Il principio di economicità
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- Sibilla Di Lorenzo
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1 Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali Dumas Il principio di economicità Dott. Federico Rotondo frotondo@uniss.it Economia aziendale: lezione n. 10
2 POSTULATO DELLA DUPLICITÀ DEGLI SCOPI AZIENDALI in relazione al ruolo, parte della dottrina distingue tra: AZIENDE DI EROGAZIONE AZIENDE DI PRODUZIONE SODDISFACIMENTO DEI BISOGNI UMANI CONSEGUIMENTO DEI PROFITTI
3 Giannessi E. (Scuola pisana) non approva la duplicità degli scopi aziendali È una caratteristica dell uomo, non dell azienda che, appena viene creata, diviene una realtà autonoma e distinta. L azienda è un fenomeno di tempo, mentre il lucro è contingente.
4 Secondo lo Studioso, pertanto, le aziende hanno un unico scopo, un unica condizione finalistica: Il fine dell azienda è se stessa, cioè vivere, riprodursi e auto-potenziarsi attraverso la creazione di valore NON BISOGNA MAI CONFONDERE TRA Fine aziendale Finalità personali di chi guida l azienda
5 La differenza, allora, non è più tra AZIENDE DI EROGAZIONE AZIENDE DI PRODUZIONE MA TRA AZIENDE NON AZIENDE
6 L economicità non si identifica con la massimizzazione del profitto È la fondamentale condizione di sintesi che permette all azienda: di perdurare nel tempo (DURABILITA ) senza il sostegno di soggetti esterni (AUTONOMIA) RISPETTO SIMULTANEO DELLE CONDIZIONI FAVOREVOLI AL DUREVOLE MANTENIMENTO E ALLO SVILUPPO DELL AZIENDA
7 L ECONOMICITÀ È AL CONTEMPO FINE E MEZZO In quanto è il risultato di un processo decisionale orientato prioritariamente dal perseguimento di questa finalità ECONOMICITÀ COME FINE: Si identifica con l equilibrio economico a valere nel tempo, ossia la capacità di ottenere una valorizzazione della produzione superiore al valore delle risorse impiegate per ottenerla Significa che nel medio-lungo termine l azienda deve poter rimunerare adeguatamente, con i ricavi ottenuti, i costi di tutti i fattori produttivi richiesti dalla produzione (il capitale, i fattori durevoli, di consumo, il lavoro e i servizi), e rinnovarli costantemente. AUTOSUFFICIENZA ECONOMICA
8 ECONOMICITÀ COME MEZZO: Per raggiungere una funzionalità economica duratura, l azienda deve rispettare una pluralità di condizioni economiche, competitive e sociali Le 3 dimensioni del successo SUCCESSO REDDITUALE SUCCESSO COMPETITIVO SUCCESSO SOCIALE
9 In tal senso, l economicità corrisponde ad una regola di condotta. Il processo decisionale, cioè, deve essere improntato al bilanciamento di più dimensioni, correlate ed interdipendenti: EQUILIBRIO MONETARIO EQUILIBRIO FINANZIARIO EQUILIBRIO REDDITUALE (o ECONOMICO) EFFICIENZA FLESSIBILITÀ SOCIALITÀ COMPETITIVITÀ EQUILIBRIO GENERALE AZIENDALE
10 EQUILIBRIO MONETARIO Esprime la capacità dell azienda di far fronte agli impegni di pagamento. La gestione viene osservata dal punto di vista monetario: entrate ed uscite di denaro VA RISPETTATO IN OGNI MOMENTO attraverso la sincronizzazione dei tempi e delle quantità di flussi e deflussi monetari RISCHIO: PARALISI O CESSAZIONE ATTIVITA
11 EQUILIBRIO FINANZIARIO Esprime l attitudine dell azienda a fronteggiare il fabbisogno di finanziamento generato dagli investimenti in attesa di realizzo Scaturisce pertanto dal confronto tra FONTI e IMPIEGHI di capitale VA RISPETTATO IN OGNI MOMENTO attraverso la sincronizzazione delle scadenze delle fonti e del ritorno in forma liquida degli impieghi, nonché delle rispettive quantità. RISCHIO: PARALISI O CESSAZIONE ATTIVITA
12 EQUILIBRIO REDDITUALE Esprime la capacità dell azienda di rimunerare con i componenti positivi del reddito (RICAVI), alle condizioni di mercato, tutti i fattori produttivi utilizzati nella produzione, assicurando una congrua remunerazione ai conferenti il capitale di rischio. Scaturisce pertanto dal confronto tra RICAVI e COSTI Tale condizione deve essere valutata in relazione al tempo: DEVE ESSERE RIFERITO AL MEDIO-LUNGO TERMINE poiché nel breve potrebbe esprimere condizioni contingenti di economicità
13 ALLE CONDIZIONI DI MERCATO Significa che sia i prezzi-costo che i prezzi-ricavo devono essere congrui, ovvero rispecchiare le normali tendenze dei mercati. Non si può parlare realmente di economicità se viene raggiunto un equilibrio reddituale attraverso: - particolari condizioni di acquisto dei fattori produttivi - prezzi-ricavo imposti (es. Monopolio di mercato) - non adeguata remunerazione capitale di rischio - non adeguata remunerazione del lavoro (lavoro nero) ALTRE ECONOMIE SOPPORTANO LE CONSEGUENZE DI TALI VANTAGGI
14 L equazione economica (F1p1) + (F2p2) + (Fnpn) + P = q1p 1 + qmp m È una uguaglianza che esprime che il valore generato dalla produzione (RICAVI) ha coperto il valore dei fattori produttivi immessi nella produzione (COSTI), e ha lasciato un margine di reddito per il capitale di rischio. Solo nel lungo periodo esprime una condizione di equilibrio connessa alla possibilità di crescita e sviluppo dell azienda
15 EFFICIENZA Esprime la capacità dell azienda di combinare con razionalità i fattori produttivi, cioè evitando sprechi di risorse e di tempo. Si lega al rendimento fisico-tecnico dei fattori produttivi (produttività), poiché indaga il rapporto esistente tra mezzi impiegati e risultati ottenuti. Si può misurare sotto diverse dimensioni: - EFFICIENZA FISICO-TECNICA: ES: volumi di prodotto ottenuto / volumi di fattori produttivi impiegati (o viceversa) - EFFICIENZA ECONOMICA: Es: Valore produzione ottenuta / Valore mezzi impiegati Costo totale fattore produttivo / Volume prodotto
16 FLESSIBILITÀ (elasticità) Esprime la capacità dell azienda di reagire prontamente per adattarsi ai cambiamenti ambientali. In particolare, si valuta: - la flessibilità della struttura patrimoniale, organizzativa e finanziaria - la flessibilità delle combinazioni produttive - la flessibilità della funzione di governo, intesa come capacità innovativa e di sviluppo di strategie e politiche tempestive QUESTA CONDIZIONE DIVIENE SEMPRE PIU CRUCIALE
17 La flessibilità consente, soprattutto nei mercato odierni, consente di fronteggiare con successo il RISCHIO ECONOMICO GENERALE che incombe sull azienda, ossia l eventualità di subire danni economici che possono portarla alla dissoluzione. La mancanza di flessibilità/elasticità si traduce La mancanza di flessibilità/elasticità si traduce spesso in una resistenza al cambiamento che impedisce di cogliere le opportunità e controbattere alle minacce ambientali
18 SOCIALITÀ Esprime la capacità dell azienda di soddisfare le attese degli interlocutori sociali. Anche questa condizione ha visto crescere la propria importanza nel tempo, di pari passo al crescente riconoscimento del ruolo sociale e delle responsabilità sociali in capo all azienda. Essa si ricollega alla molteplicità di azioni ed iniziative, non necessariamente direttamente collegate all attività aziendale, che le aziende compiono per il bene comune, per la collettività. STAKEHOLDERS THEORY
19 COMPETITIVITÀ Esprime la capacità dell azienda di assumere una posizione dominante su un area più o meno vasta del mercato. Si traduce nella capacità di soddisfare i bisogni e le attese della clientela (segmento del mercato) in maniera superiore rispetto alla concorrenza.
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