DSA, ADEGUAMENTO DELLA DIDATTICA E DELLA VALUTAZIONE: TECNICHE, STRATEGIE E STRUMENTI COMPENSATIVI/DISPENSATIVI

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1 DSA, ADEGUAMENTO DELLA DIDATTICA E DELLA VALUTAZIONE: TECNICHE, STRATEGIE E STRUMENTI COMPENSATIVI/DISPENSATIVI Gruppo di lavoro C: Lingue straniere 29 novembre 2011, Besana Brianza (MB) Dr.ssa Anna Milani, Psicologa, Esperta in Psicologia scolastica I.R.C.C.S. E. Medea Bosisio Parini (LC)

2 OBIETTIVI DEL LABORATORIO 2 Analisi, riflessione e discussione sui diversi aspetti legati all apprendimento e alla didattica con i DSA nella Secondaria di 2 grado nelle lingue straniere, relativamente a: Modalità di verifica e di valutazione Le spiegazioni in classe La grammatica Altro Le difficoltà vissute e rilevate dagli insegnanti Raccolta di esperienze, materiale e percorsi didattici già sperimentati Creazione di un patrimonio di conoscenze e di strumenti, nel futuro da ampliare e condividere con colleghi della propria scuola e di altre presenti sul territorio

3 QUALE LA DIFFICOLTA PRINCIPALE? GRANDE VARIABILITA INDIVIDUALE nel profilo funzionale di ogni ragazzo con DSA: ciascuno ha diversi punti di forza e di debolezza 3 Necessità di individuare le strategie e le misure didattiche, compensative e dispensative, più indicate in ciascun caso

4 LA DIAGNOSI FUNZIONALE 4 Per effettuare una diagnosi clinica devono essere valutati i seguenti aspetti: Livello cognitivo generale; Competenze strumentali (lettura, scrittura, calcolo). Per effettuare una diagnosi funzionale devono essere valutati i seguenti aspetti: Profilo cognitivo; Competenze linguistiche (sia espressive che di comprensione); Abilità visuo-spaziali e prassico-motorie; Abilità mnestiche (memoria di lavoro verbale e visuo-spaziale); Funzioni attentive ed esecutive; Stile personale cognitivo, emotivo, relazionale

5 QUALI GLI ASPETTI DA CONSIDERARE? COMPETENZE LINGUISTICHE Competenze fonologiche Discriminazione uditiva; Consapevolezza fonologica e metafonologica Capacità espressive Fluenza espressiva Lessico (anomie, circonlocuzioni, parafasie semantiche ) Competenze morfo-sintattiche (ipercorrettismi, concordanze nominali e verbali, mantenimento del tempo verbale, strutturazione sintattica ) Comprensione: Livello terminologico (comprendere i significati delle parole) Livello della frase (analisi grammaticale, morfologica e sintattica) 5 Dr.ssa Anna Milani - E. - Medea E. Medea

6 QUALI GLI ASPETTI DA CONSIDERARE? ABILITA VISUO-SPAZIALI E PRASSICHE Gestione dello spazio sul foglio Coordinazione motoria fine e globale Percezione e comprensione delle relazioni spaziali/delle posizioni nello spazio 6 Dr.ssa Anna Milani - E. - Medea E. Medea

7 QUALI GLI ASPETTI DA CONSIDERARE? COMPETENZE DI MEMORIA Memoria verbale Memoria visiva Memoria a breve termine (ricordo di informazioni appena percepite) Memoria di lavoro (mantiene presenti le informazioni per breve tempo, lasciandole perdere una volta terminato il compito) Memoria a lungo termine (ricordo di informazioni conosciute da molto tempo) 7 Dr.ssa Anna Milani - E. - Medea E. Medea

8 QUALI GLI ASPETTI DA CONSIDERARE? FUNZIONI ATTENTIVE ED ESECUTIVE Tenuta attentiva Capacità di pianificazione ed organizzazione Flessibilità cognitiva (es. applicazione della regola in contesti diversi) 8 Dr.ssa Anna Milani - E. - Medea E. Medea

9 QUALI GLI ASPETTI DA CONSIDERARE? COMPETENZE METACOGNITIVE Conoscenza meta cognitiva conoscenza dei processi cognitivi implicati in un certo compito Controllo meta cognitivo Strategie controllo su quanto si sta facendo (passaggi, dati, ) conoscenza delle strategie applicazione delle strategie flessibilità nell applicazione delle strategie nei diversi contesti 9 Dr.ssa Anna Milani - E. - Medea E. Medea

10 QUALI GLI ASPETTI DA CONSIDERARE? STILE PERSONALE Motivazione e approccio al compito Sensibilità al rinforzo e alla gratificazione Accettazione delle proprie difficoltà (e di conseguenza degli strumenti compensativi) Stile di attribuzione (interpretazione di successi e fallimenti, per dare loro una causa/una spiegazione) Stile emotivo e relazionale (anche se no rilevato franco disturbo psicopatologico, spesso presenti difficoltà emotive) Stile cognitivo di apprendimento 10 Dr.ssa Anna Milani - E. - Medea E. Medea

11 QUALI LE STRATEGIE DA ADOTTARE? LE LINGUE STRANIERE La normativa (Art. 5, 2/c): Per l insegnamento delle lingue straniere, l uso di strumenti compensativi che favoriscano la comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali di apprendimento, prevedendo anche, ove risulti utile, la possibilità dell esonero 11

12 QUALI LE STRATEGIE DA ADOTTARE? Tante le difficoltà: Lingue non trasparenti (es. inglese): difficoltà di decodifica/codifica ancora più marcata Aspetto fonologico: nuovi suoni Memoria verbale: acquisizione nuovi termini Grammatica 12

13 QUALI LE STRATEGIE DA ADOTTARE? LE MODALITA DI VERIFICA E DI VALUTAZIONE 13

14 QUALI LE STRATEGIE DA ADOTTARE? LE MODALITA DI VERIFICA E DI VALUTAZIONE Quale l obiettivo??? Padronanza della lingua (comunicare: parlare e capire)? Saper scrivere e leggere? Memorizzazione e applicazione regole grammaticali? Vocabolario? Forse necessaria una RIVOLUZIONE COPERNICANA nell insegnamento delle lingue straniere (in particolare dell inglese) 14 Dr.ssa Anna Milani - E. - Medea E. Medea

15 QUALI LE STRATEGIE DA ADOTTARE? Tipologia delle verifiche: Meglio orali? Se scritte, meglio con domande aperte per evitare eccessivo sforzo di decodifica? Capacità espressive orali e scritte Difficoltà di recupero delle informazioni Stile personale (es. ansia, timidezza, inibizione, difficoltà a parlare davanti agli altri ) Preavvisare prima di porre Griglie, schemi, mappe domande; lasciare il anche durante tempo per riflettere e Verifiche verifiche orali e scritte organizzare il pensiero semistrutturate? 15 Dr.ssa Anna Milani - E. - Medea E. Medea 15

16 QUALI LE STRATEGIE DA ADOTTARE? Altro: Interrogazioni programmate Più tempo più tempo? In che senso? Sempre? Lentezza esecutiva (per decodifca, codifica o aspetti grafo-motori ) Tenuta attentiva (considerando sforzo richiesto dalle difficoltà incontrate ) Utilizzo degli strumenti compensativi (es. PC, dizionari multimediali, tavole dei verbi ) anche durante l esecuzione di verifiche scritte ed orali Lettura ad alta voce (ed eventualmente spiegazione) delle consegne delle verifiche scritte prima che i ragazzi inizino ad eseguirle Partenza da esempi concreti nelle verifiche scritte Accorgimenti grafici nel testo delle verifiche scritte Minor numero di esercizi/domande richiesti Sotto compiti/verifiche a punti/verifiche scalari per difficoltà...

17 QUALI LE STRATEGIE DA ADOTTARE? Come valutare: Valutare tenendo presente gli obiettivi didattici che ci si è posti in ogni specifico caso Valutare in modo costruttivo, separando sempre l errore dal contenuto (es. errori di ortografia, errori di copiatura ) Valutare considerando la prova nel suo insieme (es. di frequente prima parte svolta correttamente e poi via via sempre più errori -> chiedersi il perché!) Far capire che si può sempre migliorare e dare indicazioni precise su come attuare i miglioramenti Valutare il percorso dei ragazzi e i loro progressi Non essere avari di rinforzi e gratificazioni 17

18 QUALI LE STRATEGIE DA ADOTTARE? LE SPIEGAZIONI IN CLASSE 18

19 QUALI LE STRATEGIE DA ADOTTARE? 19 LE SPIEGAZIONI IN CLASSE Diversi tipi di memoria -> utilizzare più linguaggi di insegnamento (testo scritto, spiegazione orale, riferimenti visivi ) -> utilizzare un approccio il più possibile strutturato, sequenziale, multisensoriale e stimolante (es. filmati, canzoni, video musicali, ) Difficoltà di decodifica codifica -> non utilizzare un metodo grammaticale traduttivo o altri metodi basati sulla lettura, almeno dove possibile Difficoltà di memorizzazione -> utilizzare mappe concettuali e sintesi degli argomenti svolti sia all inizio (guida, programma, curiosità, approfondimento ) sia al termine del percorso (revisione, completamento, promemoria..)

20 QUALI LE STRATEGIE DA ADOTTARE? Limitata tenuta attentiva/iperattività/distraibilità -> Frequente contatto oculare -> Corretto utilizzo/gestione dell ambiente (banchi, pareti ) -> Suddivisione della lezione in varie parti ben chiare agli alunni (es. spiegazione centrale; esempi ) -> Accordi comportamentali (es. pause, distribuzione fotocopie per muoversi un po ) Consapevolezza metacognitiva -> Aiutare i ragazzi a cogliere la sequenza e i nessi logici tra i vari passaggi (es. in letteratura, tra i vari argomenti ) -> Sottolineare sempre ai ragazzi il senso di ciò che si sta facendo e il percorso che si sta percorrendo (da dove siamo partiti, dove vogliamo arrivare ), anche in un ottica di interdisciplinarità 20

21 QUALI LE STRATEGIE DA ADOTTARE? Alcuni accorgimenti pratici: Alla lavagna scrivere sempre in stampato maiuscolo, con precisione e chiarezza (i dislessici generalmente faticano a capire il corsivo degli altri e non solo loro!) Trovare strategie pratiche per risolvere il problema appunti (fotocopie dai compagni, piccole dispense o schemi dell insegnante ) Creare un diario di classe sul quale scrivere (in stampato maiuscolo) tutti i compiti assegnati e gli eventi importanti (es. verifiche), in maniera tale che all occorrenza ogni alunno possa verificare di avere scritto tutto sul suo diario personale 21

22 QUALI LE STRATEGIE DA ADOTTARE? LA GRAMMATICA 22

23 QUALI LE STRATEGIE DA ADOTTARE? LA GRAMMATICA Quale l obiettivo? Chiedersi cosa è utile che l alunno apprenda: -> regole e classificazioni? -> padronanza nell utilizzo e nell applicazione delle regole? (es. verbi: memorizzare tutti i verbi irregolari o saperli usare correttamente?) 23 Quali gli strumenti? Uso della tavola dei verbi irregolari anche in verifiche scritte ed orali Uso di griglie riassuntive (es. vari tempi verbali, loro uso e loro struttura -> spesso difficoltà di associazione nome a corrispondente costruzione..) Non richiedere enunciazione di regole a memoria, ma loro applicazione

24 QUALI LE STRATEGIE DA ADOTTARE? ALTRO 24 Dr.ssa Anna Milani - E. - Medea E. Medea

25 QUALI LE DIFFICOLTA? I CASI NON GIA IDENTIFICATI Prestare sempre molta attenzione ai possibili campanelli d allarme e non avere timore di esser eccessivamente scrupolosi, vista la non precedente diagnosi -> analisi attenta delle difficoltà manifestate dagli alunni (perché? cosa alla base della difficoltà e dell insuccesso? ) Confrontarsi con i colleghi, in particolare con il referente per la dislessia, e con lo psicologo della scuola, raccontando gli elementi che hanno fatto sorgere il dubbio e mostrando i materiali che si ritiene più significativi In seguito, se i i dubbi saranno confermati, parlare con la famiglia del ragazzo e invitarla ad approfondire la questione dal punto di vista diagnostico con figure competenti 25

26 QUALI LE DIFFICOLTA? Sostenere la famiglia in questo percorso perché deve affrontare un problema al quale non aveva pensato prima e che la trova impreparata Sostenere anche il ragazzo ad accettare le proprie difficoltà ed a riscoprire le proprie potenzialità (a volte sollievo dopo la diagnosi) Confrontarsi costantemente con la famiglia e con i tecnici sanitari che hanno in carico il ragazzo: la dislessia è un problema che richiede l intervento e l aiuto di competenze diverse, pertanto è fondamentale lavorare in sinergia 26

27 QUALI LE DIFFICOLTA? DIRLO ALLA CLASSE Difficoltà diverse a seconda anche del tempo già intercorso dalla prima diagnosi e del percorso personale, scolastico e riabilitativo già svolto dal ragazzo Importanza dell accordo con il ragazzo DSA, del rispetto dei suoi tempi, del suo approccio e del suo grado di accettazione della propria difficoltà (importanza collaborazione con la famiglia e/o con i tecnici sanitari che hanno in carico il ragazzo) Principio di base: ognuno ha diverse potenzialità e debolezze, che possono essere messe a servizio degli altri (la diversità come ricchezza) Diversi strumenti per affrontare l argomento in classe (es. letture, film ) 27 Dr.ssa Anna Milani - E. - Medea E. Medea

28 QUALI LE DIFFICOLTA? Numerosità delle classi Alunni con diverse difficoltà e diagnosi Tempi spesso limitati e programmi complessi Non sempre presentate alla scuola diagnosi con profili funzionali dettagliati e completi Scarsa collaborazione o eccessive interferenze da parte delle famiglie A volte ragazzi DSA poco motivati (sfiducia, atteggiamenti di rinuncia o di rifiuto o provocatori ) per gli insuccessi scolastici precedentemente vissuti. 28

29 QUALI LE SOLUZIONI? 29 Mettersi in gioco, provarci, sperimentare e sperimentarsi Flessibilità Conoscenza (informazione e formazione) Collaborazione e condivisione tra colleghi Collaborazione scuola famiglia tecnici sanitari Attenzione ai bisogni dei ragazzi, loro motivazione e valorizzazione Favorire il dialogo, lo scambio e la collaborazione tra i ragazzi, sottolineando i punti di forza di ciascuno

30 QUALE LO STRUMENTO? IL PEP Espressione della PERSONALIZZAZIONE delle strategie è il PEP: Piano Educativo Personalizzato (o PDP: Percorso Didattico Personalizzato) PEI: Diversifica nei contenuti i programmi e le competenze specifiche PEP: Diversifica le metodologie, i tempi e gli strumenti nell attuazione del programma scolastico comune della classe 30

31 PEP: Piano Educativo Personalizzato PROCEDURA PER LA STESURA DEL PEP La famiglia consegna la diagnosi in segreteria e la fa protocollare; Il dirigente consegna la diagnosi al coordinatore di classe e al referente per i DSA; Il consiglio di classe incontra collegialmente i genitori e/o lo specialista che ha in carico il ragazzo; Sulla base della diagnosi clinica e del profilo funzionale del ragazzo, il consiglio di classe (ed ogni insegnante per le singole materie) predispone una proposta di PEP; Il PEP viene fatto visionare ai genitori, perché ne verifichino scelte ed indirizzi, eventualmente anche attraverso la consultazione dello specialista che ha in carico il ragazzo; Il PEP viene quindi sottoscritto e diventa operativo; Il PEP può essere modificato nel corso dell anno e deve essere aggiornato ogni anno scolastico; Il PEP entra a far parte della documentazione da presentare alla commissione d esame. ( 31

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