Introduzione all economia aziendale

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1 ECONOMIA AZIENDALE - LEZIONE 1 Dott. Fabio Monteduro, Dott.ssa Sonia Moi Introduzione all economia aziendale Introduzione Uno spettro si aggira per le aule delle Facoltà di Lettere: la paura della matematica, delle formule, dei grafici e delle equazioni. Solitamente accade che, fin da bambini, alcuni sembrano mostrare una naturale predisposizione per la matematica, mentre altri si mostrano più portati per l italiano. Già a partire da quel momento genitori ed insegnanti si lanciano in previsioni riguardanti le loro professioni future: chi di noi è riuscito a sfuggire a luoghi comuni del tipo chi è bravo in matematica diverrà un ottimo ingegnere o se sei bravo a scrivere dovresti iscriverti a lettere? E così, spesso, ci si ritrova attaccati addosso un etichetta, un identità mai verificata, ma continuamente alimentata dai giudizi spesso affrettati dei professori e sostenuti da quelli dei genitori; ed il trascorrere del tempo non fa altro che consolidare tale identità, al punto che lo studente si scopre così sempre più incline alle citazioni letterarie, magari in latino, che alle formule ed ai calcoli e così, senza averlo mai verificato realmente, si convince di non essere predisposto per la matematica, iniziando da quel momento tutta una vita di slalom tra situazioni, materie e problemi che non faranno che confermare questa allergia ai numeri. Nella realtà è tutto falso. Non esiste, infatti, una predisposizione genetica per la matematica; esistono invece insegnanti che riescono a fare odiare una materia o un argomento: in alcuni casi l oggetto del proprio odio è Dante, in altri la storia o magari la musica. Pertanto, questo preambolo vuole essere un ammonimento contro la demonizzazione a priori delle scienze matematiche e una dimostrazione della non validità di un sillogismo del tipo dove c è economia c è matematica, dove c è matematica ci sono problemi. La percezione che dell economia e della matematica hanno oggi molti studenti che studiano in facoltà non economiche è ancora inficiata da pregiudizi e convinzioni radicati nell immaginario collettivo, che hanno generato timori e rigetto culturale. La realtà professionale di tutti i giorni però fa scoprire costantemente che oggi più che mai il mondo è intriso di economia: è assolutamente necessario conoscere i rudimenti di tale materia, anche solo per seguire un dibattito in televisione, leggere un giornale economico, valutare un programma elettorale. Inoltre, basta guardare i telegiornali per sentire termini altisonanti come globalizzazione, competizione, mercati finanziari, welfare, non profit, spesso non capendo fino in fondo il loro significato ma, soprattutto, le ripercussioni che hanno nella nostra vita quotidiana. D altro canto, questo bombardamento mediatico è comprensibile, visto lo stretto legame tra benessere economico e la vita di (e in) ogni Paese. Inoltre, poiché il benessere economico di un paese dipende, in buona parte, dalla vitalità delle aziende che lo compongono, maggiore è il dinamismo delle stesse, la produttività, migliore è sicuramente il tenore di vita registrato nello stesso paese. Per tali ragioni, emerge sempre di più l esigenza di conoscere le dinamiche sottostanti la gestione delle aziende, siano esse pubbliche, private o non profit. Pertanto, dal momento che le Amministrazioni Pubbliche, le imprese, le organizzazioni non profit sono realtà complesse, perché esse siano comprese appieno, è necessario ricorrere ad un approccio

2 interdisciplinare che sappia coniugare diverse prospettive (giuridiche, ingegneristiche, ecc.) con quella dell economia aziendale, dell economia politica, della sociologia e delle altre scienze cugine. In particolare, il problema dell acquisizione di una conoscenza interdisciplinare si pone proprio in riferimento alla necessità di integrare una prospettiva di tipo manageriale nell analisi delle realtà organizzative dello Stato, del Mercato e del Terzo Settore. In tal senso è da leggersi, quindi, l opportunità di approfondire le tematiche legate all economia di azienda, come un modo per avvicinarsi alla complessità della gestione delle aziende, per capirne ed interpretarne le dinamiche e, perché no, imparare a governarle. La prima parte di questo corso sarà dedicata allo studio e alla comprensione dei concetti che stanno alla base dell economia aziendale. La seconda parte, invece, sarà più tecnica, il cui scopo è quello di imparare a leggere ed interpretare un bilancio di esercizio, per comprendere le dinamiche aziendali. Infine, verrà chiarito che l utilizzo del bilancio di esercizio, pur fornendo una serie di informazioni utili a comprendere la gestione dell azienda, non fornisce informazioni sulle ricadute sociali delle attività che, con l azienda, si realizzano. Pertanto verrà analizzata un altra tipologia di bilancio, il cui scopo è quello di rappresentare gli impatti dell attività economica nella società. L economia aziendale Per comprendere il funzionamento delle aziende, è necessario indagare sul perché le stesse sono state create e quali sono i suoi scopi. Fin dalla prima apparizione dell uomo sulla terra, la sua vita è stata caratterizzata dalla necessità di soddisfare una molteplicità di bisogni. Pertanto, qualsiasi attività, qualsiasi gesto dell uomo, è improntato al soddisfacimento dei propri bisogni. Secondo gli studi di Maslow, possiamo distinguere i diversi bisogni attraverso l utilizzo di una piramide, che ne rappresenta la scala di importanza (vedi figura). Secondo Maslow, nel primo livello della piramide ci sono i bisogni fisiologici, ossia tutti quei bisogni che risultano essenziali per la sopravvivenza dell uomo e dell'ambiente. Poiché la

3 sopravvivenza dell uomo dipende dal soddisfacimento di questa tipologia di bisogni, gli altri tendono ad avere, inizialmente, una priorità inferiore. Tuttavia, dopo aver soddisfatto i bisogni principali, man mano si creano (o si dovrebbero creare) le condizioni e le capacità di soddisfare i bisogni posti negli altri gradini della scala. I bisogni fondamentali inoltre, una volta soddisfatti, tendono a non ripresentarsi, mentre i bisogni situati nei gradini più alti, oltre a variare nel tempo, tendono a ripresentarsi in diverse forme. Per poter soddisfare i propri bisogni, quindi, l uomo deve utilizzare le risorse presenti in natura, sia in maniera diretta che mediata, ossia attraverso la loro trasformazione, realizzando, quindi delle attività. Quindi, possiamo definire che il soddisfacimento dei bisogni dell uomo, caratterizzati da un variabile grado di priorità in relazione alle diverse sfere della sua esistenza ed al contesto socioeconomico e culturale nel quale l individuo vive, implica la realizzazione di un attività che possiamo definire genericamente umana 1. Tuttavia, le risorse di cui sopra, non sono illimitate, al contrario, sono disponibili in quantità limitate: nel linguaggio economico si tratta di risorse scarse. Pertanto, l uomo si trova a dover fronteggiare una molteplicità di bisogni con una quantità limitata di risorse: questo è definito come problema economico. L attività dell uomo, deve quindi essere oculata. Egli deve attentamente ordinare i propri bisogni ed individuare le modalità più appropriate per soddisfarli con i mezzi e le risorse scarse di cui dispone. In tal senso, è possibile affermare che l uomo si trova a dover realizzare una serie di attività, frutto della selezione dei bisogni prioritari e dei mezzi per il loro soddisfacimento, che prende il nome di attività economica. Poiché si tratta di una scelta nei confronti dei bisogni da soddisfare, dei mezzi e delle risorse necessari alla realizzazione di tale fine, è importante stabilire i criteri su cui basare tale selezione. In particolare, la scelta dipenderà sicuramente dal sistema di valori propri di ciascun individuo, come le proprie convinzioni politiche, il proprio credo religioso od il contesto sociale in cui è inserito. Tali principi, quindi, sono di ordine etico. Oltre ai principi di carattere etico, esistono dei principi che rispondono ad altri criteri, come quello del tornaconto o principio edonistico per cui la scelta è guidata dal calcolo economico, ossia, volta al soddisfacimento del maggior numero di bisogni attraverso un utilizzo ottimale delle risorse a disposizione. In genere la scelta non avviene secondo uno o un altro principio, ma è più plausibile che avvenga attraverso un mix degli stessi. La soluzione al problema economico può essere individuata nella creazione dei mezzi necessari al soddisfacimento dei bisogni e nel loro utilizzo, con lo scopo ultimo di appagare le necessità dell uomo, cioè escogita e realizza una serie di funzioni (dette economiche) che gli consentono di realizzare l attività economica al fine di soddisfare i propri bisogni. Tali funzioni economiche vengono svolte da una pluralità di attori che, a titolo esemplificativo, possiamo identificare in: individui famiglie associazioni Enti aziende Le tre funzioni attraverso cui l uomo persegue il proprio obiettivo sono identificate nella produzione, distribuzione e consumo. La produzione è un attività volta all ottenimento di quei beni che non sono reperibili direttamente in natura; questi possono essere, quindi, beni materiali o immateriali (si pensi ai servizi in generale). In linea di massima è possibile affermare che la produzione riguarda la trasformazione di input (materie prime) in output (prodotto finale), anche se, spesso, viene proposta una definizione più ampia del termine, considerando anche qualsiasi altro processo che implica una preparazione ed adattamento di risorse atte a soddisfare dei bisogni. Inizialmente esisteva solo la produzione per 1 GIOVANELLI L, Elementi di economia aziendale, Giappichelli

4 il consumo, infatti, gli individui (o gruppi di individui) tendevano a produrre beni per provvedere alla soddisfazione dei propri bisogni immediati. Successivamente, invece, è emersa l esigenza di produrre i beni e scambiarli con altri, dando luogo alla funzione definita come distribuzione. Dopo lo scambio, infine, l uomo ottiene i beni desiderati e si realizza il consumo. Per poter produrre e, quindi, realizzare un attività economica, l uomo ha creato delle unità economiche : l azienda rappresenta, quindi, un entità creata dall uomo, un mezzo che egli utilizza per il soddisfacimento dei proprio bisogni. Il fine ultimo dell azienda non è quello di soddisfare i bisogni dell uomo; questo è un fine dell uomo. È, tuttavia, un fine indiretto per l azienda, in quanto è creata per rispondere alle necessità dell uomo. Qual è, quindi, il fine dell azienda? Per usare le parole di R. Ferraris Franceschi (1994), il fine assegnato all azienda è la creazione di ricchezza o di valore. L azienda ha responsabilità sociali in quanto opera nella collettività, non ha, invece, fini sociali diretti. Questo significa che l azienda ha, come fine proprio, quello della creazione di valore. Tuttavia, perché questo accada, l azienda deve salvaguardare se stessa, durare e crescere nel tempo, per cui, quest ultimo risulta essere il suo fine ultimo. Lungi dal voler definire che cos è un azienda (definizione che verrà ampiamente trattata nella seconda lezione), cercheremo di capire in questa sede cos è l economia aziendale, quando nasce e quali sono i contenuti che ci accingeremo ad analizzare e studiare nei prossimi capitoli. La disciplina chiamata economia aziendale, nasce nel 1927 ad opera di Gino Zappa. In particolare, durante l apertura dell anno accademico 1926/1927 dell Università Ca Foscari di Venezia, Zappa, nel suo discorso Tendenze nuove negli studi di Ragioneria parlò di una scienza che studia le condizioni di esistenza e le manifestazioni di vita delle aziende, che, appunto, chiamò con il nome di scienza dell amministrazione economica delle aziende o economia aziendale. Pertanto, è possibile affermare che lo scopo principale dell Economia Aziendale è quello di analizzare e comprendere il funzionamento economico delle diverse realtà produttive le aziende al fine di individuare indicazioni utili per un governo ed una gestione improntati a logiche di efficacia ed efficienza, L economia aziendale, così come l ha presentata Zappa, unisce la dottrina della gestione a quella dell organizzazione economico-aziendale. In parole povere, l economia aziendale si compone di: Ragioneria (rilevazione); Tecnica amministrativa (gestione); Organizzazione d azienda. In particolare, con la rilevazione, ci si occupa della registrazione, la rappresentazione e l interpretazione dei dati e dei risultati delle operazioni aziendali, per tecnica amministrativa, o gestione, si intendono quelle le operazioni economiche, combinate e collegate, da intraprendere o intraprese, per l ottenimento degli scopi aziendali, mentre l organizzazione d azienda si occupa delle combinazioni dei fattori materiali e immateriali che operano nell azienda, la struttura organizzativa e le relative funzioni aziendali; Tale impostazione differiva da quelle del teorico Fabio Besta, che si concentrava su tre aspetti (gestione, direzione e controllo) ma considerati in maniera separata, ragion per cui, non poteva essere considerata una scienza. È grazie a Gino Zappa, quindi, che l economia aziendale diventa a tutti gli effetti una scienza generale, empirica, sociale. È definita generale in quanto si tratta di una disciplina che intende rappresentare delle leggi che siano valide per tutte le aziende (leggi economiche ). È una scienza empirica, poiché non esprime leggi astratte, ma verificate, confutate, modificate sul campo. È, infine una scienza sociale, poiché l oggetto di studio è l uomo e le sue interazioni con i propri simili L economia aziendale, quindi, studia le aziende: ne studia le caratteristiche, le modalità di funzionamento, di sopravvivenza, di crescita. In altri termini, l obiettivo è quello di individuare le

5 condizioni che consentono alle aziende di avere successo e realizzare i propri fini in maniera stabile e duratura nel tempo. Poiché l economia aziendale è un campo molto vasto, occorre tracciare i confini entro i quali ci muoveremo durante tutta la durata del corso. Come già accennato, infatti, analizzeremo, dal punto di vista concettuale, la nozione di azienda ed impresa, il campo di gestione e le funzioni aziendali; parleremo dell organizzazione di azienda attraverso l individuazione dei soggetti e le delle variabili dell organizzazione, avendo cura di soffermarci su questioni di attualità come i valori etici e la questione del cambiamento organizzativo. Analizzeremo, poi, della funzione di programmazione e controllo delle aziende ed impareremo a leggere, analizzare ed interpretare un bilancio di esercizio. Infine, introdurremo il concetto di rendicontazione sociale. Bibliografia GIOVANELLI L, Elementi di economia aziendale, Giappichelli, Torino, 2007 GIUNTA F, Economia aziendale, Cedam, Padova, 2008 MASLOW H. A, Motivazione e personalità, 1992 ZAPPA G, Tendenze nuove negli studi di ragioneria, Istituto Editoriale Scientifico, Milano, 1927

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