JIHAD DIGITALE: COME L UNIVERSO QAEDISTA USA INTERNET E SI MUOVE SUI SOCIAL NETWORK

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1 Rivista iscritta al n.61 del Registro Stampa del Tribunale di Napoli in data 05/11/2013 Anno 1, N 1 - Anno 2014 JIHAD DIGITALE: COME L UNIVERSO QAEDISTA USA INTERNET E SI MUOVE SUI SOCIAL NETWORK Giovanni Carfora Oggigiorno il termine "social networking" tende a evocare visioni immediate di forum, Facebook e Twitter, tuttavia le origini del termine sono molto diverse. Prima dell avvento di Internet, il social networking poteva essere indicato come il processo di interazione umana convenzionale, che aveva luogo in posizioni chiave come scuole, mercati, centri religiosi o eventi sportivi. Di conseguenza per le organizzazioni terroristiche tradizionali, come la prima generazione di Al Qaeda, i luoghi critici di social networking consistevano in luoghi di ritrovo segreti, una manciata di moschee notoriamente estremiste e campi di addestramento sparsi lungo il confine afghano-pakistano. Dopo gli attacchi terroristici dell 11 settembre 2001 questi hub tradizionali sono stati rapidamente presi di mira dagli Stati Uniti e dai loro alleati. Sotto una schiacciante pressione, i campi di addestramento sono stati quasi tutti smantellati, i luoghi di ritrovo segreti individuati ed i famigerati reclutatori dell organizzazione sono stati incarcerati. Eppure, non appena una nuova generazione di terroristi ha raggiunto la piena maturità nell era di Internet, Al Qaeda ha saputo diffondere stabilmente e con tenacia la sua presenza nel cyberspazio, creando una rete digitale di forum jihadisti. Allo stesso tempo, alleati, sostenitori e simpatizzanti dell organizzazione popolano in maniera massiccia servizi tradizionali come YouTube, Facebook e Twitter. La rete di contatti che si è creata sul web è così radicata e lo scambio di notizie così specifico e dettagliato, che 1

2 saputo trasformare i vaghi collegamenti di affiliazione esistenti in una unita e strutturata devozione all'ideologia jihadista, e questa appartenenza è in continuo aumento attraverso l'uso di Internet. Rivista Bimestrale iscritta al n.61 del Registro Stampa del Tribunale di Napoli in data 05/11/2013. Direttore Responsabile Enrico Pascarella Direttore Giovanni Carfora Capo Redattore Talal Khrais Editore Assadakah Campania Sede Legale Viale Antonio Gramsci 11, 80122, Napoli. la presenza e le interazioni con gruppi come Al Qaeda o i talebani pakistani sono paradossalmente aumentate. Internet e i social network sono diventati la fonte primaria di reclutamento e finanziamento delle organizzazioni terroristiche. Si sarebbe potuto pensare che senza uno stato che potesse offrire rifugio, denaro, strutture logistiche per l addestramento e un costante afflusso di combattenti, Al Qaeda con la caduta dei talebani fosse finita. Invece dopo l'invasione dell Afghanistan guidata dagli Stati Uniti, Hamid Mir, biografo di Osama bin Laden, osservò che ogni membro di al Qaeda portava con se un computer portatile insieme ad un Kalashnikov mentre si preparava a disperdersi in clandestinità e in esilio" 1. Da quel momento l'organizzazione ha 1 S. S. Saltman, The Global Jihad Network: Why and How al Qaeda Uses Computer Technology to Wage Jihad, Journal of Global Change and Governance, Volume 1, Number 3, summer Uno dei principali ideologi della nuova Al Qaeda è un uomo di nome Abu Musab al-suri, il quale ha esposto la sua visione per il futuro del jihad in un libro intitolato "Appello per la Resistenza Islamica Globale", un manifesto di milleseicento pagine pubblicato su internet nel Al-Suri è descritto da molti esperti come uno dei mentori ideologici di bin Laden. Secondo Jamal Khashoggi, un giornalista saudita che ha incontrato quasi tutti i dirigenti di Al Qaeda, bin Laden ha abbracciato le idee di al-suri e si è unito a lui, facendo diventare la sua organizzazione il veicolo per il nuovo pensiero". Al-Suri può essere definito un professore di teoria jihadista, che ha considerato Al Qaeda un semplice punto di transizione nell'evoluzione del jihad. Egli ha vissuto in prima persona la caduta dei talebani in Afghanistan come un colpo devastante, per questo motivo si è impegnato a trasferire la formazione e le informazioni in ogni casa, in ogni quartiere, in ogni villaggio di ogni musulmano, rendendo disponibili materiali e news a più di un miliardo di musulmani. Approfittando delle tecnologie informatiche, al-suri ha affermato che chiunque fosse interessato potesse accedere ad una formazione militare ed ideologica in qualsiasi lingua, in qualsiasi momento ed in qualsiasi luogo: le abitazioni dei musulmani non solo dovevano diventare i nuovi campi di addestramento, dove le famiglie potessero reclutare, istruire e formare, ma anche servire come motivazione da cui i potenziali aderenti ideologici fossero in grado di consolidare la loro forza. Inoltre al-suri ha teorizzato che i nuovi mezzi di comunicazione possono essere usati anche solo per sensibilizzare il grande numero di musulmani ai temi del jihad, nonostante essi siano riluttanti ad impegnarsi in atti di violenza. Questa strategia è stata alla base dell'impeto della rinascita di Al Qaeda e oggi, anche se al-suri 2

3 è stato arrestato ed è sotto la custodia degli Stati Uniti, la sua eredità vive nei cuori e nelle menti di quei musulmani vulnerabili al proselitismo jihadista che hanno accesso immediato e continuo a Internet. Al-Suri ha previsto che la prossima fase del jihad sarà caratterizzata dal terrorismo creato da individui o da piccoli gruppi autonomi, capaci di logorare il nemico e preparare il terreno per l'obiettivo molto più ambizioso, una lotta vera e propria per il territorio. Descrive il ruolo di Al Qaeda come avanguardia ideologica: La nostra non è un'organizzazione, né noi vogliamo che lo sia. Essa è una chiamata, un riferimento, una metodologia 2. Negli ultimi anni molti gruppi hanno aderito o giurato fedeltà ad Al Qaeda, altri agiscono in suo nome anche senza darne preavviso in anticipo alla leadership. Un esempio del nuovo ruolo di Al Qaeda come avanguardia dell ideologia jihadista è arrivato tra la fine del 2006 e l'inizio del 2007 quando l'istituto SITE - un think tank online che monitora i siti web jihadisti- ha trovato due dichiarazioni ufficiali rilasciate dal Gruppo Salafita Algerino per la Predicazione e il Combattimento, il quale ha dichiarato la fedeltà del gruppo ad Al Qaeda ed ha annunciato che avrebbe cambiato il proprio nome in Al Qaeda nel Maghreb Islamico. Questo è solo uno dei tanti segnali di una alleanza strategica tra le diverse organizzazioni jihadiste che utilizzano Internet come loro principale mezzo di comunicazione. Se osserviamo serviamo Internet dal punto di vista di chi, come Abu Musab al-suri, lo ha inteso come un mezzo per diffondere l appello e l ideologia del jihad verso i musulmani di tutto il mondo, possiamo notare una serie di logiche. In primo luogo, vi è l'anonimato. Post su bacheche non lasciano traccia cartacea, e anche se gli indirizzi IP sono rintracciabili, il processo di identificazione può rivelarsi irto di ostacoli e quindi spesso infruttuoso. La maggior parte dei membri di Al Qaeda hanno computer portatili, quindi anche se il computer specifico fosse rintracciato, potrebbe essere facilmente trasportato. Inoltre la proliferazione e la popolarità degli internet caffè, come luoghi di ritrovo popolari ed economici, garantiscono un 2 M.W. Zackie, An Analysis of Abu Musab Al Suri s Call to Global Islamic Resistence, University of Cambridge, Volume 6, Number 1, spring facile accesso alla rete. I membri dell organizzazione accedono in forma anonima e frequente in diversi internet caffè ed in momenti casuali per nascondere la loro identità. In secondo luogo, vi è il controllo editoriale. Finché si utilizza il proprio sito web - che non costa molto e richiede e solo un minimo di competenza tecnica - non c è alcuno standard giornalistico da rispettare ne inserzionisti o pubblico mainstream da soddisfare: si dispone di un target di riferimento, la maggior parte del quale è già predisposto per il determinato punto di vista. In terzo luogo, vi è la possibilità di raggiungere milioni di persone istantaneamente. In precedenza la televisione aveva a lungo giocato questo ruolo ma ora è superata, Internet inoltre è interattivo: nulla lega una comunità in maniera migliore della comunicazione bidirezionale. Si è sviluppato un rapporto diretto e privilegiato tra il gruppo terrorista ed il pubblico. L'era dell'informazione ha dato origine alla cosiddetta "guerra digitale", ovvero "una modalità emergente di conflitto a tutti i livelli della società, che esclude i mezzi di guerra militare tradizionale, in cui i protagonisti utilizzano forme di rete, di organizzazione e di dottrine affini, strategie e tecnologie in sintonia con l'era dell'informazione". In altre parole, la tecnologia ha permesso ad Al Qaeda di mantenere una posizione rilevante: l'esercito americano potrebbe anche essere stato in grado di smantellare le basi dell organizzazione, ma Internet ne ha permesso la metastasi e la resistenza: terroristi transnazionali ampiamente dispersi, organizzati e collegati attraverso la rete hanno dimostrato come sia possibile proliferare separatamente per essere poi capaci, al momento giusto, di dare impulso ad attacchi simultanei. In dieci anni, il numero di siti legati ad Al Qaeda è cresciuto da meno di 20 a quasi Su questi portali si svolge il reclutamento, la

4 formazione, la ricognizione, attività di intelligence, fund raising, si comunica e si condividono notizie e si può perfino giocare con videogiochi a tema jihad. Una tale proliferazione è dovuta anche al fatto che oggi molti giovani musulmani non si fidano più delle notizie della stampa o della televisione - nemmeno di Al Jazeera o Al Arabiya- e ottengono le loro informazioni esclusivamente da internet. Al Qaeda utilizzando le informazioni open source può ricercare potenziali obiettivi, imparare tattiche di guerriglia, comprendere le leggi occidentali, i costumi e l'opinione pubblica. Inoltre, la natura di Internet rende molto più facile per i jihadisti la globalizzazione dei conflitti regionali, una passaggio che hanno compiuto con una stupefacente efficienza. La tecnologia digitale rende anche più facile la trasmissione e il trasporto di centinaia di migliaia di documenti e dati su dischi, CD o chiavette USB. I terroristi usano la tecnologia crittografica al fine di memorizzare informazioni essenziali sui loro hard disk. La possibilità di memorizzare enormi quantità di informazioni su piccoli dischi o nello spazio virtuale era uno dei sogni di Al Suri. Ma senza fondi, poco o nulla sarebbe possibile, e Internet è oggi la sede principale in cui i jihadisti raccolgono fondi. La House Permanent Select Committee on Intelligence Report afferma che: In passato i terroristi hanno usato i loro siti web per pubblicizzare i numeri di conto bancario sul quale i simpatizzanti potessero inviare denaro. Al Qaeda utilizza anche l e-banking per raccogliere, trasferire e nascondere fondi, inoltre i jihadisti hanno escogitato diversi modi per nascondere le tracce di denaro: Molti dei siti raccolgono fondi diretti ai talebani in Afghanistan, o a conti fiduciari e a banche in Pakistan. I siti web sono creati anche sotto pseudonimi, volti a prevenire gli audit trail così da condurre gli investigatori a 4 server proxy, siti che possono mascherare l'utente reale. Diventa quindi abbastanza difficile trovare prove significative di quanto denaro è stato donato e dove va a finire esattamente. La CIA stima che le spese annuali di Al Qaeda si aggirino intorno ai 30 milioni di dollari, una cifra relativamente bassa dovuta all uso di tattiche a bassa tecnologia. L ultimo aspetto inquietante della rete terroristica digitale è che i jihadisti sono incoraggiati ad allenarsi da soli o in piccoli gruppi, per poi effettuare attacchi su larga scala con le altre reclute che non hanno mai incontrato: nessuno conosce l identità reale degli altri prima dell operazione, una volta che si è stabilita armonia e fiducia reciproca attraverso i siti, i forum e i social network, si comincia con la formazione telematica per poi incontrarsi nella realtà ed eseguire le operazioni sul campo 3. STORIA DEL JIHAD DIGITALE Lo spettro della radicalizzazione jihadista on-line è venuto drammaticamente alla ribalta nel 2010, soprattutto a causa delle trame informatiche collegate al religioso di origini americane Anwar Al Awlaki, che all'epoca risiedeva in Yemen. Ma l'importanza delle comunicazioni informatiche per Al Qaeda risale al 2002 quando Osama bin Laden sottolineò in una lettera al leader talebano Mullah Muhammad Omar che: E palese che la guerra mediatica in questo secolo è uno dei metodi più forti, infatti, il suo utilizzo può raggiungere il 90% della totale preparazione per le battaglie. Documenti scoperti nel compound di bin Laden ad Abbottabad in Pakistan, hanno di recente ribadito l'attenzione di Al Qaeda per i nuovi media. Oggi la maggior parte delle battaglie mediatiche si svolge online. Evoluzione dell uso dei media da parte dei jihadisti A partire dal 1984 possono essere individuate quattro diverse fasi circa l uso e la diffusione dell ideologia jihadista attraverso i media. Le date corrispondono più o meno alla diffusione di nuovi strumenti: 3 S. S. Saltman, The Global Jihad Network: Why and How al Qaeda Uses Computer Technology to Wage Jihad, Journal of Global Change and Governance, Volume 1, Number 3, summer 2008.

5 1984: khutbas (sermoni), saggi/opuscoli, stampe, riviste/newsletter e lezioni videoregistrate. Esempi di questa fase sono stati i viaggi del religioso integralista Abdullah Azzam nelle moschee di Europa e Stati Uniti; una varietà di nastri VHS ritrovati in Afghanistan, Bosnia e Cecenia; la rivista Al Jihad. metà degli anni 1990: creazione dei primi siti web. Sforzi completamente centralizzati su un individuo in possesso di un dominio Web (spesso collegato direttamente con le organizzazioni jihadiste) e che deteneva il monopolio completo per la pubblicazione e la distribuzione dei contenuti (i cosiddetti siti top-down). Esempi: il sito internet Al Neda e le Pubblicazioni Azzam. inizio anni 2000: forum interattivi. Gli amministratori dei forum aiutano a facilitare e diffondere i contenuti per conto di organizzazioni jihadiste, ma non sono necessariamente e direttamente collegati ad esse. Essi postano importanti notizie e hanno il potere di cancellare le discussioni o di nascondere gli utenti, contribuendo ad orientare la discussione online in una certa direzione e impedendo agli utenti di essere esposti a contenuti particolari o a dissenso. Allo stesso tempo, gli utenti possono giocare un ruolo nella pubblicazione di una varietà di materiali, tra cui le proprie opinioni sugli eventi, e hanno la capacità di conversare con persone che la pensano allo stesso modo su vasta scala geografica. Esempi: i forum Al Hesbah, Al Ikhlas, Al Fallujah, Ansar, Shamukh. fine anni 2000: piattaforme di social media. Un particolare individuo ha il completo controllo del contenuto. Si possono pubblicare articoli di notizie su Twitter e Facebook, creare video su YouTube e scrivere articoli o saggi sul proprio blog. Gli individui, non una organizzazione, possono decidere ciò che è importante e ciò che secondo loro deve essere dato maggior risalto. Esempi: Blog, Facebook, YouTube e Twitter 4. Definizione dei diversi tipi di Media online Siti Top-Down: mentre la prima e nota presenza jihadista su Internet può essere fatta risalire al 1991 con l'islamic Media Center (IMC), la data del debutto ufficiale di Al Qaeda risale a febbraio del 2000, con la creazione di A questo sito è stato affiancato nel marzo che è stato attivo fino a metà luglio Nell'estate del 2001 Al Qaeda ha creato un ulteriore supporto, As-Sahab Media Production Establishment, che ha esordito pubblicando il suo primo video La distruzione del cacciatorpediniere americano Cole". Molti altri siti web, inizialmente non collegati direttamente ad Al Qaeda, ma simpatizzanti della visione jihadista del mondo, tra cui Azzam Publications, At-Tibyan Publications (uno dei primi canali jihadisti in lingua inglese con forum interattivi), e Sawt al- Qawqaz. Questa fase top-down ha consentito ad Al Qaeda e ad altri gruppi jihadisti di controllare la produzione e la divulgazione di materiale on-line, e di far mantenere all organizzazione un ruolo elitario ed esclusivo. Abu Musab Al Suri criticò pesantemente l approccio cosiddetto elitario, esortando a produrre materiale in altre lingue oltre che in arabo e ad elaborare messaggi che avessero più appeal per le masse. 4 H. Rogin, Al Qaeda s online media strategies. From Abu Reuter to Irhabi 007, Norwegian Defence Research Establishment, January 12,

6 Forum: la nascita di forum interattivi risale alla metà degli anni 2000, in concomitanza con l'ascesa di Abu Musab Al Zarqawi a jihadista più famoso del mondo, mandando in frantumi la natura elitaria delle comunicazioni jihadiste. Gli amministratori dei web forum (spesso collegati direttamente ad Al Qaeda) vantano una grande influenza poiché hanno la facoltà di cancellare le discussioni o di nascondere gli utenti. Tuttavia i singoli membri dei forum, non direttamente collegati ad Al Qaeda, sono in grado non solo di vedere ciò che è stato postato dagli amministratori e nascosto ai non iscritti, ma anche di commentare e pubblicare i propri contenuti. La diffusione del movimento jihadista online ha indubbiamente dato una enorme visibilità anche a quelle organizzazioni che si occupavano di tradurre il materiale postato, la maggior parte del quale pubblicato ancora quasi esclusivamente in arabo. Il Global Islamic Media Front (GIMF), istituito pubblicamente nel 2004, è stato un innovatore chiave in questo senso, ma la sua fondazione potrebbe essere rintracciata già nel giugno Piattaforme social: la più recente innovazione del web 2.0 e la creazione di piattaforme di social media (blog, Facebook, YouTube e Twitter) hanno appiattito ulteriormente il controllo sulla produzione di supporti jihadisti online. Le piattaforme social hanno permesso ai sostenitori del jihad globali di condividere notizie, articoli originali e saggi, tributi video e anashid (sorta di musica islamica salmodiata cantata a cappella). Le tecnologie più recenti hanno abbassato l asta per la partecipazione, rendendo il coinvolgimento dal basso o dei non jihadisti a conversazioni e dibattiti online una nuova caratteristica del movimento jihadista globale. In questo modo jihadisti, simpatizzanti o nuovi adepti possono parlare di jihad tutto il giorno sul web, anche se sparsi geograficamente. Questo non era possibile in precedenza. Attualmente i forum sono i centri in cui Al Qaeda incontra e recluta il suo serbatoio di sostenitori in un ambiente relativamente sicuro ed esclusivo. È il luogo in cui ha sede il jihad globale online. Le piattaforme di social media sono il luogo dove il prodotto o le idee vengono prodotti e venduti. I social media possono esporre il messaggio jihadista globale a chiunque, mentre in precedenza si doveva discutere sui forum con la consapevolezza di essere direttamente esposti con il proprio messaggio. Con la possibilità di ripetere il proprio messaggio più volte, singoli intraprendenti hanno creato una età d'oro per la da'wah on-line (divulgazione o chiama all'islam) a favore del movimento jihadista globale. La natura interattiva delle tecnologie dei social media e la loro rapida diffusione hanno fatto esporre una nuova generazione al rischio del proselitismo per il jihad globale 5. DA AL QAEDA ALL UTENTE Non è facile per un anziana figura di Al Qaeda rilasciare informazioni online. Per esempio, prima che un video dell attuale capo dell organizzazione, Ayman Al Zawahiri, appaia sul web devono avvenire numerosi passaggi. Secondo ricostruzioni di intelligence, accade qualcosa di simile: in primo luogo da qualche parte in Pakistan, Al Zawahiri registra un video. Poi un corriere trasporta la registrazione presso la sede sicura del mezzo di comunicazione ufficiale di Al Qaeda, As-Sahab. Lì i tecnici modificano il video, aggiungono la grafica e gli anashid, insieme ad eventuali necessarie voice-overs. In seguito As- Sahab invia il prodotto finito ad Al Fajr Media, una rete transnazionale online che è il braccio di distribuzione ufficiale di Al Qaeda e delle sue diramazioni. Al Fajr pubblica quindi il prodotto finito su forum jihadisti fidati come Shamukh Al Islam. Gli amministratori del forum, ottenuto il rilascio del video, caricano il file su servizi open source per la condivisione on-line ed il download come MediaFire, RapidShare, MegaShare, 2shared, Bandango e FileFlyer. Di solito il file è 5 A. H. Bakier, Watching the Watchers: A Jihadi View of Terrorist Analysis Websites, Terrorism Focus, Volume 5 Issue 33, September 18,

7 crittografato e vi viene allegata una password alfanumerica casuale, password che viene inclusa nel thread del forum in cui viene effettivamente pubblicato il video di Al Zawahiri. Il thread permette di solito anche diverse opzioni di download per la qualità del video: alto, medio, basso e per la versione mobile. Se il prodotto di propaganda è una dichiarazione, di solito viene offerto in Microsoft Word e PDF. Il forum, quindi, è responsabile della promozione e distribuzione del nuovo prodotto. Di conseguenza gli amministratori del forum ricevono da As-Sahab o Al- Fajr, o creano essi stessi, file PhotoShopped.gif che comprendono il nome del mezzo di comunicazione, il nome del protagonista (a volte anche accompagnato da una foto) e il titolo del video stesso. La stessa.gif viene quindi utilizzata quando il video viene ripubblicato su tutti gli altri forum. Una volta che questo lungo processo è completo, un amministratore del forum, di solito utilizzando il nome mirasil al Shamukh (corrispondente di Shamukh), creerà un thread e lo posterà in evidenza sul forum insieme ad uno speciale banner promozionale collocato nella parte superiore della prima pagina del forum stesso. Nella sottosezione del forum in cui è pubblicato il nuovo comunicato, gli amministratori di solito creano anche uno sticky, fanno cioè in modo che rimarrà come primo post nella parte superiore della sottosezione, anche dopo i numerosi post e commenti creati dalla discussione che si sviluppa, cosicché sia più facile da trovare. Da questo momento, chiunque abbia una password del forum può scaricare il file e salvarlo sul proprio computer. A questo punto i jihadisti on-line possono scaricare il video per poi caricarlo su portali pubblici come Archive.org, YouTube, Dailymotion in modo da diffondere il messaggio alle persone che non hanno accesso al forum. Negli ultimi anni non è stato difficile trovare sostenitori che ripubblicano questi contenuti sulle proprie pagine Facebook e account Twitter. 7 La rete di distribuzione Uno dei motivi principali per cui Al Qaeda continua a rilasciare contenuti attraverso i forum online è l'autenticazione: distribuendo i suoi messaggi tramite sedi accreditate, assicura ai seguaci che l'informazione è davvero una dichiarazione ufficiale. Poiché Al Qaeda ha accreditato solo i forum Shamukh Al Islam e Al Fida Al Islam come fornitori di contenuti (forum di primo livello), questi sono i primi luoghi in cui appariranno i nuovi materiali. Di conseguenza, quando questi due forum vengono bloccati, come è successo nel marzo 2012, né Al Qaeda né i suoi più stretti affiliati distribuiscono nuovi prodotti. Nulla è stato rilasciato ufficialmente da Al Qaeda fino a che Shamukh Al Islam è tornato online il 4 aprile Per i vari gruppi jihadisti si è trattato di un evento senza precedenti non sentire alcuna nuova dichiarazione per un periodo di tempo tanto lungo. Nel caso del 2012, dopo che il forum fu riattivato, nel giro di sei ore Shamukh Al Islam pubblicò una nuova dichiarazione del Global Islamic Media Front e dopo nove ore c'era un nuovo rilascio di Al Fajr. Anche se Al Qaeda ferma la sua macchina ufficiale di produzione e distribuzione quando i forum vengono bloccati o attaccati, il sostrato di sostenitori dell organizzazione continua ad essere attivo e a cercare nuovi luoghi per discutere di jihad. Il principale vincitore di questa situazione è stato Ansar al-mujaheddin Arabic Forum (AMAF), il più grande forum di secondo livello, che nello stesso periodo era stato oscurato per soli tre giorni, molto meno che di Shamukh o Al Fida.

8 Nonostante la portata di AMAF fosse aumentata significativamente durante questo periodo, la rete di distribuzione di Al Qaeda non ha aggiunto AMAF alla sua scuderia di forum accreditati. Al Qaeda e le organizzazioni di produzione affiliate non hanno ritenuto che AMAF potesse garantire la stessa piena funzionalità dei due forum di primo livello. Qualora i due forum fossero rimasti oscurati per più tempo, sarebbe stato interessante capire quanto tempo avrebbe impiegato Al Qaeda per creare un nuovo forum autenticato, o per conferire legittimità ad un forum di secondo livello già in esecuzione ed eventualmente in base a quali criteri sarebbe avvenuta la scelta 6. Stato attuale dei forum In un recente saggio critico sullo stato del jihad digitale - rilasciato dal forum Fursan al Balagh Media- un ideologo di Al Qaeda, Abu Saad al 'Amili, ha lamentato un calo generale di partecipazione ai forum jihadisti online (specialmente Shumukh al Islam e al Fida al Islam): nel suo Appello ai soldati del jihad digitale ha esortato i militanti a ritornare alle loro frontiere per elevare il loro status. Al 'Amili è un personaggio di alto profilo dell organizzazione, un prolifico "sheikh digitale" attivo sia sui forum, ma anche su Twitter (@al3aamili). Nell analisi del jihadista, gli attacchi e l oscuramento dei forum e il sempre maggiore appeal dei social network- come Twitter e Facebook- dovuto anche alla sempre maggior presenza di grandi scrittori e analisti del jihad, sono alla base della disaffezione. Mentre è certamente una forzatura dire che i forum stanno cadendo in disuso, il lamento di al Amili va analizzato, considerato lo status dell'autore negli ambienti jihadisti. Lo sheikh è una presenza molto prolifica online, con numerosi saggi e fatwa (parere legale) e persino una raccolta di poesie. Chi sia in realtà al Amili rimane un mistero, per motivi di sicurezza non ha mai dato dettagli sulla sua identità e ha messo in guardia i curiosi citando un verso del Corano: E nessuno conosce i soldati del vostro Signore tranne Lui " (Cor. 74:31). Al Amili ammonisce i membri dei forum ad onorare la responsabilità che l'adesione comporta, tra cui la garanzia di reputazione, credibilità e preminenza dei forum stessi nel campo dei media jihadisti. Il saggio consiste di due parti, la prima enumera le ragioni del declino dei forum, la seconda fornisce dei suggerimenti per invertire questa situazione. La prima ragione per cui i forum languiscono, secondo al 'Amili, sono le interruzioni periodiche dovute ai "nostri nemici", cioè i governi occidentali. Nella primavera del 2012, come detto, la maggior parte dei principali forum jihadisti sono stati oscurati per un certo numero di giorni o settimane. Il risultato, dice l'autore, è che alcuni membri del forum cercano alternative temporanee in linea e, una volta trovata abbandonano la loro precedente attività per timore o negligenza. La seconda ragione è dovuta al timore di un aumento di sorveglianza e di monitoraggio da parte dei governi statali, che porta a interruzioni di routine dei forum. La terza è la partenza per la battaglia dei membri dei forum verso teatri di jihad come la Siria. Al 'Amili osserva con orgoglio che i forum jihadisti sono università che laureano gruppi di Ansar al Jihad (sostenitori del jihad). Le "partenze" non sono da considerarsi una perdita per il forum, anche se esse diminuiscono l'attività online. La quarta ragione del declino dei forum è quella su cui al 'Amili si concentra di più, ovvero la migrazione dei jihadisti verso siti di social network come Twitter e Facebook. Osserva che tale spostamento è nato per necessità durante i momenti in cui i forum sono stati chiusi ed ha portato a vantaggi nel breve periodo, ma nel lungo periodo, servirsi solo dei social, porta a derogare alla centralità dei forum, le nostre roccaforti protette. La presenza dei grandi scrittori jihadisti e degli analisti sui social è parte di questo problema, poiché membri abituali dei forum sono emigrati al fine di seguire i loro scritti e le loro attività. 6 A. Zelin, The State of Global Jihad Online: a Qualitative, Quantitative and Cross-Lingual Analysis, New America Foundation, January

9 ha sopravvalutato la questione: la presenza jihadista sui social media non ha necessariamente minato la posizione dei forum, anzi. Nel 2013 gli stessi membri di Shumukh hanno postato sul forum lunghe liste di account Facebook e Twitter suggeriti per gli utenti. Tra gli account Twitter suggeriti, c era quello appartenente ad un certo Abu Saad al 'Amili! Le soluzioni che al Amili propone per invertire la presunta tendenza ad abbandonare i forum constano in primo luogo nel riaffermare l'importanza dei forum come arma letale per affrontare i nemici della comunità islamica. Oltre che combattere sul campo di battaglia, l attiva partecipazione ai forum dovrebbe essere considerata un jihad nel senso più pieno della parola. In secondo luogo esorta ad avere più fiducia nella sicurezza dei forum la quale garantisce anche la sicurezza degli utenti. Gli amministratori dei forum, dice, sono più interessati alla sicurezza generale dei membri che alla propria: essi sono soldati e sarebbe del tutto ingiustificato se abbandonassero i forum per paura di essere compromessi o monitorati. I membri devono solo avere l accortezza di utilizzare i programmi di identità mascherate progettati da i vostri fratelli tecnici per proteggere l anonimato online. La terza soluzione è rivolta ai grandi scrittori jihadisti, esortandoli ad utilizzare i forum come principale sbocco per i loro scritti, attirando così a rimorchio i loro seguaci abituali di nuovo verso i forum, poiché questi devono essere il teatro principale del vostro jihad e il principale punto di partenza per la vostra guida e la vostra analisi". La quarta è il riconoscere l'inadeguatezza dei social media come alternativa ai forum, un punto sul quale al 'Amili è irremovibile. Sui social media, dice, siamo solo ospiti, poiché questi siti sono gestiti da i nostri nemici che possono sbatterci fuori o utilizzare questi siti contro di noi in qualsiasi momento. Infine l ultima proposta è quella di individuare nuovi esperti tecnici e progettisti grafici che pubblicizzino il forum e migliorino l'efficacia di comunicazione e divulgazione. Anche se si considerassero valide le motivazioni e le soluzioni proposte da al Amili, il presunto declino dei forum non potrebbe essere evitato: le interruzioni periodiche li hanno danneggiati e l'attrazione per i social media è in aumento. Tuttavia va soprattutto considerato che al 'Amili 9 I forum sono riusciti a mantenere la loro speciale posizione in quanto garantiscono un ambiente abitualmente privato ed esclusivo per la discussione e che conduce talora a sforzi di collaborazione. Inoltre, sono i principali canali per convogliare i materiali dai media ufficiali di al Qaeda alla comunità jihadista online, e continuano a godere di uno status di siti semiufficiali dell organizzazione e dei suoi affiliati 7.(Continua sul prossimo numero) 7 flagging-an-ideologue%e2%80%99s-lament/