La povertà e i bisogni sociali nella diocesi di Cosenza-Bisignano: dati statistici, rappresentazioni e servizi

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1 Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano C a r i t a s D i o c e s a n a La povertà e i bisogni sociali nella diocesi di Cosenza-Bisignano: dati statistici, rappresentazioni e servizi a cura di Giuseppe Fabiano

2 Progetto editoriale, progetto grafico ed impaginazione: Delfino Lavoro c Edizioni Delfino Lavoro Soc. Coop. Sociale via Francesco Miceli Picardi, Cosenza Tel.: Fax: delfinolavoro@tiscali.it

3 Sommario Introduzione 7 Prima parte 11 Caratteri generali della popolazione 1. Premessa Descrizione del territorio della diocesi La popolazione residente Gli stranieri residenti Genere, classi di età e stato civile della popolazione residente Le famiglie L istruzione 36 Seconda parte 41 La povertà raccontata 1. Quale povertà indaghiamo? Il metodo dei focus group Chi sono i nostri intervistati 47 Le rappresentazioni della povertà 1. Definire la povertà Le privazioni materiali Le privazioni immateriali 56 Quali povertà nelle foranie della diocesi 1. Le povertà del territorio La precarietà familiare e i giovani Le crescenti difficoltà economiche Povertà relazionale e di affetti La povertà degli anziani e dei soggetti più svantaggiati Gli immigrati Il pregiudizio Quali cause? 74

4 I bisogni dei poveri e gli interventi esistenti 1. Non solo i bisogni espliciti Gli elementi critici Interventi e proposte 81 Il tentativo di un bilancio: forza e debolezze delle azioni intraprese 1. Quanto è difficile far partecipare? Le inefficienze delle istituzioni Progettare insieme: le esperienze e le attese 90 Te r z a pa r t e I servizi e la loro organizzazione 1. Premessa Le modalità di raccolta dei dati Gli aspetti problematici della rilevazione I servizi contattati Le associazioni di volontariato Settori e servizi Anno di costituzione e beneficiari Le cooperative sociali Anno di costituzione e volontari I beneficiari Le fondazioni Personale, volontari e beneficiari Gli enti religiosi I servizi pubblici I servizi privati 140 Considerazioni finali 143 Bibliografia 155

5 Prefazione di S. E. mons. Salvatore Nunnari E ccoci a voi con un nuovo strumento pastorale, in risposta alla provocazione della presidenza di Caritas Italiana, che nella sua programmazione di lavoro per l anno sociale 2007/08 ci ha invitato a riflettere sulle opere buone. L équipe diocesana, ritenendo cosa buona e giusta rispondere a questo appello, ha deciso di produrre, come opera buona, un dossier sulla situazione delle povertà nella nostra Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano. Con questo lavoro entriamo ed invitiamo ad entrare nel tema Animare al senso della carità attraverso le opere: conoscere, curare, tessere in rete. Si tratta di uno strumento utile alla riflessione sull animazione come processo che utilizza e valorizza qualsiasi azione e progetto come leva per sollevare le comunità e i territori foraniali, moltiplicando in essi atteggiamenti, occasioni, progetti e azioni di testimonianza comunitari della carità. Caritas Italiana, sempre, ci invita ad operare attraverso la pedagogia dei fatti : così risplenda la vostra luce davanti agli uomini perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria la Padre vostro che è nei cieli. (Mt 5,16). A noi sembra che il dossier sulle povertà dell Arcidiocesi si possa annoverare tra le opere buone perché: è visibile, può provocare l adesione del Padre, far riconoscere la sua gloria nel povero e promuovere nelle persone di buona volontà un cammino più cosciente verso i poveri, tecnicamente più percorribile e programmaticamente più fruttuoso. Il lavoro documenta la nostra realtà territoriale e l attenzione preferenziale delle nostre comunità parrocchiali verso i fratelli più sfortunati e disagiati. Il mondo, che cambia velocemente, esige una lettura più aggiornata ad un discernimento sempre più puntuale ed affettuoso da parte degli organismi caritas. Questa attenta e paziente analisi si fa continua provocazione e proposta per orientare le nostre scelte fondamentali a muoverci secondo il comando di Gesù: Ama il prossimo tuo come te stesso. L osservazione e il discernimento dei fenomeni sociali ci aiutano all animazione delle comunità ecclesiali e alla sollecitazione di quella civile. Il dossier si presenta come il segno della buona collaborazione, della volontà di

6 costruire e camminare insieme. Numeri, dati, cifre sono la fotografia del presente che chiede di scoprire le cause di sofferenza di tanta gente, dare risposte e prevenire la marginalità e il disagio. Attraverso questo lavoro vogliamo invitare tutti a saper dare, a saper ricevere, senza presunzione e senza vergogna. L incontro dei poveri sul territorio, degli operatori Caritas e l elaborazione dei dati mostrano la loro significatività e utilità se ci lasciamo stimolare ad un coinvolgimento sempre più puntuale e costante, verso le situazioni difficili, vicine e lontane. La Caritas diocesana, in silenzio, ascolto, osservazione, discernimento e necessario nascondimento, propone contenuti, obiettivi e metodi, volti all attenzione personale, delle persone di buona volontà, alla sensibilizzazione ed animazione del mondo che ci circonda, per contribuire alla formazione di cristiani che diano segni di fede maturi Voi siete la luce del mondo e il sale della terra. Tutte le Caritas parrocchiali con le proprie comunità cristiane, attraverso questo dossier, sono invitate a conoscersi di più, verificare più spesso la propria missione, valutare più obiettivamente, progettare più comunitariamente, spendersi più gioiosamente. I dati forniti ed analizzati tendono ad evidenziare i tratti generali dei fenomeni di povertà e disagio, riscontrando alcuni elementi peculiari comuni significativi della realtà diocesana. Il dossier è l amplificazione ed il chiarificatore più idoneo per porsi in ascolto di coloro che vivono il disagio in prima persona. L invito alla risposta, all analisi e al discernimento sui vari problemi da parte della società civile ci fa ben sperare che il lavoro realizzato sul campo ed a tavolino sarà un buon contributo a diffondere la cultura dell attenzione e della solidarietà di cristiani e non cristiani. L équipe caritas diocesana comunica il disagio del nostro territorio per aprirsi a nuove piste, per far crescere la consapevolezza che i problemi, non si risolvono, solo, con l intervento della forza pubblica, con la legislazione repressiva o la semplice presa di atto del diffuso disagio sociale, bensì attraverso lo sviluppo di una rete di solidarietà, che ha come obiettivo primario la tutela della dignità umana. Il dossier, pur con tutti i suoi eventuali limiti, vuol suscitare desideri di collaborazione e di approfondimenti, nonché confronti, dialoghi sempre più personali con le Istituzioni ed il Terzo settore. Auguro alla nostra Chiesa con l Apostolo Paolo di vivere l urgenza dell amore: Caritas Christi urget nos. Cosenza, 22 ottobre 2008

7 Introduzione di Giuseppe Fabiano Questa ricerca è stata promossa dalla Caritas della diocesi di Cosenza-Bisignano e, in particolare, dall Area Promozione Umana, di cui sono responsabile. Lo svolgimento dell indagine, per l utilizzo di metodologie di analisi sociologiche, ha richiesto la collaborazione del Dipartimento di Sociologia e Scienza Politica dell Università della Calabria. La ricerca nasce dalla volontà di conoscere in maniera più approfondita e secondo una modalità di indagine rigorosa i bisogni sociali (con particolare attenzione alla povertà) presenti sul territorio della diocesi, nonché dalla necessità di rafforzare i contatti e le relazioni della Caritas Diocesana con gli attori sociali che vi operano a più livelli (pubblici e privati). Le finalità perseguite sono, pertanto, da un lato, conoscere meglio la realtà sociale della diocesi, dall altro, stabilire relazioni con i diversi soggetti del territorio per poi promuovere, insieme a loro, gli interventi più adeguati ai bisogni presenti. L indagine si compone di tre parti: la prima è costituita dalla realizzazione di uno studio di tipo quantitativo sulle principali caratteristiche socio-demografiche della popolazione residente nel territorio della diocesi; la seconda affronta la complessa questione della povertà o, meglio, delle povertà e dei bisogni del territorio, utilizzando le testimonianze di osservatori privilegiati; la terza, infine, propone una ricostruzione dei servizi presenti, soprattutto a livello di privato sociale. È necessario sottolineare che, nonostante la coerenza delle metodologie, l oggettività dei dati statistici utilizzati, la rappresen- 7

8 tatività dei partecipanti ai focus e l impegno usato nella raccolta delle informazioni sui servizi, i risultati della ricerca non consentono di cogliere tutta la complessità sociale del territorio preso in considerazione. Gli approcci allo studio della povertà e dei bisogni sociali sono, infatti, diversi e occorre fare qualche precisazione per poter consentire una più chiara comprensione dell impostazione dell intera ricerca. La prospettiva, a lungo prevalente e che ancora oggi continua ad avere la più diffusa applicazione, è quella che vede la povertà come condizione di forte privazione materiale, cui si accompagna una considerazione sociale di disvalore. In questo senso la povertà è pensata come male sociale da combattere o, comunque, da limitare. La sua misurazione più ricorrente si lega alla disponibilità di reddito, ossia a quella risorsa che consente l accesso a beni di consumo e servizi. L uso di questo criterio presenta, però, molti limiti e, nonostante i correttivi sviluppati nel corso del tempo, non consente tuttora di cogliere tutti gli elementi che contribuiscono a creare una condizione di povertà. Nei paesi occidentali il concetto di povertà è stato riscoperto negli ultimi anni, un po come conseguenza della persistenza di condizioni di privazione anche nei paesi ricchi e nonostante alcune politiche di welfare mirate, un po per l emergere di nuove condizioni di bisogno, meno croniche e più dinamiche. Questa rinnovata attenzione ha contribuito ad evidenziare anche le componenti relazionali della povertà, portando in alcuni casi ad un allargamento del concetto tale da ricomprendere le situazioni di marginalità, di esclusione sociale, di vulnerabilità; ciò ha per un verso contribuito a 8

9 Introduzione creare confusione nella lettura di fenomeni che rimangono teoricamente differenti, ma ha anche reso possibile la comprensione di una tendenza tutta moderna che è quella della democratizzazione della povertà (Beck, 2000). Espressione con la quale si vuole intendere che oggi nessuna posizione sociale è tutelata rispetto alla possibilità di sperimentare la povertà, o alcune sue forme. A conclusione della ricerca abbiamo scelto di lavorare su uno strumento divulgativo che fosse quanto più possibile utile al lettore e completo nelle informazioni. Per questa ragione abbiamo strutturato, come già detto, il lavoro in tre parti. Ad esso abbiamo allegato un inserto, in cui riportiamo le principali informazioni sui servizi presenti sul territorio della diocesi. La prima parte del lavoro è finalizzata ad una ricostruzione descrittiva dei principali caratteri socio-demografici della popolazione, realizzata attraverso l uso disaggregato per foranie dei dati Istat relativi al censimento del L intento è quello di costruire una mappa di riferimento sulla base di dati statistici in grado di agevolare la lettura dei bisogni sociali della diocesi. Allo scopo abbiamo evidenziato alcuni caratteri generalmente correlati con le situazioni di povertà, come la presenza di nuclei familiari costituiti da una sola persona o molto numerosi, di donne sole con figli, di popolazione anziana, alcuni indicatori relativi all istruzione della popolazione. La seconda parte del lavoro, invece, ha l obiettivo di condurre il lettore a diretto contatto con la povertà conosciuta e raccontata da alcuni attori del territorio, ascoltati per il loro impegno sociale e/o per la loro esperienza professionale. Mentre nella prima parte facciamo ricorso a dati statistici di fonte Istat, in questa seconda parte riportiamo le informazioni raccolte direttamente sui territori delle foranie attraverso interviste collettive. Dai numeri, quindi, passiamo alle parole e alle testimonianze: dall analisi quantitativa 9

10 a quella qualitativa. Quello proposto non vuole, tuttavia, essere un passaggio brusco, né segnare una rottura; al contrario, la continuità è data dall interesse per il territorio della diocesi e per i bisogni sociali che possono caratterizzarne la popolazione. La terza parte, infine, propone una ricostruzione dei servizi presenti nella diocesi, alla luce di alcune variabili significative, come la loro distribuzione sul territorio, la natura (pubblica o privata), il tipo di prestazioni effettuate, ecc. Questa ricostruzione è anche l occasione per capire se e che tipo di convergenza c è tra le forme della povertà, i bisogni sociali della popolazione e i servizi organizzati sul territorio, con l obiettivo di cogliere sia eventuali carenze sia il potenziale già esistente e capitalizzabile per la progettazione di nuovi interventi. 10

11 Prima parte di Mirella Dodaro e Sabina Licursi 1 1 Il capitolo che costituisce questa prima parte del testo è frutto di un lavoro condiviso e congiunto. Per la stesura dello stesso si può, comunque, attribuire l elaborazione dei dati statistici a Mirella Dodaro e la scrittura dei paragrafi a Sabina Licursi.

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13 Caratteri generali della popolazione Alcuni dati sulla popolazione, le famiglie, l istruzione 1. Premessa Questa prima parte del lavoro vuole approfondire la lettura dei dati censuari inerenti la popolazione della diocesi di Cosenza-Bisignano. L obiettivo è quello di rispondere alle esigenze conoscitive avvertite dalla Caritas per adeguare gli interventi ai bisogni della popolazione, ma è l occasione, più in generale, per costruirsi una mappa dei principali caratteri socio-demografici del territorio. Per meglio rispondere a questo obiettivo abbiamo deciso di presentare i dati distinguendoli per singola forania. Il territorio della diocesi non è identificabile con un unica area urbana, né è possibile leggerne i principali caratteri utilizzando il concetto sociologico di comunità locale; concetto che per trovare un adeguata applicazione necessiterebbe non solo dell essenziale fatto territoriale, ma anche di altri elementi, quali: a) la predominanza di rapporti personali visivi (quelli che in inglese si chiamano face to face), abituale nell ambito di un unità sociale ristretta; b) la presenza di forme di «socializzazione», cioè di modelli di formazione sociale dell individuo, almeno in parte specifici rispetto a quelli della società più larga; c) la presenza di certe forme di sentimenti di «appartenenza», parzialmente più forti di quelli messi in opera dalla società più larga: ci si riferisce per esempio al fenomeno del campanilismo, o a quello della solidarietà fra «paesani», e simili; d) la potenziale globalità dei rapporti sociali: ( ) che distingue soprattutto l unità sociale territoriale, dalle unità sociali funzionali, come l azienda, l associazione volontaria, ecc. (Pizzorno, 1960, 18). Piuttosto, possiamo sostenere che il territorio della diocesi si compone di alcune comunità locali e di 13

14 almeno un area urbana, costituita dall unione della città di Cosenza, Rende e dei principali comuni limitrofi, e corrispondente più o meno alle foranie Urbana 1, Urbana 2 e Serre 2. È possibile, inoltre, sostenere che mentre nelle comunità locali sopravvivono molti degli elementi richiamati da Pizzorno (1960), nell area urbana, o almeno in alcune sue parti, questi elementi sono particolarmente indeboliti a vantaggio di uno stile di vita urbano che moltiplica le relazioni sociali e, contemporaneamente, ne diminuisce l intensità; intensifica gli spostamenti e, quindi, la mobilità spaziale; offre soluzioni abitative che tutelano, quando non impongono, la privacy; riduce, spezzettandolo, il budget time di ogni individuo e del suo nucleo familiare. Queste considerazioni ci hanno guidato nella scelta di non utilizzare una specifica categoria analitica per leggere i principali caratteri della diocesi, ma di dare ampio spazio ai dati, nella convinzione che per conoscere un territorio, le relazioni e i bisogni che lo contraddistinguono sia necessario analizzare non una sola struttura sociale (ad es. la famiglia, piuttosto che le associazioni o le realtà economiche presenti), bensì le interdipendenze esistenti fra queste strutture. Ci pare, infatti, evidente che i bisogni sociali non si determinano in astratto, ma in relazione ad un insieme composito e stratificato di elementi e componenti strutturali, che è necessario conoscere prima di calarsi in qualsiasi tipo di ricerca o azione. Di seguito prenderemo, quindi, in esame i dati Istat relativi cioè all ultimo censimento - con riferimento ai principali caratteri della popolazione residente (genere, età, stato civile, ti- 2 In particolare intendiamo riferirci ad alcuni comuni di questa forania, come Marano Marchesato e Marano Principato, Castrolibero, Mendicino, Cerisano; che sono poi i comuni più popolati dell intera forania. 14

15 Prima parte Caratteri generali della popolazione tolo di studio; presenza di popolazione straniera) e delle famiglie (numerosità, ampiezza, tipologia, titolo di godimento dell abitazione). 2. Descrizione del territorio della diocesi Prima di passare all analisi dei dati, ci sembra opportuno presentare al lettore il territorio della diocesi. A questo scopo, proponiamo una mappa che possa agevolare la consultazione delle informazioni riportate di seguito (si veda la figura 1). Il territorio della diocesi di Cosenza-Bisignano è composto da sette foranie 3. Esse rappresentano una suddivisione della diocesi che tiene in considerazione il più possibile la diversa articolazione del territorio dal punto di vista geografico, culturale, storico e sociale. Fig. 1 La mappa delle foranie Cratense Urbana 2 Cosenza Serre Silana Marina Savuto 3 Non sempre vi è una perfetta coincidenza fra i confini amministrativi dei comuni e la loro appartenenza ad una forania, ma per l analisi dei dati abbiamo attribuito i comuni che si trovavano in questa condizione ad una sola forania. 15

16 In alcuni casi, tuttavia, l estensione territoriale è tale da rendere assai probabile l esistenza di marcate differenze interne (si vedano ad esempio la forania Silana e la Cratense) che con il tempo e la realizzazione di diverse vocazioni economico-sociali dei singoli comuni sono andate accentuandosi. Con l aiuto della tabella 1a e 1b, evidenziamo la composizione delle singole foranie dal punto di vista politico-amministrativo (i comuni) e dell organizzazione religiosa (le parrocchie). La forania del Savuto comprende ben 18 comuni, quella Silana 14 comuni, quella Marina 12 e quella Cratense 8 comuni. La forania Urbana 1 è costituita dal solo comune di Cosenza, mentre quella Urbana 2 da soli 4 comuni e quella delle Serre da 9 comuni. Come si può notare, anche richiamando la figura 1, le estensioni territoriali della foranie sono eterogenee, ma non sempre alla maggiore estensione territoriale corrisponde un più elevato numero di comuni e, come vedremo, neanche una popolazione più numerosa (si veda la tabella 2). Ci serviamo del grafico 1 per avere una misura immediata del rapporto numerico fra parrocchie ed entità politico-amministrative. Naturalmente, non ci sono criteri generali che ci consentono di stabilire quale sia la condizione migliore. Ciò che ci preme evidenziare è solo la diversità di condizioni: nella forania di Cosenza ci sono 17 parrocchie che dialogano, per i motivi più diversi, con la stessa amministrazione e con gli stessi uffici comunali, mentre negli altri contesti questo rapporto è più contenuto: 3 a 1 per la forania Urbana 2, poco più di 2 a 1 per quella Cratense e al di sotto di questo valore per tutte le altre foranie. 16

17 Prima parte Caratteri generali della popolazione Tab. 1a I comuni e le parrocchie delle 7 foranie Forania Urbana 1 Forania Urbana 2 Forania Serre Comune Parrocchia Comune Parrocchia Comune Parrocchia Cosenza (Donnici) S. Michele Arcangelo Montalto Uffugo (scalo) Immacolata Concezione Carolei S. Pietro Cosenza (S. Ippolito) S. Lucia Montalto Uffugo S. Maria della Serra Carolei (Vadue) S. Luca Evangelista S. Maria Assunta (Cattedrale) Montalto Uffugo (Vaccarizzo) Visitazione di Maria Castrolibero SS. Salvatore S. Gaetano Rende (Roges) B. M. V di Lourdes Castrolibero (Andreotta) SS. Famiglia S. Francesco d Assisi Rende (Commenda) S. Antonio Cerisano S. Lorenzo Martire S. Maria della Sanità (Portapiana) Rende (Quattromiglia) S. Carlo Borromeo Dipignano S. Nicola San Nicola Rende (Centro Storico) S. Maria Maggiore Dipignano (Laurignano) S. Maria Assunta S. Oliverio SS. Pietro e Paolo Rende (Arcavacata) S. Paolo Apostolo Domanico S. Giovanni Battista Cristo Re Rende (c/da SS. Stefano) S. Maria della Consolazione Marano M. Maria SS. del Carmine Cosenza S. Teresa Rende (Saporito) SS. Trinità Marano P. Maria SS. dell Annunziata Sacro Cuore di Gesù San Fili SS. Annunziata Mendicino S. Nicola di Bari S. Giovanni Battista S. Vincenzo La Costa S. Vincenzo Martire Paterno Calabro SS. Pietro e Paolo S. Giuseppe S. Vito S. Aniello S. Maria Madre della Chiesa San Francesco Nuovo Comuni 1 Parrocchie 17 Comuni 4 Parrocchie 12 Comuni 9 Parrocchie 12 Fonte: nostra elaborazione 17

18 18 Tab. 1b I comuni e le parrocchie delle 7 foranie Forania Cratense Forania Marina Forania Savuto Forania Silana Comune Parrocchia Comune Parrocchia Comune Parrocchia Comune Parrocchia S. Domenico Aiello S. Maria S. Maria Casole S. Marina Altilia Calabro Maggiore Assunta Bruzio Vergine S. Maria S. Biagio V. S. Maria SS. Nicolò e Castiglione Maggiore e M. Portosalvo Biagio Amantea Aprigliano Acri SS. S. Maria La S. Maria delle S. Michele Celico Addolorata Pinta Grazie Arcangelo Amantea SS. S. Pietro S. Giovanni S. Giovanni (Campora Belsito Lappano Annunziata Apostolo Battista Battista S. G.) Acri (Duglia) Acri (S. Giacomo d Acri) SS. Salvatore S. Giacomo A. S. Giorgio Acri (Serricella) M.re Belmonte Calabro Cleto S. Maria Assunta S. Maria Assunta Bianchi Carpanzano S. Maria Cum Fiumefreddo Cellara Adnexis S. Giacomo Apostolo S. Felice Martire S. Pietro Apostolo Pedace Pedace (Lorica) Rovito SS. Pietro e Paolo S. Francesco alla Verna S. Barbara Fiumefreddo S. Michele S. Maria S. Nicola di S. Croce Colosimi Pietrafitta (Marina) Arcangelo Assunta Bari Bisignano S. Giacomo S. Maria Figline S. Giovanni Fuscaldo Maggiore Natività BVM Assunta Vegliaturo Battista Apostolo Bisignano S. Tommaso Fuscaldo S. Michele SS. Pietro e Grimaldi S. Lucia (Succiommo) Apostolo (Cariglio) Arcangelo Paolo S. Giovanni S. Maria S. Nicola di Fuscaldo S. Maria del in Fiore Lattarico Malito S. Elia Profeta delle Grazie Bari (Marina) Rosario (monastero) S. Maria Lattarico S. Giovanni Fuscaldo S. Maria della S. Giovanni Mangone delle Grazie (Regina) Battista (Scarcelli) Stella Evangelista (cappuccini) S. Nicola di Mangone (Piano S. Pio da S. Maria in Luzzi S. Biagio V. e M. Lago Bari Lago) Pietralcina Gerusalemme San Pietro in Luzzi (valle) Sacri Cuori S. Domenico Marzi S. Barbara Spirito Santo Guarano Luzzi S. Maria Longobardi Beato Nicola S. Maria del S. Andrea Parenti (Sambucina) Assunta Saggio Carmine Apostolo S. Maria SS. SS. Pietro e S. Donato V. Rose Pedivigliano Serra Pedace Assunta Annunziata Paolo e M. Paola S. Maria S. Caterina V. Spezzano S. Pietro Rota Greca Piane Crati S. Barbara Assunta e M. Sila Apostolo S. Martino di S. Martino S. Maria di Spezzano Sila SS. Roberto e Paola (Marina) S. Lucia Finita Vescovo Portosalvo (Camigliatello) Biagio S. Martino di Finita (S. Maria Le S. Maria Assunta Madonna del Paola (Sotterra) Carmine Rogliano S. Pietro Spezzano P. S. Maria Assunta Grotte) S. Biagio V. S. Giovanni S. Maria San Lucido SS. Rosario Trenta Torano e M.. Battista Assunta Castello San Pietro in S. Bartolomeo S. Stefano di S. Stefano S. Domenico Trenta (Morelli) S. Agostino Amantea Apostolo Rogliano protomartire Serra S. Martino S. Maria S. Giorgio Scigliano Zumpano d Aiello Vescovo Assunta Martire tot. comuni tot. comuni 8 Parrocchie 21 Parrocchie 22 Comuni 18 Parrocchie 22 Comuni 14 Parrocchie Fonte: nostra elaborazione

19 Prima parte Caratteri generali della popolazione Graf. 1 Rapporto fra numero di parrocchie e comuni Fonte: nostra elaborazione 3. La popolazione residente La popolazione complessiva della diocesi di Cosenza-Bisignano è pari a abitanti, circa il 50% della popolazione provinciale, pari nel 2001 a abitanti. Come si può notare dai dati riportati nella tabella 2 la forania che presenta la popolazione maggiore è quella Urbana I (città di Cosenza), seguita dalla forania Marina; nella prima si concentra il 19,92% e nella seconda il 16,88% della popolazione totale. È importante sottolineare che quasi la metà (esattamente il 45,23%) della popolazione totale della diocesi è concentrato nei territori delle foranie Urbane e delle Serre, che coincidono con quella che ormai viene considerata l area urbana cosentina. In queste foranie è anche notevolmente più elevata la densità abitativa, che è pari a abitanti per Kmq nella città di Cosenza (come noto il comune ha un estensione territoriale non elevata), a 331 per la forania Urbana 2 e a 228 per quelle delle Serre. Pur presentando delle eterogeneità, come noteremo in seguito, queste 19

20 tre foranie costituiscono la realtà urbana della diocesi e dal nostro punto di vista occupano un posto di particolare interesse, perché costituiscono uno specifico contesto ad alta complessità per la verifica del livello di capabilities, per la sperimentazione di soluzioni spaziali, relazionali e tecnologiche volte a migliorare le condizioni generali di vita non solo in termini di possesso di beni, ma di effettiva utilizzabilità degli stessi e in accordo ad uno specifico orizzonte valoriale (Nuvolati, 2002, 33). Tab. 2 Popolazione residente e densità abitativa per forania Forania valori assoluti popolazione residente valori percentuali densità abitativa (ab/kmq) Urbana , ,20 Urbana ,40 331,21 Serre ,91 227,78 Marina ,88 174,48 Savuto ,79 65,19 Silana ,90 70,91 Cratense ,20 114,66 Totale ,00 152,97 Fonte: nostra elaborazione dati Istat 2001 La forania meno popolosa è quella del Savuto, che è anche quella con il più alto numero di comuni (come già evidenziato). Nel grafico 2 è riportato il rapporto fra numero di parrocchie presenti nelle singole foranie e popolazione residente. Come si può notare la forania in cui questo valore è più elevato è l Urbana 2: sono oltre i residenti per ogni parrocchia presente. Un valore così elevato non si registra neanche per la città di Cosenza e forse è una conseguenza del repentino aumento della popolazione residente in questa parte dell area urbana, destinata ad accogliere, come vedremo in seguito, soprattutto le giovani coppie. Poco al di sotto di questo valore si colloca la forania Urbana 1, mentre per 20

21 Prima parte Caratteri generali della popolazione quella delle Serre, la Cratense e la Marina il rapporto è di residenti per parrocchia. Questo valore scende per la forania Silana a meno di residenti per parrocchia e raggiunge il valore più basso nella forania del Savuto (meno di residenti per parrocchia). A rendere più difficile il contatto con la popolazione in tutte le foranie non urbane è però la dislocazione dei centri abitati sul territorio. In tutte queste foranie, infatti, la densità abitativa è molto più bassa di quella presente nelle foranie che individuano l area urbana (si veda il dato riportato in tabella 2). Graf. 2 Rapporto fra popolazione residente e numero di parrocchie Fonte: nostra elaborazione 3.1 Gli stranieri residenti La presenza di stranieri sul territorio della diocesi non è particolarmente significativa, anche se, come vedremo nella seconda parte, alcune questioni legate alla presenza di immigrati sono particolarmente sentite dai nostri intervistati. I dati (si veda la tabella 3) ci dicono che le foranie in cui la presenza di popolazione straniera è più elevata sono la Urbana 2 e la città di Cosenza. Si tratta, 21

22 naturalmente, del dato Istat che non tiene conto della popolazione straniera presente in maniera irregolare (ossia senza regolare permesso) sul territorio della diocesi. Tab. 3 Stranieri presenti ogni 100 residenti Urbana 1 0,67 Urbana 2 0,84 Serre 0,37 Marina 0,43 Savuto 0,47 Silana 0,51 Cratense 0,46 Totale 0,49 Fonte: nostra elaborazione dati Istat 2001 Per avere un quadro più chiaro della situazione possiamo ricordare che in tutta la regione gli stranieri residenti sono Di questi il 37,60% arriva dall Africa e il 36% dall Europa. Mentre fra i primi è prevalente la componente maschile (che si dedica, come noto, soprattutto al commercio), fra i secondi sono prevalenti le donne (che trovano lavoro soprattutto nell ambito domestico e nelle mansioni di cura). 3.2 Genere, classi di età e stato civile della popolazione residente La tabella 4 mostra la popolazione residente di ciascuna forania divisa per genere. Si può notare che in ogni forania vi è una leggera prevalenza delle donne, che risulta di poco più marcata nella forania Urbana 1, in quella della Marina e del Savuto. Per spiegare, almeno in parte, questo dato si può utilizzare la composizione per classi di età della popolazione, poiché generalmente la componente femminile aumenta con l aumentare dell età della popolazione. 22

23 Prima parte Caratteri generali della popolazione Tab. 4 La popolazione residente per forania e per genere Forania maschi femmine Totale valori assoluti valori % valori assoluti valori % valori assoluti valori % Urbana , , ,00 Urbana , , ,00 Serre , , ,00 Marina , , ,00 Savuto , , ,00 Silana , , ,00 Cratense , , ,00 Totale , , ,00 Fonte: nostra elaborazione dati Istat 2001 Le informazioni relative alla composizione della popolazione per classi di età sono riportate nella tabella 5. Notiamo immediatamente che il 17% della popolazione dell intera diocesi ha più di 65 anni. A seguire, le classi di età in cui è maggiore la concentrazione di popolazione sono quelle centrali: anni e Il primo dato suggerisce che è presente nell intero territorio una questione anziani, che, come si può leggere dalla tabella, assume caratteri più marcati in alcune foranie. Con riferimento alle singole aree territoriali si può, infatti, evidenziare che quelle in cui risulta più elevata la concentrazione di popolazione nell ultima classe di età sono l Urbana 1, ossia la città di Cosenza, quella del Savuto e quella della Marina. Da notare che, per la forania di Cosenza, si registra anche la minore concentrazione di popolazione nella prima e nella seconda classe di età, costituite da quanti hanno meno di 5 anni e da quanti hanno tra i 5 e 14 anni. Non solo, quindi, la popolazione anziana è oggi più numerosa su questo territorio, ma sembra delinearsi una tendenza marcata all invecchiamento della popolazione anche per il futuro. Diversamente, le foranie in cui si registra una minore concen- 23

24 trazione dell ultima classe di età sono la Urbana 2 e quella delle Serre. Tab. 5 La popolazione residente per classi di età Forania meno di oltre 65 Totale valori assoluti Urbana Urbana Serre Marina Savuto Silana Cratense Totale valori percentuali Urbana 1 3,62 9,30 12,59 14,62 15,22 12,99 10,87 20,79 100,00 Urbana 2 4,70 11,28 14,00 16,74 16,26 14,38 9,94 12,71 100,00 Serre 4,82 11,81 13,90 16,22 16,55 13,98 9,33 13,40 100,00 Marina 4,35 11,29 13,53 15,21 14,68 13,28 9,77 17,90 100,00 Savuto 4,51 11,02 12,65 15,23 15,45 12,77 9,62 18,77 100,00 Silana 4,83 12,04 13,16 15,62 15,66 12,42 9,61 16,65 100,00 Cratense 4,54 11,43 14,08 15,17 15,15 12,75 9,74 17,13 100,00 Totale 4,49 11,25 13,72 15,78 15,77 13,50 10,16 17,33 100,00 24 Fonte: nostra elaborazione dati Istat 2001 Si tratte di quelle zone che, quanti conoscono l area urbana cosentina, facilmente individuano come le più frequentemente opzionate dalle giovani coppie e rispondenti, anche da un punto di vista urbanistico ed edilizio, alle esigenze di queste ultime. Quella che abbiamo individuato come area urbana cosentina, che è poi la più significativa realtà urbana della diocesi, mostra interessanti eterogeneità interne per quanto attiene la composizione della popolazione residente. Eterogeneità che, da un lato, necessitano di politiche e di interventi differenziati, dall altro, devono essere considerate nel loro complesso come frutto dello sviluppo demografico e della dislocazione nel territorio di una stessa popolazione urbana, interessata da processi di mobilità spaziale e sociale che tendono ad indebolire le appartenenze localistiche per favorire una unitaria mentalità da city user (Nuvolati, 2002). Quanti abitano su questo territorio sono, infatti, abituati a percepire e utilizzare indistintamente o quasi i servizi presenti sull area urbana, così come

25 Prima parte Caratteri generali della popolazione a scontrarsi con le principali inefficienze organizzative. L autonomia amministrativa dei singoli comuni, che pure segna delle differenze importanti, perde sempre più rilievo agli occhi dei cittadini abituati a muoversi per lavoro, tempo libero, cultura ecc. da una parte all altra dell area urbana. A dimostrazione che in alcuni territori è maggiormente evidente il fenomeno dell invecchiamento della popolazione possiamo utilizzare le informazioni riportate nella tabella 6 e relative all indice di vecchiaia, dato dal rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione fino a 14 anni di età, moltiplicato per 100. Tab. 6 Indice di vecchiaia Urbana 1 160,93 Urbana 2 90,95 Serre 87,45 Marina 145,43 Savuto 140,54 Silana 106,79 Cratense 113,19 Totale 121,02 Fonte: nostra elaborazione dati Istat 2001 Come si evince dai dati, rispetto ad un valore calcolato sull intera popolazione della diocesi (pari a 121,02), alcune foranie registrano valori di molto più bassi (Serre e Urbana 2), mentre altre registrano valori più elevati (soprattutto Urbana 1, ma anche Marina e Savuto). Se l invecchiamento della popolazione accomuna questi ultimi territori, è però evidente che le ragioni di tale fenomeno sono differenti. Nel caso della popolazione cosentina, infatti, non si registra una significativa riduzione della popolazione residente rispetto agli anni precedenti ed è più corretto leggere il dato come effetto congiunto di un fisiologico invecchiamento della popolazione e di uno spostamento della residenza delle giovani coppie nei comuni limitrofi. Nel caso, invece, dei territori delle foranie del Savuto, 25

26 soprattutto, e della Marina l invecchiamento della popolazione si correla positivamente con un fenomeno di spopolamento delle zone montane e/o agricole. L informazione relativa all invecchiamento della popolazione è importante se si vuole affrontare la questione dei bisogni della popolazione. All età, infatti, si legano alcune esigenze specifiche, che se non soddisfatte possono favorire l ingresso in percorsi di impoverimento (Albertini, 2007). Come avremo modo di notare nella seconda parte del lavoro, sul territorio dell intera diocesi, ma in particolare in quelle foranie dove la presenza di popolazione anziana è, come abbiamo già visto, più significativa, emerge con forza il bisogno di riconsiderare le condizioni di vita delle persone più adulte, sia da un punto di vista economico che relazionale. Nella tabella 7 abbiamo riportato i dati relativi allo stato civile della popolazione. Partendo dal commento del dato aggregato, possiamo notare che 49 persone su 100 sono coniugate, mentre circa 43 su 100 hanno lo status civile di liberi. I vedovi costituiscono quasi il 7% della popolazione complessiva, mentre la presenza di separati e divorziati è molto contenuta (il valore complessivo non supera l 1,5%). A livello di foranie non emergono particolari differenze, anche se i valori percentuali ci consentono di evidenziare alcuni elementi. Con riferimento alla popolazione coniugata, ad esempio, si può notare che essa pesa percentualmente di più nella forania Cratense e in quella Silana. I vedovi e/o le vedove sono relativamente di più nella popolazione delle foranie Urbana 1, Savuto e Marina (nei territori in cui si registrano gli indici di vecchiaia più elevati). La presenza di separati/e e divorziati/e pur rimanendo molto limitata si fa più marcata nella foranie a maggiore urbanizzazione: Urbana I e Urbana 2, dove l incidenza sulla popolazione residente delle 26

27 Prima parte Caratteri generali della popolazione separazioni e dei divorzi appare più in linea con il valore medio nazionale che con quello medio regionale. Complessivamente, infatti, la percentuale di separati e/o divorziati è pari al 2,2% nella forania di Cosenza e all 1,77% in quella Urbana 2. I valori regionali e nazionali sono nel 2001 rispettivamente pari all 1,19% e al 2,68%. La precarietà familiare e soprattutto quella relazionale delle giovani coppie traspare dalle parole degli attori sociali che abbiamo intervistato, anche se i dati ufficiali sono al momento non allarmanti. Si tratta, probabilmente, di elementi che sfuggono alle rilevazioni statistiche oppure di rappresentazioni che risentono pesantemente di alcune esperienze, ma per maggiori dettagli rinviamo alla seconda parte del testo. Tab. 7 La popolazione residente per stato civile Celibi/nubili Coniugati/e Totale di cui separati/e di fatto Separati/e Divorziati/e Vedovi/e legalmente Totale valori assoluti Urbana 1-Cosenza Urbana Serre Marina Savuto Silana Cratense Totale valori percentuali Urbana 1-Cosenza 43,42 46,03 0,98 1,16 1,04 8,35 100,00 Urbana 2 43,08 49,62 1,05 0,95 0,82 5,24 100,00 Serre 43,45 49,51 0,87 0,90 0,71 5,43 100,00 Marina 43,25 48,03 0,66 0,73 0,51 7,48 100,00 Savuto 41,84 49,10 0,68 0,54 0,53 7,99 100,00 Silana 41,94 50,27 0,59 0,62 0,54 6,64 100,00 Cratense 41,27 51,52 0,66 0,54 0,48 6,19 100,00 Totale 42,67 49,03 0,79 0,81 0,68 6,82 100,00 Fonte: nostra elaborazione dati Istat

28 4. Le famiglie In questo paragrafo prendiamo in considerazione i dati relativi alle famiglie 4 e ai nuclei familiari 5. Si tratta delle informazioni più importanti quando si voglia considerare il rischio di cadere in situazioni di povertà. La famiglia, infatti, svolge la funzione di raccogliere le risorse di diversa natura e provenienza e ridistribuirle ai suoi membri; è attraverso i legami e la divisione dei ruoli in essa presenti che gli individui sviluppano le loro strategie di vita e le loro capacità di fronteggiamento delle situazioni critiche; è nella famiglia, infine, che gli individui trovano una delle principali reti di relazione e di integrazione sociale che fornisce un sostegno importante nelle situazioni di bisogno, nonché uno dei tramiti principali per la partecipazione ai diversi sistemi pubblici di protezione sociale ( ) (Ranci, 2002, 71). Soffermarsi sui dati quantitativi, inoltre, ci consente di comprendere meglio anche le osservazioni dei nostri intervistati, riportate nella seconda parte del testo. Prima di entrare nella specificità del contesto diocesano, possiamo osservare che la tendenza a livello nazionale è quella di un aumento del numero delle famiglie, insieme ad una riduzione dell ampiezza media. Questo fenomeno è dovuto all operare di due fattori: la tendenza alla nuclearizzazione della famiglia e l allungamento 4 L Istat intende per famiglia l insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune (anche se non sono ancora iscritte nell anagrafe della popolazione residente del comune medesimo). Una famiglia può essere costituita anche da una sola persona. L assente temporaneo non cessa di appartenere alla propria famiglia sia che si trovi presso altro alloggio (o convivenza) dello stesso comune, sia che si trovi in un altro comune. La definizione di famiglia adottata per il censimento è quella contenuta nel regolamento anagrafico. 5 Il nucleo familiare nelle rilevazioni Istat è costituito da persone legate da vincolo di matrimonio e da rapporti di genitorialità. 28

29 Prima parte Caratteri generali della popolazione della durata della vita (Saraceno, Naldini, 2001). Il dato della tabella 8 evidenzia che sono presenti complessivamente famiglie. Di queste il 20,98% è concentrato nella forania Urbana 1 e il 16,82% in quella Marina, ossia nelle foranie che hanno anche le quote più elevate di popolazione residente. Considerando congiuntamente i valori relativi all area urbana cosentina, possiamo notare che nelle tre foranie Urbana 1, Urbana 2 e Serre si concentra il 45,35% delle famiglie della diocesi. Tab. 8 Numero di famiglie valori assoluti valori percentuali numero medio di componenti Urbana ,98 2,63 Urbana ,23 2,82 Serre ,14 2,94 Marina ,82 2,72 Savuto ,79 2,73 Silana ,92 2,84 Cratense ,13 2,79 Totale ,00 2,79 Fonte: nostra elaborazione dati Istat 2001 Rispetto al numero medio di componenti possiamo notare che non emergono particolari differenze fra i diversi contesti. La forania in cui esso si approssima maggiormente ad un valore medio di tre componenti è quella delle Serre, seguita dalla Urbana 2: i territori in cui, come abbiamo notato, vi è la maggiore concentrazione di popolazione giovane e, probabilmente, di giovani nuclei familiari. Per avere una lettura più completa della composizione delle famiglie, nella tabella 9 abbiamo riportato i dati che attengono all ampiezza delle famiglie. I valori percentuali complessivi consentono di notare che il 23,69% delle famiglie è costituito da due persone, il 19,64% da tre persone e il 23,37% è costituito da 4 persone. Meno del 10% del totale è rappresentato dalle famiglie composte da 5 persone; dato che segna (seppure non direttamente, 29

30 visto che stiamo parlando di famiglie e non di nuclei familiari - si vedano le note 2 e 3) l indebolimento di quello che per anni è stato il modello tipico della famiglia nucleare, composta appunto da due genitori e tre figli (Saraceno, Naldini, 2001). Un peso meno rilevante hanno le famiglie numerose, costituite da 6 o più persone. Tab. 9 Numero di famiglie per ampiezza 1 persone 2 persone 3 persone 4 persone 5 persone 6 o più persone Totale valori assoluti Urbana Urbana Serre Marina Silana Savuto Cratense Totale valori percentuali Urbana 1 27,52 24,15 18,87 20,08 7,22 2,16 100,00 Urbana 2 20,85 23,69 20,42 25,05 8,13 1,86 100,00 Serre 16,12 21,85 22,07 27,64 9,69 2,63 100,00 Marina 25,05 22,77 17,65 21,98 9,51 3,03 100,00 Savuto 22,58 23,28 20,34 26,68 7,89 2,22 100,00 Silana 22,50 23,21 20,18 24,12 8,02 1,98 100,00 Cratense 20,33 25,70 19,81 24,28 8,16 1,72 100,00 Totale 22,80 23,69 19,64 23,37 8,28 2,21 100,00 Fonte: nostra elaborazione dati Istat 2001 Colpisce il dato relativo alle famiglie composte da una sola persona, pari al 22,80% del totale diocesano. Come si può notare dalla tabella 9, nella forania Urbana 1 queste famiglie costituiscono il 27,52% del totale. Il dato è elevato anche nella forania Marina (25,05%). La ragione principale di questi risultati è da rintracciarsi nella componente anziana della popolazione di entrambe le foranie e, quindi, nella più elevata incidenza di vedovi/e. Nella città di Cosenza, però, potrebbero essere anche altri gli elementi in grado di spiegare questa elevata presenza. Pensiamo, in particolare, agli investimenti immobiliari e ai benefici economici che si possono ottenere se un immobile viene acquistato come prima casa; è possibile, cioè, che una parte di queste famiglie unipersonali siano composte 30

31 Prima parte Caratteri generali della popolazione da individui che pur avendo un nucleo familiare stabile di appartenenza si allontanano formalmente da esso per costituire un nucleo familiare a se stante e poter godere dei benefici richiamati. Nella città di Cosenza, in questi anni interessata da un intenso sviluppo del patrimonio edilizio, questa possibilità non è da trascurare. Nella forania delle Serre si registra la concentrazione maggiore di famiglie costituite da 4 componenti: il 27,64%. Ancora una volta è, probabilmente, la popolazione giovane a spiegare questo dato. La famiglia composta da quattro persone è, infatti, il tipico modello familiare moderno, di ceto medio-alto. L informazione riportata in tabella 10 è relativa ai nuclei familiari, ossia a quelle famiglie costituite da persone legate da un vincolo matrimoniale (coniugi) e da rapporti di genitorialità. Si tratta complessivamente di , più di in meno rispetto al dato sulle famiglie considerato fino ad ora. La concentrazione maggiore di nuclei familiari si ha nella forania Urbana 1 e complessivamente sul territorio dell area urbana cosentina risiede il 45,19% dei nuclei familiari. Considerando l informazione che ci deriva dall ultima colonna della tabella 10 rapporto fra nuclei familiari e popolazione residente possiamo, tuttavia, notare che l incidenza maggiore si registra nella forania Cratense, seguita da quella delle Serre. In ogni caso, non si registra per nessuna forania uno scostamento rilevante rispetto al valore medio diocesano. Tab. 10 Numero di nuclei familiari valori assoluti valori percentuali nuclei familiari/ pop. residente Urbana ,56 26,70 Urbana ,62 27,58 Serre ,01 27,47 Marina ,29 26,24 Savuto ,81 27,25 Silana ,00 27,39 Cratense ,71 28,04 Totale ,00 27,19 Fonte: nostra elaborazione dati Istat

32 Nella tabella 11 sono riportati i valori assoluti e percentuali relativi alle quattro possibili tipologie di nuclei familiari: coppie senza figli, coppie con figli, padre con figli, madre con figli. Tab. 11 Nuclei familiari per tipo di nucleo familiare Coppie senza figli Coppie con figli Padre con figli Madre con figli Totale valori assoluti Urbana Urbana Serre Marina Savuto Silana Cratense Totale valori percentuali Urbana 1 23,92 24,15 18,87 20,08 100,00 Urbana 2 23,43 23,69 20,42 25,05 100,00 Serre 21,38 21,85 22,07 27,64 100,00 Marina 23,87 22,77 17,65 21,98 100,00 Savuto 24,12 23,28 20,34 26,68 100,00 Silana 24,49 23,21 20,18 24,12 100,00 Cratense 26,87 25,70 19,81 24,28 100,00 Totale 24,17 23,69 19,64 23,37 100,00 Fonte: nostra elaborazione dati Istat 2001 I figli sono presenti in oltre il 60% dei nuclei familiari a livello aggregato e con piccole differenze fra le foranie. Si tratta certamente di un dato positivo, che tuttavia dovrebbe essere letto ponendo attenzione ad una serie di elementi, che in questa sede, anche per ragioni di sintesi, possiamo solo richiamare: ad esempio, l età dei figli (quanti sono i giovani adulti che si fermano a casa dei genitori oltre i trent anni?); la loro condizione occupazionale (quanti sono quelli che lavorano e qual è il loro contributo economico al budget familiare?); i compiti che svolgono all interno della famiglia (si occupano, ad esempio, delle faccende domestiche?). D altro canto, a livello aggregato, è da evidenziare la percentuale elevata di coppie senza figli. Nella forania Cratense la percentuale di coppie senza figli sul totale dei nuclei familiari è pari al 26,87%. Anche in questo caso, tuttavia, per poter dire qualcosa in più bisognerebbe 32

33 Prima parte Caratteri generali della popolazione conoscere almeno l età del capofamiglia, informazione non disponibile a livello comunale. Non per la famiglia, ma per le diverse tipologie di famiglia presenti sul territorio è quindi necessario chiedersi di cosa c è più bisogno. Certamente, però, un attenzione particolare merita il dato relativo alle madri con figli, proprio al fine di individuare gli interventi sociali di cui il territorio può avere bisogno. A livello aggregato questo tipo di nucleo costituisce il 10,53% del totale. Inoltre, nella forania Urbana 1 raggiunge un valore pari al 15,11%. È evidente che si tratta di donne che vivono una potenziale condizione di rischio povertà, indipendentemente dal loro essere ragazze madri, separate/divorziate o vedove. Una povertà che si potrebbe sviluppare tanto da un punto di vista economico, quanto da uno relazionale e che potrebbe avere importanti ricadute sullo sviluppo dei figli. Oltre alle famiglie e ai nuclei familiari, un altra importante realtà è costituita dalle coppie non coniugate (si veda la tabella 12). La loro incidenza sul totale delle coppie (1,29 ogni 100 coppie coniugate) ci dice che si tratta di un fenomeno relativamente contenuto nell intera diocesi. Basterà ricordare che a livello nazionale l incidenza delle coppie non coniugate è pari al 3,64% e che in alcune regioni, come la Lombardia e l Emilia Romagna, arriva a valori, rispettivamente, del 4,97% e del 5,97%. Con riferimento al territorio diocesano, l incidenza aumenta relativamente con riferimento alla forania Urbana 2 e a quella delle Serre, ossia in quei territori in cui risiede una percentuale maggiore di popolazione giovane. Il fenomeno è, anche nel contesto regionale, di recente manifestazione e in genere, la convivenza senza il vincolo matrimoniale non ha una lunga durata; spesso, invece, prepara al matrimonio. Le ragioni della scelta di convivere 33

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