INDICE. Presentazione 3
|
|
- Cristina Berardino
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 L APPRENDISTATO NEI TRASPORTI DELLA PROVINCIA DI ROMA L IMPATTO E LE POTENZIALITÀ DI UNA POLITICA ATTIVA DEL LAVORO, TRA DINAMICHE DI SVILUPPO E MUTAMENTI DEI FABBISOGNI FORMATIVI DELLE IMPRESE Roma, Dicembre 2010
2 INDICE Presentazione 3 PARTE PRIMA - IL CONTESTO STRUTTURALE E LE DINAMICHE EVOLUTIVE DEL SISTEMA PROVINCIALE: SVILUPPO E COMPETITIVITÀ DELL'AREA ROMANA Premessa 7 1. Le prospettive esistenti in ambito provinciale: il sistema economico La crisi internazionale L Italia un osservato speciale Le luci e le ombre del sistema economico della Provincia di Roma Le infrastrutture della provincia romana Gli indicatori di dotazione infrastrutturale economiche e sociali Criticità e potenzialità del sistema infrastrutturale dei trasporti Il sistema logistico attuale e programmato La domanda di trasporto merci nel Lazio e nella provincia di Roma L organizzazione della rete logistica e distributiva attuale Gli indirizzi di sviluppo del sistema logistico Le infrastrutture strategiche programmate Il confronto sulle vocazioni logistiche della provincia di Roma 47 PARTE SECONDA - IL QUADRO DELL'OFFERTA FORMATIVA PROVINCIALE E REGIONALE 1. Alcuni elementi sull offerta formativa Formazione Tecnica Superiore I principali aspetti e l offerta nella Regione I canali di finanziamento Formazione Continua I principali aspetti e l offerta nella Regione I canali di finanziamento Percorsi individuali di orientamento e inserimento professionale 68 i
3 4.1. L apprendistato L apprendistato professionalizzante nella provincia di Roma Formazione post-universitaria L offerta universitaria I master di primo e secondo livello 78 Bibliografia 82 Sitografia 83 APPENDICE STATISTICA - I DATI EXCELSIOR SUI FABBISOGNI PROFESSIONALI PER L'OCCUPABILITÀ NEL LAZIO E NELLE PROVINCE PARTE TERZA - L'INDAGINE PRESSO LE IMPRESE 1. Il processo di individuazione delle imprese intervistate Considerazioni introduttive ed aspetti metodologici Altre informazioni sulle imprese e le principali dinamiche Gli addetti: chi lavora attualmente nelle imprese nelle attività logistiche Le difficoltà nella ricerca di nuovo personale Le assunzioni nel prossimo biennio: primi elementi qualitativi Le competenze ricercate Profili specialistici più richiesti e l impatto dei contratti di apprendistato secondo l analisi dei testimoni privilegiati Il quadro informativo (Osservatorio nazionale sul trasporto merci e la logistica - Isfort) Monitoraggio dell intervento della Provincia di Roma (Direzione lavoro Provincia di Roma) Alcuni suggerimenti Considerazioni conclusive 139
4 Presentazione Il presente rapporto illustra i principali risultati delle attività di ricognizione svolte da Isfort nell ambito del servizio di ricerca e di promozione dell apprendistato nel settore dei trasporti e della logistica svolto per conto di Capitale Lavoro, società in house della Provincia di Roma. L obiettivo principale di tale attività, coerentemente con la proposta formulata da Isfort in sede di presentazione del progetto, è stato quello di valutare l impatto della strategia dei contratti di apprendistato sul contesto economico provinciale a partire da una pluralità di percorsi di ricerca. Tali percorsi in particolare hanno riguardato: la ricostruzione di un quadro di riferimento generale, la identificazione del complesso dell offerta formativa regionale e provinciale, la realizzazione di una indagine campionaria presso le imprese. Al termine di questo complesso itinerario è difficile poter esprimere una valutazione sintetica della politica di sostegno all occupazione svolta dalla Provincia e dal resto dei livelli della Pubblica amministrazione che a vario titolo hanno concorso all implementazione presso le imprese della strategia dei contratti di apprendistato, tuttavia emergono alcuni spunti di riflessione di cui sarà opportuno tenere conto per il futuro. Senza dubbio il primo dato da rilevare riguarda il successo in termini numerici dell iniziativa nel suo complesso. Le imprese, soprattutto di alcuni specifici comparti (quali l edilizia ed il commercio), hanno accolto con favore le agevolazioni proposte, anche se non ne hanno condiviso per intero gli obiettivi. Infatti se l obiettivo della politica era quello di incentivare l ingresso dei giovani nel mondo del lavoro per favorirne, in seguito, la stabilizzazione (una sorta di start-up verso il contratto a tempo indeterminato), le imprese lo hanno interpretato come una nuova forma, incentivata, di contratto a termine. Questo forse è il dato più preoccupante, ovvero la limitata conversione dei contratti di apprendistato in contratti a tempo indeterminato. Il secondo aspetto che lascia piuttosto perplessi, ma che in fin dei conti è una logica conseguenza dell interpretazione temporanea del rapporto di lavoro avviato con i contratti di apprendistato, riguarda la modesta integrazione tra attività lavorativa e percorso formativo. In altre parole, oltre ad una scarsa effettiva realizzazione delle ore di formazione previste da contratto, si avverte anche una certa distanza tra l attività in azienda e la crescita professionale dell assunto in formazione (sia in termini di incremento di competenze che di Know-How). Ciò è legato, in parte, a difficoltà di carattere organizzativo, o di impedimento materiale come, ad esempio, la concentrazione degli enti di formazione accreditati per l erogazione della formazione in aula nell area urbana di Roma e la diffusione delle sedi delle imprese al di fuori del tessuto urbano nei comuni della provincia, ma è anche (e forse soprattutto) dovuto alla scarsa flessibilità dei percorsi formativi, i quali spesso sono distanti dalle esigenze operative e di mercato delle imprese stesse. Ma in alcuni comparti, come quello dei trasporti e della logistica, si avverte anche una ridotta disponibilità ad utilizzare i contratti in formazione. Delle 206 aziende consultate nell ambito dell indagine campionaria, solo 3 imprese hanno dichiarato che nel prossimo anno stipuleranno contratti di apprendistato e soltanto altre 15 hanno dimostrato un qualche interesse per questa opportunità. Il resto delle imprese hanno dichiarato di non aver intenzione di assumere. 3
5 Quest ultimo aspetto merita un ulteriore commento. L attuale congiuntura economica, come l indagine presso le imprese locali dimostra, non rappresenta di certo il miglior momento per l attuazione di una politica di sostegno all occupazione. Le dinamiche internazionali e nazionali sono critiche e soprattutto incerte, le imprese consultate nell ambito dell indagine campionaria in buona parte hanno difficoltà a mantenere gli occupati già in organico, in grande maggioranza non hanno nessuna intenzione di ampliare il numero degli addetti e solo una quota minoritaria vorrebbe effettuare nuove assunzioni, prediligendo perlopiù l ingresso di addetti già qualificati con un bagaglio ricco di esperienza lavorativa pregressa. Anche se è difficile separare i fattori interni e quelli esterni che possano giustificare il successo o l insuccesso dei contratti di apprendistato, si possono tuttavia formulare una serie di ipotesi che sicuramente potrebbero favorirne una più efficace utilizzazione. 1. Se l impresa deve essere il luogo di formazione e di crescita professionale del neo assunto, il percorso di formazione individuale si deve avvicinare in modo flessibile alle esigenze operative dell azienda e non il contrario. 2. Se il contratto di apprendistato deve essere lo strumento per favorire la stabilizzazione dei giovani neo-assunti, oltre all incentivo fiscale e contributivo, sarebbe opportuno prevedere una maggiorazione dell agevolazione in relazione al livello di specializzazione richiesto, favorendo l attivazione di contratti in formazione di profili più elevati e disincentivando quelli senza nessuna qualifica. 3. Infine, e a coronamento delle due precedenti considerazioni, i contratti in formazione devono essere parte di processi di innovazione e di ricerca da parte delle aziende; senza un piano di riferimento volto alla ricerca di nuovi mercati, all innovazione di prodotto o di processo, al trasferimento di nuove tecnologie, difficilmente, e ancor più in fasi di crisi come l attuale, è molto improbabile che si aprano opportunità di lavoro stabili per i giovani. Le considerazioni che poc anzi sono state sinteticamente accennate sono più diffusamente argomentate all interno delle tre parti di cui si compone il volume. La prima parte rappresenta il tentativo di ricostruire il quadro delle dinamiche di sviluppo della provincia di Roma e di individuare, con particolare riferimento alla dotazione di reti e servizi di trasporto, i punti di forza e di debolezza del settore economico dei trasporti e della logistica. L analisi della domanda e dell offerta di infrastrutture, di servizi logistici e di trasporto è stata messa a punto grazie al componimento di vari tasselli tutti in qualche misura significativi. Vi è infatti, in primo luogo, la necessità di inquadrare la dimensione locale nelle dinamiche internazionali, nazionali e regionali al fine di comprendere coerenze ed incoerenze del tessuto economico provinciale. In seconda battuta occorre delineare l orizzonte programmatico e degli investimenti degli ordinamenti nazionali e regionali al fine di comprendere l offerta attuale e quella programmata. I primi capitoli del testo si occupano pertanto di riportare le tematiche in precedenza evidenziate all ambito della provincia di Roma, fornendo un inquadramento delle principali traiettorie di sviluppo economico e sociale vissute negli ultimi decenni dal territorio romano e provando in successione a ricostruire lo scenario in composizione per quanto riguarda sia l assetto di infrastrutture e servizi di accessibilità, sia le particolarità del sistema logistico e distributivo. Tale scenario è ottenuto focalizzando, in primo luogo, la domanda di reti e di servizi espressa dalle imprese
6 localizzate e, inoltre, guardando all orizzonte dei progetti esistenti e alle prevedibili ricadute di questi sull accessibilità e il trasporto delle merci nell area. Infine tenendo conto delle dinamiche di sviluppo, della programmazione in essere e dell andamento dell economia provinciale, si tenta di stimare le prospettive di crescita del territorio per poter apprezzare, nelle parti successive, le caratteristiche della domanda di nuove assunzioni, sia in termini generali, sia, nel particolare, nel comparto dei trasporti e della logistica. La seconda parte descrive il quadro dell offerta di formazione nel Lazio, e nella provincia di Roma nello specifico, attivata non solo dalle Amministrazioni pubbliche ma promossa anche attraverso fondi interprofessionali, autofinanziamenti aziendali e dalle associazioni imprenditoriali o sindacali. La parte in questione offre anche un primo spaccato dell attuazione dei contratto di apprendistato nella regione Lazio e nella provincia di Roma elaborato a partire dalle informazioni raccolte dall Agenzia Lazio Lavoro e dalla stessa Provincia di Roma. La sezione è poi arricchita da un appendice statistica che tenta una stima di massima dell occupazione emergente nel settore. Si tratta in verità solo di un primo affondo conoscitivo di tipo statistico sulla domanda di figure professionali espressa dalle imprese a partire dalle informazioni aggregate offerte dalla banca dati Excelsior. La terza parte infine presenta i risultati di una indagine diretta presso gli operatori svolta a cavallo tra il mese di novembre e di dicembre del Il contributo è fondamentale per approfondire le attese delle imprese del settore e per orientare l attività formativa verso le figure immediatamente collocabili sul mercato del lavoro. Il complesso delle indicazioni formulate dalle aziende offre utili informazioni ai fini di una più esatta identificazione dei percorsi formativi da intraprendere per assecondare le esigenze del settore riguardanti tanto la preparazione al lavoro dei nuovi addetti, quanto la riqualificazione degli operatori già collocati. 5
7 Parte prima IL CONTESTO STRUTTURALE E LE DINAMICHE EVOLUTIVE DEL SISTEMA PROVINCIALE: SVILUPPO E COMPETITIVITÀ DELL AREA ROMANA
8 Premessa Obiettivo del presente capitolo è ricostruire il quadro delle dinamiche di sviluppo della provincia di Roma e di individuare, con particolare riferimento alla dotazione di reti e servizi di trasporto, i punti di forza e di debolezza del settore economico della logistica, considerato sempre più strategico. Nel Programma delle Infrastrutture Strategiche del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si afferma che, nell ultimo quinquennio, è maturata la consapevolezza che proprio nella organizzazione della logistica, della qualità dei servizi di trasporto e nella ottimizzazione dei processi di scambio risiedono i margini per un recupero della competitività nazionale. Lo scenario economico della provincia di Roma, in un contesto di crisi internazionale e nazionale, si presenta con alcune luci ma, anche, con qualche ombra in grado di condizionarne lo sviluppo futuro. Il settore della logistica può però giocare un ruolo importante, aspirando a far diventare la provincia di Roma un nodo di eccellenza, anche grazie alle opportunità derivanti dal costituire uno dei principali mercati di sbocco nazionale e dalla sua centralità geografica rispetto all Italia e al bacino del Mediterraneo. Appare, però, non più rinviabile la razionalizzazione dell offerta dei servizi di trasporto privati e collettivi, sia delle merci che delle persone, attraverso progetti finalizzati all ottimizzazione del Sistema dei Trasporti, privilegiando interventi di potenziamento delle reti e dei servizi di trasporto a minor impatto ambientale (soprattutto per le connessioni urbane) e rinviando alla programmazione di nuove realizzazioni infrastrutturali solo in assenza di altre alternative. Tale strategia può essere attuata con: - un piano strategico di livello regionale fortemente condiviso in grado di indicare e di realizzare le priorità di intervento (con particolare attenzione al nodo di Roma); - un maggiore coordinamento nelle politiche di Trasporto tra i tre livelli dell Amministrazione locale (Regione, Province e Comuni) e con gli enti pubblici e privati nazionali e locali (FS, Aziende Logistiche, altro). Lo studio tratteggia un quadro di massima delle dinamiche di sviluppo della provincia di Roma (aggiornamento delle analisi già effettuate nell ambito dello studio condotto sempre da Isfort nel 2005 per conto dell Osservatorio sul mercato del lavoro della Provincia di Roma). Inoltre consente di individuare, con particolare riferimento alla dotazione di reti e servizi di trasporto, il quadro degli scenari di offerta e di domanda del settore, attuali e programmati. In particolare, il disegno di questi scenari tiene conto delle indicazioni di sviluppo del Piano Regionale delle Merci, in corso di approvazione da parte dell Amministrazione regionale, e del Piano delle Merci Provinciale, già approvato, nel quadro degli interventi strategici programmati per il Lazio dal Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture aggiornati al mese di settembre Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Programmare il territorio, le Infrastrutture e le Risorse: le Strategie, Programma Infrastrutture Strategiche, 8 Allegato Infrastrutture, Settembre
9 1. Le prospettive esistenti in ambito provinciale: il sistema economico 1.1. La crisi internazionale La rappresentazione del quadro strutturale ed evolutivo del sistema economico della provincia di Roma non può prescindere dalla crisi economica mondiale in atto. La crisi, originatasi tra il 2007 e il 2008 negli Stati Uniti con l esplosione di una bolla speculativa immobiliare, ha investito il sistema creditizio e ipotecario internazionale generando una forte riduzione della capacità di consumo e risparmio della popolazione mondiale. La recessione globale La crisi si è manifestata a settembre 2008: la bancarotta di diverse società legate al credito ed alla finanza immobiliare innesca la prima recessione su scala mondiale degli ultimi 60 anni. Nei sei mesi tra ottobre 2008 e marzo 2009 il prodotto interno dei paesi industrializzati diminuisce del 4% e il commercio internazionale si riduce di circa un sesto. A sventare un possibile collasso del sistema finanziario e a contenere la caduta delle attività economiche contribuisce la risposta delle politiche economiche (monetarie e fiscali), straordinarie per la varietà e l entità degli strumenti impiegati e per il grado di coordinamento raggiunto tra Autorità e tra Paesi. Nel 2009, tra la fine del II e l inizio del III trimestre, dopo ben quattro trimestri consecutivi in cui si era registrata una crescita del PIL negativa, si assiste all avvio della fase di ripresa in quasi tutte le economie più industrializzate, ma con tassi di crescita significativi solo per le principali economie dei paesi emergenti (fig. 1). Fig. 1 - Modifiche del prodotto interno lordo (anno 2009) Fonte: CIA world factbook estimates Una ripresa economica fragile La fase di ripresa, confermata anche dall andamento del PIL dei primi tre trimestri del 2010 (tab. 1), appare tuttavia ancora debole e condizionata da alcuni elementi di fragilità. 8
10 Tab. 1 - Andamento trimestrale del PIL dei paesi europei, degli Stati Uniti e del Giappone Stati 2007 IV 2008 I 2008 II 2008 III 2008 IV 2009 I 2009 II 2009 III 2009 IV 2010 I 2010 II Belgium 0,2 0,8 0,5-0,4-2,2-1,7 0,1 1,0 0,4 0,1 1,0 : Bulgaria 2,1 1,5 1,3 1,4 0,6-6,3 0,0-0,1-0,2-0,5 0,5 : Czech Republic 1,0 0,3 0,7 0,2-0,7-3,8-0,5 0,5 0,5 0,4 0,9 : Denmark 0,6-1,4 0,8-0,7-2,2-1,8-2,4 1,1 0,2 0,7 1,7 : Germany 0,3 1,4-0,7-0,5-2,2-3,4 0,5 0,7 0,3 0,6 2,3 0,7 Estonia 0,4-2,2-1,0-2,7-5,7-5,6-3,7-1,4 1,4 1,1 1,9 : Ireland 3,3-2,7-1,8-0,3-4,6-2,8-0,1-0,3-2,5 2,2-1,2 : Greece 0,5 0,7 0,6 0,1-0,7-1,0-0,3-0,5-0,8-0,8-1,8 : Spain 0,6 0,5 0,0-0,8-1,1-1,6-1,1-0,3-0,2 0,1 0,3 0,0 France 0,2 0,5-0,6-0,3-1,5-1,5 0,1 0,2 0,6 0,2 0,7 0,4 Italy -0,4 0,4-0,7-1,1-2,0-2,9-0,3 0,4-0,1 0,4 0,5 0,2 Cyprus 1,1 0,8 1,2 0,2 0,0-1,1-0,9-0,7-0,1 0,4 0,5 0,6 Latvia 0,9-3,0-2,2-1,1-4,2-11,6-1,5-3,2-1,2 0,9 0,8 : Lithuania 1,7 1,0-1,2-0,1-1,1-13,6 0,1-0,5-0,2-0,1 0,5 : Luxembourg 1,8 1,0 0,3-1,5-4,1 0,0-2,6 3,5 1,3 0,8-0,3 : Hungary 0,6 1,2-0,2-1,0-2,1-3,2-1,3-0,8 0,0 1,0 0,4 0,8 Malta 0,9 1,1 1,0 0,0-1,4-1,9-0,1 1,2 1,0 1,4 0,1 : Netherlands 1,4 0,8-0,3-0,3-1,2-2,4-1,3 0,7 0,6 0,5 0,9-0,1 Austria 1,3 1,4 0,3-0,6-1,6-2,1-0,8 0,6 0,4 0,0 1,2 0,9 Poland 2,2 1,4 0,8 0,7-0,3 0,3 0,5 0,7 1,2 0,6 1,0 : Portugal 0,9 0,1-0,1-0,7-1,4-1,8 0,6 0,3-0,1 1,1 0,3 : Romania 3,2 3,8 1,5-0,4-2,2-4,1-1,5 0,1-1,5-0,3 0,3 : Slovenia 0,8 1,7 0,7 0,2-3,3-6,1-0,6 0,4 0,1-0,1 1,1 : Slovakia 5,2-1,4 1,0 1,2 0,6-7,6 1,1 1,2 1,3 0,8 1,0 0,9 Finland 0,9 0,3 0,3-0,5-3,1-5,7-0,8 1,1 0,3 0,1 1,9 1,3 Sweden 1,2-1,0-0,2 0,1-3,9-2,7 0,3 0,5 0,6 1,5 1,9 : United Kingdom 0,3 0,5-0,3-0,9-2,1-2,3-0,8-0,3 0,4 0,4 1,2 0,8 Iceland -5,1 1,8-0,8 2,4-3,6-2,4-0,8-4,2-0,3-1,2-3,1 : Norway 0,8-0,9 0,4-0,5-0,1-0,5-1,1 0,7-0,2 0,5-0,2-1,6 Switzerland 0,9 0,8 0,5-0,7-1,1-1,0-0,6 0,7 0,7 1,0 0,9 : Croatia 0,6 0,8 0,6-0,6-0,8-4,1-0,7-0,3-0,1-1,2-0,6 : Turkey : : : : : : : : : : : : United States 0,7-0,2 0,1-1,0-1,7-1,2-0,2 0,4 1,2 0,9 0,4 0,5 Japan 0,4 0,3-0,7-1,4-2,7-4,2 2,4-0,4 1,0 1,6 0,4 0,9 Con carattere rosso sono evidenziati, i trimestri consecutivi con andamento negativo. Fonte Eurostat III 9
11 La ripresa del gruppo dei paesi più industrializzati, sino ad oggi, è stata essenzialmente sostenuta dal processo di ricostituzione delle scorte e dalla domanda generata dagli interventi di politica espansiva monetaria e fiscale. Alcuni degli economisti italiani 2 hanno espresso la preoccupazione sulla possibilità che l attuale ripresa possa tramutarsi in una robusta e duratura espansione se non sarà accompagnata da uno sviluppo della domanda del settore privato. Una ripresa quest ultima che appare difficile senza una crescita del mercato del lavoro nei paesi industrializzati. Se il rischio del mantenimento di una politica monetaria espansiva è quello di poter innescare un processo inflazionistico, il mantenimento di una politica fiscale fortemente espansiva si scontra con le condizioni di sostenibilità delle finanze pubbliche, come dimostrano anche le recenti pressioni dei mercati sui Paesi identificati con l acronimo anglosassone PIGS 3 (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna) caratterizzati generalmente da un forte deficit nei conti con l estero e da un alto tasso di disoccupazione L Italia un osservato speciale Tra i Paesi sotto osservazione vi è anche l Italia. Il Paese ha superato il periodo di recessione, tra il secondo semestre 2008 ed il primo semestre del 2009, con un ritmo di crescita tra i più bassi in Europa. Le condizioni di bassa crescita dell economia italiana appaiono comunque strutturali e antecedenti alla crisi internazionale. Prima della crisi, l'economia italiana ha registrato performance economiche inferiori a quella dei maggior partner della zona euro, con una crescita media annua di quasi un punto percentuale inferiore alla media. L'Italia ha registrato una crescita reale del PIL in media pari all 1,6 per cento nel periodo , un valore più basso di circa 2 punti percentuali rispetto al decennio precedente. La serie storica del PIL italiano (graf. 1) evidenzia come il declino della crescita italiana sia soprattutto legata allo scarso contributo dato dai fattori totali produttivi (TFP). Come viene sottolineato, in un recente rapporto del FMI 4, dal 1998 la crescita percentuale dei fattori totali produttivi, rispetto al contributo offerto dal lavoro e dal capitale, ha subito un andamento negativo e, quindi, un crollo con l arrivo della crisi finanziaria. Il contributo dei TFP è diminuito significativamente nel corso del periodo , un rallentamento che è risultato particolarmente accentuato nel settore manifatturiero e nei settori non legati al commercio. Viceversa, il contributo alla crescita fornito dal lavoro dal 1996 è stato positivo: sebbene il contributo del capitale sia rimasto sostanzialmente stabile, il contributo di ore lavorate è aumentato in misura significativa. La crisi, secondo alcuni economisti 5, avrebbe investito l economia italiana in una fase di profonda ristrutturazione del sistema produttivo rendendo ancora più fragili le imprese coinvolte in tale processo con possibili ripercussioni negative nel medio periodo M. Lossani, La Congiuntura, la Dinamica del Credito e la Struttura Finanziaria Delle Imprese, seminario su Credito, capitale e regole: quale equilibrio dinamico per lo sviluppo economico in un contesto di sana concorrenza Castello dell Oscano - Perugia, 11 marzo 2010, Assbb, Quaderno N A volte l acronimo utilizzato è PIIGS dove si fa comprendere anche l Italia. Hanan Morsy, and Silvia Sgherri, After the Crisis: Assessing the Damage in Italy, International Monetary Fund, Working Paper, ottobre Bugamelli, M., R. Cristadoro, G. Zevi, La crisi internazionale e il sistema produttivo italiano: un analisi su dati a livello di impresa, Banca d Italia, Questioni di economia e finanza, n. 58,
12 Graf. 1 - I contributi alla crescita: variazioni percentuali annue del PIL reale Fonte: Elaborazione del FMI su dati OECD Altri economisti, viceversa, pongono l accento sulla sostanziale solidità del sistema bancario italiano, il quale avrebbe consentito un assorbimento relativamente agevole dell impatto della crisi finanziaria, contenendo le perdite permanenti di capacità produttiva. Quest ultima valutazione è coerente con i risultati ottenuti da simulazioni 6 su scenari economici condotte per quantificare il contributo della crisi internazionale su alcune variabili macroeconomiche. Si è stimato che nel triennio la crisi ha sottratto 6,5 punti percentuali alla crescita del PIL italiano. In particolare, i fattori di crisi avrebbero gravato per quasi 10 punti percentuali, prevalentemente nel 2009; mentre le politiche economiche e gli stabilizzatori automatici ne avrebbero mitigato l impatto per circa 3,5 punti percentuali. La maggior parte degli effetti della crisi italiana sarebbe, quindi, attribuibile all evoluzione del contesto internazionale; un ruolo meno rilevante, anche se non trascurabile, avrebbero avuto il peggioramento delle condizioni di finanziamento delle imprese e la crisi da sfiducia che si è accompagnata alla recessione. I risultati della simulazione evidenziano, inoltre, che senza la crisi e senza le contromisure messe in campo dalle autorità monetarie e fiscali per farvi fronte la crescita dell economia italiana sarebbe stata comunque modesta. In una prospettiva di più lungo periodo, la crisi sembra comunque avere inciso in misura non trascurabile sulle potenzialità di sviluppo della economia. Il ritmo di crescita del prodotto potenziale è stimato a circa lo 0,3 per cento annuo, un valore inferiore di oltre mezzo punto percentuale a quello, già basso, precedente alla crisi. Più ottimistiche le stime indicate, dal FMI secondo cui l aumento del PIL italiano avrebbe dovuto attestarsi attorno all 0,8% nel 2010 e all 1,2% nel Le stime ufficiali fornite da Banca d Italia con riferimento al biennio prevedono, invece, una minor crescita pari allo 0,5% anche in conseguenza dell impatto deflazionistico della manovra stessa (decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010). 6 Caivano M., L.Rodano, S. Siviero, La trasmissione della crisi finanziaria globale all economia italiana. Un indagine controfattuale, , Banca D Italia, Questioni di Economia e Finanza, n. 64, aprile
13 1.3. Le luci e le ombre del sistema economico della Provincia di Roma Il sistema economico 7 provinciale di Roma negli ultimi dieci anni ha fatto registrare performance economiche, con riferimento ad alcune variabili macroeconomiche, migliori rispetto al dato medio del Paese, a conferma di un processo di ristrutturazione e consolidamento del sistema produttivo locale che sino ad oggi è stato trainante anche per il resto della regione. La crisi internazionale ha però investito anche la provincia di Roma, le cui imprese hanno visto crollare le proprie esportazioni, ricorrendo massicciamente alla cassa integrazione per far fronte al calo di fatturato. Si segnala come elemento positivo, invece, la diminuzione per le Banche del peso delle sofferenze: ai minimi storici, alla fine del 2008, sia in Italia che nella provincia di Roma. In particolare al 30 giugno 2009, l indice sofferenze/impieghi riferito ai residenti in provincia di Roma (2,6%) si attestava al di sotto del corrispettivo valore nazionale Il trend di sviluppo delle imprese romane Le imprese della provincia romana, registrate negli archivi della Camera di Commercio, a fine 2009 risultavano pari a , il 7,1% del totale nazionale. Dal 1998 il numero è cresciuto del 30,3% con un tasso medio di crescita annua del 2,4%. Solo nel biennio e nel biennio i tassi di sviluppo pur positivi sono risultati inferiori al tasso medio di crescita annuale. In particolare, nel biennio , in piena recessione, le imprese sono cresciute rispettivamente dell 1,7% e dell 1,5%; nello stesso periodo il tasso medio nazionale è risultato negativo (-0,3%) per tutti e due gli anni. La crescita delle imprese romane è stata trainata essenzialmente dalle società di capitale cresciute, tra il 1998 e il 2009, del 67%. Nello stesso periodo, il numero delle imprese individuali è cresciuto del 15% e le società di persone del 2%; più significativo il tasso di crescita, pari al 33%, delle altre forme societarie. Il trend di crescita delle società di capitale ha consentito il sorpasso sulle imprese individuali (graf. 2). Nel 2009 le società di capitale si confermano le imprese più numerose: il 41% del totale contro una media italiana del 21,5%. Le società individuali costituiscono il 39% contro il 55,6% della media italiana; le società di persone il 15% (media italiana 19,5%), stabile e di poco inferiore al 5% il peso delle altre forme di imprese. In valore assoluto il 54,4% delle imprese romane si concentra in tre settori: il Commercio all ingrosso e al dettaglio; le Costruzioni; le attività di Alloggio e Ristorazione. Il settore principale, il Commercio, assorbe il 30,5% delle imprese contro il 27% della media italiana. Il settore Costruzioni con il 16,4% presenta valori comparabili al dato medio italiano (15,8%); le imprese che forniscono servizi di Alloggio e Ristorazione costituiscono il 7,4%, contro una media italiana del 6,5%. A livello nazionale i primi tre settori, in grado di raggruppare il 58,1% delle imprese, sono: Commercio all ingrosso e al dettaglio, Costruzioni e, a differenza del contesto provinciale romano, Agricoltura, silvicoltura e pesca. 7 La fonte principale dei dati economici utilizzati per la stesura del paragrafo fa riferimento ai valori statistici del consuntivo strutturale 2009 della Camera di Commercio di Roma: Tavole 8 Giornata Economia di Roma. 12
14 Graf. 2 - Le imprese delle provincia di Roma tra il ,00% 45,00% 40,00% 35,00% 30,00% 25,00% 20,00% 15,00% 10,00% 5,00% 0,00% Distribuzione delle forme giuridiche nelle imprese romane Società di capitale Ditte Individuali Società di persone Altre forme Elaborazione Isfort su dati Unioncamere Gli altri settori di riferimento sono: le Attività manifatturiere (6,8% e inferiore al dato medio nazionale pari all 11%); i Servizi immobiliari (Roma 5,9%, Italia 4,8%); Altri servizi (Roma 5,2%, Italia 3,9%); Servizi vari di supporto alle imprese (Roma 4,9%, Italia 2,6%); Attività professionali tecniche scientifiche (Roma 4,2%, Italia 3,2%). In definitiva le imprese romane si caratterizzano per elevati quozienti di specializzazione nel terziario: il 73% del comparto produttivo romano contro il 57,7% del dato medio italiano. L analisi dell incidenza dei diversi settori di attività economica in ambito provinciale e la corrispondente quota a livello nazionale consente di evidenziare l attività il cui grado di specializzazione presenta un valore più elevato rispetto all aggregato nazionale (tab. 2). Volendo stilare una sorta di graduatoria delle attività del terziario con i quozienti più alti (limitandosi a quelle di maggiore consistenza numerica in termini d imprese) si rileva il valore più elevato per: Servizi di Informazione e comunicazione (2,09), Noleggio, Agenzie di viaggio, Servizi di supporto alle imprese (1,88), Sanità e Assistenza sociale (1,55), Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (1,48), Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (1,48), Attività Finanziare e assicurative (1,46), Istruzione (1,39), Altre attività di servizi (1,32), Attività Professionali scientifiche e tecniche (1,31), Trasporti e magazzinaggio (1,31), Attività immobiliari (1,23), Attività dei servizi alloggio e ristorazione (1,13), Commercio all'ingrosso e al dettaglio (1,12). L unica sezione di attività economica con una certa specializzazione rispetto al contesto nazionale che non sia riconducibile al macrosettore dei Servizi è, invece, quella delle Costruzioni (1,03). Le specializzazioni più basse si confermano per i settori Agricoltura e pesca, Attività manifatturiere e Estrazione di minerali. 13
15 Il dato della crescita delle imprese per settore economico rileva che nel 2009 hanno registrato il maggiore incremento in valore assoluto e percentuale le attività non classificate: imprese in più per una crescita pari al 32%. Se si esclude il contributo di tale imprese, il saldo delle imprese romane risulterebbe negativo: imprese in meno rispetto al 2008, lo 0,5% del settore produttivo. Tab. 2 - L incidenza dei settori di attività economica provinciale rispetto al dato nazionale Settori economici Incidenza Organizzazioni ed organismi extraterritoriali 9,56 Amministrazione pubblica e difesa; assicurazione sociale obbligatoria 3,69 Servizi di informazione e comunicazione 2,09 Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 1,88 Sanità e assistenza sociale 1,56 Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 1,49 Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 1,48 Attività finanziarie e assicurative 1,46 Istruzione 1,39 Altre attività di servizi 1,32 Attività professionali, scientifiche e tecniche 1,31 Trasporto e magazzinaggio 1,31 Attività immobiliari 1,23 Attività dei servizi alloggio e ristorazione 1,10 Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli 1,13 Costruzioni 1,04 Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento 1,03 Estrazione di minerali da cave e miniere 0,73 Attività manifatturiere 0,61 Agricoltura, silvicoltura pesca 0,24 Elaborazione Isfort su dati Unioncamere Le attività economiche della provincia di Roma che hanno registrato un saldo positivo superiore a 50 unità sono elencate in tabella 3. Le attività che hanno registrato la percentuale più alta di crescita, superiore al 3,5%, fanno tutte riferimento ad attività di servizio con un alto valore aggiunto. L unica attività che non rientra nel settore servizi a registrare un trend positivo nel 2009 è quella dei Lavori di Costruzione specializzati. 14
16 Tab. 3 - Le imprese che hanno registrato un saldo positivo superiore a 50 per divisioni di attività. ATECO 2007 Sezioni e divisioni di attività Trend % Saldo X Imprese non classificate 32, C33 Riparazione, manutenzione ed installazione di macchine ed apparecchiature 19,7 181 N82 Attività di supporto per le funzioni d'ufficio e altri servizi di supporto alle imprese 7,7 681 F42 Ingegneria civile 6,1 60 M70 Attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale 4,1 153 N81 Attività di servizi per edifici e paesaggio 3,9 188 L68 Attività immobiliari 1,8 415 R93 Attività sportive, di intrattenimento e di divertimento 1,8 67 F43 Lavori di costruzione specializzati 0,5 184 S96 Altre attività di servizi per la persona 0,4 67 I56 Attività dei servizi di ristorazione 0,4 100 Elaborazione Isfort su dati Unioncamere Nell analisi dei tassi di sviluppo delle imprese che si occupano di trasporto e logistica si deve tener conto che dal 1 gennaio 2008 l'istat ha adottato una nuova classificazione delle attività economiche, denominata Ateco 2007: la versione nazionale della nomenclatura europea 8. Poiché per la prima volta l Istat, il fisco e le Camere di Commercio adottano la stessa classificazione delle attività economiche si registra un importante passo in avanti nel processo di integrazione e semplificazione delle informazioni acquisite, ma si rende più difficoltoso il confronto della serie storica. La nuova classificazione prevede 22 sezioni di cui la sezione H è riferita a Trasporti e Magazzinaggio. Essa comprende tutte le attività di trasporto passeggeri o merci effettuate con servizio regolare o meno per ferrovia, mediante condotte, su strada, per via d'acqua o aereo e le attività ausiliarie quali servizi ai terminal, parcheggi, centri di movimentazione e di magazzinaggio di merci eccetera, l'attività di noleggio di mezzi di trasporto con autista od operatore, i servizi di ristorazione e bar effettuati dalle stesse imprese che effettuano il trasporto. Sono, anche, incluse le attività postali ed i servizi di corriere. Dalla sezione sono, invece, escluse le riparazioni o modifiche apportate ai mezzi di trasporto (esclusi gli autoveicoli), le attività di costruzione, manutenzione e riparazione di strade, ferrovie, porti, campi d'aviazione, le attività di manutenzione e riparazione di autoveicoli e il noleggio di mezzi di trasporto senza autista od operatore. Le differenze principali rispetto alla classificazione Ateco 2002 sono registrate all interno delle attività ausiliare, dove non sono più comprese le agenzie di viaggio, e in quella delle attività postali, dove non sono più presenti le attività delle telecomunicazioni. 8 Nace Rev. 2, pubblicata sull'official Journal il 20 dicembre 2006 (Regolamento (CE) n.1893/2006 del PE e del Consiglio del 20/12/2006) 15
17 In definitiva, le imprese registrate come attività di trasporto e magazzinaggio nella provincia di Roma con la codifica ATECO 2007, nel 2009 risultano essere , rappresentative del 3,9% del sistema produttivo (tab. 4). Il trend nell anno peggiore della crisi, il 2009, è stato negativo (-1,1%). Tab. 4 - Imprese trasporti 2009 (ATECO 2007) Settore Trasporti e Magazzinaggio Registrate 31/12/2008 Registrate 31/12/2009 Trend % H49 Trasporto terrestre e trasporto mediante condotte ,96 H50 Trasporto marittimo e per vie d'acqua ,38 H51 Trasporto aereo ,49 H52 Magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti ,16 H53 Servizi postali e attività di corriere ,41 Totale ,09 Elaborazione Isfort su dati Unioncamere Tale andamento non ha però contraddistinto i settori con la stessa intensità. In valore assoluto hanno subito il maggior numero di cessazioni le attività di Trasporto terrestre e in valore percentuale (-2,2%), le attività di Magazzinaggio e di supporto ai trasporti; stabili le Attività postali e di corriere; in crescita del 6% circa il settore aereo e quello marittimo. La classifica ATECO 2002 identifica aziende del settore trasporti, pari al 4,7% del totale delle imprese. Con il codice ATECO 2007 sono state declassificate dalle attività di trasporto circa imprese, attualmente il settore trasporti identifica circa l 82,8% delle imprese della precedente classifica (tab. 5). Le imprese classificate come trasporti terrestri e aerei hanno subito poche variazioni; i trasporti marittimi hanno visto crescere del 7,5% il numero di imprese classificate. Viceversa, il settore Attività ausiliare dei trasporti e agenzie di viaggio ha subito con la nuova classificazione lo scorporo di attività dei servizi delle agenzie di viaggio, dei tour operator e servizi di prenotazione e attività connesse, che incidono per il 38%. Nel 2009 tali attività sono state quantificate in e hanno subito un decremento dello 0,9% rispetto al Ancora più significativo lo scorporo delle attività di telecomunicazioni (1.555) pari all 86,3% che, rispetto al 2009, ha subito un decremento del 2,4%. Se dal dato ATECO 2002 si escludono le attività delle agenzie di viaggio, identificate dalla nuova classifica ATECO con il codice N79, e quelle del settore telecomunicazione, identificato dal codice J61, le imprese risultano essere rappresentative del 98% delle attività registrate dall omonima sezione ATECO Questo dato consente di poter effettuare un analisi qualitativa dell andamento della serie storica. La serie storica del decennio è disponibile per la classifica ATECO In graf. 3 è possibile rilevare come il trend di crescita delle imprese del trasporto sia stato piuttosto basso con tassi di crescita medi annui inferiori all 1% per i trasporti terrestri, per i trasporti marittimi e intorno all 1% per i trasporti aerei. I tassi più significativi di crescita sono stati registrati dal settore I64, rispetto al quale nel 2009 i servizi postali sono rappresentativi solo del 14% delle attività. La crescita significativa tra il 2003 e il 2006 è imputabile intermente al settore delle telecomunicazione. 16
18 Tab. 5 - Imprese di trasporto Settore Trasporti ATECO ATECO ATECO Trend % Trend % I 60 Trasporti terrestri e trasporto mediante condotta ,91% 8,75% I 61 Trasporti marittimi e per vie d'acqua ,06% 4,49% I 62 Trasporti aerei ,49% 10,81% I 63 Attività ausiliarie dei trasporti e ag.viaggi (1) (1) ,00% 72,11% I 64 Poste e telecomunicazioni (2) (2) ,01% 439,22% Totale ,00% - (1) Il settore I63 ATECO 2002 è stato scomposto nel settore H52 (Attività ausiliare dei Trasporti e N79 (attività di servizi agenzie di viaggio, ecc.) (2) Il settore I64 ATECO 2002 è stato scorporato nel settore H53 servizi postali e attività di corriere e settore J61 imprese di telecomunicazioni. Elaborazione Isfort su dati Unioncamere Graf. 3 I tassi di sviluppo delle imprese di trasporto nel decennio (Codice Ateco 2002) 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0-10, ,0 I 60 Trasporti terrestri-trasp.mediante condotta I 62 Trasporti aerei I 64 Poste e telecomunicazioni Fonte Elaborazione Isfort su dati Unioncamere I 61 Trasporti marittimi e per vie d'acqua I 63 Attivita' ausiliarie dei trasp.-ag.viaggi La struttura localizzativa delle imprese La distribuzione territoriale della struttura produttiva laziale è fortemente polarizzata sul territorio della provincia di Roma che raccoglie il 73,5% delle imprese del Lazio. Latina, la seconda provincia per numero di imprese, raccoglie il 9,8%, Frosinone il 7,8%, Viterbo il 6,4% e Rieti solo il 2,6%. 17
19 Tale polarizzazione è ancora più significativa per le attività di trasporto e relativi servizi ausiliari. L 80% delle imprese laziali del settore è localizzato in provincia di Roma. La maggiore concentrazione, pari al 96,5% dell intero dato regionale, si registra per il trasporto aereo. Seguono le imprese che effettuano servizi postali e di corriere, l 86,3%, e le attività di magazzinaggio e di supporto ai trasporti, circa l 84%. Sono concentrate in provincia di Roma il 78,5% delle imprese di trasporto terrestre laziali e il 77% delle imprese di trasporto marittimo. La polarizzazione sul capoluogo della provincia di Roma della struttura produttiva è confermata anche dal dato della distribuzione territoriale delle nuove imprese del 2009: il 70% risultano localizzate nella Capitale. La quota rimanente è localizzata per il 50% sui principali poli provinciali: il polo Pometino (Pomezia, Anzio, Nettuno e Ardea ), l area Nord Est (Guidonia Montecelio, Monterotondo), il polo di Fiumicino (Fiumicino, Ladispoli), il polo di Civitavecchia (Civitavecchia, Cerveteri), l area dei Castelli (Velletri, Marino) e il polo di Tivoli. La forte attrazione esercitata da Roma è confermata anche dal dato sul numero di aziende che scelgono di avere una sede locale nella provincia di Roma, ben il 52,2% contro il 20,3% della media Italiana Il mercato del lavoro provinciale Dal 1995 al 2003 gli addetti in provincia di Roma sono aumentati di 167mila unità, con un trend superiore alla media nazionale. La crisi ha rallentato la crescita, ma ancora nel 2009 il tasso di occupazione riferito alla popolazione di età è risultato più elevato rispetto al tasso italiano (61,8% contro 57,6%), pur associato ad un tasso di disoccupazione superiore a quello medio nazionale (8,1% contro 7,8%). Sono in crescita nella provincia di Roma, in controtendenza al dato nazionale, le persone in cerca di occupazione, dal 2004 al 2009 sono aumentate del 18,9%; in leggera diminuzione (-0,7%) il dato italiano. Il peso del mercato del lavoro della provincia di Roma è confermato anche dal numero di contribuenti collaboratori iscritti nei registri dell'inps: il 10% degli iscritti nazionali (anno 2007), comparabile al peso dei contribuenti dell intero Sud Italia e delle Isole (11,5%). Gli effetti della crisi sono evidenziati dai dati dell Osservatorio sulle Ore Autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni (Cig) di fonte INPS, disponibili per l intero anno Questi segnalano, sia in Italia che nella provincia di Roma, un ricorso esteso alla prestazione integrativa. Sono oltre 918milioni le ore accordate nel 2009 alle imprese e ai lavoratori sul territorio nazionale (di cui il 63% in gestione ordinaria), circa 695milioni di ore in più di quelle autorizzate nel corso dell anno precedente, con un aumento percentuale del +311,4%, in prevalenza, richieste per operai addetti all industria, incluso l artigianato (circa 498milioni di ore in più). Le ore di Cig sono state autorizzate prevalentemente a favore degli operai (circa 733milioni di ore), anche se la crisi ha interessato pesantemente gli impiegati, che hanno disposto, nei dodici mesi dell anno, di oltre 185milioni di ore autorizzate, circa sei volte le ore concesse in tutto il In provincia di Roma, si è registrato un aumento annuo delle ore autorizzate di Cig di oltre 24milioni, corrispondenti ad una variazione del +513,9%, per la quasi totalità (90,4%) in gestione straordinaria (crisi aziendale, procedure concorsuali, ecc.) e, in prevalenza, richieste per impiegati occupati in imprese industriali artigiane (oltre 16milioni di ore in più). 18
20 Significativa è anche la differenza dalla media nazionale e regionale per quanto riguarda la remunerazione del capitale umano, misurato dal rapporto tra costo del lavoro e valore aggiunto (graf. 4). Graf. 4 La remunerazione del capitale umano tra il ,00% Renumerazione del capitale umano: Costo del lavoro/ Valore Aggiunto 80,00% 70,00% 60,00% 50,00% 40,00% 30,00% 20,00% 10,00% Viterbo Rieti Roma Latina Frosinone ITALIA 0,00% Fonte Elaborazione Isfort su dati Unioncamere Da sottolineare come l andamento dell indicatore sia in linea con quello medio nazionale: ciò dipende dalle variazioni del costo del lavoro, che segue un trend uniforme sull intero territorio nazionale. La minore incidenza del costo del lavoro nella provincia di Roma è legata ad attività meno labour intensive. La remunerazione del capitale proprio è maggiore rispetto alle medie regionali e nazionale Innovazione e ricerca del sistema produttivo romano Uno dei punti di forza della provincia di Roma è rappresentato dalle risorse umane: rispetto al dato medio nazionale nel 2008 si registra una percentuale più alta di persone residenti con il titolo di diploma media superiore (39,3%, contro il 32,7% nel resto d Italia) e con laurea (17,6%, contro il 10,7% dell Italia). Il Lazio, inoltre, si caratterizza per la quota più alta di addetti impiegati in ricerca e sviluppo (5,9 ogni abitanti, contro una media italiana di 3,5). L Emilia Romagna, la seconda in classifica, si caratterizza per 5,4 addetti ogni abitanti, il Piemonte per 4,9. In valore assoluto è però la Lombardia a registrare il maggior numero di addetti alla ricerca (39.592), seguita dal Lazio con addetti. L Emilia Romagna, terza in classifica con circa addetti, registra circa addetti in meno del Lazio. 19
Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO. I risultati del comparto siderurgico. Apparecchi meccanici. Macchine elettriche
Osservatorio24 def 27-02-2008 12:49 Pagina 7 Osservatorio 2. L INDUSTRIA METALMECCANICA E IL COMPARTO SIDERURGICO 2.1 La produzione industriale e i prezzi alla produzione Nel 2007 la produzione industriale
DettagliAnnuario Istat-Ice 2008
Le informazioni statistiche sul Commercio estero e sulle Attività Internazionali delle imprese Luigi Biggeri 1 Struttura della presentazione 1. L Annuario e lo sviluppo delle informazioni statistiche sul
DettagliIl mercato del credito
Il mercato del credito 1 Gli sportelli bancari In riferimento alla distribuzione del numero di istituti bancari per sede amministrativa e del numero di sportelli per localizzazione geografica, i dati statistici
Dettagli3. LA DINAMICA TRIMESTRALE DELLE IMPRESE ATTIVE
3. LA DINAMICA TRIMESTRALE DELLE IMPRESE ATTIVE L analisi in chiave congiunturale della demografia delle imprese deve essere presa con cautela: le decisioni relative all avvio o alla cessazione di un attività
DettagliLA CRISI DELLE COSTRUZIONI
Direzione Affari Economici e Centro Studi COSTRUZIONI: ANCORA IN CALO I LIVELLI PRODUTTIVI MA EMERGONO ALCUNI SEGNALI POSITIVI NEL MERCATO RESIDENZIALE, NEI MUTUI ALLE FAMIGLIE E NEI BANDI DI GARA I dati
DettagliFonte: elaborazione Unioncamere Lombardia su dati ASIA Istat. Tabella 2: Imprese per attività economica Lombardia
IL SISTEMA PRODUTTIVO LOMBARDO NEL 2006 SECONDO IL REGISTRO STATISTICO ASIA (giugno 2009) Secondo il registro statistico delle imprese attive e delle loro unità locali (ASIA Imprese e Unità locali) sono
DettagliLA CASSETTA DEGLI ATTREZZI
Aggiornamento del 29 maggio 2015 I CONTENUTI IL SISTEMA ECONOMICO LA FINANZA PUBBLICA LA SANITA IL SISTEMA ECONOMICO LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI IL PIL PIL: DINAMICA E PREVISIONI NEI PRINCIPALI PAESI UE
DettagliROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO. A cura dell Ufficio Studi Confcommercio
ROADSHOW PMI ECONOMIA, MERCATO DEL LAVORO E IMPRESE NEL VENETO A cura dell Ufficio Studi Confcommercio LE DINAMICHE ECONOMICHE DEL VENETO Negli ultimi anni l economia del Veneto è risultata tra le più
DettagliDEMOGRAFIA DELLE IMPRESE CREMONESI 1 trimestre 2012
DEMOGRAFIA DELLE IMPRESE CREMONESI 1 trimestre 2012 Imprese nel complesso In Lombardia, nel primo trimestre del 2012 le anagrafi camerali registrano un saldo negativo di 1.675 unità. Alla fine di marzo
DettagliCapitolo 24. Risultati economici delle imprese
Capitolo 24 Risultati economici delle imprese 24. Risultati economici delle imprese Per saperne di più... Eurostat. http://europa. eu.int/comm/eurostat. Imf. World economic outlook. Washington: 2012.
DettagliLe previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione
MACCHINE E APPARECCHIATURE ELETTRICHE Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione Nel primo grafico viene rappresentata la crescita del settore dell industria dell elettronica;
DettagliCostruzioni, investimenti in ripresa?
Costruzioni, investimenti in ripresa? Secondo lo studio Ance nelle costruzioni c'è ancora crisi nei livelli produttivi ma si riscontrano alcuni segnali positivi nel mercato immobiliare e nei bandi di gara
DettagliIl rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna
Il rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia di Bologna Gian Carlo Sangalli Presidente Camera di Commercio di Bologna IL SISTEMA ECONOMICO PRODUTTIVO BOLOGNESE E E IN UNA FASE
DettagliL internazionalizzazione del sistema economico milanese
L internazionalizzazione del sistema economico milanese Il grado di apertura di un sistema economico locale verso l estero rappresenta uno degli indicatori più convincenti per dimostrare la sua solidità
DettagliCostruzioni: mercato interno sempre più debole. Niente ripresa nel 2014
Costruzioni: mercato interno sempre più debole. Niente ripresa nel 2014 Roma 28 novembre 2013 - Nel 2012 il volume economico generato dal sistema italiano delle costruzioni, compresi i servizi, è stato
DettagliCRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI VITERBO REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 1 TRIMESTRE 2015 TAVOLE CONGIUNTURALI DELLE IMPRESE ATTIVE
CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 1 TRIMESTRE 2015 TAVOLE CONGIUNTURALI DELLE IMPRESE ATTIVE Elaborazioni a: Marzo 2015 Indice delle tavole Dati congiunturali a periodicità
DettagliApprofondimenti: Provincia di Cuneo
Approfondimenti: Provincia di Cuneo Premessa Contesto e attività/1 Nel generale contesto di crisi che ha continuato a caratterizzare il sistema economico italiano nel 2013 i dati relativi al Piemonte hanno
DettagliCRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI ISERNIA REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 2 TRIMESTRE 2015 TAVOLE CONGIUNTURALI DELLE IMPRESE ATTIVE
CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 2 TRIMESTRE 2015 TAVOLE CONGIUNTURALI DELLE IMPRESE ATTIVE Elaborazioni a: Giugno 2015 Indice delle tavole Dati congiunturali a periodicità
DettagliDomanda e offerta di credito
2/5/2013 Domanda e offerta di credito La situazione registrata nel 2012 in provincia di Nel 2012 si è registrata una contrazione della domanda di credito. Rispetto alla media regionale le imprese modenesi
DettagliCONGIUNTURA FRIULI VENEZIA GIULIA Consuntivo 3 trimestre 2015 e previsioni 4 trimestre 2015
CONGIUNTURA FRIULI VENEZIA GIULIA Consuntivo 3 trimestre 2015 e previsioni 4 trimestre 2015 Udine, 20 novembre 2015 Corso Vittorio Emanuele II, 47-33170 Pordenone - Tel. +39 0434 381211 - fax +39 0434
Dettagli1. Il sistema imprenditoriale IL SISTEMA IMPRENDITORIALE
IL SISTEMA IMPRENDITORIALE 1 1.1 Le imprese attive per settore e forma giuridica Nei primi tre mesi del 2015 risultano iscritte nel Registro Imprese della Camera di Commercio di Lodi 21.784 posizioni,
DettagliCRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI ISERNIA
CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 2 TRIMESTRE 2015 TAVOLE CONGIUNTURALI Elaborazioni a: Giugno 2015 Indice delle tavole Dati congiunturali a periodicità trimestrale Dinamismo
DettagliCRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI
CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 2 TRIMESTRE 2015 TAVOLE CONGIUNTURALI Elaborazioni a: Giugno 2015 Indice delle tavole Dati congiunturali a periodicità trimestrale Dinamismo
DettagliCongiuntura (dati aggiornati al 2 ottobre 2015)
La Congiuntura (dati aggiornati al 2 ottobre 2015) 1 ECONOMIA IN ITALIA In Italia, dopo tre cali annuali consecutivi (2012-2,8%, 2013-1,7%, 2014-0,4%), il CSC prevede una crescita del PIL dell 1%. quest
DettagliCRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI VITERBO REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 3 TRIMESTRE 2015 TAVOLE CONGIUNTURALI DELLE IMPRESE ATTIVE
CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 3 TRIMESTRE 2015 TAVOLE CONGIUNTURALI DELLE IMPRESE ATTIVE Elaborazioni a: Settembre 2015 Indice delle tavole Dati congiunturali a periodicità
DettagliCRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI. Calabria REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 4 TRIMESTRE 2015 TAVOLE CONGIUNTURALI DELLE IMPRESE ATTIVE
CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 4 TRIMESTRE 2015 TAVOLE CONGIUNTURALI DELLE IMPRESE ATTIVE Elaborazioni a: Dicembre 2015 Indice delle tavole Dati congiunturali a periodicità
DettagliUMBRIA Import - Export. caratteri e dinamiche 2008-2014
UMBRIA Import - Export caratteri e dinamiche 2008-2014 ROADSHOW PER L INTERNAZIONALIZZAZIONE ITALIA PER LE IMPRESE Perugia, 18 dicembre 2014 1 Le imprese esportatrici umbre In questa sezione viene proposto
DettagliCREDITO E SVILUPPO delle PMI nel Lazio: opportunità, vincoli e proposte per il sistema regionale
CREDITO E SVILUPPO delle PMI nel Lazio: opportunità, vincoli e proposte per il sistema regionale Realizzato dall EURES Ricerche Economiche e Sociali in collaborazione con il Consiglio Regionale dell Economia
DettagliDEMOGRAFIA DELLE IMPRESE CREMONESI 2 trimestre 2011
DEMOGRAFIA DELLE IMPRESE CREMONESI 2 trimestre 2011 Imprese nel complesso In Lombardia, nel secondo trimestre del 2011 le anagrafi camerali registrano un saldo positivo di 6.804 unità. Alla fine di giugno
DettagliEvoluzione dei principali mercati: quali sviluppi si prospettano nell internazionalizzazione delle PMI italiane
Evoluzione dei principali mercati: quali sviluppi si prospettano nell internazionalizzazione delle PMI italiane Paolo Di Benedetto Responsabile Dipartimento Valutazione Investimenti e Finanziamenti 21
DettagliVARIABILI MACROECONOMICHE Graf. 2.1 La provincia di Modena è notoriamente caratterizzata da una buona economia. Ciò è confermato anche dall andamento del reddito procapite elaborato dall Istituto Tagliacarne
DettagliNote Brevi LE COOPERATIVE NELL AMBITO DELLA STRUTTURA PRODUTTIVA ITALIANA NEL PERIODO 2007-2008. a cura di Francesco Linguiti
Note Brevi LE COOPERATIVE NELL AMBITO DELLA STRUTTURA PRODUTTIVA ITALIANA NEL PERIODO 2007-2008 a cura di Francesco Linguiti Luglio 2011 Premessa* In questa nota vengono analizzati i dati sulla struttura
DettagliPresentazione del Rapporto L economia del Molise Pietro de Matteis
Presentazione del Rapporto L economia del Molise Pietro de Matteis Filiale di Campobasso, Banca d Italia Campobasso, 18 giugno 2015 L economia italiana La prolungata flessione del PIL si è attenuata Andamento
DettagliMercato e crediti: evoluzione e prospettive Fiorenzo Dalu
Mercato e crediti: evoluzione e prospettive Fiorenzo Dalu Milano, 14 aprile 2011 La crisi finanziaria e i suoi riflessi sull economia reale La crisi internazionale Riflessi sull economia Italiana 2008
DettagliCRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI CALTANISSETTA
CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 2 TRIMESTRE 2014 TAVOLE CONGIUNTURALI Elaborazioni a: Giugno 2014 Indice delle tavole Dati congiunturali a periodicità trimestrale Dinamismo
DettagliLe previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione
ENERGIA Le previsioni al 2015: valore aggiunto, produttività ed occupazione Nel primo grafico viene rappresentata la crescita del settore dell energia; come misura dell attività si utilizza il valore aggiunto
DettagliI SERVIZI MANTENGONO IL TREND DI CRESCITA :+0,6% NEGATIVO L ANDAMENTO DELLE VENDITE AL DETTAGLIO:-1%
Venezia, 26 dicembre 2008 COMUNICATO STAMPA Indagine congiunturale Unioncamere del Veneto sulle imprese del commercio e dei servizi III trimestre 2008 I SERVIZI MANTENGONO IL TREND DI CRESCITA :+0,6% NEGATIVO
DettagliA N A L I S I D E L L A D O M A N D A T U R I S T I C A N E G L I E S E R C I Z I A L B E R G H I E R I D I R O M A E P R O V I N C I A
A N A L I S I D E L L A D O M A N D A T U R I S T I C A N E G L I E S E R C I Z I A L B E R G H I E R I D I R O M A E P R O V I N C I A Ma g g i o 2 0 0 3 di G i u s e p p e A i e l l o 1. L andamento
DettagliLe previsioni al 2016: valore aggiunto, produttività ed occupazione
ATTIVITÀ FINANZIARIE Le previsioni al 2016: valore aggiunto, produttività ed occupazione Il settore dell intermediazione monetaria e finanziaria ha acquistato rilevanza nel corso degli ultimi vent anni:
DettagliAPPALTI e CONCESSIONI
DOTAZIONE INFRASTRUTTURE: DATI UE E NAZIONALI L ISPO (Istituto per gli studi sulla Pubblica opinione) ha reso noti i dati di una ricerca comparata sulle infrastrutture, sia a livello comunitazio che nazionnale.
DettagliIl mercato spagnolo del riciclaggio
Nota settoriale Il mercato spagnolo del riciclaggio Agenzia ICE Ufficio di Madrid Data di realizzazione: aprile 2013 Agenzia ICE ufficio di Madrid Il settore del riciclaggio 1 CENNI SUL MERCATO SPAGNOLO
DettagliOCCUPATI E DISOCCUPATI DATI RICOSTRUITI DAL 1977
24 aprile 2013 OCCUPATI E DISOCCUPATI DATI RICOSTRUITI DAL 1977 L Istat ha ricostruito le serie storiche trimestrali e di media annua dal 1977 ad oggi, dei principali aggregati del mercato del lavoro,
DettagliLa congiuntura. internazionale
La congiuntura internazionale N. 2 LUGLIO 2015 Il momento del commercio mondiale segna un miglioramento ad aprile 2015, ma i volumi delle importazioni e delle esportazioni sembrano muoversi in direzioni
DettagliOsservatorio regionale sul credito dell Emilia-Romagna
Osservatorio regionale sul credito dell UNIONCAMERE EMILIA-ROMAGNA ISTITUTO GUGLIELMO TAGLIACARNE INDAGINE DICEMBRE 2012 DOMANDA ED OFFERTA DI CREDITO IN PROVINCIA DI FORLI - CESENA 1.1 L assetto finanziario
DettagliINDAGINE TRIMESTRALE SETTORE SERVIZI. 1 trimestre 2015 Allegato Statistico. Unioncamere Lombardia Funzione Informazione economica
INDAGINE TRIMESTRALE SETTORE SERVIZI 1 trimestre 201 Allegato Statistico Unioncamere Lombardia Funzione Informazione economica Maggio 201 1. Gli indicatori congiunturali Nel primo trimestre 201 le imprese
DettagliIL SETTORE. COSTRUZIONI in provincia di Trento
26 marzo 2013 IL SETTORE DELLE COSTRUZIONI in provincia di Trento il contesto economico Nel 2012 l area dell euro è nuovamente in recessione, con una riduzione del Pil pari allo 0,6%; si stima che permanga
DettagliMarzo 2009. 1. L andamento generale negli alberghi della Provincia di Roma. 2. L'andamento generale negli alberghi di Roma
1. L andamento generale negli alberghi della Provincia di Roma 2. L'andamento generale negli alberghi di Roma Prosegue anche questo mese la flessione della domanda turistica rispetto allo stesso periodo
DettagliL ascensore: scende o sale? Tendenze dell Industria italiana di Ascensori e Scale Mobili. A cura del Servizio Centrale Studi Economici ANIE
Tendenze dell Industria italiana di Ascensori e Scale Mobili A cura del Servizio Centrale Studi Economici ANIE Con il contributo di: INDICE Premessa pag. 1 1. CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE E SOMMARIO pag.
DettagliCRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI ANCONA REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 4 TRIMESTRE 2012 TAVOLE CONGIUNTURALI DELLE IMPRESE ATTIVE
CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 4 TRIMESTRE 2012 TAVOLE CONGIUNTURALI DELLE IMPRESE ATTIVE Elaborazioni a: gennaio 2013 Indice delle tavole Dati congiunturali a periodicità
DettagliEvoluzionE E cifre sull agro-alimentare CredIto I trimestre 2014
AGRItrend Evoluzione e cifre sull agro-alimentare Credito I trimestre 2014 A 4 CREDITO impieghi per il settore agricolo. In particolare, tutte le circoscrizioni hanno mostrato una tendenza all aumento
DettagliANALISI DELLA DOMANDA TURISTICA NEGLI ESERCIZI ALBERGHIERI DI ROMA E PROVINCIA
NEGLI ESERCIZI ALBERGHIERI DI ROMA E PROVINCIA ANALISI DELLA DOMANDA TURISTICA NEGLI ESERCIZI ALBERGHIERI DI ROMA E PROVINCIA MARZO 2010 1. L andamento generale negli alberghi della Provincia di Roma 2.
DettagliTasso di occupazione per fasce di età. Provincia di Piacenza, 2009 90,3 83,1 77,7 27,6 16,4. 15-24 anni. 25-34 anni. 45-54 anni.
La situazione occupazionale dei giovani in provincia di Piacenza Premessa Una categoria di soggetti particolarmente debole nel mercato del lavoro è rappresentata, di norma, dai lavoratori di età più giovane
DettagliCRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI
CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI REPORT CON DATI STRUTTURALI 2 TRIMESTRE 2014 START-UP INNOVATIVE Elaborazioni a: Giugno 2014 Indice delle tavole Dati strutturali a periodicità semestrale 1 Numero e
DettagliRegione Campania. 1. Dati congiunturali del secondo trimestre 2014
1 Regione Campania 1. Dati congiunturali del secondo trimestre 2014 Il saldo tra iscrizioni e cessazioni Il secondo trimestre del 2014 mostra un deciso rafforzamento numerico del sistema imprenditoriale
DettagliNote e commenti. n 35 Dicembre 2015 Ufficio Studi AGCI - Area Studi Confcooperative - Centro Studi Legacoop
Note e commenti n 35 Dicembre 2015 Ufficio Studi AGCI - Area Studi Confcooperative - Centro Studi Legacoop 1 L analisi sullo stock fa riferimento al totale delle imprese (coopera ve e non) a ve al 31 Dicembre
DettagliReport trimestrale sull andamento dell economia reale e della finanza
l andamento dell economia reale e della finanza PL e Credito Bancario Perché un report trimestrale? A partire dal mese di dicembre 2014 SE Consulting ha avviato un analisi che mette a disposizione delle
DettagliIL TURISMO IN CIFRE negli esercizi alberghieri di Roma e Provincia Gennaio 2009 Ge nnai o 2009
Ge nnai o 2009 1. L andamento generale negli alberghi della Provincia di Roma L anno 2009 inizia con il segno negativo della domanda turistica rispetto all inizio dell anno precedente. Gli arrivi complessivi
DettagliREGISTRO IMPRESE: 50indicatori. si rafforza la struttura imprenditoriale. I dati della movimentazione a fine settembre 2013 in provincia di Modena
5indicatori REGISTRO IMPRESE: si rafforza la struttura imprenditoriale I dati della movimentazione a fine settembre 213 in provincia di SALDO TRA ISCRIZIONI E CESSAZIONI Nel 3 trimestre del 213 il tessuto
DettagliNota Congiunturale Numero 2 Giugno 2009
Nota Congiunturale Numero 2 Giugno 2009 Comitato per la qualificazione della spesa pubblica Comitato per lo sviluppo provinciale Sandro Trento Enrico Zaninotto Quadro internazionale: 2010 migliore, ma
DettagliLA DINAMICA DEI CONTRATTI DI LAVORO A TEMPO INDETERMINATO: IMPATTO DEGLI INCENTIVI E DEL JOBS ACT. AGGIORNAMENTO A GIUGNO 2015
VENETO LAVORO Osservatorio & Ricerca LA DINAMICA DEI CONTRATTI DI LAVORO A TEMPO INDETERMINATO: IMPATTO DEGLI INCENTIVI E DEL JOBS ACT. AGGIORNAMENTO A GIUGNO MISURE/62 Luglio Introduzione Nel il mercato
Dettaglisuperiore verso gli esercizi complementari, le cui quote di mercato risultano comunque largamente inferiori a quelle degli alberghi, che raccolgono
13. Turismo Il turismo nel comune di Roma si conferma uno dei principali assi di sviluppo del territorio, costituendo, all interno del sistema economico e sociale, un elemento centrale di crescita, che
DettagliI PROGRAMMI OCCUPAZIONALI DELLE IMPRESE DELL INDUSTRIA E DEI SERVIZI PER IL 2013 Il Sistema Informativo Excelsior a supporto delle politiche del
I PROGRAMMI OCCUPAZIONALI DELLE IMPRESE DELL INDUSTRIA E DEI SERVIZI PER IL 2013 Il Sistema Informativo Excelsior a supporto delle politiche del lavoro e della formazione Conferenza stampa 23 luglio 2013
Dettagli1. La situazione economica e del mercato del lavoro
1. La situazione economica e del mercato del lavoro Per la lettura dei dati non si può prescindere dal considerare l impatto dei molteplici fattori che hanno mutato radicalmente il mondo del lavoro a causa
DettagliENTE BILATERALE TURISMO Della Regione Lazio OSSERVATORIO DEL MERCATO DEL LAVORO NEL SETTORE TURISTICO
ENTE BILATERALE TURISMO Della Regione Lazio OSSERVATORIO DEL MERCATO DEL LAVORO NEL SETTORE TURISTICO 1 Rapporto 2007 sulla occupazione nelle imprese ricettive, di viaggi e di ristorazione della Provincia
DettagliPRINCIPALI ASPETTI ECONOMICO-FINANZIARI DEI BILANCI CONSUNTIVI RELATIVI ALL ANNO 2003
NOTA METODOLOGICA I dati elaborati per la presente pubblicazione sono quelli riportati nell allegato D ed F al rendiconto finanziario, rilevati dall Istat non più con un suo proprio modello ma a partire
Dettagli1 Università di Trento ed Euricse 2 Università dell Insubria, Varese
Nel corso degli ultimi anni diversi studiosi e responsabili di importanti istituzioni hanno sostenuto che le cooperative hanno reagito alla crisi in corso meglio delle altre forme di impresa. La maggior
DettagliCOMUNICATO STAMPA. Il mercato immobiliare si avvia verso la ripresa. Conversano, 25 Maggio 2015
Dott. Pietro D Onghia Ufficio Stampa Master m. 328 4259547 t 080 4959823 f 080 4959030 www.masteritaly.com ufficiostampa@masteritaly.com Master s.r.l. Master s.r.l. progetta, produce e commercializza accessori
Dettagli13. Consumi di energia elettrica
13. Consumi di energia elettrica Nell ambito dei Paesi industrializzati, e della loro tendenza a promuovere stili di sempre più orientati a comportamenti di consumo energivori, l Italia e ovviamente Roma
DettagliOSSERVATORIO PERMANENTE
DIPARTIMENTO DI SCIENZE STATISTICHE PAOLO FORTUNATI UNIVERSITÀ DI BOLOGNA ALMA MATER STUDIORUM OSSERVATORIO PERMANENTE SUL TRASPORTO CAMIONISTICO IN INTERPORTO BOLOGNA INDAGINE CONGIUNTURALE - I SEMESTRE
DettagliCONTINUA LA STRETTA DEL CREDITO PER LE IMPRESE DI COSTRUZIONI
Direzione Affari Economici e centro studi CONTINUA LA STRETTA DEL CREDITO PER LE IMPRESE DI COSTRUZIONI Dopo sei anni di continui cali nelle erogazioni per finanziamenti per investimenti in edilizia, anche
DettagliUfficio studi IL LAVORO NEL TURISMO
Ufficio studi I dati più recenti indicano in oltre 1,4 milioni il numero degli occupati nelle imprese del turismo. Il 68% sono dipendenti. Per conto dell EBNT (Ente Bilaterale Nazionale del Turismo) Fipe,
DettagliFactoring tour: Torino Imprese e finanza nella prospettiva della ripresa economica e di Basilea 3: il ruolo del factoring
Factoring tour: Torino Imprese e finanza nella prospettiva della ripresa economica e di Basilea 3: il ruolo del factoring La finanza delle imprese tra crisi e ripresa Mario Valletta Università degli Studi
DettagliNOTA STUDIO CONFESERCENTI
Ufficio Stampa NOTA STUDIO CONFESERCENTI IMPRESE, STUDIO CONFESERCENTI: GLI IMMIGRATI RESISTONO MEGLIO ALLA CRISI: NEI PRIMI NOVE MESI DEL 2012 LE IMPRESE INDIVIDUALI CON TITOLARI EXTRA UE CRESCONO DI
DettagliA.4 IL SISTEMA PRODUTTIVO
A.4 IL SISTEMA PRODUTTIVO A.4.1 Le unità locali Le unità locali presenti sul territorio della provincia di Ferrara, al Censimento dell Industria e dei Servizi 2001, erano 32.101, in aumento, rispetto al
Dettagli8. Dati finanziari e bancari
8. Dati finanziari e bancari Roma rappresenta dopo Milano il principale Centro finanziario del Paese con 46 Istituti creditizi, 1.988 sportelli bancari, 91 miliardi di euro depositati in banca (pari al
DettagliLe evidenze dell analisi del patrimonio informativo di EURISC Il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF
Barometro CRIF della domanda di credito da parte delle famiglie: a ottobre ancora vivace la domanda di mutui (+42,5%) e prestiti finalizzati (+17,8%). In controtendenza, si consolida la flessione dei prestiti
DettagliVALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1
VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1 Secondo i dati forniti dall Eurostat, il valore della produzione dell industria agricola nell Unione Europea a 27 Stati Membri nel 2008 ammontava a circa 377 miliardi
DettagliDEMOGRAFIA DELLE IMPRESE CREMONESI 1 trimestre 2009
DEMOGRAFIA DELLE IMPRESE CREMONESI 1 trimestre 2009 Imprese nel complesso In Lombardia, nel primo trimestre del 2009 le anagrafi camerali registrano un saldo negativo di 2.536 unità. Alla fine di marzo
DettagliLa Ricerca e Sviluppo in Italia nel periodo 2003-2005
7 ottobre 2005 La Ricerca e Sviluppo in Italia nel periodo 2003-2005 L Istat presenta i principali risultati delle rilevazioni sulla Ricerca e Sviluppo intra-muros 1 (R&S) in Italia, riferiti alle imprese,
DettagliCOMUNICATO STAMPA. 1 Nel 2009 si era registrato un forte calo dei contribuenti che dichiaravano un reddito da lavoro dipendente (-273 mila).
COMUNICATO STAMPA Il Dipartimento delle Finanze pubblica le statistiche sulle dichiarazioni delle persone fisiche (IRPEF) relative all'anno d'imposta 2010, a sei mesi dal termine di presentazione (settembre
DettagliOsservatorio sulla Finanza. per i Piccoli Operatori Economici ABSTRACT
Osservatorio sulla Finanza per i Piccoli Operatori Economici ABSTRACT Volume 16 DICEMBRE 2010 Microimprese ancora in affanno ma emergono i primi timidi segnali di miglioramento negli investimenti Calano
DettagliLE COMPETENZE CHE VALGONO UN LAVORO LE INDICAZIONI FORNITE DALLE IMPRESE ATTRAVERSO IL SISTEMA INFORMATIVO EXCELSIOR
Le sfide all'orizzonte 2020 e la domanda di competenze delle imprese LE COMPETENZE CHE VALGONO UN LAVORO LE INDICAZIONI FORNITE DALLE IMPRESE ATTRAVERSO IL SISTEMA INFORMATIVO EXCELSIOR Domenico Mauriello
DettagliLa congiuntura. internazionale
La congiuntura internazionale N. 1 GIUGNO 2015 Il primo trimestre del 2015 ha portato con sé alcuni cambiamenti nelle dinamiche di crescita delle maggiori economie: alla moderata ripresa nell Area euro
DettagliIL COMMERCIO CON L ESTERO DI APPARECCHI ELETTRICI
ŀ IL COMMERCIO CON L ESTERO DI APPARECCHI ELETTRICI Il settore degli Apparecchi elettrici rappresenta una voce importante dell interscambio commerciale locale, soprattutto se si pensa che da tempo 1 genera
DettagliINDICE DELLE TAVOLE PRESENTI NEI FASCICOLI TERRITORIALI NOME CAPITOLO CODICE TAVOLA SOTTOCAPITOLO
CAPITOLO INDICE DELLE TAVOLE PRESENTI NEI FASCICOLI TERRITORIALI NOME CAPITOLO SOTTOCAPITOLO CODICE TAVOLA DESCRIZIONE TAVOLA delle a livello. Iscrizioni/cancellazioni/stock di registrate/stock di attive
DettagliLA DINAMICA DELLE IMPRESE GIOVANILI, FEMMINILI E STRANIERE NEL 3 TRIMESTRE 2015
LA DINAMICA DELLE IMPRESE GIOVANILI, FEMMINILI E STRANIERE NEL 3 TRIMESTRE 215 Saldi positivi ma in leggera flessione Nel terzo trimestre 215 i saldi tra iscrizioni e cessazioni di imprese liguri giovanili,
DettagliOSSERVATORIO STATISTICO
OSSERVATORIO STATISTICO IN INTERPORTO BOLOGNA IL TRASPORTO CAMIONISTICO DI MERCI IN INTERPORTO BOLOGNA INDAGINE ANNUALE 2013 EXECUTIVE REPORT ES1. Il movimento merci dell Interporto di Bologna nel 2013
Dettagliterziario friuli venezia giulia ottobre 2013
! terziario friuli venezia giulia ottobre 2013 osservatorio trimestrale sull andamento delle imprese del terziario del friuli venezia giulia rapporto di ricerca terzo trimestre 2013 trieste, 17 ottobre
DettagliANIE ENERGIA: 2015 ANNO DEL RILANCIO PER IL SETTORE ELETTRICO
ANIE ENERGIA: 2015 ANNO DEL RILANCIO PER IL SETTORE ELETTRICO Un indagine di ANIE Energia analizza le possibili evoluzioni del mercato interno di inverter, sistemi di accumulo e colonnine di ricarica.
DettagliCRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI CAGLIARI REPORT CON DATI STRUTTURALI ANNO 2011 REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 1 TRIMESTRE 2012
CRUSCOTTO DI INDICATORI STATISTICI REPORT CON DATI STRUTTURALI ANNO 2011 REPORT CON DATI CONGIUNTURALI 1 TRIMESTRE 2012 elaborazioni a: Marzo 2012 Indice delle tavole Dati strutturali a periodicità annuale
DettagliL INDUSTRIA VENETA AFFRONTA LO SHOCK FINANZIARIO
Venezia, 10 novembre 2008 COMUNICATO STAMPA Indagine congiunturale di Unioncamere del Veneto sulle imprese manifatturiere III trimestre 2008 L INDUSTRIA VENETA AFFRONTA LO SHOCK FINANZIARIO Trimestre negativo
DettagliL attività degli intermediari finanziari
L economia del Friuli Venezia Giulia L attività degli intermediari finanziari Aula Magna del Dipartimento di Scienze Giuridiche, Del Linguaggio, dell Interpretazione e della Traduzione Università di Trieste
DettagliANALISI DEL MUTUATARIO
IL MERCATO DEI MUTUI SOTTO LA LENTE DEL GRUPPO TECNOCASA ANALISI DEL MUTUATARIO Il 2013 ha fatto segnare ancora variazioni negative nell erogazione del credito concesso alle famiglie, ma si registrano
DettagliPROGETTO EXCELSIOR ANNO 2014
PROGETTO EXCELSIOR ANNO 2014 Le previsioni occupazionali delle cooperative e delle imprese sociali nella Provincia di Bologna. Dati di consuntivo 2013 A cura di: Alessandro De Felice Ufficio Statistica
DettagliLe previsioni al 2016: valore aggiunto, produttività ed occupazione
CARTA, STAMPA ED EDITORIA Le previsioni al 2016: valore aggiunto, produttività ed occupazione Il valore aggiunto prodotto dall industria cartaria e della stampa rappresenta l 1 per cento del Pil italiano.
DettagliN.9. EDI.CO.LA.NEWS Edilizia e Costruzioni nel Lazio. Dati&Mercato
EDI.CO.LA.NEWS Dati&Mercato N.9 EDILIZIA RESIDENZIALE: IL RINNOVO SI FERMA E PROSEGUE IL CALO DELLE NUOVE COSTRUZIONI Il valore di un mercato è determinato dalla consistenza degli investimenti che vi affluiscono.
DettagliPROPOSTE DI SPENDING REVIEW E SOSTENIBILITÀ DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE
PROPOSTE DI SPENDING REVIEW E SOSTENIBILITÀ DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE NOTA A CURA DELLA DIVISIONE SALUTE, ORGANIZZAZIONE PER LA COOPERAZIONE E LO SVILUPPO ECONOMICO (OCSE), A SEGUITO DI RICHIESTA
DettagliIL SETTORE SANITARIO E LA RILEVANZA ECONOMICA DI UNA RIQUALIFICAZIONE DELLA SPESA SANTINO PIAZZA IRES PIEMONTE 15 APRILE 2015
IL SETTORE SANITARIO E LA RILEVANZA ECONOMICA DI UNA RIQUALIFICAZIONE DELLA SPESA SANTINO PIAZZA IRES PIEMONTE 15 APRILE 2015 IL SETTORE SANITARIO IN PILLOLE.. LE RISORSE Valore aggiunto 2012 Italia Italia
Dettagli- Contributo Isfort -
POLOG - Contributo Isfort - - Ricerca scientifica e trasferimento tecnologico 1.1. Raccolta e analisi di dati documenti e progetti 1.2. Analisi del contesto logistico generale e di settore nella Regione
DettagliL economia reale dal punto di osservazione della Camera di commercio. - Allegato statistico - A cura dell Ufficio Studi e Statistica
RAPPORTO 2010 L economia reale dal punto di osservazione della Camera di commercio - Allegato statistico - A cura dell Ufficio Studi e Statistica La demografia delle imprese Imprese registrate e attive
Dettagli