità dei prodotti e servizi offerti, l innovazione, il valore dell investimento a lungo termine; la capacità di attirare, sviluppare e trattenere i migliori talenti manageriali; la solidità finanziaria; il senso di responsabilità verso le tematiche ambientali e sociali; il miglior utilizzo degli asset aziendali; e, globalmente, il senso degli affari. Prescindendo dalla graduatoria generale delle imprese ALL STARS, che vede al primo posto, nel 2000, la General Electric (settore elettronica), e da quelle settoriali, riportiamo la classifica delle prime cinque imprese nazionali francesi:1) Carrefour, settore commercio alimentare; 2) Oréal, settore saponi cosmetici; 3) Grup- 10 Y. Doz-G. Hamel, L avantage des alliances, Dunod, Paris, 2000, pp R. Hüppi, Eurofusioni e Concentrazioni, in Rivista di Politica Economica, febbraio 2000, pp G. Santini, in Italia Oggi, 28 settembre

6 po Danone, produzione alimentare; 4) Axa, settore assicurazioni; 5) Vivendi, settore spettacolo ed altro. Varie sono le ragioni che spingono le aziende alle fusioni: il bisogno di conseguire massa critica sufficiente per realizzare profitti: le piccole aziende si aggregano infatti alle grandi per diluire i costi fissi; la necessità di globalizzazione di aziende industriali e finanziarie; la necessità di acquisire e migliorare tecnologie e management (acquisizione di talenti); rafforzare il valore della marca; migliorare le relazioni con i clienti 13. Fra i vari settori, dove si sono avuti accordi e fusioni, preminente è stato quello bancario. Nell ultimo decennio, l industria mondiale dei servizi finanziari è stata percorsa da un processo di concentrazione senza precedenti 14. Nei principali 13 paesi industrializzati, il controllo di gruppi finanziari è passato di mano, acquisito da altre società dello stesso tipo. Il valore complessivo delle transazioni è stato stimato intorno a miliardi di dollari. A guidare questo trend, che nell ultimo triennio ha subìto una brusca accelerazione, sono state le banche, coinvolte per il 60 per cento degli accordi di Mergers and Acquisitions. Il risultato è stato che il peso delle attività finanziarie detenute dai primi 20 istituti di credito del mondo è raddoppiato in 20 anni, passando dal 19,5 per cento del prodotto lordo (riferito ai 13 paesi più industrializzati), nel 1980, al 39,8 per cento del Secondo l ultimo rapporto BCE, nelle fusioni che hanno interessato istituti europei (2.153 in cinque anni) prevale il consolidamento interno (1.800 casi). L 80 per cento ha riguardato i quattro paesi europei con il più elevato numero di banche, cioè Germania 151 (quinquennio ), Italia 57, Francia 54 e Austria 24. La BCE ha diramato il seguente prospetto relativo al numero di fusioni e acquisizioni nel comparto bancario europeo, dal 1995 al giugno All interno Tra paesi Con paesi Totali del paese dell Ue terzi Prima Metà Fonte BCE D. Russel, responsabile ricerca azionaria Banca Akros, in Il Sole 24 ore, 2 dicembre Y. Dinn, Les fusions. Scissions et apports partiels d actifs, Eska, Fonte Bce, in Il Sole 24 ore, 24 gennaio

7 Secondo uno studio della banca di affari Dresdner Kleinwort Benson, nell anno 2000 si sono avute meno operazioni, ma di valore più elevato. Dall inizio del 1997 all ottobre 2000, in Europa, sono state lanciate offerte poi andate a buon fine per un valore globale di miliardi di dollari USA. In tale periodo, il numero di operazioni è del 27 per cento nel Regno Unito; 16 per cento in Francia; 9 per cento in Italia; 9 per cento in Spagna; 7 per cento in Germania; 6 per cento in Svezia; 27 per cento nel resto d Europa. Il Commissario Europeo alla concorrenza ha dichiarato che, nel 2000, sono stati ben 350 i casi di fusione notificati a Bruxelles, il 20 per cento in più rispetto al 99. A suo dire è la riprova di un atteggiamento inflessibile nei confronti delle infrazioni (es. pratiche anticoncorrenziali). Continuerà questa progressione? Secondo lo studio, le prospettive sono buone, ma condizionate, dall andamento dei mercati e dei conti societari, agli obiettivi che queste operazioni vanno a soddisfare. Poiché rischi sono stati previsti, nell ottobre 2000, la domanda per il futuro è: consolidamento o diversificazione? Alcune maxi fusioni, specie nel campo dei servizi finanziari, hanno modificato, in Europa, lo scenario, creando difficoltà nel trovare partner adeguati agli operatori che aspirano a crescere. Le tre maggiori società bancarie europee (UBS, CREDIT SUISSE e DRE- SDNER BANK) hanno allargato in maniera significativa il loro business a prezzi ragionevoli. L espansione delle operazioni di Mergers and Acquisitions, nel settore bancario, è stata particolarmente rapida; vi ha contribuito la progressiva deregolamentazione dell attività creditizia, che ha ridotto le differenze tra tradizionali comparti (bancario, finanziario e assicurativo) dell industria dei servizi finanziari. Importante è stato il ruolo delle banche di affari nel buon fine delle operazioni di fusioni e acquisizioni. Determinante è stata la loro capacità di suggerire buone idee strategiche, con lo studio delle complesse operazioni finalizzato, di volta in volta, a trovare le soluzioni più appropriate. Secondo le rilevazioni di Thomson Financial 16 che gestisce larga parte delle operazioni finanziarie tra imprese nei paesi del gruppo dei Dieci in Spagna e Australia, tra il 1995 il 1999, la crescita di fusioni e acquisizioni, rispetto al quinquennio precedente, è stata del 65 per cento con un valore complessivo, salito da 903 a miliardi di dollari. In Francia, il numero di fusioni e acquisizioni è stato di 1.377, dal 90 al 94, e di dal 95 al 99. Il valore è stato di 68,6 miliardi di dollari, dal 90 al 94, e di 215,6 miliardi di dollari, dal 95 al Non sempre con le operazioni di fusioni si raggiunge una maggiore effi- 16 Banca d Italia, Bollettino Economico, X, 2000, n. 35, p Ibidem. 39

8 cienza e una accresciuta stabilità del sistema bancario. Su questa tesi, sostenuta dal governatore della Banca d Italia, si è aperto di recente (febbraio 2001) un dibattito che si propone di approfondire alcuni punti per mettere a fuoco strategie di crescita Cross border. Tra questi, si ritiene che per porre in migliore equilibrio la domanda europea di nuove securities e l offerta di valori di emissione, non servono le dimensioni nazionali dei vari gruppi bancari (si avrebbero, in Europa, per ora undici posizioni dominanti, con difficoltà di integrazioni successive), quanto piuttosto le capacità operative delle loro azioni di investment banking. L allarme è sorto dalla penalizzazione, da parte del mercato, delle acquisizioni bancarie, e in particolare, per quelle che hanno acquisito la maggioranza del capitale di altre banche, le quali entreranno a far parte del loro gruppo nell attesa di vedere se sia o meno opportuno incorporarle. I motivi della penalizzazione vanno ricercati nella bassa redditività delle banche acquisite; nel livello del prezzo pagato sull acquisizione (spesso al di sopra della norma); nelle difficoltà di gestione delle banche acquisite; nella consapevolezza che le acquisizioni e le incorporazioni sono frutto di un processo difficile. Il motivo che viene maggiormente evidenziato è la redditività. In merito, nell ultimo biennio, si è notato un notevole incremento. Se nel 1994, la quota di attivo detenuta dalle banche con un Roe (Return on equity), superiore al 10 per cento, risultava circa il 3 per cento del totale del sistema bancario, nel 1999, tale quota risultava prossima al 50 per cento 18. Il ROE (rapporto tra profitto e patrimonio investito) delle banche europee vede in testa le banche inglesi col 24 per cento, seguite da quelle del Benelux 22,1 per cento, spagnole con il 19,6 per cento, svedesi col 17,1 per cento, francesi con il 15,4 per cento e quelle italiane con l 11,7 per cento. Non vengono avvantaggiate le banche attestate nei livelli bassi. Per esse ogni elemento che può pregiudicare la redditività produce una riduzione dell interesse degli investitori. Il problema è che oggi la scelta del partener è molto più complessa. Il vero obiettivo non dovrebbe essere più il perseguimento della logica del gigantismo, ma la creazione di valore azionario. Per le fusioni, la posizione strategica e i guadagni dovuti all aumento delle azioni rappresentano importanti fattori di successo. Dipenderà dalla capacità del management di innovare la funzione di produzione e di distribuzione della propria impresa di fronte a mercati sempre più dominati dal lato della domanda. Il ruolo delle risorse umane, nelle aziende del 2000, è destinato a cambiare sotto la spinta delle innovazioni tecnologiche, che mettono sempre più in primo piano il valore aggiunto apportato dagli uomini 19. L applicazione delle nuove tecnologie ha determinato, per l industria 18 P.L. Morelli, Il ritorno delle grandi banche, Il Sole 24 Ore, 5 giugno J.P. Helfer, M. Kalika, J. Orsoni, Management: stratégie et organisation, Vuibert, octobre

9 finanziaria, come per altri settori, un aumento della redditività, ma anche un aumento della concorrenza effettiva e potenziale. Per creare valore bisogna essere innovatori del processo, il che significa organizzare l impresa per saper scegliere su quali mercati eccellere e quindi con chi e come allearsi. Managements sempre più preparati diventano allora priorità per le Imprese. Il successo di una operazione di fusione o acquisizione dipende dalla differenza di capacità manageriale 20. La differenza di ricchezza non conta: gli asset si comprano, quello che non si inventa sono l esperienza, l intelligenza, la cultura manageriale. Secondo Gian Emilio Oculati (Mc Kensey Italia), una delle ricette per il successo di una fusione è quello di prevedere incentivi che rendono ricchi i managers isolandoli dal problema di perdere lo stipendio. La London Business School, nata nel 1965, per corsi post-laurea dell Università di Londra, ha ritenuto centrale il problema e, nel 1966, ha integrato le proprie potenzialità con la nascita della Foundation for Entrepreneurial Management, moltiplicando, in pochi anni, il numero di partecipanti ai corsi e diventando anche un vero business. La riprova è il recente accordo con la LVMH (gigante francese dei beni di lusso) per una serie di corsi su misura per top managers delle società. Non è da meno, come crescita, anche l INSEAD (la scuola di Management francese) 21. La figura del manager esperto e preparato è necessaria in seno all impresa: non solo per la sua esatta conduzione e progressione, ma anche per lo studio e consiglio di una strategia di difesa in caso di O.P.A. ostile (cioè quelle offerte pubbliche di acquisto di titoli-azioni o obbligazioni convertibili in azioni- di una data società, che non hanno lo scopo di creare una concentrazione industriale o finanziaria attraverso appunto l acquisto del pacchetto di controllo della società destinataria, ma lo scopo è speculativo o comunque volto solamente a creare o accentuare situazioni di monopolio) 22. Un monopolio, qualunque esso sia, finisce per appiattire il mercato, creando una grigia massa amorfa, nessuna innovazione, qualità di prodotti scadenti, indifferenza verso le vere e molteplici esigenze dei consumatori, distribuzione asfittica. La concorrenza, invece, è la prova più sicura per verificare la salute di un sistema economico ed è un forte fattore di vivacità e sviluppo. Ecco perché il Parlamento europeo, nella seduta del 13 dicembre 2000, ha approvato alcuni emendamenti alla direttiva dell UE sulle O.P.A., finalizzati a rendere più difficili le O.P.A. ostili. Gli emendamenti approvati, però, potrebbero far saltare l intesa normativa se, attraverso le procedure di conciliazione, Commissione e Parlamento non saranno riusciti a trovare una soluzione di compromesso. L approvazione, provvisoria, ha 20 E. Cohen, Dictionnaire de gestion, La Découverte, Paris, 2000, pp C. Friedheim, cit., pp V. Salafia, Offerta pubblica di acquisto. Il procedimento per il lancio di una OPA, in La società, vol. 18, fasc. 4, anno 1999, pp

10 riguardato punti essenziali, tra cui quello di consentire al Consiglio di Amministrazione di una azienda di adottare misure difensive nei confronti del lancio di una O.P.A. ostile senza consultare obbligatoriamente gli azionisti. Analogamente a quanto avviene negli USA, il commissario europeo al mercato interno, Fritz Bolkestein, ha criticato le misure difensive adottate, sostenendo che queste consentono al CdA di difendere i propri interessi invece di agire nell interesse di tutti gli azionisti ed inoltre c è pericolo di buttare via 10 anni di lavoro in caso di mancato accordo-compromesso. Lo spirito della normativa approvata è anche quello di evitare squilibri con parteners importanti come gli americani. D altronde, si afferma che, a tutela degli interessi degli azionisti, vi sono le autorità di vigilanza, che intervengono sia preventivamente che durante il lancio dell O.P.A. Fino ad ora, i mezzi che le società hanno per difendersi da scalate ostili variano da paese a paese. In uno studio fatto dalla società francese di consulenza Déminor, sono stati classificati i migliori strumenti antiscalata utilizzati dai vari paesi. Le barriere più efficaci vengono adottate in Spagna, Belgio e Olanda. Uso di tetti al possesso azionario, golden share o maggioranze qualificate in funzione antiscalata sono presenti in quasi tutti i paesi. In Francia, l emissione di diritti di voto multipli a favore di alcuni azionisti può rendere impossibile il successo di qualunque aggressione dall esterno. Quando sale la febbre delle Mergers and Acquisitions, anche il piccolo risparmiatore, per poter guadagnare, deve conoscere le regole o, in alternativa, affidarsi ad esperti disinteressati 23. Spesso, l eccesso di ottimismo nelle profezie degli esperti che invitano a comprare si traduce in grosse perdite. Non ci dilungheremo nel fare esempi, ma riportiamo alcuni rilievi evidenziati da Luigi Spaventa (Presidente della Consob). Per Spaventa non si può parlare di ottimismo o incompetenza, ma di anomalia di un sistema, interamente controllato dalle banche, italiane e internazionali, in cui tutti fanno affari con tutti fra una ragnatela di conflitti di interessi, mai dichiarati, anzi spesso negati, che avviluppa e imprigiona un mercato finanziario ancora troppo poco trasparente. Come devono orientarsi l imprenditore e il piccolo risparmiatore, se confrontano l andamento economico europeo, calante nel primo trimestre 2001, con le ottimistiche previsioni annuali di Eurochambres (Associazione europea delle camere di commercio e industria) presentate a Bruxelles il 19 dicembre 2000?. Secondo le previsioni fatte, nel 2000, il mondo imprenditoriale europeo resta ottimista sulle prospettive economiche del 2001, al punto che, in media, le attese sul fronte della crescita di occupazione e investimenti toccano il record degli ultimi 8 anni. In materia economica l ottimismo deve essere di casa alme- 23 G.M. Fumagalli, Fusioni: sale la febbre, in Largo Consumo, vol. 19, fasc. 7/8, anno 1999, p

11 no nelle previsioni. La fiducia dei consumatori è infatti il motore della crescita economica. A parte l ottimismo, un gran numero di fusioni non ha successo. Spesso capita che il mercato bocci, apertamente, le iniziative industriali e finanziarie dei grandi manager. M&A vengono bocciate dagli investitori con una raffica di vendite, oppure di acquisti se le iniziative proposte non vanno in porto. Più della metà delle fusioni dichiarate alla fine non apportano benefici a nessuno dei partecipanti. Le cause del mancato successo variano da settore a settore. Un approfondita e attenta indagine sulle cause di mancato successo di una fusione è stata fatta (a fine 2000) da Arthur Andersen Corporate Finance nel settore TMT (tecnologia, media e telecomunicazioni), settore che ha registrato, nel 2000, il boom di Mergers and Acquisitions. In questo settore, tre operazioni su quattro, raggiungono gli obiettivi strategici e finanziari desiderati. Paradossalmente quella che non viene pianificata adeguatamente è la fase preparatoria. I risultati dell indagine evidenziano che due imprese su tre, tra quelle che sono state protagoniste di fusioni e acquisizioni, registrano impatti negativi sul proprio business; una su tre va incontro a problemi di gestione, la metà accusa resistenze al cambiamento e difficoltà di integrazione; due su tre si accorgono di non aver fatto chiarezza nella fase di esecuzione e tre su quattro non hanno definito un processo di integrazione abbastanza chiaro sì da risultare efficace. Nell ultimo biennio queste statistiche settoriali hanno, marginalmente, interessato la Francia. La chiave del successo sia a livello domestico che internazionale delle imprese francesi, nei vari settori, indipendentemente dalle varie cause che gli analisti hanno evidenziato, ha trovato fondamento principale nella crescita economica del paese, dopo l avvento dell Euro. Jean-Paul Fitoussi, economista francese, presidente dell OFCE (Observatoire français des conjonctures économiques) ritiene che la Francia deve tutto alla crescente fiducia dei consumatori in una economia che ispira solidità. Il passaggio alla moneta unica è stato più favorevolmente sentito in Francia che in altri stati parteners. La Francia, dopo diversi anni con un franco sopravvalutato e i tassi troppo elevati, non appena i tassi si sono ridotti e l Euro si è deprezzato, ha visto sviluppare la propria economia. Lo conferma la crescita del PIL del 3,2 per cento nel 2000; un forte calo del numero di disoccupati, l inflazione media attorno all 1,2-1,4 per cento l anno con chiusura, però, all 1,6 per cento, la fiducia delle famiglie a livelli elevati, e buoni risultati finanziari per le aziende. Fattori tutti che hanno fatto considerare la Francia la locomotiva d Europa, anche se una bolletta energetica particolarmente pesante ha fatto calare il surplus commerciale chiuso, nel 2000, con un saldo positivo di appena 13,1 43

12 miliardi di franchi (2 miliardi di euro) rispetto ai 108,53 miliardi di franchi dell anno precedente. L economia francese insomma ha fatto da traino a quella dei parteners europei, sostenuta dalla domanda interna e giovandosi delle debolezze dell euro. Altro elemento che ha favorito l economia francese è stata la fiducia che in essa hanno avuto gli investitori stranieri. La Francia offre servizi e qualità. Ad esempio, nel settore automobilistico, gode di una florida industria di componentistica e buone sono le qualità delle subforniture e infrastrutture. Esiste un ottimo rapporto tra costo della produzione e produttività. Secondo i dati riportati dalla rivista economica L expansion 24, le azioni di più di una società francese su quattro sono, per metà, in mano a stranieri, tra i quali primeggiano i paesi Anglosassoni. Riportiamo i dati delle prime sette società il cui azionariato straniero è superiore al 50 per cento (anno 2000): 1)Totalfina (65 per cento), 2)Dexia (55,7 per cento), 3)Suez-Lyonnaise (55 per cento), 4)Vivendi (53,04 per cento), 5)Alstom (53 per cento), 6)Lafarge (51 per cento), 7)Société Générale (50,8 per cento). Fra le ultime viene classificata France-Télécom con il 12,8 per cento di azionisti stranieri (prima dell acquisto di Orange). Ulteriore elemento che ha favorito l economia francese è stato l intervento dello stato azionista manageriale attivo, propositivo e di sostegno, quando era necessario e, poi, la decisione dello stato stesso ad un graduale disinvestimento. Questo, iniziato, nel 1986, con Paribas e Saint-Gobain, ha fruttato allo stato francese, a tutto il 2000, circa 310 miliardi di franchi. Ammontano ancora a miliardi di franchi le partecipazioni che possiede in società domestiche: primo azionista del CAC 40-Parigi; azioni per il 54 per cento in Air-France; 54 per cento di France Télécom; 49 per cento di Wanadoo;44 per cento di Renault; 34 per cento di Thales (ex Thomson csf ); 35 per cento di Thomson Multimedia. Alla fine del 2000, risultano privatizzate oltre imprese; ma, per il futuro, un ulteriore graduale disinvestimento, che è iniziato con il passaggio ai privati della Banque Hervet, probabilmente interesserà Air-France, France Télécom, Thomson multimedia, Eads e Crédit Lyonnais 25 Parziale dismissione è prevista anche in Gaz de France. Avvalendosi della congiuntura economica favorevole, le imprese francesi hanno potuto potenziare le proprie strutture, ampliare l attività internazionale, cercare parteners nazionali e internazionali per concludere accordi di fusioni e acquisizioni. Un recente esempio di ristrutturazione interna è dato dal gruppo agro-alimentare Danone. Per salvaguardare la competitività ha in corso un piano di 24 A. de Tricornot, Qui possède les entreprises européennes, L Expansion, 21 dicembre 2000, n. 635 pp M. Calcaterra, Francia, il credito sempre più privato, Il Sole 24 ore, 27 dicembre

13 rafforzamento in cinque suoi stabilimenti e la riorganizzazione di altri cinque con riduzione dell organico. Lo scopo principale è quello di sostenere le attività più redditizie (finora ha venduto: imballaggio, spezie e birra) e procedere a internazionalizzare il business in aree emergenti 26. In Asia aumenterà la propria partecipazione nel capitale del gruppo Indonésien Aqua dal 40 per cento, acquisito nel 98, al 74 per cento nel La prevista ristrutturazione con conseguente riduzione di organico della Danone non è stata vista con favore dallo Stato francese che, nei primi mesi del 2001, ha introdotto procedure di carattere straordinario e fortemente onerose, per limitare e scoraggiare i licenziamenti. In questo periodo, la Francia sta infatti attraversando una fase sociale particolarmente difficile. Le ristrutturazioni, oltre alla Danone, stanno coinvolgendo numerosi gruppi industriali e tra questi la Valeo, la Bull e la Moulinex. L intervento dello Stato a favore dell occupazione, nella sfera imprenditoriale privata, è stato considerato ingerenza governativa e addirittura boicottaggio delle ristrutturazioni da E.A. Seillière, presidente degli industriali francesi. Le regole del mercato, le liberalizzazioni e la concorrenza impongono alle imprese di essere più competitive e quindi di reagire con ristrutturazioni, là dove possibile. Seillière sostiene inoltre che lo Stato non può evitare alle imprese di essere competitive: impedire di ristrutturare è, infatti, un segnale di profondo regresso. Gli industriali chiedono al governo di essere un po più europeo e di non chiudersi su idee arcaiche ormai superate 27. Ecco qualche esempio di recente attività internazionale di imprese francesi. Alcatel ha esteso la propria attività in Cina, stipulando con China Telecom Group un contratto per l installazione di linee telefoniche di circa 33 milioni di euro e, in Austria, con la fornitura di linee di abbonati numerici ADSL, nel quadro dell allargamento della rete a banda larga; in Texas (alla data del 26 marzo 2001), consegnerà km. di fibra ottica; in Egitto, ha in corso trattative con la Egyptien Mobinil per l estensione della rete GSM e fornitura di soluzioni che consentono la migrazione verso la tecnologia GPRS. La prima fase del contratto ammonta a 40 milioni di euro. Onyx, ramo propreté (pulizia) di Vivendi Environnement, (controllata dal colosso Vivendi Universal) oltre ad operare in Francia con lusinghieri risultati, ha ottenuto un contratto di 5 anni per la raccolta di rifiuti domestici, nel centro di Singapore (cioè per il 15 per cento della popolazione), per un volume di affari di 15 milioni di euro. La stessa Vivendi Environnement a capo di un consorzio che comprende l Ona, prima impresa privata del Marocco, la Somed e l Hydro Québec ha ottenuto due concessioni: una per la distribuzione di 26 Sito Internet: Finanza World, 20 marzo Il Sole 24 ore, 11 aprile

14 acqua e di elettricità, l altra per il trattamento delle acque. Tali contratti consolidano la presenza di V.E. in Marocco, dove già opera la Onyx. Renault commercializzerà veicoli in Australia con la collaborazione del suo partener Nissan. La stessa Renault, alleata con Mitsubishi moto e Volvo, produrrà camion nel quadro di una partenership che porterà alla nascita del numero 1 mondiale del settore (notizia diffusa dal quotidiano nipponico Nihon Keizai Shimbun e pubblicata da Il Sole 24 ore del ). Fusioni tra imprese domestiche di notevole importanza sono state realizzate nell anno Paribas e Bnp, principale realtà francese in tema di risparmio gestito, hanno visto ufficializzata la propria fusione il 23 maggio La fusione ha comportato la creazione di un unica società di gestione denominata Bnp Paribas Asset Management con sede a Parigi. Il nuovo gruppo gestisce, nel mondo, oltre 319mila miliardi di lire. È costituito da 530 dipendenti, di cui 125 gestori a Parigi, Londra, Hong Kong e Tokio. Il gruppo ha chiuso il primo esercizio congiunto (anno 2000) con un utile netto di 4,12 miliardi di euro, più del 57,7 per cento rispetto ai 2,6 miliardi di euro dell anno precedente. Il volume di affari è passato a 16,26 miliardi di euro (+13,4 per cento rispetto all anno precedente). L obiettivo della nuova società è quello di consolidarsi in ogni suo ramo di attività, grazie alla crescita delle risorse interne, ma anche con acquisizioni mirate o partenariati di carattere industriale. Sono in corso trattative per la creazione, con la Dresdner Bank, di una possibile cooperazione che vada oltre il già annunciato accordo di joint venture nel settore del credito a consumo. Attraverso una sua controllata (Bnp Paribas Commodity Futures Ltd) si appresta a diventare membro della London Metal Exchange, la più importante borsa mondiale dei metalli. Trattative anche per acquisire almeno il 20 per cento del capitale della banca di Singapore, Overseas Union Bank Bnp-Paribas, all inizio del 2001, ha annunciato l intenzione di lanciare, senza peraltro alcun ricorso all indebitamento o emissioni di nuovi titoli, un offerta di acquisto per 2,45 miliardi di dollari sul 55 per cento del capitale della statunitense BankWest. Si fa infine sempre più insistente la voce (vista con favore dal mercato) di una fusione tra Société Générale e Bnp Paribas, istituti (Soc Gén e Bnp), che in passato avevano a lungo lottato per la conquista di Paribas. France Télécom, gigante della Télécom francese, nel novembre del 2000, ha concluso un accordo per il controllo di Equant, società di diritto olandese con servizi di network per l e-business, acquisendo una quota del 54,3 per cento. L operazione, che prevede la fusione di Equant con Global-one, controllata di France Télécom, per un valore di poco meno di 3,5 miliardi di euro, sarà operativa dopo l approvazione dei soci Equant ed il via libero delle autorità antitrust. La nuova società, per garantire la strategia di crescita, investirà un miliardo di dollari per acquisto di azioni Equant privilegiate convertibili con diritto 46

15 di voto. France Télécom forte del suo azionista di controllo pubblico prima del 63 per cento e poi del 54 per cento a metà 2000 nel 99 ha realizzato un giro di affari consolidato di 27,2 miliardi di euro. Ha inoltre avuto un attività frenetica, nel 2000: a gennaio, assume il controllo di Global One (operatore Usa di telecomunicazioni per le imprese); a marzo acquista il 28,5 per cento (3,74 miliardi di euro) del capitale di Mobilcom (operatore tedesco di telefonia mobile); acquista inoltre il 35 per cento di TPSA (Telekomunikaya Polska S.A.), operatore polacco di telecomunicazioni (operazione di privatizzazione per un valore di 4 miliardi di dollari); a luglio, vede trasformare in S.P.A il consorzio Eutelstat di cui è primo azionista. L Eutelstat garantisce la distribuzione e la commercializzazione in tutto il mondo di telecomunicazioni, immagini Tv e Internet. A fine anno ha concluso un accordo con la Motorola per rilevare un ulteriore quota del 25,15 per cento in Mobinil (Egitto). France Télécom, per poter finanziare infine l acquisto di Orange da Vodafone, ha accelerato la vendita di sue partecipazioni non strategiche (11 per cento di Ist. Microelectronics, 7 per cento di Telefonos de Mexico, 10 per cento di Sprin).Venderà poi la propria quota del 16,9 per cento di Sema (compagnia anglo-francese di informazioni tecnologiche) al gruppo petrolifero franco-americano Schlumberger. Nel 2000, ha collocato in borsa Wanadoo, sua filiale Internet. Wanadoo ha acquisito il 39 per cento del capitale di Fit-Production (produzione di fictions e di serie televisive), divenendone esclusiva proprietaria; ha annunciato la fusione della sua filiale France Télécom multimedia édition con la Index Plus (editrice di jeux interactifs-giochi interattivi) in una società che porterà il nome Wanadoo Edition. Ha proceduto all acquisizione del 100 per cento della Société de Numération de la Ville (S.N.V.), settore foto. Ha acquistato, infine, Freeserve (operatore britannico di accesso a Internet, controllata per l 80 per cento da Dixons, catena di magazzini elettronici). Il costo di questa operazione è stato di 1,6 miliardi di sterline. Con l acquisizione dell inglese Orange, France-Télécom si colloca al secondo posto della telefonia mobile in Europa. L intesa ha un valore di 50 miliardi di euro. Sia France-Télécom (acquirente) che Vodafone (venditrice) si sono ritenute, per motivi diversi, soddisfatte della compravendita. A distanza, l acquisto non si è rivelato un affare per France-Télécom. L atonia del mercato ha prodotto un forte calo delle azioni di Orange, il cui valore, all inizio del 2001, si è ridotto del 50 per cento. Notizia non certo piacevole per France-Télécom, il cui titolo ha perso in undici mesi il 62 per cento, pagando così duramente la sua espansione. LVMH, (Louis Vuitton, Moët, Hennesy) gruppo francese del lusso, con gli affari in crescita, ha realizzato un esercizio finanziario record nel Al 30 giugno del 2000 ha evidenziato un giro di affari di 5,03 miliardi di euro in crescita del 40 per cento rispetto ai 3,6 miliardi circa del primo semestre

16 Anche il 2000 si è chiuso in attivo con un utile netto di 722 milioni di euro, rispetto ai 693 milioni dell anno precedente (+4% su un fatturato di 11,58 miliardi di euro, crescita del 35 per cento rispetto all anno 99). La LVMH, in attesa della definizione della vertenza con la Ppr (Pinault-Printemps-Redoute) per il controllo del gruppo italiano Gucci, ha, nel maggio 2000, ceduto una parte di proprie azioni (134 milioni di euro) detenute nel gruppo Diageo (prodotti alcolici). Lo scopo era quello di prepararsi a nuovi acquisti. In campo domestico, si registra, nel 2000, l acquisizione del periodico Connaissance des Arts leader francese nel mondo dell arte. A novembre 2000, LVMH acquista il 51 per cento del capitale dei grandi magazzini La Samaritaine per 1,5 miliardi di franchi, rafforzando la sua posizione nel commercio parigino. A fine anno, chiude un accordo strategico con la società calzaturiera italiana Rossi Moda e ne acquista una quota del capitale. La LVMH, oltre all acquisto della Miami Cruseline per 600 miliardi di lire, ha rilevato il 3,5 per cento della Tod s ed ha acquisito, nel 2001, il 5 per cento del capitale della De Rigo (occhiali). In campo internazionale, inoltre, si registra che la LVMH ha concluso le trattative per acquisire Donna Karan, famoso marchio della moda statunitense, per un importo di 243 milioni di dollari in contanti. Una joint venture con la produttrice di diamanti De Beers conferirà alla LVMH i diritti mondiali per lo sfruttamento commerciale del marchio De Beers nel settore dei beni di lusso. La LVMH, nella moda, controlla i marchi Céline, Leowe, Givenchy, Christian Lacroix, Thomas Pink, Fendi (in joint venture con Prada), E.Pucci e Donna Karan. Dopo il balzo del 2000 (11,581 miliardi di euro di fatturato con un risultato operativo di 1,959 miliardi di euro), l aumento dei ricavi, nel primo bimestre del 2001, si è attestato però al 13 per cento. Il gruppo Lazard, per finanziare la fusione tra le holding Azeo (ex Gaz et Eaux) e Eurafrance, cede la sua partecipazione in Mediobanca alle Generali. La fusione, a seguito di un OPA del 56,7 per cento di Eurofrance su Azeo, creerà l Eurazeo, una delle prime società di investimento in Europa, con 6,7 miliardi di euro in attivi gestiti. La galassia Lazard avrà così due specializzazioni: quella della holding (nuova Eurazeo), che indirizzerà il suo portafoglio titoli in direzione del private equity e dei titoli non quotati, quella della banca Lazard con servizi specializzati a favore della clientela classica. Questa banca, che esclude ulteriori eventuali fusioni, resterà sempre controllata per l 83 per cento del capitale dalle famiglie storiche (David-Weil, Meyer, Bernheim e Guyot) e dai loro parteners e per il restante 17 per cento da Eurazeo. Pierre Fabre e Bio-Merieux Alliance, gruppi farmaceutici francesi, nel settembre del 2000, hanno annunciato la loro intenzione di fondersi. Il nuovo gruppo diventerebbe il primo laboratorio francese (Héxagonal) a capitale familiare, davanti a Servier, con un volume di affari di 1,61 miliardi di euro. Il Crédit Agricole, nel dicembre 2000, ha siglato un accordo per rilevare la 48

17 quota in possesso del gruppo Bolloré in Rue impériale de Lyon, holding della catena di controllo di Lazard. L operazione riguarda il 31 per cento della holding con un valore di 3,9 miliardi di franchi. Il vero boom delle fusioni domestiche è avvenuto nell anno 99. Un esempio di mega fusione fu infatti quella tra Total Fina e Elf Aquitaine, favorita dal governo, titolare nella Elf di una golden share. Da questa megafusione nacque il quarto gruppo petrolifero mondiale con una capitalizzazione di 90 miliardi di dollari. La società, che ha realizzato nel 2000 un volume di affari di 116 miliardi di euro (55 per cento in più del 99), è in continua espansione e non si escludono futuri accordi nel Nord America, nell America Latina (esempio Gener), in Europa. In Francia, pensa di entrare con una quota in Gaz de France, qualora questa società dovesse essere privatizzata. Lo sviluppo economico dell esagono, nel biennio 1999/2000, ha avuto riflessi positivi anche negli altri stati dell Unione Europea. Fusioni transfrontaliere, cioè tra società di nazionalità francese e società con sede negli stati dell Ue sono state determinanti per la crescita dell economia dell Europa. In questa sede ne evidenzieremo le principali. Poiché i mercati finanziari sono altalenanti e imprevedibili, occorre precisare che, non sempre le operazioni di M.&A., delle quali riportiamo trattative o accordi, col tempo possono essere andate a buon fine e, inoltre, che le statistiche su fusioni e acquisizioni non sono mai precise e sono vittime dei tempi di annuncio e conclusione degli accordi, che possono anticipare o posporre i risultati. Pertanto, in maniera molto succinta, esamineremo le principali attività intercorse tra le società dell Ue e le società francesi, elencando queste ultime in ordine alfabetico 28. ACCOR, società francese del ramo alberghiero, ha avuto trattative per l acquisto del settore alberghiero della Finpart ed ha avviato, con la Condor e Neckerman e Preussang, un possibile accordo strategico tramite un incrocio azionario simbolico (ott. 2000). AIRBUS, consorzio trasformatosi dal 1 gennaio 2001 in S.P.A. con azioni per l 80 per cento dell Eads (nato dalla fusione tra Aérospatiale Matra [francese], Dasa [tedesca] e Casa [spagnola] e per il 20 per cento da British Aerospace, ha avviato il progetto per la costruzione dell A380 (superaereo) nuovo colosso dell aria, che creerà posti di lavoro, di cui in Francia. AIR FRANCE, la compagnia aerea francese (controllata dallo Stato), dopo un periodo di crisi (dal 91 al 97), è in netta ripresa negli ultimi anni. Dopo 28 Financial Times, annate 2000/2001; Il Sole 24 Ore, annate 2000/2001; Italia Oggi, annate 2000/2001; Le Figaro-Economie, annate 2000/2001; Le Monde (quotidien), annate 2000/2001; Le Nouvel Economiste ; annate 2000/2001; Les Echos, annate 2000/2001; L Expansion, annate 1999/2001; Milano Finanza, annate 2000/

18 aver costituito, nel giugno 2000, l alleanza con la Delta, terza compagnia aerea Usa, ha creato, unitamente alla Aeromexico, Korean lines e la cecoslovacca CSA il polo Sky Team, che figura al terzo posto tra le alleanze di compagnie aeree, alle spalle di Star Alliance e One World. È in dirittura di arrivo per un alleanza, inizialmente commerciale e poi azionaria con Alitalia (maggio 2001), che, nel frattempo, ha interrotto le trattative con la Swissair ed ha in corso una vertenza con la Klm a seguito della rottura avvenuta tra loro nel maggio A fronte di una accresciuta domanda di viaggi su scala mondiale, l Air France vuole dare una risposta in termini di allargamento e diversificazione dell offerta. ALCATEL, colosso francese delle attrezzature per telecomunicazioni, ha, nel 2000, visto lievitare la sua attività. Dopo il mancato accordo con l Ericsson (gigante svedese della telefonia) ha chiuso, il 3 maggio, una joint venture con la giapponese Fujitsu, che è all avanguardia, a livello internazionale, nel campo della telefonia di terza generazione. Nello stesso tempo, è stata approvata dagli azionisti l acquisizione per un valore di 7,1 miliardi di dollari della canadese Canada s Newbridge Networks. Nell anno, ha scorporato l attività cavi (escluso quelli a fibra ottica) in una nuova società chiamata Nexans, che viene rafforzata con l acquisto, in Corea, del 51 per cento del capitale della Daesung Cable. All inizio del 2001, dopo aver rinunciato alla produzione di telefonini con la cessione dell attività alla Flextronics, si è orientata per un acquisizione della statunitense Lucent Technologie, gigante Usa delle tecnologie per l informazione. L operazione che, secondo fonti autorevoli, dovrebbe avvenire a metà anno 2001, sarebbe del valore di 40 miliardi dollari. L acquisizione totale di Lucent porrebbe l Alcatel in competizione con il gigante mondiale delle comunicazioni Nortel Networks. Qualora non dovesse avvenire la fusione (sottoposta al vaglio oltre che delle autorità sulla concorrenza anche della Agenzia per la sicurezza nazionale), la trattativa prevede l acquisto della divisione di fibre ottiche della Lucent. AMORA-MAILLE, numero uno dell industria francese des sauces et des condiments, viene acquisito dalla Unilever, gruppo alimentare anglo olandese, per 715 milioni di euro. Il nuovo gruppo avrà sul mercato europeo dei prodotti alimentari una quota del 12 per cento. AXA, leader mondiale dell assicurazione, all inizio del 2000, ha avuto il via libera per acquisire il controllo della britannica Sunlife e Provincial Holding. A fine anno, cede Banque Worms a Deutsche. La filiale americana Axa Financial vende la propria partecipazione che detiene nel Crédit Suisse. Operazioni attivate, probabilmente, per potenziare il suo azionariato nel Crédit Lyonnais per eventualmente compartecipare al controllo. CAP-GEMINI, con l acquisizione, a fine maggio, di Ernst e Young Consulting nasce la Cap-Gémini Ernst e Young, colosso internazionale della consulen- 50

19 za informatica. Il gruppo è quotato alla Borsa di Parigi, consta di 57 mila dipendenti e agisce su cinque mercati primari: telecomunicazioni, industria farmaceutica, assicurazioni, utility e distribuzione al consumo. CARREFOUR, numero due mondiale (dopo l americana Wal-Mart) della grande distribuzione, già alleata con l italiana Finiper, dopo quattro mesi di negoziati difficili, si fonde con Promodès. Acquista poi il restante 72,5 per cento di GB (gruppo belga), di cui già deteneva il 27,5 per cento. Alla fine del 2000, ha acquistato la maggioranza del gruppo italiano GS. Con queste acquisizioni ottiene la leadership nel segmento delle grandi superfici di vendita di prodotti di largo consumo con una quota di mercato superiore al 30 per cento. CREDIT LYONNAIS, la banca francese privatizzatasi nel 99 mediante la costituzione di un nocciolo duro di azionisti possessori del 33 per cento delle azioni legati ad un patto di sindacato, che scade a fine giugno del 2001 è oggetto di grosse manovre da parte di tre gruppi di azionisti, che mirano al suo controllo. Tra i principali soci figura il Crédit Agricole con il 10 per cento circa, la Banca Intesa 2,8 per cento, Allianz 6 per cento, Dresdner 3,6 per cento, Axa 5.5 per cento, Commerz 4 per cento, Bbva 3,8 per cento. Oltre le aziende legate al patto, vi è Soc-Gén per il 4 per cento. Lo Stato francese azionista per il 10 per cento vedrebbe di buon occhio fusioni e acquisizioni nell ambito domestico e cederebbe volentieri la sua partecipazione. Si prevede, comunque, scontro per il controllo, a seguito dell annunciata fusione tra i consoci Allianz e Dresdner. Questo nuovo gruppo avrebbe azioni per oltre il 10 per cento. DEXIA, nata nel 99 dalla fusione tra il Crédit Communal de Belgique e il Crédit local de France, si è subito quotata alle borse di Parigi e Bruxelles ed ha, in breve tempo, guadagnato una buona posizione in Europa nel settore bancario. La franco-belga Dexia Banque detiene il 60% del capitale della Dexia Insurance; la parte residua è detenuta per il 30 per cento da Dexia Banque Internationale del Lussemburgo e per il 10 per cento da Dexia Public Finance Bank. EADS (European Aeronautic Defence and Space Company), gigante europeo dell aeronautica, nasce con il voto favorevole della Commissione Europea, a seguito della fusione (annunciata il 14 ottobre 1999) tra la francese Aérospatiale Matra, la tedesca Daimler Chrysler Aerospace (Dasa 33 per cento) e la spagnola Casa 5,5 per cento. Il colosso, quotato in borsa, conta dipendenti. Nell ambito dell industria aeronautica europea, l EADS assume una posizione dominante, con il 23,9 per cento di Ariane; 45,9 per cento di Dassault Aviation; 30 per cento di Eurofighter (aerei bellici); 75 per cento di Astrium. Fa parte, inoltre, per l 80 per cento del Consorzio aeronautico Airbus, che costruirà il super aereo A380. È in programma, per il 2001, un accordo con la Bae (British aerospace) e la Finmeccanica per la costituzione di una società missilistica europea (MBDA). 51

20 ELECTRICITÈ DE FRANCE, azienda pubblica creata nel 1946, è il gigante dell elettricità francese e del mercato elettrico mondiale. L Ente, che ha 117mila dipendenti, agisce in regime di monopolio, in Francia, dove ha 31 milioni di clienti. La produzione globale di energia è pari a 470 miliardi di kilowattora (kwh), con un fatturato, nel 99, di oltre 34 miliardi di euro. I suoi investimenti si sono localizzati in una ventina di paesi europei: in Italia (30 per cento nell Ise, controllata Edison e 20 per cento di Italpower); in Francia (tramite l utility Gaz de France); in Inghilterra (con London Electricity); in Spagna (Elcogas e centrale di Puertollano); in Germania (25 per cento di Energie Baden Wuttemberg Ag); in Austria (con Steweag, filiale di Estag); in Svezia (con Graninge); in Portogallo (con Teyo +Energia); in Svizzera (con Atel); in Polonia (con Eck, Kogeneracja, Zecw, Rybnik); in Ungheria (con Demasz, Edasz, Bert). Nei paesi extraeuropei è presente in America latina (con Edenor); in Africa (investimenti per il 2 per cento in Egitto); in Asia (investimenti del 12 per cento). Nel suo programma di espansione, secondo quanto a fine aprile 2001 è riportato dal Sunday Telegraph, starebbe per lanciare una Opa di 2,4 miliardi di euro sull operatrice britannica Seeboard. L EDF, forte degli enormi margini di vantaggio industriali che le garantiscono le 58 centrali nucleari (produzione di 60mila megawatt e l 80 per cento del fabbisogno domestico) ha iniziato la scalata, acquistandone il 20 per cento del capitale, alla Montedison, holding impegnata nell agro-alimentare, nelle assicurazioni, nella chimica e nella farmaceutica, nell energia e nell ingegneria con un fatturato globale di circa 14 miliardi di euro e dipendenti. Con questa quota sarebbe il maggior azionista, per cui il governo italiano ha in corso una dura battaglia: prima ha emanato un decreto che sterilizza al 2 per cento le azioni in possesso di EDF, poi, si è rivolta direttamente al governo francese chiedendo di bloccare l acquisto al 20 per cento e infine si è appellata alla Commissione Europea. Il tutto per evitare che un alleanza tra i tre più grossi azionisti possa concentrarsi in una quota unica, superiore al 30 per cento, quota necessaria per far scattare l obbligo della OPA totalitaria. EURONEXT, con la maxi fusione tra le borse di Parigi, Amsterdam e Bruxelles, nasce il 22 settembre 2000 una borsa europea unificata che debutta con oltre titoli. Aspira ad aggregare altre forze e altre piazze europee come Milano e Madrid e non ultima Londra. GUILLEMARET, società francese (multinazionale), con 400 dipendenti, produttrice di accessori e componenti legati all intrattenimento digitale, ha, negli ultimi tempi, ampliato la gamma dei prodotti con l acquisizione di Hercules (schede grafiche) e Thrustmaster (joysticks e cloches per simulatori di volo). LAFARGE, colosso cementiero francese, a fine anno 2000, dopo mesi di trattative, ha annunciato un accordo amichevole per l acquisizione della britan- 52

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