Il principio di economicità
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1 Università degli Studi di Sassari Dipartimento di Scienze economiche e aziendali Corso di laurea in Economia e management Corso di Economia Aziendale Prof.ssa Lucia Giovanelli giovanel@uniss.it Il principio di economicità Parte II-Capitoli I e V Lezioni di economia aziendale Lezione n. 19
2 ECONOMICITA E al contempo: 1) condizione finalistica cioè scopo dell azienda (sinonimo di creazione di valore, di produzione di ricchezza); coincide con il concetto di equilibrio economico durevole ed evolutivo; 2) criterio decisionale che deve orientare costantemente il soggetto economico; implica la ricerca simultanea da parte del soggetto economico di una pluralità di condizioni. Il principio di economicità 2
3 L economicità è condizione di durabilità autonoma dell azienda E la principale condizione alla quale si connette l attitudine dell azienda a durare nel tempo (a vivere) senza ricorrere al sostegno continuo da parte di soggetti terzi (autonomia). Il principio di economicità 3
4 Nel lungo termine la vita autonoma dell azienda dipende dalla capacità di generare un valore riconosciuto dal mercato superiore al valore impiegato nei processi produttivi; dipende cioè dalla condizione di equilibrio economico-reddituale. Il principio di economicità 4
5 L economicità è un criterio decisionale Per volgere la gestione all economicità, questa deve rappresentare una bussola che orienta il decisore. A tale scopo occorre declinarla nelle condizioni da rispettare nel processo decisionale. Tali condizioni sono necessarie ma non sufficienti a garantire il raggiungimento di un autonoma durabilità dell azienda. Il principio di economicità 5
6 L economicità come criterio decisionale Non è sinonimo di profitto. Il principio di economicità non si identifica con un criterio massimizzante, limitato e rivolto esclusivamente ad una classe di soggetti, quelli conferenti capitale proprio. In realtà esso si traduce nel rispetto simultaneo delle condizioni favorevoli al durevole mantenimento e allo sviluppo dell azienda.la massimizzazione del profitto è quindi uno schema semplificato della condotta delle imprese che una disciplina come l economia aziendale ancorata alla realtà e volta a produrre proposizioni aventi valore normativo anche se non assoluto, non può pienamente accogliere. AiroldiG.-BrunettiG.-CodaV.,2006,p.173. Il principio di economicità 6
7 La vita duratura e autonoma dell azienda Implica che il processo decisionale realizzato senza condizionamenti (autonomia decisionale) sia orientato da una pluralità di dimensioni tra loro correlate ed interdipendenti e fondato sulla ricerca simultanea di più condizioni: equilibriomonetario; equilibriofinanziario; equilibrio economico o reddituale; efficienza, elasticità, socialità e efficacia competitiva o competitività. Il principio di economicità 7
8 Ogni giorno la vita dell azienda dipende dall equilibrio monetario, ovvero dalla capacità di far fronte ai pagamenti in scadenza, dall equilibrio finanziario, ovvero dalla capacità di ottenere le fonti necessarie a fronteggiare gli impieghi (investimenti in attesa di realizzo e rimborso dei prestiti). Il principio di economicità 8
9 EQUILIBRIO MONETARIO Capacità di far fronte agli impegni di pagamento L equilibrio monetario discende dalla capacità di sincronizzare, per entità e tempidirealizzazione,flussiedeflussimonetariinmododafarsìcheildenaro sia disponibile nel momento in cui le operazioni di investimento debbono trovare il proprio completamento con il pagamento del prezzo. Richiede una verifica continua Il principio di economicità 9
10 Equilibrio finanziario Dimostra l attitudine a fronteggiare il fabbisogno di finanziamento generato dagli impieghi (investimenti in attesa di realizzo e rimborso dei prestiti); Deve essere assicurato costantemente; Può essere determinato secondo un approccio statico o dinamico; Nell approccio statico coincide con l analisi di grandezze stock alla fine di un periodo(analisi patrimoniale). Il principio di economicità 10
11 Nel lungo termine la vita dell azienda Dipende dalla capacità di generare un valore riconosciuto dal mercato superiore al valore impiegato nei processi produttivi; Dipende cioè dalla condizione di equilibrio economico o reddituale. Il principio di economicità 11
12 Il processo decisionale dunque Deve essere orientato dalla ricerca delle diverse dimensioni che configurano l unitario equilibrio aziendale (equilibrio monetario, equilibrio finanziario ed equilibrio reddituale). Ma anche delle condizioni interne (efficienza e flessibilità) ed esterne(socialità e competitività) che influenzano l attitudine del sistema aziendale ad operare durevolmente in equilibrio. Il principio di economicità 12
13 EQUILIBRIO ECONOMICO O REDDITUALE Capacità di rimunerare con componenti positivi di reddito (ricavi), alle condizioni richieste dal mercato, tutti i fattori produttivi utilizzati nelle combinazioni produttive, assicurando una congrua remunerazione ai conferenti il capitale di rischio Questa condizione dimostra La capacità di tenere avvinti i fattori produttivi rimunerandoli adeguatamente Il principio di economicità 13
14 Onida parla di autosufficienza economica L azienda per durare autonomamente deve conseguire nel lungo termine l equilibrio economico(o reddituale). L azienda tende ad essere autosufficiente : tende, cioè, a funzionare in modo da poter rimunerare adeguatamente con i ricavidelsuoesercizio senonaltroalungoandare -tuttii fattori richiesti dalla produzione, così da poterli attrarre continuamente a sé e da conservare indefinitamente, per quanto dipende da questa condizione, la propria vitalità, mercé un continuo processo di rinnovamento degli impieghi produttivi (Onida P., 1951) Il principio di economicità 14
15 Efficienza Capacità di combinare i fattori produttivi e svolgere i processi gestionali senza sprechi di risorse e di tempo. Evidenzia dunque il rendimento fisico-tecnico (efficienza tecnica) ed economico(efficienza economica) dei fattori e dei processi produttivi(produttività). La misurazione dell efficienza tecnica ed economica implica la tenuta di una contabilità analitica. Il principio di economicità (segue) 15
16 Elasticità Capacità della struttura (patrimoniale, organizzativa, finanziaria) e delle combinazioni produttive di reagire prontamente per adeguarsi ai mutamenti ambientali. Capacità di innovare e sviluppare strategie e politiche flessibili, in grado di adattarsi ai mutamenti ambientali e di esercitare un certo dominio sull ambiente. La mancanza di elasticità e la resistenza al cambiamento (soprattutto in un contesto particolarmente mutevole) impediscono all azienda di adattarsi ai mutamenti ambientali e la espongono al rischio economico. Il principio di economicità (segue) 16
17 In cosa si concretizza? Nell improntare a flessibilità l assetto strutturale dell azienda e l azione di governo. La struttura tecnica, finanziaria ed organizzativa devono essere flessibili quindi adeguate a cambiare in relazione alle dinamiche ambientali. La struttura tecnica: occorre capacità di adattamento dei fattori strutturali ma anche delle politiche di approvvigionamento degli altri fattori (lavoro, materiali, etc.) ai cambiamenti intervenuti nei mercati. La struttura finanziaria deve essere equilibrata e la correlazione tra fonti ed impieghi adeguata a garantire un economico rimborso dei mezzi finanziari ottenuti. La struttura organizzativa deve poter mutare in relazione a cambiamenti esterni/interni. Il principio di economicità (segue) 17
18 L equilibrio durevole del sistema Discende dal congiunto dispiegarsi delle operazioni di gestione. È frutto della combinazione dei diversi andamenti gestionali(monetario, finanziario, reddituale, tecnico-operativo). Dipende dal concretizzarsi delle singole condizioni di equilibrio (monetario, finanziario, reddituale, efficienza). È influenzato dalla capacità di reagire al cambiamento (elasticità), soddisfare meglio di altri le attese dei clienti(competitività), soddisfare le attese degli interlocutori sociali ed ottenere consenso(socialità). È legato alle correlazioni che esistono tra le singole condizioni di economicità, distinguibili solo per astrazione. Il principio di economicità (segue) 18
19 Le condizioni di economicità basilari per la durabilità autonoma Le condizioni di equilibrio che si connettono ai diversi profili gestionali: monetario, finanziario, reddituale, tecnico-operativo (equilibrio monetario, finanziario, reddituale, efficienza). La ricerca delle condizioni basilari di economicità è necessaria ma non sufficiente a garantire l attitudine dell azienda a perdurare nel tempo in autonomia. La capacità di operare durevolmente in equilibrio è condizionata da altre condizioni di economicità quali la flessibilità o elasticità, la competitività e la socialità. Queste ulteriori condizioni si pongono quali condizioni necessarie di funzionalità durevole delle aziende. Il principio di economicità (segue) 19
20 COMPETITIVITA Capacità di servire i bisogni del cliente (soddisfare il cliente) in modo superiore rispetto alla concorrenza. Esprime la capacità dell azienda di assumere una posizione dominante in un mercato (Coda, 1988). Si può misurare con riferimento, ad esempio, alla quota di mercato dell azienda, al grado di penetrazione del mercato, all indice di copertura, etc.. Il principio di economicità (segue) 20
21 Da cosa dipende la competitività? Dalle competenze distintive di un azienda, cioè dalle capacità che consentono di distinguerla dai concorrenti. Per diventare competitivi occorre ricercare le fonti del proprio vantaggio rispetto alla concorrenza(porter 1982). L azienda può distinguersi perché offre al mercato prodotti simili ai concorrenti a prezzi inferiori; in questo caso punterà sulla ricerca della massima flessibilità ed efficienza dei processi produttivi (vantaggio di costo); oppure perché offre un prodotto unico per tipologia o qualità, anche se a prezzi superiori (vantaggio di differenziazione). Il principio di economicità (segue) 21
22 SOCIALITA Capacità di soddisfare le attese degli interlocutori sociali L azienda ha fini economici e non sociali diretti. La dimensione di socialità si collega all azione che tutte le aziende compiono per il bene comune e per i diversi interlocutori(i consumatori, i lavoratori, la collettività, i finanziatori, etc.). In altre parole al ruolo sociale ed alla responsabilità sociale dell azienda. Il principio di economicità (segue) 22
23 In cosa si concretizza la socialità? Nella ricerca di coesione e fiducia da parte di tutti gli stakeholder, cioè dei diversi portatori di interessi e attese nei confronti dell azienda. Si tratta degli attori del sistema competitivo e di una pluralità di interlocutori sociali (proprietà, management, lavoratori, banche, altri intermediari finanziari, rappresentanti sindacali, amministratori e dirigenti pubblici, collettività, etc.). L azienda deve soddisfare le attese degli stakeholder in modo da ottenere il consenso necessario per svolgere la propria funzione produttiva e collocare il prodotto sul mercato. Il principio di economicità (segue) 23
24 Per durare autonomamente l azienda deve ottenere le fonti necessarie ad attuare gli investimenti ed i rimborsi di prestiti (equilibrio finanziario), avere una liquidità sufficiente a far fronte ai pagamenti in scadenza (equilibrio monetario), ricercare coesione con tutti i soggetti che sono interessati all attività (socialità), improntare ad efficienza e flessibilità i processi produttivi, affermare i prodotti sul mercato (competitività). Se soddisfa queste condizioni in prospettiva durevole dovrebbe ottenere una massa di ricavi capace di rimunerare i costi di produzione e assicurare un margine per i portatori di capitale di rischio (equilibrio economico o reddituale). 24 Lucia Giovanelli - Economia aziendale Il principio di economicità (segue) 24
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