L impatto delle aziende della filiera della salute sul sistema economico italiano Il caso Novartis

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1 Centro di Ricerche e Studi in Management Sanitario Università Cattolica del Sacro Cuore Occasional paper L impatto delle aziende della filiera della salute sul sistema economico italiano Il caso Novartis A cura di Enzo Pontarollo

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3 Occasional paper L impatto delle aziende della filiera della salute sul sistema economico italiano Il caso Novartis A cura di Enzo Pontarollo

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5 Questo lavoro è il frutto della collaborazione di molte persone. Desidero ringraziare innanzitutto Stefano Casini Benvenuti, Renato Paniccià e Stefano Rosignoli, i ricercatori dell IRPET che elaborano con grande perizia la tavola dei moltiplicatori leonteviani-keynesiani e quella dei coefficienti tecnici di produzione, fondamentali per lo sviluppo di queste analisi, e Cristina Mirabella dell Ufficio Statistico della Provincia Autonoma di Trento che ha reso disponibili i dati relativi a questa provincia. Un ringraziamento particolare va al prof. Roberto Camagni del Politecnico di Milano, che mi ha aiutato in ogni fase della ricerca, mettendo a disposizione la sua grandissima competenza nell utilizzo delle tavole input-output. Ringrazio infine Novartis, che ha fornito i dati relativi alle singole unità locali, senza i quali questa ricerca non sarebbe stata possibile.

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7 Indice Introduzione... 3 Il gruppo Novartis... 5 Dalle origini ai giorni nostri... 5 Novartis in Italia... 6 Metodologia di indagine... 9 Aspetti generali... 9 Le analisi input-output L impatto sulle singole regioni L impatto sulla Lombardia L impatto sulla Toscana L impatto sulla Campania L impatto sulla Provincia Autonoma di Trento L impatto sull Italia L impatto sull occupazione Una breve conclusione Bibliografia

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9 Introduzione Il sistema sanitario viene generalmente analizzato secondo un ottica di politica sanitaria, trascurando spesso il fatto che esso costituisce un settore industriale tra i più rilevanti in termini economici e occupazionali, caratterizzato da relazioni particolarmente complesse e delicate tra aziende, con un particolare orientamento alla ricerca e all innovazione e con prospettive di ulteriore importante sviluppo. L ottica politico-sanitaria tende anche a trascurare il ruolo delle aziende a monte dei processi di erogazione finale dei servizi, rischiando di sottovalutarne il contributo alla filiera produttiva e all economia nazionale. Gli elementi che premono per una crescita delle risorse destinate al sistema sanitario sono connessi, da un lato, al progresso scientifico e tecnologico, che permette di dare nuove risposte al bisogno di salute e all invecchiamento della popolazione, che determina l intensificazione della domanda di assistenza sanitaria e sociosanitaria, dall altro al carattere stesso di inesauribilità del bisogno di salute. Da sottolineare anche il ruolo di crescente rilievo che si attribuisce alla prevenzione delle malattie, come fattore in grado di contribuire al contenimento dei costi della sanità. Da tali fattori conseguono favorevoli opportunità di espansione per le aziende del settore, inteso sia in senso ristretto (assistenza, ricerca e insegnamento), sia in termini più ampi (beni e servizi che influiscono positivamente sulla salute). Per apprezzare il significato industriale della sanità in un sistema economico occorre pertanto mettere in luce come questo settore, oltre a soddisfare un bisogno primario, produce ricchezza, occupazione, investimenti e opportunità di esportazione di servizi, di localizzazione delle fasi produttive e di attrazione della domanda finale. In altri termini, un pieno riconoscimento del valore del sistema salute richiede un adeguata rappresentazione dell articolato sistema di aziende che lo compongono e del ruolo che tale sistema svolge come generatore di ricchezza. 3

10 Il lavoro qui presentato si focalizza specificamente su Novartis Italia, cercando di identificare e quantificare le dimensioni lungo le quali l azienda fornisce un contributo al sistema economico nazionale. Sono stati utilizzati gli ultimi dati di bilancio aziendale disponibili (2009) per le elaborazioni - svolte nella seconda metà del

11 Il gruppo Novartis Dalle origini ai giorni nostri Novartis è uno dei principali gruppi farmaceutici del mondo: nasce nel 1996 dalla fusione tra Ciba (chiamata, fino al 1992, Ciba-Geigy) e Sandoz Laboratories. Si tratta di aziende le cui origini risalgono agli albori dello sviluppo industriale e che, nella loro lunga storia, hanno vissuto i radicali cambiamenti che hanno caratterizzato dapprima l industria chimica e successivamente l industria farmaceutica mondiale a partire dalla seconda metà del 18º secolo. La prima ad essere creata nel 1758 è la Geigy, quando Johann Rudolf Geigy-Gemuseus inizia a Basilea la commercializzazione di materie chimiche e coloranti di vario genere. Un secolo dopo, nel 1858, sempre a Basilea, Alexander Clavel avvia un attività di produzione di fucsina per la tintura della seta, che assumerà successivamente il nome di Gesellschaft für Chemische Industrie Basel, da cui deriva l acronimo Ciba adottato nel A quasi trent anni di distanza dalla nascita di Ciba, nel 1886, sempre a Basilea, nasce la società chimica Kern & Sandoz, che nel 1895 produce la sua prima sostanza farmaceutica, l antipirina, e che nel 1917 istituisce al suo interno un vero e proprio dipartimento farmaceutico, avviando la prima attività di ricerca in questo settore. Lo stesso percorso viene compiuto anche da Ciba che, nel 1900, comincia ad applicare l esperienza acquisita nella chimica alla produzione di sostanze farmaceutiche, e qualche decennio dopo da Geigy che, nel 1938, crea anch essa al suo interno un dipartimento farmaceutico. Nel 1970, poi, dalla fusione tra Ciba e Geigy nasce Ciba-Geigy, che tende sempre più a specializzarsi nel settore farmaceutico. Nel 1996, infine, nel contesto di un radicale processo di fusione e di consolidamento a livello mondiale, Ciba si fonde con Sandoz AG, dopo che entrambe le società hanno dismesso le attività nella chimica, dando origine a uno dei giganti mondiali del settore farmaceutico. La crescita del gruppo è proseguita anche negli ultimi anni con alcune acquisizioni importanti, come quelle riguardanti due aziende produttrici di farmaci generici, la 5

12 Hexal e la Eon Labs, e il completamento dell acquisizione dell impresa statunitense Chiron Corporation, che apre al gruppo notevoli prospettive di sviluppo nel mercato dei vaccini e nel business della diagnostica molecolare. Novartis, che è presente in ben 140 paesi, si occupa di sviluppare, produrre e commercializzare prodotti farmaceutici, vaccini e diagnostici, farmaci generici, prodotti per l automedicazione, oftalmici e per uso veterinario, e ha realizzato nel 2009 un giro d affari di oltre 44 miliardi di dollari. Novartis in Italia Il processo di crescita del gruppo è andato di pari passo con una strategia di presenza sia commerciale che produttiva in moltissimi paesi, tra cui l Italia. Il primo investimento in Italia da parte delle società che hanno dato vita a Novartis risale a quasi un secolo fa, nel 1911, quando viene costituita la Società Italiana per l industria chimica a Basilea (Ciba), che apre a Milano il suo primo insediamento produttivo, mentre nel 1922 è la volta di Sandoz, che costituisce sempre a Milano la Sandoz Società Anonima. Lo stesso, all inizio degli anni 30, fa Geigy, che partendo dalla produzione di prodotti chimici incrementa progressivamente la sua attività farmaceutica. La crescita delle tre imprese accelera nel secondo dopoguerra e porta ad ulteriori acquisizioni, in particolare lo stabilimento di Torre Annunziata (Napoli), acquisito in due tempi (1962 e 1973), lo stabilimento di Rovereto (Trento), rilevato nel 1995 dalla controllata Biochemie, e nel 2006 l Istituto Sieroterapico Sclavo di Siena. Nel frattempo il gruppo ha completamente abbandonato le attività nel settore chimico ed è diventato uno dei maggiori player farmaceutici operanti in Italia, con presenze in diversi segmenti di attività, che sono organizzati in sette società e quattro divisioni, e cioè: Fa r m a c eut ic i, che si occupa di sviluppo e produzione di specialità farmaceutiche: l attività produttiva della divisione si concentra nel sito di Torre Annunziata, uno 6

13 dei maggiori poli industriali del gruppo. La divisione conta complessivamente oltre collaboratori e realizza il 57% del fatturato complessivo del gruppo in Italia. Vaccini e Diagnostici, che consta di due siti: la sede di Siena e lo stabilimento di Rosia. Essa occupa circa dipendenti, 800 dei quali nelle attività produttive. Il centro ricerche di Siena è tra i più importanti ed innovativi dell intero gruppo. A Siena ha sede Novartis Vaccines and Diagnostics srl, che realizza il 17% del fatturato complessivo di Novartis Italia. S a ndo z (la divisione recupera, in funzione di brand globale, il nome di una delle società fondatrici del gruppo Novartis), attiva nel settore dei farmaci generici, che svolgono un ruolo importante nel garantire la sostenibilità del sistema sanitario. A Rovereto ha sede Sandoz Industrial Products spa, importante unità produttiva di principi attivi, che vengono destinati interamente ai mercati esteri. In Sandoz lavorano circa 330 dipendenti, 160 dei quali a Rovereto, e la divisione contribuisce per il 10% al fatturato del gruppo in Italia. C on s u me r He a lt h : alla divisione, che occupa circa 240 persone ed è articolata in tre società autonome, fanno capo le attività Novartis nel settore dei prodotti per automedicazione (OTC), in quello della salute animale e in quello dei prodotti per la correzione visiva, affidato a Ciba Vision. Quest ultima attività nasce nel 1980 per produrre lenti a contatto, avendo l headquarters ad Atlanta negli Stati Uniti, mentre Ciba Vision Italia nasce nel 1983 in seguito all acquisizione della società Titmus, attiva nel settore oftalmico. Ciba Vision srl ha sede a Marcon, in provincia di Venezia, occupa 46 dipendenti e svolge essenzialmente attività di commercializzazione. La divisione Consumer Health genera il 16% del fatturato italiano della Novartis. La sede centrale del gruppo Novartis è localizzata ad Origgio, in provincia di Varese, dove si trovano la direzione generale e quattro delle sette società in cui si articola la presenza del gruppo in Italia, e cioè Novartis Farma spa, Sandoz spa, Novartis Consumer Health spa e Novartis Animal Health spa. 7

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15 Metodologia di indagine Aspetti generali La misurazione degli effetti generati sul sistema economico di un determinato paese o di una specifica area dalle imprese è un esercizio necessario, ma tutt altro che facile: di conseguenza sono andate sviluppandosi nel tempo diverse tecniche di indagine denominate analisi di impatto, che cercano proprio di valutare gli effetti che nuovi insediamenti e investimenti produttivi, eventi, progetti o politiche industriali possono determinare sul livello di attività economica di una specifica area. Lo stesso tipo di indagine può essere sviluppato anche con riferimento ad eventi negativi come chiusura o ridimensionamento di impianti, trasferimento di attività o disinvestimenti e, in altri casi, meno frequenti, queste indagini sono effettuate per valutare l impatto economico di facilities già esistenti. Gli effetti possono essere misurati in termini di fatturato (volume delle vendite) realizzato, prodotto lordo o valore aggiunto generato, ricchezza creata (sia mobiliare che immobiliare), reddito delle persone, posti di lavoro, etc. Ciascuna delle misure indicate sopra consente di valutare l incremento o la diminuzione di benessere di coloro che vivono in una determinata area, benessere che è l obiettivo principale dei processi di sviluppo e delle politiche economiche di ogni nazione, regione o comune. L impatto netto misura l incremento o la diminuzione di tali grandezze economiche su un determinato territorio derivante dai cambiamenti che vi si stanno verificando (apertura, chiusura, espansione o creazione di impianti, avvio di nuove iniziative, ecc.). Ci sono poi ulteriori conseguenze legate alle attività economiche che stiamo considerando, che non sono affatto trascurabili, come ad esempio i vantaggi o svantaggi individuali o sociali, che possono derivare da un incremento o decremento di quella particolare attività economica. Esempi di questo genere riguardano, ad esempio, il mi- 9

16 glioramento (o il peggioramento) dell ambiente, o altri effetti sulla qualità della vita, in termini di salute, sicurezza, qualità dell aria o rumore. Per quanto alcuni di questi elementi possano essere valutati in termini monetari (attraverso analisi che misurano quanto i cittadini sono disponibili a pagare per avere questi beni, e la salute è certamente un bene molto apprezzato ), questi elementi esulano dalle analisi di impatto economico, così come gli impatti fiscali che hanno l effetto di ampliare o restringere la base imponibile, favorendo o restringendo la spesa pubblica o la domanda di servizi. Ma, per quanto siano correlati e assai importanti, gli impatti ambientali e quelli fiscali non sono la stessa cosa degli impatti economici, in quanto richiedono diverse tecniche di indagine, e non vengono perciò considerati nelle analisi di impatto economico. Queste puntigliose precisazioni metodologiche sono indispensabili onde evitare errori di metodo e confusione tra problematiche diverse, così da circoscrivere l ambito di riferimento dello studio. Alla luce di queste precisazioni, è possibile ora definire in maniera più precisa cosa si intende per impatto economico. Attraverso di esso si misurano, su aree territoriali specifiche, le conseguenze riguardo a tre aspetti chiave: la produzione, disaggregata per settori, che consente di misurare i redditi lordi generati dalle imprese (fatturati) con i quali si remunerano i fattori della produzione (costo delle materie prime, lavoro e profitti); il valore aggiunto, disaggregato per settori, che equivale al prodotto interno lordo, che può essere riferito ad una specifica area territoriale, ma anche ad un intero paese. Il valore aggiunto comprende salari e profitti generati dall attività di cui si sta misurando l impatto. Si tratta del parametro più adeguato a misurare l effettivo impatto di un attività economica in una specifica area; l occupazione totale (in unità annue e a tempo pieno), disaggregata per settori, che misura il numero di posti di lavoro generati dall attività economica che si sta analizzando. È la grandezza che desta più interesse tra gli osservatori, anche se, di per sé, è un indicatore che non riflette necessariamente la qualità dei posti di lavoro 10

17 generati, per cui pone sullo stesso piano lavoratori a bassissima qualificazione e ricercatori o tecnici di elevatissima capacità e profilo. In questo caso può essere utile anche una valutazione qualitativa del dato. Queste diverse misure di impatto economico forniscono informazioni relativamente ad elementi distinti ma che si sovrappongono parzialmente: ad esempio una parte del fatturato serve per salari e profitti che sono le componenti essenziali del valore aggiunto, per cui non possono essere sommate, ma devono essere considerate separatamente, pur essendo interdipendenti tra loro. Chiariti questi aspetti generali, occorre specificare meglio le modalità operative e gli strumenti che abbiamo utilizzato per svolgere il nostro lavoro. Le analisi input-output Il metodo utilizzato per lo svolgimento di queste analisi sui settori e le aree territoriali è ormai abbastanza consolidato, e si basa sull uso delle tavole delle interdipendenze territoriali (o tavole input-output, I-O), sviluppate agli inizi degli anni 50 dall economista Leontief e divenute di uso corrente alla fine degli anni 60 e 70, quando gli istituti statistici di tutto il mondo hanno cominciato a renderle disponibili. Se si vuole interpretare la natura e struttura di un intero sistema economico nazionale (o al suo interno di uno specifico ramo di attività economica) le tavole offrono un organica specificazione e quantificazione statistica di quanto prodotto in ogni settore industriale, con indicazione della sua destinazione intermedia e/o finale e del peso esercitato sulla struttura dei suoi costi da diverse componenti. Dalle tavole delle interdipendenze settoriali si ricava, innanzitutto, una matrice di coefficienti diretti, definiti come coefficienti verticali, che esprimono la struttura degli acquisti e quindi dei costi di produzione per ogni unità di prodotto di ciascun settore (in altre parole, come i diversi input vengono impiegati nel processo produttivo), e come coefficienti orizzontali, che descrivono la struttura delle vendite per unità di 11

18 offerta di ciascun settore, e cioè come la produzione di ogni singolo settore produttivo viene distribuita tra i diversi settori utilizzatori. La matrice dei coefficienti permette così di conoscere quale sia il fabbisogno di input determinato, ad esempio, dall espansione della produzione di un settore industriale nell ipotesi che non si verifichi alcuna alterazione nell intensità delle interrelazioni settoriali esistenti. Se, tuttavia, ci si domanda quale espansione dei livelli produttivi nel complesso dei settori economici potrà conseguire da un incremento produttivo in uno specifico settore (sempre nell ipotesi di costanza e di proporzionalità nei coefficienti tecnici) si dovrà operare sulla matrice I-O in forma iterativa, perché la crescita di ciascun settore si riflette non solo come domanda di input diretta, ma anche come domanda indotta sulla produzione degli altri settori. Ciò significa che sarà possibile giungere ad una nuova matrice di coefficienti i cui elementi misurano il legame diretto ed indiretto (matrice inversa) tra l espansione produttiva di un settore e quella di tutti gli altri settori di attività economica. Questi schematici accenni dovrebbero essere sufficienti a chiarire perché, tramite la matrice inversa, si possa valutare anche quale sia, in un dato momento storico, il potere attivante di ogni settore di attività economica (e più specificamente di ogni settore industriale), rispetto a tutti gli altri settori produttivi, ovvero quale possa essere l effetto complessivo, nell ipotesi di costanza dei coefficienti tecnici, di un espansione produttiva di un singolo settore. Ovviamente, conoscendo i coefficienti tecnici riferiti ad ogni settore, è possibile estendere l indagine anche a specifiche imprese, sulla base dell ipotesi realistica che i coefficienti tecnici di un settore riflettano correttamente, sia pure come valore medio, quelli delle varie imprese che vi appartengono. Le tavole relative all economia italiana sono elaborate dall ISTAT, ma non sono direttamente utilizzabili: l impatto di un incremento di domanda in una regione può infatti generare reddito e occupazione in un altra regione fornitrice dei relativi beni. È dunque indispensabile disporre delle tavole regionali, che indicano gli impatti 12

19 che si manifestano all interno di ciascuna regione. Esse sono elaborate dall IRPET, Istituto Regionale Programmazione Economica della Toscana, attraverso la Tavola Multiregionale Italiana. Attraverso di essa è possibile calcolare, come effetto degli investimenti e delle spese di gestione di una determinata impresa, i seguenti tipi di impatto: impatti diretti: nel caso, ad esempio, degli investimenti in costruzioni, si tratta della stima della produzione indotta su altri settori collegati: cemento, vetro, legno, consulenze di progettazione, servizi vari; impatti indiretti: per ciascuno dei settori direttamente attivati, che aumentano la propria produzione, si mettono in moto ulteriori processi di interazione fra domanda e offerta sui settori a monte, che aumentano a loro volta la loro produzione. Ad esempio, il settore del cemento, attivato direttamente dalla domanda di investimento in costruzioni, dovrà aumentare la sua produzione attivando a sua volta tutti i settori che gli forniscono beni intermedi o servizi; impatti indotti dai redditi: ciascuno dei settori attivati in modo diretto e indiretto distribuisce reddito ai propri salariati e questi ultimi attivano, con la loro domanda, la produzione di ulteriori settori: casa, commercio, automobili, ecc. Naturalmente, una parte degli effetti diretti, indiretti e indotti non contribuisce allo sviluppo locale, perché può portare beneficio ad altre regioni, italiane e non, prendendo la forma di importazioni. Il cemento per costruire le infrastrutture richieste può provenire da altre regioni italiane; l energia per attivare le produzioni locali può generare una maggiore importazione di petrolio. La tavola I-O aiuta a quantificare, in modo sufficientemente preciso, quanta parte dei fenomeni moltiplicativi messi in moto dagli investimenti e dalle spese considerate resterà all interno della regione, generando reddito e occupazione, e quanta parte andrà invece a beneficio di territori esterni alla regione sotto forma di importazioni. Tecnicamente, per calcolare tutti questi effetti/impatti insieme, si ricorre alla cosiddetta matrice inversa bordata di Leontief, o tavola dei moltiplicatori leontieviani- 13

20 keynesiani, fornita dall IRPET insieme alla tavola dei coefficienti tecnici di produzione. Si tratta di una tavola che aggiunge una riga e una colonna alla tavola di base dei coefficienti tecnici di produzione, che si riferiscono rispettivamente all utilizzo del fattore lavoro e dunque ai salari pagati (la riga), e ai consumi delle famiglie, possibili grazie ai salari percepiti (la colonna). In questo modo, calcolando la relativa tavola dei moltiplicatori, è possibile calcolare oltre ai consueti effetti diretti e indiretti sulla produzione (la produzione di un auto che richiede pneumatici che richiedono acciaio...) anche gli effetti della distribuzione di nuovi salari che si tramutano successivamente in consumi e attivano ulteriormente il reddito e l occupazione locale. Una volta ottenuti i valori di impatto sulle produzioni settoriali, è possibile scorporare i redditi complessivamente attivati (e cioè il valore aggiunto o prodotto interno lordo regionale: salari, profitti, rendite). Infine, a partire dal valore aggiunto prodotto in ciascun settore, è possibile stimare l occupazione attivata, utilizzando opportuni indici di valore aggiunto per occupato a livello regionale. Si è dunque impiegato il metodo descritto per valutare l impatto economico realizzato da una realtà come Novartis nelle quattro aree territoriali in cui è presente in maniera significativa (e cioè Lombardia, Toscana, Campania, Provincia Autonoma di Trento). Le elaborazioni sono state effettuate anche per l Italia, in quanto l impatto della produzione, degli investimenti e della ricerca, oltre a ripercuotersi sull economia delle aree di localizzazione, crea degli spillover su altre aree del paese. Ciò è particolarmente vero per l attività di ricerca, alla quale Novartis Italia ha destinato nel milioni di euro, una parte significativa dei quali (136 milioni di euro) riguarda spese per ricerche e sperimentazioni cliniche svolte da ospedali e università di varie regioni d Italia. Il calcolo relativo all Italia considera anche l attività svolta nella sede di Marcon (Venezia), per la quale è sembrato superfluo calcolare l impatto regionale data la sua esiguità in un contesto ampiamente industrializzato come la regione Veneto, ma che comunque va considerata per una valutazione complessiva di Novartis. 14

21 L impatto sulle singole regioni Presenteremo dapprima l impatto cosiddetto leontieviano, cioè quello che cattura gli effetti su produzione e valore aggiunto (cioè sul prodotto interno lordo regionale), riferito sia alle quattro aree regionali che all Italia, e successivamente l impatto sull occupazione. L impatto sulla Lombardia Nella regione Lombardia, è operativo il sito di Origgio (in provincia di Varese), dove si concentra il centro direzionale della società nel nostro paese, e quindi le attività amministrative, commerciali e di ricerca dell azienda relative alla divisione Farma, a Sandoz, agli OTC e ai prodotti per la salute animale. A Origgio ha sede anche l headquarters di Novartis Oncology Europe: è l unico quartier generale di una business unit europea Novartis che non sia localizzato a Basilea e coordina una rete di ricercatori, medici, informatori scientifici ed esperti di marketing estesa in tutto il continente. L avvio del sito di Origgio risale all inizio degli anni 60, quando la Ciba acquisisce circa mq di terreno su cui costruire un grosso complesso industriale e logistico e localizzare le diverse attività della società, che operava ancora prevalentemente nel settore chimico (con produzione di pigmenti, coloranti e materie plastiche). La localizzazione era strategica, dato che Origgio si situa non lontano da Milano e a pochissima distanza dall Autostrada dei Laghi, che porta direttamente in Svizzera. Si costruì dapprima un grande magazzino, un centro logistico, ed uno stabilimento per la produzione di coloranti, oltre a modernissimi edifici destinati ad uffici. A partire dal 1965, tutte le attività direzionali, logistiche ed i laboratori della Ciba furono concentrati nel nuovo sito, il cui completamento fu concluso nel La gran parte 15

22 delle attività produttive rimase, tuttavia, a Milano. Un primo ampliamento del sito, con la costruzione di due nuovi edifici, venne attuato nel biennio 74/75, e cioè dopo la fusione con la Geigy che porta al trasferimento da Milano di tutte le attività direzionali, logistiche e di miscelazione dei prodotti chimici della stessa Geigy, mentre la produzione di additivi per materie plastiche viene concentrata a Pontecchio Marconi (Bologna) e quella più strettamente farmaceutica a Torre Annunziata. Con la fusione di Ciba con Sandoz, che porta nel 1996 alla nascita di Novartis, si accentua la vocazione farmaceutica della società e si scorporano di conseguenza tutte le attività chimiche, che confluiscono in Ciba Specialty Chemicals, per cui il sito di Origgio viene suddiviso in due tra Novartis e Ciba Specialty Chemicals, società che verrà poi acquisita da Basf, assieme allo stabilimento di Pontecchio Marconi. Dopo pochi anni dalla fusione, si effettua lo spin-off dei prodotti per l agricoltura, concentrati in una nuova società denominata Syngenta. In seguito alla creazione di Novartis, vengono trasferite da Milano ad Origgio tutte le attività direzionali della Sandoz, mentre l impianto produttivo Sandoz di via Quaranta a Milano viene ceduto alla Mipharm. La complessa storia del sito di Origgio riflette, da un lato, la profonda trasformazione delle tre aziende da cui è originata Novartis, ma nel contempo conferma il radicamento dell azienda sul territorio lombardo, con effetti economici che si sono andati manifestando da ben 45 anni in dimensioni molto marcate, come emerge dall analisi di impatto. Ad Origgio erano attivi, nel 2009, dipendenti, con un fatturato di milioni di euro, investimenti per oltre 50 milioni di euro in R&S, in parte svolta da personale dipendente e in parte consistente in ricerche e sperimentazioni cliniche effettuate in ospedali ed università di ogni parte d Italia. Per quanto riguarda Origgio, abbiamo effettuato un importante rettifica nel calcolo degli effetti su produzione e valore aggiunto regionale, considerando non il fatturato relativo al sito lombardo, bensì il valore aggiunto, che abbiamo stimato in circa 400 milioni di euro, valore nettamente inferiore, ma più realistico per una valutazione 16

23 rigorosa degli effetti delle attività di Origgio sull economia lombarda (e di conseguenza italiana). Abbiamo fatto ciò in quanto Origgio è il punto di intersezione tra produzioni e ricerche effettuate nel nostro paese e quelle del gruppo. In secondo luogo, e a differenza di quanto fatto per i tre siti dell azienda localizzati nelle altre regioni, si è utilizzata la tavola I-O italiana anziché lombarda, in quanto quest ultima, per ragioni connesse al suo metodo di costruzione, tende a sovrastimare gli impatti derivanti dalle produzioni nel settore informatica e ricerca, cui abbiamo assimilato le attività di un unità locale tipicamente direzionale come quella di Origgio, con un effetto a catena sull intera tavola, stimabile attorno al 10% in termini di produzione (circa 70 milioni in più), e di 24 milioni in termini di valore aggiunto. Di conseguenza, e diversamente da quanto fatto per le altre regioni, i valori calcolati comprendono anche gli effetti interregionali, per cui i valori riportati nella prima colonna della tabella 1 sono gli stessi di quelli riportati nella seconda colonna della tabella 5. Le attività di Origgio, che abbiamo stimato in maniera assai prudente, attivano 765 milioni di euro di produzione regionale e distribuiscono redditi, sotto forma di salari, profitti e rendite (valore aggiunto o PIL regionale) per oltre 587 milioni di euro. I settori che traggono il maggior giovamento sono il della classificazione ISTAT, e cioè il settore Ricerca, Informatica ed altre attività, data la presenza nel sito delle funzioni di direzione, commerciali, gestionali e di ricerca, che sembrano ricadere più in questi settori che non sulla farmaceutica in senso stretto. Di fatto essi realizzano 484 milioni di euro di fatturato, ed un valore aggiunto di quasi 450 milioni di euro. Significativi sono anche gli impatti su altri settori del terziario come il settore commerciale (52 milioni in termini di fatturato e 21 di valore aggiunto), le attività immobiliari (44 milioni di fatturato e 39 di valore aggiunto), i trasporti e comunicazioni (42 milioni di fatturato e 17 milioni di valore aggiunto). Complessivamente, l impatto del sito di Origgio sul PIL della Lombardia è pari allo 0,179%. 17

24 Tabella 1: Impatto dello stabilimento di Origgio sull economia lombarda LOMBARDIA Impatto sulla produzione regionale (milioni di euro) Impatto sul valore aggiunto regionale (milioni di euro) A Agricoltura, caccia e silvicoltura 2,16 1,14 B Pesca, piscicoltura e servizi connessi 0,13 0,09 CA Estrazione di minerali energetici 0,28 0,22 CB Estrazione di minerali non energetici 0,15 0,06 DA Alimentari, bevande e tabacco 7,42 1,56 DB Tessili ed abbigliamento 2,12 0,62 DC Concia, prodotti in cuoio, pelle e calzature 0,67 0,17 DD Legno e dei prodotti in legno 0,56 0,19 DE Carta, stampa ed editoria 4,93 1,61 DF Coke, raffinerie di petrolio 4,85 0,37 DG Prodotti chimici e di fibre sintetiche 2,31 0,52 DH Articoli in gomma e materie plastiche 1,73 0,45 DI Prodotti della lavor. minerali non metalliferi 1,07 0,35 DJ Produzione di metallo e fabbric. prodotti in metallo 2,14 0,60 DK Macchine ed apparecchi meccanici 1,58 0,47 DL Macchine elettriche e di apparecchiature elettriche ed ottiche 3,28 1,04 DM Mezzi di trasporto 1,98 0,38 DN Altre industrie manifatturiere 1,35 0,38 E Produzione e distribuz. di energia elettrica, di gas e acqua calda 13,62 4,49 F Costruzioni 17,25 7,43 G Commercio all ingrosso e al dettaglio; riparazioni 52,02 21,37 H Alberghi e ristoranti 24,31 11,75 I Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 42,08 17,44 J Intermediazione monetaria e finanziaria 23,96 13, Informatica, ricerca, altre attività 483,93 447,23 L Pubblica amministrazione e difesa; assicuraz. sociale obblig. 0,35 0,26 M Istruzione 4,41 3,63 N Sanità e altri servizi sociali 4,49 3,11 O-P-Q Altri servizi pubblici, sociali e personali 15,99 8, Attività immobiliari e noleggio 44,42 39,07 TOTALE 765,54 587,59 18

25 L impatto sulla Toscana In Toscana, la presenza di Novartis si sostanzia nei due siti di Siena e di Rosia, specializzati nella ricerca, sviluppo, produzione e commercializzazione di vaccini, con un fatturato 2009 di 289 milioni di euro, al netto delle attività straordinarie generate dall influenza pandemica A/H1N1, 35 milioni di spese per personale interno impegnato in Ricerca & Sviluppo (parte dei 142 milioni totali investiti nel corso dell anno in attività di R&S) ed un occupazione di dipendenti. L ingresso di Novartis in Toscana ha consentito di dare continuità ad un azienda che vanta oltre 100 anni di attività. Novartis Vaccines and Diagnostics ha infatti rilevato una realtà produttiva avviata nel 1904 dal professor Achille Sclavo, docente di Igiene all Università di Siena, che in quell anno aveva fondato l Istituto Sieroterapico e Vaccinogeno Toscano trasformando, con l aiuto di un piccolo gruppo di studenti, il laboratorio che aveva avviato in casa sua in una vera e propria struttura aziendale. Dopo aver scoperto il siero anticarbonchioso, l Istituto estese a livello industriale la produzione di vaccini contro il tifo e il colera e negli anni 30 realizzò prodotti contro la difterite ed il tetano, e il vaccino antivaioloso, acquistando grande prestigio anche a livello internazionale. Nel 1950 il Sieroterapico senese partecipò alla creazione del Centro di Immunologia e lotta contro le malattie infettive, in collaborazione con prestigiosi istituti esteri. In quegli stessi anni, esso mise a punto anche prodotti diagnostici e ad uso di laboratorio, arrivando a contare ben 500 dipendenti. L importanza ed il prestigio conseguito dall Istituto indussero l ENI, all inizio degli anni 80, ad acquisirlo, con l obiettivo di realizzare con Sclavo un grande polo farmaceutico pubblico, progetto che non ebbe successo e determinò gravi problemi all Istituto che, nel corso degli anni 80, fu ceduto alla famiglia Marcucci, che suddivise l azienda in tre diversi rami di attività (diagnostici, emoderivati e vaccini), vendendoli separatamente. Nel 1992, il ramo vaccini dell Istituto Sclavo venne acquisito da Ciba-Geigy, che successivamente avviò con l americana Chiron Corporation una joint-venture, denominata Biocine, dando vita ad una delle società biotecnologiche più avanzate del mondo. 19

26 La nuova società, il cui controllo poco tempo dopo venne interamente assunto da Chiron, si affermò come primo polo della divisione vaccini della controllante e azienda leader nel mercato italiano, sviluppando e commercializzando vaccini sia tradizionali che innovativi a livello internazionale, tra cui quello contro la pertosse e la meningite di tipo C. Nell aprile 2006 Novartis acquisisce il controllo totale di Chiron e, di conseguenza, anche della società italiana da questa controllata, che viene rinominata Novartis Vaccines and Diagnostics. Si tratta dell unica azienda biotecnologica impegnata nel settore dei vaccini in Italia che ricerca, sviluppa, produce e commercializza vaccini nel nostro paese. A Siena vengono prodotte ogni anno oltre 500 milioni di dosi, destinate a 130 mercati in tutto il mondo. Siena è per il gruppo Novartis il polo produttivo di riferimento per i vaccini, con un attività all esportazione che interessa circa il 60% delle produzioni. Novartis ha effettuato notevoli investimenti nel sito di Rosia, polo produttivo di eccellenza a livello mondiale, dove sono stati realizzati impianti di fermentazione e di purificazione per la produzione di vaccini batterici coniugati e le relative infrastrutture, oltre al nuovo edificio dedicato alla lavorazione finale. Per i nostri calcoli del valore aggiunto, si è utilizzato il dato relativo all industria farmaceutica calcolato dall ISTAT, che lo stima nel 30,2% del valore della produzione. Le attività delle due unità senesi determinano un impatto sull economia toscana di 546 milioni in termini di fatturato e di 228 milioni in termini di valore aggiunto. La parte più significativa dell impatto è attribuibile al settore chimico/farmaceutico (306 milioni di euro in termini di produzione e 92 milioni in termini di valore aggiunto), seguito dal settore (Informatica, Ricerca) con un contributo di 66 milioni al fatturato e di 52 milioni al PIL regionale, e dal commercio con 44 milioni per la produzione e 18 milioni per quanto riguarda il PIL regionale. L impatto complessivo degli stabilimenti senesi sul PIL regionale ammonta a 0,215%. 20

27 Tabella 2: Impatto degli stabilimenti senesi sull economia toscana TOSCANA Impatto sulla produzione regionale (milioni di euro) Impatto sul valore aggiunto regionale (milioni di euro) A Agricoltura, caccia e silvicoltura 0,92 0,67 B Pesca, piscicoltura e servizi connessi 0,04 0,03 CA Estrazione di minerali energetici 0,00 0,00 CB Estrazione di minerali non energetici 0,48 0,19 DA Alimentari,bevande e tabacco 3,03 0,71 DB Tessili ed abbigliamento 2,22 0,64 DC Concia, prodotti in cuoio, pelle e calzature 0,94 0,24 DD Legno e dei prodotti in legno 0,27 0,09 DE Carta, stampa ed editoria 2,74 0,74 DF Coke, raffinerie di petrolio 3,70 0,57 DG Prodotti chimici e di fibre sintetiche 306,10 92,44 DH Articoli in gomma e materie plastiche 1,75 0,44 DI Prodotti della lavor. minerali non metalliferi 1,48 0,48 DJ Produzione di metallo e fabbric. prodotti in metallo 0,90 0,25 DK Macchine ed apparecchi meccanici 0,62 0,19 DL Macchine elettriche e di apparecchiature elettriche ed ottiche 1,38 0,47 DM Mezzi di trasporto 1,08 0,24 DN Altre industrie manifatturiere 0,31 0,11 E Produzione e distribuz. di energia elettrica, di gas e acqua calda 18,13 6,86 F Costruzioni 8,24 3,66 G Commercio all ingrosso e al dettaglio; riparazioni 43,92 18,24 H Alberghi e ristoranti 13,40 6,46 I Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 23,31 10,30 J Intermediazione monetaria e finanziaria 12,28 6, Informatica, ricerca, altre attività 66,43 51,57 L Pubblica amministrazione e difesa; assicuraz. sociale obblig. 0,31 0,23 M Istruzione 1,57 1,32 N Sanità e altri servizi sociali 1,98 1,35 O-P-Q Altri servizi pubblici, sociali e personali 9,41 5, Attività immobiliari e noleggio 19,05 16,77 TOTALE 545,99 227,98 21

28 L impatto sulla Campania La storia dello stabilimento di Torre Annunziata comincia nel 1952, quando la Lepetit Antibiotici, uno dei più affermati gruppi farmaceutici italiani, avvia a 30 km da Napoli un impianto per la fermentazione delle sostanze attive necessarie alla produzione di antibiotici. Va sottolineato come la costruzione di questo impianto sia antecedente di qualche anno alla scoperta della rifamicina, che diede alla Lepetit fama internazionale. Dieci anni dopo, nel 1962, Ciba e Lepetit avviano, nell ambito dello stesso sito, una joint-venture paritetica denominata Fermentazione del Vesuvio (Fervet) per realizzare un secondo impianto di fermentazione di sostanze attive per antibiotici, che si affianca a quello già esistente. La Fervet qualche anno dopo viene rilevata completamente da Ciba che, nel 1973, rileva anche l impianto di fermentazione della Lepetit, acquisendo così il controllo totale del sito, che occupa un area di mq vicino alla foce del fiume Sarno. Nel 1974, Ciba-Geigy avvia a Torre un attività di produzione di farmaci iniettabili per il mercato nazionale, che ebbe un grande sviluppo, arrivando a produrre, all inizio degli anni 90, milioni di pack. Nel contempo, continuavano a Torre le attività di fermentazione, che furono concentrate nel building ex Lepetit e che raggiunsero un livello produttivo di 750 mc con 11 fermentatori. Tuttavia, alla fine degli anni 80, il crollo della domanda di antibiotici mise a rischio la sopravvivenza dell unità produttiva, e spinse Ciba-Geigy a ridefinire gli obiettivi dello stabilimento di Torre. Da un lato fu deciso di ridimensionare e ristrutturare la parte prettamente chimica, cioè le attività di fermentazione, dedicando l impianto alla produzione di Desferal, il principio attivo base per la cura della talassemia. L impianto di Torre Annunziata realizza oggi ben l 80% di tale prodotto, mentre il restante 20% è prodotto a Basilea, e la produzione si aggira sui 150 mc, con tre fermentatori. Dall altro lato, si chiuse il Dipartimento farmaci iniettabili e si avviò la produzione di forme solide (granulati, compresse, compresse laccate e confetti) in particolare antiepilettici, antipertensivi, 22

29 Tabella 3: Impatto dello stabilimento di Torre Annunziata sull economia campana CAMPANIA Impatto sulla produzione regionale (milioni di euro) Impatto sul valore aggiunto regionale (milioni di euro) A Agricoltura, caccia e silvicoltura 0,82 0,58 B Pesca, piscicoltura e servizi connessi 0,05 0,03 CA Estrazione di minerali energetici 0,00 0,00 CB Estrazione di minerali non energetici 0,15 0,06 DA Alimentari,bevande e tabacco 2,28 0,59 DB Tessili ed abbigliamento 0,49 0,15 DC Concia, prodotti in cuoio, pelle e calzature 0,21 0,05 DD Legno e dei prodotti in legno 0,14 0,05 DE Carta, stampa ed editoria 0,91 0,29 DF Coke, raffinerie di petrolio 1,30 0,16 DG Prodotti chimici e di fibre sintetiche 95,44 28,82 DH Articoli in gomma e materie plastiche 0,70 0,18 DI Prodotti della lavor. minerali non metalliferi 0,56 0,19 DJ Produzione di metallo e fabbric. prodotti in metallo 0,48 0,15 DK Macchine ed apparecchi meccanici 0,15 0,05 DL Macchine elettriche e di apparecchiature elettriche ed ottiche 0,72 0,25 DM Mezzi di trasporto 0,55 0,11 DN Altre industrie manifatturiere 0,12 0,04 E Produzione e distribuz. di energia elettrica, di gas e acqua calda 3,01 1,80 F Costruzioni 2,20 0,95 G Commercio all ingrosso e al dettaglio; riparazioni 16,44 6,94 H Alberghi e ristoranti 3,24 1,53 I Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 9,47 4,44 J Intermediazione monetaria e finanziaria 2,80 1, Informatica, ricerca, altre attività 7,07 4,17 L Pubblica amministrazione e difesa; assicuraz. sociale obblig. 0,14 0,10 M Istruzione 0,80 0,69 N Sanità e altri servizi sociali 0,76 0,48 O-P-Q Altri servizi pubblici, sociali e personali 3,87 2, Attività immobiliari e noleggio 8,23 7,15 TOTALE 163,10 63,98 23

30 antinfiammatori, oltre ad una molteplicità di altri prodotti, per un totale di 31 brand. La produzione attuale dello stabilimento di Torre Annunziata si rivolge al mercato globale. Quella farmaceutica, in particolare, raggiunge praticamente tutto il mondo, tranne gli USA: le destinazioni finali, oltre al mercato italiano, sono infatti quasi 100 mentre erano solo sei nel Il 78% dei prodotti è oggi esportato, mentre il restante 22% viene commercializzato sul mercato nazionale. L impianto farmaceutico è altamente automatizzato e ha raggiunto elevati livelli produttivi, passando da una produzione di 45 milioni di confezioni a ben 103 milioni. In conseguenza di ciò, Torre, che nel 1993 era ancora uno stabilimento puramente nazionale, nel 2009 si è confermato come uno dei più importanti poli strategici del Gruppo a livello mondiale. Lo stabilimento di Torre Annunziata svolge un attività esclusivamente produttiva, con un fatturato 2009 di 92 milioni di euro, un valore aggiunto calcolato secondo il valore ISTAT (30,2% rispetto al fatturato) e 405 dipendenti. Trattandosi di un unità produttiva di prodotti farmaceutici, l impatto maggiore sull economia campana riguarda il settore chimico/farmaceutico, con un contributo alla produzione regionale di 95 milioni, ed al PIL di 29 milioni. L altro settore che si avvantaggia fortemente è quello del commercio, che contribuisce con 16 milioni di euro alla produzione regionale e con 7 milioni al PIL. Da segnalare anche il settore immobiliare, rispettivamente con 8 e 7 milioni di euro. L impatto sul PIL campano è pari allo 0,065%. L impatto sulla Provincia Autonoma di Trento Rovereto ospita la Sandoz Industrial Products spa, società che fa capo alla divisione Sandoz e che si dedica alla produzione di principi attivi per i farmaci generici. Lo stabilimento di Rovereto nasce nel 1969 ad opera dei fratelli Giommoni, che avviarono l Archifar Industrie Chimiche, approfittando del favorevole regime di incentivazione 24

31 Tabella 4: Impatto dello stabilimento di Rovereto sull economia trentina TRENTINO Impatto sulla produzione regionale (milioni di euro) Impatto sul valore aggiunto regionale (milioni di euro) A Agricoltura, caccia e silvicoltura 0,54 0,41 B Pesca, piscicoltura e servizi connessi 0,01 0,01 CA Estrazione di minerali energetici 0,00 0,00 CB Estrazione di minerali non energetici 0,33 0,14 DA Alimentari,bevande e tabacco 0,92 0,20 DB Tessili ed abbigliamento 4,80 1,25 DC Concia, prodotti in cuoio, pelle e calzature 0,07 0,02 DD Legno e dei prodotti in legno 0,19 0,05 DE Carta, stampa ed editoria 0,28 0,09 DF Coke, raffinerie di petrolio 0,06 0,01 DG Prodotti chimici e di fibre sintetiche 70,47 21,28 DH Articoli in gomma e materie plastiche 2,19 0,71 DI Prodotti della lavor. minerali non metalliferi 0,19 0,07 DJ Produzione di metallo e fabbric. prodotti in metallo 0,21 0,07 DK Macchine ed apparecchi meccanici 0,10 0,03 DL Macchine elettriche e di apparecchiature elettriche ed ottiche 0,05 0,02 DM Mezzi di trasporto 0,08 0,03 DN Altre industrie manifatturiere 0,11 0,04 E Produzione e distribuz. di energia elettrica, di gas e acqua calda 3,41 1,38 F Costruzioni 0,71 0,33 G Commercio all ingrosso e al dettaglio; riparazioni 5,93 3,34 H Alberghi e ristoranti 2,18 1,31 I Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 5,01 2,73 J Intermediazione monetaria e finanziaria 1,84 1, Informatica, ricerca, altre attività 3,15 1,30 L Pubblica amministrazione e difesa; assicuraz. sociale obblig. 0,27 0,17 M Istruzione 0,28 0,22 N Sanità e altri servizi sociali 0,24 0,20 O-P-Q Altri servizi pubblici, sociali e personali 1,34 0, Attività immobiliari e noleggio 4,78 4,43 TOTALE 109,74 41,55 25

32 esistente nella Provincia Autonoma di Trento. Nel 1972, il 50% delle quote azionarie furono rilevate dall Eni nell ambito del già citato progetto di creazione di una grande impresa farmaceutica pubblica. Nel 1974 le restanti quote furono cedute dalla famiglia Giommoni alla Montedison. La guerra chimica tra Eni e Montedison portò all uscita della società dal controllo pubblico e a due successive cessioni a imprese multinazionali, finché, nel 1995, venne acquisita dal gruppo austriaco Biochemie, controllato da Sandoz. Dopo la costituzione di Novartis, a Rovereto prosegue l attività di produzione di materie prime per i farmaci generici. Va sottolineato che la società ha dato origine ad una galassia di realtà imprenditoriali che le ruotano attorno, per un totale di circa 20 aziende collegate. Sandoz Industrial Products spa ha realizzato nel 2009 un fatturato di 65 milioni di euro, con 152 dipendenti. Anche in questo caso, abbiamo applicato la stima indicata dall ISTAT, per quanto riguarda il valore aggiunto (30,2%). La produzione di Rovereto contribuisce alla produzione provinciale per 109 milioni di euro e per 41,5 milioni al PIL. Il settore che ne trae maggior vantaggio è ovviamente la farmaceutica (70 milioni di euro di fatturato e 22 di PIL), mentre altri settori la cui produzione cresce in modo abbastanza significativo sono il commercio (6 milioni di euro), i trasporti/comunicazioni e l immobiliare (5 milioni ciascuno) e il tessile/abbigliamento, con quasi 5 milioni. L impatto dello stabilimento sul valore aggiunto provinciale è pari allo 0,258%. L impatto sull Italia Abbiamo, infine, misurato l impatto su produzione e PIL nazionale relativo a tutta Novartis. La tabella 5 contiene un numero di informazioni superiore rispetto alle precedenti, di cui tuttavia ingloba i risultati. Nella prima colonna sono riportati i dati relativi all impatto sull economia italiana dei 3 siti produttivi di Siena, Torre Annunziata e Rovereto, mentre la seconda colonna 26

33 mostra l impatto di Origgio, la terza fornisce il dato sull impatto dell attività di Ricerca & Sviluppo, la quarta quello riguardante gli investimenti in macchinario e la quinta colonna l impatto degli investimenti in edilizia. Sommando i valori delle cinque colonne, otteniamo l impatto complessivo sull economia italiana, che è di 2.074,82 milioni di euro, e cioè più del doppio del valore della produzione realizzata nei siti produttivi Novartis in Italia. Ovviamente, gli impatti delle produzioni e degli investimenti già analizzati nelle singole regioni aumentano significativamente, in quanto comprendono gli spillover interregionali, cioè gli effetti sulle altre regioni italiane. I due comparti che risultano maggiormente avvantaggiati sono quello dell informatica e della ricerca, con 737 milioni e quello dei prodotti chimici e farmaceutici, con 577 milioni. A questi si aggiungono il settore del commercio (153 milioni di euro), i trasporti (102 milioni) e l immobiliare (quasi 95 milioni). Il valore aggiunto delle attività italiane di Novartis supera ampiamente il miliardo di euro. 27

34 Tabella 5: Impatto di Novartis sull economia italiana ITALIA Impatto produz farmaci * su produzione nazionale (milioni di euro) Impatto sede di Origgio (milioni di euro) Agricoltura, caccia e silvicoltura 2,68 2,16 Pesca, piscicoltura e servizi connessi 0,11 0,13 Estrazione di minerali energetici 0,60 0,28 Estrazione di minerali non energetici 0,87 0,15 Alimentari,bevande e tabacco 10,17 7,42 Tessili ed abbigliamento 2,44 2,12 Concia, prodotti in cuoio, pelle e calzature 0,67 0,67 Legno e dei prodotti in legno 0,67 0,56 Carta, stampa ed editoria 5,57 4,93 Coke, raffinerie di petrolio 9,09 4,85 Prodotti chimici e di fibre sintetiche 573,44 2,31 Articoli in gomma e materie plastiche 5,53 1,73 Prodotti della lavor. minerali non metalliferi 3,37 1,07 Produz. di metallo e fabbric. prodotti in metallo 4,28 2,14 Macchine ed apparecchi meccanici 2,29 1,58 Macchine elettr. e apparecch. elettr. ed ottiche 3,70 3,28 Mezzi di trasporto 1,73 1,98 Altre industrie manifatturiere 1,34 1,35 Produzione e distribuz. di energia elettrica, ecc. 30,41 13,62 Costruzioni 10,38 17,25 Commercio all ingrosso e al dettaglio; riparazioni 73,32 52,02 Alberghi e ristoranti 16,17 24,31 Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 39,18 42,08 Intermediazione monetaria e finanziaria 18,77 23,96 Informatica, ricerca, altre attività 42,05 483,93 Pubblica amministr. e difesa; assic. sociale obbl. 0,51 0,35 Istruzione 2,57 4,41 Sanità e altri servizi sociali 3,23 4,49 Altri servizi pubblici, sociali e personali 14,22 15,99 Attività immobiliari e noleggio 28,28 44,42 TOTALE 907,64 765,54 * siti di Siena, Torre Annunziata e Rovereto 28

35 Segue Tabella 5: Impatto di Novartis sull economia italiana Impatto invest. in ricerca (milioni di euro) Impatto invest. in macchinari (milioni di euro) Impatto opere edilizie (milioni di euro) Impatto totale sulla produz. nazion. (milioni di euro) Impatto sul valore aggiunto nazion. (milioni di euro) 0,93 0,14 0,04 5,94 3,52 0,06 0,01 0,00 0,31 0,22 0,12 0,02 0,00 1,02 0,86 0,06 0,02 0,03 1,13 0,44 3,18 0,43 0,12 21,33 4,71 0,91 0,13 0,03 5,63 1,64 0,29 0,05 0,01 1,69 0,42 0,24 0,06 0,06 1,60 0,53 2,11 0,26 0,05 12,93 4,02 2,08 0,24 0,09 16,36 1,70 0,99 0,22 0,04 577,00 130,98 0,74 0,36 0,05 8,42 2,19 0,46 0,13 0,26 5,28 1,72 0,92 2,41 0,21 9,97 2,87 0,68 34,78 0,04 39,37 11,81 1,41 0,56 0,08 9,02 3,05 0,85 0,24 0,03 4,84 0,96 0,58 0,14 0,03 3,45 0,96 5,84 1,28 0,22 51,37 17,83 7,39 0,72 8,83 44,57 18,77 22,29 4,74 1,10 153,47 63,54 10,42 1,39 0,40 52,68 25,39 18,03 2,35 0,72 102,36 43,50 10,27 1,50 0,41 54,90 30,41 207,40 3,15 0,82 737,34 576,73 0,15 0,02 0,01 1,03 0,77 1,89 0,20 0,07 9,12 7,94 1,93 0,25 0,07 9,98 6,71 6,85 0,81 0,25 38,12 21,80 19,04 2,19 0,66 94,58 82,67 328,11 58,80 14, , ,66 29

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